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Lettera di sant'Agostino ai... Pentecostali A.D. 2014

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2015 12:47
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21/02/2015 12:43
 
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   La diffusione universale della Chiesa, cominciando da Gerusalemme.


10. 26. Chi poi, a questo punto, dicesse che per Gerusalemme non bisogna intendere la città visibile, ma una città simbolica che comprenda, nel senso spirituale, tutta la Chiesa: quella eterna che è in cielo e la porzione che è pellegrina in terra, costui può considerare simboliche anche queste parole: Era necessario che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno 78. Chi lo dicesse, non va più considerato cristiano. Quindi: come è reale il senso della prima frase, così è reale quella successiva sulla diffusione universale della Chiesa, cominciando da Gerusalemme. È stato il Signore infatti a spiegare che di lui erano state dette queste cose nella Legge, nei Profeti e nei Salmi; e la sua non poté, certo, essere una spiegazione simbolica; diversamente, non sarebbe una spiegazione. Inoltre, se Gerusalemme, citata in senso simbolico e intesa in senso spirituale, significa la Chiesa universale, come può la Chiesa universale incominciare dalla Chiesa universale, come Gerusalemme incomincia da Gerusalemme? È chiaro quindi che si parla in senso reale di questa città, dalla quale si dimostra che è iniziata la Chiesa, come egli stesso manifesta a più riprese, senza lasciare agli astuti eretici il minimo spazio per le insidie. Continua infatti dicendo: Di questi fatti voi sarete testimoni; e io mando su di voi la mia Promessa; ma voi restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall'alto 79. Ebbene, proprio nella città dove ordinò di restare finché non fossero rivestiti di potenza dall'alto, cioè dello Spirito Santo, che aveva promesso di inviare, proprio da quella predisse che la Chiesa avrebbe avuto inizio. E se i Donatisti pensano che non si tratta di Gerusalemme, ascoltino il seguito: Poi li condusse fuori fino verso Betania, alzò le sue mani e li benedisse. Ed avvenne che, mentre li benediceva, si partì da loro. Ed essi tornarono a Gerusalemme con grande gioia, e stavano sempre nel tempio a lodare Dio 80. Eccola, è questa la città dove egli ordinò di restare finché non fossero rivestiti di potenza dall'alto.


11. 27. Quanti giorni poi il Cristo sia rimasto con loro da quando, dopo la passione, si era mostrato vivo ai loro occhi e alle loro mani, l'evangelista ha qui omesso di dirlo. Non tacciono, però, gli Atti degli Apostoli, dove le parole del Signore rivelano e preannunziano nuovamente la futura estensione della Chiesa per tutta la terra; dove a nessuno è assolutamente permesso di dubitare, salvo che non voglia dubitare della credibilità delle sante Scritture, che si tratta della città visibile di Gerusalemme, quella da cui ebbe inizio la Chiesa dopo la resurrezione e l'ascensione del Signore Gesù Cristo; e che egli non ha voluto indicare nient'altro che i luoghi della terra, da dove avrebbe dato inizio alla Chiesa e come poi l'avrebbe diffusa dappertutto. Così, infatti, è scritto negli Atti degli ApostoliNel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto ciò che Gesù ha fatto ed insegnato, fino al giorno in cui scelse gli Apostoli per mezzo dello Spirito Santo e li mandò a predicare il Vangelo; ad essi anche si manifestò, dopo la sua passione, con molti segni, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. E mentre parlava con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare la sua Promessa, che voi -disse - avete ascoltato dalle mie labbra: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati nello Spirito Santo, che state per ricevere fra non molti giorni. E quelli, radunatisi insieme, gli domandarono: Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele? Ma egli rispose loro dicendo: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e sarete miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Samaria e fino a tutta la terra 81. Ecco, anche in questo testo è stato rivelato il punto di inizio e il punto di arrivo della Chiesa.



Contro i testi del Vangelo gli eretici mostrano una rabbia cieca.


11. 28. Che cosa rispondono, a questi testi, quelli che, con tanta arroganza, si proclamano cristiani, e che poi si oppongono a Cristo così palesemente? Noi crediamo questa Chiesa e, contro queste parole divine, non accettiamo nessuna accusa degli uomini. Ci colpiscono in particolare gli ultimi discorsi fatti in terra dal Signore nostro, al quale è empio e sacrilego non credere, con cui lasciò alla Chiesa primitiva questi ultimi e salutari insegnamenti. Detto questo infatti, egli ascese subito al cielo, ma prima volle premunire le nostre orecchie contro le lusinghe di coloro che, come egli prevedeva, sarebbero sorti nel corso degli anni per dire: Ecco, il Cristo è qui, eccolo è lì 82, e ai quali ci esortò a non credere. Non c'è, quindi, scusa alcuna per noi, se abbiamo creduto contro la voce del nostro Pastore: una voce così chiara, così aperta, così evidente, che nessuno, per quanto ottuso e lento di spirito, potrebbe dire: " Non ho capito ". Chi, infatti, non capisce questa frase: Era necessario che Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno, e nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme 83? Chi non comprende le parole: Mi sarete testimoni a Gerusalemme e in tutta la Giudea e nella Samaria fino a tutta la terra. Detto questo fu elevato in alto, una nube lo avvolse e lo videro andare in cielo 84? Che è questo, chiedo? Quando si ascoltano le ultime parole di un moribondo, che sta per scendere agli inferi, nessuno dice: "Egli ha mentito "; anzi viene ritenuto empio quell'erede che per caso le disprezzasse. E come potremo noi sfuggire all'ira di Dio, se, per incredulità o per disprezzo, abbiamo respinto le ultime parole del Figlio Unigenito di Dio, del Signore e Salvatore nostro, dette mentre stava per salire al cielo, e di lì osservare chi le trascura e chi le osserva, e di lì ritornare per giudicare tutti? Ho la voce chiarissima del mio Pastore che mi raccomanda e mi indica, senza alcuna esitazione, la Chiesa. Sarà colpa mia se mi lascerò sedurre dalle parole degli uomini e deciderò di allontanarmi dal suo gregge che è la Chiesa, soprattutto dopo che egli mi ha ammonito dicendo: Quelle che sono mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono 85. Questa è la sua voce chiara ed aperta. Chi, sentendola, non lo segue, come oserà chiamarsi sua pecora?. Non mi si risponda: " Oh, ma che cosa ha detto Donato, che cosa Parmeniano, che cosa Ponzio o qualcuno dei loro? ". Infatti neppure i vescovi cattolici vanno ascoltati, se in qualche caso sbagliano fino a pensarla diversamente dalle Scritture canoniche di Dio. Se però essi, pur conservando il vincolo della carità e dell'unità, cadono in qualche errore, accadrà loro ciò che dice l'Apostolo: Se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo 86. Per la verità, tanto sono chiare queste voci divine sulla Chiesa universale, che solo gli eretici, nella loro perversa animosità e nel loro cieco furore, possono abbaiare contro di esse.



Testimonianze dagli Atti degli Apostoli.


11. 29. Ebbene, abbiamo dimostrato che la Chiesa è stata predetta dal suo Sposo nella parola di Dio, tramite la Legge, i Profeti, e i Salmi, e anche per la sua stessa bocca; e che avrebbe avuto inizio da Gerusalemme e sarebbe giunta fino all'estremità della terra. Come poi abbia avuto inizio da Gerusalemme e, da qui, diffusasi in tutte le nazioni, porti frutto, il Verbo di Dio lo rivela anche per bocca degli Apostoli, come è scritto negli Atti degli Apostoli. Ho già ricordato che il Signore disse: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, nella Samaria e fino a tutta la terra 87. Poi continua: Detto ciò si elevò al cielo sotto i loro sguardi e una nube lo sottrasse ai loro occhi. E dato che essi stavano fissando il cielo, mentre lui se ne andava, ecco due uomini in vesti bianche presentarsi a loro e dire: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Quel Gesù che è stato assunto in cielo di tra voi, verrà proprio come voi lo avete visto andare in cielo. Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino di un sabato. Ed entrati, salirono al piano superiore dove abitavano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano dediti con un solo cuore alla preghiera, insieme alle donne e a Maria, madre di Gesù e ai suoi fratelli. In quei giorni poi Pietro, alzandosi in mezzo ai discepoli, disse: il numero delle persone era di circa centoventi 88. Segue poi la narrazione del discorso di Pietro e il racconto di Mattia subentrato al posto di Giuda, traditore del Signore; e quindi, narrata la sua ordinazione, la Scrittura continua dicendo: Mentre stavano per compiersi i giorni della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. E venne, all'improvviso, dal cielo, un rumore come di un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa dove si trovavano essi. E apparvero loro lingue divise, come di fuoco e ciascuna si posò sopra ognuno di loro; ed essi furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in varie lingue secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. Stavano allora ad abitare in Gerusalemme Giudei e uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. Scoppiato questo rumore, la folla si radunò e restò sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua. Erano stupefatti, si meravigliavano e dicevano tra loro: Tutti questi che parlano, non sono forse Galilei? E com'è che li sentiamo parlare ciascuno la propria lingua nativa? Parti, Medi, Elamiti ed abitanti della Mesopotamia, Giudei e abitanti della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani ospiti, Giudei e stranieri, Cretesi e Arabi li sentivano proclamare, nelle proprie lingue, le meraviglie di Dio. Stupiti e perplessi dicevano tra loro: Che vuol significare questo? Altri poi li schernivano, dicendo: Costoro sono pieni di mosto. Ma Pietro, stando in piedi con gli undici discepoli, alzò la sua voce e parlò loro dicendo: Uomini di Galilea e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo 89 e tutto il resto con cui li esorta alla fede. Finito di raccontare il discorso di Pietro, la Scrittura continua dicendo: All'udire questo, si sentirono ferire il cuore e dissero a Pietro e agli Apostoli: Che faremo, fratelli? Indicatecelo. E Pietro disse loro: Fate penitenza, e si faccia battezzare ciascuno di voi nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. La promessa infatti è per noi e per i nostri figli e per tutti i lontani, quanti ne chiamerà il Signore nostro Dio. E con molte altre parole li esortava e diceva: Salvatevi da questa generazione perversa. Ed essi, accolta questa parola, credettero e furono battezzati. E in quel giorno si unirono a loro circa tremila persone 90. Ecco come ebbe inizio, da Gerusalemme, la Chiesa, destinata poi ad andare in tutte le nazioni: e questo era anche prefigurato in coloro che, costituiti Apostoli e ricevuto lo Spirito Santo, parlarono in tutte le lingue.



Gli avvenimenti degli Atti testimoniano il cammino della Chiesa.


11. 30. Vediamo, ora, il cammino della Chiesa anche tra le altre genti, come anche Pietro aveva predetto dove dice: Per noi è la promessa, per i nostri figli e per tutti coloro che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore nostro Dio 91. Vengono, infatti, narrati, in seguito, gli avvenimenti accaduti a Gerusalemme fino alla passione del diacono Stefano, dove si menziona anche Saulo che approvò la sua uccisione. Dopodiché il racconto prosegue così: In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme, e tutti, eccetto gli Apostoli, che rimasero in Gerusalemme, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria 92. Notate come si sta realizzando, ora, ciò che il Signore ha detto nell'ordine: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, e fino a tutta la terra 93. In Gerusalemme si era già avverato; continuava nella Giudea e nella Samaria: perciò furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria. Dei dispersi infatti si dice: Quelli però che erano stati dispersi, attraversando città e castelli, annunciavano la parola di Dio 94. E dato che anche gli Apostoli vi erano andati, perché avevano sentito che la Samaria aveva accolto la parola di Dio - quando per l'imposizione delle loro mani ricevettero lo Spirito Santo -, di Pietro e di Giovanni si dice: Pietro e Giovanni, dopo avere testimoniato la parola di Dio, ritornavano a Gerusalemme e, attraversando molti villaggi dei Samaritani, li evangelizzavano 95. Gli Atti narrano poi di quell'eunuco che, ritornando da Gerusalemme, fu battezzato da Filippo; e di Filippo stesso viene detto: Un Angelo del Signore, poi, portò via da lui Filippo e l'eunuco non lo vide più: proseguiva il suo cammino pieno di gioia. Filippo invece si accorse d'essere giunto in Azoto; e tornando indietro evangelizzava in tutte le città, finché giunse a Cesarea 96. E così troviamo che anche nelle città della Giudea e della Samaria venne predicato il Vangelo. Restava dunque che il Vangelo fosse progressivamente predicato anche in tutte le genti 97, come il Signore aveva detto, e fino a tutta la terra 98. Viene quindi chiamato dal cielo Paolo; da persecutore diventa predicatore; perciò il Signore dice di lui ad Anania: Va', perché egli è per me uno strumento eletto, per portare e glorificare il mio nome dinanzi alle genti, ai re e ai figli di Israele; io infatti gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome 99. Ed ecco ormai la Chiesa costituita in Gerusalemme, per tutta la Giudea e la Samaria, così che poco dopo si dice molto chiaramente: Le chiese dunque erano in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; si edificavano e si irrobustivano nel timore del Signore, ed erano ricolme della consolazione dello Spirito Santo 100. Quindi, dopo pochi righi, si arriva al racconto del centurione Cornelio, il quale credette e fu battezzato con la sua famiglia, che erano tutti gentili incirconcisi. Prima, però, di battezzarli, Pietro, pregando, vide in estasi il cielo aperto e, legato ai quattro angoli, una specie di vaso come una tovaglia bianca, in cui c'era ogni sorta di quadrupedi, di fiere e di uccelli del cielo. E si udì una voce: " Àlzati, Pietro, uccidi e mangia ". E Pietro disse: " Signore, io non ho mai mangiato niente di impuro e di immondo ". E la voce gli replicò: " Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo immondo " 101. Che poi questa visione stia a significare la chiamata alla fede dei Gentili, non c'è bisogno di indovinarlo: è del resto l'interpretazione data dall'Apostolo stesso all'oggetto apparsogli. Entrato, infatti, nella casa dove Cornelio si trovava con molte persone là convenute, disse loro: Voi sapete molto bene come sia abominevole, ad un Giudeo, unirsi o avere contatti con uno straniero; ma Dio mi ha mostrato di non chiamare profano o immondo nessun uomo 102. Raccontò, quindi, di quella voce da lui sentita circa gli animali visti in quella tovaglia: Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo immondo 103Non è forse chiaro, ormai, che quel vaso, è il simbolo della terra con tutte le nazioni? Ecco perché era anche legato ai quattro angoli, secondo le quattro parti del mondo che noi ben conosciamo: l'Oriente, l'Occidente, l'Austro e l'Aquilone, che la Scrittura molto spesso ricorda. In verità, enumerare le località che Paolo, nella sua missione ai Gentili, ha visitato, seminando la parola di Dio e consolidando le chiese appena sorte, sarebbe lungo. Ma quando ad Antiochia, i Giudei lo contestarono, lui e Barnaba risposero: Era necessario innanzi tutto annunciare la parola di Dio a voi; ma poiché l'avete respinta e vi siete giudicati indegni della vita eterna, allora ci rivolgiamo ai Gentili. Così, infatti, ci ha comandato il Signore: Ti ho posto come luce per le genti, per essere salvezza fino all'estremità della terra 104. E continua dicendo: All'udirlo i Gentili accolsero la parola di Dio e credettero quanti erano destinati alla vita eterna 105. Ecco citato anche qui il testo del profeta Isaia, che anche noi abbiamo citato, perché sia salvezza fino all'estremità della terra.



La rivolta africana non ha distrutto le altre Chiese.


12. 31. Per non citare le popolazioni che nel periodo subapostolico credettero e si unirono alla Chiesa, limitiamoci a quelle che troviamo nelle sante Lettere, negli Atti, nelle Epistole degli Apostoli e nell'Apocalissedi Giovanni; Lettere che accogliamo entrambi e a cui ci sottomettiamo: ci dicano esse com'è che perirono nella rivolta africana. Noi le abbiamo recepite, infatti, non dai concili di vescovi litigiosi, né dalle discussioni, né dagli Atti forensi o municipali, ma dalle sante Lettere canoniche. Prendiamo la Chiesa di Antiochia, dove per la prima volta i discepoli vennero chiamati cristiani 106: come poté perire per i crimini degli Africani? Quale vento africano tanto impetuoso ha potuto spargere così lontano la peste che si era sollevata, quando ad Atene, a Iconio e a Listri, non si riuscì a conoscere neppure i nomi di coloro che furono la causa e l'origine dell'insorgere di questo male? Chi ha distrutto le Chiese fondate dal lavoro degli Apostoli?. Ecco che cosa dice l'Apostolo, dottore dei Gentili, verso la fine della sua Lettera ai RomaniVi ho scritto con un po' di audacia, in qualche parte, quasi per ricordarvi, a causa della grazia che mi è stata data da Dio, di essere ministro di Gesù Cristo tra i Gentili, compiendo il ministero del Vangelo di Dio, affinché l'offerta dei Gentili divenga gradita, santificata nello Spirito Santo. La mia gloria, dunque in Gesù Cristo è di fronte a Dio. Non oserei infatti dire alcunché di quelle cose che Cristo non ha operato per mezzo mio per condurre all'obbedienza i Gentili, con le parole e le opere, con la potenza dei segni e dei prodigi, con la potenza dello Spirito Santo; così da Gerusalemme e dintorni, fino all'Illiria ho adempiuto il Vangelo di Cristo


107. Chiedete, Donatisti, se non lo sapete; informatevi del numero delle tappe, da Gerusalemme all'Illiria, percorrendo, però, la via di terra; e se le Chiese che incontriamo sono molte, spiegateci come siano potute scomparire a causa dei conflitti degli Africani. Voi, delle Lettere di Paolo ai Corinzi, agli Efesini, ai Filippesi, ai Tessalonicesi, ai Colossesi, vi limitate alla sola lettura. Noi invece, oltre alla lettura e alla fede in queste Lettere, ci manteniamo in comunione anche con le Chiese stesse. D'altronde nella Galazia non v'è solo una Chiesa, ma ve ne sono molte. E notate ancora come Paolo saluta i Corinzi: Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla Chiesa di Dio che è in Corinto, insieme a tutti i santi dell'intera Acaia 108. Quante Chiese pensate che vi siano in tutta l'Acaia? Ma forse neppure sapete dov'è l'Acaia e date giudizi con tanta cecità su una provincia che vi è molto sconosciuta, arrivando a dire che essa è scomparsa per i crimini degli Africani. Non sono forse piene di Chiese fiorentissime tutte quelle località nominate da Pietro: il Ponto, la Cappadocia, l'Asia, la Bitinia 109? E che? E quanto alle Chiese alle quali scrisse Giovanni: la Chiesa di Smirne, di Pergamo, di Sardi, di Tiatira, di Filadelfia, di Laodicea 110 - Efeso l'abbiamo già ricordata - mi dica uno di voi: dove sono e quanto distano tra loro? Forse, ora, leggendo e chiedendo, cercate di informarvi. Informatevi, allora, anche sulla loro lontananza dall'Africa e diteci perché quelle Chiese, che vi sono totalmente sconosciute e di cui parlano apertamente gli scritti apostolici, voi le accusate con tanta temerarietà e dite con tanta insensatezza che sono scomparse a causa dei crimini degli Africani. Infine, che cosa scrivono di esse i santi Libri canonici, io lo so; ma che cosa ne diciate voi, non lo so. Certo, come noi leggiamo dai Libri, che tutt'e due veneriamo, che esse sono Chiese di Cristo, così anche voi dai Libri che tutt'e due veneriamo, leggeteci come esse sono scomparse. O vi piace che contro le Chiese, che sono membra dell'unica Chiesa diffusa in tutto il mondo, e che lo Spirito Santo ci ha raccomandate e trasmesse per mezzo delle sue Scritture, noi dessimo credito a tutte le calunnie degli uomini da qualsiasi parte proferite? Certo, vi piace, ma non piace a noi. Chi siano poi quelli ai quali è più giusto che piaccia, lo vedete anche voi, ma, vinti dall'animosità, non volete farvi vincere dalla verità. Ecco, vi sono le Scritture di Dio; ecco, in esse sono designate e indicate le Chiese, o con l'appellativo generale di tutta la terra, o con il loro nome. Tutto ciò che i vostri antenati rinfacciarono ai loro colleghi, esse non lo seppero; a quali giudici venne affidata questa causa, non lo seppero; come, dunque, perirono? Ecco, vi sono le Scritture, alle quali io credo; ecco, vi sono le Chiese con le quali io sono in comunione. Là dove io ti leggo i loro nomi, tu leggimi i loro crimini.



Anche Paolo annuncia la universalità della Chiesa.


12. 32. Se poi tu declami e leggi altrove i tuoi testi, noi, dopo avere sentito la voce del nostro Pastore, manifestatasi molto chiaramente per bocca dei Profeti, per bocca sua e per bocca degli Evangelisti, non ammettiamo, non crediamo, non accettiamo la vostra voce. Quelle che sono le mie pecore - disse il celeste Pastore - ascoltano la mia voce e mi seguono 111. La sua voce sulla Chiesa non è oscura e chi non vuole allontanarsi dal suo gregge, l'ascolti e la segua. Il suo fedelissimo amministratore 112, il dottore dei Gentili nella fede e nella verità 113, perché egli stesso parlava in lui, dichiara: Mi stupisco che siate passati tanto in fretta da colui che vi ha chiamati alla grazia di Cristo, ad altro Vangelo. Ma non ve n'è un altro; vi sono soltanto alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, sia anatema. Lo abbiamo detto ed ora lo ripeto: se qualcuno vi avrà annunciato un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema 114. Ci è stato annunciato che la Chiesa si estenderà in tutta la terra. Che questo preannuncio è stato fatto nella Legge, nei Profeti e nei Salmi, lo ha attestato anche il Signore, il quale ha predetto che essa avrebbe avuto inizio da Gerusalemme e che si sarebbe diffusa in tutte le nazioni; e mentre saliva al cielo ha predetto che i discepoli sarebbero stati suoi testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria, fino a tutta la terra. Alle sue parole seguirono i fatti: il suo inizio da Gerusalemme, il suo sviluppo nella Giudea e nella Samaria, e da qui in tutta la terra, dove ancora la Chiesa cresce, finché comprenda, alla fine, anche tutte le altre nazioni, in cui ancora non è presente, ce lo mostrano successivamente i testi delle sacre Scritture. Chiunque predicherà un Vangelo diverso, sia anatema.


13. 32. Predica un vangelo diverso chi afferma che la Chiesa è finita nel resto del mondo ed è rimasta solo in Africa, nel partito di Donato. Dunque sia anatema; oppure, mi legga questo nelle sante Scritture e non sia anatema!



Alcuni esempi dell'A. T. non contraddicono le promesse di Dio.


13. 33. " Lo leggo ", egli dice. " Enoch, infatti, fu l'unico di tutti gli uomini a piacere a Dio e fu portato via 115; e in seguito, quando tutto il mondo fu distrutto dall'inondazione delle acque, il solo Noè meritò di essere salvato nell'arca con la moglie, i figli e le nuore 116 ". Vi aggiungono anche Loth che, unico, fu salvato da Sodoma con le figlie 117; ma anche lo stesso Abramo, Isacco e Giacobbe, perché furono i pochi a piacere a Dio in una terra votata agli idoli e ai demoni. Da ultimo, quando ormai il popolo di Israele si era ingrandito, all'epoca dei Re nella Terra Promessa, spartita fra tutte le dodici tribù, essi ricordano che dieci tribù vennero staccate e affidate al servo di Salomone, mentre due restarono al figlio di Salomone, per costituire il regno di Gerusalemme 118. " Così è ora, dicono: tutto il mondo è diventato apostata, mentre noi, come quelle due tribù, siamo rimasti nel tempio di Dio, cioè nella Chiesa. Quanto al Signore Gesù Cristo, dei moltissimi discepoli che lo avevano seguito, solo dodici restarono con lui dopo l'apostasia dei settantadue ". Con questi ed altri simili esempi gli eretici cercano di accreditare il loro piccolo numero e non cessano di offendere nei santi la moltitudine della Chiesa diffusa in tutto il mondo. Ma io chiedo loro: se, non sia mai, io non volessi credere veri gli esempi da loro citati, con che mi convincerebbero? Non forse con le sacre Scritture, dove essi si leggono con tanta chiarezza che, chiunque accoglie questi scritti con fede, non può non riconoscere che anche gli esempi sono veri? Inoltre, se io fossi costretto a credere che questi esempi sono veri, perché si trovano scritti là dove non si possono ritenere false le cose che vi sono scritte, perché anche essi non credono a queste stesse Scritture, circa la Chiesa diffusa in tutto il mondo? Ecco, noi le crediamo tutte. Credano anche essi alle parole del Signore: Sarà predicata nel suo nome la penitenza e la remissione dei peccati per tutte le nazioni, incominciando da Gerusalemme 119. Credano alle sue ultime parole, dette sul punto di salire al cielo: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, la Samaria e fino a tutta la terra 120. Credano veri gli uni e gli altri testi e non resterà tra noi nessuna contesa, poiché i nostri testi non si oppongono ai loro veri, né i loro ai nostri veri. Dicono: Noi crediamo anche i vostri e ammettiamo che si sono adempiuti, ma in seguito il mondo è diventato apostata ed è restata solo la comunione di Donato. Oh, ce li leggano questi testi, come leggono quelli di Enoch, di Noè e di Abramo, Isacco e Giacobbe; delle due tribù, rimaste dopo il distacco delle dieci; dei dodici Apostoli che sono rimasti dopo l'apostasia degli altri. Ci leggano questi testi e non obiettiamo. Ma se invece di leggerci i testi delle sante Scritture, essi cercano di convincerci con le loro discussioni, allora preferisco credere alle parole delle sante Scritture, che alle chiacchiere di eretici ingannatori. Ma visto che pensano di paragonarsi alle due tribù che restarono col figlio di Salomone, leggano: si pentiranno di questa scelta. Ecco che dicono le Scritture di questi due popoli: la parte che includeva Gerusalemme si chiama Giuda; l'altra, quella più popolata, che si separò con il servo di Salomone, Israele 121. Ora leggano che dicono i Profeti di entrambi: a loro dire Giuda è peggiore di Israele, tanto che, secondo loro, la scissionista Israele è giustificata dai delitti di Giuda prevaricatore 122; cioè, sono tanto gravi i delitti di Giuda che, in confronto ad esso, Israele è da ritenersi giusto. Ma né i peccati di Israele né quelli di Giuda hanno danneggiato i giusti, presenti in tutte e due le parti, visto che anche nella parte che i Donatisti prendono come esempio di perdizione, cioè Israele, vi furono dei santi Profeti. Per tacere di altri, citerò Elia, il memorabile profeta, a cui fu detto: Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato le ginocchia davanti a Baal 123. Questa parte del popolo, perciò, non deve assolutamente essere ritenuta eretica. Dio infatti aveva ordinato a quelle tribù di separarsi, non per dividere una religione, ma un regno, e per punire, così, il regno di Giuda. Dio non ordina mai di creare uno scisma o un'eresia; né per il fatto che sulla terra molti regni si dividono, si divide per questo anche l'unità cristiana; in entrambe le parti infatti si ritrova la Chiesa cattolica.



I Donatisti cessino di citare questi esempi.


13. 34. Ho ritenuto di rievocare le vicende di Giuda e di Israele, soprattutto per far capire ai Donatisti che non nuoce ai giusti, presenti in mezzo agli empi, tutto ciò che, a causa della moltitudine degli empi, si dice contro le popolazioni, così che cessino di raccogliere i testi, detti contro la paglia e la zizzania nel mondo o per mezzo dei Profeti o per la bocca del Signore o per mezzo degli Evangelisti. Spesso infatti la parola divina biasima le folle cattive della Chiesa, che non sono considerate nella Chiesa; tuttavia, per via dei sacramenti che hanno in comune con i santi, vi è in essi una parvenza di pietà di cui rifiutano la virtù, come dice l'Apostolo: Hanno una parvenza di pietà, ma ne rinnegano la virtù 124 e Dio le rimprovera come se tutti fossero cattivi e di buoni non vi fosse più nessuno. Da questo, per la verità, impariamo che è nella categoria che essi sono indicati come tutti, cioè tutti i figli della Geenna, alla quale Dio ha previsto che appartengono. Costoro, dunque, o per incapacità o per inganno, raccolgono dalle Scritture frasi che, o sono state dette contro i cattivi mescolati ai buoni sino alla fine del mondo, o a proposito della devastazione dell'antico popolo d'Israele, e le vogliono ritorcere contro la Chiesa di Dio, perché si veda che essa è finita e scomparsa dal mondo. La smettano, quindi, di citare questi testi, se vogliono rispondere a questa lettera. Neppure noi, infatti, diciamo che la Chiesa è diffusa in tutto il mondo, che nei suoi sacramenti ci sono solo i buoni e non anche i cattivi e che questi sono tanto più numerosi che, in confronto ad essi, i buoni sono pochi, sebbene, presi a sé, costituiscano un grande numero.



La Scrittura ci offre molte testimonianze sulla mescolanza tra buoni e cattivi.


14. 35. Abbiamo innumerevoli testi, e sulla mescolanza dei cattivi con i buoni nella stessa comunione del sacramento, come Giuda che, pur essendo malvagio, fin dall'inizio frequentò gli undici buoni; e sul numero di buoni, piccolo in rapporto all'alto numero di cattivi; e sulla moltitudine di buoni considerata in se stessa. Di questi testi, per non dilungarmi, cito solo alcuni. C'è un testo, nel Cantico dei Cantici, che ogni cristiano sa che è stato detto della santa Chiesa: Come un giglio tra le spine, così è la mia amata tra le figlie 125Perché le chiama spine, se non per i loro cattivi costumi? E perché quelle stesse le chiama figlie, se non per la comunione del sacramento? Ezechiele vede alcuni che avevano un segno per non essere uccisi coi cattivi.Di essi gli fu detto: Questi sono coloro che lamentano e piangono i peccati e le iniquità del mio popolo, che si commettono in mezzo a loro 126. Ora Dio non avrebbe considerato suo un popolo, che per altro ordina di sterminare, risparmiando solo i segnati, se questo popolo non avesse avuto i suoi sacramenti. Anche il Signore dice della zizzania seminata sopra il grano: Lasciate che l'uno e l'altra crescano fino alla mietitura 127, il grano, cioè, e la zizzania; e spiega che la mietitura è la fine dei tempi, mentre il campo, sul quale l'uno e l'altra sono stati seminati, è il mondo. È quindi necessario che l'uno e l'altra crescano nel mondo, fino alla fine dei tempi. Non è lecito, perciò, ai Donatisti, supporre o sostenere questa tesi: " I buoni sono tutti scomparsi dal mondo e sopravvivono solo nel partito di Donato ". Cozzano, infatti, con le chiarissime parole del Signore: Il campo è il mondo, e: Lasciate che l'uno e l'altra crescano fino alla mietitura, e: La mietitura è la fine dei tempi 128. C'è anche un'altra parabola, molto chiara, sulla mescolanza dei buoni e dei cattivi entro la stessa comunione e connessione dei sacramenti: la narra e la spiega il Signore, personalmente: Il regno dei cieli - egli dice - è simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci; una volta piena, i pescatori la tirarono a riva e, sedutisi, scelsero i buoni nei loro cesti, i cattivi invece li gettarono via. Così sarà alla fine dei tempi: verranno gli angeli e separeranno i cattivi di mezzo ai giusti, e li getteranno in una fornace di fuoco; ivi sarà pianto e stridore di denti 129. Di conseguenza, nessuna mescolanza coi cattivi può atterrire i buoni, per farli decidere a rompere le reti e a uscire dalla società dell'unità, per evitare di tollerare, nella comunione dei sacramenti, persone che non fanno parte del regno dei cieli, dal momento che, arrivati al lido, cioè alla fine dei tempi, si farà la doverosa separazione, non secondo la superficialità degli uomini, ma secondo il giudizio di Dio..



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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