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La Dottrina non è mai barattabile......

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2015 11:01
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15/03/2015 10:57
 
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  Il Cardinal Müller: gettare le fondamenta per un ritorno al Magistero


 

Don Pio Pace su Rorate Caeli dell'11 marzo [qui].

Dio permette il male solo affinché da esso possa sorgere un bene più grande.
L’immenso disordine delle assemblee del Sinodo sulla Famiglia ha fatto scaturire bellissime professioni di fede da parte di prelati di alto rango, che sono segni di speranza per il futuro della Chiesa.

 
Il giornale francese di estrema sinistra Golias ha rimarcato con allarme il “pericolo” che uomini come Cañizares, Burke, Müller, Ranjith, Ouellet, Sarah ed altri “giovani” cardinali (di circa 65 anni d’età) rappresentano dal loro punti di vista, vale a dire dalla prospettiva di un’ulteriore liberalizzazione della costituzione della Chiesa, menzionando anche alcuni ultrasettantenni, tra cui Scola, Caffarra e Pell.

Per esempio, Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uno dei cardinali che figura tra gli autori del libro Rimanere nella Verità di Cristo insieme ai colleghi Brandmüller, Burke, Caffara e De Paolis, ha appena reso pubblica una conferenza che ha tenuto lo scorso 13 gennaio ad Esztergom, in Ungheria, sulla Natura teologica delle Commissioni Dottrinali[delle Conferenze Episcopali] e il ruolo dei vescovi come Dottori della Fede [qui].
 
In modo alquanto ratzingeriano [anche a me pare evidente -ndr] (fa riferimento al motu proprioApostolos Suos di Giovanni Paolo II), Müller mette ogni cosa al suo posto: distingue tra il potere supplementare delle conferenze episcopali e dei loro organi – come per esempio le commissioni dottrinali incaricate dell’armonizzazione tra le varie orientazioni pastorali – e il diritto divino dei successori degli apostoli, di natura alquanto diversa, che li costituisce come dottori della fede e guardiani delle loro chiese particolari, allo stesso tempo in cui essi si prendono cura dell’intera Chiesa, in comunione col Pastore Supremo.
 
Il seguente passo sul Magistero del Supremo Pontefice ha richiamato molto l’attenzione a Roma:
Nelle sue “Considerazioni” del 1998 sul primato del Successore di Pietro, la Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum Dei. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all'uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopèdel Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall'inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l’arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio.
Il Cardinal Robert Sarah, nuovo Prefetto della Congregazione per il Culto Divino è sulla stessa lunghezza d’onda nel suo libro-intervista che è stato pubblicato in Francia nei giorni scorsi: O Dio o niente (Dieu ou rien, Fayard). Il sottotitolo dell’opera – “Conversazioni sulla fede” – è tutto un programma... L’organizzazione delle parole del Cardinale sulla liturgia – curata da Nicolas Diat – è notevole: Robert Sarah presenta un racconto molto dettagliato e commovente della sua vita, fa mostra della sua solida teologia e delle sue alte aspirazioni spirituali per i sacerdoti e per i pastori della Chiesa. Il tono del vescovo africano, che ha rischiato la vita più di una volta, raggiunge un livello solenne quando parla dell’ideologia relativista occidentale alla quale alcuni vogliono sacrificare il messaggio di Cristo, specialmente per quanto riguarda temi come il matrimonio e la famiglia. Il tutto – come va di moda adesso – costellato da accattivanti citazioni di Papa Francesco.
 
L’8 febbraio, L’Osservatore Romano ha pubblicato un articolo del Cardinal Müller, intitolato “Sgombrare il Tempio” (sul sito del Vaticano: “Criteri teologici per una riforma della Chiesa e della Curia romana”) [qui]. Müller dimostra che le riforme tradizionali della Chiesa sono spirituali, non politiche. La riforma della Curia deve essere a questo proposito esemplare: la sua struttura organizzativa e il suo funzionamento devono essere concepiti come subordinati alla missione specifica del Successore di Pietro, “il principio perpetuo e visibile e il fondamento dell’unità” (Lumen Gentium, 23).
La Curia non è “un livello intermedio tra il Papa e i vescovi”, ed è bensì intimamente vincolata alla sua missione di governo pastorale del gregge dei fedeli. In base a questo principio, il Cardinale esclude l’integrazione tra il Sinodo dei Vescovi e la Curia: “Il Sinodo dei Vescovi, le Conferenze Episcopali e le varie associazioni di chiese particolari appartengono a una categoria teologica diversa  da quella della Curia Romana”.
Si tratta di una critica diretta al concetto – formatasi all’interno della commissione del cardinalato incaricata di proporre riforme alla Curia – che suggerisce l’inclusione di una sorta di delegazione permanente del Sinodo dei Vescovi nei dicasteri tradizionali. [vedi qui Maradiaga e sinodalità - qui sul "consiglio della corona"qui su collegialità conciliarista e allineamenti]
 
I Cardinali Müller e Sarah esprimono con parole ben chiare la loro diversità rispetto a figure come, per esempio, Baldisseri, Marx, Tagle, Kasper...
________________________
[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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