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Lettera del Papa sui cristiani nascosti in Giappone

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2015 21:50
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07/03/2015 21:50
 
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  Lettera del Papa sui cristiani nascosti in Giappone




Cristiani giapponesi a Messa - AFP





07/03/2015 



Dal 14 al 17 marzo prossimi la Chiesa giapponese celebrerà il 150.mo anniversario della scoperta dei “cristiani nascosti” del Giappone, i fedeli che dopo 250 anni di persecuzioni furono finalmente liberi di professare la loro fede. Per l’occasione si recherà a Nagasaki il cardinale Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato, nelle Filippine - inviato speciale del Santo Padre per quest’occasione - al quale Papa Francesco ha scritto una lettera per accompagnarlo nella sua missione. Il servizio di Roberta Barbi:


Un invito ai fedeli a partecipare a questa festa della Chiesa giapponese, ma anche un omaggio ai tanti martiri che hanno donato la propria vita per la sua sopravvivenza. Papa Francesco, impartendo la propria Benedizione Apostolica alle prossime celebrazioni in Giappone, ricorda la testimonianza dei tanti cristiani giapponesi, che riuscirono a tenere la loro fede viva nonostante i secoli bui: una storia dalla quale tutti possiamo imparare, come già aveva sottolineato nel corso dell’Udienza generale del 15 gennaio 2014:


“È esemplare la storia della comunità cristiana in Giappone. Essa subì una dura persecuzione agli inizi del secolo XVII. Vi furono numerosi martiri, i membri del clero furono espulsi e migliaia di fedeli furono uccisi. Non è rimasto in Giappone nessun prete, tutti sono stati espulsi”.


Accadeva nel 1597, appena una cinquantina di anni dopo l’arrivo in Giappone dei Gesuiti prima e di Francescani e Domenicani poi, perché lo shogun credeva che dietro il loro apostolato ci fossero velleità di conquiste militari. Da allora i cristiani divennero “kakure”, nascosti: vivevano nelle catacombe, e non essendoci più sacerdoti, erano i padri di famiglia a battezzare i figli e a trasmettere loro la fede. Ci furono anche molti morti in odium fidei: si ricordano fra i tanti i 26 martiri uccisi a Nagasaki e i 188 che persero la vita nella seconda ondata di persecuzioni, tra il 1603 e il 1639, donne, bambini, intere famiglie. Ma la comunità resistette, mimetizzando i propri simboli dietro a quelli buddisti e risorgendo a nuova vita solo nel 1865, quando il Giappone riaprì le porte ai missionari francesi, che il Venerdì Santo si ritrovarono a celebrare davanti a diecimila fedeli, come ha ricordato anche il Papa:


“Erano sopravvissuti con la grazia del loro Battesimo! Questo è grande: il Popolo di Dio trasmette la fede, battezza i suoi figli e va avanti. E avevano mantenuto, pur nel segreto, un forte spirito comunitario, perché il Battesimo li aveva fatti diventare un solo corpo in Cristo: erano isolati e nascosti, ma erano sempre membra del Popolo di Dio, membra della Chiesa”.



 

Lettera all’Inviato Speciale alla celebrazione del 150° anniversario della scoperta dei "cristiani nascosti del Giappone" [Nagasaki, 14-17 marzo 2015]

 

[Latino]

 

FRANCISCUS

 

EPISTULA DATA
ORLANDO BERTRAMO S.R.E. CARDINALI 
QUEVEDO, O.M.I.

 

 

 

Venerabili Fratri Nostro
Orlando Bertramo S.R.E. Cardinali Quevedo, O.M.I.
Archiepiscopo Metropolitae Cotabatensi

 

Fideles dilectam terram Iaponiae incolentes sollemniter CL anniversariam memoriam celebrant inventionis christianorum qui secreto CCL annos spiritale iter assidue sunt prosecuti atque Domini verba studiose in corde conservaverunt, thesaurum fidei in progenies et progenies diligenter tradentes. Nosmet Ipsi illos in Audientia generali mense Ianuario praeteriti anni memoravimus, de vexationibus in Ecclesiam in Iaponia loquentes deque martyrum testimonio magni ponderis etiam pro hac nostra aetate. Quandoquidem illo tempore in Iaponia nullus mansit presbyter, Christifideles laici baptismi administraverunt sacramentum spiritum communitatis demonstrantes ac precibus et meditatione Sacrarum Scripturarum spiritalem vitam alentes. Cum missionales reversi sunt, multi christiani, quondam latentes, iterum se palam manifestaverunt singularem fidem, spem caritatemque demonstrantes.

 

Occasione memorati anniversarii data, multa revera in Iaponia adimplentur incepta ut omnes, exemplum illorum fidelium recolentes, Salvatoris largitatem clare laudent atque incitamentum ad renovatam vitam experiantur sub Christi lumine assidue sequendam.

 

Quapropter tum Venerabilis Frater Petrus Takeo Okada, Archiepiscopus Metropolita Tokiensis atque Praeses Conferentiae Episcopalis Iaponiae, tum Venerabilis Frater Ioseph Mitsuaki Takami, P.S.S., Archiepiscopus Metropolita Nagasakiensis, humanissimas Nobis epistulas scripserunt quibus Nosmet Ipsos ad celebrationem hanc invitaverunt. Grati omnino hac de invitatione, quam in corde Nostro tenemus, nunc aliquem eminentem Virum quaerimus qui Nostras vices Nagasakii gerat Nostramque erga Christi discipulos ibi commorantes dilectionem significet.

 

Ad Te autem, Venerabilis Frater Noster, qui Metropolitanam Ecclesiam Cotabatensem prudenter moderaris, mentem Nostram vertimus Teque hisce Litteris Missum Extraordinarium Nostrum nominamus ad festivitates complendas quae in urbe Nagasakiensi a die XIV ad diem XVII proximi mensis Martii sollemni modo perficientur.

 

Celebrationi praesidebis Eucharistiae atque memoratos Archiepiscopos aliosque sacros Praesules, sacerdotes, religiosos viros mulieresque, publicas auctoritates atque universos christifideles Nostro salutabis nomine. Omnes adstantes sermone tuo ad assiduam Christi vitae imitationem cohortaberis. Optamus denique ut cuncti, commoventem Ecclesiae in Iaponia historiam recolentes, nec non testimonium tot christianorum considerantes, novis viribus novoque studio peculiarem dilectionem erga Christi Ecclesiam et Evangelium demonstrent atque, beato Petro Kibe Kasui et CLXXXVII eius Sociis martyribus intercedentibus, fidei alacritate in cotidiana vita emineant.

 

Nos autem Te, Venerabilis Frater Noster, in tua missione implenda precibus comitabimur. Denique Benedictionem Apostolicam libentes Tibi impertimur, signum Nostrae erga Te benevolentiae et caelestium donorum pignus, quam omnibus celebrationis participibus amabiliter transmittes.

 

Ex Aedibus Vaticanis, die XV mensis Februarii, anno MMXV, Pontificatus Nostri secundo.

 

FRANCISCUS







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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