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15/03/2015 15:12 | |
17.2.2015
Esercizi di predicazione liturgica per il mercoledì delle ceneri e per le cinque domeniche di preparazione alla Pasqua. Dall'archivio di Benedetto XVI.
– Papa Francesco ha promulgato otto giorni fa un "Direttorio omiletico" per rieducare il clero di tutto il mondo alla predicazione: > Direttorio omiletico> Homiletic DirectoryE dopodomani, giovedì 19 febbraio, dedicherà proprio all'arte del predicare il tradizionale incontro d'inizio Quaresima con i preti della sua diocesi di Roma.Alle omelie papa Francesco tiene moltissimo. In quello che è il documento programmatico del suo pontificato, l'esortazione apostolica "Evangelii gaudium", dedica ad esse una sezione di molte pagine. E con le sue quotidiane omelie di Casa Santa Marta propone lui stesso un concreto modello di predicazione. Molto efficace sotto il profilo comunicativo, a giudicare dall'attenzione che riscuote.Con ciò Francesco si pone in perfetta continuità con la Chiesa di sempre. La letteratura dei Padri della Chiesa è fatta in grande misura di omelie liturgiche. E il ritorno alla fonti bibliche e patristiche che è sfociato nel Concilio Vaticano II ha fortemente aiutato a restituire all'omelia il suo carattere proprio, come parte dell'azione liturgica, anzi, come essa stessa liturgia, parola di Dio che si fa carne, "et Verbum caro factum est".Quelli che seguono sono i rimandi alle omelie quaresimali di un papa grande omileta e liturgo, sotto questo aspetto forse il più grande dell'ultimo secolo: Benedetto XVI.La serie comincia con un'omelia del mercoledì delle ceneri, giorno d'inizio della Quaresima nel rito romano, scelta qui tra le otto pronunciate anno dopo anno dallo stesso papa nella stessa occasione, l'ultima due giorni dopo l'annuncio delle sue dimissioni, delle quali omelie si danno comunque tutti i rimandi.Seguono tre omelie e due "Angelus" per ciascuna delle cinque domeniche di Quaresima del ciclo B del lezionario liturgico, quello in uso quest'anno in tutte le messe di rito romano del mondo.Gli "Angelus" sono quelle piccole omelie – talvolta dei veri gioielli – che sia Benedetto XVI sia il suo successore Francesco rivolgono ai fedeli e ai pellegrini la domenica mezzogiorno in piazza San Pietro commentando le letture della messa del giorno, ogni volta che non celebrano in pubblico.Per la IV Domenica di Quaresima del ciclo B, oltre al relativo "Angelus" del 2012, si dà anche il rimando all'omelia pronunciata da Benedetto XVI nella messa delle stessa domenica durante il suo viaggio in Angola del 2009, segnata da numerosi riferimenti al contesto locale.Le omelie di Quaresima del ciclo B non rappresentano la vetta dell'omiletica di Benedetto XVI, come lo sono invece quelle dei periodi natalizio e pasquale.Ma le otto suggestive omelie del mercoledì delle ceneri valgono da sole d'essere rilette, per penetrare il senso profondo della Quaresima, che ognuna di esse spiega da un'angolatura diversa e talora insospettata. __________> OMELIA DEL MERCOLEDÌ DELLE CENERI22 febbraio 2012Gioele 2, 12-182 Corinzi 5,20 - 6, 2Matteo 6, 1-6.16-18… Il segno della cenere ci riporta al grande affresco della creazione, in cui si dice che l’essere umano è una singolare unità di materia e di soffio divino, attraverso l’immagine della polvere del suolo plasmata da Dio e animata dal suo respiro insufflato nelle narici della nuova creatura… Quando Egli dice all’uomo: "Polvere tu sei e in polvere ritornerai", insieme con la giusta punizione intende anche annunciare una via di salvezza, che passerà proprio attraverso la terra, attraverso quella "polvere", quella "carne" che sarà assunta dal Verbo…Ma vedi anche:> 1 marzo 2006> 21 febbraio 2007> 6 febbraio 2008> 25 febbraio 2009> 17 febbraio 2010> 5 febbraio 2011> 13 febbraio 2013__________> "ANGELUS" DELLA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B1 marzo 2009Genesi 9, 8-151 Pietro 3, 18-22Marco 1, 12-15… Nel deserto appare con viva drammaticità la realtà della "kenosis", dello svuotamento di Cristo, che si è spogliato della forma di Dio. Lui, che non ha peccato e non può peccare, si sottomette alla prova e perciò può compatire la nostra infermità. Si lascia tentare da Satana, l’avversario, che fin dal principio si è opposto al disegno salvifico di Dio in favore degli uomini. Quasi di sfuggita, nella brevità del racconto, di fronte a questa figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose… Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, Egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore… __________> OMELIA DELLA II DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B4 marzo 2012Genesi 22, 1-18Romani 8, 31-34Marco 9, 2-10… Gesù prende con sé i tre discepoli per aiutarli a comprendere che la strada per giungere alla gloria, la strada dell’amore luminoso che vince le tenebre, passa attraverso il dono totale di sé, passa attraverso lo scandalo della Croce. E il Signore sempre di nuovo deve prendere con sé anche noi, almeno per cominciare a capire che questo è il cammino necessario. La trasfigurazione è un momento anticipato di luce che aiuta anche noi a guardare alla passione di Gesù con lo sguardo della fede. Essa, sì, è un mistero di sofferenza, ma è anche la "beata passione" perché è – nel nucleo – un mistero di amore straordinario di Dio; è l’esodo definitivo che ci apre la porta verso la libertà e la novità della risurrezione, della salvezza dal male…__________> OMELIA DELLA III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B19 marzo 2006Esodo 20, 1-17I Corinzi 1, 22-25Giovanni 2, 13-25… Davanti alla richiesta dei responsabili religiosi, che pretendono un segno della sua autorità, tra lo stupore dei presenti Gesù afferma: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Parola misteriosa, incomprensibile in quel momento, ma che Giovanni riformula per i suoi lettori cristiani, osservando: "Egli parlava del tempio del suo Corpo". Quel "tempio" i suoi avversari l'avrebbero distrutto, ma Lui dopo tre giorni l'avrebbe ricostruito mediante la risurrezione. La dolorosa e "scandalosa" morte di Cristo sarebbe stata coronata dal trionfo della sua gloriosa risurrezione. Mentre in questo tempo quaresimale ci prepariamo a rivivere nel triduo pasquale questo evento centrale della nostra salvezza, noi già guardiamo al Crocifisso intravedendo in Lui il fulgore del Risorto…__________> "ANGELUS" DELLA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B18 marzo 20122 Cronache 36, 14-23Efesini 2, 4-10Giovanni 3, 14-21… Se infinito è l’amore misericordioso di Dio, che è arrivato al punto di dare il suo unico Figlio in riscatto della nostra vita, grande è anche la nostra responsabilità. Ciascuno, infatti, deve riconoscere di essere malato, per poter essere guarito; ciascuno deve confessare il proprio peccato, perché il perdono di Dio, già donato sulla Croce, possa avere effetto nel suo cuore e nella sua vita. Scrive sant’Agostino: "Dio condanna i tuoi peccati; e se anche tu li condanni, ti unisci a Dio. Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le opere buone cominciano con il riconoscimento delle opere cattive"…Ma vedi anche:> 22 marzo 2009, Luanda, Angola__________> OMELIA DELLA V DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B29 marzo 2009Geremia 31. 31-34Ebrei 5, 7-9Giovanni 12, 20-33… Questo è il grande evento del Monte degli Ulivi, il percorso che dovrebbe realizzarsi fondamentalmente in ogni nostra preghiera: trasformare, lasciare che la grazia trasformi la nostra volontà egoistica e la apra ad uniformarsi alla volontà divina. Gli stessi sentimenti affiorano nel brano della Lettera agli Ebrei, proclamato nella seconda lettura. Prostrato da un’angoscia estrema a causa della morte che incombe, Gesù offre a Dio preghiere e suppliche “con forti grida e lacrime”. Invoca aiuto da Colui che può liberarlo, sempre però restando abbandonato nelle mani del Padre. E proprio per questa sua filiale fiducia verso Dio – nota l’autore – è stato esaudito, nel senso che è risorto, ha ricevuto la vita nuova e definitiva. La Lettera agli Ebrei ci fa capire che queste preghiere insistenti di Gesù, con lacrime e grida, erano il vero atto del sommo sacerdote, col quale offriva se stesso e l’umanità al Padre, trasformando così il mondo… __________
Seguendo lo stesso schema ci troviamo allora con le Letture Anno B ciclo letture di I con il Magistero di Benedetto XVI, dispiegato soprattutto negli Angelus, dell'anno 2006
Buona meditazione
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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15/03/2015 15:22 | |
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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30/05/2015 11:39 | |
Sabato della VIII settimana del Tempo Ordinario
Abbandoniamo la nostra vita all'autorità di Gesù
αποφθεγμα ApoftegmaProprio perché Cristo ed il suo mistero d'amore è la verità delle cose,l'umano ascolto del messaggio della fede è il risveglio della nostra memoria sepoltae il dischiudersi delle forze della comprensione, che attendono in noi la luce della verità.J. Ratzinger, Libertà e Verità"Andarono di nuovo a Gerusalemme", perché era lì che Gesù avrebbe dovuto compiere "sino alla fine" la sua missione d'amore. E "si aggirava per il Tempio", come scrutando gli effetti dei gesti e delle parole con le quali aveva sconvolto quel luogo santo che, al tempo di Gesù, era diventato il centro economico e politico del paese, teatro di molti abusi. Certo quel giorno non dovevano proprio sentirsi tranquilli “i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani" che esercitavano sul popolo l'autorità religiosa, economica e politica. Gesù, ancor prima che gliela rivolgessero, li aveva inchiodati alla stessa domanda: "con quale autorità fate queste cose, lasciate cioè che il Tempio di Dio, invece di casa di preghiera per tutti i popoli, divenga una spelonca di ladri? Chi vi ha dato l'autorità per autorizzare i cambiavalute e i venditori di colombe a vendere e comperare nel Tempio, e per concedere di portare cose nel luogo santo, facendo della dimora di Dio un mercato?".
In altre parole, "chi vi ha dato l'autorità per far soldi nel nome di Dio? E' questa l'autorità che voi dite venire direttamente da Dio? Così servite e fate rispettare la Torah, amministrate la giustizia e insegnate al popolo?". Uno tsunami di proporzioni mai viste si era abbattuto su di loro. Gesù li aveva smascherati, minando così le fondamenta della loro autorità presso il popolo. E questo si sa, crea sempre problemi. Chi, tra quanti detengono il "potere" e l' "autorità", è così libero da lasciarsi giudicare serenamente e, se colto in errore, ha il coraggio e l'umiltà di accettare il giudizio e cambiare? Eppure l'autorità è profondamente legata alla libertà. In greco, infatti, il termine "exousia" tradotto con "autorità" deriva da "exestin" - "ciò che è libero" - e significa "libertà incondizionata di azione". Ma sappiamo dalla tradizione biblica che ogni autorità viene da Dio. Gesù è l'uomo autenticamente libero, che, come profetizzato nel Libro della Sapienza, "non si ritira" dinanzi a chi ha autorità sul popolo; "non ha soggezione della grandezza" dei sommi sacerdoti, degli scribi e degli anziani; Gesù è libero perché "viene dal Cielo", dal Padre, è suo Figlio, è Dio! Per questo "con terrore e rapidamente egli si erge contro" di loro, "ministri del suo regno che non hanno governato rettamente, né hanno osservato la legge, né si sono comportati secondo il volere di Dio, né hanno custodito santamente le cose sante". I capi avevano compreso bene il suo gesto, ma, gelosi della propria "autorità" avevano preventivamente rifiutato perfino l'ipotesi che Gesù fosse davvero quello che diceva e testimoniava di essere; "amavano infatti più la gloria degli uomini che quella di Dio" e per questo, aggrappati alla loro "autorità" per difenderla, erano incapaci di aprirsi umilmente alla conversione.Fratelli, anche oggi Gesù "si aggira" nel Tempio di Dio che siamo ciascuno di noi. Scruta la sua Chiesa, la nostra comunità, la nostra famiglia, il nostro cuore che scelto per manifestare al mondo la sua santità. Viene cioè, con amore, a vedere l'effetto delle sue parole e dei suoi gesti nella nostra vita. Ti sei convertito accogliendo la sua autorità, oppure ti sei chiuso difendendo gelosamente quella che presumi di avere sulla tua vita, la libertà cioè di fare quello che ti sembra giusto e conveniente, magari in nome di Dio e della sua Parola? Siamo realmente liberi al punto di sottometterci a Dio e alla sua volontà, oppure crediamo che l'autorità di Gesù ci condizioni? La risposta che ha offerto ai capi illumina anche noi. Ci mostra un fatto invitandoci a giudicarlo. Di fronte al "battesimo di Giovanni" dovevano prendere posizione, e si sono visti incapaci: “Non sappiamo”. Quel "non sapere" esprimeva l'infondatezza della loro autorità, quella di chi, cieco e sordo, pretende di essere guida di altri. Come spesso accade anche a noi, quando, stretti nei lacci della superbia tipica di chi si illude di sapere e non sa, tra mormorazioni e giudizi poniamo a Dio la stessa domanda: "con quale autorità fai queste cose nella mia vita?", mi lasci soffrire, non fai giustizia, permetti agli altri di umiliarmi… Quante domande e preghiere recano, celata, la stessa malizia dei capi del popolo. Ehi, io ho autorità su di me, sono libero, e mi sforzo di essere buono e onesto, allora perché sconvolgi la mia vita? Ma in fondo ci difendiamo sempre e giustifichiamo le ribellioni e il rifiuto di quello che non capiamo. Per questo oggi Gesù mette, con "il battesimo di Giovanni", davanti a noi anche la nostra storia. La Parola che abbiamo ricevuto, l'annuncio che ha mosso la nostra vita iniziando a cambiarla, i segni compiuti da Gesù, sono parte della nostra esperienza.
Dobbiamo andare ai fatti che hanno compiuto nell'amore la Parola di Dio per crescere nella fede che si appoggia saldamente all'autorità di Cristo. Se “non sappiamo” riconoscere che tutto nella nostra storia “viene dal Cielo”, ma pensiamo che “venga dagli uomini”, significa che il demonio ci sta ingannando. Ma se ho sperimentato che Dio ha operato in mio favore perché mi ama e il mio destino è la felicità in Lui, allora Dio è libero di condurre la mia vita, ha l'autorità di purificare il mio cuore la mia mente smascherando i miei peccati per perdonarli come e quando vuole. Se il suo amore mi ha riscattato e se gli appartengo, allora l'unica e autentica libertà si esprime proprio nel lasciarmi amare, nel consegnare la mia vita alla sua “autorità”. Coraggio fratelli, "dagli uomini" vengono solo i peccati, che certo ci fanno soffrire, ma non hanno l'autorità, il potere e la libertà che ha Dio, perché possono essere assorbiti e dissolti nel suo amore. Mentre tutto quello che stiamo vivendo è immerso in un “battesimo che viene dal Cielo”, nella misericordia di Dio che ci trasforma ogni giorno per condurci alla vita eterna. Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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