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Anno Santo della Misericordia e Santa Faustina Kowalska

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2016 22:34
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    Anno Santo Misericordia e Santa Faustina




 

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Si è fatto un gran parlare dell'Anno Santo della Misericordia appena annunciato dal santo Padre Francesco (il 13 marzo 2015) che, subito dopo l'effetto mediatico, si è ritornati nell'apatia e nell'assuefazione di un evento che deve ancora iniziare.

Senza alcuna pretesa vogliamo offrirvi del materiale prezioso per prepararci non soltanto all'evento, ma per viverlo soprattutto con profitto.

Queste le parole a sorpresa usate dal Papa:

"Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. E’ un cammino che inizia con una conversione spirituale; e dobbiamo fare questo cammino. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36). E questo specialmente per i confessori! Tanta misericordia!"

Sulla Divina Misericordia ebbe a parlare molto profondamente Giovanni Paolo II nella sua seconda enciclica del 30 novembre 1980, nella quale dice:

"È significativo che i profeti nella loro predicazione colleghino la misericordia, alla quale fanno spesso riferimento a causa dei peccati del popolo, con l'incisiva immagine dell'amore da parte di Dio. Il Signore ama Israele con l'amore di una particolare elezione, simile all'amore di uno sposo (Cfr. per es. Os 2, 21-25 e 15; Is 54, 6-8) e perciò perdona le sue colpe e perfino le infedeltà e i tradimenti. Se si trova di fronte alla penitenza, all'autentica conversione, egli riporta di nuovo il suo popolo alla grazia (Cfr. Ger 31, 20; Ez 39, 25-29). Nella predicazione dei profeti la misericordia significa una speciale potenza dell'amore, che prevale sul peccato e sull'infedeltà del popolo eletto.

(...) Nel compimento escatologico la misericordia si rivelerà come amore, mentre nella temporaneità, nella storia umana, che è insieme storia di peccato e di morte, l'amore deve rivelarsi soprattutto come misericordia ed anche attuarsi come tale. Il programma messianico di Cristo - programma di misericordia - diviene il programma del suo popolo, il programma della Chiesa. Al centro di questo sta sempre la croce, poiché in essa la rivelazione dell'amore misericordioso raggiunge il suo culmine. Fino a che «le cose di prima» non passeranno, la croce rimarrà quel «luogo» al quale potrebbero riferirsi ancora altre parole dell'Apocalisse di Giovanni: Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.

In modo particolare, Dio rivela anche la sua misericordia quando sollecita l'uomo alla «misericordia» verso il suo proprio Figlio, verso il crocifisso. Cristo, appunto come crocifisso, è il Verbo che non passa, è colui che sta alla porta e bussa al cuore di ogni uomo, senza coartarne la libertà, ma cercando di trarre da questa stessa libertà l'amore, che è non soltanto atto di solidarietà con il sofferente Figlio dell'uomo, ma anche in certo modo «misericordia» manifestata da ognuno di noi al Figlio dell'eterno Padre. (..)

Il mistero pasquale è Cristo al vertice della rivelazione dell'inscrutabile mistero di Dio. Proprio allora si adempiono sino in fondo le parole pronunciate nel cenacolo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre». Infatti Cristo, che il Padre «non ha risparmiato» in favore dell'uomo -e che nella sua passione e nel supplizio della croce non ha trovato misericordia umana, nella sua risurrezione ha rivelato la pienezza di quell'amore che il Padre nutre verso di lui e, in lui, verso tutti gli uomini. «Non è un Dio dei morti, ma dei viventi».

Nella sua risurrezione Cristo ha rivelato il Dio dell'amore misericordioso, proprio perché ha accettato la croce come via alla risurrezione. Ed è per questo che - quando ricordiamo la croce di Cristo, la sua passione e morte - la nostra fede e la nostra speranza s'incentrano sul Risorto: su quel Cristo che «la sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato... si fermò in mezzo a loro» nel cenacolo «dove si trovavano i discepoli, ...alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»."

 

La Divina Misericordia è dunque il Crocefisso, Gesù nostro Signore e nostro Dio, non si tratta di un pacchetto promozionale di sconti, o un prendi tre e paghi due... non stiamo parlando di una svendita al supermercato delle fedi!

Perdonate la lunghezza di queste riflessioni, ma qui ci giochiamo l'eternità beata!

Laddove sovrabbonda la grazia deve esserci per forza la conversione: " Se si trova di fronte alla penitenza, all'autentica conversione, egli riporta di nuovo il suo popolo alla grazia". Non si tratta certo di un ricatto perchè è Dio che ha pagato il riscatto - e non con soldi ma con la propria vita - il quale, per attivarsi, è necessario che il riscattato (l'uomo) lo accolga, gli vada incontro, lo prenda e tutta questa gratuità nella Bibbia si chiama conversione. Per questo il Salmista esclama:  "Beato l'uomo a cui è tolta la colpa / e coperto il peccato". E poi, rivolto a Dio:  "Ti ho fatto conoscere il mio peccato, / non ho coperto la mia colpa. / Ho detto:  Confesserò al Signore le mie iniquità, / e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato" (Sal 31/32, 1.5).

Non si tratta neppure di un "dare e avere" perchè Dio ha agito in modo del tutto gratuito verso di noi e noi non potremo ripagare mai abbastanza questo riscatto, è Dio che si accontenta, ecco perchè si parla di gratuità. Ma laddove Dio si accontenta e distribuisce questa misericordia a piene mani, non può far nulla davanti al nostro rifiuto contro la conversione. Se non confesso il mio peccato, di cosa dovrebbe perdonarmi il Signore?

lo dice Gesù e lo ripensiamo anche nel terzo Mistero della Luce del Rosario:nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione. Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr.Mc 1,15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr. Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr. Gv 20, 22-23).

Dice così Gesù a Santa Faustina: « Scrivi: sono tre volte santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un'anima macchiata dal peccato, ma quando si pente, la Mia generosità non ha limiti verso di lei. La Mia Misericordia l'abbraccia e la perdona. Con la Mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il Mio Cuore gioisce quando essi ritornano da Me. Dimentico le amarezze con le quali hanno abbeverato il Mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà alle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore misericordioso, cadranno nelle mani della Mia giustizia. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per Me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze, con le tempeste ed i fulmini; parlo con la voce della Chiesa, e, se rendono vane tutte le Mie grazie, comincio ad adirarMi contro di essi, abbandonandoli a se stessi e do loro quello che desiderano » ( Diario Santa Faustina Kowalska  - maggio 1938 - Q.VI,  n.1728)

E' ovvio dunque che, per ricevere questo perdono, io devo cambiare vita, devo convertirmi alle leggi di Dio che non sono fatte per distruggermi, ma piuttosto per santificarmi, devo fare uno sforzo, certo, ma devo svoltare.

La prima forma di misericordia gratuita di cui Dio ci ha fatto dono è il Battesimo, seguono poi gli altri Sacramenti. Quando San Paolo spiega che "rinasciamo a vita nuova" non sta parlando metaforicamente o simbolicamente, quel Battesimo ci rigenera, ci fa diventare veri figli addottivi, veri eredi del Regno e della risurrezione, eredi della gloria, eredi di una eternità santa e beata. E tutto parte da un atto gratuito di Dio. Sempre da un Suo atto gratuito.

Quando Gesù dice: "non sono venuto per condannare" ci fa riflettere allora da che cosa è venuto a salvarci! Eravamo già condannati perciò l'Incarnazione di Dio parte da un progetto del tutto gratuito e di compassione di Dio verso l'uomo condannato all'infelicità. Perchè senza Dio - che è l'Amore e il Bene - c'è solo il nulla o peggio il male, le tenebre, la tristezza, l'angoscia, la morte, l'inferno!

Così riporta Santa Faustina Kowalska nel suo prezioso Diario:

« Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia Misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso. Faccio uso dei castighi solo quando essi stessi Mi costringono a questola Mia mano afferra malvolentieri la spada della giustizia. Prima del giorno della giustizia mando il giorno della Misericordia ». Ho risposto: « O mio Gesù, parla Tu stesso alle anime, poiché le mie parole non hanno importanza ».(3 febbraio 1938, Diario S.Faustina Kowalska - Quaderno V n.1588)

Non possiamo ignorare l'escalation di questa Divina Misericordia la quale sembra letteralmente uscire dalla Sacra Scrittura per introdursi nel tempo in ogni Discorso patristico, magisteriale della Chiesa e nei testi di molti Santi e Dottori, fino ai giorni nostri come ha fatto San Giovanni Paolo II nell'indire la Festa della Divina Misericordia così come Gesù aveva chiesto a Santa Faustina, nel dedicare a questa realtà una Enciclica, fino a ripetersi nell'Enciclica Deus caritas est, Dio è Amore, di Benedetto XVI, per poi trovare proprio oggi il suo apice con Papa Francesco in questo Anno Santo straordinario della Misericordia.

   continua.....
 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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Sì, l'Anno Santo della Misericordia è un Anno straordinario, perchè questa grazia è straordinaria, ma non significa "un colpo di spugna" a chi non si converte e non si pente dei propri peccati, come qualche buontempone mediatico ha gridato! E' probabilmente l'ultima opportunità che il Signore sta dando al nostro tempo, come leggeremo, peccato sarebbe davvero perdere questa occasione o banalizzarla.

Leggiamo ancora il Diario di Santa Suor Faustina:

Gesù mi disse: « Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria ». « .... Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. + Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me ». « Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini ». (22 febbraio 1931, Diario Santa Faustina Kowalska n.49)

Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me ".

Quando ci viene questa "paura"? Quando riconosciamo in noi il peccato, quando riconoscendolo non crediamo Dio capace di perdonare. Oppure quando navighiamo negli inutili sensi di colpa che spesso possono portare persino alla disperazione - leggasi la fine di Giuda per esempio e la fine del Buon Ladrone, la loro diversa sorte non è affatto una "predestinazione" ma l'aver esercitato male o bene il libero arbitrio. Nel caso di Giuda egli rifiuta la grazia e si dispera. L'ha fatta grossa, l'ha capito, ma teme Dio nel modo sbagliato, è uno dei peccati contro lo Spirito Santo, quello di disperare della salvezza; nel caso del Buon Ladrone c'è un capovolgimento della situazione, egli riconosce la sua miseria e si aggrappa a Colui che, ingiustamente crocefisso, gli sta dando speranza. Si dice a ragione che il Buon Ladrone abbia sottratto, strappato assai furbamente la grazia in quell'appellarsi al Cristo all'ultimo minuto mentre si giocavano le ultime partite. Dalla Croce Gesù applica la prima indulgenza totale al pentito ed ecco il fiume di misericordia che inizia il lavoro sulle Anime da salvare.

Gesù non si mette a giudicare nè Giuda, nè il Buon Ladrone, ed è certo che mentre la scelta di Giuda Gli abbia recato dolore, l'atteggiamento del Buon Ladrone lo ha glorificato e gli ha alleviato un pò di quelle pene che stava patendo perchè, ricordiamocelo, Gesù ama salvarci! E' venuto per questo.

Non dimentichiamo infine una curiosità: Giuda, seppur pentito del gesto ha giudicato in cuor suo Gesù incapace di perdonarlo, condannandosi da se stesso, porta un nome proprio mentre il salvato non porta un nome è identificato come "il Buon Ladrone" e un Padre della Chiesa diceva che in lui dobbiamo ritrovare ognuno di noi, mettere il nostro nome nel Buon Ladrone per sentirci dire: "in verità ti dico, oggi stesso sarai con me in Paradiso".



« Prima del giorno della giustizia mando il giorno della Misericordia ».

Parlavamo dunque di una escalation di questa Divina Misericordia che non vede l'ora di spandersi su tutte le Anime che sapranno accoglierla-convertirsi, prima della fine dei tempi.

La sua storia che inizia in quella "pienezza del tempo" in cui Dio mandò il Suo Figlio nato da donna (Gal.4,1-31), esplode con la Devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù che ebbe origine da Santa Margherita Maria Alacoque a seguito di una "Grande Promessa" fatta per rivelazione dallo stesso Gesù nel 1671.

E' la prima e vera rivelazione di Gesù "Misericordia Divina".

Il Signore  donò a Margherita Maria Alacoque pure una corona di spine dicendole: "Ricevi, figlia mia, questa corona in segno di quella che ti sarà presto data per renderti conforme a me... Queste spine ti faranno sentire così acutamente le loro trafitture, che avrai bisogno di tutta la forza del mio amore per sopportarne il dolore". Allora non compresi - disse la Santa - quel che voleva dire, ma ben presto lo capii dagli effetti che ne seguirono: due terribili colpi ricevetti sulla testa, di modo che da allora mi sembra di averla tutta circondata da spine acuminatissime, ma un fiume di misericordia mi riempiva il cuore e avevo presentimento che questo Amore che provavo presto si sarebbe esteso sulle anime bisognose".

Gesù disse così a Santa Faustina: «... soffrirai molto, ma non per molto tempo ed eseguirai la Mia volontà ed i Miei desideri ed un Mio servo fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore ed attingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sono con te ». Poco dopo mi ammalai. I disturbi fisici furono una scuola di pazienza per me. Solo Gesù sa quanti sforzi di volontà dovetti fare per adempiere i miei doveri. Gesù quando intende purificare un'anima, usa gli strumenti che vuole. .." ( Diario Santa Faustina Kowalska 29.IV.1926 n.36)

« Non vivi per te, ma per le anime. Dalle tue sofferenze trarranno vantaggio altre anime. Le tue prolungate sofferenze daranno loro la luce e la forza per uniformarsi alla Mia volontà » ( Diario Santa Faustina Kowalska 1928 n.67)

E' "semplice": il Signore plasma ed opera nelle Anime che in modo sensibile, umile, del tutto naturale (puri e semplici come bambini) lo ascoltano e sono pronte a farsi strumenti della Sua Misericordia e non c'è da stupirsi se in cambio Gesù chiede loro parte della sofferenza perchè, per essere "uguali" al Cristo, conformarsi a Lui, il Getzemani, la Via Crucis, il Golgota e la Crocifissione sono fondamentali, indispensabili, senza  questi passaggi non c'è alcuna risurrezione e di conseguenza nessuna misericordia, nessuna salvezza, nessuna speranza.

Ma questa condivisione alla sofferenza è richiesta anche a tutti noi!

La conversione stessa che passa per la sofferenza è richiesta come indispensabile per conformarsi al Cristo, il sofferente innocente, l'Agnello immacolato.

Nessuno, proclamato Santo, ha mai vissuto infatti per se stesso, ogni Santo è vissuto per noi oggi, come per le anime del proprio tempo. San Domenico di Guzman la notte la trascorreva a piangere prostrato davanti al tabernacolo e a flagellarsi il dorso per supplicare il Cristo: "Signore, cosa ne sarà delle anime dei peccatori?", e il Signore rispondeva convertendo le anime dei poveri peccatori che Domenico, incontrando per le strade, cercava di rinsavire.

Gesù del resto l'aveva detto: "Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi." (Gv.13,15), e i Santi sono coloro che prendono sul serio le parole di Gesù.

Dice a ragione Benedetto XVI: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Enciclica Deus caritas est, n. 1, 2005).

In che modo imitare il Signore? "si è caricato delle nostre sofferenze, / si è addossato i nostri dolori" (Is 53, 4). Ecco allora che se anche noi - come i Santi insegnano con la propria testimonianza - ci facciamo carico delle sofferenze altrui con la Preghiera, con la supplica a Dio, e cominciando noi stessi a dare testimonianza di una vita nell'imitazione di Cristo, senza dubbio che questa Misericordia divamperà contagiando migliaia di Anime.

C'è un punto in comune fra le diversità carismatiche delle miriadi di Santi che il Cristo ha generato nel Battesimo.

Lo spiega San Paolo in diverse occasioni: "In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia,  poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato." (Rom. 1,16-19); o quando dice: " Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato." (1Cor. 9, 24-27); e ancora: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto."(Rm. 12,2).

"Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere." (Efes.6, 10-20).

"Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me." (Gal.2,20), e ancora più esplicitamente: "Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Colos.1,24).

E ci sarebbero tanti altri punti da riportare, ma questi bastano per darci l'idea di che cosa vi sia in comune a tutti i Santi nonostante le diversità dei loro carismi: c'è l'imitazione di Cristo affinchè questa misericordia raggiunga gli uomini da salvare.


Cosa è e cosa sarà, dunque, questo Anno Santo della Misericordia, dipenderà molto da noi e da come lo useremo.

Noi consigliamo - senza invocare alcuna apocalisse - di destare gli animi e accogliere questa Misericordia perchè, leggendo chiaramente il Diario di Santa Faustina, sembrerebbe l'ultima opportunità che il Signore sta dando al nostro tempo.

Esageriamo? Noi suggeriamo di leggere questo Diario, ecco alcuni passi chiarissimi.

Qui c'è la profezia della elezione di Giovanni Paolo II il quale, infatti, oltre aver sistemato la questione del Terzo Segreto di Fatima e fatto la Consacrazione che Maria voleva, ha realizzato anche la richiesta di Gesù a Santa Faustina a riguardo della Festa della Divina Misericordia...

Ecco cosa scrive Santa Suor Faustina Kowalska:

"Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: « Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità.Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta »".( Diario Santa Faustina Kowalska - maggio 1938 - Q. VI, n.1732)

"È Lui che m'istruisce fin dai miei più teneri anni. « Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell'ultimo giorno ». O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù, come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te." ( Diario Santa Faustina Kowalska  - 1928 - Q.I,  n.83)

E ancora riporta così Santa Faustina: + 6.VI.37. Prima domenica del mese. Ho scelto questa giornata per il ritiro spirituale mensile. Lumi ricevuti nella meditazione del mattino: qualsiasi cosa farai con me, o Gesù, io Ti amerò sempre, poiché sono Tua. (..)

«... Figlia Mia, scrivi sulla Mia Misericordia per le anime sofferenti. Mi procurano una grande gioia le anime che si appellano alla Mia Misericordia. A queste anime concedo grazie più di quante ne chiedono. Anche se qualcuno è stato il più grande peccatore, non lo posso punire se esso si appella alla Mia pietà, ma lo giustifico nella Mia insondabile ed impenetrabile Misericordia. Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia »... Una volta che avevo una pena nel cuore per un certo motivo e me ne lamentavo col Signore, Gesù rispose: « Figlia Mia, perché dai tanta importanza agli insegnamenti ed ai discorsi degli uomini? Voglio istruirti Io stesso, perciò dispongo le circostanze in modo che tu non possa essere presente a quelle conferenze. In un momento solo ti farò conoscere più di quanto gli altri riescano a fare, affaticandosi per molti anni »


"Verso sera, mentre pregavo, la Madonna mi disse: « La vostra vita deve essere simile alla Mia vita: silenziosa e nascosta; essere unite incessantemente a Dio e pregare per l'umanità e preparare il mondo per la seconda venuta di Dio ». Verso sera, durante la benedizione, la mia anima per un momento fu in contatto diretto con Dio Padre, sentii che ero fra le Sue braccia come una bimba e udii nel mio intimo queste parole: « Non temere nulla, figlia Mia, tutti gli avversari andranno in frantumi ai Miei piedi ». Dopo queste parole entrarono nella mia anima una profondissima quiete ed uno stupendo silenzio interiore.." ( Diario Santa Faustina Kowalska  - 18.3.1936 - Q.II,  nn.625,626)

« Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s'inteneriscono per coloro che recitano la coroncina. Scrivi queste parole, figlia Mia, parla al mondo della Mia Misericordia. Che conosca tutta l'umanità la Mia insondabile Misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia. Fintanto che c'è tempo ricorrano alla sorgente della Mia Misericordia, approfittino del Sangue e Acqua scaturiti per loro ». O anime umane, dove troverete riparo nel giorno dell'ira di Dio? Accorrete ora alla sorgente della Misericordia di Dio. Oh, che gran numero di anime vedo! Vedo che hanno adorato la Misericordia di Dio e canteranno nell'eternità l'inno della gloria. ( Diario Santa Faustina Kowalska  - 25.12.1936 - Q.II,  n.848)

« Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre. Segretaria della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia ». + Oggi ho udito nell'anima queste parole: « Figlia Mia, mettiti all'opera. Io sono con te. Ti attendono grandi persecuzioni e sofferenze, ma ti consoli il pensiero che molte anime si salveranno e si santificheranno per mezzo di quest'opera ». ( Diario Santa Faustina Kowalska  - 17.2.1937 - Q.II,  n.965)

"Il 25 marzo. La mattina, durante la meditazione, m'investì la presenza di Dio in maniera particolare, mentre riflettevo sulla grandezza incommensurabile di Dio e nello stesso tempo sul Suo abbassarsi fino ad una creatura. Ad un tratto vidi la Madonna che mi disse: « Oh, quanto è cara a Dio l'anima che segue fedelmente l'ispirazione della Sua grazia! Io ho dato al mondo il Salvatore e tu devi parlare al mondo della Sua grande Misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda venuta. Egli verrà non come Salvatore misericordioso, ma come Giudice Giusto. Oh, quel giorno sarà tremendo! È stato stabilito il giorno della giustizia (cfr. At 17,31), il giorno dell'ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli. Parla alle anime di questa grande Misericordia, fino a quando dura il tempo della pietà. Se tu ora taci, in quel giorno tremendo dovrai rispondere di un gran numero di anime. Non aver paura di nulla; sii fedele fino alla fine. Io ti accompagno con la mia tenerezza »". ( Diario Santa Faustina Kowalska  - 25.3.1936 - Q.II,  n.635)


Vogliamo concludere queste riflessioni con un richiamo  a ciò che ci attende se rifiuteremo questa Misericordia. Ci accadrà quanto leggeremo non perchè a Dio piace vederci finire all'inferno, ma perchè è la strada che sceglieremo noi dal momento che non esiste la via di mezzo: o l'Inferno o il Paradiso e Gesù sta facendo tutto il possibile per evitarcelo.

"Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell'inferno. È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande.Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie.

Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità.Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c'è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è. Ora non posso parlare di questo. Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono così tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la Misericordia di Dio per loro. O mio Gesù, preferisco agonizzare fino alla fine del mondo nelle più grandi torture, piuttosto che offenderTi col più piccolo peccato.

+ G.M.G. « Figlia Mia, se per tuo mezzo esigo dagli uomini il culto della Mia Misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti per la fiducia nella Mia Misericordia. Esigo da te atti di Misericordia, che debbono derivare dall'amore verso di Me. Devi mostrare Misericordia sempre e ovunque verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, né rifiutarti né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per dimostrare Misericordia verso il prossimo: il primo è l'azione, il secondo è la parola, il terzo la preghiera. In questi tre gradi è racchiusa la pienezza della Misericordia ed è una dimostrazione irrefutabile dell'amore verso di Me. In questo modo l'anima esalta e rende culto alla Mia Misericordia. Sì, la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l'azione ed esigo il culto della Mia Misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all'immagine che è stata dipinta. Per mezzo di questa immagine concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia, poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere ». O mio Gesù, aiutami Tu direttamente in tutto, poiché vedi quanto sono piccolina e per questo conto unicamente sulla Tua bontà, o Dio. ( Diario Santa Faustina Kowalska  - ottobre 1936 - Q.II,  n.741-743)



Domenica 17 nov. 2013 dell'Anno della Fede, Papa Francesco ha "sponsorizzato" all'Angelus la Devozione della coroncina alla Divina Misericordia, ha parlato della corona del Rosario con la quale si può anche dire questa devozione. Si è raccomandato perchè la prendessimo e la usassimo con generosità.

Dall'Anno della Fede passiamo ad un Anno Santo della Misericordia, tutto sembra procedere proprio come descritto nel Diario di Santa Faustina, e nel 2017 festeggeremo i 100 Anni dalle Apparizioni di Fatima.

Tutto sembra suggerirci che i tempi sono maturi. Anche se non comprendiamo per cosa, per quale tipo di cambiamento, e per come avverrà, di una cosa siamo certi: siamo avvisati e da molto tempo che per quanto infinita possa essere questa Misericordia essa avrà un termine, termina nel momento della nostra morte, senza attendere una "fine del mondo", perciò siamo saggi e convertiamoci a questa Misericordia prima che sia troppo tardi.

Sia lodato Gesù Cristo + sempre sia lodato.





 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Dopo un invito a una riflessione ecumenica e interreligiosa sulla misericordia, che comprenda un dialogo con ebrei e musulmani, e un appello a tenere lo sguardo fisso su Maria, il Papa conclude la Bolla rivolgendo il pensiero «alla grande apostola della misericordia, santa Faustina Kowalska. Lei, che fu chiamata ad entrare nelle profondità della divina misericordia, interceda per noi e ci ottenga di vivere e camminare sempre nel perdono di Dio e nell’incrollabile fiducia nel suo amore». Sarà Santa Faustina la guida sicura per l’Anno Santo.  

*************


Divina Misericordia, ultima spiaggia
di Andrea Brugnoli

Domenica 12 aprile la Chiesa Cattolica celebrerà per la quattordicesima volta in modo ufficiale la Festa della Divina Misericordia, un evento che si vive ogni anno nella domenica in Albis, in migliaia di parrocchie sparse nel mondo e che fu istituito da Papa Giovanni Paolo II durante l’anno giubilare. Non a caso quel Papa santo morì proprio ai primi Vespri di quella Festa, il 2 aprile 2005. E nemmeno fu un caso che proprio un Papa polacco istituì quella ricorrenza, fortemente desiderata da una santa suora di Płock in Polonia, suor Faustina Kowalska. Ella scrisse nel suo celebre Diario di aver ricevuto nel 1931, una rivelazione di Gesù risorto, che le disse: «Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia». Negli anni successivi - secondo gli studi di don I. Rozycki - Gesù ritornò a fare questa richiesta addirittura in 14 successive apparizioni, definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù espresse due desideri:
– che il quadro della Misericordia fosse quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;
– che i sacerdoti parlassero alle anime di questa grande e insondabile misericordia divina, per risvegliare in tal modo la fiducia nei fedeli.

La grandezza di questa festa è dimostrata anche dalle promesse: «In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene», come disse Gesù. Questa grazia - spiega don I. Rozycki - «è qualcosa di decisamente più grande che la indulgenza plenaria. Quest'ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (...). Siccome la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo Battesimo, nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l'ha innalzata al rango di una specie di “secondo Battesimo".

La Chiesa ha concretizzato questo desiderio, manifestato ad una santa, concedendo l'Indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice) al fedele che nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della "Divina Misericordia", in qualunque chiesa o oratorio, con l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato, anche veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del SS.mo Sacramento dell'Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, il Padre Nostro e il Credo, con l'aggiunta di una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (per esempio «Gesù Misericordioso, confido in Te»).

Ma di quale “misericordia” si tratta? Non certamente di quella che comunemente oggigiorno viene presentata dai media e, purtroppo talvolta in maniera frettolosa, attribuita, a torto, anche al santo Padre Francesco. Dio è certamente misericordioso in ogni Sua azione, che ha sempre come fine non la morte del peccatore, ma che si converta e viva, come dice la Scrittura. La misericordia non è una specie di “coperta” con cui Dio copre i peccati degli uomini, non tenendoli in conto o minimizzandone la forza distruttiva. Come un buon medico, Dio vuole la nostra guarigione totale dal terribile cancro che ci distrugge: il peccato.

Il primo atto della Sua divina misericordia è il Suo giusto giudizio. Dio vede tutta la drammaticità del male e non lo nasconde: se lo facesse ingannerebbe l’uomo, lasciandolo nella sua condizione che lo tiene lontano da Lui stesso. Dio, però, vuole salvarci e per questo ha inviato il Suo Figlio Gesù. Egli - ha spiegato a suor Faustina - ha chiesto l'istituzione della festa perché «le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre». La misericordia di cui parla è l’azione creatrice di Dio che ci rende veramente nuovi e santi, cioè capaci di una nuova vita.

Accogliere la misericordia di Dio, quindi, significa credere che la Passione di Gesù ci ha lavati veramente da ogni peccato e, quindi, ci ha resi veramente capaci di una nuova vita da figli di Dio. Chi ha accolto la misericordia, non può più vivere la vita di prima, ma compie opere di carità e vive “secondo Dio”.

Quanto è lontano tutto ciò dal pensare che, «anche se sono peccatore, posso continuare a vivere nel peccato, perché tanto Dio mi perdona»! La misericordia di Dio, al contrario, ci fa veramente santi e nuovi, non per i nostri meriti, ma per la Passione del Signore, il nostro unico medico e salvatore.

Stupisce l’insistenza, in questi ultimi due secoli, di questo tema della misericordia: santa Teresa di Lisieux si offrì come vittima all’Amore misericordioso per la salvezza dei poveri peccatori; santa Faustina implorò la Chiesa per istituire questa festa; un santo Papa la istituì all’inizio del nuovo Millennio e ora, Papa Francesco indice alla vigilia del centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima un “Giubileo della misericordia”. Siamo nel tempo delle devastazioni nucleari, della violenza omicida del terrorismo, della distruzione dell’uomo e della famiglia con le ideologie del Gender e siamo nel pieno della dittatura del relativismo, denunciata da Papa Benedetto.

La risposta di Dio non è il giusto castigo che meritiamo, ma l’offerta della Misericordia. Davvero l’ultima spiaggia. L’ultimo invito ad un’umanità sfinita. Prima del Suo glorioso ritorno. Ecco perché questa festa è troppo importante. È divina. È un evento di Grazia. È un invito che viene dall’Amore trinitario. 





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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02/04/2016 23:46
 
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GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA

VEGLIA DI PREGHIERA IN OCCASIONE 
DEL GIUBILEO DELLA DIVINA MISERICORDIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro 
Sabato, 2 aprile 2016

[Multimedia]









 

Condividiamo con gioia e riconoscenza questo momento di preghiera che ci introduce nella Domenica della Misericordia, tanto desiderata da san Giovanni Paolo II – undici anni fa, come oggi, nel 2005 se n’è andato –; e voleva questo per dare compimento a una richiesta di santa Faustina. Le testimonianze che sono state offerte – e di cui ringraziamo – e le letture che abbiamo ascoltato aprono squarci di luce e di speranza per entrare nel grande oceano della misericordia di Dio. Quanti sono i volti della sua misericordia, con cui Lui ci viene incontro? Sono veramente tanti; è impossibile descriverli tutti, perché la misericordia di Dio è un continuo crescendo. Dio non si stanca mai di esprimerla e noi non dovremmo mai abituarci a riceverla, ricercarla, desiderarla! E’ qualcosa di sempre nuovo che provoca stupore e meraviglia nel vedere la grande fantasia creatrice di Dio quando ci viene incontro con il suo amore.

Dio si è rivelato manifestando più volte il suo nome, e questo nome è “misericordioso” (cfr Es 34,6). Come è grande e infinita la natura di Dio, così grande e infinita è la sua misericordia, a tal punto che appare un’impresa ardua poterla descrivere in tutti i suoi aspetti. Scorrendo le pagine della Sacra Scrittura, troviamo che la misericordia è anzitutto la vicinanza di Dio al suo popolo. Una vicinanza che si esprime e si manifesta principalmente come aiuto e protezione. E’ la vicinanza di un padre e di una madre che si rispecchia in una bella immagine del profeta Osea. Dice così: «Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare» (11,4). L’abbraccio di un papà e di una mamma con il loro bambino. E’ molto espressiva questa immagine: Dio prende ciascuno di noi e ci solleva fino alla sua guancia. Quanta tenerezza contiene e quanto amore esprime! Tenerezza: parola quasi dimenticata e di cui il mondo di oggi – tutti noi – abbiamo bisogno. Ho pensato a questa parola del profeta quando ho visto il logo del Giubileo. Gesù non solo porta sulle sue spalle l’umanità, ma la sua guancia stretta con quella di Adamo, a tal punto che i due volti sembrano fondersi in uno.

Noi non abbiamo un Dio che non sappia comprendere e compatire le nostre debolezze (cfr Eb 4,15). Al contrario! Proprio in forza della sua misericordia Dio si è fatto uno di noi: «Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto, in tutto simile a noi fuorché il peccato» (Gaudium et spes, 22). In Gesù, quindi, non solo possiamo toccare con mano la misericordia del Padre, ma siamo spinti a diventare noi stessi strumento della misericordia. Può essere facile parlare di misericordia, mentre è più impegnativo diventarne concretamente dei testimoni. E’ questo un percorso che dura tutta la vita e non dovrebbe conoscere alcuna sosta. Gesù ci ha detto che dobbiamo essere “misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36). E questo prende tutta la vita!

Quanti volti, dunque, ha la misericordia di Dio! Essa ci viene fatta conoscere come vicinanza e tenerezza, ma in forza di questo anche come compassione e condivisione, come consolazione e perdono. Chi più ne riceve, più è chiamato a offrirla, a condividerla; non può essere tenuta nascosta né trattenuta solo per sé stessi. E’ qualcosa che brucia il cuore e lo provoca ad amare, riconoscendo il volto di Gesù Cristo soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso ed emarginato. La misericordia non sta ferma: va alla ricerca della pecora perduta, e quando la ritrova esprime una gioia contagiosa. La misericordia sa guardare negli occhi ogni persona; ognuna è preziosa per lei, perché ognuna è unica. Quanto dolore nel cuore sentiamo quando sentiamo dire: “Questa gente… questa gente, questi poveracci, buttiamoli fuori, lasciamoli dormire sulle strade…”. Questo è da Gesù?

Cari fratelli e sorelle, la misericordia non può mai lasciarci tranquilli. E’ l’amore di Cristo che ci “inquieta” fino a quando non abbiamo raggiunto l’obiettivo; che ci spinge ad abbracciare e stringere a noi, a coinvolgere quanti hanno bisogno di misericordia per permettere che tutti siano riconciliati con il Padre (cfr 2 Cor 5,14-20). Non dobbiamo avere timore, è un amore che ci raggiunge e coinvolge a tal punto da andare oltre noi stessi, per permetterci di riconoscere il suo volto in quello dei fratelli. Lasciamoci condurre docilmente da questo amore e diventeremo misericordiosi come il Padre.

Abbiamo ascoltato il Vangelo: Tommaso era un testardo. Non aveva creduto. E ha trovato la fede proprio quando ha toccato le piaghe del Signore. Una fede che non è capace di mettersi nelle piaghe del Signore, non è fede! Una fede che non è capace di essere misericordiosa, come sono segno di misericordia le piaghe del Signore, non è fede: è idea, è ideologia. La nostra fede è incarnata in un Dio che si è fatto carne, che si è fatto peccato, che è stato piagato per noi. Ma se noi vogliamo credere sul serio e avere la fede, dobbiamo avvicinarci e toccare quella piaga, accarezzare quella piaga e anche abbassare la testa e lasciare che gli altri accarezzino le nostre piaghe.

E’ bene allora che sia lo Spirito Santo a guidare i nostri passi: Lui è l’Amore, Lui è la Misericordia che si comunica nei nostri cuori. Non poniamo ostacoli alla sua azione vivificante, ma seguiamolo docilmente sui sentieri che Lui ci indica. Rimaniamo con il cuore aperto, perché lo Spirito possa trasformarlo; e così, perdonati, riconciliati, immersi nelle piaghe del Signore, diventiamo testimoni della gioia che scaturisce dall’aver incontrato il Signore Risorto, vivo in mezzo a noi.

[Benedizione]

L’altro giorno, parlando con i dirigenti di una associazione di aiuto, di carità, è uscita questa idea, e ho pensato: “La dirò in piazza, sabato”. Che bello sarebbe che come un ricordo, diciamo, un “monumento” di quest’Anno della Misericordia, ci fosse in ogni diocesi un’opera strutturale di misericordia: un ospedale, una casa per anziani, per bambini abbandonati, una scuola dove non ci fosse, una casa per recuperare i tossicodipendenti… Tante cose che si possono fare… Sarebbe bello che ogni diocesi pensasse: cosa posso lasciare come ricordo vivente, come opera di misericordia vivente, come piaga di Gesù vivente per questo Anno della Misericordia? Pensiamoci e parliamone con i Vescovi. Grazie.



 ... ma.....

zzzzSantaFaustinaNegli ambienti ecclesiali – soprattutto nelle aule delle università teologiche e dei seminari – si respira l’aria che si respira un po’ dappertutto nei nostri tempi: l’aria del conoscere senza capire, di credersi esperti senza alcuna esperienza, di sentirsi “dottori” senza aver mai studiato… Per gli italiani poi si dice che è un popolo di sessanta milioni di commissari tecnici della nazionale di calcio, il che è quanto dire.

Ma torniamo agli ambienti ecclesiali, alle aule delle università teologiche e dei seminari, un esempio è sotto gli occhi di tutti: l’ecumenismo. Non sto qui adesso a operare distinguo tra vero e falso ecumenismo, tra corretto e scorretto ecumenismo (distinguo che pur dovrebbero essere fatti); mi limito a dire che quando si parla di questo argomento si fanno parlare tutti… Ma non si fanno parlare i Santi, che pur qualcosa (lo dico ovviamente in senso eufemistico) dovrebbero sapere sul punto.

Il motivo c’è ed è chiaro: perché i Santi parlano tutti in uno stesso modo, rifiutano quell’interpretazione estensiva dell’ecumenismo per cui, di fatto, ogni religione andrebbe bene per potersi salvare e per cui andrebbe condannato qualsiasi tipo di proselitismo. “Proselitismo”, parola che oggi-come-oggi sembra essere divenuta una sorta di bestemmia in certi ambienti ecclesiali, eppure letteralmente significa “far proseliti”, cioè “far seguaci”; come se Nostro Signore Gesù Cristo non abbia veramente detto: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua.” (Matteo 16).

Citare tutti i Santi che si sono espressi in merito al dialogo tra le religioni sarebbe interessante ma ovviamente impossibile in un solo articolo. Piuttosto posso offrirvi qualche “perla” almeno di un santo. Scelgo una santa relativamente recente, santa Faustina Kowalska (1905-1938), la famosa “apostola della Divina Misericordia”, colei che venne beneficiata innumerevoli volte di visioni di Gesù. Una santa, dunque, non solo recente ma anche canonizzata durante un pontificato abbastanza “ecumenico” qual è stato quello di Giovanni Paolo II. Ebbene vediamo cosa dice.

A proposito di quanto male facciano a Dio gli scismi e le eresie, santa Faustina riporta delle parole che le disse direttamente Gesù. Sono presenti nel quinto giorno della Novena alla Divina Misericordia: «Oggi conduciMi le anime degli eretici e degli scismatici ed immergile nel mare della Mia Misericordia. Nella Mia amara Passione Mi hanno lacerato le carni ed il cuore, cioè la Mia Chiesa. Quando ritorneranno all’unità della Chiesa, si rimargineranno le Mie ferite ed in questo modo allevieranno la Mia Passione» (Diario, 1218).

A proposito della “gelosia” di Dio, ella scrive: «Dio è geloso del nostro cuore e vuole che amiamo Lui solo» (Diario, 337). E Gesù le dice: «Ho presente ogni palpito del tuo cuore; sappi, figlia Mia, che un solo tuo sguardo verso qualcun altro, Mi ferirebbe più di molti peccati commessi da un’altra anima» (Diario 588).

A proposito della salvezza delle anime, ella scrive: «Ardo dal desiderio di salvare le anime; percorro tutto il mondo in lungo e in largo e m’inoltro fino agli estremi di esso, fin nei luoghi più selvaggi, per salvare le anime» (Diario, 745).

Per concludere vi offro ciò che la santa polacca racconta a proposito della necessità del Battesimo:

«Nella stanzetta vicina la mia era degente un’ebra gravemente ammalata. Tre giorni fa sono andata a farle visita ed ho provato nel mio intimo molta sofferenza, al pensiero che fra non molto sarebbe morta senza che l’acqua del Battesimo avesse lavato la sua anima. Ne parlai con la Suora che l’assisteva, invitandole ad amministrarle il Battesimo, quando si fosse avvicinata l’ultima ora. Ma c’era una difficoltà: aveva sempre vicino degli ebrei.
Tuttavia ebbi nell’anima l’ispirazione di pregare davanti all’immagine che Gesù mi aveva ordinato di dipingere. Ho l’opuscoletto sulla cui copertina c’è la riproduzione l’immagine della Divina Misericordia. E dissi al Signore: “Gesù, tu stesso mi hai detto che avresti concesso molte grazie tramite questa immagine, perciò ti chiedo la grazia del santo Battesimo per questa ebrea. Non importa chi la battezzerà, purché venga battezzata”. Dopo tali parole mi sentii singolarmente tranquilla ed ebbi la certezza assoluta che, nonostante le difficoltà, l’acqua del santo battesimo sarebbe scesa sulla sua anima. E di notte quando ero molto debole, per tre volte mi alzai per andare da lei, per trovare il momento più adatto per elargirle questa grazia. Al mattino parve si sentisse meglio.
Nel pomeriggio cominciò ad avvicinarsi l’ultima ora. La Suora che l’assisteva disse che era difficile amministrale quella grazia, poiché c’era gente presso di lei. Ed arrivò il momento in cui l’ammalata cominciò a perdere conoscenza e perciò cominciarono alcuni a correre per cercare un medico, gli altri in altre direzioni, al fine di salvare l’ammalata che perciò rimase sola ed allora la Suora che l’assisteva la battezzò. Primo che fossero tutti di ritorno, la sua anima era divenuta bella, ornata della grazia di Dio e spirò subito»
(Diario, 916).

Che accadrebbe oggi se la povera santa Faustina volesse superare l’esame in Teologia Ecumenica di qualche università pontificia?

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fonte: Confederazione Civiltà Cristiana




 

[Modificato da Caterina63 08/04/2016 22:34]
Fraternamente CaterinaLD

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