A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Cri Sacerdoti il Catechismo Tridentino non è mai stato abolito

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2015 20:15
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
22/05/2015 20:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
DURANTE LA PRIMA SESSIONE
 DEL SINODO ROMANO
*

Lunedì, 25 gennaio 1960


 

IL SACERDOTE: 
PERSONA SACRA: VITA SANTA

 

Venerabili Fratelli, diletti figli.

Inaugurando ieri sera le nostre Sessioni Sinodali rendemmo omaggio ai due gloriosi Santi Giovanni, il Battista e l'Evangelista, titolari ambedue della sacrosanta Arcibasilica Lateranense, dedicata al SS.mo Salvatore, e cattedrale insigne della diocesi di Roma.

Al termine di quella prima cerimonia di introduzione, riuscita così solenne e commovente, Ci pareva di sentire quasi la voce del vecchio Zaccaria, profeta e salmista, volgentesi a noi, come al neonato figlio suo: a noi, divenuti continuatori e oggetto del suo grande presagio: voce incoraggiante ad inoltrarci innanzi alla faccia del Signore e a preparare le sue vie, ad dandam scientiam salutis plebi eius [1].

Ed ora ci troviamo qui : trasportammo infatti le nostre tende a questo colle Vaticano presso la sacra memoria del principe degli Apostoli, Pietro, che rievoca spontaneamente quella di Paolo, ambedue figure eminenti, che già incontrammo ieri sera nei ricordi del Concilio cosiddetto di Gerusalemme, il primo saggio di convegno Sinodale.

Sarà tanto piacevole il nostro conversare con loro, e gustarne l'insegnamento, ospiti nella loro dimora.

INVOCAZIONE AI SANTI APOSTOLI 
PIETRO E PAOLO

O Pietro, o Simon loannis, come fosti chiamato nell'atto solenne della tua altissima investitura, ecco qui: il tuo lontano ed indegno successore, nel duplice compito di Vicario di Cristo in terra e di Vescovo di Roma, ti sta innanzi umile e compunto come tu lo fosti allorché il Maestro, in atto di istituire il più grande Sacramento, volle lavarti i piedi, come fece. Tu sai che in quell'ora così trepida ripeté anche lui il «non tantum pedes meos, sed et manus et caput» [2]. Siigli propizio nel suo impegno così grave di pastore e di padre con questi suoi più preziosi e cari collaboratori nell'ordine sacerdotale.

E tu, o Paolo, vaso d'elezione e dottore delle genti, associato nel ma¬gistero, nel culto, nella gloria all'apostolato di Pietro, ottieni a tutti noi qui congregati, il tuo spirito e la tua fiamma diffusa nella successione delle tue quattordici lettere, ancora e sempre splendenti come lampade nella Chiesa del Signore.

Fratelli e figli.

Con questa duplice invocazione, noi sentiamo di poterci avanzare decisamente nel nostro cammino. Lo studio assai attento e fervoroso dei singoli ordinamenti di vita e di ministero pastorale sta innanzi a noi in una serie di articoli redatti con competenza, con chiarezza, con efficacia da meritarsi già l'ammirazione e l'elogio di personaggi competentissimi ed autorevoli, che invitammo a considerarli e a giudicarne. Trattasi di un complesso imponente di punti dottrinali e di disciplina, la cui pratica applicazione alla vita del clero e del popolo Romano sarà apportatrice, se la grazia del Signore ci aiuta, di vero progresso religioso e sociale, tanto più notevole quanto più rispondente alle condizioni moderne di pensiero e di costume.

La sollecitudine del Vescovo per la Diocesi sua, oltre alla preparazione di buoni ordinamenti di carattere disciplinare, è sforzo di toccare le volontà perchè facciano, perchè si rinnovi quanto reca segni di stanchezza e di disuso, e tutto si nutra di novelle energie.

Il punto centrale e più elevato per questa ripresa di vigore e di bellezza spirituale è il sacerdote, e, nel sacerdote, la persona e la vita.

Ebbene, la persona del sacerdote è sacra: la vita deve essere santa. Lasciate che su questi due titoli Noi vi tratteniamo alcun poco.

LA PERSONA DEL SACERDOTE 
È SACRA

Diletti Fratelli e figli : potremmo occupare la vostra attenzione con larghezza di esplorazione dottrinale, patristica, o attinta a considerazioni di ordine e di stile moderno e modernissimo. Preferiamo farvi grazia di ciò, e soffermarCi innanzi a due fonti di celeste, di evangelica e di ecclesiastica dottrina, quali sono : l'insegnamento di San Pietro e di San Paolo nelle loro lettere e, accanto a questi due oracoli, i Canoni e i Decreti del Concilio Tridentino, completati ed illustrati dal preziosissimo Catechismo Romano, o Catechismo del Concilio Tridentino, pubblicato da San Pio V (1566) e ripubblicato dal Papa Veneziano Clemente XIII (1758-1769). Questo Catechismus Romanus il Cardinale Agostino Valerio, amico di San Carlo Borromeo, lo diceva divinitus datum Ecclesiae e Ci è cara l'occasione e ne approfittiamo — anche per il titolo del volume che onora la Nostra città episcopale — di richiamarne l'altissimo pregio per l'uso corrente della sacra predicazione nelle parrocchie, e per chi ha poco tempo per studi profondi, ed anche per chi, occupato in questi, è ansioso di precisione teologica, dogmatica e morale. Il dire questo è anche un richiamo — vogliate perdonarCelo — della Nostra giovinezza, lieta ed operosa, essendoCi occupati, anche per la stampa, della più larga conoscenza di questo vero e preziosissimo tesoro. « Ad iuvandam rempublicam Christianam, et restituendam veterem Ecclesiae disciplinam nobis divinitus datum esse videtur... — sono le parole dell'antico Vescovo di Verona — vos qui aliquantum aetate processistis — questo è il caso Nostro e dei più anziani tra voi — legite bune catechismum, septies et plusquam septies: mirabiles eniyn fructus ex eo percipietis ».

Per abbordare il nostro tema dicemmo dunque che la persona del sacerdote è sacra. Come tale viene iniziata e segnata con la rituale ordinazione. Il suo ufficio, primo e principale, è di offrirsi ostia immacolata per compiere l'opera di Cristo Redentore del genere umano. Di questa unione con Cristo rinnovante sull'altare il sacrificio della Croce, il Concilio di Trento dice bene: «Divina res est tam sancti sacerdotii ministerium» [3]. Questo carattere di consacrazione aumenta di dignità ove le si aggiunge la potestà conferita al sacerdozio di rimettere i peccati: «Quis potest dimittere peccata, nisi solus Deus?» [4].

Ebbene, diventa naturale che questa offerta divina e questo esercizio di misericordia del perdonare i peccati in nome di Gesù morto per i peccatori e continuamente salutato, su indicazione del Battista innanzitutto, come Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, salga, salga più gradita a Dio, quanto più innocente, puro, immacolato, lontano dal peccato ed elevato nei cieli è il sacerdote che con Gesù si offre ed in nome di Dio assolve. Si dice che come «Cristo è di Dio», così i suoi sacerdoti vengono ad essere posseduti e guidati da Cristo e da Dio.

Malachia aveva già formulato della persona del sacerdote antico questo elogio: «Egli è l'angelo del Signore».

Quando diciamo che la persona del sacerdote è sacra, pensiamo subito all'altare di Dio sul quale egli ascende tutti i giorni, e da cui discende per i compiti ai quali l'obbedienza lo vuole applicato.

A quella sommità, dove si compiono i più alti misteri del culto, è fisso lo sguardo del giovanetto seminarista, che per vari gradi, e dopo lunga preparazione, di lassù si volge ai fedeli, i quali non sanno immaginare il sacerdote se non nella irradiazione di luce e di grazia della Santa Messa.

La buona indole, gli studi severi, la proprietà della parola e del tratto sono come il mantello che avvolge l'umanità del sacerdote: ma la linfa divina della sua applicazione ai divini misteri ed alle opere dell'apostolato, egli deve attingerla dall'altare. Quello è il posto suo che gli conviene innanzitutto. Di là egli parla ai fedeli. Ma nel volgersi ad essi con linguaggio elaborato nella meditazione e fatto suo, egli ha da apparire come di casa nel tempio del Signore; e le sacre parole del Messale, del Breviario, del Rituale, devono risuonare nelle intimità misteriose della sua anima, prima che sotto le volte del santuario.

Sia egli al letto degli ammalati, o in confessionale, o nel battistero, o in camposanto, dappertutto il sacerdote esprime la ricchezza, la bellezza, il fascino della Liturgia.

Più che la lampada che arde presso l'altare Eucaristico, la persona del buon sacerdote volge verso Nostro Signore i pensieri, i sentimenti, gli sguardi dei fedeli.

«Il Ss.mo Sacramento — scrisse il Card. Manning — consacra il Tabernacolo, l'altare, il santuario, la casa del sacerdote. Il roveto in Boreb ardeva, ma il sacerdote e tutto ciò che lo circonda è inviluppato nello splendore ed è sotto l'influsso del Ss.mo Sacramento affidato alle sue cure» [5].



  qui il resto....





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:43. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com