A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Institutio Generalis Missale Romanum del 20 aprile 2000 per una corretta Liturgia

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2015 21:00
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CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

INDICAZIONI GENERALI

 



ORDINAMENTO GENERALE
DEL MESSALE ROMANO

 

INDICE

PROEMIO

Testimonianza di una fede immutata (2 - 5)
Prova di una tradizione ininterrotta (6 - 9)
Adattamento alle nuove condizioni (10 - 15)

Capitolo I - IMPORTANZA E DIGNITÀ 
DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA
 (16 - 26)


Capitolo II - STRUTTURA, ELEMENTI 
E PARTI DELLA MESSA

I - Struttura generale della Messa (27 - 28)

II - I diversi elementi della Messa (29 - 45)

Lettura della Parola di Dio e sua spiegazione
Le orazioni e le altre parti che spettano al sacerdote
Altre formule che ricorrono nella celebrazione
Il modo di proclamare i vari testi
Importanza del canto
Gesti e atteggiamenti del corpo
Il silenzio

III - Le singole parti della messa (46 - 90)

A) Riti d'Introduzione (46 - 54)

L'introito
Saluto all'altare e al popolo radunato
Atto penitenziale
Kyrie eleison
Gloria 
Colletta

B) Liturgia della Parola(55 - 71)

Il silenzio
Le letture bibliche
Il Salmo responsoriale
L’acclamazione prima della lettura del Vangelo
L'omelia
La professione di fede
La preghiera universale

C) Liturgia eucaristica(72 - 89)

La preparazione dei doni
L'orazione sulle offerte
La preghiera eucaristica
Riti di Comunione
Preghiera del Signore
Rito della pace
Frazione del pane
Comunione

D) Riti di conclusione(90)


Capitolo III - UFFICI E MINISTERI NELLA MESSA

I - Uffici dell'Ordine Sacro (92 - 94)

II - I compiti del popolo di Dio (95 - 97)

III - Ministeri particolari (98 - 107)

Il ministero dell'accolito e del lettore istituiti
Gli altri compiti

IV – La distribuzione dei compiti 
e la preparazione della celebrazione
 (108-111)


Capitolo IV - DIVERSE FORME DI 
CELEBRAZIONE DELLA MESSA

I - Messa con il popolo (115 - 198)

Cose da preparare (117 - 119)

A) Messa senza diacono(120-170)

Riti di introduzione
Liturgia della Parola
Liturgia eucaristica
Riti di conclusione

B) Messa con il diacono(171 - 186)

Riti di introduzione
Liturgia della Parola
Liturgia eucaristica
Riti di conclusione

C) Compiti dell'accolito(187 - 193)

Riti iniziali
Liturgia eucaristica

D) Compiti del lettore(194 - 198)

Riti iniziali
Liturgia della Parola

II - Messa concelebrata (199 - 251)

Riti di introduzione
Liturgia della Parola
Liturgia eucaristica
Modo di dire la Preghiera eucaristica

Preghiera eucaristica I o Canone romano
Preghiera eucaristica II
Preghiera eucaristica III
Preghiera eucaristica IV

Riti di comunione
Riti di conclusione

III - Messa a cui partecipa un solo ministro (252 - 272)

Riti di introduzione
Liturgia della Parola
Liturgia eucaristica
Riti di conclusione

IV - Alcune norme di carattere generale 
per tutte le forme di messa
 (273 - 287)

Venerazione dell'altare e dell'Evangelario
Genuflessione e inchino
L'incensazione
La purificazione
La Comunione sotto le due specie

Capitolo V -  DISPOSIZIONE E ARREDAMENTO 
DELLE CHIESE PER LA CELEBRAZIONE 
DELL'EUCARISTIA

I - Principi generali (288 - 294)

II – Ordinamento del presbiterio 
per la Celebrazione eucaristica
 (295 – 310)

L'altare e le sue suppellettili 
L´ambone 
La sede per il sacerdote celebrante e le altre sedi


III – La disposizione della Chiesa (311 – 318)

I posti dei fedeli 
I posti della "schola cantorum" e degli strumenti musicali
Il posto per la custodia della Ss.ma Eucaristia
Le immagini sacre

Capitolo VI - COSE NECESSARIE PER 
LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA

I - Il pane e il vino per celebrare l'Eucaristia (319 - 324)

II - Le suppellettili sacre in genere (325 - 326)

III - I vasi sacri (327 - 334)

IV - Le vesti sacre (335 - 347)

V - Le altre suppellettili destinate all'uso della Chiesa (348 - 351)

Capitolo VII - LA SCELTA DELLE PARTI DELLA MESSA

I - La scelta della messa (353-355)

II - La scelta delle parti della messa (356-367)

Le letture
Le orazioni
La Preghiera eucaristica
I canti

Capitolo VIII - MESSE E ORAZIONI 
PER DIVERSE CIRCOSTANZE 
E MESSE PER I DEFUNTI

I - Messe per diverse circostanze (368 - 378)

II - Messe per i defunti (379-385)

Capitolo IX - GLI ADATTAMENTI CHE COMPETONO
AI VESCOVI DIOCESANI
E ALLE CONFERENZE EPISCOPAL
I
 (386-399)






 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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IV - Alcune norme di carattere generale 
per tutte le forme di messa
 (273 - 287)

Venerazione dell'altare e dell'Evangelario
Genuflessione e inchino
L'incensazione
La purificazione
La Comunione sotto le due specie


Genuflessione e inchino

 

274. La genuflessione, che si fa piegando il ginocchio destro fino a terra, significa adorazione; perciò è riservata al SS. Sacramento e alla santa Croce, dalla solenne adorazione nell’Azione liturgica del Venerdì nella Passione del Signore fino all’inizio della Veglia pasquale.

Nella Messa vengono fatte dal sacerdote celebrante tre genuflessioni, cioè: dopo l’ostensione dell’ostia, dopo l’ostensione del calice e prima della Comunione. Le particolarità da osservarsi nella Messa concelebrata sono indicate a suo luogo (Cf. nn. 210-251).

Se nel presbiterio ci fosse il tabernacolo con il Ss.mo Sacramento, il sacerdote, il diacono e gli altri ministri genuflettono quando giungono all’altare o quando si allontanano, non invece durante la stessa celebrazione della Messa.

Inoltre genuflettono tutti coloro che passano davanti al Ss.mo Sacramento, se non procedono in processione.

I ministri che portano la croce processionale o i ceri, al posto della genuflessione fanno un inchino col capo.

 

275. Con l’inchino si indicano la riverenza e l’onore che si danno alle persone o ai loro segni. Vi sono due specie di inchino, del capo e del corpo:

a) L’inchino del capo si fa quando vengono nominate insieme le tre divine Persone; al nome di Gesù, della beata Vergine Maria e del Santo in onore del quale si celebra la Messa.

b) L’inchino di tutto il corpo, o inchino profondo, si fa: all’altare; mentre si dicono le preghiere Purifica il mio cuore e Umili e pentiti; nel simbolo (Credo) alle parole: E per opera dello Spirito Santo; nel canone romano, alle parole: Ti supplichiamo, Dio onnipotente. Il diacono compie lo stesso inchino mentre chiede la benedizione prima di proclamare il Vangelo. Inoltre il sacerdote, alla consacrazione, si inchina leggermente mentre proferisce le parole del Signore.


282. I pastori d’anime si facciano un dovere di ricordare, nel modo più adatto, ai fedeli che partecipano al rito o che vi assistono, la dottrina cattolica riguardo alla forma della Comunione, secondo il Concilio Ecumenico di Trento.
In particolare ricordino ai fedeli quanto insegna la fede cattolica: che, cioè, anche sotto una sola specie si riceve il Cristo tutto intero e il Sacramento in tutta la sua verità; di conseguenza, per quanto riguarda i frutti della Comunione, coloro che ricevono una sola specie, non rimangono privi di nessuna grazia necessaria alla salvezza[106].

Inoltre insegnino che nell’amministrazione dei Sacramenti, salva la loro sostanza, la Chiesa ha il potere di determinare o cambiare ciò che essa ritiene più conveniente per la venerazione dovuta ai Sacramenti stessi e per l’utilità di coloro che li ricevono secondo la diversità delle circostanze, dei tempi e dei luoghi[107]. Nello stesso tempo però esortino i fedeli perché partecipino più intensamente al sacro rito, nella forma in cui è posto in maggior evidenza il segno del banchetto.

 

283. La Comunione sotto le due specie è permessa, oltre ai casi descritti nei libri rituali:

a) ai sacerdoti che non possono celebrare o concelebrare;

b) al diacono e agli altri che compiono qualche ufficio nella Messa;

c) ai membri delle comunità nella Messa conventuale o in quella che si dice «della comunità», agli alunni dei seminari, a tutti coloro che attendono agli esercizi spirituali o partecipano ad un convegno spirituale o pastorale.

Il Vescovo diocesano può stabilire per la sua diocesi norme riguardo alla Comunione sotto le due specie, da osservarsi anche nelle chiese dei religiosi e nei piccoli gruppi. Allo stesso Vescovo è data facoltà di permettere la Comunione sotto le due specie ogni volta che sembri opportuno al sacerdote al quale, come pastore proprio, è affidata la comunità, purché i fedeli siano ben preparati e non ci sia pericolo di profanazione del Sacramento o la celebrazione non risulti troppo difficoltosa per il gran numero di partecipanti o per altra causa.

Circa il modo di distribuire ai fedeli la sacra Comunione sotto le due specie e circa l’estensione delle facoltà, le Conferenze Episcopali possono stabilire delle norme, approvate dalla Sede Apostolica.

284.  (...) 

Ai fedeli che vogliono comunicarsi solo sotto la specie del pane, la sacra Comunione si dia in questa forma.

 

285. Per distribuire la Comunione sotto le due specie, si devono preparare:

a) se la Comunione si fa bevendo direttamente dal calice, o un calice di sufficiente grandezza o più calici, con attenzione tuttavia nel prevedere che la quantità del Sangue di Cristo da consumare alla fine della celebrazione non rimanga in misura sovrabbondante;

b) se si fa per intinzione, ostie né troppo sottili né troppo piccole, ma un poco più consistenti del solito, perché si possano convenientemente distribuire, dopo averle intinte parzialmente nel Sangue del Signore.

 

286. Se la Comunione al Sangue si fa bevendo dal calice, il comunicando, dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, va dal ministro del calice e si ferma davanti a lui. Il ministro dice: Il Sangue di Cristo; il comunicando risponde: Amen, e, il ministro gli porge il calice, che lo stesso comunicando accosta alle labbra con le sue mani. Il comunicando beve un po’ dal calice, lo restituisce al ministro e si allontana; il ministro asterge con il purificatoio il labbro del calice.

287. Se la Comunione al calice si fa per intinzione, il comunicando, tenendo la patena sotto il mento, va dal sacerdote che tiene il vaso con le particole, al cui fianco sta il ministro che tiene il calice. Il sacerdote prende l’ostia, ne intinge una parte nel calice e mostrandola dice: Il Corpo e il Sangue di Cristo; il comunicando risponde: Amen, dal sacerdote riceve in bocca il Sacramento, e poi si allontana.










Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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