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A Marienfried dove la Vergine apparve tre volte

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2015 21:43
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12/07/2015 20:08
 
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SULLE TRACCE DI MARIA/ 21

 




La traccia mariana ci porta al santuario di Marienfried, situato nella parrocchia di Pfaffenhofen, piccolo borgo della Baviera. Le apparizioni della Vergine e i messaggi nel 1946 alla veggente, Barbara Ruess, dicono tutta la sua forza e l’urgenza alla conversione che da Mariefried si rivolge a tutto il mondo.



di Diego Manetti



 




La traccia mariana ci porta al santuario di Marienfried, situato nella parrocchia di Pfaffenhofen, piccolo borgo della Baviera, a 15 km di distanza dalla città tedesca di Neu-Ulm. Non possiamo limitarci a presentare il luogo sacro e la devozione che lo caratterizza, bensì partiremo dall’evento da cui tutto questo ha avuto origine, ovvero dall’iniziativa della Madonna che ha portato i fedeli a sviluppare la devozione che caratterizza il santuario di Marienfried. Si tratta dunque di partire dalle apparizioni della Vergine e dai messaggi da Ella consegnati nel 1946 alla veggente, Barbara Ruess, per cogliere in tutta la sua forza e urgenza l’appello alla conversione che da Mariefried si rivolge a tutto il mondo. Apparizioni che, a detta di mons. Venancio Pereira, vescovo di Fatima che visito il santuario tedesco nel 1975, costituiscono “la sintesi della devozione mariana del nostro tempo”. Già queste parole sono sufficienti a evidenziare un legame tra Fatima e Marienfried, secondo una chiave di lettura che permetterà di legare queste apparizioni al più ampio disegno mariano degli ultimi due secoli, da Rue du Bac ai nostri giorni. 

Marienfried è infatti connotato da un forte linguaggio apocalittico che, in questi ultimi tempi, rilancia un estremo invito alla conversione e alla penitenza, unitamente a un forte richiamo nei confronti dei piani satanici contro l’umanità e il mondo contemporaneo. Insomma, l’interesse che possiamo nutrire nei confronti di queste apparizioni mariane non sta solamente nel valore attuale del messaggio in esse contenuto, bensì anche nell’aiuto che esse offrono per una miglior comprensione del quadro complessivo delle grandi apparizioni moderne. La Chiesa non si è ancora pronunciata con definitività sul valore soprannaturale di queste apparizioni, per cui non possiamo che riferirne in termini di pura testimonianza umana, non intendendo in alcun modo anticipare o indirizzare il giudizio della Chiesa, limitandoci invece a esporre i contenuti del messaggio per offrire uno stimolo alla devozione mariana. Bisogna però dire che, nonostante il silenzio che ha avvolto il messaggio di Marienfried a causa del mancato riconoscimento dell’autorità ecclesiale, non sono mancati i frutti spirituali, nei termini di conversioni del cuore e di ritorno alla fede. Se l’albero si riconosce dai frutti, secondo il detto evangelico, si può dire che il crescente numero di pellegrini che si recano al santuario di Marienfried – cioè di Maria-Pace – siano una prova della bontà dell’albero. 

Partiamo dunque dai fatti. O meglio, dall’antefatto. La protagonista è, come nel caso di ogni apparizione, la Madonna. Ma lo strumento di cui Ella si serve è, in questo caso, una giovane veggente. Si tratta di Barbara Ruess. Barbara è la prima di sei fratelli e nasce il 15 giugno 1924 nel paese di Pfaffenhofen. Di carattere socievole e buono, riceve una solida educazione religiosa, partecipando regolarmente alla Santa Messa e accostandosi frequentemente alla Santa Comunione. La pratica all’epoca non era così diffusa, ma Barbara sin dall’infanzia sente il desiderio di stare sola e confidarsi con Gesù. Fatta la Prima Comunione nel 1934, rimane orfana della madre nel 1938 e si trova a dover badare ai fratelli minori. In quello stesso anno, l’8 dicembre, si consacra totalmente alla Madonna secondo la devozione del Montfort. Nel 1939 il padre si risposa e Barbara può seguire liberamente la propria vocazione. Dopo i fatti celesti di cui renderemo conto tra poco, Barbara sviluppa alcuni doni mistici particolarissimi, come la capacità di espiare le colpe per le anime purganti, di percepire la situazione di peccato mortale dei fedeli che le si presentavano, soprattutto durante la Messa, e infine il vivere la passione di Cristo, durante il cosiddetto periodo della “stimmatizzazione” che va dal 21 febbraio 1947 al 1950 quando, al ritorno da un pellegrinaggio a Roma e Assisi, ottiene la grazia che le stimmate divengano invisibili. Un’esperienza traumatica che la veggente si trova a vivere è il rapimento, dal 25 al 28 marzo 1950, a opera di una setta satanica che la sottopone a riti blasfemi, con l’intenzione poi di ucciderla. Barbara si salva solo grazie al pentimento di un membro della setta che la libera e la riporta a casa.  Affidatasi completamente a Dio per quanto riguarda la propria vocazione, si sposa nel 1952. Diviene madre di 5 figli e conduce una vita “normale”, di moglie e di madre, impegnandosi in parrocchia insieme al marito. Ammalatasi nel 1966 di sclerosi multipla, muore il 4 novembre 1996 a Gaisburen.

Prima di entrare nel vivo dei fatti – vale a dire l’apparizione della Madonna a Barbara Ruess il 13 maggio 1940 e le tre apparizioni del 1946, nei giorni 25 aprile, 25 maggio e 25 giugno – anticipiamone lo sviluppo successivo. Già nei primi mesi del 1946 si progetta la cappellina che si era fatto voto di costruire per la scampata distruzione di Pfaffenhofen durante la guerra, secondo il voto emesso nel 1944 dal parroco Humpf. Grazie alle offerte dei fedeli, in breve l’edificio sacro è completato e viene benedetto e inaugurato il 18 maggio 1947, ponendovi all’interno l’immagine della Madonna “tre volte ammirabile”. Ancora nel 1946, il parroco don Humpf redige la relazione completa delle apparizioni della Vergine a Barbara Ruess, inviandola alla curia episcopale di Augsburg. Il vescovo nomina immediatamente una Commissione che termina le proprie indagini nel 1950, affermando che nei messaggi di Marienfried non vi era nulla di contrario alla fede cattolica e tuttavia, non essendovi elementi miracolosi evidentemente collegati, non si poteva ravvisare l’orgine soprannaturale del fenomeno stesso. Conseguentemente, il parroco di Pfaffenhofen ha il divieto di diffondere il messaggio di Marienfried tra i fedeli, per non dare l’impressione di un avallo ufficiale anzitempo. Nel mentre, si può però andare a pregare alla cappellina, aperta giorno e notte. Tali limitazioni sono sospese nel 1966. Da quella data è possibile celebrare messa nella cappella-santuario di Marienfried, dove è permesso altresì custodire il Santissimo Sacramento. Vengono concessi i permessi ecclesiastici per stampare il Rosario dell’Immacolata e l’Inno alla Trinità – preghiere che, come vedremo, la Madonna stessa insegna alla veggente – e per pubblicare il messaggio, esposto nell’opuscolo “Io sono il segno” (Ich bin das Zeichen) di G. Kuenzli. Frattando l’afflusso dei fedeli cresce costantemente, al punto da rendere necessaria una chiesa più ampia che viene consacrata il 23 luglio 1972 dal vescovo ausiliare di Augsburg, mons. Schmidt. 

La realtà di Marienfried non è immune da attacchi del Male. Se la veggente viene rapita da una setta satanica nel 1950, possiamo dire che il demonio si scateni anche contro la Chiesa-Santuario, poiché il santuario viene profanato il 4 giugno 1970, vigilia della festa del Sacro Cuore di Gesù: il tabernacolo, contenente 200 ostie, viene asportato da mani sacrileghe e il la chiesa danneggiata in modo sprezzante; inoltre, l’edificio sacro va distrutto in un incendio il 3 agosto 1973, insieme all’immagine della Madonna in esso venerata. Una nuova chiesa viene edificata nel 1974 e benedetta dal vescovo di Augsburg, mons. Stimpfle, il 5 ottobre di quell’anno. Si realizza pure un’altra immagine della Madonna “tre volte ammirabile”. Sull’altare del santuario si può leggere l’iscrizione: “Io sono la grande Mediatrice di tutte le grazie” che, come vedremo, è il titolo con il quale la Vergine stessa si presenta a Barbara, la veggente. Nel 1981 viene edificata la “Casa Betania”, che accoglie le suore adoratrici del S. Sacramento che risiedono stabilmente a Marienfried Nel 1988 viene costruita “Casa Tabor”, come casa di accoglienza e di esercizi spirituali. Nel 1995 il vescovo mons. Dammertz intitola il santuario di Marienfried “Centro di Preghiera Maria, Madre della Chiesa”. Nel 2000 infine il vescovo di Augsburg dichiara: “Anche se gli avvenimenti del 1946, per una serie di dubbi, non possono essere considerati di carattere soprannaturale, Marienfried rimane un luogo di preghiera, un luogo di venerazione della Madre Celeste (...) secondo l’insegnamento della Lumen Gentium, 66: “Già fin dai tempi antichi, infatti, la Beata Vergine è venerata col titolo di ‘Madre di Dio’, sotto il cui presidio i fedeli, imploranti, si rifugiano in tutti i pericoli e necessità”.

Vogliamo pertanto dar conto dei fatti di Marienfried in quest’ottica: senza volerne affermare l’origine soprannaturale, bensì per illustrarne il messaggio, mostrando come esso sia in linea con la dottrina cattolica e come permetta di gettare nuova luce sui tempi che stiamo vivendo.  Ora, torniamo al cosiddetto “antefatto”, cioè all’evento che prepara le apparizioni e i messaggi del 1946. E’ il 13 maggio 1940, anniversario delle apparizioni di Fatima e lunedì di Pentecoste. Barbara sta passeggiando nel bosco di suo padre, limitrofo a Pfaffenhofen. Amante delle camminate, sta percorrendo la stessa strada del giorno prima nella speranza di ritrovare la corona del Santo Rosario smarrita a Pentecoste. Durante il cammino, si chiede quali misteri del rosario debba recitare, se i gloriosi o i gaudiosi. A un tratto, una bella signora la raggiunge dicendole: "Tu stai pensando che corona devi recitare. Io ti voglio insegnare un altro Rosario, e così pregheremo insieme". Barbara le chiede: "Scusi, come mai conosce il mio pensiero? Chi è Lei?" - La signora risponde: "Non è importante saperlo; se tu reciterai con diligenza questo Rosario, imparerai a conoscermi meglio". E le insegna il Rosario dell'Immacolata. In questo Rosario, dopo i soliti misteri, vengono recitate le invocazioni seguenti, una diversa dopo ogni Ave Maria dei cinque diversi misteri: “Per la tua Immacolata Concezione, salvaci!”, dopo ogni Ave Maria del primo mistero; “Per la tua Immacolata Concezione, proteggici!”, per il secondo mistero; “Per la tua Immacolata Concezione, guidaci!”, per il terzo; “Per la tua Immacolata Concezione, santificaci!” per il quarto; “Per la tua Immacolata Concezione, governaci!” per il quinto. La Signora propone a Barbare di recitare il Rosario per la patria, poi infuriava la seconda guerra mondiale, dicendo: “Per la tua Immacolata Concezione, salva la nostra Patria!", e così via per i cinque misteri. La Signora aggiunge che è sempre bene indicare una intenzione di preghiera, ricordando cioè una persona o una comunità. Barbara nota una cosa strana: la donna non prega l’intero Rosario, ma si limita a recitare il Padre Nostro e il Gloria. Terminata la preghiera, la Signora si allontana.Il viso della donna è così bello, carico di purezza e bontà, che Barbara ne resta colpita e, pur non comprendendo di chi si tratti, da quel giorno recita spesso il Rosario dell’Immacolata. Racconterà l’accaduto solo 5 anni dopo, confidandosi con l’amica Anna Humpf.

Anna era la sorella del nuovo parroco, Martin Humpf, che era entrato nella parrocchia di Pfaffenhofen il 29 settembre 1943, festa di S. Michele Arcangelo. Sua sorella Anna l'aiutava nel condurre la casa ma anche nel prendersi cura della gioventù femminile del villaggio che allora contava circa 1.300 abitanti. In particolare, Anna era membro attivo del Gruppo di Schoenstatt, un movimento di apostolato religioso che cercava di educare le ragazze, proponendo loro Maria come modello di vita e virtù spirituali. Il tutto dietro l’apparente organizzazione di corsi di canto, per evitare che il Terzo Reich – che all’epoca mirava a creare opposizione popolare alla Chiesa Cattolica - si opponesse all’educazione religiosa delle giovani. Tra le ragazze del gruppo guidato da Anna vi era anche Barbara, della quale la sorella del parroco scriveva: "Dapprima conoscevo Barbara solo perché la vedevo alle sacre funzioni in Chiesa. Qualche volta si inginocchiava vicino a me, e fui subito colpita dal raccoglimento di questa giovane: quando pregava si capiva benissimo che la sua vita interiore era assai ricca. Faceva la Comunione quasi sempre, anche se a quei tempi non era molto in uso.Dapprincipio, Barbara non veniva all`ora di canto, poiché era gravemente ammalata. Nel 1945 venne ai nostri incontri e collaborò a formare, con la sua maniera del tutto originale, una bella associazione.Più tardi essa mi confidò che veniva all'associazione femminile perché io avevo sempre presentato la Madonna come l'ideale della donna e della ragazza.”

Trovandosi in tempo di guerra, il parroco nel 1944 lancia l’idea di fare un voto alla Madonna: se avesse protetto al parrocchia di Pfaffenhofen, i fedeli avrebbero edificato una cappella in onore della Vergine. Il peggio pareva imminente, poiché la vicina città di Ulm era stata da poco bombardata e il cielo era continuamente solcato da aerei.La fiducia dei parrocchiani viene ricompensata poiché quando la guerra ha termine si può constatare che Pfaffenhofen non ha praticamente riportato danni gravi, poiché le bombe che vi sono state lanciate sopra sono cadute nel bosco periferico, senza esplodere. 











[Modificato da Caterina63 12/07/2015 20:11]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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