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CRISI DEL SACERDOZIO? Cerchiamo di capire le ragioni (3)

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2017 14:45
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18/05/2017 20:25
 
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Il cardinale Sarah con Benedetto XVI
 

«Con il cardinal Sarah la liturgia è in buone mani». Firmato: Benedetto XVI. Quello che a prima vista può sembrare un semplice atto di stima, è in realtà una vera e propria bomba. Significa infatti che il Papa emerito – pur nel suo stile discreto, con un commento a un libro - scende direttamente in campo a difesa del cardinale Robert Sarah che, come prefetto della Congregazione per il Culto divino, è stato ormai isolato dalle nuove nomine di papa Francesco.

di Riccardo Cascioli

«Con il cardinal Sarah la liturgia è in buone mani». Firmato: Benedetto XVI. Quello che a prima vista può sembrare un semplice atto di stima, è in realtà una vera e propria bomba. Significa infatti che il Papa emerito – pur con il suo stile discreto - scende direttamente in campo a difesa del cardinale Robert Sarah che, come prefetto della Congregazione per il Culto divino, è stato ormai isolato ed emarginato dalle nuove nomine di papa Francesco, e pubblicamente smentito nel suo indirizzo dallo stesso Papa.

Il clamoroso gesto di Benedetto XVI è arrivato sotto forma di post-fazione per un libro del cardinale Sarah, “La force du silence” (Il potere del silenzio), non ancora tradotto in italiano. Il testo di Benedetto XVI dovrebbe essere pubblicato sulle prossime edizioni del libro, ma è stato reso pubblico ieri sera dal sito americano First Things.

In esso Benedetto XVI elogia grandemente il libro del cardinale Sarah e Sarah stesso, definito «maestro spirituale, che parla dal profondo del silenzio con il Signore, espressione della sua unione interiore con Lui, e per questo ha da dire qualcosa a ciascuno di noi».

E alla fine della lettera si dice grato a papa Francesco per «aver nominato un tale maestro spirituale a capo della congregazione per la celebrazione della liturgia nella Chiesa». È una nota che sa più di blindatura che di vera gratitudine. Non è un mistero infatti che nel corso dell’ultimo anno il cardinal Sarah è stato via via esautorato di fatto, prima con la nomina dei membri della Congregazione che ha avuto l’esito di circondare Sarah di personaggi progressisti apertamente ostili alla “riforma della riforma” invocata da Benedetto XVI e che il cardinale guineano tentava di realizzare (clicca qui). Poi l’aperta sconfessione da parte del Papa a proposito della posizione degli altari (clicca qui e qui); quindi la nuova traduzione dei testi liturgici che sarebbe allo studio di una commissione creata a insaputa e contro il cardinale Sarah (clicca qui); infine le mosse per studiare una messa "ecumenica" bypassando la Congregazione stessa (clicca qui).

Si tratta di una deriva che colpisce al cuore lo stesso pontificato di Benedetto XVI che poneva la liturgia al centro della vita della Chiesa. E nel documento ora pubblicato, il Papa emerito rilancia un monito: «Così come per l’interpretazione della Sacra Scrittura, anche per la liturgia è vero che è necessaria una conoscenza specifica. Ma è anche vero della liturgia che la specializzazione può mancare l’essenziale a meno che non sia radicata in una profonda, interiore unione con la Chiesa orante, che sempre di nuovo impara dal Signore stesso cosa sia l’adorazione». Da qui l’affermazione finale che suona come un avvertimento: «Con il cardinale Sarah, maestro del silenzio e della preghiera interiore, la liturgia è in buone mani».

Questo intervento di Benedetto XVI, che cerca di blindare il cardinale Sarah e rimetterlo effettivamente a capo della Congregazione per la liturgia, è senza precedenti. E seppure la forma è quella di un “innocuo” commento a un libro, a nessuno può sfuggire il significato ecclesiale di tale mossa, che indica la preoccupazione del Papa emerito per quanto sta avvenendo nel cuore della Chiesa.

Benedetto XVI interviene ora sulla cosa che forse maggiormente ha caratterizzato il suo pontificato: «La crisi della Chiesa è una crisi della liturgia», ebbe modo di dire, e tale giudizio è stato rilanciato dal cardinale Sarah. Ma non bisogna dimenticare ciò che monsignor Georg Geinswein ha affermato in una recente intervista, in modo solo apparentemente innocente: rispondendo a una domanda sulla confusione che c’è nella Chiesa e alle divisioni che si sono create, disse che Benedetto XVI segue con attenzione tutto ciò che avviene nella Chiesa. E ora vediamo che comincia discretamente a muovere qualche passo.

 

ecco la traduzione integrale da Chiesapostconcilio

Con il Card. Sarah, la Liturgia è in buone mani
Benedetto XVI, papa emerito

Da quando ho letto le Lettere di sant'Ignazio di Antiochia nel 1950, mi ha particolarmente colpito un brano della sua Lettera agli Efesini: “Ѐ meglio tacere e essere [cristiani] che parlare e non esserlo. Insegnare è cosa ottima purché chi lo fa pratichi ciò che insegna. Uno solo è il Maestro che ha parlato e messo in pratica i suoi insegnamenti e anche ciò che ha fatto nel silenzio è degno del Padre. Solo chi ha fatto veramente sue le parole di Gesù è in grado di ascoltare anche il suo silenzio e quindi diventare perfetto, tanto da compiere le cose di cui parla e essere conosciuto per quelle che tace” (15, 1f.). 

Che cosa significa: ascoltare il silenzio di Gesù e conoscerlo attraverso il suo silenzio? Sappiamo dai Vangeli che Gesù spesso trascorreva notti intere da solo “sul monte” in preghiera, in conversazione con il Padre. Sappiamo che i suoi discorsi, le sue parole, provenivano dal silenzio e potevano maturare solo lì. Quindi è ragionevole pensare che la sua parola possa essere compresa correttamente solo se anche noi entriamo nel suo silenzio, se impariamo ad ascoltarlo a partire dal suo silenzio.

Certamente, per poter interpretare le parole di Gesù, è necessaria la conoscenza storica, che ci insegna a comprendere il tempo e il linguaggio del tempo. Ma questo da solo non è sufficiente, se vogliamo davvero comprendere il messaggio del Signore in profondità. Chiunque oggi voglia leggere i commenti sempre più profondi sui Vangeli, alla fine rimane deluso. Impara molte cose utili sulla storia di quell'epoca e una quantità di ipotesi che non contribuiscono per nulla alla comprensione del testo. In definitiva si sente che in tutto quell'eccesso di parole manca qualcosa di essenziale: l'ingresso nel silenzio di Gesù, da cui nasce la sua parola. Se non sappiamo entrare in questo silenzio, ascolteremo sempre la superficie della parola e quindi non possiamo  realmente capire.

Mentre stavo leggendo il nuovo libro del Cardinale Robert Sarah, tutti questi pensieri mi sono di nuovo tornati in mente. Sarah ci insegna ad essere silenziosi con Gesù, vera quiete interiore, e proprio questo ci aiuta a comprendere la parola del Signore in modo nuovo. Naturalmente egli non parla quasi mai di se stesso, ma di quando in quando ci  fa cogliere uno scorcio della sua vita interiore. 
In risposta alla domanda di Nicolas Diat, “Nella sua vita ha mai pensato che le parole stessero diventando troppo ingombranti, troppo pesanti, troppo rumorose?,” risponde: “Nella mia preghiera e nella mia vita interiore, ho sempre sentito il bisogno di un silenzio più profondo, più completo.... I giorni di solitudine, di silenzio e di digiuno assoluto sono stati di grande aiuto. Sono stati una grazia senza precedenti, una purificazione lenta, e un incontro personale con Dio.... I giorni di solitudine, di silenzio e di digiuno, nutriti unicamente dalla Parola di Dio, permettono all'uomo di fondare la sua vita su ciò che è essenziale”. 

Queste linee rendono visibile la fonte da cui il cardinale vive e che dà alle sue parole profonda interiorità. Da questo punto di vista, si possono quindi vedere i pericoli che continuamente minacciano la vita spirituale, anche di sacerdoti e vescovi e che quindi mettono in pericolo la Chiesa stessa, nella quale non è infrequente che la Parola venga sostituita da una prolissità che ne diluisce la grandezza. Vorrei citare una sola frase che può diventare un esame di coscienza per ogni Vescovo: “Può capitare che un sacerdote buono e pio, una volta elevato alla dignità episcopale, cada rapidamente nella mediocrità e nella preoccupazione per il successo mondano. Sopraffatto dal peso dei doveri che incombono su di lui, preoccupato per il suo potere, la sua autorità, e le necessità materiali del suo ufficio, poco a poco finisce il carburante”.

Il cardinale Sarah è un maestro spirituale, che si esprime dalle profondità del silenzio con il Signore, dalla sua unione interiore con Lui, e così ha davvero qualcosa da dire a ciascuno di noi.

Dovremmo essere grati a Papa Francesco per aver nominato un maestro così spirituale come capo della congregazione che è responsabile della celebrazione della liturgia nella Chiesa. Ѐ vero che nella liturgia, come pure nell'interpretazione della Sacra Scrittura, è necessaria la conoscenza specializzata. Ma è anche vero, per quanto riguarda la liturgia, che la specializzazione, in ultima analisi, corre il rischio di tralasciare le cose essenziali se non è fondata su una profonda unione interiore con la Chiesa orante, che impara ogni giorno di nuovo dal Signore stesso ciò che è l'adorazione. Con il cardinale Sarah, come maestro di silenzio e di preghiera interiore, la liturgia è in buone mani.

Benedetto XVI, Città del Vaticano.
______________________
Questo saggio apparirà come post fazione nel prossimo libro del card. Robert Sarah The Power of Silence: Against the Dictatorship of Noise, pubblicato da Ignatius Press. (Edizione italiana: La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore, Cantagalli, maggio 2017, pag.400)
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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