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Papa Francesco Viaggio Apostolico Cuba, America e Philadelphia 19-27 settembre 2015

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2015 12:18
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07/09/2015 08:52
 
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FRANCESCO IN USA
La gigantografia che annuncia la visita di papa Francesco a New York
 

Mancano pochi giorni al viaggio apostolico a Cuba e Stati Uniti, un appuntamento importante per il papato di Francesco. I temi sul tavolo sono di grande rilievo (rapporti Cuba-Usa, il discorso all'Onu, la Giornata mondiale a Philadelphia). Poi il ritorno a Roma e quindi l'inizio, il 4 ottobre, del Sinodo ordinario sulla famiglia.

di Lorenzo Bertocchi

Mancano pochi giorni al viaggio apostolico a Cuba e Stati Uniti, un appuntamento importante per il papato di Francesco. I temi sul tavolo sono di grande rilievo, dalla questione Cuba-Usa, al discorso che il papa terrà all'Onu, per concludere con la Giornata mondiale della Famiglia a Philadelphia, dal 22 al 27 settembre. Poi il ritorno a Roma e quindi l'inizio, il 4 ottobre, del Sinodo ordinario sulla famiglia che si concluderà il 25 dello stesso mese. 

Lungo i tornanti di questi appuntamenti in agenda potremoconoscere meglio i lineamenti del pontificato di Bergoglio. Austen Ivereigh, già addetto stampa del cardinale Murphy-O’Connor, e autore del best-seller  Tempo di Misericordia, dice che il Papa viene spesso descritto come «agente del cambiamento», ma le sue parole e azioni sono distorte a causa della «fantasia liberale e dell'ansia conservatrice, che si alimentano a vicenda». Il punto, a giudizio di Ivereigh, è che la «restaurazione della misericordia» voluta dal Papa «non vuole cambiare l'insegnamento della Chiesa, ma rendere più facile l'accesso delle persone a questo insegnamento».

Il giornalista irlandese è intervenuto ad un seminario organizzato a Philadelphia (Usa) dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, con la sponsorizzazione della rivista Columbia. All'incontro hanno preso parte circa 200 tra giornalisti ed esperti, per focalizzare l'attenzione sul prossimo viaggio del Papa negli Stati Uniti. Tra gli altri c'erano anche monsignor Joseph E. Kurtz, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, l'arcivescovo di Los Angeles, José H. Gomez, e l'arcivescovo di Philadelphia, Chaput. Il direttore esecutivo del Catholic News Agency, Alejandro Bermudez, ha sottolineato che le attese per il viaggio del Papa, per quanto possano essere indagate, devono sempre fare i conti con “l'imprevedibilità” che caratterizza l'azione del Papa argentino. È il primo papa dell'America Latina, ed è fondamentale ricordarlo per «fornire il contesto in cui capire»il Santo Padre, ha detto Bermudez.

Presente anche monsignor Jean Laffitte, segretario del Pontificio consiglio per la Famiglia, il quale hasottolineato che il Papa «vuole rendere tutti consapevoli che non possiamo fermare il nostro servizio con la mera affermazione delle verità dottrinali e dei precetti etici, ma dobbiamo essere preoccupati di come le persone possono ricevere la buona notizia del Vangelo nella loro concreta situazione personale». Il vescovo francese, professore all'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e famiglia, ha appena pubblicato un libro, The Choice of family, che vede la prefazione di Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, era anche lui presente al seminario. Per il Papa, ha detto Anderson, «la famiglia è il luogo principale in cui possiamo aspirare alla grandezza» e vede una continuità particolare tra gli insegnamenti del Beato Paolo VI e quello di Papa Francesco.

L'arcivescovo Gomez (Los Angeles) ha, invece, puntato l'attenzione su un altro tema caldo, quellodegli immigrati. Ha rilevato che l'anno scorso l'arcidiocesi di Los Angeles ha battezzato «più bambini che a New York, Chicago, Philadelphia, e Washington DC insieme, e la maggior parte di loro sono figli di immigrati, e la maggior parte sono ispanici». Il problema dell'immigrazione è rilevante, molte sono le «sofferenze psicologiche e spirituali degli immigrati clandestini», situazioni che poi si riverberano anche sui problemi della famiglia. Per questo occorre molta «attenzione pastorale», «tenendo conto delle differenze culturali». Monsignor Kurtz, presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, ha considerato che Papa Francesco attraverserà l'Oceano «come pastore e come un buon profeta», chiamando le persone alla conversione. Inoltre, ha aggiunto Kurtz, il Pontefice parlerà «della libertà di servire e di essere capaci di servire nella pubblica piazza». Su quest'ultima considerazione, forse, non tutti i convenuti si troverebbero d'accordo nel dare la stessa interpretazione “pastorale”.





2012, Benedetto XVI a Cuba: convivano giustizia e libertà

Benedetto XVI incontra Fidel Castro all'Avana - REUTERS

Benedetto XVI incontra Fidel Castro all'Avana - REUTERS

14/09/2015 

Mancano ormai pochi giorni al viaggio di Papa Francesco a Cuba negli Stati Uniti: sarà la visita più lunga del suo Pontificato, in tutto 10 giorni, dal 22 al 28 settembre. E’ il terzo Pontefice a recarsi nell’isola caraibica. Nel 1998 si svolse la prima storica visita di Giovanni Paolo II. Nel 2012, dal 26 al 28 marzo, è stata la volta di Benedetto XVI. Ripercorriamo questo secondo viaggio pontificio a Cuba con il servizio di Sergio Centofanti:

Nel cuore di Benedetto XVI le giuste aspirazioni di tutti i cubani
Benedetto XVI arriva come “pellegrino della carità”, portando nel cuore “le giuste aspirazioni e i legittimi desideri di tutti i cubani, dovunque si trovino, le loro sofferenze e gioie”. Il suo primo pensiero in terra cubana va in particolare ai poveri e ai detenuti. Parla di giustizia, pace, libertà, diritti fondamentali, riconciliazione in un momento segnato dalla “difficoltà economica” e da “una profonda crisi di tipo spirituale e morale, che ha lasciato l’uomo senza valori e indifeso di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono conto del bene autentico delle persone e delle famiglie”. “Il vero progresso – sottolinea – necessita di un’etica che collochi al centro la persona umana” con la “sua dimensione spirituale e religiosa”. Benedetto XVI ricorda lo storico viaggio di Giovanni Paolo II a Cuba nel 1998: una visita che ha dato “nuovo vigore alla Chiesa” nel Paese “destando in molti una rinnovata coscienza dell’importanza della fede”, soprattutto in una terra dalle “profonde radici cristiane”, e stimolando “il desiderio di lavorare con audacia per un futuro migliore”. “Uno dei frutti più importanti di quella visita – afferma Benedetto XVI – fu l’inaugurazione di una nuova fase nelle relazioni tra la Chiesa e lo Stato cubano con uno spirito di maggiore collaborazione e fiducia, benché rimangano ancora molti aspetti nei quali si può e si deve avanzare”.

Se la società estromette Dio diventa luogo inospitale
“Quando Dio è estromesso – afferma durante la Messa in occasione del 400.mo anniversario della scoperta dell’immagine della Vergine della Carità del Cobre – il mondo si trasforma in un luogo inospitale per l’uomo”. “Allontanarsi da Dio ci allontana da noi stessi e ci precipita nel vuoto. L’obbedienza nella fede è la vera libertà”. Il Papa ricorda che “la famiglia fondata sul matrimonio” ha “l’altissima missione di essere cellula fondamentale della società”, sottolinea la necessità “di accogliere la vita umana, specialmente la più indifesa e bisognosa”. Invoca “le armi della pace, del perdono e della comprensione” per “costruire una società aperta e rinnovata, una società migliore, più degna dell’uomo”. Prega per coloro che sono privi di libertà.

In Gesù si trova la vera libertà
Nella Messa, presieduta nella “emblematica” Plaza de la Revolución all’Avana, annuncia “apertamente il Signore Gesù come Via, Verità e Vita. In Lui – afferma - tutti troveranno la piena libertà”. Il Cristianesimo – spiega – non impone ma propone l’invito di Cristo a conoscere la verità che rende liberi”. “Non esitate – è la sua esortazione – a seguire Gesù Cristo. In Lui troviamo la verità su Dio e sull’uomo”. Quindi parla della libertà religiosa che è “essenziale” e consiste “nel poter proclamare e celebrare anche pubblicamente la fede”. Riconosce “con gioia che sono stati fatti passi in Cuba affinché la Chiesa compia la sua ineludibile missione di annunciare pubblicamente e apertamente la sua fede. Tuttavia – nota - è necessario proseguire” su questa strada. Benedetto parla della libertà educativa: “E’ da sperare che presto giunga anche qui il momento in cui la Chiesa possa portare nei vari campi del sapere i benefici della missione” che il Signore le ha affidato. Cuba, come il mondo, ha “bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se ognuno è nella condizione di interrogarsi sulla verità” liberamente.

A Cuba convivano giustizia e libertà
Nella cerimonia di congedo lancia un accorato appello: “Cuba sia la casa di tutti e per tutti i cubani, dove convivano la giustizia e la libertà”. “Il rispetto e la cura della libertà che palpita nel cuore di ogni uomo è imprescindibile per rispondere in modo adeguato alle esigenze fondamentali della sua dignità e costruire così una società nella quale ciascuno si senta protagonista del futuro della propria vita, della propria famiglia e della propria patria”: “nessuno si senta impedito”, per “limitazione delle proprie libertà fondamentali”, a prendere parte” all’appassionante compito di costruire “una società di ampi orizzonti, rinnovata e riconciliata”. Il Papa ribadisce il no all’embargo statunitense esortando ad “un dialogo paziente” e a eliminare “posizioni inamovibili ed i punti di vista unilaterali che tendono a rendere più ardua l’intesa ed inefficace lo sforzo di collaborazione”. Quindi, l’appello finale: “Cuba, ravviva in te la fede dei tuoi Padri! Prendi da questa fede la forza per edificare un avvenire migliore, abbi fiducia nelle promesse del Signore, apri il tuo cuore al Vangelo per rinnovare in modo autentico la vita personale e sociale”.














[Modificato da Caterina63 14/09/2015 21:05]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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