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Papa Francesco Viaggio Apostolico Cuba, America e Philadelphia 19-27 settembre 2015

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2015 12:18
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20/09/2015 12:24
 
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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
A CUBA, NEGLI STATI UNITI D'AMERICA 
E VISITA ALLA SEDE DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE 

(19-28 SETTEMBRE 2015)

SALUTO DEL SANTO PADRE AI GIORNALISTI
DURANTE IL VOLO ROMA-
LA HABANA

Volo Papale
Sabato, 19 settembre 2015

[Multimedia]



 

Santo Padre, benvenuto in mezzo a noi. Siamo di nuovo in volo per l’inizio di un grande viaggio apostolico. C’è stata una grandissima attesa per questo viaggio, come Lei sa bene. Già nei giorni recenti, anzi, nelle settimane recenti la copertura giornalistica su questo viaggio è grandissima: diciamo più del solito, rispetto anche agli altri viaggi. E a terra ci sono, ad aspettarLa, migliaia di giornalisti accreditati nelle diverse località dove Lei viaggerà. Qui noi siamo 76: avevamo avuto più di 140 domande per essere presenti sul volo, e abbiamo dovuto restringere. Ma gli altri colleghi seguono con molta attenzione, naturalmente dai diversi punti in cui il viaggio avviene. La comunità che è qui presente, come al solito, rappresenta diverse lingue e diversi Paesi. Però è comprensibile che ci sia questa volta una rappresentanza di giornalisti e di testate degli Stati Uniti particolarmente forte. Quindi, circa un terzo dei colleghi qui presenti sono rappresentanti di televisioni, giornali, agenzie degli Stati Uniti: oltre 20 su 76. Però, abbiamo anche una cubana con noi, che si chiama Rosa Miriam Elizalde: eccola là. Potrà salutarla mentre girerà. E allora, noi Le diamo il benvenuto in mezzo a noi, Le assicuriamo che seguiremo questo viaggio con estrema attenzione rendendoci conto che è di grande importanza per il mondo intero: Lei avrà modo di dare messaggi per la pace per tutte le Nazioni in circostanze assolutamente eccezionali. Se vuole dire una breve parola di introduzione anche Lei, prima di salutare i colleghi… Grazie mille!

Grazie per il benvenuto! Buongiorno. Vi auguro un buon viaggio e un buon lavoro. Se non sbaglio, credo che questo sia il [viaggio] più lungo che io faccio, un giorno in più di quello in Brasile… Avrete lavoro! Vi ringrazio tanto, tanto per il lavoro che fate e che farete. Padre Lombardi ha detto una parola: pace. Credo che oggi il mondo sia assetato di pace. Ci sono le guerre, i migranti che fuggono, questa ondata migratoria che viene dalle guerre, per fuggire dalla morte, per cercare la vita… Oggi mi sono emozionato tanto perché a salutarmi alla porta di Sant’Anna c’era una delle due famiglie che sono nella parrocchia di Sant’Anna, in Vaticano, accolte lì, siriani, profughi… Si vedeva nel volto il dolore di questo! Quella parola: “pace”… Io vi ringrazio per tutto quello che voi farete nel vostro lavoro per fare ponti: piccoli ponti, piccoli, ma un piccolo ponte e un altro e un altro e un altro, fanno il grande ponte della pace.

Buon viaggio, buon lavoro. Pregate per me. Grazie.

Un’ultima cosa, di cui padre Lombardi ha parlato, e che ma uno di voi mi ha sottolineato, è questa: è giusto che io dica e mandi un saluto grande a tanti vostri colleghi che in questo momento stanno lavorando e lavoreranno negli uffici.







VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
A CUBA, NEGLI STATI UNITI D'AMERICA 
E VISITA ALLA SEDE DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE 
 
(19-28 SETTEMBRE 2015)

CERIMONIA DI BENVENUTO A CUBA

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Aeroporto Internazionale “José Martí”, La Habana
Sabato, 19 settembre 2015

[Multimedia]

PER LE FOTO DELL'ARRIVO CLICCARE QUI


 

Signor Presidente,
Distinte Autorità, 
Fratelli nell’Episcopato, 
Signori e Signore,

molte grazie, Signor Presidente, per la Sua accoglienza e le Sue cortesi parole di benvenuto a nome del Governo e di tutto il popolo cubano. Il mio saluto va anche alle Autorità e ai membri del Corpo Diplomatico che hanno avuto la cortesia di rendersi presenti in questa circostanza.

Ringrazio per la loro fraterna accoglienza il Cardinale Jaime Ortega y Alamino, Arcivescovo di La Habana, Mons. Dionisio Guillermo García Ibáñez, Arcivescovo di Santiago di Cuba e Presidente della Conferenza Episcopale, gli altri Vescovi e tutto il popolo cubano.

Grazie a tutti coloro che si sono prodigati nella preparazione di questa visita pastorale. Vorrei chiederLe, Signor Presidente, di trasmettere i miei sentimenti di speciale considerazione e rispetto a Suo fratello Fidel. Vorrei inoltre che il mio saluto giungesse in modo particolare a tutte quelle persone che, per diversi motivi, non potrò incontrare e a tutti i cubani dispersi nel mondo.

Come Lei, Signor Presidente, ha ricordato, in questo anno 2015 si celebra l’80° Anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche ininterrotte tra la Repubblica di Cuba e la Santa Sede. La Provvidenza mi permette di arrivare oggi in questa amata Nazione, seguendo le indelebili orme del cammino aperto dai memorabili viaggi apostolici che hanno compiuto in quest’Isola i miei due predecessori, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. So che il loro ricordo suscita gratitudine e affetto nel popolo e nelle Autorità di Cuba. Oggi rinnoviamo questi legami di cooperazione e amicizia perché la Chiesa continui ad accompagnare ed incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze, nelle sue preoccupazioni, con libertà e tutti i mezzi e necessari per far giungere l’annuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della società.

Questo viaggio apostolico coincide inoltre con il primo Centenario della proclamazione della Vergine della Carità del Cobre quale Patrona di Cuba, da parte di Benedetto XV. Furono i veterani della guerra d’indipendenza, mossi da sentimenti di fede e di patriottismo, che chiesero che la Vergine mambisa [cubana] fosse la patrona di Cuba come Nazione libera e sovrana. Da quel momento, Ella ha accompagnato la storia del popolo cubano, sostenendo la speranza che custodisce la dignità delle persone nelle situazioni più difficili e difendendo la promozione di tutto ciò che conferisce dignità all’essere umano. La devozione crescente verso la Vergine della Carità del Cobre è una testimonianza visibile della presenza della Vergine nell’anima del popolo cubano. In questi giorni avrò l’occasione di recarmi al Santuario del Cobre come figlio e come pellegrino, a pregare nostra Madre per tutti i suoi figli cubani e per questa amata Nazione, perché percorra sentieri di giustizia, di pace, di libertà e di riconciliazione.

Geograficamente, Cuba è un arcipelago che si affaccia verso tutte le direzioni, con uno straordinario valore come “chiave” tra nord e sud, tra est e ovest. La sua vocazione naturale è quella di essere punto d’incontro perché tutti i popoli si trovino in amicizia, come sognò José Martí, «oltre le strettoie degli istmi e le barriere dei mari» (Conferenza Monetaria delle Repubbliche d’America, inObras escogidas II, La Habana 1992, 505). Questo stesso desiderio fu di san Giovanni Paolo II con il suo ardente appello «affinché Cuba si apra con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba» (Discorso all’arrivo, 21 gennaio 1998, 5).

Da alcuni mesi, siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni di allontanamento. È un processo, è un segno del prevalere della cultura dell’incontro, del dialogo, del «sistema della valorizzazione universale... sul sistema, morto per sempre, di dinastia e di gruppo», diceva José Martí (ibid.). Incoraggio i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a sviluppare tutte le sue potenzialità, come prova dell’alto servizio che sono chiamati a prestare a favore della pace e del benessere dei loro popoli, e di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero. Il mondo ha bisogno di riconciliazione in questa atmosfera di terza guerra mondiale “a pezzi” che stiamo vivendo.

Affido queste giornate all’intercessione della Vergine della Carità del Cobre, dei Beati Olallo Valdés e José López Pieteira e del venerabile Félix Varela, grande propagatore dell’amore tra i cubani e tra tutti gli esseri umani, perché accrescano i nostri legami di pace, solidarietà e rispetto reciproco.

Di nuovo, molte grazie, Signor Presidente.








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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