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Riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2016 11:07
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09/09/2015 14:47
 
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Astenersi perditempo

DI COSTANZA MIRIANO
disegno di Giulia Amadei

disegno di Giulia Amadei

di Costanza Miriano

Non sono, sinceramente, in grado di valutare la novità della lettera motu proprio data dal Papa sulla riforma del processo matrimoniale per la dichiarazione di nullità (parlo al singolare perché l’altra lettera è dedicata alla questione delle chiese orientali, delle quali so ancora meno se possibile).

Credo che per valutare bene la portata delle novità introdotte da Francesco bisognerebbe sapere quale fosse la procedura prima, sulla carta, e come andassero le cose nella realtà, quindi avere una qualche dimestichezza con la Romana Rota o almeno avere un parente entro il terzo grado che ci avesse avuto qualcosa a che fare.
Dico la verità, spero solo che la cosa non mi debba riguardare personalmente – credo sia sempre una sofferenza – e sono contenta che chi dovesse trovarsi ad affrontare il fallimento del proprio matrimonio possa ricevere più accoglienza, la possa avere, se ne ha diritto davvero, velocemente (la forma brevior sarà di trenta giorni) e gratis (la Romana Rota darà il buon esempio, sperando che si adeguino tutte le diocesi, perché i vescovi saranno molto più coinvolti di adesso): non si tratterà più dunque di un procedimento che solo i ricchi potranno permettersi.

Come dicevo, non sono in grado di valutare la portata delle novità, ma soprattutto non so se mi interessano molto come fedele. Sono contenta che la cosa sia stata affrontata prima del Sinodo, perché credo che la Chiesa abbia cose molto più importanti di cui occuparsi. La nullità riguarda infatti alcune fattispecie molto particolari (aver taciuto di gravi malattie contagiose, della sterilità, il rifiutare figli eccetera), e riguarda persone che dopo quella prima esperienza abbiano deciso di risposarsi cominciando un cammino di fede vero e serio con un’altra persona. Non credo che siano folle… Quei casi verranno valutati uno ad uno, più velocemente di oggi e con maggiore misericordia. Bene per loro, mi fido del giudizio che darà la Chiesa, mia madre, sapendo che non sarà leggera: ne va della salvezza eterna di quelle persone.

Quello che mi interessa è il discorso che precede questa decisione del Papa: moltissimi dei matrimoni celebrati in chiesa, ci aveva ragionato più volte Benedetto XVI, non sono validi, spesso “per grave deficit nella comprensione del matrimonio stesso tale da determinare la volontà” – come aveva detto il Papa a gennaio, all’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario della Romana Rota –. “La crisi del matrimonio, infatti, è non di rado nella sua radice crisi di conoscenza illuminata dalla fede, cioè dall’adesione a Dio e al suo disegno d’amore realizzato in Gesù Cristo. Vi è oggi un gran numero di fedeli in situazione irregolare, sulla cui storia ha avuto un forte influsso la diffusa mentalità mondana”. Nel matrimonio infatti sono gli sposi a essere ministri del sacramento, ed è un problema se non aderiscono o non capiscono quello che stavo facendo.

Mi sembra evidente che il grosso lavoro della Chiesa debba essere quello non solo di prevenire i fallimenti matrimoniali, ma soprattutto di continuare (ritornare?) a essere profetica, annunciando che il sacramento del matrimonio ti introduce a una forma diversa di amore, che ha poco, direi niente a che vedere con quello mondano: infatti quando Gesù ne parla ai suoi discepoli, loro gli rispondono “se le cose stanno così non conviene sposarsi”. L’amore di Cristo è qualcosa che umanamente “non conviene”, perché il cuore umano, senza la grazia, non è capace dell’amore richiesto dal per sempre del sacramento.

“Astenersi perditempo” dovrebbe essere il cartello affisso all’ingresso degli uffici matrimoni delle chiese. L’amore cristiano è un’altra cosa.

È credere alla promessa di Gesù, che ci offre la possibilità di entrare in una dinamica di amore trinitario. Se mi sposo chiedendo alla Chiesa il sacramento posso ricevere la grazia, con la mia collaborazione, di amare come ama Gesù, e quindi con una qualità di amore sostanzialmente diverso da quello del mondo. Credo che tanti problemi, tanti equivoci vengano quando si tenta di far diventare la proposta del matrimonio, che è per i discepoli, una proposta di massa: è vero, c’è una ragionevolezza naturale nello stare insieme e nel generare la vita e nel crescere figli all’interno di un’unione stabile, ma la proposta umana, è stata sovrapponibile a quella cristiana fino a qualche tempo fa, all’interno della cultura borghese. Oggi la frattura fra la morale e l’avventura cristiana è chiara, e non so se sia del tutto un male. L’importante è che si sappia, e che la Chiesa sempre si ricordi di essere vox clamans in deserto, non un modello di massa. Per tutti i battezzati, sì, ma uno a uno, pronti a vivere l’avventura della conversione personale che è un matrimonio, non di massa.



   
  ci è stato chiesto:

semplicemente ti chiedo cosa pensi dei due Motu Proprio e se sono in linea con la Santa dottrina della Fede e con la Parola di Dio.Io non ho certezze, ma mi sorgono dubbi e "frustrazione"umana. La forza per reagire a tali botte è mettersi nelle mani di Maria.
Ti chiedo.
Abbiamo tutti noi cattolici criticato il divorzio breve dei politicanti sinistroidi, poi dobbiamo cambiare idea se identica cosa viene fatta dalla Chiesa?
Inoltre, come tanti fedeli si stanno chiedendo: ma se per sposarmi nella Chiesa già dobbiamo partecipare alla corso di formazione prematrimoniale, se poi il sacerdote ci fa firmare il "processino" proprio per chiarire l'importanza del sacramento, mi dici dove nasce il motivo per cui successivamente uno dei due conigui o entrambi possano appellarsi a una supposta mancanza di fede? Ma vogliamo capire, in primis la Santa Sede, che alla Parola di Dio non c'è scorciatoia?
Vogliamo smetterla di andare incontor al Mondo? Il Mondo fa bene il suo lavoro, scaltro e menzognero. Il Mondo cento anni fa ha deciso di attaccare la Chiesa, ma come attaccandola dal Suo interno! Ci siamo forse dimenticati delle parole di Papa Paolo VI quando parlò, lui Vicario di Cristo, della diffusione tra le stanze Vaticane del fumo di Satana?Vogliamo smetterla di aprire la porta e sforzarci di passare per la porta stretta? ALLA PAROLA DI GESU' NON ESISTE ALCUNA DEROGA O INDULTO. Bisogna continuare a rimanere nella Verità. AVE MARIA




risposta:

la frustrazione resta   detto papalepapale    
perchè il Papa non ha risolto il problema ma lo ha scaricato (e giustamente) ai Vescovi ai quali ha demandato l'onere di assumersi la responsabilità del giudizio  
Il MP in sè è fatto bene, ma come dice il proverbio: fatta la legge (o fatta la festa) gabbato lo santo   
....la Conferenza episcopale tedesca, per esempio, come userà questi aggiornamenti?  
Il Papa Francesco ha fatto come Pilato, se n'è lavato le mani facendo un pò lo scarica barili....
ma del resto che poteva fare?
NON POTEVA CAMBIARE LA LEGGE lo sapeva bene e di conseguenza da buon gesuita c'ha girato attorno condendo i nuovi canoni di novità ma che di fatto vanno solo a SEMPLIFICARE gran parte dell'iter burocratico che aveva paralizzato la Sacra Rota da almeno 30 anni........

Or dunque che ne viene fuori?
IO NON SONO CANONISTA e perciò anche io limito il mio commento a ciò che leggo:
la vera riforma sta in quel chiudere con il secondo appello che di solito spettava a Roma  ma furbamente non è stato cancellato e vietato, chi vuole avrà 30 giorni per appellarsi.....

ma molti Vescovi ne approfitteranno forse per chiudere in prima istanza il giudizio e di conseguenza ANNULLARE molti matrimoni che magari erano invece validi - vedasi lo scisma tedesco ....

ma del resto le parole del Papa nel MP sono chiarissime, dice:

"....ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché, a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio."

ora non resta che vedere come sarà applicato, ma come dice il proverbio: fatta la legge (o fatta la festa) gabbato lo santo, ben si addice a questa situazione  
riuscire a ingannare chiunque; avuta la grazia (o passata la festa) gabbato lo santo, a proposito di chi fa tante promesse per ottenere un favore o un beneficio, e una volta ottenutolo si dimentica facilmente del benefattore, nel caso specifico DIO, il Cristo che sulla questione aveva parlato chiaro, aveva decretato come dovesse essere trattata la materia.






   e infatti...........



Nullità, Mons Fragnelli: "Non è pastorale low cost"

Cerimonia nuziale - ANSA

Cerimonia nuziale - ANSA

09/09/2015

"Altro che pastorale low cost! Qui si tratta di stimolare un rapporto più diretto tra pastori e uomini e donne in ricerca della verità sulle loro relazioni. Francesco ci invita ad un impegno nel maturare percorsi di fede autentica, a evitare la banalizzazione. E' la pastorale di vita interiore - quella ci propone - che si ribella, e che rifiuta una impostazione delle relazioni basate solo sull'immagine". Così Mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, Presidente della Commissione episcopale CEI per la Famiglia e la Vita, commentando la riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, presentate ieri in Vaticano.


"Sono colpito dal termine della ‘conversione’ usato dal Papa nel Motu Proprio", riprende il presule: "Lo aveva già usato nell’Evangelii Gaudium a proposito della conversione delle strutture ecclesiastiche, qui c’è l’applicazione di quel principio alla materia giuridica che riguarda le condizioni degli sposi. Ora lo ripete a noi pastori perché possiamo più celermente andare incontro senza pregiudizi alle persone con difficoltà permettendoci di accogliere le loro povertà".

E aggiunge: "Si tratta di rendere sempre più comunitaria la responsabilità per questi fratelli e queste sorelle che cercano di uscire dal dubbio della propria condizione. La Chiesa locale deve contribuire con tutta la sua ricchezza spirituale, morale ed economica perché queste persone siano aiutate ad uscire dalla situazione di incertezza e di dubbio".

Don Eugenio Zanetti, vicario giudiziale della diocesi di Bergamo e giudice nel Tribunale ecclesiastico regionale lombardo, spiega la direzione in cui leggere questo documento e lo spirito cheha mosso il Papa: "Essere più vicini possibile alle persone e riconoscere al vescovo diocesano una sua potestà anche giudiziale, oltre che legislativa e amministrativa, per cui egli può essere competente direttamente nelle cause di nullità. Potendo la singola diocesi istruire i processi, i fedeli hanno meno difficoltà logistiche, temporali ed economiche per aderire a questo tipo di cause".

"L’abolizione della doppia conforme abbrevia i tempi - precisa il sacerdote - tuttavia la riforma rimane nell’ambito di una procedura giudiziale, che segue alcune regole di rispetto delle persone, della loro possibilità di conoscere le motivazioni, di replicare e anche di manifestare la propria opinione, perché alla fine si giunga a chiarire dei fatti. Ricordiamoci infatti che si tratta sempre di procedimenti di dichiarazione che a un matrimonio mancarono degli elementi per cui non è mai stato celebrato. Non si tratta né di annullmaneto né di scioglimento".

Molti si chiedono se la mancanza di fede costituisca motivo di nullità. C’è in merito qualche novità? "Questa riforma tocca l’aspetto procedurale, mentre i motivi di nullità restano i medesimi. Quindi anche il vescovo dovrà applicare la normativa sostanziale come è oggi. Quando la mancanza di fede va a toccare l’esclusione di alcuni elementi che fondano il matrimonio (es. apertura alla procreazione, indissolubilità, sacramentarietà...), essa fa da presupposto per quei capi di nullità più precisamente presi in considerazione".
Basterà la riforma a risolvere la questione pastorale che riguarda i separati e divorziati? "

L’esperienza come fondatore de 'La Casa' - gruppo di consulenza canonica ed accompagnamento spirituale per persone separate o divorziate - mi dice che le cause di nullità rimarranno limitate rispetto al grande numero di separazioni. A Bergamo ogni anno circa 1500 sono le cause di separazione, e ogni anno si fanno 20 cause di nullità. Mettiamo pure che ora vengano raddoppiate, saranno sempre poche. Quindi ci deve essere comunque un cammino di accompagnamento spirituale ed ecclesiale perché dentro la Chiesa queste persone abbiano ad essere aiutate a fare una maturazione umana e cristiana".








[Modificato da Caterina63 10/09/2015 18:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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