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Il Corano stesso smentische che Cristiani e Musulmani hanno lo stesso Dio

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2017 12:15
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10/09/2015 09:54
 
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Delle altre tre parti lo schema è il seguente: 

III: Le confutazioni cristiane dell’islamismo. Impossibilità di considerare l’islamismo una sorta di “eresia cristiana”. Critica delle dichiarazioni del Concilio sull’islam e della pastorale in proposito del Pontefice regnante. Sintesi delle confutazioni dell’islamismo fatte in passato, oggi passate sotto silenzio e dimenticate: da san Giovanni Damasceno a san Tommaso, al Cusano, sino a Pio II, l’umanista Enea Silvio Piccolomini, che in un pubblico discorso, tenuto a Mantova il 26 settembre 1459, in una Dieta intesa a convocare (senza successo) una crociata contro i Turchi, definì Maometto “falso profeta”.

IV: La “mariologia” coranica. Esposizione della Maria del Corano, la “ Maria madre di Gesù, profeta dell’Islam”. Si dimostra, sulla scorta degli studi del grande Roger Arnaldez, che la “Maria del Corano” non ha nulla a che vedere con la S.ma Vergine, non si tratta della stessa persona. Essa è confusa con “Maria, sorella di Aronne”, il fratello di Mosè, vissuta circa dodici secoli prima di Cristo. E se l’Aronne menzionato nel Corano fosse un altro Aronne, come sostengono i commentatori mussulmani, non si saprebbe quale (dimostra Arnaldez), risultando del tutto ingarbugliate e contraddittorie le genealogie costruite al riguardo dai detti commentatori.

V: La “cristologia” coranica. Esposizione del Gesù che viene menzionato nel Corano, sempre in base ai fondamentali studi di Arnaldez, ma non solo, dai quali appare con evidenza che il “Gesù, figlio di Maria” presentato nel Corano quale semplice uomo anche se dotato di poteri straordinari e sopra tutto quale precursore di Maometto – l’avrebbe annunciato nel Vangelo di Giovanni ma i discepoli invidiosi avrebbero nascosto la cosa, falsificando il testo! – non è (ovviamente) Gesù Nostro Signore; non ha nulla a che vedere con il vero Gesù.
È invece il Gesù dei Vangeli apocrifi, il Cristo delle eresie nestoriane, ariane, docetiste al tempo diffuse tra i cristiani della penisola arabica.
È nato per intervento di un angelo, è taumaturgo, fa miracoli, ma non muore in croce, sostituito da una “sembianza”, o da un sosia il cui nome sarebbe stato “Sergio”, secondo alcuni commentatori mussulmani. Non è Figlio di Dio (grave bestemmia per i mussulmani), si trova presso Allah e nel Giorno del Giudizio tornerà sulla terra a rendere testimonianza a Maometto, diffondendo l’islamismo e condannando all’eterna dannazione (dal minareto della moschea di Damasco) i cristiani, per averlo adorato come figlio di Dio!
Come si vede da questi pochi cenni, la “mariologia” e la “cristologia” coraniche sono un guazzabuglio indescrivibile, una diabolica perversione dei dati autentici delle nostre Sacre Scritture. Solo pastori che avevano smarrito il sensus fidei o nulla sapevano di quella religione (voglio pensare sopra tutto all’ignoranza) potevano approvare documenti, elaborati dai soliti noti, che suggerivano ai fedeli il rispetto per il credo islamico con frasi contraddittorie e assurde come queste: “Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione” (Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, sulla Chiesa e le religioni non cristiane, 3.1).


I.
La falsa immagine dell’islam contribuisce a confondere il culto della S.ma Vergine, la venerazione per Abramo, l’adorazione del vero Dio 

SOMMARIO : 1. Gli equivoci sulla S.ma Vergine, dovuti anche al “dialogo” con l’islam. 2. La falsa nozione di islam penetrata nel Concilio Vaticano II. 3. Un utopistico appello “catto-islamico” del 2006. 4. Il “dialogo” con l’islam nello “schema ecumenico” del cardinale Agostino Bea SI. 5. L’Abramo del Corano non è quello vero, della Bibbia: 5.1 Il Corano “archetipo celeste” che tuttavia contiene contraddizioni (ed errori in materia biblica). 5.2 L’abrogante e l’abrogato, esempi di contraddizione nel Corano. 5.3 Il volontarismo maomettano esclude l’Alleanza tra Dio e l’uomo, stipulata con Abramo, testimoniata nella Bibbia. 5.4 L’incitamento alla guerra santa. 5.5 L’islamismo “religione di Abramo”, nemica giurata della nostra.

* * *
1. Gli equivoci sulla S.ma Vergine dovuti anche al “dialogo” con l’islam.
Nell’attuale clima torbido prospera una saggistica anticattolica di basso livello tesa a screditare i dogmi della nostra fede. Essa si nutre anche degli errori diffusi dall’esegesi cattolica ufficiale, aperta a tutte le novità, scaduta da tempo a pedissequa imitatrice dell’esegesi razionalista protestante, notoriamente avversa al Sovrannaturale, il cui scopo è dimostrare che il Nuovo Testamento è in gran parte frutto di tardive rielaborazioni semimitiche ad opera della cosiddetta “comunità cristiana primitiva”, e quindi posteriori alla distruzione del Tempio di Gerusalemme dell’AD 70, profetizzata da Nostro Signore nei Vangeli. Quest’esegesi è pseudo-scientifica almeno per quattro motivi:
  1. rifiuta a priori i dati della tradizione cristiana sulla storicità dei Vangeli;
  2. rifiuta a priori i risultati forniti dalle moderne tecniche di ricerca, i quali hanno dimostrato (se mai ce ne fosse stato bisogno) l’anteriorità inequivocabile del Vangelo di S. Marco all’anno 70;
  3. pur mostrando grande erudizione linguistica e filologica, mette in opera una vera e propriadecostruzione dei testi, i criteri della quale in realtà sfuggono, pervasa, come sembra, da una insistita “creatività ermeneutica”;
  4. è mossa dal desiderio di voler adattare i fatti della Rivelazione alla mentalità scettica e miscredente dell’uomo contemporaneo, il quale non crede ai miracoli né all’esistenza di Dio e professa nello stesso tempo un culto superstizioso, quasi magico, nei confronti della scienza, il che è come dire: nei confronti di se stesso[1].
Sono pertanto tornati in auge, nella saggistica di taglio popolare, tradizionali cavalli di battaglia della più vieta polemica anticristiana, che ripete più o meno sempre le stesse cose, dai tempi del neoplatonico Celso a quelli più vicini a noi di liberi pensatori, illuministi, massoni, teosofi, materialisti di ogni scuola, esistenzialisti, freudiani. Tra questi, la straordinaria affermazione secondo la quale la verità di fede attestante che “Maria” è la “Madre di Dio” altro non sarebbe stata che l’adattamento cristiano di antichi culti pagani, quali la Magna Mater, Iside, Demetra etc. Questa assurdità viene riproposta oggi anche nella variante per così dire “femminista”, come se tale immagine della Madonna fosse stata inventata per equilibrare l’immagine altrimenti troppo “maschilista” della Chiesa[2].
2. La falsa nozione di islam penetrata nel Concilio Vaticano II.
Accanto a simili amenità, contribuisce ad accrescere la confusione attorno alla figura della Madre di Dio anche il “dialogo ecumenico” con le altre religioni, in particolare quello con l’islam. Perché con l’islam? Perché il Concilio Vaticano II ha avuto il coraggio di presentare come accettabile anche per i cattolici il culto che i mussulmani manifestano nei confronti di “Maria madre di Gesù” e la “venerazione” che essi mostrano per Gesù, “come profeta”, pur negandone la divinità.
Scrive infatti la costituzione dogmatica (ma senza dogmi) Lumen Gentium sulla Chiesa, all’art. 16, sui “non cristiani e la Chiesa”, che: “il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede in Abramo, adorano con noi un Dio unico [nobiscum Deum adorant unicum], misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale”.

Di rincalzo, la Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, al par. 3.1 dedicato alla religione mussulmana: 
“La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano sua Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre, attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale, e rendono culto a Dio, soprattuto con la preghiera, le elemosine e il digiuno”[3].
Il par. 3.2 chiude quest’incredibile elogio dell’Islam con il sentimentalismo superficiale, caramelloso, inneggiante alla “mutua comprensione”, al “dialogo”, al progresso, alla pace nel mondo e in sostanza alla democrazia, che caratterizza svariati testi del Vaticano II:
“Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”[4].

Lo sgomento provocato da queste dichiarazioni risulta dai seguenti loro caratteri: 
  1. sembrano riconoscere come autentica la “rivelazione” del Corano : “adorano con noi un Dio unico”, il quale “ha parlato agli uomini”;
  2. utilizzano una terminologia coranica e comunque mussulmana nel descrivere attributi di Dio: “l’unico Dio, il vivente, il sussistente” (Cor., sura 3, 1) e il modo di credere: “sottomettersi ai decreti di Dio anche nascosti”;
  3. sembrano riconoscere come valido il culto di Abramo del Corano, quasi fosse simile al nostro, concepito invece da Maometto in funzione anticristiana oltre che antigiudaica;
  4. giustificano i riconoscimenti concessi rinviando in nota (nota n. 5 della Nostra Aetate) ad un lettera di san Gregorio VII all’ emiro della Mauritania, nella quale si afferma che noi e i mussulmani crediamo “nello stesso Dio, sia pure in modo diverso”, creando così la falsa impressione che quanto affermato dal Concilio sull’islam sia in armonia con il modo di pensare della Chiesa del passato. Al tempo di Gregorio VII il Corano non era stato ancora tradotto in latino. L’affermazione contenuta nella lettera si spiega con l’ignoranza al tempo corrente nella Chiesa latina sulle dottrine dell’islam, ancora ritenuto una sorta di eresia cristiana. Di un eretico, infatti, si può dire – volendo – che crede “nello stesso [nostro] Dio, sia pure in modo diverso”. Del resto, fu proprio Gregorio VII che cominciò a preparare il terreno alla prima Crociata.







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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