È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Cari Vescovi, vi supplichiamo, non tacete più, gridate dai tetti la Verità (4)

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2016 11:25
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
22/01/2016 17:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota



 Il no del Papa alle unioni gay: ​scomunicata la crociata del Pd

Le parole del Bergoglio sono un macigno sul ddl Cirinnà: "Non confondere unioni civili e matrimonio". 



DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO 
DEL TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA

Sala Clementina
Venerdì, 22 gennaio 2016

[Multimedia]



 

Cari fratelli,

vi do il mio cordiale benvenuto, e ringrazio il Decano per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro.

Il ministero del Tribunale Apostolico della Rota Romana è da sempre ausilio al Successore di Pietro,affinché la Chiesa, inscindibilmente connessa con la famiglia, continui a proclamare il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza dell’istituto familiare. Una missione sempre attuale, ma che acquista particolare rilevanza nel nostro tempo.

Accanto alla definizione della Rota Romana quale Tribunale della famiglia[1], vorrei porre in risalto l’altra prerogativa, che cioè essa è il Tribunale della verità del vincolo sacro.E questi due aspetti sono complementari.

La Chiesa, infatti, può mostrare l’indefettibile amore misericordioso di Dio verso le famiglie, in particolare quelle ferite dal peccato e dalle prove della vita, e insieme proclamare l’irrinunciabile verità del matrimonio secondo il disegno di Dio. Questo servizio è affidato primariamente al Papa e ai Vescovi.

Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.

Con questo stesso atteggiamento spirituale e pastorale, la vostra attività, sia nel giudicare sia nel contribuire alla formazione permanente, assiste e promuove l’opus veritatis. Quando la Chiesa, tramite il vostro servizio, si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, al tempo stesso tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita,[2] vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa.

La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità.[3]

Come affermò il beato Paolo VI, la Chiesa ha sempre rivolto «uno sguardo particolare, pieno di sollecitudine e di amore, alla famiglia ed ai suoi problemi. Per mezzo del matrimonio e della famiglia Iddio ha sapientemente unite due tra le maggiori realtà umane: la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole e legittimo dell’uomo e della donna, per il quale essi sono chiamati a completarsi vicendevolmente in una donazione reciproca non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale. O per meglio dire: Dio ha voluto rendere partecipi gli sposi del suo amore: dell’amore personale che Egli ha per ciascuno di essi e per il quale li chiama ad aiutarsi e a donarsi vicendevolmente per raggiungere la pienezza della loro vita personale; e dell’amore che Egli porta all’umanità e a tutti i suoi figli, e per il quale desidera moltiplicare i figli degli uomini per renderli partecipi della sua vita e della sua felicità eterna».[4]

La famiglia e la Chiesa, su piani diversi, concorrono ad accompagnare l’essere umano verso il fine della sua esistenza. E lo fanno certamente con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita. Infatti, se la famiglia si può ben dire “chiesa domestica”, alla Chiesa si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio. Pertanto «lo “spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere. È scritto a chiare lettere: “Voi che un tempo eravate lontani – dice san Paolo – […] non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). La Chiesa è e deve essere la famiglia di Dio».[5]

E proprio perché è madre e maestra, la Chiesa sa che, tra i cristiani, alcuni hanno una fede forte, formata dalla carità, rafforzata dalla buona catechesi e nutrita dalla preghiera e dalla vita sacramentale, mentre altri hanno una fede debole, trascurata, non formata, poco educata, o dimenticata.

È bene ribadire con chiarezza che la qualità della fede non è condizione essenziale del consenso matrimoniale, che, secondo la dottrina di sempre, può essere minato solo a livello naturale (cfr CIC, can. 1055 § 1 e 2). Infatti, l’habitus fidei è infuso nel momento del Battesimo e continua ad avere influsso misterioso nell’anima, anche quando la fede non è stata sviluppata e psicologicamente sembra essere assente. 

Non è raro che i nubendi, spinti al vero matrimonio dall’instinctus naturae, nel momento della celebrazione abbiano una coscienza limitata della pienezza del progetto di Dio, e solamente dopo, nella vita di famiglia, scoprano tutto ciò che Dio Creatore e Redentore ha stabilito per loro. Le mancanze della formazione nella fede e anche l’errore circa l’unità, l’indissolubilità e la dignità sacramentale del matrimonio viziano il consenso matrimoniale soltanto se determinano la volontà (cfr CIC, can. 1099). Proprio per questo gli errori che riguardano la sacramentalità del matrimonio devono essere valutati molto attentamente
 

La Chiesa, dunque, con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità [6] –, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. E perciò, a maggior ragione, l’urgenza pastorale, che coinvolge tutte le strutture della Chiesa, spinge a convergere verso un comune intento ordinato alla preparazione adeguata al matrimonio, in una sorta di nuovo catecumenato - sottolineo questo: in una sorta di nuovo catecumenato - tanto auspicato da alcuni Padri Sinodali.[7]     

Cari fratelli, il tempo che viviamo è molto impegnativo sia per le famiglie, sia per noi pastori che siamo chiamati ad accompagnarle. Con questa consapevolezza vi auguro buon lavoro per il nuovo anno che il Signore ci dona. Vi assicuro la mia preghiera e conto anch’io sulla vostra. La Madonna e san Giuseppe ottengano alla Chiesa di crescere nello spirito di famiglia e alle famiglie di sentirsi sempre più parte viva e attiva del popolo di Dio. Grazie.

  
 
[1] Pio XII, Allocuzione alla Rota Romana del 1° ottobre 1940: L’Osservatore Romano, 2 ottobre 1940, p. 1.

[2] «Forse tutto questo flagello ha un nome estremamente generico, ma in questo caso tragicamente vero, ed è egoismo. Se l’egoismo governa il regno dell’amore umano, ch’è appunto la famiglia, lo avvilisce, lo intristisce, lo dissolve. L’arte di amare non è così facile come comunemente si crede. A insegnarla l’istinto non basta. La passione ancor meno. Il piacere neppure» (G.B. Montini, Lettera pastorale all’arcidiocesi ambrosiana all’inizio della Quaresima del 1960).

[3] Cfr Pio XI, Litt. enc. Casti connubii, 31 dicembre 1930:  AAS 22 (1930), 541.

[4] Paolo VI, Discorso alle partecipanti al XIII Congresso Nazionale del Centro Italiano Femminile, 12 febbraio 1966: AAS 58 (1966), 219. San Giovanni Paolo II nella Lettera alle famiglie affermava che la famiglia è via della Chiesa: «la prima e la più importante» (Gratissimam sane, 2 febbraio 1994, 2: AAS 86 [1994], 868).

[5] Catechesi nell’Udienza generale del 7 ottobre 2015.

[6] Cfr Augustinus, De bono coniugali, 24, 32; De Genesi ad litteram, 9, 7, 12.

[7] «Questa preparazione al matrimonio, noi pensiamo, sarà agevolata, se la formazione d’una famiglia sarà presentata alla gioventù, e se sarà compresa da chi intende fondare un proprio focolare come una vocazione, come una missione, come un grande dovere, che dà alla vita un altissimo scopo, e la riempie dei suoi doni e delle sue virtù. Né questa presentazione deforma o esagera la realtà» (G. B. Montini, Lettera pastorale all’arcidiocesi ambrosiana, cit.).

 
 


Adozioni gay, vescovo di Ravenna: non trasformare in diritti tutti i desideri

 

Matrimoni e nascite in calo: il vescovo di Ravenna, Lorenzo Ghizzoni, condivide le preoccupazione esternate lunedì dai parroci nel corso dell’incontro che aveva come tema la situazione delle famiglie e i matrimoni a Ravenna.

vescovo-ravenna-ghizzoni

“Siamo una città che lentamente invecchia, nemmeno i figli degli immigrati fermano il declino – esordisce Ghizzoni -. Le cause sono diverse: culturali, economiche, morali. C’è un forte disorientamento nei giovani e negli adulti, nei genitori e negli educatori, per i tanti cambiamenti e i tanti stili di vita proposti che vorrebbero essere tutti alla pari, quindi tutti relativi. Convivenza senza vincoli oppure vita di famiglia con impegno alla fedeltà, alla indissolubilità; apertura alla generazione o chiusura alla vita; coppie di diverso sesso o del medesimo, tutto è ammissibile in nome della realizzazione di se stessi. Non si accetta che ci siano valori buoni che possono orientare la propria libertà, non diminuirla“.

“Noi cristiani vogliamo invece affermare, senza essere schierati da altri contro questo o quello, che c’è una grande bellezza nel matrimonio vissuto secondo il Vangelo e che ci sono scelte migliori di altre. Noi abbiamo un’esperienza, condivisa dalla maggioranza delle persone anche laiche o non credenti, che nel rispettare la persona dell’uomo e della donna, la paternità e la maternità, la figliolanza e la fraternità, si trova una pienezza di umanità e una felicità che non c’è in altre scelte – continua Ghizzoni -. Non dobbiamo giudicare le persone e dobbiamo guardarci dal condannarle – ce lo chiede il Vangelo della misericordia – ma non possiamo tacere l’esperienza della completezza dell’amore che si trova nel matrimonio vissuto secondo il modello della Bibbia (dal libro della Genesi al Vangelo). È un modello esigente? Certo, lo è anche per gli sposi credenti; anche tra loro ci sono quelli che non riescono a rimanervi fedeli, anche tra loro ci sono errori e peccati”.

“Ma tutti sappiamo che l’amore tra un uomo e una donna che si stabilizza in un rapporto complementare, ricco delle diversità di entrambi, contesto ideale per lo sviluppo della personalità dei bambini e degli adolescenti, caratterizzato da un impegno a crescere nel dono di sé, è meglio per i singoli, per la comunità, per la società intera. Questo matrimonio va protetto e sostenuto, come si curano le radici degli alberi da frutto, per avere i raccolti – chiosa -. C’è in questi giorni anche il dibattito sulle unioni civili e su una cultura – molto individualista – che trasforma in diritti tutti i desideri del singolo o che vorrebbe il matrimonio anche per le persone con tendenze omosessuali, pur sapendo che questa sarebbe una conquista solo simbolica, per affermare una pari dignità che andrebbe invece cercata e tutelata per altre vie e con altri mezzi. Nessuno deve mancare di rispetto a nessuno e “la dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni” come ci insegna il magistero della Chiesa (Ratzinger, 1986, sulla cura delle persone omosessuali)”.

“Ma ci sembra che una serie di diritti e di corrispondenti doveri riconosciuta anche a una unione civile, che non contrastino con la Costituzione, sia legittima – conclude -. Pretendere però anche di avere dei figli, quando l’unione è tra due persone dello stesso sesso che naturalmente non potrebbero averne, sia un eccesso, un non tenere conto del bisogno dei bambini e soprattutto degli adolescenti (troppo dimenticati in questo dibattito) di un padre e di una madre veri da tutti i punti di vista. Certo in qualche caso queste figure vengono a mancare per qualche disgrazia, ma la sofferenza di queste mancanze va evitata, non riprodotta per qualche conquista di diritti più individuali che civili.Difendere i valori, difendere i piccoli, i ragazzi, gli adolescenti, chiedendo che si facciano leggi giuste e sagge mi sembra una cosa buona non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà”.

ravennatoday.it









[Modificato da Caterina63 01/02/2016 19:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:49. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com