È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Omelie del Papa da Santa Marta Anno del Giubileo (5)

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2016 15:44
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
14/06/2016 13:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

 una riflessione alle letture del 12 giugno 2016 del Mastino blogger, che condividiamo:

LE LETTURE BOMBA DI OGGI: LA PECCATRICE E I FARISEI E LA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE.

Già qualcuno stamattina m'aveva messo sul chi va là: oggi tutte le letture del vangelo, ma soprattutto delle lettere di Paolo, tutto sembra congiurare. "Se Bergoglio prendendo la palla al balzo e distorcendola il giusto fa stamattina, come certo farà, una predica prendendo spunto da queste letture sulla 'Giustificazione', massacra quelli che egli individua come suoi nemici, che chiama farisei, dottori della legge e in pratica imbecilli".
Sì, era vero.

Ma era bellissima la lettura della peccatrice della quale non si seppe mai il nome, che, in casa del fariseo, lava i piedi a Gesù, e lo fa con preziosi oli profumati e con ancora più preziose lacrime". Piange ai piedi del Signore, e persino io ho avuto un singulto interiore, immedesimandomi nella scena. "Chi molto ha peccato e molto gli è stato perdonato, molto di più amerà".

Sono in molti ad usare queste cose ed accostarle ai moderni peccatori, magari i divorziati risposati (per dirne una) che "pretendono" l'eucarestia. Dimenticano però due cose fondamentali, che fanno la differenza: quella donna lì non "pretende" nulla. Sa che in quella casa è ospite il Nazareno e corre da lui. Non dice parola. Gli si getta ai piedi. Un'altra cosa dimenticano: quella donna piange. Non rivendica, piange. I suoi peccati si sono fatti pentimento e lacrime e colano come dono prezioso sui piedi di Gesù.

E' in ginocchio la peccatrice. Non "in piedi nel tempio" come i farisei di ieri, e i veri farisei di oggi: coloro che "pretendono" che, ebbene sì, "la legge" muti, perché è in errore la legge non loro. E stanno ritti, gonfi e orgogliosi come cobra, a sfidare quel Gesù al quale con le lacrime, e in ginocchio, dovrebbero tergere i piedi.
E questo ci chiede Lui: fare dei nostri peccati "lacrime", da donargli.

Il fariseo "disse tra sé e sé" ma se questo è un profeta, come mai non riconosce in questa donna la nota peccatrice che tutti sanno? Mi sono sempre chiesto come facesse l'evangelista a sapere cosa "tra sé e sé" il fariseo diceva. Che ce l'abbia aggiunto lui questo dettaglio?




Papa: pregare per i nemici, la perfezione della vita cristiana

Papa Francesco celebra Messa a S. Marta - OSS_ROM

Papa Francesco celebra Messa a S. Marta - OSS_ROM

14/06/2016 

Saper pregare “per quelli che ci vogliono male” farà migliorare i nemici e renderà noi “più figli del Padre”. Con questa riflessione il Papa ha concluso l’omelia della Messa del mattino, celebrata in Casa S. Marta. Francesco ha affrontato il brano del Vangelo in cui Gesù esorta i discepoli a tendere alla perfezione di Dio, “che  fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

“Avete inteso che fu detto, ma io vi dico”. La Parola di Dio e due modi inconciliabili di intenderla: un arido elenco di doveri e divieti o l’invito ad amare il Padre e i fratelli con tutto il cuore, arrivando al culmine di pregare per il proprio avversario.

Legge senza cuore
È la dialettica del confronto tra i dottori della legge e Gesù, tra la Legge proposta in modo schematico al popolo ebraico dai suoi capi e la “pienezza” di quella stessa Legge che Cristo afferma di essere venuto a portare. Papa Francesco ribadisce sul punto una convinzione già espressa più volte. Quando Gesù inizia la sua predicazione, osteggiato dai suoi avversari, “la spiegazione della Legge in quel tempo – osserva – era in crisi”:

“Era una spiegazione troppo teorica, casistica... Diciamo che era una legge in cui non c’era il cuore proprio della Legge, che è l’amore di Dio, che ha dato a noi. Per questo il Signore ripete quello che era nell’Antico Testamento: il Comandamento più grande qual è? Amare Dio con tutto il cuore, con tutte le tue forze, con tutta l’anima, e il prossimo come te stesso. E nella spiegazione dei Dottori della Legge questo non era tanto al centro. Al centro c’erano i casi: ma si può fare questo? Fino a che punto si può fare questo? E se non si può?... La casistica proprio della Legge. E Gesù prende questo e riprende il vero senso della Legge per portarlo alla sua pienezza”.

Il Papa mette in evidenza come Gesù offra “tanti esempi” per mostrare i Comandamenti sotto una luce nuova. “Non uccidere”, afferma, può voler dire anche non insultare un fratello e avanti e su fino a porre in risalto come l’amore sia “più generoso della lettera della Legge”, nel mantello aggiunto in dono a chi aveva domandato il vestito e nei due chilometri fatti con chi aveva chiesto di essere accompagnato per uno:

“E’ un lavoro che non è solo un lavoro per il compimento della Legge, ma è un lavoro di guarigione del cuore. In questa spiegazione che Gesù fa sui Comandamenti – nel Vangelo di Matteo soprattutto – c’è un cammino di guarigione: un cuore ferito dal peccato originale – tutti noi abbiamo il cuore ferito dal peccato, tutti – deve andare per questa strada di guarigione e guarire per assomigliare al Padre, che è perfetto: ‘Siate perfetti come è perfetto il Padre Vostro Celeste’. Una strada di guarigione per essere figli come il Padre”.

E la perfezione che Gesù indica è quella contenuta nel brano del giorno del Vangelo di Matteo: “Avete inteso che fu detto: 'Amerai il tuo prossimo' e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”. “È l’ultimo scalino” di questa strada, afferma il Papa, il più difficile. Francesco ricorda che da ragazzo, pensando a uno dei grandi dittatori dell’epoca, si era soliti pregare che Dio gli riservasse presto l’inferno. Invece, conclude, Dio chiede un esame di coscienza:

“Che il Signore ci dia la grazia, soltanto questa: pregare per i nemici, pregare per quelli che ci vogliono male, che non ci vogliono bene. Pregare per quelli che ci fanno del male, che ci perseguitano. E ognuno di noi sa il nome e il cognome: prego per questo, per questo, questo, per questo... Io vi assicuro che questa preghiera farà due cose: a lui lo farà migliorare, perché la preghiera è potente, e a noi ci farà più figli del Padre”.

 

Papa: “Padre Nostro” è pietra angolare della nostra preghiera

Messa a Santa Marta - OSS_ROM

Messa a Santa Marta - OSS_ROM

16/06/2016

Pregando il “Padre Nostro” sentiamo il suo sguardo su di noi. E’ quanto affermato da Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che, per un cristiano, le preghiere non sono “parole magiche” ed ha rammentato che “Padre” è la parola che Gesù pronuncia sempre nei momenti forti della sua vita. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Non sprecare parole come i pagani, non pensare che le preghiere siano “parole magiche”. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo odierno, in cui Gesù insegna la preghiera del “Padre Nostro” ai suoi discepoli per soffermarsi sul valore del pregare il Padre nella vita del cristiano. Gesù, ha detto, “indica proprio lo spazio della preghiera in una parola: Padre”.

Gesù si rivolge sempre al Padre nei momenti forti della sua vita
Questo Padre, ha osservato, “che sa di quali cose abbiamo bisogno, prima che noi le chiediamo”. Un Padre che “ci ascolta di nascosto, nel segreto, come Lui, Gesù, consiglia di pregare: nel segreto”.

“Questo Padre che ci dà proprio l’identità di figli. E quando io dico ‘Padre’ ma arrivo fino alle radici della mia identità: la mia identità cristiana è essere figlio e questa è una grazia dello Spirito. Nessuno può dire ‘Padre’ senza la grazia dello Spirito. ‘Padre’ che è la parola che Gesù usava nei momenti più forti: quando era pieno di gioia, di emozione: ‘Padre, ti rendo lode, perché tu riveli queste cose ai bambini’; o piangendo, davanti alla tomba del suo amico Lazzaro: ‘Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato’; o poi, dopo, alla fine, nei momenti finali della sua vita, alla fine”:

“Nei momenti più forti”, ha evidenziato il Papa, Gesù dice: Padre, “è la parola che più usa”, “Lui parla col Padre. E’ la strada della preghiera e, per questo – ha ribadito – io mi permetto di dire, è lo spazio di preghiera”. “Senza sentire che siamo figli, senza sentirsi figlio, senza dire Padre – ha ammonito – la nostra preghiera è pagana, è una preghiera di parole”.

Pregare il Padre è la pietra d’angolo, Lui conosce ogni nostro bisogno
Certo, ha soggiunto, si possono pregare la Madonna, gli angeli e i Santi. “Ma – ha ammonito – la pietra d’angolo della preghiera è Padre”. Se non siamo capaci di iniziare la preghiera da questa parola, ha avvertito, “la preghiera non andrà bene”:

Padre. E’ sentire lo sguardo del Padre su di me, sentire che quella parola ‘Padre’ non è uno spreco come le parole delle preghiere dei pagani: è una chiamata a Colui che mi ha dato l’identità di figlio. Questo è lo spazio della preghiera cristiana – ‘Padre’ – e poi preghiamo tutti i Santi, gli Angeli, facciamo anche le processioni, i pellegrinaggi… Tutto bello, ma sempre incominciando con ‘Padre’ e nella consapevolezza che siamo figli e che abbiamo un Padre che ci ama e che conosce i nostri bisogni tutti. Questo è lo spazio”.

Francesco ha così rivolto il pensiero alla parte in cui nella preghiera del “Padre Nostro”, Gesù fa riferimento al perdono del prossimo come Dio perdona noi. “Se lo spazio della preghiera è dire Padre – ha rilevato – l’atmosfera della preghiera è dire ‘nostro’: siamo fratelli, siamo famiglia”. Ha così ricordato cosa è successo con Caino che ha odiato il figlio del Padre, ha odiato suo fratello. Il Padre, ha ripreso, ci dà l’identità e la famiglia. “Per questo – ha affermato il Papa – è tanto importante la capacità di perdono, di dimenticare, dimenticare le offese, quella sana abitudine ‘ma, lasciamo perdere… che il Signore faccia Lui’ e non portare il rancore, il risentimento, la voglia di vendetta”.

Ci fa bene fare un esame di coscienza su come preghiamo il Padre
“Pregare il Padre perdonando tutti, dimenticando le offese – ha evidenziato – è la migliore preghiera che tu possa fare”:

“E’ buono che alcune volte facciamo un esame di coscienza su questo. Per me Dio è Padre, io lo sento Padre? E se non lo sento così, ma chiedo allo Spirito Santo che mi insegni a sentirlo così. Ed io sono capace di dimenticare le offese, di perdonare, di lasciar perdere e se no, chiedere al Padre ‘ma anche questi sono i tuoi figli, mi hanno fatto una cosa brutta… aiutami a perdonare’?. Facciamo questo esame di coscienza su di noi e ci farà bene, bene, bene. ‘Padre’ e ‘nostro’: ci dà l’identità di figli e ci dà una famiglia per ‘andare’ insieme nella vita”.







Papa: cristiani si guardino allo specchio prima di giudicare

Papa Francesco - OSS_ROM

Papa Francesco - OSS_ROM

20/06/2016 

Prima di giudicare gli altri guardarsi allo specchio per vedere come siamo. E’ l’esortazione di Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, l'ultima con omelia, prima della pausa estiva. Il Pontefice ha sottolineato che ciò che distingue il giudizio di Dio dal nostro non è l’onnipotenza ma la misericordia. Il servizio di Alessandro Gisotti

Il giudizio appartiene solo a Dio, perciò se non vogliamo essere giudicati, anche noi non dobbiamo giudicare gli altri. E’ quanto sottolineato da Francesco nella Messa a Casa Santa Marta, incentrata sul Vangelo odierno. Tutti noi, ha osservato, vogliamo che nel Giorno del Giudizio “il Signore ci guardi con benevolenza, che il Signore si dimentichi di tante cose brutte che abbiamo fatto nella vita”.

Gesù ci chiama ipocriti quando giudichiamo gli altri
Per questo, se “tu giudichi continuamente gli altri – ha ammonito – con la stessa misura tu sarai giudicato”. Il Signore, ha proseguito, ci chiede dunque di guardarci allo specchio:

“Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. No, no, no, quello non è il consiglio! Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’ O come dirai a tuo fratello ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio’, mentre nel tuo occhio c’è la trave?’ E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: ‘Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello’.

Pregare per gli altri, invece di giudicarli
Il Signore, ha detto il Papa, si vede che “un po’ si arrabbia qui”, ci dà degli ipocriti quando ci mettiamo “al posto di Dio”. Questo, ha aggiunto, è quello che il serpente ha convinto a fare ad Adamo ed Eva: “Se voi mangiate di questo, sarete come Lui”. Loro, ha detto, “volevano mettersi al posto di Dio”:

“Per questo è tanto brutto giudicare. Il giudizio solo a Dio, solo a Lui! A noi l’amore, la comprensione, il pregare per gli altri quando vediamo cose che non sono buone, ma anche parlare loro: ‘Ma, senti, io vedo questo, forse…’ Ma mai giudicare. Mai. E questa è ipocrisia, se noi giudichiamo.”

Al nostro giudizio manca la misericordia, solo Dio può giudicare
Quando giudichiamo, ha detto ancora, “ci mettiamo al posto di Dio”, ma “il nostro giudizio è un povero giudizio”, mai “può essere un vero giudizio”. “E perché – si domanda il Papa – il nostro non può essere come quello di Dio? Perché Dio è Onnipotente e noi no?” No, è la risposta di Francesco, “perché al nostro giudizio manca la misericordia. E quando Dio giudica, giudica con misericordia”:

“Pensiamo oggi a questo che il Signore ci dice: non giudicare, per non essere giudicato; la misura, il modo, la misura con la quale giudichiamo sarà la stessa che useranno con noi; e, terzo, guardiamoci allo specchio prima di giudicare. ‘Ma questa fa quello… questo fa quello…’ ‘Ma, aspetta un attimo…’, mi guardo allo specchio e poi penso. Al contrario sarò un ipocrita, perché mi metto al posto di Dio e, anche, il mio giudizio è un povero giudizio; gli manca qualcosa di tanto importante che ha il giudizio di Dio, gli manca la misericordia. Che il Signore ci faccia capire bene queste cose”.






[Modificato da Caterina63 20/06/2016 21:02]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:37. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com