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Trattato della vera Devozione a Maria di san Luigi M. Grignon de Montfort

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2016 09:27
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29/01/2016 11:27
 
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Capitolo IV

LA PERFETTA CONSACRAZIONE A GESU' CRISTO

120. Poiché tutta la nostra perfezione consiste nell'essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo, la più perfetta di tutte le devozioni è senza dubbio quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria, tra tutte le creature, la più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un'anima a Gesù Cristo Signore è la devozione alla Santa Vergine, sua Madre e che più un'anima sarà consacrata a Maria, più lo sarà a Gesù Cristo. E' per questo che la perfetta consacrazione a Gesù Cristo non è altro che una perfetta e totale consacrazione di se stessi alla Santa Vergine, che è la devozione che io insegno; o, in altre parole, una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo.

1. PERFETTA E TOTALE CONSACRAZIONE DI SE STESSO

121. Questa devozione consiste dunque nel donarsi totalmente alla Vergine Santa, per essere, per mezzo di lei, totalmente di Gesù Cristo. Bisogna donarle:
1°. il nostro corpo, con tutti i sensi e le membra;
2°. la nostra anima, con tutte le facoltà;
3°. i nostri beni esteriori, che chiamiamo di fortuna, presenti e futuri;
4°. i beni interiori e spirituali, che sono i meriti, le virtù, le buone opere: passate, presenti e future.

In una parola, doniamo tutto ciò che abbiamo, nell'ordine della natura e della grazia, e tutto ciò che potremo avere in futuro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria; e questo senza alcuna riserva, neppure di un soldo, o di un capello, o della più piccola buona azione, e per tutta l'eternità, senza pretendere ne sperare altra ricompensa, per la propria offerta e il proprio servizio, che l'onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di lei e in lei, quand'anche questa amabile Sovrana non fosse, come invece lo è sempre, la più generosa e riconoscente delle creature.

122. Bisogna qui notare che vi sono due aspetti nelle buone opere che compiamo: la soddisfazione e il merito, cioè: il valore soddisfattorio o impetratorio e il valore meritorio. Il valore soddisfattorio o impetratorio di un'opera buona è la stessa buona azione in quanto ripaga la pena dovuta al peccato, oppure ottiene qualche nuova grazia. Il valore meritorio, o il merito, è la buona azione in quanto capace di meritare la grazia e la gloria eterna. Ora, in questa consacrazione di noi stessi alla Vergine Santa, noi doniamo tutto il valore soddisfattorio, impetratorio e meritorio, cioè la capacità che tutte le nostre buone opere hanno di soddisfare e meritare; doniamo i nostri meriti, le grazie e le virtù, non per comunicarli ad altri, poiché propriamente parlando, i nostri meriti, le grazie e le virtù sono incomunicabili; solo Gesù Cristo ha potuto comunicarci i suoi meriti, facendosi garante per noi presso il Padre suo; questi noi li doniamo perché siano conservati, accresciuti e abbelliti, come diremo più avanti. Le doniamo invece il valore soddisfattorio perché lo comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio.

123. Ne consegue che:
1°. Con questa forma di devozione si dona a Gesù Cristo, nella maniera più perfetta perché è per le mani di Maria, tutto ciò che si può donare e molto di più che con le altre forme di devozione, dove si dona o una parte del proprio tempo, o una parte delle proprie buone opere, o una parte del valore soddisfattorio o delle mortificazioni. Qui tutto è donato e consacrato, persino il diritto di disporre dei propri beni interiori e il valore soddisfattorio che si acquista con le proprie opere buone, giorno per giorno. Questo non lo si fa in nessun Istituto religioso; là, si donano a Dio con il voto di povertà i beni di fortuna, con il voto di castità i beni del corpo, con il voto di obbedienza la propria volontà e, in alcuni casi, la libertà del corpo con il voto di clausura; ma non si dona la libertà o il diritto che si ha di disporre del valore delle proprie buone opere e non ci si spoglia fino in fondo di ciò che un cristiano ha di più prezioso e caro, che sono i meriti e il valore soddisfattorio.

124. 2°. Chi si è in questo modo volontariamente consacrato e sacrificato a Gesù Cristo per mezzo di Maria, non può più disporre del valore di nessuna delle proprie buone azioni. Tutto ciò che soffre, ciò che pensa, ciò che fa di bene, appartiene a Maria, perché ella ne disponga secondo la volontà del Figlio suo e per la sua maggior gloria, senza tuttavia che questa dipendenza pregiudichi in alcun modo i doveri del proprio stato, presente o futuro; per esempio, gli obblighi di un sacerdote il quale, a causa del suo ufficio, deve applicare il valore soddisfattorio e impetratorio della santa Messa per una particolare intenzione; si fa questa offerta sempre secondo l'ordine stabilito da Dio e in conformità ai doveri del proprio stato.

125. 3°. Ci si consacra dunque nel medesimo tempo alla Santa Vergine e a Gesù Cristo: alla Santa Vergine come al mezzo perfetto che Gesù Cristo ha scelto per unirsi a noi e per unirci a lui, e a Gesù Cristo Signore come al nostro ultimo fine, al quale noi dobbiamo tutto ciò che siamo, poiché è nostro Redentore e nostro Dio.

2. PERFETTA RINNOVAZIONE DEI VOTI BATTESIMALI

126. Ho detto che questa pratica di devozione poteva essere benissimo chiamata una perfetta rinnovazione dei voti, o promesse, del santo battesimo. Infatti ogni cristiano, prima del battesimo, era schiavo del demonio, perché a lui apparteneva. Nel battesimo, direttamente o per bocca del padrino o della madrina, egli ha poi rinunciato È solennemente a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere e ha scelto Gesù Cristo come suo padrone e sovrano Signore, per dipendere da lui come uno schiavo d'amore. E' ciò che si fa anche con questa forma di devozione: come è indicato nella formula di consacrazione, si rinuncia al demonio, al mondo, al peccato e a se stessi e ci si dona interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria. Anzi si fa pure qualcosa di più, poiché nel battesimo, di solito, si parla per bocca d'altri, cioè del padrino e della madrina e quindi ci si dà a Gesù Cristo per procura; qui invece ci si dona da se stessi, volontariamente e con conoscenza di causa. Nel santo battesimo non ci si dona a Gesù Cristo per le mani di Maria, almeno in modo esplicito e non si dà a Gesù Cristo il valore delle proprie buone opere; dopo il battesimo si resta interamente liberi di applicarlo a chi si vuole, o di conservarlo per se; con questa devozione invece ci si dona espressamente a Gesù Cristo Signore per le mani di Maria e a lui si consacra il valore di tutte le proprie azioni. 

127. San Tommaso scrive che "nel battesimo gli uomini fanno voto di rinunciare al demonio e alle sue vanità" e sant'Agostino aggiunge che "questo voto è il più grande e più indispensabile". E' pure ciò che dicono i canonisti: "Il voto principale è quello che facciamo nel battesimo". E tuttavia, chi osserva veramente questo voto? Chi mantiene con fedeltà le promesse del santo battesimo? Quasi tutti i cristiani non tradiscono forse la fedeltà che hanno promesso a Gesù Cristo nel loro battesimo? Da dove può venire questa negligenza universale se non dalla dimenticanza in cui vengono vissute le promesse fatte e gli impegni assunti nel santo battesimo, e dal fatto che quasi nessuno ratifica da se stesso il contratto di alleanza che ha fatto con Dio, per mezzo dei padrini e delle madrine?

128. Questo è così vero che il Concilio di Sens, convocato per ordine di Ludovico il Pio, per trovare rimedio ai gravi disordini in cui vivevano i cristiani, valutò che la principale causa di questa corruzione nei costumi fosse la dimenticanza e l'ignoranza in cui erano vissuti gli impegni del santo battesimo; e non trovò un mezzo migliore per rimediare a un così grande male, che quello di condurre i cristiani a rinnovare i voti e le promesse del santo battesimo.

129. Il Catechismo del Concilio di Trento, fedele interprete delle intenzioni di quel grande concilio, esorta i parroci a fare la stessa cosa e a condurre i fedeli a fare memoria e a credere che si sono legati e consacrati a Gesù Cristo Signore come degli schiavi alloro Redentore e Signore. Ecco il testo: "Il parroco esorterò il popolo fedele così da fargli capire che noi... dobbiamo offrirci e consacrarci per sempre come schiavi al nostro Redentore e Signore".

130. Ora se i concili, i Padri e l'esperienza stessa ci mostrano che il mezzo migliore per trovare rimedio ai disordini dei cristiani è di farli ricordare degli obblighi del loro battesimo e di condurli a rinnovare i voti che hanno fatto, non è allora ragionevole che lo si faccia ora in un modo perfetto per mezzo di questa devozione e consacrazione a Gesù Cristo Signore per mezzo della sua santa Madre? Dico in un modo perfetto, perché per consacrarsi a Gesù Cristo ci si serve del più perfetto di tutti i mezzi, che è la Santa Vergine.

3. RISPOSTE AD ALCUNE OBIEZIONI

131. Non si deve obiettare che questa forma di devozione sia nuova o di poca importanza: non è nuova poiché i concili, i Padri e non pochi autori, antichi e recenti, parlano di una simile consacrazione a Gesù Cristo Signore, o rinnovazione dei voti del santo battesimo, come di una pratica antica e la consigliano a tutti i cristiani; e non è di poca importanza, perché la principale fonte dei disordini e quindi della dannazione dei cristiani, deriva dall'oblio e dalla indifferenza verso questa pratica. 

132. Qualcuno potrebbe osservare che questa pratica di devozione, facendoci donare a Gesù Cristo Signore per le mani della Santa Vergine, il valore di tutte le nostre opere buone, delle preghiere, mortificazioni ed elemosine, ci porti alla impossibilità di aiutare le anime dei nostri parenti, amici e benefattori. Rispondo a costoro. Anzitutto non è pensabile che i nostri parenti, amici e benefattori soffrano un danno per il fatto che noi ci siamo offerti e consacrati senza riserva al servizio di Gesù Cristo Signore e della sua santa Madre. Sarebbe fare torto alla potenza e alla bontà di Gesù e di Maria, i quali sapranno ben aiutare i nostri parenti, amici e benefattori con la nostra piccola rendita spirituale, o con altri mezzi. Inoltre, questa pratica non impedisce affatto di pregare per gli altri, sia vivi che defunti, benché l'applicazione delle nostre buone opere dipenda dalla volontà della Santa Vergine; questo anzi ci porterà a pregare con più fiducia; è come se una persona ricca, che ha donato tutto a un grande principe, per onorarlo maggiormente, pregasse con più fiducia questo principe di dare un'elemosina a qualcuno dei suoi amici che gliela chiede. Sarebbe anzi un grande piacere per questo principe avere l'occasione per dimostrare riconoscenza verso la persona che si è spogliata per rivestirlo, che si è resa povera per onorarlo. Bisogna dire la stessa cosa per Gesù Cristo Signore e la Santa Vergine: essi non si lasceranno mai vincere nella riconoscenza.


133.Qualcuno potrà ancora dire: se io dono alla Santa Vergine tutto il valore delle mie azioni perché le applichi a chi vorrà, bisognerà forse che io soffra a lungo in purgatorio. Questa obiezione cade da sola, perché proviene dall'amor proprio e dal non conoscere la generosità di Dio e della Vergine Santa. Non è possibile che un'anima fervente e generosa, che bada più agli interessi di Dio che ai suoi, che offre a Dio tutto ciò che ha, senza riserva, in modo da poter dire non posso di più, che non respira che la gloria e il regno di Gesù Cristo per mezzo della sua santa Madre, che si sacrifica totalmente per possederlo... non è possibile, dico, che quest'anima generosa e disponibile venga poi punita nell'altro mondo, per essere stata più generosa e più disinteressata delle altre. Al contrario; e verso simili anime, come vedremo in seguito, che Gesù Cristo Signore e la sua santa Madre sono maggiormente generosi in questo mondo e nell'altro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria.


134. E ora dobbiamo esporre, il più brevemente possibile, i motivi che ci devono rendere raccomandabile questa devozione, gli effetti meravigliosi che essa produce nelle anime fedeli e le pratiche di questa devozione.




 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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