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Trattato della vera Devozione a Maria di san Luigi M. Grignon de Montfort

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2016 09:27
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29/01/2016 23:17
 
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Ottavo giorno Trattato: [68 – 77]

Noi siamo di Cristo e di Maria

Seconda verità: Per mezzo del battesimo, siamo diventati schiavi di Gesù Cristo, dobbiamo quindi sforzarci per portare frutto per la gloria di Dio, facendolo regnare nella nostra anima, poiché Lui ci ha conquistati con il suo sangue. Infatti Gesù stesso con tante parabole afferma la nostra appartenenza a Lui e il nostro compito di portare frutto, come fa per esempio come quando ci paragona ad un gregge, di cui Lui è il pastore, che deve moltiplicarsi e dare latte. 
Al contrario, Gesù maledisse il fico infruttuoso e condannò il servo infingardo che non aveva valorizzato il proprio talento. Tutto questo prova che Gesù Cristo vuole cogliere qualche frutto da noi e, cioè, le nostre buone opere.  San Paolo, scrive: “Creati in Gesù Cristo per le buone opere” (Ef 2,10). Queste parole mostrano che Gesù Cristo è l'unico principio e fine di tutte le nostre buone azioni, e che noi dobbiamo servirlo, non solo come servi salariati, ma quali schiavi d'amore. 

San Luigi Maria, spiega il senso della parola “schiavo”, facendo le dovute distinzioni (ricordiamo che lui ha vissuto tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700): “ci sono due modi di appartenere ad un altro e di dipendere dalla sua autorità: la semplice servitù e la schiavitù. Mentre con la servitù uno si obbliga a servire un altro per un certo periodo di tempo e per un certo salario. Con la schiavitù, invece, uno dipende interamente da un altro per tutta la vita e deve servire il padrone senza pretendere ricompensa alcuna”. Inoltre afferma che vi sono tre specie di schiavitù: 

a) La schiavitù di natura, che è di tutte le creature che sono schiave di Dio nel primo modo: “Del Signore è la terra e quanto contiene”
b) La schiavitù forzata, che è propria dei demoni e dei dannati, 
c) La schiavitù volontaria, che è la più perfetta e che più gloriosa da a Dio. Con tale schiavitù, infatti, si sceglie Dio e il suo servizio al di sopra di ogni altra cosa, anche se per natura non si fosse obbligati”. 

Inoltre chiarisce la differenza tra servo e schiavo, dicendo: “Il servo non dà al padrone tutto ciò che è, tutto ciò che ha e tutto ciò che può avere da altri o da se stesso. Lo schiavo, invece, gli si dà interamente, con quanto possiede e quanto può acquistare, senza nulla escludere. Il servo esige un salario per i servizi che rende al padrone; invece lo schiavo non può pretenderne alcuno. Il servo può lasciare il padrone quando vuole, o almeno al termine del suo servizio; lo schiavo invece non ha diritto di abbandonarlo quando vuole. Infine, il servo è al servizio del padrone solo per un dato tempo; lo schiavo, invece, per sempre”.

Come non vi è nulla tra gli uomini che faccia appartenere uno ad un altro, quanto la schiavitù, così non c'è nulla fra i cristiani che faccia appartenere a Gesù Cristo e a Maria quanto la schiavitù volontaria. Più volte, nella Scrittura, i cristiani sono chiamati servi di Cristo. Anticamente, la parola servo stava ad indicare soltanto uno schiavo, perché non esistevano allora servi. Noi, dunque, non possiamo appartenere a Gesù come servi stipendiati, ma come schiavi, che mossi da un grande amore si consacrano al suo servizio in qualità di schiavi. 

Tutto ciò che finora abbiamo detto di Gesù, lo possiamo riferire, senza dubbio, anche a Maria santissima perché come dicono i santi:
            “Tutto ciò che conviene a Dio per natura, conviene a Maria per grazia”
Secondo i Santi, è lecito potersi definire schiavi d'amore della santissima Vergine per essere così più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. Lei, infatti, non è come le altre creature, le quali, se ad esse ci affezioniamo, anziché avvicinarci a Dio, potrebbero allontanarcene. L'inclinazione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo suo figlio, così come il desiderio più forte del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre.  Il Santo con conclude con questa affermazione:“Se non ci si vuol chiamare schiavi di Maria Vergine, ci si faccia pure schiavi di Gesù Cristo! Tanto è costituirsi insieme schiavi della Vergine santa, perché Gesù è il frutto e la gloria di Maria”

  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) Lettura: Come combattere il mondo? (tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

 c) Terzo proposito: Considerare la vanità del mondo: Il mondo passa velocemente: «Presto passa la figura di questo mondo» (I Cor. 7,31) e con esso svaniscono i suoi piaceri e le sue concupiscenze:  il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno (I Gv 1,17), Non c’è niente di stabile sotto il cielo; tutto si muove e si agita come il mare quando infuria la tempesta. Il mondo, inoltre, cambia continuamente i suoi giudizi, le sue affermazioni, i suoi gusti e capricci; a volte rinnega quello che prima aveva applaudito con frenesia, andando da un estremo all’altro senza scrupolo, rimanendo solo costante nella facilità della menzogna e nell’ostinazione per il male. Tutto passa e svanisce, solo Dio non muta, diceva S. Teresa. E con lui rimane per sempre la sua verità: Et veritas Domini manet in aeternum» (Sal. 11 6,1); la sua parola: «La Parola di Dio rimane per sempre» (IPt 1,1):); la sua giustizia: « Justitia eius manet in saeculum saeculi» (Sal.110,3)e colui che compie la sua divina volontà: chi fa la volontà di Dio rimane in eterno (IGv 1,17).

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore (Mt 16,19-21).

Ecco come vive in concreto chi cerca il suo tesoro in Cielo: Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:"Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.(Mat 5,1-12)

 


Nono giorno Trattato: [78 – 89] 

Dobbiamo rivestirci dell’uomo nuovo


Terza verità: A causa del peccato originale, di solito, le nostre migliori azioni sono macchiate e corrotte dalle inclinazioni cattive che questo ha comportato nella nostra natura umana. Così, quando Dio ci da delle grazie, queste ordinariamente si macchiano a causa della ferita che il peccato ha lasciato in noi. Gesù ci ha detto come possiamo vincere le nostre cattive inclinazioni, ovvero: “Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”


Per seguire Gesù è necessario, rinnegare noi stessi, ovvero svuotarci  di quanto in noi c’è di male. Per far ciò dobbiamo essere coscienti del fatto che il peccato originale e i  peccati attuali da noi commessi, mortali o veniali che siano, anche se perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, debolezza, incostanza e corruzione, l'orgoglio e l'accecamento nello spirito, l'indurimento nel cuore, le passioni in rivolta, le malattie nel corpo. Non dobbiamo dunque meravigliarci se Gesù, ci chiede di rinnegare noi stessi, rinunciando alle cattive inclinazioni della nostra intelligenza, della nostra volontà e del nostro corpo. Gesù inoltre dice:
            “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo”
San Luigi, afferma che se non moriamo a noi stessi e se le nostre devozioni non ci portano a questa morte necessaria e feconda, non produrremo frutti che valgano: le nostre devozioni resteranno sterili e tutte le nostre buone azioni saranno contaminate dall'amor proprio. Dio non accetterà neanche i più grandi sacrifici che possiamo compiere, se non li realizziamo per amore a Lui, eliminando ogni piccola compiacenza che possiamo trovarvi. Dobbiamo scegliere tra tutte le devozioni alla santissima Vergine quella che porta di più al rinnegamento di noi stessi, essendo essa la migliore e più santificante. San Luigi rivela che la devozione che lui propone è un segreto, sconosciuto a molti, e poco praticato, ma che in realtà è un segreto soprannaturale per fare in poco tempocon dolcezza e facilità operazioni soprannaturali che portino a riempirsi di Dio e a diventare perfetti.

La funzione materna di Maria facilita l’incontro personale con Cristo

Quarta verità: Poiché, dunque,  la nostra condizione umana tende la male, se per giungere a Dio, ci appoggiassimo solo sulle nostre forze, è certo che le nostre opere, non sarebbero tanto buone da permetterci unirci a Lui. E’ quindi cosa perfetta, perché più umile, non accostarsi da soli a Dio senza un mediatore. Dio stesso ci ha dato dei mediatori. Il primo è Gesù Cristo, che è il nostro avvocato, per mezzo di lui dobbiamo pregare con tutta la Chiesa e per mezzo di lui si accede presso la Maestà divina. Ma poiché, anche Gesù  è Dio in tutto uguale al Padre, abbiamo bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso. Il secondo mediatore è dunque, Maria. Se abbiamo timore di andare direttamente a Gesù Cristo a causa della nostra pochezza, o dei nostri peccati, imploriamo l'intercessione di Maria nostra Madre. Maria è così caritatevole, da non rimandare nessuno che invochi la sua intercessione, per quanto peccatore sia.

Affermano i santi:

“Non si è mai inteso dire da che mondo è mondo che alcuno sia ricorso con fiducia e perseveranza alla Vergine santa e sia stato respinto”.
E’ così potente che le basta presentarsi innanzi al Figlio per pregarlo e subito questi concede, subito accoglie, perché sempre si lascia vincere amorosamente dalle preghiere della sua carissima Madre, che lo portò in grembo e allattò.

Portiamo il tesoro della grazia in vasi di creta

Quinta verità: A causa della nostra debolezza e fragilità, ci è molto difficile mantenere le grazie e i tesori ricevuti da Dio. Perché portiamo questo tesoro, in vasi di creta, ovvero in un corpo corruttibile e in un'anima debole ed incostante. Inoltre i demoni, cercano di prenderci alla sprovvista per derubarci e svaligiarci. A tal fine, spiano giorno e notte il momento favorevole, per toglierci in un momento, con un peccato, quanto abbiamo guadagnato di grazie e di meriti in parecchi anni. Dobbiamo essere molto attenti, perché anche le anime più sante sono state sorprese e derubate. Questa disgrazia è avvenuta, non perché non abbiano ricevuto la grazia necessaria, che è data a tutti, ma perché si sono fidate e appoggiate su se stesse. Se invece, avessero affidato il loro tesoro alla Vergine potente e fedele, questa l'avrebbe custodito. Oltre ai demoni abbiamo anche un altro nemico: il mondo. Questo è talmente corrotto, che è davvero una specie di miracolo se qualcuno rimane saldo senza rimanerne danneggiato. Ma la Vergine Santissima, che non è stata mai sconfitta da nessuno, proteggerà potentemente quelli e quelle che l'amano.


  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire soltanto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna.

3) Lettura: Come combattere il mondo?(tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

c) Quarto proposito: Calpestare il rispetto umano. Il prestare attenzione a quello che diranno gli altri sminuisce la nostra dignità di cristiani e reca offesa a Dio. Per non « disgustare» quattro esseri insignificanti, che vivono in peccato mortale, si calpesta la legge di Dio e si ha rossore di mostrarsi discepoli di Gesú Cristo. Il divino Maestro ci avverte chiaramente nel Vangelo che misconoscerà davanti al Padre colui che lo avrà rinnegato davanti agli uomini (Mat. 10,33). 
Occorre assumere un atteggiamento franco e deciso davanti a Gesú, perché chi non e con lui e contro di lui (Mat.12,30). S. Paolo afferma di se stesso che non sarebbe discepolo di Cristo se cercasse di piacere agli uomini (Gal. 1,10).
Il cristiano desideroso di conseguire la santità non deve tenere in considerazione quanto il mondo può dice o pensare. Ed e meglio adottare fin dal primo momento una  condotta chiara e risoluta affinché nessuno sia tenuto di dubitare dei nostri veri propositi e delle nostre reali intenzioni. « Il mondo vi odierà e vi perseguiterà » ci ha detto il Maestro divino (Giov. 15,18-20); però se troverà in noi delle persone decise e irremovibili finita con il lasciarci in pace. Solo con i codardi torna continuamente alla carica per attrarli nelle sue file. Il mezzo migliore per vincere il mondo e quello di non cedere un solo passo, di affermare con forza la propria volontà, di rinunciare per sempre alle sue massime e alle sue vanità.


Un testo di San Giovanni Maria Vianney (il santo Curato d’Ars):

 Vi dico figli miei con San Bernardo che da qualsiasi lato lo si guardi, il rispetto umano, che è la vergogna di compiere i doveri della religione per causa del mondo, tutto dimostra in lui disprezzo di Dio, delle sue grazie e cecità dell’anima. In primo luogo, figli miei, che la vergogna di praticare il bene, per paura al disprezzo e scherni di alcuni disgraziati empi o di alcuni ignoranti, è un mirabile disprezzo che facciamo in presenza di Dio, davanti al quale siamo sempre. Per quale motivo figli miei, questi cattivi cristiani ridono di voi e mettono al ridicolo la vostra devozione?
O figli miei! Io vi dirò la vera causa: è che, non avendo la virtù per fare quello che fate voi, vi guardano con antipatia, perché con la vostra condotta svegliati i rimorsi della loro coscienza; ma state bene sicuri che il loro cuori, lungi dal disprezzarvi, vi professano grande stima. Se hanno bisogno di un buon consiglio o di raggiungere da Dio qualche grazia, non crediate che accudiscano a quelli che si comportano come loro, ma a quelli stessi ai quali hanno preso in giro, al meno con la parola.
Ti vergogni, amico, di servire Dio, per timore di essere disprezzato? Guarda Colui che è morto sulla croce; chiedili se Lui si è vergognato vedendosi disprezzato, e di morire del modo più umiliante in quel infame patibolo. Oh, quanto siamo ingrati verso Dio, che sembra trovare la sua gloria nel pubblicare, di generazione in generazione, che ci ha scelti per essere suoi figli! O Dio mio! Quanto è cieco di degno di disprezzo l’uomo che teme un misero “cosa diranno di me?” e non teme offendere un Dio così buono!




 



Decimo Giorno Trattato: [90 – 95] 


CAPITOLO SECONDO Deformazioni del culto a Maria

Dopo aver chiarito le cinque verità sopraelencate, San Luigi punta alla scelta della vera devozione, ma prima denuncia il fatto che vi sono false devozioni che si scambiano facilmente per vere. 
Infatti, il demonio, cerca di portare con se le anime falsificando la devozione alla Santissima Vergine e a Gesù. 
Ora dunque il santo ci farà conoscere le false devozioni a Maria, per evitarle e quella vera per abbracciarla e poi ci renderà nota, fra le tante differenti forme di vera devozione alla Vergine santa, la più perfetta, la più gradita a lei, la più gloriosa per il Signore e la più santificante per noi, per preferirla.
Il santo continua, dicendo che per lui vi sono sette specie di falsi devoti e di false devozioni a Maria:


1) I devoti critici: questi, sono dotti orgogliosi, che hanno una certa devozione alla Vergine santa, ma criticano tutte le pratiche di pietà che le persone semplici compiono ingenuamente e santamente in onore della Madonna. Mettono in dubbio tutti i miracoli e i racconti riferiti da autori degni di fede, attestanti le misericordie e la potenza della Vergine santissima. Quando vengono loro mostrati gli onoro che i Santi Padri tributavano a Maria, o rispondono dicendo che quelli parlano da oratori, o ne alterano l'interpretazione. Questa specie di falsi devoti è molto pericolosa. Essi fanno un torto immenso alla devozione verso la santissima Vergine.


2) I devoti scrupolosi: questi, sono coloro che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre. Vedono a malincuore che davanti ad un altare della Vergine santa stiano inginocchiate più persone che davanti al SS. Sacramento, come se le due cose fossero incompatibili e come se coloro che pregano la Vergine santa non pregassero Gesù Cristo per mezzo di lei! Ciò che costoro vanno dicendo è vero in un certo senso. Rispetto, però, all'applicazione che essi ne fanno, per ostacolare la devozione a Maria, è una sottile insidia del maligno nascosta sotto il pretesto di un bene maggiore, perché mai si onora di più Gesù Cristo, come quando si onora di più la Vergine santa. Infatti, si onora lei per onorare più perfettamente Gesù Cristo, e ci si rivolge a lei come alla via che conduce al traguardo verso cui tendiamo: Gesù Cristo. La Chiesa nella preghiera dell’Ave Maria, benedice prima la Vergine Santa e poi Gesù Cristo ““Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”. Non perché Maria sia più importante di Gesù o uguale a lui, ma perché è necessario benedire prima Maria per benedire in modo più perfetto Gesù Cristo.




  Pratiche di preparazione

Dopo averci guidato nei primi dieci giorni a liberarci dello spirito del mondo, San Luigi ci invita adesso a fare il proposito di acquistare una conoscenza di noi stessi, delle nostre cattiverie, debolezze, piccolezze e miserie, con lo scopo di condurci a una autentica contrizione dei propri peccati e di riconoscere la necessità di essere aiutati. Per questo proponiamo alcuni testi di sant’Alfonso utili per raggiungere la virtù dell’umiltà ed essere pronti a toccare e riconoscere la nostra propria miseria.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute, di Sant’Alfonso Maria di Liguori

Abbiamo un’anima immortale da salvare

Il negozio della nostra eterna salute è il negozio più importante di tutti: ci procura la beatitudine o la rovina eterna. Egli va a terminare all'eternità, cioè a salvarci o a perderci per sempre: ad acquistarci un'eternità di contenti o un'eternità di tormenti: a vivere una vita o sempre felice o sempre infelice. O mio Dio, che ne sarà di me! mi salverò o mi dannerò? Può essere che mi salvi, e può essere che mi perda. E se può essere che mi perda, perché non mi risolvo ad abbracciare una vita, che mi assicuri la vita eterna?
"E poi? e poi?" Oh se tutti pensassero alla morte, in cui tutto si ha da lasciare: al giudizio, in cui di tutto si ha da render conto: all'eternità felice o infelice, che a ciascuno ha da toccare! Se tutti, dico provvedessero a quest'ultimi affari della lor vita, niuno certamente si dannerebbe. Si pensa solo al presente, e così si sgarra la salute eterna.

Vedo, mio Dio, che mi sono scordato che la mia anima è immortale, trascurando l’affare più importante della mia vita, scambiandolo per piccolezze e futilità.  Mi pento, o sommo bene, di avervi voltate le spalle, ed oggi risolvo di darmi tutto a voi. E che aspetto? aspetto forse che voi m'abbandonate, e che la morte mi trovi così misero ed ingrato, come sinora vi sono stato? No, mio Dio, io non vi voglio dare più disgusto, e vi voglio amare. V'amo, bontà

Aiutatemi ancora voi, Maria, speranza mia.




 










Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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