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Trattato della vera Devozione a Maria di san Luigi M. Grignon de Montfort

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2016 09:27
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29/01/2016 23:50
 
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Ventesimo giorno Trattato: [164-168]


Questa devozione è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo 

Alcuni potranno obiettare che la “troppa” devozione a Maria sia ostacolo per la vera devozione a Gesù. San Luigi accenna che certamente la vista delle altre creature, anche sante, potrebbe forse ritardare l’unione divina, ma ciò non può mai accadere con Maria. Così come è inconcepibile pensare che Gesù sia ostacolo per condurci al Padre, non si può pensare che la Vergine sia ostacolo per raggiungere Gesù. E San Luigi ne da dei motivi: 


-“È mai possibile che colei, che trovò grazia davanti a Dio per tutti in generale e per ciascuno in particolare, sia d'impedimento ad un'anima per trovare la grande grazia dell'unione con lui? 

-È mai possibile che colei, che fu tutta piena e sovrabbondante di grazie, cosi unita e trasformata in Dio, quasi da obbligarlo ad incarnarsi in lei, impedisca ad un'anima di essere perfettamente unita a Dio?”.

E spiega ancora: “Una delle ragioni per cui cosi poche anime giungono alla pienezza dell'età di Gesù Cristo è che Maria, ora più che mai Madre di Gesù Cristo e Sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori”. Bisogna convincersi dunque che “tanto più guarderemmo Maria nelle nostre preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze, tanto più facilmente troveremmo Gesù Cristo”. Non solo “non c'è mai stata finora né ci sarà mai alcuna creatura che aiuti più efficacemente in questa grande opera”, ma proprio come afferma San Germano da Costantinopoli, “nessuno è ricolmo del pensiero di Dio, se non per mezzo di lei”, poiché tutte le grazie che riceviamo vengono per sua intercessione. 

“Dove Maria è presente non c'è lo spirito maligno. È un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l'essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a lei e il parlarne di frequente”. 

Lo stesso San Germano afferma che “così come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l'invocazione affettuosa di Maria sono un segno sicuro che l'anima non è morta per il peccato”.

Chi dunque vuole progredire nella via della perfezione ed incontrare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo (senza il pericolo di cadere nell'illusione che è molto comune nelle persone di preghiera) abbracci “con cuore generoso e animo pronto” questa devozione alla santissima Vergine, che forse prima non conosceva. Entri in questo eccellente cammino a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: Io vi mostro una via migliore di tutte. 


-“È una via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata, nostro unico Capo. Percorrendola, il membro di questo Capo non può sbagliarsi.

-E una via facile, per la pienezza della grazia e dell'unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma. Camminandovi, non ci si stanca né s'indietreggia.

-È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta: sul suo percorso non c'è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato. 

- È una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra.

Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo”.



  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 


" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".

 






Ventunesimo giorno Trattato: [169- 172]


CAPITOLO SECONDO (terza parte)"MOTIVI PER APPREZZARE LA CONSACRAZIONE" 

Sesto motivo: questa consacrazione ci fa crescere nella libertà dei figli di Dio.

Essere schiavi di Maria ci rende autenticamente liberi, poiché ci unisce intimamente a Dio, somma verità e sommo bene, il quale ci rende pienamente liberi. Spiega San Luigi: “Questa forma di devozione dà alle persone che l'osservano fedelmente, una grande libertà interiore: la libertà dei figli di Dio. Siccome, infatti, con essa ci si fa schiavi di Gesù Cristo, con una consacrazione completa a lui come tali, questo ottimo Signore ci ricompensa della schiavitù d'amore che abbiamo scelta, come segue:

1) Egli toglie dall'anima ogni scrupolo e timore servile capace soltanto di metterla in angustie, incepparla e confonderla.

2) Dilata il cuore con una santa fiducia in Dio, facendoglielo considerare come Padre.
3) Ispira un amore tenero e filiale.”

San Luigi riferisce a un fatto della vita di Madre Agnese di Gesù, religiosa domenicana: “Aveva appena sette anni e già soffriva grandi pene di spirito. Sentì allora una voce che le disse: “Se vuoi essere liberata da tutte le pene ed avere protezione contro tutti i tuoi nemici, fatti al più presto schiava di Gesù e della sua santa Madre”. Appena fu di ritorno a casa, si donò interamente a Gesù e alla sua santa Madre in qualità di schiava, benché non conoscesse ancora tale devozione. … Ciò fatto, tutte le pene e gli scrupoli scomparvero, ed ella si trovò in una tale grande pace e dilatazione di cuore che prese l'impegno di far conoscere questa devozione a parecchie persone...”

Settimo motivo: questa consacrazione procura grandi vantaggi al prossimo.
I frutti di questa vera devozione non si esauriscono in noi, ma traboccano fino a beneficare il nostro prossimo. Offrendo a Maria santissima il valore soddisfattorio e impetratorio di tutte le proprie buone opere, includendo i più piccoli buoni pensieri e le più lievi sofferenze, Lei dispone di tutto ciò anche in beneficio delle anime che ne hanno più bisogno. San Luigi definisce questa grande verità:

“Si accetta che tutte le soddisfazioni che si sono acquistate e si acquisteranno fino alla morte, siano utilizzate secondo la volontà della santa Vergine, o per la conversione dei peccatori, o per la liberazione delle anime del Purgatorio.”
E si interroga: “Non è, questo, amare perfettamente il prossimo? Non è, questo, essere del numero dei veri discepoli di Gesù Cristo, che si riconoscono dalla carità? Non è, questo, il mezzo di convertire i peccatori senza pericolo di vanità e di liberare le anime del purgatorio non compiendo nient'altro che il dovere del proprio stato?”

E continua: “Per capire tutta l'eccellenza di questo motivo bisognerebbe comprendere il grande valore della conversione di un peccatore o della liberazione di un'anima del Purgatorio. È un bene infinito ­che oltrepassa la creazione del cielo e della terra­ perché conferisce ad un'anima il possesso di Dio…Può accadere che una persona molto fedele a questa devozione trovi in punto di morte di aver così liberato molte anime dal Purgatorio e convertito molti peccatori, pur avendo compiuto soltanto i semplici doveri del proprio stato. Quale gioia al momento del suo giudizio! Quale gloria nell'eternità!”.

  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".

 




Ventiduesimo giorno Trattato: [173 – 182] 

Ottavo motivo: questa consacrazione è un mezzo meraviglioso di perseveranza.

La perseveranza nella fede e nella grazia fino alla morte è una grazia talmente grande che per ottenerla è doveroso chiederla in preghiera. Lo affermava il Curato d’Ars: “La preghiera è assolutamente necessaria per perseverare”. Molte volte ci troviamo con delle persone che appena si mantengono ferme per pochi mesi dopo una conversione. Noi stessi ci ritroviamo ricaduti nel peccato o invece di progredire nella virtù ci sembra di indietreggiare. Conosciamo la nostra debolezza, portiamo la fede “in vasi di creta”.
San Luigi paragona la Vergine Maria ad un àncora salda che ci trattiene e ci impedisce di fare naufragio nel mare agitato di questo mondo. Maria assomiglia anche all’arca di Noè: le acque del diluvio di peccati, che fanno annegare molti, non nuoceranno coloro che si rifugiano in Maria.
Con questa devozione si costituisce a Maria come “depositaria universale di tutti i propri beni di natura e di grazia”. Come buona Madre, accetta sempre tutto ciò che le si affida in deposito. Quanto poi ha ricevuto come depositaria, “è obbligata per giustizia, in virtù del contratto di deposito, a custodircelo.”
San Bonaventura sembra affermare la stessa cosa quando scrive: “La Vergine santa non solo dimora nella pienezza dei santi, ma trattiene ella stessa i santi nella pienezza perché questa non venga a diminuire. Trattiene le loro virtù perché non sfuggano, i loro meriti perché non periscano, le loro grazie perché non si disperdano. Trattiene i demoni perché non nuocciano e, infine, trattiene Nostro Signore perché non castighi i peccatori quando peccano”.

E San Luigi ci avverte dei pericoli di affidare il deposito delle nostre buone opere fuori delle Mari di Maria: “Non affidate l'oro della vostra carità, l'argento della vostra purezza, le acque delle grazie celesti, il vino dei vostri meriti e virtù a un sacco forato, a un forziere vecchio e rotto, a un vaso infetto e inquinato, quali voi siete. Altrimenti sarete derubati dai ladri, cioè dai demoni che cercano e spiano notte e giorno il momento propizio. E voi stessi guasterete, con il vostro amor proprio, con la fiducia in voi medesimi e con la vostra volontà, ciò che Dio vi dà di più puro”.
Questa devozione viene presentata da San Luigi come un tesoro nascosto che ci viene offerto e che ci assicura un bene grandissimo per le nostre anime. “Ecco il segreto che vi svelo: segreto sconosciuto a quasi tutti i cristiani, compresi i più devoti.

"Mettete, versate nel grembo e nel cuore di Maria tutti i vostri tesori, tutte le vostre grazie e virtù: ella è un vaso spirituale, un vaso d'onore, un vaso insigne di devozione. Dopo che Dio stesso in persona vi si racchiuse con tutte le sue perfezioni, questo vaso divenne tutto spirituale e dimora spirituale delle anime più spirituali”.
Ed esclama il santo: “Oh! Quanto è felice chi ha dato tutto a Maria, e a Maria si affida e si abbandona in tutto e per tutto! Egli è tutto di Maria e Maria è tutta sua... E può dire arditamente con Gesù Cristo: “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie” (Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt).



  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".


 




Ventitreesimo giorno Trattato: [183 – 190]

CAPITOLO TERZO"LA VITA DI CONSACRAZIONE ESPRESSA IN UNA FIGURA BIBLICA"

San Luigi prende la figura dell’Antico Testamento di Giacobbe, figlio di Isaaco, nipote di Abraham, il quale ricevette la benedizione di suo padre tramite le cure industriose di Rebecca sua madre. Potete trovare l’intero racconto biblico sul libro della Genesi, capitolo 27. Quanto segue è il racconto biblico che scrive San Luigi con un riassunto della sua propria spiegazione.

1. Il racconto biblico di Rebecca e di Giacobbe

Esaù aveva venduto la sua primogenitura a Giacobbe. Ora, Rebecca, madre dei due fratelli, che amava teneramente Giacobbe, riuscì diversi anni dopo, con un'accortezza molto santa e tutta piena di misteri, ad assicurargli questo vantaggio.Isacco si sentiva ormai molto innanzi negli anni. Prima di morire, voleva benedire i suoi figli. Chiamò dunque il figlio Esaù, che amava, e gli comandò di andare a caccia per procurargli del cibo, prima di dargli la benedizione.Rebecca avvertì subito Giacobbe di quanto stava succedendo e gli ordinò di andare al gregge a prendere due capretti. Ricevutili dal figlio, Rebecca ne fece un piatto per Isacco, secondo il gusto di lui.
Poi rivestì Giacobbe degli abiti di Esaù, che lei custodiva, e gli coprì mani e collo con la pelle dei capretti, perché il padre ­che non vedeva più­ sentendo la voce di Giacobbe, potesse credere, dalla pelosità delle mani, che fosse Esaù suo fratello. Infatti Isacco si meravigliò di quella voce, che credeva fosse la voce di Giacobbe, lo fece quindi avvicinare e palpato il pelo delle pelli che coprivano le sue mani, disse: “La voce è di Giacobbe, ma le mani sono di Esaù”. Dopo aver mangiato, aspirò, mentre lo baciava, l'odore degli abiti profumati di Giacobbe, e lo benedisse: “Dio ti conceda rugiada dal cielo e terre grasse”. Lo costituì signore di tutti i suoi fratelli e concluse la benedizione con queste parole: “Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia colmo di benedizioni”.

Isacco aveva appena terminato queste parole, quando entrò Esaù e gli diede da mangiare la selvaggina perché poi suo padre lo benedicesse. Quel santo patriarca fu colto da incredibile sbigottimento nel conoscere quanto era successo, ma invece di ritrattare quanto aveva fatto, lo confermò, poiché in tutta la vicenda vedeva troppo chiaramente il dito di Dio.
Esaù allora scoppiò in ruggiti, come nota la sacra Scrittura, ed accusando a gran voce di inganno il fratello, domandò al padre se avesse soltanto una benedizione. Osservano i santi Padri che, in questo, Esaù è figura di coloro che trovano comodo conciliare Dio col mondo e vogliono godere insieme le benedizioni del cielo e quelle della terra. Commosso dalle grida di Esaù, Isacco finì per benedirlo, ma di una benedizione terrena e assoggettandolo al fratello. Ciò fece nascere nell'animo di Esaù un odio così velenoso contro Giacobbe che da allora aspettava solo la morte del padre per ucciderlo. Né Giacobbe avrebbe potuto evitare la morte, se Rebecca, sua madre, non l'avesse protetto con gli accorgimenti e i consigli che gli dava e che lui seguiva.

2. Esaù figura dei riprovati

Al dire di tutti i santi Padri e interpreti della sacra Scrittura, Giacobbe è figura di Gesù Cristo e dei predestinati, mentre che Esaù è figura dei reprobi.Possiamo paragonare la condotta di Esaù con quella dei reprobi, considerando Rebecca, madre de entrambi i figli, come figura della Vergine Maria.



Esaù I reprobi

1) Il figlio maggiore, forte e di costituzione robusta, accorto e abile nel tirare d'arco e nel prendere molta selvaggina a caccia.

1) Hanno fiducia nella propria forza ed accortezza riguardo agli affari temporali. Sono versati, abili e illuminati nelle cose della terra, ma molto deboli e ignoranti in quelle del cielo.

2) Non restava quasi mai in casa e, confidando unicamente nella propria forza e destrezza, lavorava solo fuori casa.

2) Non rimangono mai o quasi mai in casa, cioènel segreto della loro coscienza . Non amano affatto né il ritiro, né la spiritualità, né la devozione interiore. Disprezzano la gente pietosa.

3) Non si preoccupava molto di piacere a Rebecca, sua madre, e non faceva nulla a tale scopo.

3) I reprobi non si curano per nulla della devozione a Maria, la madre dei predestinati. È vero che non odiano formalmente la Vergine. Talora, anzi, la lodano, protestano di amarla e perfino l'onorano con qualche forma di devozione, ma poi non sanno tollerare che la si ami teneramente, perché non hanno per lei le tenerezze di Giacobbe. Trovano da ridire sulle pratiche devote che i suoi figli e servi adempiono fedelmente per guadagnarsene l'affetto, perchénon credono che sia loro necessaria a salvezza la devozione a Maria. A loro basta non detestare formalmente la Vergine santa o non disprezzarne apertamente la devozione. Ritengono in tal modo di essere nelle sue grazie e di essere suoi servi, recitando e borbottando qualche preghiera in suo onore, senza tenerezza alcuna per lei e senza correggere se stessi.

4) Era così ghiotto e talmente schiavo della gola, che vendette il suo diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie.

4) I reprobi vendono il loro diritto di primogenitura, cioè le gioie del paradiso, per un piatto di lenticchie, vale a dire per i piaceri della terra. Ridono, bevono, mangiano, si divertono, giocano, danzano... senza preoccuparsi, come fece Esaù, di rendersi degni della benedizione del Padre celeste.  In breve, pensano solo alla terra, amano solo la terra, parlano e operano solo per la terra e le soddisfazioni terrene, vendendo per un fuggevole momento di piacere, per un vano fumo di onore e per un pezzo di terra dura, gialla o bianca, la grazia battesimale, la veste d'innocenza e l'eredità del cielo.

5) Era come Caino, pieno di invidia contro suo fratello Giacobbe e lo perseguitava oltre ogni dire.

5) Non possono sopportare i predestinati: li disprezzano, criticano, burlano, ingiuriano, derubano, ingannano, li gettano nella povertà, li mandano via, fanno loro mordere la polvere. Essi invece fanno fortuna, si tolgono ogni soddisfazione, se la spassano, si arricchiscono, ingrandiscono e vivono a loro agio.


Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".


 








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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