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I Congressi Eucaristici

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2016 00:56
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[20] Cfr. R. Schnackenburg, Signoria e Regno di Dio, EDB, Bologna 1990, pp. 319-321.


[21] Cfr. P. Galtier, Regalità di Gesù Cristo, in Enciclopedia Cattolica, X, pp. 632-635.


[22] Cfr. R. Schnackenburg, Signoria e Regno di Dio, EDB, Bologna 1990.


[23] Cfr. G. Biffi, La Chiesa e il Regno, Piemme, Casale Monferrato 1993.


[24] G. Lercaro, Metodo di orazione mentale, Editrice Massimo, Milano 1969 (La prima edizione è del 1947). Il Cardinale scrisse questo testo proprio per dimostrare l’interconnessione tra devozione, pietà popolare e movimento liturgico, che egli mise al centro della sua attività pastorale (Cfr. E. Vecchi, Introduzione, in L’eredità pastorale di Giacomo LercaroStudi e testimonianze, EDB, Bologna 1992, pp. 15-33). Cfr., inoltre, G. Lercaro, Il Sacro Cuore di Gesù e il rinnovamento liturgico, in AA.VV., Il Cuore di Gesù e il rinnovamento conciliare, a cura di A. Tessarolo, Edizioni Dehoniane, Bologna-Napoli-Padova 1966, p. 17.


[25] Cfr. O. Rousseau, Storia del movimento liturgico, Ed. Paoline, Roma 1961; A. Genestout, Guéranger, in Enciclopedia Cattolica, VI, 1226-1227; R. Aubert, Il pontificato di Pio IX (1846-1878), in Storia della Chiesa dalle origini ai giorni nostri, a cura di A. Fliche-V. Martin, I ediz. It., a cura di G. Martina, Editrice S.A.I.E., Torino 1964, p. 696.


[26] Cfr. Tertio millennio adveniente, n. 55, EV /14/1811.


[27] Cfr. L’Osservatore Romano, 25-26 ottobre 2010, p. 8.


[28] Cfr. Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» Ubicumque et semper,L’Osservatore Romano, 13 ottobre 2010, pp. 4-5. Lo scopo principale di questa nuova struttura è quello di “promuovere una rinnovata evangelizzazione specialmente nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione”. Tutto questo in linea con la sensibilità di Paolo VI che, nell’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, ha fatto proprio “il grande anelito conciliare all’evangelizzazione del mondo contemporaneo”. Inoltre il Papa ha inteso raccogliere l’eredità di Giovanni Paolo II, che è diventato – con la sua azione e con il suo magistero – l’icona della nuova evangelizzazione.


[29] Cfr. Presbyterorum ordinis, n. 5, EV /1/1253. Sul termine evangelizzazione oggi è necessario un chiarimento alla luce dell’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi di Paolo VI, che presenta l’evangelizzazione come un “processo complesso” (Cfr. n. 24), tendente a sanare la “rottura tra Vangelo e cultura, il dramma della nostra epoca” (Cfr. n. 20).


[30] Cfr. Discorso alla riunione di consultazione dell’Assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi¸ Insegnamenti di Giovanni Paolo II, 5 ottobre 1982, V/3, pp. 689-695.


[31] Cfr. Tertio millennio adveniente, n. 55, EV /14/1811.


[32] Cfr. P. Poupard, L’Eucaristia e la Nuova Evangelizzazione: una sfida per i Congressi Eucaristici, in I Congressi Eucaristici Internazionali, Libreria Editrice Vaticana 1991, p. 61.


[33] Cfr. CEI, Premesse al Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, nn. 105-108.


[34] Cfr. K. Bihlmeyer – H. Tuechle, Storia della Chiesa, vol. IV, Morcelliana, Brescia 1959, pp. 232-233.


[35] Il prossimo Congresso Eucaristico Nazionale italiano (il XXV), si svolgerà nella Dicoesi di Ancona-Osimo, dal 3 all’ 11 settembre 2011, sul tema: «Signore da chi andremo?».


[36] Cfr. G. Venturi, Storia del Credito Romagnolo, Editori Laterza, Bari 1996, pp. 10-11.


[37] Cfr. I. Biffi – G. Colombo, L’Eucaristia al centro della comunità e della sua missione, 20° Congresso Eucaristico Nazionale, Milano 1981, p. 8.


[38] Cfr. E. Vecchi, La vita liturgica alla confluenza della vita pastorale parrocchiale, in Rivista Liturgica, marzo-aprile 1991, n. 2, pp. 237-268.


[39] Cfr. G. Biffi, I frutti di un Congresso Eucaristico, in Liber pastoralis, EDB, Bologna 2002, n. 11, p.430.


[40] Cfr. G. Biffi – E. Vecchi, Il Congresso Eucaristico Internazionale, in Presenza Pastorale, gennaio-febbraio 1995, nn. 1-2, pp. 117-126.


[41] Cfr. Tertio millennio adveniente, nn. 8.55, EV /14/1811.


[42] Cfr. G. Biffi, Matrimonio e famiglia, in Liber pastoralis, EDB, Bologna 2002, n. 16, p. 256.


[43] Cfr. J. Ratzinger, sottotitolo del Vol. XI, Teologia della Liturgia, Opera Omnia, ed. italiana, Libreria Editrice Vaticana 2010.


[44] Cfr. G. Biffi, Eucaristia e opere di misericordia, meditazione al 22° Congresso Eucaristico Nazionale, Siena 1994, Bollettino dell’Arcidiocesi di Bologna,  giugno 1994, p. 209.


[45] Cfr. G. Biffi, Introduzione alla «Diurna laus», in AA.VV., Predicare oggi, Editrice Àncora, Milano 1982, p. 203.


[46] Cfr. Tertio millennio adveniente, n 38, EV /14/1786.


[47] Cfr. Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione Dominus IesusCirca l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa, Libreria  Editrice Vaticana 2000, EV /19/1142-1200.


[48] Cfr. L. Scheffczick, Il mondo della fede cattolica. Verità e forma, Vita e Pensiero, Milano 2007. In questo libro – introdotto da un’intervista a Benedetto XVI – l’autore (creato Cardinale da Giovanni Paolo II) affronta senza sconti, in tutta la sua ampiezza e la sua oggettiva difficoltà, la questione della struttura, della verità e della vivibilità del cristianesimo, in rapporto all’essenza del cattolicesimo. Leggere questo libro è un aiuto a ripensare, in una prospettiva sintetica, quasi tutte le maggiori questioni teologiche (Cf. C. Ruini, Rieducarsi al Cristianesimo. Il tempo che stiamo vivendo, Mondadori, Milano 2008).


[49] Cfr. G. Biffi, Per la vita del mondo, Itinerario pastorale in preparazione al Congresso Eucaristico Diocesano del 1987, in Liber pastoralis, EDB, Bologna 2002, pp. 25-26: “Dalla Rivelazione accolta nella fede, dalla liturgia della Nuova Alleanza, dall’ardore di carità, tipico e proprio dei discepoli di Gesù, tutto l’uomo deve essere trasfigurato, in tutte le sue dimensioni di vita (personale, familiare, sociale), in tutte le sue età (infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia), in tutte le sue espressioni esistenziali (l’amore, il dolore, la gioia, il divertimento, la malattia, il lavoro, la cultura, la politica)”.


[50] Cfr. Tertio millennio adveniente, n. 6, EV /14/1724; Caritas in veritate, n. 78.


[51] Cfr. G. Biffi, Eucaristia, Chiesa e mondo, Bollettino dell’Arcidiocesi di Bologna, settembre 1986, pp. 524-556, nn. 5-6.


[52] Cfr. CEI: Premesse al Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, n. 105.


[53] Cfr. E. Vecchi, Il Congresso Eucaristico evento e occasione, Quaderni del Congresso Eucaristico Diocesano, n. 3, EDB, Bologna 1987.


[54] Cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 10, EV /1/16.


[55] L’Eucaristia, nella logica congressuale, viene mostrata pubblicamente come la concretizzazione storica del “banchetto che il Signore degli eserciti prepara sul monte, per tutti i popoli”, per strappare il “velo” dell’ambiguità che copre la faccia dell’umanità; per asciugare ogni lacrima; per eliminare la morte per sempre (Cf. Is 25, 6-9).


[56] Cfr. Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre 2009L’Osservatore Romano, 21-22 dicembre 2009.


[57] Cfr. P. Poupard, L’Eucaristia e la Nuova Evangelizzazione, in I Congressi Eucaristici, op. cit., pp. 72-73.


[58] Cfr. E. Vecchi, Comunità cristiana e inculturazione della fede, in AA.VV.,Approfondimento concettuale della fede e inculturazione, Edizioni Studio Domenicano (ESD), Bologna 1996, pp. 241-257.


[59] Cfr. Presbyterorum Ordinis, 5, EV /1/1253.


[60] Cfr. Lo Statuto del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, in Lettera Apostolica in forma di «Motu proprio» “Ubicumque et semper, art. 3/5°, L’Osservatore Romano, 13 ottobre 2010, pp. 4-5.


[61] Cfr. CEI, Atti del 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”, Verona, 16-20 ottobre 2006, EDB, Bologna 2008: il Convegno ha individuato cinque ambiti di attenzione pastorale: 1) vita affettiva; 2) lavoro e festa; 3) fragilità; 4) tradizione; 5) cittadinanza.


[62] Cfr. Sacramentum caritatis, n. 89, EV /24/215.


[63] Con la beatificazione del Cardinale Newman non è stata esaltata solo la sua personale santità, ma anche la sua “figura universale”, che si innesta bene nella dinamica dei Congressi Eucaristici. Infatti, da un lato, il Card. Newman ha dato concretezza alla presenza, in Cristo, dell’amore misericordioso del Padre (Cor ad cor loquitur era il suo motto cardinalizio) portando molti alla fede. Dall’altro lato, cercò di conciliare la ragione con la fede, mediante i suoi Sermoni, che avevano sempre una connotazione pastorale. Newman, infatti, è sempre stato un pastore: prima anglicano, poi  Sacerdote cattolico (Cfr. I. Ker, La ragionevole fede di Newman, in L’Osservatore Romano, 16 ottobre 2010, p. 1).


[64] Sacramentum caritatis, nn. 6‑7, EV /24/110-111.


[65]Cfr. L. Scheffczyk, Il mondo della fede cattolica. Verità e Forma, Vita e Pensiero, Milano 2007, p. 239.


[66] Cfr. Sacramentum caritatis, n. 11, EV /24/115.


[67] Cfr. Sacramentum caritatis, n. 78, EV /24/202.


[68] Di conseguenza, «quanto apparirà intrinseco al mistero eucaristico dovrà essere sostanzialmente ritrovato nel mistero ecclesiale e potrà essere assunto come principio ispiratore di ogni comportamento e di ogni vitalità nella Chiesa. Così, tutto quanto c’è di proprio e di caratterizzante nel mistero ecclesiale svelerà che cosa nel mondo debba essere affrontato e combattuto, che cosa debba essere avvalorato, che cosa debba essere immesso perché l’umanità si adegui alla volontà del Padre e trovi salvezza. In una parola, l’Eucaristia, manifestandoci l’indole essenziale della Chiesa, contestualmente ci  manifesterà che cosa sia necessario per la vita del mondo» (G. Biffi, Eucaristia, Chiesa e mondo, in Bollettino dell’Arcidiocesi di Bologna, settembre 1986, pp. 524-556, nn.5-6).


[69] Cfr. AA.VV. L’Eucaristia sacramento di ogni salvezza, Documento dottrinale per il 23° Congresso Eucaristico Nazionale (Bologna 1997), Piemme, Casale Monferrato 1996, p. 33.


[70] Cfr. G. Rouault, La notte della redenzione, catalogo della mostra di opere grafiche e disegni esposte alla Galleria d’Arte Moderna “Raccolta Lercaro”, Edizioni ETS, Bologna 2010.


[71] Cfr. Tertio millennio adveniente, n. 16, EV /14/1739.


[72] Sacramentum caritatis, n. 9, EV /24/113.


[73] Cfr. E. Vecchi, Celebrare la domenica in pienezza e verità, in AA.VV. , La domenica oggi. Problemi e proposte pastorali, Edizioni OR, Milano 1991, pp. 71-116.


[74] Cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 106, EV /1/191.


[75] Cfr. Dies Domini, n. 87, EV /17/1011.


[76] Cfr. Dies Domini, nn. 55-58, EV /17/972-975.


[77] Sacrosanctum Concilium, n. 42, EV /1/74.


[78] Cfr. E. Vecchi, Articolazione ministeriale della comunità, in AA.VV., Scommessa sulla parrocchia. Condizioni e percorsi dell’azione pastorale, Ed. Àncora, Milano 1989, pp. 57-112.


[79] Cfr. J. Pieper, “Otium” e culto, Morcelliana, Brescia 1956, p. 39.


[80] Cfr. CEI, Il giorno del Signore, nn. 36-37, EC /3/1969-1970.


[81] Cfr. G. Colzani, Celebrare la domenica. Comunità cristiana e crisi della festa, in La Rivista del Clero Italiano, maggio 2002.


[82] Dies Domini, n. 22, EV /17/932.


[83] Cfr. Dies Domini, nn. 2, 81, EV /17/902-1005.


[84] Cfr. E. Vecchi, La domenica una risorsa per tuttiGiorno del Signore, giorno della Chiesa, giorno dell’uomo, EDB, Bologna 2005.


[85] Cfr. Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» Ubicumque et semper, Art. 3/1°,L’Osservatore Romano, 13 ottobre 2010, pp. 4-5.


[86] Cfr. E. Vecchi, La nuova evangelizzazione in Europa, in AA.VV., Teologia ed evangelizzazione, EDB, Bologna 1993, pp. 499-520.


[87] Cfr. Pastores dabo vobis, n. 57, EV /13/1433.


[88] Cfr. I. Biffi e G. Colombo, 20° Congresso Eucaristico Nazionale, Documento teologico, Milano 1983, p. 7.


[89] Cfr. Motu proprio Ubicumque et semperL’Osservatore Romano, 13 ottobre 2010, pp. 4-5.


[90] Presbyterorum ordinis, n. 6, EV /1/1261.


[91] Cfr. L. Chiarinelli – E. Vecchi, Tutti chiamati a servire, EDB, Bologna 1991. Gli autori mettono in evidenza il rapporto tra l’Eucaristia e la ministerialità, nell’ottica del Concilio Vaticano II: «Tutti i Sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato sono strettamente uniti alla Sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati» (Presbyterorum ordinis, n. 5, EV /1/1253). Inoltre, Cfr. E. Vecchi, Spiritualità e pastorale liturgica nella formazione permanente del prete, in Rivista di pastorale liturgica, settembre-ottobre 1991, n. 5, pp. 61-69.


[92] I Congressi Eucaristici non possono trascurare il problema della scarsità delle vocazioni sacerdotali e la necessità di rimettere a fuoco l’identità del sacerdote, nella sua relazione fondamentale con Cristo capo, pastore e sposo, che – in quanto tale – si pone non solo “nella Chiesa”, ma anche “di fronte alla Chiesa” (Cfr. Pastores dabo vobis, n. 16). Solo così è possibile conservare nel compito pastorale dei presbiteri il primato del “bonum animarum” rispetto al “bonum” personale. Sulla preparazione al Sacerdozio cfr. Lettera del Santo Padre ai Seminaristi (18 ottobre 2010), L’Osservatore Romano, 18-19 ottobre 2010, p. 12.


[93] Cfr. R. Fisichella, Non formula astratta ma pensiero forte, L’Osservatore Romano, 13 ottobre 2010, p. 5.


[94] Oggi, ci troviamo di fronte a un “nuovo ateismo”, che ha preso il posto di quello “istituzionale”, dopo il collasso del blocco sovietico (Cfr. Editoriale, in Concilium, 4/2010, pp. 13-16). Non è più l’ateismo che cerca di dimostrare che Dio non c’è, ma quello di “colui che decide di vivere senza o contro Dio”. Sulla scia di Bertrand Russel c’è chi propone l’ateismo “come un repertorio di strumenti, intellettuali e pratici, che riguardano il nostro modo di indagare l’universo e di scegliere il nostro destino”. Un esponente lucido di questoneoateismo è Giulio Giorello, che critica la concezione della tecnica espressa nella Caritas in veritate (n. 70), rivendicando la sua totale “autonomia” dall’essere e se la prende con Benedetto XVI: “Siamo stanchi dei vari Pastori dell’Essere”. L’autonomia – egli scrive – è la condizione che conquistiamo per noi stessi nella fatica quotidiana (Cfr. G. Giorello, Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo, Longanesi, Milano 2010, pp. 194-195). Ora, se perautonomia si intende che “le cose create e la stesso società hanno leggi e valori propri”, che vanno rispettati, certamente è un’esigenza legittima, ma se – come fa Giorello – la si intende come totale autonomia da Dio, per cui l’uomo esclude il Creatore dalla creazione, emerge una posizione inaccettabile. Infatti, “la creatura senza il Creatore svanisce” (Cfr. Gaudium et spes, n. 36, EV /1/1431-1432).


[95] Cfr. E. Vecchi, Antenna Crucis, Il passaggio dall’analogico al digitale. Riflessione teologico-pastorale, EDB, Bologna 2010, p 19.


[96] L’Osservatore Romano, 9 dicembre 2009.


[97] Cfr. Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, 16 maggio 2010.


[98] Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi del CELAMInsegnamenti, VI, 1983, p. 698; EC /4/2743.


[99] Cfr. C. Giaccardi, Immagine della Chiesa e comunicazione mediatica, Atti della 60aAssemblea Generale della CEI, Assisi 2009, p. 121-139.


[100] Cfr. Caritas in veritate, n. 73.


[101] Cfr. Caritas in veritate, nn.3-4).


[102] Il 4 dicembre 1963, al termine della seconda Sessione del Concilio Vaticano II, Paolo VI e i Padri Conciliari riuniti in seduta solenne nella Basilica di S. Pietro (l’autore di questa conferenza era presente come Segretario del Cardinale Lercaro), promulgarono i primi due documenti: la Costituzione “Sacrosanctum Concilium” su la Liturgia e il Decreto “Inter mirifica” sui mezzi di comunicazione sociale. Qualcuno, con giudizio sbrigativo, ma non senza fondamento, interpretò la precedenza concessa alla Liturgia e alle Comunicazioni sociali – allora ritenute materie “scontate” e “tranquille” – un modo per recuperare il tempo necessario a sciogliere i “nodi” teologici emersi nella discussione sui grandi temi ecclesiali, durante la prima Sessione conciliare.

Di fatto, tale “precedenza” e il comune ambito contestuale accordato alla Liturgia e alle Comunicazioni sociali, al di là dell’eventuale intenzione strategica, si sono rivelati provvidenziali, per due motivi:

1) le due tematiche, apparentemente estranee e non determinanti, a quasi mezzo secolo di distanza hanno assunto, di fatto, ciascuna nel proprio ambito, un ruolo sempre più rilevante nella presa di coscienza del mistero ecclesiale e del suo corretto approccio con il mondo;

2) tale abbinamento ha portato alla riscoperta di un rapporto intrinseco tra “Sacrosanctum Concilium” e “Inter mirifica”, un rapporto che trova consistenza nella relazione tra due momenti essenziali dell’agire ecclesiale: la celebrazione sacramentale e l’annuncio del mistero cristiano. Infatti, la connessione tra il “mistero” celebrato e l’annuncio del Vangelo spinge oggi la ricerca teologica ad approfondire le implicanze pastorali del confronto fra tutta la teologia e l’ambito comunicativo, a partire proprio dalla Liturgia, fonte e culmine della vita della Chiesa (Cfr. C. Ruini, Prefazione, in C. Giuliodori – G. Lorizio (edd.), Teologia e comunicazione, S. Paolo, Cinisello Balsamo 2001, 5).

La vita cristiana, dunque, alimentata dalla Liturgia, non è un’esperienza che si esaurisce nell’anonimato di una scelta silenziosa e nascosta, ma si esprime pienamente nella missione salvifica verso l’umanità intera (Cfr. L’Eucaristia, Sacramento di ogni salvezza, Documento dottrinale del 23° Congresso Eucaristico Nazionale di Bologna (1997), Piemme, Casale Monferrato 1996, pp. 32-33).

Il Concilio Vaticano II, dunque, accostando Liturgia e comunicazione ha posto le premesse per approfondire il mistero cristiano nel contesto della complessità della società attuale, dove il mondo della comunicazione non deve rimanere ai margini dell’azione pastorale come se fosse un optional, ma vi deve entrare come componente primaria e perciò rilevante ed esigente di servizio al Vangelo: «Quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti» (Mt 10, 27).

Indubbiamente l’evangelizzazione, oggi, si trova di fronte all’opportunità e alla «sfida» di un sistema comunicativo che ha trasformato il mondo non solo in «villaggio globale» (per sempre ancorato al “racconto della storia”), ma, con la rivoluzione digitale, ha introdotto la “cultura hacker” nella rete delle reti (Internet), dando vita al «villaggio plurale», che fa pensare alla “fine della storia”.

Comunque – dice il Papa – «la nostra epoca è insieme tempo di minaccia e di promessa», perciò è necessario cooperare «per garantire che la promessa prevalga sulla minaccia», la comunicazione interpersonale sulla fuga nel virtuale(Cfr. Giovanni Paolo II,  Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 1999, 4,Insegnamenti, XXII, 1, 1999, pp. 281-284). Certo, per la Chiesa che continua l’opera di evangelizzazione, la posta in gioco è molto alta (Cfr. E. Vecchi, Antenna Crucis. Il passaggio dall’analogico al digitale. Riflessione teologico-pastorale, EDB, Bologna 2010).


       



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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