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LETTERE di Santa Caterina da Siena dalla 72 alla 152 (2)

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2022 11:51
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22/04/2016 12:11
 
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LXXII  (72) - A Romano linaiuolo alla compagnia del Bigallo in Firenze

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti che tu non volla il capo addietro a mirare l'aratro, ma perseverante nella virtù; perocchè tu sai che sola la perseveranzia è quella cosa che è coronata. Tu se' chiamato e invitato da Cristo alle nozze di vita eterna: ma non vi dee andare chi non è vestito. Vuolsi adunque esser vestito del vestimento nuziale, acció che non sia cacciato dalle nozze, come servo iniquo. Parmi che la prima dolce Verità t'abbia mandati i messi ad annunziare le nozze, e a recarti il vestimento: e questi messi sono le sante e buone spirazioni e dolci desiderii che ti sono dati dalla clemenzia dello Spirito Santo. Queste sono quelle sante cogitazioni che ti fanno fuggire il vizio e spregiare il mondo con tutte ledelizie sue, e fannoti giungere alle nozze delle vere e reali virtù. Vestesi l'anima d'amore, col quale amore entra alla vita durabile. Sicchè vedi che le spirazioni sante di Dio ti recano il vestimento della virtù, fannotelo amare (e però ti vesti); ed invitati alle nozze di vita eterna. Perocchè dopo il vestimento della virtù e della ardentissima carità séguita la Grazia, e dopo la Grazia la visione di Dio, dove sta la nostra beatitudine.

E però io ti prego per l'amore di Cristo crocifisso che tu risponda virilmente senza negligenzia. Pensa che non è niente il cominciare e il metter mano all'aratro, come detto è. I santi pensieri sono quelli che cominciano ad arare, e la perseveranzia delle virtù finisce. Colui che ara, rivolta la terra: così lo Spirito Santo rivolta la terradella perversa volontà sensitiva. E spesse volte l'uomo innamorato di sì dolce invito e reale vestimento, per fender meglio la terra sua, cerca se trovasi un vomero bene tagliente per poterla meglio rivoltare: e vede e trova che neuno ne trova sì perfetto a rompere e tagliare e divellere la nostra volontà qui, quanto il ferro e il giogo della santa obbedienzia. E poichè l'ha trovato, impara dall'obbediente Verbo Figliuolo di Dio; e per lo suo amore vuol essere obbediente infino alla morte. E non ci fa punto resistenza. E egli fa come savio, che vuole navigare colle braccia d'altrui, cioè dell'Ordine, e non sopra le sue.

Ricordomi, che tu con santo desiderio e proponimento ti partisti da me, di voler rispondere a Dio che ti chiamava, e di volere essere alla santa obbedienzia. Non so come tu tel fai. Pregoti che quello che non è fatto, che tu'l facci bene e diligentemente con buona sollecitudine; e sappiatene spacciare e tagliare dal mondo. E non aspettare tempo, chè tu non sei sicuro d'averlo. Grande stoltizia e mattezza è dell'uomo che egli perda quello che ha per quello che non ha. Bagnati nel sangue di Cristo crocifisso, nasconditi nel costato suo, nel quale vederai il segreto del cuore. Mostra la prima dolce verità che l'operazione sua fatta in noi è fatta con amore di cuore; e tu con amore gli rispondi. Egli è il dolce Dio nostro che non vuole altro che amore. E colui che ama, non offenderà mai la cosa amata. Orsù, figliuolo mio, non dormire più nel sonno della negligenzia. Vattene tosto al tuo padre messer l'abbate con volontà morta e non viva: che se tu andassi con volontà viva, direi che tu non vi mettessi piede; chè non si farebbe nè per te nè per lui. Spero per la bontà di Dio, che tu seguiterai le vestigie di Cristo crocifisso. E non ti porre a sciogliere e' legami delmondo, ma tira fuori il coltello dell'odio e dell'amore, e taglia spacciatamente. Altro non dico. Permani nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.


LXXIII - A suora Costanza monaca del monasterio di San Abundio appresso Siena

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissima figliuola in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a te, e confortoti nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti bagnata e annegata nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio. Considerando me, che nella memoria del sangue si trova il fuoco dell'ardentissima carità, nella carità non cade tristizia nè confusione: e però io voglio chel'affetto tuo sia posto nel sangue. Ine t'inebria e ardi e consuma ogni amore proprio che fusse in te: sicchè col fuoco d'esso amore spenga il fuoco del timore e amor proprio di te.

Perchè si trova il fuoco nel sangue? perchè il sangue fu sparto con ardentissimo fuoco d'amore. O glorioso e prezioso sangue, tu se' fatto a noi bagno, e unguento posto sopra le ferite nostre. Veramente, figliuola mia, egli èbagno; chè nel bagno tu trovi il caldo e l'acqua, e il luogo dove egli sta. Così ti dico che in questo glorioso bagno tu ci trovi il caldo della divina carità, che per amorel'ha dato; trovi il luogo, cioè Dio eterno, dove è il Verbo,ed era nel principio; trovi l'acqua nel sangue, cioè che del sangue esce l'acqua della Grazia: ed evvi il muro che vela l'occhio. O inestimabile dolcissima carità, che tu hai preso il muro della nostra umanità, la quale ha ricoperto la somma ed eterna ed alta Deità, Dio-e-uomo! Ed è tanto perfetta questa unione che nè per morte nè per veruna cosa si può separare. E però si trova tanto diletto e refrigerio e consolazione nel sangue. Chè nel sangue si trova il fuoco della divina carità e la virtù della somma, alta ed eterna deità. Sai che per virtù della Divina Essenzia vale il sangue dell'Agnello. Sappi che se fusse stato puro uomo senza Dio, non voleva il sangue; ma per l'unione che fece Dio nell'uomo, accettò il sacrifizio del sangue suo.

Bene è adunque glorioso questo sangue; è uno unguento odorifero che spegne la puzza della nostra iniquità. Egli è uno lume che tolle la tenebra, e non tanto latenebra grossa, di fuora, del peccato mortale, ma la tenebra della disordinata confusione, che viene spesse volte nell'anima sotto colore e specie d'una stolta umilità. La confusione, intende, quando le cogitazioni vengono nel cuore, dicendo: «Cosa che tu facci, non è piacevole nè accetta a Dio: tu se' in stato di dannazione». A mano a mano, poichè egli ha data la confusione, gl'infonde, e mostragli la via colorata col colore dell'umilità, dicendo:«Vedi che per li tuoi peccati non se' degna di molte grazie e doni»; e così si ritrae spesse volte dalla comunione e dagli altri doni ed esercizi spirituali.

Questo si è l'inganno e la tenebra che il dimonio fa. Dico che se tu, o a cui toccasse, sarai annegata nel sangue dello Agnello immacolato, che queste illusioni non albergheranno in te. Chè, poniamochè elle venissero, non vi permarranno dentro; anco, saranno cacciate dalla viva fede e speranza, la quale ha posta in questo sangue. Fassene beffe, e dice: «per Cristo crocifisso ogni cosa potrò, che è in me, che mi conforta. E se pure io dovessi aver l'inferno, io non voglio però perdere l'esercizio mio». Grande stoltizia sarebbe a farsi degno della confusione dello inferno, prima che venisse il tempo.

Or ti leva con un fuoco d'amore, carissima figliuola: e non ti confondere; ma rispondi a te medesima, e di': «Or che comparazione è dalla mia iniquità alla abondanzia del sangue sparto con tanto fuoco d'amore?» Io voglio bene che tu vegga, te non essere, e la tua negligenzia e ignoranzia tua: ma non voglio che tu la vegga per tenebre di confusione, ma con lume dell'infinita bontà di Dio, la quale tu trovi in te. Sappi che il dimonionon vorrebbe altro, se non che tu ti recassi solo a cognoscimento delle miserie tue, senza altro condimento. Ma egli vuole essere condito col condimento della speranza nella misericordia di Dio.

Sai come ti conviene fare? come quando tu entri in cella la notte per andare a dormire: la prima andata Sì trovi la cella, e dentro vedi che v'è il letto: la prima, vedi che t'è necessaria; e questo non fai solo per la cella, ma volli l'occhio e l'affetto al letto, ove tu trovi il riposo.Cosi de' tu fare: giugnere all'abitazione della cella del cognoscimento di te; nella quale io voglio che tu apra l'occhio del cognoscimento con affettuoso amore: trapassi nella cella, e vattene a letto, nel quale letto è la dolce bontà di Dio che trovi in te, cella. Bene vedi tu che l'essere tuo t'è dato per grazia, e non per debito.

Vedi, figliuola, che questo letto è coperto d'uno copertoio vermiglio tutto nel sangue dello svenato e consumato Agnello. Or qui ti riposa, e non ti partire mai. Vedi che non hai cella senza letto, nè letto senza cella; ingrassi l'anima tua in questa bontà di Dio, perocchè ella può ingrassare. Che in questo letto sta il cibo, la mensa, il servitore. Il Padre t'è mensa, il Figliuolo t'è cibo, lo SpiritoSanto ti serve, e esso Spirito Santo fa letto di sè. Sappi che se tu volessi pure stare a vedere te medesima con grande confusione, perchè tu vedessi la mensa, il letto apparecchiato, e in esso cognoscimento nol participeresti, nè riceveresti il frutto della pace e quiete sua; ma rimarresti senza, e sterile senza neuno frutto. Adunque io ti prego per l'amore di Cristo crocifisso, che tu permanga in questo dolce e glorioso letto di riposo. Son certa che se tu t'annegherai nel sangue, che tu il farai.

E però dissi ch'io desideravo di vederti bagnata e annegata nel sangue del Figliuolo di Dio. Non dico più. Permane nella santa e dolce dilezione di Dio. Ponti in su la croce con Cristo crocifisso; nasconditi nelle piaghe di Cristo crocifisso. Seguitalo per la via della croce: conformati con Cristo crocifisso; dilettati degli obbrobrii, pene, strazii, tormenti, scherni e villanie per l'amore di Cristo crocifisso; sostenendo infino all'ultimo della vita tua, gustando sempre il sangue che versa giù per la croce. Gesù dolce, Gesù amore.



LXXIV - A frate Niccolo da Monte Alcino dell'ordine de' frati predicatori

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

A voi, dilettissimo e carissimo figliuolo mio in Cristo Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi posto in su la mensa della santissima croce, dove si trova l'Agnello immacolato che s'è fatto a noi cibo, mensa e servitore. Considerando me che d'altro cibo non si può dilettare nè saziare l'anima, dico che ci conviene andare per la via: egli è essa via. Qual fu la via sua? fu quello che egli mangiò in essa via; pene, obbrobrii, e strazii,villanie, e infino l'obbrobriosa morte della croce.
Convienci salire, poichè siamo giunti all'obietto nostro. Veramente così fa l'anima, poichè ha veduta la via che ha fatta il Maestro suo. Oh che è a vedere tanto consumato amore, che di sè medesimo, cioè del corpo suo, ha fatto scala per levarci della via delle pene; e ponerci in riposo!O figliuolo carissimo, chi dubita che nel principio della via gli pare fadigoso; ma poich'eli è giunto a' piei dell'affetto, dell'odio e dell'amore, ogni cosa amara gli doventa dolce. Sicchè il primo scalone nel corpo di Cristo sono i piei. Questa fu la regola ch'egli insegnò una volta a una sua serva, dicendo: «Lèvati su, figliuola, lèvati sopradi te, e sali in me. E acciocchè tu possa salire, io t'ho fatta la scala, essendo chiavellato in croce.
Fa', che prima tu sagli a' piei, cioè l'affetto e il desiderio tuo; perocchècome i piei portano il corpo così l'affetto porta l'anima. A questo primo, cognoscerai te medesima. Poi giugnerai al lato del costato aperto, per la quale apritura ti mostroil segreto mio: chè quello che io ho fatto, ho fatto per amore cordiale. Ine si inebria l'anima tua». In tanta pace gusterete Dio-e-Uomo. Ine si troverà il caldo della divina carità: cognoscerete la infinita bontà di Dio. Poichè abbiamo cognosciuto noi e cognosciuto la bontà sua, e noi giugneremo alla pace della bocca. Ine gusta tanta pace e quiete, che, come cosa levata in alto, neuna amaritudine che vegna, gli può aggiugnere. Egli è quello letto pacifico dove si riposa l'anima. E però dissi ch'io desideravo di vedervi posto in' su la mensa della santissima croce.

Orsù, figliuolo, non stiamo più in negligenzia; chè il tempo de' fiori ne viene. Abbiate buona sollecitudine delle pecorelle vostre. Fate che, se l'obbedienzia non ve ne manda, che voi non vi partiate. Dite a coteste donne che si riposino in su la croce collo sposo loro Cristo crocifisso. Dite a Frate Giovanni che si sveni e aprasi in su la croce per Cristo. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.




LXXV  (75)  - Al monasterio di San Gaggio in Firenze, e alla badessa e monache del monasterio, che e in Monte Sansovino

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissima madre e figliuola in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi nascose e serrate nel costato di Cristo crocifisso; perocchè altrimenti non varrebbe l'essere serrato dentro delle mura, ma più tosto sarebbe a giudizio. E però come il corpo è rinchiuso, così vuole essere chiuso e serrato l'affetto e il desiderio vostro, levato dallo stato e dalle delizie del mondo, e seguitare lo sposo Cristo dolce Gesù. Non dubito che se sarete amatrici dello sposo Eterno, voi seguiterete le vestigie d'esso sposo. E sapete quale fula vita di questo sposo? Povertà volontaria, obedienzia. Per umiltà la somma altezza discese alla bassezza della natura umana; e per umilità e amore ineffabile che Egli ebbe a noi, si diè l'umanità sua all'obbrobriosa morte della croce, eleggendo la via de' tormenti, de' flagelli, strazii e vituperii. Or questa umilità dovete seguitare: e sappiate che essa non si può avere se non con perfetto e vero cognoscimento di sè, ed in vedere la profonda umilità e mansuetudine dell'Agnello svenato con tanto fuoco d'amore. Dico che egli seguitò la via della vera povertà; onde Egli fu tanto povero che non ebbe dove riposare il capo suo; e nella sua natività, Maria dolce appena ebbe tanto pannicello che ella potesse invollere il Figliuolo suo. E però voi, spose, dovete seguitare la via di quella povertà. E così sapete che voi avete promesso e io così vi prego per amor di Cristo crocifisso, che osserviate infino alla morte; perocchè altrimenti non sareste spose, ma sareste come adultere, amando alcuna cosa fuora di Dio.
Chè in tanto è detta adultera la sposa, in quanto ella ama un altro più che lo sposo. E quale è il segno dell'amore? che ella sia obediente a lui. E però dopo la povertà e umilità, sèguita l'obedienzia. Che quanto la sposa è più povera per spirito volontariamente, e più ha renunziata alla ricchezza e stati del mondo; tanto più è umile; e quanto più è umile, tanto più è obediente. Perocchè 'l superbo non è mai obediente, però che la sua superbia non si vuole inchinare a essere suddito nè soggetto a neuna creatura. Voglio dunque che siate umili, e che voi spogliate il cuore e l'affetto infinoalla morte. Voi, abadessa, obediente all'Ordine; e voi suddite, obedienti all'Ordine, e alla abadessa vostra. Imparate, imparate dallo Sposo Eterno, dolce e buono Gesù, che fu obediente infino alla morte. Sapete che senza obedienzia voi non potreste participare il sangue dell'Agnello. Ora che è la Religiosa senza il giogo dell'obedienzia?
E' morta; e drittamente è uno dimonio incarnato. Non è osservatrice dell'Ordine, ma trapassatrice dell'Ordine. Ella è condotta nel bando della morte, avendo trapassati i comandamenti santi di Dio: e oltre ai comandamenti, ha trapassata la promissione e il voto che ella fece nella Professione. O dilettissime suore e figliuole in Cristo dolce Gesù, io non voglio che caggiate in questo inconveniente: ma voglio che siate sollecite, e non trapassarla d'uno punto. Volete voi dilettarvi dello sposo vostro? Or uccidete la vostra perversa volontà, e non ribellate mai alla vera obedienzia. Sapete che il vero obediente non va mai investigando la volontà del prelato suo, ma subito china il capo, e mandala in effetto. Innamoratevi dunque di questa vera e reale virtù. Volete voi avere pace e quiete? tolletevi la volontà; perocchè ogni pena procede dalla propria volontà. Vestitevi dunque della dolce ed eterna volontà di Dio; e a questo modo gusterete vita eterna, e sarete chiamati angeli terrestriin questa vita.

Confortatevi con la prima dolce Verità. Ma a questo non potreste mai venire, se non aprite l'occhio del cognoscimento a riguardare il fuoco della divina carità, la quale Dio ha adoperata nella sua creatura razionale. Pensate, madre e figliuole, che voi sete obbligate più che molte altre creature, in quanto Dio oltre a quello amore ch'Egli ha donato alla creatura, Egli ha donato più a voi in particolare, traendovi dalla bruttura e dalla tenebrosa vita fetida, piena di puzza e di vituperio, e avvi collocateed elette per sè. E però non dovete mai essere negligenti; ma cercare tutte quelle cose, luoghi e modi, per li quali più potete piacere a lui. E se voi mi diceste: «qualeè la via?» dicovelo: è quella che fece Egli, cioè la via degli obbrobrii, pene, tormenti e flagelli. E con che modo? col modo della vera umilità e dell'ardentissima carità; amore ineffabile, col quale amore si renunzia alle ricchezze e stati del mondo. E dall'umilità viene all'obedienzia, come detto è. Alla quale obedienzia sèguita la pace: perocchè la obedienzia tolle ogni pena, e dà ogni diletto; però che è tolta via la volontà che dà pena drittamente.

Acciocchè ella possa salire a questa perfezione, il nostro Salvatore ha fatto del corpo suo scala, e su v'ha fattigli scaloni. Se ragguardate i piei, essi sono confitti e chiavellati in croce, posti per lo primo scalone; perocchè in prima dee essere l'affetto dell'anima spogliato d'ogni volontà propria. Perocchè come i piei portano el corpo, cosi l'affetto porta l'anima. Sappiate che l'anima giammai non ha alcuna virtù se non sale questo primo scalone. Salito che tu l'hai, giugni alla vera e profonda umilità. Ma sagli poi all'alto, e non tardare più: e ciò fatto, etu giugni al costato aperto del Figliuolo di Dio; e ine troverete il fuoco o l'abisso della divina carità. In questo scalone del costato aperto vi troverete una bottega piena di specie odorifere. Ine troverete Dioed-Uomo; ine si sazia ed inebria l'anima per sì fatto modo che non vede sè medesima. Siccome l'ebbro inebbriato di vino, cosi l'anima allora non può vedere altro che sangue sparto con tanto fuoco d'amore. Onde allora si leva con ardentissimo desiderio, e giugne all'altro scalone, cioè alla bocca, e ine si riposa in pace e in quiete, e gustavi la pace dell'obbedienzia. E fa come l'uomo che è bene inebbriato; che quando è bene pieno, si dà a dormire; e quando dorme, non sente prosperità nè avversità.
Cosi la sposa di Cristo piena d'amore s'addormenta nella pace dello Sposo suo. Addormentati sono i sentimenti suoi; perocchè, se tutte le tribolazioni venissero sopra dilei, punto non se ne cura; se ella è in prosperità del mondo, non la sente per diletto disordinato, perocchè già se ne spogliò per lo primo affetto. Or questo è il luogo dove ella si trova conformata con l'unione di Cristo crocifisso.

Correte adunque virilmente, poichè avete la via, il luogo, dove potete trovare il letto nel quale vi riposiate,e la mensa dove prendiate diletto, e il cibo del quale vi saziate; perocchè egli è fatto a noi mensa, cibo e servitore. Assai sareste degne di reprensione, se per vostra negligenzia non cercaste il riposo, e, come stolte, vi dilungaste dal cibo. Voglio dunque, e così vi prego da parte di Cristo crocifisso, che voi vi riscaldiate e bagniate nelsangue di Cristo crocifisso. E acciocchè siate fatte una cosa con lui, non schifate fadiga, ma dilettatevi in esse fadighe; perocchè la fadiga è poca, e il frutto è grande. Non dico più a questo.

Parmi che la vostra carissima madre e mia, monna Nera sia posta alla mensa della vita durabile, dove si gusta il cibo della vita, e ha trovato l'Agnello immacolato per frutto. Chè, come di sopra dissi ch'egli era mensa e cibo e servitore, così dico che ella, come vera sposa di Cristo crocifisso, ha trovato il Padre eterno, che gli è mensa e letto, perocchè nel Padre Eterno trova a pieno tutta la sua necessità. In ciò, carissime, che l'uomo s'affadiga, o partesi dall'uno luogo all'altro, si è per dare ilcibo, e 'l vestimento alla creatura, e luogo di riposo. Dico dunque che ella ha trovata la somma ed eterna bontà di Dio eterno, d'onde non bisogna che l'anima si parta per verune di queste cose, e andare in diversi luoghi; perocchè quello è luogo fermo e stabile, dove si trova il letto, per riposo, della somma ed eterna deità. Il Padre è mensa, il Figliuolo è cibo: chè per mezzo del Verbo incarnato del Figliuolo di Dio giungiamo tutti, se vogliamo, a porto di salute. Lo Spirito Santo la serve. Perocchè per amore il Padre ci donò questo cibo del suo Figliuolo, e per amore il Figliuolo ci donò la vita, e a sèdiè la morte; sicchè con la morte sua participammo la vita durabile.

Noi che siamo peregrini e viandanti in questa vita, riceviamo questo frutto imperfettamente; ma ella l'ha ricevuto perfettissimamente, e non è veruna cosa che il possa tôrre. Voi dunque, come vere figliuole, dovete esser contente del bene e dell'utilità della vostra madre; e però dovete stare in vera e santa pazienzia sì per rispetto di Colui che l'ha fatto, di tollere la presenziasua d'inanzi a voi, che non dovete scordare dall'eterna volontà di Dio; e sì per la propria sua utilità, che è uscitadi fadiga e di molta pena, nella quale è stata, già è moltotempo; e è ita a luogo di riposo. Ma voi, come vere figliuole, vi prego che seguitiate le vestigie e la dottrina sua, ed i santi costumi, nei quali ella vi ha notricate. E non temete perchè vi paia essere rimase orfane, o come pecore senza pastore: perocchè non sarete rimase orfane, perchè Dio vi provederà, e le sue sante e buone orazioni, le quali ella offera nel cospetto di Dio per voi. Evvi rimasa monna Ghita. Pregovi che voi gli siate obbedienti in tutte quelle cose che sono ordinate secondo Dio e la santa religione. E voi prego, monna Ghita, quanto io so e posso, che abbiate buona cura di cotesta famiglia, in conservarla, e accrescere in buona operazione. E non ci commettete negligenzia; perocchè vi sarebbe richiesto da Dio. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.





LXXVI - A frate Giovanni di Bindo di Doccio de'frati di Monte Oliveto

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. lo Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi costante, perseverante alla virtù; acciocchè non volliate il capo in dietro a mirare l'aratro; ma con perseveranzia seguitare la via della verità. Perocchè la perseveranzia è quella cosa che è coronata; e senza la perseveranzia non potremo essere piacevoli nè accetti a Dio. Ella è quella virtù che porta, con l'abbondanzia della carità, il frutto d'ogni nostra fadiga dentro nell'anima nostra. Oh quanto è beata l'anima che corre e consuma la vita sua in vera e santa virtù! perocchè in questa vita gusta l'arra di vita eterna.Ma non potremo giugnere a questa perfezione senza il molto sostenere; perocchè questa vita non passa senza fadiga: e chi volesse fuggire la fadiga, fuggirebbe il frutto, e non avrebbe però fuggita la fadiga; perocchè portare ce la conviene in qualunque stato noi siamo.

E' vero che elleno si portano con merito e senza merito, secondochè la volontà è ordinata secondo Dio. E gli uomini del mondo, perchè il loro principio dell'affetto e dell'amore è corrotto, ogni loro operazione è guasta e corrotta: onde costoro portano le fadighe senza alcuno merito. Quante sono le fadighe e le pene che essi sostengono in servizio del dimonio! che spesse volte per commettere il peccato mortale sostengono molte pene, e mettonsene alla morte del corpo loro. Questi cotali sono i martiri del dimonio e figliuioli delle tenebre; e insegnano a'figliuoli della luce, e dannoci grande materia di vergogna e di confusione dinanzi a Dio. O figliuolo carissimo, quanta ignoranzia e miseria è la nostra, a parerci tanto duro e incomportabile a sostenere per Cristo crocifisso, e per avere la vita della Grazia; e non pare malagevole agli uomini del mondo a sostenere pena in servizio del dimonio! Tutto questo procede, perchè noi non siamo fondati in verità, e con vero cognoscimento di noi, e non siamo posti sopra la viva pietra Cristo dolce Gesù. Perocchè chi non cognosce sè, non può cognoscere Dio; e non cognoscendo Dio, non può amare; non amandolo, non viene a perfetta carità, nè ad odio di sè medesimo. Il quale odio fa portare con vera pazienzia ogni pena, fadiga e tribolazione dagli uomini e dal dimonio. Perocchè alcuna volta siamo perseguitati dagli uomini con ingiurie, con parole e con fatti (e questo permette Dio, perchè sia provata in noi la virtù); e alcuna volta dalle dimonia con molte e diverse cogitazioni, per farci privare della grazia, e per condurci nella morte.

Le battaglie sono diverse: onde alcuna volta ci tenterà contra il prelato nostro, facendoci parere indiscrete le obedienzie imposte da lui: e cosi si concepe uno dispiacimento verso di loro e dell'ordine nostro. E questo fa per privarci dell'obedienzia. E entrando il dimonio per questa porta della disobedienzia, non ce ne avvedremo, che ci trarrebbe fuore dell'ordine, dicendo il dimonio dentro nella mente: «poichè essi sono tanto indiscreti, e tu se' giovane; non poteresti sostenere tanta pena. Meglio t'è dunque che tu te ne parta. Qualche modo troverai, che tu resterai esente con qualche licenzia». Con la quale fa vedere che si possa stare lecitamente.

Queste sono battaglie che vengono; le quali non fanno però danno nell'anima; nè queste nè altre molte miserabili e dissolute battaglie, se la propria volontà non consente. Perocchè Dio non le dà per nostra morte, ma per vita; non perchè noi siamo vinti, ma perchè noi vinciamo,e perchè sia provata in noi la virtù. Ma noi, virili, con lume della santissima fede apriamo l'occhio dell'intelletto a ragguardare il sangue di Cristo crocifisso, acciocchè si fortifichi la nostra debilezza, e cognosciamo lavirtù e la perseveranzia in questo glorioso e prezioso sangue.

Nel sangue di Cristo si trova la gravezza e il dispiacimento della colpa: ine si manifesta la giustizia, e ine si manifesta la misericordia. Noi sappiamo bene che se a Dio non fusse molto dispiaciuta la colpa, e non fusse stata di grandissimo danno alla salute nostra; non ci averebbe dato il Verbo dell'unigenito suo Figliuolo, del quale volse fare una ancudine; puniendo le colpe nostre sopra del corpo suo; e così volse che si facesse giustizia della colpa commessa. E 'l Figliuolo non ci averebbe data la vita, dandoci il prezzo del sangue con tanto fuoco d'amore, facendocene bagno, e lavando la lebbra delle colpe nostre: e questo fece per grazia e per misericordia, e non per debito. Bene è dunque vero che nel sangue troviamo il dispiacimento e la gravezza della colpa, la giustizia e l'abbondanzia della misericordia, con obedienzia pronta, correndo con vera umilità infino all'obbrobriosa morte della croce.

Dico dunque, che questo è il modo di venire a perseveranzia e resistere contra gli uomini e contra le battaglie del dimonio, cioè col lume della fede come detto è, e con vero cognoscimento di noi, onde ci umilieremo. Dal quale cognoscimento verremo al perfettissimo odio della propria sensualità, e l'odio sarà quello che farà giustizia della colpa sua. E porterà con vera pazienzia ogni ingiuria, strazii, scherni e villanie, e l'obedienzia indiscreta, e le fadighe dell'Ordine, e ogni altra battaglia, daqualunque altro lato elle vengono. E per questo modo gusterà il frutto della divina misericordia, il quale ha trovato per affetto d'amore, e veduto con l'occhio dell'intelletto.

Adunque non voglio, figliuolo carissimo, che cadiate in negligenzia: nè manchi in voi il santo cognoscimento, nè serrate l'occhio dell'intelletto a ragguardare questo glorioso e prezioso sangue. Perocchè, se, voi ne lo levaste, cadereste in molta ignoranzia; e non cognoscereste la verità; ma, con occhio pieno di nebbia, sarete abbagliato, cercando il diletto e il piacere colà dove egli nonè, ponendosi ad amare le cose create più che 'l Creatore, e pigliare diletto e piacere delle creature. E alcuna voltasi comincia ad amare le creature sotto colore di spirituale amore. E se egli non s'ha cura, e non esercita le virtù;non cognosce la verità, e non tiene l'occhio nel sangue di Cristo crocifisso: onde l'amore diventa tutto sensuale.
E poichè il dimonio l'ha condotto colà dove egli voleva, cioè d'avergli fatta pigliare quella conversazione delle creature sotto colore di spirito, e lassare l'esercizio dellasanta orazione e il desiderio delle virtù e il cognoscimento della verità; subito gli mette uno tedio e una tristizianella mente con una disperazione, in tanto che si vuole partire dal giogo dell'obedienzia, e abbandonare il giardino dell'ordine, dove ha gustato cotanti soavi e dolci frutti prima che egli perdesse il gusto del santo desiderio, a quello tempo dolce che le fadighe e i pesi dell'ordine gli pareva di grande suavità. Sicchè vedete quanto male per questo ne potrebbe venire.

E però voglio che voi vi studiate, giusta al vostro potere di portarvi sì e con sì vero desiderio, che questo nonaddivenga mai a voi per neuno caso che venisse. Non venga mai la mente vostra a neuna confusione; ma levate l'occhio nel sangue, e pigliate una larga e dolce speranza; ponendo il rimedio di levarsi da tutte quelle cose che gli impediscono la verità: e allora riceverà grandissima grazia da Dio, e comincerà a ricevere il frutto delle sue fadighe, ricevendo l'abbondanzia della carità nell'anima. Or fuggite, figliuolo carissimo, nella cella del cognoscimento di voi, abbracciando il legno della santissima croce; bagnandovi nel sangue dell'umile e immacolato Agnello; fuggendo ogni conversazione che vi fusse nociva alla salute vostra. E non mirate a dire: «che parrà, se io mi levo da queste creature? Io lor dispiacerò, e averannolo per male». Non lassate però: chè noi siamo posti per piacere al Creatore, e non alle creature.
Sapete che dinanzi al sommo Giudice neuno risponderà per voi nell'ultima estremità della morte; ma solo la virtù sarà quella, con la misericordia, che risponderà. Quanto c'è necessaria la virtù! senza la virtù non possiamo vivere di vita di grazia. E però vi dissi ch'io desideravo di vedervicostante e perseverante alla virtù infino alla morte. Sicchè non vollete il capo indietro per alcuna cosa che sia. Spero nella bontà di Dio, che 'l farete; siccome debbe fare il vero figliuolo. E così farete quello che sete tenutodi fare, e adempirete il desiderio mio. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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