Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissimo fratello e figliuolo, Giovanni, in Cristo Gesù. Io Caterina, serva e schiava de' servi di Dio, vi benedico e confortovi nel prezioso sangue del Figliuolo suo. Con desiderio ho desiderato, figliuolo mio, di vedere voi e la famiglia vostra, e specialmente la sposa tua, in tantaunione e legame in virtù, e per siffatto modo che nè dimonia nè creatura il possa rompere nè separare da voi. O figliuola e figliuolo carissimi, non vi paia malagevole nè duro a fare una cosa piccola per Cristo crocifisso.
O quanto sarebbe grande ignoranzia e miseria e freddezza di cuore, di vedere la somma eterna grandezza, Cristo disceso a tanta bassezza, quanta è la nostra umanità, e non umiliarsi! Or non vedete voi Cristo poverello, umiliato in un presepio, in mezzo di due animali, rifiutata ogni pompa e gloria umana? Onde dice san Bernardo commemorando la profonda umiltà e povertà di Cristo, e a confondere la superbia nostra: «Vergognati, uomo superbo, che cerchi onori e delizie e pompe del mondo. Tu credevi forse che il re tuo, agnello mansueto, avesse le grandi abitazioni e la gente onorabile! Non volse così la prima dolce Verità; anco, elesse, per nostro esempio e regola, nella natività sua la povertà tanto strema, che non ebbe pannicello a sè condecente, dove si potesse invollere; in tanto che essendo tempo di freddo, l'animale alitava sopra il corpo del fanciullo. E nell'ultimo della vita sua ebbe tanta necessità, e il letto della croce tanto stremo, che si lamenta che gli uccelli hanno il nido e le volpi tana, e il Figliuolo della Vergine non ha dov'egli riposi il capo suo». O miseri miserabili noi! terrannosi i cuori vostri, dolce fratello e suoro, che non si muovano, e passino e rompano ogni illusione di dimonia e ogni detto di creatura?
Virilmente dunque vi date e con perfetta pace e unione, a seguitare le vestigie del nostro Salvatore; il quale dirà a noi quella dolce parola: «Venite, figliuoli miei, che per lo mio dolcissimo amore avete lasciati gli appetiti disordinati della terra. Io vi riempirò; e donerovvi i beni del cielo, e darovvi per uno cento; e vita eterna possederete». Or quando vi dà uno per cento la prima dolce Verità? Quand'egli infonde e dona la sua ardentissima carità nell'anima. Questo è quel dolce cento, senza il quale non potemmo avere vita eterna; e con esso, non ci può esser tolta la vita durabile. Adunque io vi prego dolcemente che voi cresciate e non menomiate nel santo proponimento e buono desiderio, il quale Dio vi ha donato. Così desidera l'anima mia che facciate. Non dico più. Dio vi doni la sua dolce eterna benedizione. Io, inutile serva, a tutti mi raccomando.
E io Giovanna Pazza a e tutte l'altre, preghiamo che noi tutte moriamo infocate d'amore. Gesù dolce, Gesù amore.