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Il caso enigmatico di padre Riccardo Lombardi, Fatima e la rivoluzione nella Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2016 15:04
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30/04/2016 14:41
 
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Profeti di sventura!


Lombardi colpito cerca appoggi nella Curia e non solo al Sant’Officio ma anche al Vicariato.
Monsignor Parente lo assicura: «Gli avvisi riguardano solo il tono apocalittico e profetico».
Bisogna muoversi: «Le notizie sul comunismo in Italia sono gravissime», «lei si senta libero, è necessario il suo grido perché l’ora è gravissima» (D, 4 ottobre 1961).

«Lo stesso allarme, e in più una pesante critica alla linea papale ritrova alla Congregazione del Concilio, da monsignore Pietro Palazzini che ne è segretario. In alto dominano un cieco ottimismo ad oltranza e l’illusione».

Non diversa è l’opinione di tanti altri prelato, tra cui Samoré, capo degli «Esteri» della Segreteria di Stato e frequentatore dei riti a Santa Maria Maggiore per la «Chiesa del silenzio» (D, 24 ottobre 1961).
Padre Lombardi è portato ad una reazione di sdegno, che si accresce con la lettura della prima lettera sociale di Giovanni XXIII, Mater et Magistra, per cui sembra che «la Chiesa possa cristianizzare il sistema comunista da dentro».

Tali mosse per dialogare con i regimi comunisti sono causa di turbamento per il mondo cattolico.
«La tolleranza che viene da Roma disorienta tutti».

Lui vive un’ora dolorosa.

Ma padre Lombardi continua a proporre i suoi corsi nei termini del gravissimo pericolo che incombe: «Vorrei sforzarmi di mostrare il piano del Signore» in cui include la Madonna.
E si sente rispondere: «La Madonna farà pur qualcosa!».
E Lombardi: «Ma la responsabilità è nostra! Il pericolo lo dobbiamo fronteggiare noi, con l’aiuto di Lei, ma anche con l’impegno del clero cattolico».
E sente la risposta tagliente: «La Madonna mi sta bene, lei con la spada in alto».

Il vescovo di Vittorio Veneto Albino Luciani in una lettera «spiega i motivi per i quali rifiuta l’offerta della predicazione di Lombardi per ‘mostrare il piano del Signore’: «Può esser interpretata da certa gente entusiasta in senso profetico, carismatico, quasi alla Savonarola. Iniziative del genere, appoggiate da un vescovo e lasciate cadere da un altro, vanno a rischio di creare dicerie e nuove confusioni».
Infatti, il «piano della Madonna di Fatima», la consacrazione della Russia al Suo Immacolato Cuore, era uguale per tutti i vescovi, ma non vi era nessuno che lo ricordasse allora, tanto meno quelli che avevano i propri piani di aggiornamenti e riforme, tra cui Lombardi.

Lombardi chiede udienza a Giovanni XXIII, che lo fa aspettare tre mesi, tempo in cui il Padre riepiloga le sue tormentose contraddizioni.

Dopo tanti suoi giudizi durissimi rivolti nei confronti di quella politica di tolleranza verso il comunismo e l’URSS, da buon gesuita padre Lombardi è alla ricerca proprio degli ordini papali da accogliere con ogni slancio di fedeltà e di sottomissione, qualunque essi saranno.

E Giovanni XXIII quando riceve il sacerdote nella sua biblioteca la mattina dell’antivigilia di Natale è al corrente di questo fatto.

«Del problema per cui Lombardi ha chiesto di vederlo - se possa intraprendere il nuovo giro di predicazione anticomunista - il Papa non fa parola per tutto il tempo. Preferisce attirare l’attenzione del gesuita su altri problemi, per esempio la vita spirituale del clero... si duole che, nella riforma del Breviario, siano stati mantenuti - dice - dei salmi che ‘nulla hanno a che fare con la pietà sacerdotale’. Per esempio, si trovano ancora dei salmi sulla storia d’Israele, salmi che parlano di battaglie, guerre, scontri, salmi che invocano un Dio guerriero. E addirittura son state conservate le famose ‘maledizioni’... ‘non per nulla evangeliche’».
«Io proprio non amo questi salmi forti».
«Veramente» suggerisce modestamente il gesuita «io sono cambiato tanto, Santità. E proprio per effetto del suo stile... ma il Padre Lombardi rimane forte» incalza Giovanni.
«E sarà forse talora necessario esser così, che ci siano degli apostoli di fuoco. Però, veda, la pietà normale del sacerdote deve essere nella pace, nella pace! E’ la pace lo scopo del Concilio, anzi della stessa Chiesa».

Cosi Giovanni XXIII introduce l’altro tema che gli sta a cuore: quello dell’accoglienza delle ispirazioni divine, un tema che sa non meno presente all’orizzonte spirituale dell’interlocutore.
Lo stile è sempre quello narrativo e gli racconta come gli sia venuta l’ispirazione del Concilio.
«Non ci avevo pensato affatto prima» dice.
«Ma dovendo io andare nella Basilica di San Paolo, molti cardinali vollero andarci anche loro. Per cui ho pensato di dir loro qualcosa. Per il popolo era facile improvvisare un discorsino. Mi consigliai con Tardini. Tardini aveva un carattere tutto diverso dal mio, sa? Però, eravamo due galantuomini e allora io gli avevo detto che non avrei fatto nulla senza dirlo prima a lui, e che anche lui non facesse nulla senza dirlo a me. Così il bene ci fondeva e c’era in mezzo a noi lo Spirito del Signore. Parlando con Tardini» prosegue il Papa «mi venne di dirgli che per i cardinali pensavo di parlare dell’unità, l’unità dei figli di Dio, e anche quella con i non cattolici, e che bisognava fare nella Chiesa qualcosa, come tutti fanno adesso le loro assemblee. Per esempio: un Concilio... Poi venne da me don Dell’Acqua, che era mio segretario a Istanbul, e per questo lo conosco nell’anima. Si vede che il cardinal Tardini gli aveva detto qualcosa perché, appena gli accennai del Concilio, subito disse: ‘Ma il Concilio è un gran progetto. Però qui a Roma bisognerebbe anzitutto fare un Sinodo’... E infine venne un altro, e mi disse che le leggi della Chiesa sono tutte da rivedere. Capisce, Padre? Cosi son venute le tre idee, del Concilio, del Sinodo romano e della revisione del Codice di diritto canonico che ho annunciato a San Paolo’ » (MD, pagine 444/5).

Il racconto vorrebbe illustrare «l’anima docile» che «è come un vaso in cui Dio versa le ispirazioni, servendosi, quando siamo li aperti per ricevere, di tante persone attraverso le quali il Signore parla...».
Negli appunti che padre Lombardi ha lasciato di quell’udienza egli salta prontamente su quel discorso e dice: «Forse qui c’è una quarta ispirazione per Vostra Santità!»... riunire un gruppo di apostoli...
«Quanto a quello che dovrebbe essere l’argomento dell’udienza - il piano di predicazione -, il Diario si limita ad ammettere che il Papa ‘non gli dedica una sola parola’... Lombardi lascia nelle sue mani un libro fresco di stampa... Concilio. Per una riforma nella carità... E’ un libro esplosivo. E, per il suo autore, un boomerang» (MD, pagine 446/7).

Il libro racchiude un terremoto di idee rivoluzionarie , dal matrimonio per i preti caduti ad una radicale riforma della Curia.

La cosa in parte è anche piaciuta al Generale dei Gesuiti Janssens, ma c’erano ancora troppi strali contro l’Impero di Satana del comunismo ateo...

Giovanni XXIII fu molto turbato da quel lavoro e ha calcato una dura mano sul suo autore.
E Lombardi fu sottomesso a una serie di ritrattazioni e umiliazioni, fino al completo ridimensionamento del padre e del suo Movimento.

Certamente padre Lombardi ha toccato un grande segreto e ha voluto dirottare una rivoluzione pianificata e già in corso.
Ha preteso di giocare con qualcosa molto più grossa di lui... e ne diviene una pedina, fin che quella sfinge lo divorò.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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