A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Il Vicario di Cristo il Papa il suo ruolo e la sua rinuncia (2)

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2017 00:02
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
13/06/2016 10:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Il papa non è infallibile. Eccone otto prove

Equivoci, gaffe, vuoti di memoria, leggende metropolitane. Un elenco degli errori nei discorsi di Francesco. Il più disastroso in Paraguay 

di Sandro Magister




ROMA, 13 giugno 2016 – "Come aveva detto Benedetto XVI, la tolleranza deve essere zero": così papa Francesco nella sua intervista a "La Croix" del 16 maggio scorso, a proposito degli abusi sessuali sui minori.

Ma se si ripercorrono tutti gli scritti e i discorsi di papa Joseph Ratzinger, la formula "tolleranza zero" proprio non la si trova. Mai. E nemmeno qualche formula equivalente.

Eppure essa ritorna nelle cronache vaticane come un mantra, l'ultima volta pochi giorni fa, il 4 giugno, in occasione dell'uscita del motu proprio per la rimozione dei vescovi colpevoli di "negligenza" nel trattare i casi di abuso.

Ma mentre Francesco l'ha fatta propria più volte, ad esempio nella conferenza stampa del volo di ritorno dalla Terra Santa, attribuirla – come ha fatto – anche a Benedetto XVI non corrisponde a verità.

Ed è l'ultima delle non poche inesattezze che costellano l'eloquio pubblico dell'attuale papa.

*

La penultima inesattezza è del 24 aprile, durante la visita che papa Francesco improvvisò a Villa Borghese, nel centro di Roma, ai focolarini riuniti in una manifestazione in difesa della natura.

Disse il papa, nel suo discorso improvvisato:

"Una volta qualcuno mi ha detto – non so se è vero, se qualcuno vuole può verificare, io non ho verificato – che le parola 'conflitto' nella lingua cinese è fatta da due segni: un segno che dice 'rischio', e un altro segno che dice 'opportunità'. Il conflitto, è vero, è un rischio ma è anche una opportunità".

In realtà questa immaginaria traduzione ad effetto della parola cinese "weiji" è un artificio oratorio inventato in Occidente. Fu lanciata per la prima volta da John Kennedy in un discorso a Indianapolis del 12 aprile 1959 e da lì in avanti ripresa numerose volte da lui e da altri leader politici americani, da Nixon ad Al Gore a Condoleezza Rice, diventando ricorrente anche nella stampa popolare di lingua inglese e non.

*

Una terza imprecisione è nella conferenza stampa del 16 aprile di quest'anno sul volo di ritorno dall'isola di Lesbo.

Nel rispondere al fuoco di fila delle domande sulla "Amoris laetitia", Francesco indicò nel cardinale Christoph Schönborn l'interprete giusto del documento. E nel tesserne l'elogio – "è un grande teologo" e "conosce bene la dottrina della Chiesa" – aggiunse: "Lui è stato segretario della congregazione per la dottrina della fede". Cosa non vera, perché di questa congregazione Schönborn è stato ed è solo membro.

Inoltre, in quella stessa conferenza stampa, Francesco replicò con un inverosimile "Io non ricordo quella nota" a una domanda sulla cruciale nota 351 della "Amoris laetitia", quella che prospetta "l'aiuto dei sacramenti" ai divorziati risposati.

*

Con un altro implausibile "Io non ricordo bene quel documento" Francesco rispose anche alla domanda se la nota dottrinale della congregazione per la dottrina della fede del 2003 che vieta ai parlamentari cattolici di legalizzare le unioni tra persone dello stesso sesso "ha ancora un valore".

Questo durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal Messico, il 17 febbraio 2016. E proprio mentre in Italia una legge di quel tipo era sul punto di essere approvata.

*

Nella stessa conferenza stampa sul volo dal Messico a Roma, altro passo falso, questa volta con Paolo VI a farne le spese.

Disse papa Francesco:

"Paolo VI – il grande! – in una situazione difficile, in Africa, ha permesso alle suore di usare gli anticoncezionali per i casi di violenza".

E aggiunse che "evitare la gravidanza non è un male assoluto, e in certi casi, come in quello che ho menzionato del beato Paolo VI, [ciò] era chiaro".

Due giorni dopo, anche padre Federico Lombardi ritirò fuori la stessa storia, in un'intervista alla Radio Vaticana fatta con l'intento di raddrizzare ciò che era andato storto nelle dichiarazioni del papa riprese dai media, che sul via libera agli anticoncezionali avevano già cantato vittoria:

"Il contraccettivo o il preservativo, in casi di particolare emergenza e gravità, possono anche essere oggetto di un discernimento di coscienza serio. Questo dice il papa. […] L’esempio che [Francesco] ha fatto di Paolo VI e della autorizzazione all’uso della pillola per delle religiose che erano a rischio gravissimo e continuo di violenza da parte dei ribelli nel Congo, ai tempi delle tragedie della guerra del Congo, fa capire che non è che fosse una situazione normale in cui questo veniva preso in considerazione".

In realtà che Paolo VI abbia esplicitamente dato quel permesso non risulta per niente. Nessuno è mai stato capace di scovare una sola sua parola in proposito.

Eppure questa leggenda metropolitana continua a stare in piedi da decenni e puntualmente ci sono cascati anche Francesco e il suo portavoce.

Come veramente si svolse quella  vicenda è stato ricostruito per filo e per segno in questo servizio di www.chiesa:

> Paolo VI e le suore violentate in Congo. Ciò che quel papa non disse mai

*

Sesto e più disastroso errore: quello in cui è caduto Francesco ad Asunción l'11 luglio 2015, nel discorso ai rappresentanti della società civile del Paraguay, con in prima fila il presidente Horacio Cartes e le altre autorità del paese.

Lì il papa a un certo punto improvvisò, abbandonando il testo scritto:

"Ci sono cose, prima di concludere, a cui vorrei fare riferimento. E in questo, poiché ci sono politici qui presenti, c'è anche il presidente della Repubblica, lo dico fraternamente. Qualcuno mi ha detto: 'Senta, il tale si trova sequestrato dall'esercito, faccia qualcosa!'. Io non dico se è vero o non è vero, se è giusto o non è giusto, ma uno dei metodi che avevano le dittature del secolo scorso era allontanare la gente, o con l'esilio o con la prigione; o, nel caso dei campi di sterminio, nazisti o stalinisti, la allontanavano con la morte. Affinché ci sia una vera cultura in un popolo, una cultura politica e del bene comune, ci vogliono con celerità giudizi chiari, giudizi limpidi. E non serve altro tipo di stratagemma. La giustizia limpida, chiara. Questo ci aiuterà tutti. Io non so se ciò qui esiste o meno, lo dico con tutto rispetto. Me lo hanno detto quando entravo, me lo hanno detto qui. E che chiedessi per non so chi… non ho sentito bene il nome".

Il nome che Francesco non aveva "sentito bene" era quello di Edelio Murinigo, un ufficiale sequestrato da più di un anno non dall'esercito regolare del Paraguay – come invece il papa aveva capito – ma da un sedicente "Ejército del pueblo paraguayo", un gruppo terrorista marxista-leninista attivo nel paese dal 2008.

Eppure, nonostante la dichiarata ed enfatizzata sua ignoranza del caso, Francesco non temette di utilizzare i pochi e confusi dati da lui malamente raccolti poco prima per accusare l'incolpevole presidente del Paraguay addirittura di un crimine assimilato ai peggiori misfatti nazisti e stalinisti.

Onore al presidente Cartes per la signoria con cui lasciò cadere nel vuoto l'impressionante pubblico affronto.

*

Altro errore, la citazione immaginaria che Francesco ha messo in bocca al musicista Gustav Mahler nel discorso – zeppo di rimproveri – rivolto a Comunione e liberazione il 7 marzo 2015:

"Il riferimento all’eredità che vi ha lasciato don Giussani non può ridursi a un museo di ricordi, di decisioni prese, di norme di condotta. Comporta certamente fedeltà alla tradizione, ma fedeltà alla tradizione – diceva Mahler – 'significa tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri'. Don Giussani non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri".

Ogni volta che il papa fa una citazione, la squadra che dà poi forma ufficiale ai suoi discorsi la correda con il riferimento al testo da cui è tratta. Ma in questo caso ciò non è avvenuto. Perché non poteva avvenire.

In nessuno scritto di Mahler, infatti, si ritrova la frase citata da Francesco.

Va però notato che pochi giorni prima, nel concludere gli esercizi spirituali d'inizio Quaresima ai quali anche il papa aveva partecipato, il predicatore incaricato, il carmelitano Bruno Secondin, aveva costruito l'ultima sua meditazione proprio su quella citazione attribuita a Mahler anche da altri prima di lui e ormai entrata nell'uso corrente, sebbene senza riscontro nella realtà.

*

E infine un'altra frase carissima a Jorge Mario Bergoglio ma di autore immaginario: "Ipse harmonia est".

La prima volta che la citò fu il 15 marzo 2013, due giorni dopo che era stato eletto papa, nel discorso rivolto ai cardinali reduci dal conclave: "Io ricordo quel Padre della Chiesa che definiva lo Spirito Santo così…".

Anche allora l'ufficio vaticano che si occupa di mettere in bella copia i discorsi del papa e di corredarli di riferimenti bibliografici si arrovellò per trovare chi e dove avesse detto quella frase. Ma non ci riuscì. La massima andò agli atti senza padre, senza madre, senza genealogia.

Ma Francesco non si diede per vinto e venti mesi dopo tornò a citare la massima attribuendogli lui una paternità: "'Ipse harmonia est', dice san Basilio". E anche questa volta essa finì agli atti senza la nota a piè di pagina, perché nessuno riuscì a scovare dove san Basilio avesse detto quelle parole.

Era il 22 dicembre 2014, e il discorso era quello poi divenuto famoso delle quindici "malattie" sbattute in faccia ai cardinali e vescovi di curia.

__________


Gli ultimi tre precedenti servizi di www.chiesa:

9.6.2016
> O tutti o nessuno. La sinodalità che fa naufragare il Concilio
A pochi giorni dalla sua apertura, il Concilio panortodosso rischia di fallire. I patriarcati di Bulgaria, di Georgia e di Antiochia annunciano il ritiro, e Mosca dà loro man forte. A seminare discordia l'abbraccio tra Kirill e papa Francesco

7.6.2016
> Alice nel paese di "Amoris laetitia"
La folgorante critica di una studiosa australiana all'esortazione postsinodale. "Abbiamo perso ogni punto d'appoggio e siamo caduti come Alice in un universo parallelo, dove nulla è ciò che sembra essere"

3.6.2016
> "Scholas Occurrentes": la rivoluzione pedagogica di Francesco
Insegnamento cattolico addio. La rete mondiale di scuole che il papa cura e promuove con grande fervore ha un paradigma educativo totalmente secolarizzato. Al posto dei santi, i divi dello spettacolo e dello sport

__________


Per altre notizie e commenti vedi il blog che Sandro Magister cura per i lettori di lingua italiana:

> SETTIMO CIELO


Ultimi tre titoli:

Tango argentino. Bergoglio e amici sbattono la porta in faccia a Macri

"Eretico". Il verdetto del cardinale Müller sul primo consigliere del papa

Un motu proprio per rimuovere i vescovi "negligenti". Tranne qualcuno

 



__________
13.6.2016 



e per una maggior comprensione:


POSSIBILE E NECESSARIA LA CRITICA A PRONUNCIAMENTI PAPALI SENZA COPERTURA NELLA SCRITTURA E NEL CREDO

di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI

 

«Si dovrebbe evitare soprattutto l’impressione che il papa (o l’ufficio in genere) possa solo raccogliere ed esprimere di volta in volta la media statistica della fede viva, per cui non sia possibile una decisione contraria a questi valori statistici medi (i quali sono poi anche problematici nella loro constatabilità).

La fede si norma sui dati oggettivi della Scrittura e del dogma, che in tempi oscuri possono anche spaventosamente scomparire dalla coscienza della (statisticamente) maggior parte della cristianità, senza perdere peraltro in nulla il loro carattere impegnante e vincolante.

In questo caso la parola del papa può e deve senz’altro porsi contro la statistica e contro la potenza di un’opinione, che pretende fortemente di essere la sola valida; e ciò dovrà avvenire con tanta più decisione quanto più chiara sarà (come nel caso ipotizzato) la testimonianza della tradizione.

Al contrario, sarà possibile e necessaria una critica a pronunciamenti papali, nella misura in cui manca a essi la copertura nella Scrittura e nel Credo, nella fede della Chiesa universale.

Dove non esiste né l'unanimità della Chiesa universale né una chiara testimonianza delle fonti, là non è possibile una decisione impegnante e vincolante; se essa avvenisse formalmente, le mancherebbero le condizioni indispensabili e si dovrebbe perciò sollevare il problema circa la sua legittimità».

Fede, ragione, verità e amore, p. 400 (Lindau 2009)


 

[Modificato da Caterina63 13/06/2016 10:48]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:49. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com