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Centenario di Fatima 1917-2017 con Maria Santissima preghiere e meditazioni

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2017 10:36
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03/10/2016 16:43
 
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  ci siamo Amici.... useremo questo spazio per accompagnarci con Maria in questo Tempo di grandi Grazie come la Vergine Santa ha promesso, fino al trionfo del Suo Cuore Immacolato. Lasciamoci guidare da Lei "in questa valle di lacrime".


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Entrati nel Centenario delle Apparizioni di Fatima (1917-2017), vi offriamo, gratuitamente, un Calendario speciale che riporta le parole più importanti della Santissima Vergine ai tre Pastorelli, Lucia Dos Santos, Francisco e Jacinta Marto, con una raccolta degli interventi magisteriali di Benedetto XVI – nonché alcune imponenti parole di S. Giovanni Paolo II – sul “più importante messaggio profetico del XX secolo”, l'unico entrato nel Magistero papale.

Cliccare qui per scaricare il pdf   



In tutte le Apparizioni mariane, approvate o meno, c’è un comune appello: PREGATE, PREGATE, PREGATE….. e come ci dice Gesù “non sprecate parole quando pregate, perchè il Signore conosce già ogni vostra intenzione e ciò di cui avete bisogno”, la Chiesa allora ha da sempre SVILUPPATO formule di Preghiera atte a non sprecare parole…. e a non concentrarsi su se stessi  non a caso molte preghiere si esprimo al plurale…. perché soltanto quando la Preghiera non è soggettiva ed è unita alla Chiesa, porterà frutto….  
IMPARIAMO A PREGARE…. perché non è scontato il saperlo fare…. Le “formule” non sono dei pesi o delle castrazioni alla nostra libertà, al contrario, queste formule ci consentono di esprimere correttamente LA DOTTRINA nel mentre preghiamo! Gesù pregava con i Salmi e tutte le Preghiere sviluppate dalla Chiesa, contengono i Salmi ed esprimono la maternità orante della Chiesa Madre, per i suoi Figli “in questa valle di lacrime”.


È la Madonna che vogliono far tacere

di Riccardo Cascioli

09-11-2016


Madonna di Fatima


Per il suo teorema Melloni ha bisogno di dipingere Radio Mariacome punta di un movimento anti-bergogliano. Niente di più falso: padre Livio Fanzaga ha sacrificato diversi collaboratori pur di non tradire la totale fedeltà e obbedienza anche alle linee pastorali di papa Francesco. Ma è evidente che non basta, perché Radio Maria richiama non solo le apparizioni di Medjugorje, ma tutti i segni che Maria lascia nel mondo, rilancia gli appelli alla conversione, al digiuno e alla preghiera. Per quanto i toni si siano molto ammorbiditi in ossequio al nuovo corso, la radio sta lì sempre a ricordarci che Satana è scatenato, che perciò il mondo non è così amico di Cristo come lo si vuol dipingere in tanti circoli ecclesiali; ci ricorda che il nostro primo compito è cercare, mendicare la salvezza, non aggiustare ciò che nel mondo non funziona. 

È questo che dà veramente fastidio, così come dà fastidio il moltiplicarsi delle apparizioni della Madonna e soprattutto i messaggi: il mondo in pericolo, l’attacco sferrato contro la famiglia e la vita, l’apostasia nella Chiesa. E perciò l’appello a pregare, a convertirsi.

Sia ben chiaro, alcune apparizioni non sono riconosciute, e in ogni caso anche per quelle riconosciute non è necessario credervi per un buon cristiano. Ma la gente, il popolo cristiano riconosce questi segni e affolla i luoghi delle apparizioni e i relativi santuari. E prende sul serio gli appelli della Madonna. C’è una crescita del popolo mariano, Maria è un fondamento sicuro in questi tempi di grande confusione. E nei prossimi mesi ci si aspetta ancora più movimento e interesse, perché siamo entrati nel centenario della Madonna di Fatima, le cui apparizioni andarono dal 13 maggio al 13 ottobre 1917. E tante volte di recente è stato ricordato ciò che papa Benedetto XVI disse nella sua visita in Portogallo nel 2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». E sempre nella stessa occasione si spinse a dire: «Non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa». 

Per questo ci sono forze anche dentro il Vaticano che vogliono far tacere la Madonna, la “Chiesa del futuro” non la tollera. Come non ricordare uno dei conferenzieri più richiesti dai vescovi italiani, quell’Enzo Bianchi priore della Comunità di Bose, che il 9 settembre 2015, in una intervista a Repubblica (già, sempre Repubblica) disse così: «Nella Chiesa c'è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella Chiesa; l'idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano...».

La Madonna è un ostacolo per chi ha deciso di smantellare la Chiesa cattolica, è un “muro” che impedisce quel tipo di dialogo che oggi va di moda, ovvero l’omologazione con il mondo. Come si può tollerare che si vada dietro alla Madonna quando il progetto è quello di protestantizzare la Chiesa cattolica?

È questa la vera posta in gioco, è la Madonna che vogliono mettere a tacere. Chiudere la bocca a Radio Maria è solo un passaggio.

 
PREGHIAMO.............


ANTICO STELLARIO DI MARIA IMMACOLATA

si usa per i Tridui e le Novene alla Madre di Dio, specialmente per la Novena all'Immacolata che inizia il 29 novembre

  Nel Nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.

Sac.: O Dio vieni a salvarmi.

Ass.: Signore, vieni presto in mio aiuto.

Sac.: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Ass.: Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

 

Offriamo queste dodici  Ave, tre Pater e tre Gloria all’Immacolatissima Nostra Signora, affinchè si degni ottenerci dal Padre, del Figlio e dallo Spirito Santo il perdono dei nostri peccati, la conservazione della sua grazia e la liberazione dell’eterna morte; e con puro e vero affetto dica ognuno di noi con l’intimo cuore:

 

“ O Purissima e Immacolatissima Signora Maria, bella figlia del Padre, dolce Madre del Figlio, e cara sposa dello Spirito Santo, già dolente e pentito di vero cuore, mi prostro ai piedi del Vostro Santissimo Figlio Gesù chiedendo pietà, perdono e misericordia delle mie colpe. Oh, che potesse spezzarmisi il cuore e distemprarlo in vive lacrime di sangue per piangere e detestare il mio errore. Non guardate i miei demeriti, o Madre Pietosa, o Rifugio dei Peccatori, mentre prometto di non offendere più, col Divino Aiuto, la Maestà del mio Redentore, e fate, o potentissima Signora, che dopo le miserie di questa vita, possa conseguire una santa morte assicurata dalla vostra assistenza; e se qui in terra vi lodo coronata di stelle, concedetemi di godervi in Paradiso coronato di gloria, mentre ora vi ringrazio e vi esalto dicendo: Sia lodato il Santissimo Sacramento e viva la Gran Madre di Dio Maria, concepita senza macchia di peccato originale."

 

Tutti: Sia benedetta la Santa Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

Noi vi salutiamo, o purissima e santissima Madre di Gesù, ed umilmente vi preghiamo per la vostra predestinazione, con la quale fin dall’eternità foste eletta Madre di Dio; per la vostra santissima concezione, in cui foste senza macchia originale; per la vostra rassegnazione perfettissima, con la quale perpetuamente vi conformaste ai voleri di Dio; e finalmente vi preghiamo per la vostra perfettissima santità, per cui in tutta la vita vostra non commetteste mai verun difetto, a farvi nostra avvocata presso il Signore, acciocché perdoni i tanti nostri peccati cagione del suo sdegno.

E voi, Padre onnipotente, in riguardo di questi privilegi, esaudite le suppliche della vostra dilettissima Figlia per questo vostro dilettissimo popolo, e perdonate a noi suoi devoti. 

 
Padre nostro… 

O Concetta Immacolata, 

maria santissima
O Concetta Immacolata
Fosti eletta dal gran Padre 
Del suo Figlio degna Madre, 
Fra le amate la più amata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Tu sebben di Adamo figlia, 
del suo fallo fosti esente 
e la testa del serpente 
al tuo piè fu conculcata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Tutta pura, tutta bella, 
dal peccato originale, 
dal mortale e dal veniale 
fosti sempre preservata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Fosti ancor preordinata 
per riparo all’uom che geme; 
gli dai vita, gli dai speme 
gli sei scorta ed Avvocata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Gloria al Padre 


Tutti: Sia benedetta la Santa Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

Noi vi salutiamo, o purissima e santissima Madre di Gesù, ed umilmente vi preghiamo per la vostra santissima Annunciazione, in cui concepiste nel vostro seno il Divino Verbo; per il vostro felicissimo parto, in cui non provaste verun dolore; per la vostra perpetua verginità, che accoppiaste alla fecondità di madre; e finalmente vi preghiamo per l’acerbo martirio che provaste nella morte del nostro del nostro Redentore, a farvi nostra mediatrice, acciocché proviamo il frutto del prezioso Sangue del vostro Figlio.

E voi, Figlio Divino, in riguardo di questi privilegi, esaudite le suppliche della vostra diletta Madre per questo vostro dilettissimo popolo, e perdonate a noi suoi devoti. Padre nostro…

 
la madonna
Non fu mai verginitade 
della tua più bella e chiara 
del Dio Figlio Madre cara, 
tutta a Lui sempre sacrata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Fu la tua feconditate 
per virtù del Santo Amore; 
sempre illeso il tuo candore. 
Vergin sempre sei illibata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
La tua santa gravidanza 
al tuo seno non fu grave, 
ma dolcissima e soave 
che ti rese ognor beata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Quando giunse poi l’istante 
In cui nacque il Salvatore, 
fosti invece di dolore, 
di letizia ricolmata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Gloria al Padre… 


Tutti: Sia benedetta la Santa Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

Noi vi salutiamo, o purissima e santissima Madre di Gesù, ed umilmente vi preghiamo per i gaudi che sentì il vostro cuore nella Risurrezione ed Ascensione di Cristo; per la vostra Assunzione in cielo, con cui foste esaltata sopra tutti i cori degli Angeli; per quella gloria che Dio vi ha data di essere Regina di tutti i Santi; e finalmente vi supplichiamo, per quella mediazione efficacissima che avete, di poter impetrare tutto ciò che vi piace, ad ottenerci il vero amore di Dio

E voi Spirito Santo, in riguardo di questi privilegi, esaudite le suppliche della vostra dilettissima Sposa per questo vostro dilettissimo popolo, e perdonate a noi suoi devoti. Padre nostro…

 
immacolata in preghiera
Per suo Tempio e per sua Sposa 
ti accettò l’Eterno Amore; 
di sue fiamme accese il core, 
d’ogni ben ti rese ornata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
D’ogni grazia sei ripiena, 
o degli Angeli Regina, 
l’opra sei tutta Divina 
dall’Altissimo creata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Colma sei di Santitade, 
ma colmata in tal misura 
da non esservi creatura 
sotto Dio più ricolmata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Finalmente sei rifugio, 
o Maria dei peccatori; 
non sprezzar dunque i clamori 
di chi sei Madre e Avvocata: 
O Concetta Immacolata. Ave Maria 
 
Gloria al Padre…  


 

Tutti: Sia benedetta la Santa Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

 

Serenissima Regina del cielo e della terra e sempre Vergine Madre di Dio, noi peccatori indegnissimi, umilmente prostrati innanzi all’augusto vostro trono, confessiamo fermamente come voi fin dall’eternità, per i meriti del vostro Divin Figliolo, preservata e prevenuta dalla colpa originale, onde con la divina grazia e vostra intercessione siamo per mantenerci in questa credenza. Colmate intanto, e con ogni affetto vel preghiamo, d’ogni bene i difensori della vostra Immacolata Concezione. Date perpetua pace e tranquillità a tutta la repubblica cristiana: custoditela da ogni avversità ed impetrate per noi, o pietosissima Madre, che il vostro Divin Figliolo ci conceda la purità e nettezza della mente e del corpo, ed allontanate da noi i castighi che per le nostre colpe meritiamo. Amen.

 


immacolata concezone
Piccola sequenza litanica
Ave Maria/ Graziosa e pia/ 
Vergine eletta/fosti Concetta/ 
Senza peccato/ orto serrato/ 
Vergine santa/ felice pianta/ 
portasti al mondo/ frutto giocondo/
deh! Per pietate/per caritade/ 
candido giglio/ prega il tuo Figlio/ 
che io sempre l’ami/ che sempre brami/ 
ogni momento/ dargli contento/ 
e a te Maria/speranza mia/
possa servire/ sino al morire/ 
e dopo morte/ sia la mia sorte/ 
poter cantare/ poter lodare/ 
con mente pia/ Gesù e Maria/ 
Gesù e Maria/ Gesù e Maria.


segue un canto finale, o anche la Salve Regina


immacolata e gigli

Immacolata Vegine bella,
di nostra vita Tu sei la stella.
Tra le tempeste deh! guida il cuore
di chi T'invoca, Madre d'amore

Siam peccatori, ma figli tuoi,
Immacolata, prega per noi.

Tu che nel cielo siedi Regina,
a noi pietosa lo sguardo inchina.
Pel  divin Figlio che stringi al petto
deh! non privarci del tuo affetto.

Siam peccatori, ma figli tuoi,
Immacolata, prega per noi.

 

immacolata

Madre celeste sta a noi vicino 
mentre ancora siamo in cammino; 
tendi la mano a questo mondo,
deh! fa che tutti giungano in fondo

Siam peccatori, ma figli tuoi,
Immacolata, prega per noi.

La tua preghiera e' onnipotente,
o dolce Mamma tutta clemente.
A Gesu' buono deh' Tu ci guida,
accogli il cuore che in Te confida.

Siam peccatori, ma figli tuoi,
Immacolata, prega per noi..

 


     


IL TESTO DELL'INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO TOMASH PETA: «IL FUMO DI SATANA È ENTRATO NEL SINODO»

Il testo dell'intervento dell'arcivescovo Tomash Peta: «Il fumo di Satana è entrato nel Sinodo»
Di seguito il testo dell’intervento al Sinodo, sabato 10 ottobre, dell’arcivescovo di Astana (Kazakhstan) Tomash Peta.

«Il Beato Paolo VI disse nel 1972: “Da qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio”.
Sono convinto che queste del santo pontefice, l’autore dell’Humanae vitae, furono parole profetiche. Durante il Sinodo dello scorso anno, “il fumo di Satana” ha cercato di entrare nell’aula di Paolo VI.
 
Precisamente ne:
 
1) La proposta di ammettere alla sacra Comunione chi è divorziato e vive in una nuova unione civile;
2) L'affermazione che la convivenza è un'unione che può avere in se stessa alcuni valori;
3) L’apertura all’omosessualità come qualcosa dato per normale.
 
Alcuni padri sinodali non hanno compreso nel modo giusto l'appello di Papa Francesco per una discussione aperta e hanno iniziato a portare avanti idee che contraddicono la Tradizione bimillenaria della Chiesa, radicata nel Verbo eterno di Dio.
 
Purtroppo, si può ancora percepire l'odore di questo “fumo infernale” in alcuni passi dell’Instrumentum Laboris e anche negli interventi di alcuni padri al Sinodo di quest'anno.

A mio avviso, il compito principale di un Sinodo consiste nell’annunciare di nuovo il Vangelo del matrimonio e della famiglia e quindi l'insegnamento del nostro Salvatore. 

Non è consentito distruggere il fondamento, distruggere la roccia.
 
Lo Spirito Santo, che vince sempre nella Chiesa, illumini tutti noi nella ricerca del vero bene per le famiglie e per il mondo.
 
Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!»
 





[Modificato da Caterina63 12/12/2016 15:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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03/10/2016 16:50
 
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Questo canto della Tradizione solevano cantare i pellegrini quando, dopo la sosta a Fatima, ripartivano pentiti, redenti e salvati. Consegnando a Maria Santissima la lode, il ringraziamento, ma anche la promessa di mantenere gli impegni presi. Dal salutare la Vergine "Addio", si termina con ciò che davvero significava, per il cristiano, questo saluto: non un addio verso chissà dove, ma un indirizzo chiaro "A-Dio", con Maria per le strade del mondo, verso Dio. Il 13 ottobre possiamo e dobbiamo iniziare a pensare al Centenario delle Apparizioni di Fatima 1917-2017, cominciamolo bene.

Il canto è offerto a noi dalle Suore Francescane dell'Immacolata, preghiamo per loro e con loro....


www.youtube.com/watch?v=CkE_WLOaIG0
gloria.tv/video/NRupdGXeMEmN1AmvPdauXUY2Y

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org






ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE qui a seguire con un Grazie al prof. Julio Loredo​ [SM=g1740722]
Conferenza "Fatima: messaggio di tragedia o di speranza? Riflessioni sulla più profetica delle apparizioni moderne", chiesa della Santissima Annunziata, Trento, 13 ottobre 2016

www.youtube.com/watch?v=z-PCGxyX33A





[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

"La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita, ma ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi.... Maria ci permette di comprendere cosa significa essere discepoli di Cristo”.

Così il santo Padre Francesco durante la veglia di preghiera del Giubileo Mariano in piazza San Pietro dell'8 ottobre e qui, assai umilmente, riproposto in video per la nostra edificazione.

www.youtube.com/watch?v=z2-BsSEyDsY
gloria.tv/video/4phuEPxiACqYBMwjiLMsKU1ph

Movimento Domenicano del Rosario
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[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]



Benedetto XVI Udienza Generale 19 Dicembre 2012

Maria Vergine: Icona della fede obbediente

Cari fratelli e sorelle,
nel cammino dell’Avvento la Vergine Maria occupa un posto particolare come colei che in modo unico ha atteso la realizzazione delle promesse di Dio, accogliendo nella fede e nella carne Gesù, il Figlio di Dio, in piena obbedienza alla volontà divina.

Oggi vorrei riflettere brevemente con voi sulla fede di Maria a partire dal grande mistero dell’Annunciazione.

«Chaîre kecharitomene, ho Kyrios meta sou», «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). Sono queste le parole - riportate dall’evangelista Luca – con cui l’arcangelo Gabriele si rivolge a Maria. A prima vista il termine chaîre, “rallegrati”, sembra un normale saluto, usuale nell’ambito greco, ma questa parola, se letta sullo sfondo della tradizione biblica, acquista un significato molto più profondo. Questo stesso termine è presente quattro volte nella versione greca dell’Antico Testamento e sempre come annuncio di gioia per la venuta del Messia (cfr Sof 3,14; Gl 2,21; Zc 9,9; Lam 4,21). Il saluto dell’angelo a Maria è quindi un invito alla gioia, ad una gioia profonda, annuncia la fine della tristezza che c’è nel mondo di fronte al limite della vita, alla sofferenza, alla morte, alla cattiveria, al buio del male che sembra oscurare la luce della bontà divina. E’ un saluto che segna l’inizio del Vangelo, della Buona Novella.

Ma perché Maria viene invitata a rallegrarsi in questo modo? La risposta si trova nella seconda parte del saluto: “il Signore è con te”. Anche qui per comprendere bene il senso dell’espressione dobbiamo rivolgerci all’Antico Testamento. Nel Libro di Sofonia troviamo questa espressione «Rallégrati, figlia di Sion,… Re d’Israele è il Signore in mezzo a te… Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente» (3,14-17). In queste parole c’è una duplice promessa fatta ad Israele, alla figlia di Sion: Dio verrà come salvatore e prenderà dimora proprio in mezzo al suo popolo, nel grembo della figlia di Sion.

Nel dialogo tra l’angelo e Maria si realizza esattamente questa promessa: Maria è identificata con il popolo sposato da Dio, è veramente la Figlia di Sion in persona; in lei si compie l’attesa della venuta definitiva di Dio, in lei prende dimora il Dio vivente.

Nel saluto dell’angelo, Maria viene chiamata “piena di grazia”; in greco il termine “grazia”, charis, ha la stessa radice linguistica della parola “gioia”. Anche in questa espressione si chiarisce ulteriormente la sorgente del rallegrarsi di Maria: la gioia proviene dalla grazia, proviene cioè dalla comunione con Dio, dall’avere una connessione così vitale con Lui, dall’essere dimora dello Spirito Santo, totalmente plasmata dall’azione di Dio. Maria è la creatura che in modo unico ha spalancato la porta al suo Creatore, si è messa nelle sue mani, senza limiti. Ella vive interamente della e nella relazione con il Signore; è in atteggiamento di ascolto, attenta a cogliere i segni di Dio nel cammino del suo popolo; è inserita in una storia di fede e di speranza nelle promesse di Dio, che costituisce il tessuto della sua esistenza. E si sottomette liberamente alla parola ricevuta, alla volontà divina nell’obbedienza della fede.

L’Evangelista Luca narra la vicenda di Maria attraverso un fine parallelismo con la vicenda di Abramo. Come il grande Patriarca è il padre dei credenti, che ha risposto alla chiamata di Dio ad uscire dalla terra in cui viveva, dalle sue sicurezze, per iniziare il cammino verso una terra sconosciuta e posseduta solo nella promessa divina, così Maria si affida con piena fiducia alla parola che le annuncia il messaggero di Dio e diventa modello e madre di tutti i credenti.

Vorrei sottolineare un altro aspetto importante: l’apertura dell’anima a Dio e alla sua azione nella fede include anche l’elemento dell’oscurità. La relazione dell’essere umano con Dio non cancella la distanza tra Creatore e creatura, non elimina quanto afferma l’apostolo Paolo davanti alle profondità della sapienza di Dio: «Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!» (Rm 11,33). Ma proprio colui che - come Maria – è aperto in modo totale a Dio, giunge ad accettare il volere divino, anche se è misterioso, anche se spesso non corrisponde al proprio volere ed è una spada che trafigge l’anima, come profeticamente dirà il vecchio Simeone a Maria, al momento in cui Gesù viene presentato al Tempio (cfr Lc 2,35).

Il cammino di fede di Abramo comprende il momento di gioia per il dono del figlio Isacco, ma anche il momento dell’oscurità, quando deve salire sul monte Moria per compiere un gesto paradossale: Dio gli chiede di sacrificare il figlio che gli ha appena donato. Sul monte l’angelo gli ordina: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito» (Gen 22,12); la piena fiducia di Abramo nel Dio fedele alle promesse non viene meno anche quando la sua parola è misteriosa ed è difficile, quasi impossibile, da accogliere. Così è per Maria, la sua fede vive la gioia dell’Annunciazione, ma passa anche attraverso il buio della crocifissione del Figlio, per poter giungere fino alla luce della Risurrezione.

Non è diverso anche per il cammino di fede di ognuno di noi: incontriamo momenti di luce, ma incontriamo anche passaggi in cui Dio sembra assente, il suo silenzio pesa nel nostro cuore e la sua volontà non corrisponde alla nostra, a quello che noi vorremmo. Ma quanto più ci apriamo a Dio, accogliamo il dono della fede, poniamo totalmente in Lui la nostra fiducia - come Abramo e come Maria - tanto più Egli ci rende capaci, con la sua presenza, di vivere ogni situazione della vita nella pace e nella certezza della sua fedeltà e del suo amore.
Questo però significa uscire da sé stessi e dai propri progetti, perché la Parola di Dio sia la lampada che guida i nostri pensieri e le nostre azioni.

Vorrei soffermarmi ancora su un aspetto che emerge nei racconti sull’Infanzia di Gesù narrati da san Luca. Maria e Giuseppe portano il figlio a Gerusalemme, al Tempio, per presentarlo e consacrarlo al Signore come prescrive la legge di Mosé: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» (cfr Lc 2,22-24). Questo gesto della Santa Famiglia acquista un senso ancora più profondo se lo leggiamo alla luce della scienza evangelica di Gesù dodicenne che, dopo tre giorni di ricerca, viene ritrovato nel Tempio a discutere tra i maestri.

Alle parole piene di preoccupazione di Maria e Giuseppe: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo», corrisponde la misteriosa risposta di Gesù: «Perché mi cercavate? Non sapevate che devo essere nelle cose del Padre mio?» (Lc 2,48-49). Cioè nella proprietà del Padre, nella casa del Padre, come lo è un figlio. Maria deve rinnovare la fede profonda con cui ha detto «sì» nell’Annunciazione; deve accettare che la precedenza l’abbia il Padre vero e proprio di Gesù; deve saper lasciare libero quel Figlio che ha generato perché segua la sua missione. E il «sì» di Maria alla volontà di Dio, nell’obbedienza della fede, si ripete lungo tutta la sua vita, fino al momento più difficile, quello della Croce.

Davanti a tutto ciò, possiamo chiederci: come ha potuto vivere Maria questo cammino accanto al Figlio con una fede così salda, anche nelle oscurità, senza perdere la piena fiducia nell’azione di Dio? C’è un atteggiamento di fondo che Maria assume di fronte a ciò che avviene nella sua vita. Nell’Annunciazione Ella rimane turbata ascoltando le parole dell’angelo - è il timore che l’uomo prova quando viene toccato dalla vicinanza di Dio –, ma non è l’atteggiamento di chi ha paura davanti a ciò che Dio può chiedere. Maria riflette, si interroga sul significato di tale saluto (cfr Lc 1,29).

Il termine greco usato nel Vangelo per definire questo “riflettere”, “dielogizeto”, richiama la radice della parola “dialogo”. Questo significa che Maria entra in intimo dialogo con la Parola di Dio che le è stata annunciata, non la considera superficialmente, ma si sofferma, la lascia penetrare nella sua mente e nel suo cuore per comprendere ciò che il Signore vuole da lei, il senso dell’annuncio. Un altro cenno all’atteggiamento interiore di Maria di fronte all’azione di Dio lo troviamo, sempre nel Vangelo di san Luca, al momento della nascita di Gesù, dopo l’adorazione dei pastori. Si afferma che Maria «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); in greco il termine è symballon, potremmo dire che Ella “teneva insieme”, “poneva insieme” nel suo cuore tutti gli avvenimenti che le stavano accadendo; collocava ogni singolo elemento, ogni parola, ogni fatto all’interno del tutto e lo confrontava, lo conservava, riconoscendo che tutto proviene dalla volontà di Dio.

Maria non si ferma ad una prima comprensione superficiale di ciò che avviene nella sua vita, ma sa guardare in profondità, si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede può garantire. E’ l’umiltà profonda della fede obbediente di Maria, che accoglie in sé anche ciò che non comprende dell’agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore. «Beata colei che ha creduto nell’adempimento della parola del Signore» (Lc 1,45), esclama la parente Elisabetta. E’ proprio per la sua fede che tutte le generazioni la chiameranno beata.

Cari amici, la solennità del Natale del Signore che tra poco celebreremo, ci invita a vivere questa stessa umiltà e obbedienza di fede. La gloria di Dio non si manifesta nel trionfo e nel potere di un re, non risplende in una città famosa, in un sontuoso palazzo, ma prende dimora nel grembo di una vergine, si rivela nella povertà di un bambino. L’onnipotenza di Dio, anche nella nostra vita, agisce con la forza, spesso silenziosa, della verità e dell’amore. La fede ci dice, allora, che l’indifesa potenza di quel Bambino alla fine vince il rumore delle potenze del mondo.






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[Modificato da Caterina63 07/12/2016 08:32]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Papa: Maria indica il percorso, insegna ad essere discepoli

Veglia per  il Giubileo Mariano in piazza san Pietro - RV

Veglia per il Giubileo Mariano in piazza san Pietro 

08/10/2016

La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita,   ma ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi. Così il Papa questa sera durante la veglia di preghiera del Giubileo Mariano in piazza San Pietro.  “Maria – ha detto Francesco – ci permette di comprendere cosa significa essere discepoli di Cristo”. Il servizio di Paolo Ondarza:

Presenti delegazioni di 94 santuari mariani
Odigitria, Madre che indica il percorso. Francesco insieme ai tanti fedeli giunti in piazza san Pietro per il giubileo mariano invoca  così Maria al termine della recita del rosario. Sul sagrato le varie statue della Vergine venerate in 94  santuari mariani di diversi paesi del mondo, giunte in processione da via della Conciliazione. Tra queste, testimonianza di grande speranza, anche quella di Amatrice. Intensa e raccolta la preghiera dei misteri gloriosi: Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione di Maria e la sua incoronazione a Regina del Cielo e della terra. Il pensiero va alle attese e alle sofferenze dell’umanità di oggi in special modo alle vittime dell’uragano Matthew ad Haiti.

“La preghiera del Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia”.

Maria ci indica cosa vuol dire essere discepoli
Il Rosario – ha detto il Papa – non ci allontana dalle preoccupazioni della vita, al contrario ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo tra noi, nel servizio ai fratelli e nell’evangelizzazione:

“Siamo discepoli, ma anche missionari e portatori di Cristo, là dove Lui ci chiede di essere presente. Pertanto, non possiamo rinchiudere il dono della sua presenza dentro di noi”.

Maria, prescelta per essere la Madre, ci indica cosa vuol dire essere discepoli: il suo primo atto – ha spiegato il Papa – è stato porsi in ascolto di Dio nell’annuncio dell’angelo, nell’accoglienza del mistero della maternità divina, nel serbare tutto nel cuore. Ma non basta solo ascoltare:

“Questo è certamente il primo passo, ma poi l’ascolto ha bisogno di tradursi in azione concreta. Il discepolo, infatti, mette la sua vita al servizio del Vangelo”.

Maria infatti si reca da Elisabetta per aiutarla nella gravidanza; da alla luce il Figlio di Dio; sta sotto la Croce e diviene Madre della Chiesa; dopo la Risurrezione rincuora gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo. In tutta la sua vita Maria – ha detto Francesco – ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo:

Maria, espressione della divina misericordia
“Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane”.

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio”. Con la più antica preghiera mariana che i cristiani recitavano nei momenti di difficoltà e martirio il Papa ha invocato la Vergine, protezione, aiuto e benedizione per ogni giorno della vita.





GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA

VEGLIA MARIANA

PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro
Sabato, 8 ottobre 2016

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Cari fratelli e sorelle,

in questa Veglia abbiamo ripercorso i momenti fondamentali della vita di Gesù, in compagnia di Maria. Con la mente e il cuore siamo andati ai giorni del compimento della missione di Cristo nel mondo. La Risurrezione come segno dell’amore estremo del Padre che tutto riporta in vita e come anticipo della nostra condizione futura. L’Ascensione come condivisione della gloria del Padre, dove anche la nostra umanità trova un posto privilegiato. La Pentecoste, espressione della missione della Chiesa nella storia, fino alla fine dei tempi, sotto la guida dello Spirito Santo. Negli ultimi due misteri, inoltre, abbiamo contemplato la Vergine Maria nellagloria del Cielo, lei che fin dai primi secoli è stata invocata come Madre della Misericordia.

La preghiera del Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia. I misteri che passano dinanzi a noi sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti. Attraverso la preghiera e la meditazione della vita di Gesù Cristo, noi rivediamo il suo volto misericordioso che va incontro a tutti nelle varie necessità della vita. Maria ci accompagna in questo cammino, indicando il Figlio che irradia la misericordia stessa del Padre. Lei è davvero l’Odigitria, la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù. In ogni mistero del Rosario la sentiamo vicina a noi e la contempliamo come prima discepola di suo Figlio, la quale mette in pratica la volontà del Padre (cfr Lc 8,19-21).

La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita; al contrario, ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi. Ogni volta che contempliamo un momento, un mistero della vita di Cristo, siamo invitati a riconoscere in quale modo Dio entra nella nostra vita, per poi accoglierlo e seguirlo. Scopriamo così la via che ci porta a seguire Cristo nel servizio ai fratelli. Accogliendo e assimilando dentro di noi alcuni avvenimenti salienti della vita di Gesù, noi partecipiamo alla sua opera di evangelizzazione perché il Regno di Dio cresca e si diffonda nel mondo. Siamo discepoli, ma anche missionari e portatori di Cristo, là dove Lui ci chiede di essere presente. Pertanto, non possiamo rinchiudere il dono della sua presenza dentro di noi. Al contrario, siamo chiamati a partecipare a tutti il suo amore, la sua tenerezza, la sua bontà, la sua misericordia. È la gioia della condivisione che non si ferma dinanzi a nulla, perché porta un annuncio di liberazione e di salvezza.

Maria ci permette di comprendere che cosa significa essere discepoli di Cristo. Lei, da sempre prescelta per essere la Madre, ha imparato a farsi discepola. Il suo primo atto è stato quello di porsi in ascolto di Dio. Ha obbedito all’annuncio dell’Angelo e ha aperto il suo cuore per accogliere il mistero della maternità divina. Ha seguito Gesù, mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca (cfr Mc 3,31-35); ha conservato tutto nel suo cuore (cfr Lc 2,19) ed è diventata memoria vivente dei segni compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede.

Tuttavia, non basta soltanto ascoltare. Questo è certamente il primo passo, ma poi l’ascolto ha bisogno di tradursi in azione concreta. Il discepolo, infatti, mette la sua vita al servizio del Vangelo. È così che la Vergine Maria si recò subito da Elisabetta per aiutarla nella sua gravidanza (cfr Lc 1,39-56); a Betlemme diede alla luce il Figlio di Dio (cfr Lc 2,1-7); a Cana si prese cura di due giovani sposi (cfr Gv 2,1-11); sul Golgota non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa (cfr Gv 19,25-27); dopo la Risurrezione, rincuorò gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo (cfr At 1,14). In tutta la sua vita, Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo. Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane.

Invochiamo questa sera la nostra tenera Madre del cielo, con la più antica preghiera con cui i cristiani si rivolgevano a Lei, soprattutto nei momenti di difficoltà e di martirio. Invochiamola nella certezza di essere soccorsi dalla sua materna misericordia, perché Lei, “gloriosa e benedetta”, possa essere protezione, aiuto e benedizione per ogni giorno della nostra vita:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

   

 

“La Bibbia è un libro estremamente pericoloso”, secondo papa Francesco


In occasione della pubblicazione della nuova Bibbia per i giovani , il prossimo 21 ottobre, papa Francesco ha scritto un prologo che descrive in modo molto personale il suo rapporto con la Bibbia

La Bibbia è così pericolosa “che in alcuni Paesi si comportano come se avere una Bibbia equivalesse a tenere delle granate nell’armadio”, scrive.

 

Ecco il prologo del papa:

Miei cari e giovani amici:

se vedeste la mia Bibbia forse non vi colpirebbe molto. È questa la Bibbia del papa? Un vecchio libro logoro! Potreste offrirmene una nuova, una da mille dollari, ma io non la vorrei.

Amo profondamente la mia vecchia Bibbia, che mi ha accompagnato per metà della mia vita. È stata testimone delle mie più grandi gioie e si è bagnata con le mie lacrime. È il mio tesoro più prezioso. Vivo di lei e per niente al mondo vorrei separarmene.

Questa Bibbia che avete appena elaborato mi fa un enorme piacere. È colorata, ricca di testimonianze, di testimonianze di santi, di testimonianze di giovani, e fa venire voglia di proseguire a leggere fino all’ultima pagina.

E poi? E poi la nascondete. Scompare in uno scaffale, dietro la terza fila di libri. Si riempie di polvere. E i vostri figli un giorno la venderanno a un antiquario. No, questo non deve succedere!

Come se si tenessero delle granate nell’armadio

Vorrei dirvi una cosa: oggi ci sono più cristiani perseguitati che nei primi tempi della Chiesa. E perché sono perseguitati? Sono perseguitati perché portano una croce e sono testimoni di Gesù. Vengono processati perché possiedono una Bibbia.

La Bibbia è un libro estremamente pericoloso. Così pericoloso che in alcuni Paesi si comportano come se avere una Bibbia equivalesse a tenere delle granate nell’armadio.

Un non cristiano, il Mahatma Gandhi, un giorno ha detto: “Voi cristiani avete nelle vostre mani un libro che contiene abbastanza dinamite da fare a pezzi tutta la civiltà, rovesciare il mondo, fare di questo mondo devastato dalla guerra un mondo in pace. Ma voi agite come se si trattasse solo di un esempio di buona letteratura e nient’altro”.

Più che letteratura

Cosa avete tra le mani? Un po’ di letteratura? Delle belle storie antiche?

In quel caso, è necessario che diciate ai cristiani che si lasciano imprigionare a causa della loro Bibbia: “Ma siete stupidi! Non è altro che un po’ di letteratura”. No, è attraverso il Verbo di Dio che la Luce è venuta nel mondo e non si spegnerà mai.

Nella Evangelii Gaudium (175) ho detto: “Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere che Dio ci rivolga la parola, perché realmente ‘Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso’. Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata”.

Un libro in cui Dio ci parla

Avete tra le mani qualcosa di divino: un libro che arde come il fuoco! Un libro in cui Dio ci parla.

Sforzatevi di capire questo: la Bibbia non è lì per essere messa su uno scaffale; è lì perché la prendiate in mano, perché la leggiate spesso, tutti i giorni, da soli o in gruppo. Facendo sport o compere.

Perché non leggete la Bibbia insieme, in due, tre o quattro? Fuori, nella natura, nel bosco, in spiaggia, di notte alla luce delle candele: farete un’esperienza prodigiosa! Temete forse che una proposta così vi renda ridicoli?

Leggete attentamente! Non rimanete in superficie come se leggeste un fumetto! Non bisogna mai trattare in modo superficiale la Parola di Dio. Chiedetevi: Cosa dice questo al mio cuore? Cosa mi dice Dio attraverso queste parole? Mi toccano nel profondo delle mie aspirazioni? Cosa devo fare in cambio?

Solo in questo modo la forza della Parola di Dio può assumere tutta la sua dimensione. Solo così la nostra vita può cambiare, diventare grande e bella.

Voglio dirvi che io leggo la mia vecchia Bibbia! Spesso la prendo, la leggo un po’, poi la poso e mi lascio guardare dal Signore. Non sono io a guardarLo, è LUI che mi guarda. Sì, LUI è lì. Io Gli lascio posare i suoi occhi su di me. E sento, senza sentimentalismi, sento nel più profondo delle cose quello che mi dice il Signore.

A volte Egli non parla

A volte Egli non parla. Non sento nulla, solo vuoto, vuoto, vuoto… Ma rimango paziente e aspetto. Leggo e prego. Prego seduto perché mi fa male inginocchiarmi. A volte mi addormento pregando. Ma non succede niente. Sono come un figlio con suo padre, e questo è ciò che conta.

Volete darmi un motivo di gioia? Leggete la Bibbia!

Vostro papa Francesco







[Modificato da Caterina63 19/10/2016 17:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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19/10/2016 14:20
 
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Incontri con Maria
 

 
di MARIA DI LORENZO

«Morirò tutta sola»
     

"Esprimo la mia riconoscenza a Giacinta per i sacrifici per il Santo Padre, che aveva visto soffrire"
(Giovanni Paolo II).
  

La sera del 20 febbraio 1920, sola, come la Madonna le aveva annunciato, moriva la più piccola dei veggenti di Fatima, Giacinta Marto.

Nel mese di febbraio ricorreva dunque l’anniversario della sua partenza per il Cielo e la Chiesa celebra la sua memoria da quando, il 13 maggio 2000, a Fatima, è stata proclamata Beata da Giovanni Paolo II insieme al fratello Francesco, anch’egli testimone e protagonista delle apparizioni di Fatima.

Chi era la piccola Giacinta Marto? E come è possibile che una bambina di soli dieci anni – ne aveva sette al tempo delle apparizioni – possa aver scalato in così poco tempo la vetta della santità tanto da indurre la Chiesa a elevarla alla gloria degli altari?

Aljustrel (Fatima), la casa natale di Giacinta e Francesco Marto.
Aljustrel (Fatima), la casa natale di Giacinta e Francesco Marto (foto Del Canale).

«Io prometto...»

Giacinta conduceva le pecore al pascolo con suo fratello Francesco in uno sperduto villaggio del Portogallo, alla Cova da Iria. Non aveva ancora fatto la prima Comunione quando le apparve la "Bella Signora", il 13 maggio 1917.

Entrambi i fratelli non erano particolarmente devoti. Lo conferma il modo piuttosto birichino che essi avevano di recitare il rosario: dicevano Padre nostro e poi subito infilavano le parole Ave Maria, una dietro l’altra, fino al Pater successivo. Così il rosario finiva in un baleno e loro potevano tornare, senza rimorsi, ai loro giochi.

Per primo apparve l’Angelo, insegnando loro una preghiera: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo! Ti domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano…». Per poi aggiungere: «Pregate così. I Cuori santissimi di Gesù e Maria sono attenti alle vostre suppliche».

In seguito ai bambini – con Giacinta e Francesco c’era anche la cugina di qualche anno più grande, Lucia dos Santos – apparve la Vergine il 13 maggio 1917, chiedendo preghiere e sacrifici per i peccatori, la consacrazione al suo Cuore immacolato, ed annunciando infine una «grande promessa».

In che cosa consiste questa grande promessa di Fatima?

«Io prometto – disse la Vergine – di assistere nell’ora della morte, con le grazie necessarie alla salvezza, coloro che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno, riceveranno la Comunione, diranno una corona del rosario e mi faranno compagnia per un quarto d’ora meditando i misteri del rosario, con l’intenzione di offrirmi riparazione».

La tomba di Giacinta nel Santuario-Basilica di Fatima.
La tomba di Giacinta nel Santuario-Basilica di Fatima (foto Giuliani).

Un dono totale

La consacrazione a Maria non deve essere un effimero entusiasmo, un fervore solo esteriore, ma un dono totale. Il dono di sé, nelle facoltà del corpo e dello spirito, a colei che è la cristifera, la soglia che ci introduce a Cristo, cuore del mistero trinitario. «Io prometto», dice la Vergine, e la sua non è una promessa alla maniera degli uomini, così facili a tirarsi indietro, così inclini al cambiamento. È una promessa che vale come salvacondotto per la vita eterna.

«Pregate molto»

Fin dal tempo delle prime apparizioni, Giacinta prese l’abitudine di dare la sua merenda ai poveri. Per saziare gli stimoli della fame si nutriva alla meglio con radici, ghiande, frutti selvatici. «Così si convertiranno più peccatori», diceva.

Sicura, per la promessa della Madre celeste, di dover lasciare presto la terra, Giacinta preferiva spesso saltare la scuola per fermarsi in chiesa a pregare.

Le sue giornate e quelle di Francesco erano puntellate di giaculatorie, atti d’amore a Gesù e Maria.

«Nella vicenda di questi due bambini – ha sottolineato Stefano De Fiores all’indomani della beatificazione dei fratelli Marto – c’è un piccolo trattato di antropologia cristiana. Chi è l’uomo? La tradizione illuminista lo vide una coscienza in grado di determinarsi. È una grande acquisizione. Ma ha rischiato di chiudere l’uomo su se stesso. Francesco e Giacinta, invece, vedono l’altro non come un estraneo, ma come qualcuno con cui solidarizzare fino al punto di assumersene il peso. È l’idea di un’antropologia relazionale, che in qualche modo è anche un riflesso della vita trinitaria».

Dopo le apparizioni, la piccola Marto cominciò a trascorrere lunghe ore in preghiera, specialmente nella recita del rosario, tanto raccomandato dalla Madonna. Le parole della Vergine si stamparono indelebilmente nel suo cuore, furono il faro di tutte le sue azioni. «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi preghi e si sacrifichi per loro. Siete disposti a offrirvi al Signore, pronti a fare sacrifici e ad accettare volentieri tutte le sofferenze che egli vorrà mandarvi, in riparazione di tanti peccati con i quali viene offesa la sua divina maestà, per ottenere la conversione dei peccatori e in riparazione delle offese fatte contro l’immacolato Cuore di Maria?».

Cartolina postale raffigurante i tre pastorelli di Fatima.
Cartolina postale raffigurante i tre pastorelli di Fatima.

«O mio Gesù...»

Giacinta praticava l’immolazione nascosta per salvare i peccatori, portando una corda stretta attorno al corpo e sopportando in spirito di penitenza ogni contrarietà. Alla fine della sua vita, gravemente ammalata, fu internata in un ospedale di Lisbona, dove morì da sola. «O mio Gesù – furono le sue parole – ora puoi convertire molti peccatori, perché questo sacrificio è molto grande…».

Modello di santità

«Alla scuola della Vergine, l’anima progredisce di più in una settimana che in un anno fuori della sua scuola!», sosteneva il grande devoto di Maria, Grignion di Montfort. Queste parole nella vita di Giacinta si sono realizzate alla lettera. La pedagogia squisitamente materna di Maria in pochi anni ha fatto sì che Giacinta giungesse alle vette della santità. Del resto, «Giacinta era bambina soltanto negli anni», aveva detto di lei la cugina Lucia.

Un procedimento lungo e complesso, con difficoltà quasi insormontabili, ha portato Giacinta – e il fratello Fracesco – sugli altari. Il processo canonico circa l’eroicità delle loro virtù ha contribuito ad accertare, contro la convinzione dominante in precedenza, che anche i bambini possono essere santi.

La loro causa di beatificazione, infatti, era rimasta bloccata per vari decenni perché, secondo la dottrina tradizionale, si richiedeva che l’esercizio eroico delle virtù cristiane (quelle teologali di fede, speranza e carità e quelle cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) dovesse avvenire «per un periodo duraturo», il che escludeva dal prendere in considerazione dei fanciulli.

Nel 1981 il Dicastero per le cause dei santi dedicò un’assemblea allo studio di tale possibilità e la risposta da parte di teologi, giuristi, pedagoghi e psicologi fu affermativa. L’abolizione di quella restrizione, suffragata dai più moderni studi di psicologia infantile, ha così aperto la strada della santità canonica per i due fanciulli di Fatima e per altri che verranno dopo di loro.

La santità di Giacinta è stata nell’aver aderito pienamente al messaggio di Fatima. Quel messaggio era il Vangelo di Gesù predicato dalla Madonna. La piccola Marto, dunque, viene proposta come modello di santità non perché ha vissuto col fratellino Francesco l’esperienza di veggente della più importante apparizione mariana del ’900, ma, come ha efficacemente ribadito il postulatore della causa, il gesuita Paolo Molinari, «per come dei bambini hanno saputo sviluppare il loro spirito di fede nel Signore e mettere in pratica quello che la Madonna aveva loro detto: pregare il rosario e sacrificarsi per i peccatori».

Maria Di Lorenzo
  

Invito all’approfondimento: S. De Fiores, Il segreto di Fatima. Una luce sul futuro del mondo, San Paolo 2008, pp. 136, € 10,00; M. Carraro, I pastorelli di Fatima, Emp 2008, pp. 168, € 10,00.


   



I TRE PASTORELLI DI FATIMA

 

 

 

"Ti benedico,o Padre, (...) perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli"(Mt 11, 25).

Fatima è un piccolo paese del Portogallo centrale, di appena qualche dozzina di case, raccolte attorno alla Chiesa e al camposanto.

Uscendo dal paese e andando verso occidente, una stradicciola di campagna conduce ad una frazione di Fatima chiamata Aljustrel: qui nacquero e vissero i tre piccoli protagonisti della storia di Fatima

 

Come tutti i ragazzi del loro paese. Lucia di Gesù e i due suoi cuginetti Francesco e Giacinta Marto, aiutavano i genitori portando a pascolare ogni giorno un piccolo gregge di pecore e di capre appartenente alle loro famiglie.

Lucia era nata ad Aljustrel il 22 marzo 1907 da Antonio Dos Santos e da Maria Rosa De Jesus, ultima di altre tre sorelle e di un fratello.

Francesco era nato l’11 giugno 1908 e la sorellina Giacinta il 10 marzo 1910, da Manuel Pedro Marto che aveva sposato Olimpia, una sorella del padre di Lucia, già vedova e madre di due figli, dalla quale ebbe, oltre Francesco e Giacinta, altri sei figlioli.

Dalle casette di Aljustrel i tre piccoli amici erano soliti spingere ogni giorno il piccolo gregge delle due famiglie verso questo o quel luogo, a loro scelta, nei dintorni. Ivi passamano assieme l'intera giornata custodendo le pecore e giocando, A mezzogiorno prendevano il cibo che le mamme avevano preparato per loro. Poi, prima di rimettersi a giocare, recitavano insieme il santo Rosario.

Un giorno piovigginoso di primavera (non possiamo precisare l'anno) i tre fanciulli furono testimoni di un fatto straordinario. Sentiamo la testimonianza di Lucia. (…) Vedemmo, ad una certa distanza sulla cima degli alberi,(…)una luce più bianca della neve, che lasciava intravedere la figura di una giovane trasparente e più sfavillante del cristallo colpito dai raggi del sole. Quando si avvicinò si più potemmo distinguerne meglio l’aspetto. Disse “ Non temete. Io sono l’Angelo della pace.pregate con me”. E inginocchiandosi Egli chinò il volto fino a terra. Guidati dallo stesso impulso soprannaturale, noi facemmo altrettanto e ripetemmo le parole che univamo pronunciare da Lui: “Mio Dio, io credo, adoro, spero in Voi e Vi amo. Chiedo perdono per quelli che non credono, non sperano, non Vi amano”.

Dopo avere ripetuto queste parole tre volte, egli si alzò e disse: “ pregate così. I Cuori di Gesù e Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche”. Poi egli disparve.

Le apparizioni dell'Angelo (in tutto tre) sarebbero certamente rimaste sconosciute a noi ed al mondo intero, se ad esse non avessero fatto seguito altre ed ancor più straordinarie apparizioni, delle quali i tre fanciulli di Aljustrel furono sì i soli interlocutori, ma alle quali furono presenti folle sempre più numerose di credenti e di increduli, di dotti e di semplici contadini…

Era la Domenica 13 Maggio 1917, i tre cuginetti, dopo aver assistito alla S. Messa nella Chiesa parrocchiale di Fatima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo il loro gregge. Il tempo era splendido e decisero di andare, questa volta, fino alla Cova da Iria, la grande radura a forma di anfiteatro delimitata verso Nord da una piccola altura.

" Qui, narra Lucia, mentre giocavo con Giacinta e Francesco in cima alla collina, improvvisamente vedemmo una folgore, come di lampi. “C’è una folgore di lampi, dissi io ai miei cugini, può darsi che venga il temporale, sarebbe meglio andare a casa”.

“ Si certo” – dissero essi.

Cominciammo a discendere la collina guidando il gregge lungo la strada. Quando arrivammo ad un grande leccio a metà strada dal pendio, la luce sfolgorò ancora (…)

Pochi passi più avanti scorgemmo una bella Signora vestita di bianco, ritta sopra un leccio, vicino a noi. Ella era più luminosa del sole,raggiante di una luce sfolgorante…

Colpiti da stupore, ci arrestammo davanti a questa visione. Eravamo così vicini da essere immersi nella luce che irradiava dalla sua Persona, alla distanza di circa un metro.

Quindi la Signora disse: “ Non abbiate paura, non vi farò del male”.

“ Da dove venite?” Io chiesi.

“ Vengo dal Cielo. Vengo per chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13 alla stessa ora. In seguito vi dirò cosa io voglio. E ritornerò qui ancora una settima volta”.

“ E io andrò in Cielo?” “ Si ci andrai”.

“ E Giacinta? E Francesco?

“ Si, ci andranno, e Francesco prima dovrà recitare il suo Rosario”. La madonna poi chiese. “ Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?”

“ Si lo vogliamo”.

 

La Vergine Maria si manifestò ai tre pastorelli come la Madonna del Rosario, anche attraverso prodigi che ebbero centinaia di testimoni. A noi interessa ora conoscere più da vicino i tre pastorelli.

 

Lucia, Francesco e la piccola Giacinta

 

Parliamo del piccolo Francesco

 

"Ti benedico,o Padre, (...) perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" {Mt 11, 25).

 

In molte situazioni delle apparizioni a Francesco toccò l'ultimo posto: mentre le sue due compagne vedevano la Madonna e ne udivano la voce, lui dovette accontentarsi di vederla soltanto.

Ma è proprio questa circostanza, un poco umiliante specialmente nei confronti della sorella più giovane, che mette in luce la grandezza (vorremmo dire la superiorità) della virtù di Francesco. Mai si è lamentato per questa posposizione, ma con semplicità ha riconosciuto la cosa come normale. Ha accettato le parole della Vergine così come le compagne gliele hanno riferite, e sulla loro testimonianza le ha credute e le ha messe alla base della propria vita.

Di poche parole, Francesco ha nondimeno un grande influsso sull'atteggiamento delle due compagne, che lo vedono serio e riflessivo in tutto, sempre pronto a scegliere l'ultimo posto o le mansioni più umili.

Il suo carattere riservato gli fa preferire di pregare da solo: spesso lascia con una scusa le amiche e si ritira in qualche luogo solitario, oppure in Chiesa vicino a " Gesù nascosto ", ove rimane ore ed ore a " pensare ", come lui stesso si esprime per indicare la preghiera.

Ma a cosa " pensava " Francesco?

" Io penso a consolare Nostro Signore che è afflitto a causa di tanti peccati ".

Questa ansia di riparazione che si innestava su una natura così ben disposta alla compassione e al sacrificio, diverrà l'anima della vita spirituale di Francesco.

Un giorno del Novembre 1917 Lucia gli aveva domandato: " Cosa ti piace di più: consolare Nostro Signore o convertire i peccatori perché non vadano all'Inferno? "

" A scegliere - rispose Francesco - io preferisco consolare Nostro Signore. Non ti ricordi come era triste la Madonna il mese scorso quando chiese che non si offendesse più Nostro Signore che è già troppo offeso?"

All'inizio dell'anno 1918 Francesco cadde gravemente ammalato colpito dall'influenza detta "spagnola " che tante vittime fece nella intera Europa del dopo guerra. Presto l'influenza degenerò in polmonite e solo le cure di mamma Olimpia valsero a rimetterlo in piedi. Ma Francesco sapeva che ben presto la Madonna lo avrebbe portato in Cielo!

Alle buone persone che si rallegravano con lui per il miglioramento e che gli promettevano di pregare per la sua guarigione, rispondeva invariabilmente con un fare sereno ma che impressionava fortemente: "E'inutile che preghiate per questo. Io non otterrò mai la grazia della guarigione ".

Alla fine di Febbraio fece una ricaduta e incominciò ad essere afflitto da un terribile mal di testa. Giacinta e Lucia erano sempre al suo capezzale.

Durante questa malattia Francesco portava ancora la corda ai fianchi. Un giorno la consegnò a Lucia dicendole: "Prendila prima che la mamma la veda: ora non posso più portarla".

Verso i primi di Aprile la sua salute peggiorò: volle confessarsi e ricevere la Comunione. Avendo chiesto a Lucia e a Giacinta di dirgli se l'avevano visto commettere qualche peccato, e avendo avuto per risposta che qualche volta aveva disubbidito, aveva preso qualche spicciolo al papa, aveva litigato con i compagni... Francesco esclamò: "Questi peccati li ho già confessati, ma li confesserò ancora. Chissà se per questi peccati sono stato io la causa per cui il Signore è così triste...".

Il 2 Aprile il Parroco venne a confessarlo ed il giorno dopo, il 3 Aprile,Francesco poté fare la sua prima ed ultima Comunione.

Il colloquio con "Gesù nascosto" (questa volta nascosto dentro di lui) durò parecchio tempo. Improvvisamente chiese:

"Mamma, potrò ricevere Nostro Signore nuovamente?" La mamma fece cenno di sì.

Chiese allora a Lucia di recitare il Rosario ad alta voce perché lui non poteva più parlare. Ma durante il Rosario Giacinta, sapendo che Francesco stava per lasciarla, vinta dall'emozione scoppiò a dire: "Quando sarai in cielo fa tanti complimenti per me a Nostro Signore e alla Santa Vergine. Di' loro che io soffrirò tutto quello che essi vorranno per i peccatori e per fare riparazione al Cuore Immacolato di Maria...".

A notte inoltrata mamma Olimpia invitò tutti ad uscire per lasciar riposare il piccolo malato. Lucia disse: "Francesco, questa notte tu vai in Paradiso; non dimenticarci."

"Non vi dimenticherò".

"Allora, arrivederci in Cielo...".

Il giorno seguente lo passò pregando e chiedendo perdono a tutti. Verso le 10 di sera, improvvisamente disse alla mamma:

" Mamma, guarda che bella luce, là, vicino alla porta... ".

E dopo un momento: "Ora non la vedo più".

Dopo queste parole il suo viso si illuminò di un sorriso meraviglioso e, senza soffrire, il piccolo pastorello di Aljustrel andò a contemplare in Cielo quel "Gesù nascosto" che aveva tanto amato sulla terra.

 

Giacinta: "salvare dall'inferno i poveri peccatori"

 

"Ti benedico,o Padre, (...) perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" {Mt 11, 25).

 

Nelle sue apparizioni, la Madonna apriva sempre le sue mani e riversava sopra i pastorelli una luce così intensa che penetrava " nei più reconditi recessi del nostro cuore, facendoci rispecchiare in Dio molto più chiaramente che se fossimo rispecchiati in uno specchio”.

Durante l'apparizione solo Lucia aveva conversato con la "Signora"; Giacinta aveva sì udite le parole, ma non aveva parlato; Francesco non aveva neppure udito quello che la Signora diceva: tutti e tre però l'avevano vista, straordinariamente bella.

La loro meraviglia e la loro gioia era al colmo. Giacinta, come fuori di sé, batteva le mani esclamando: "Che bella Signora! Che bella Signora! Era la Santa Vergine!"

Una delle varie apparizioni della Madonna, l'apparizione del 1° Luglio, fu certamente quella che più si impresse nell'animo della piccola Giacinta. Le parole della Madonna "sacrificatevi per i peccatori" e la visione dell'Inferno nel quale essi cadono, polarizzarono tutti i suoi sentimenti e le sue aspirazioni. La ragazzina spensierata, giocherellona ed anche un po' scontrosa divenne da quel giorno riflessiva ed impegnata.

Dopo le apparizioni ella recitava il Rosario lentamente, con grande attenzione, riuscendo ad ottenere, con quel garbo grazioso che la rendeva irresistibile, che tutte le sere fosse recitato anche in casa sua:

“ Mammina bella, io ho già detto il mio Rosario, ma voi no... "

Ma oltre che alla preghiera Giacinta si convertì alla mortificazione: " Sacrificatevi per i peccatori " aveva chiesto la Madonna.

Da quel giorno ogni occasione fu buona per far sacrifici, come per esempio l'offerta della propria merenda ed anche del proprio pasto ad alcuni fanciulli poveri.

Temendo per la salute della cuginetta. Lucia le diceva:

" Giacinta, mangia ".

" No ", rispondeva; " voglio fare questo sacrificio per i peccatori che mangiano troppo! ".

La visione dell'Inferno l'aveva terrorizzata: non per se, che .sapeva sarebbe andata in Paradiso, ma per i peccatori. Alle volte esclamava: " Ma perché la Madonna non mostra l'Inferno ai peccatori?... Se essi lo vedessero non farebbero più peccati e non vi cadrebbero!".

Già durante la malattia di Francesco, Giacinta era stata colpita dalla febbre spagnola.Ella tuttavia non fece pesare la propria infermità sui suoi cari, cercando invece di far convergere tutte le attenzioni sul fratellino più grave di lei.

Un giorno Giacinta mandò a chiamare Lucia e le disse: " Mentre ero da Francesco nella sua camera, la Santa Vergine è venuta a trovarci. Ella ha detto che verrà presto a prendere Francesco per portarlo in Cielo…Ella m' ha detto che io andrò in un Ospedale e che soffrirò

molto, ma che devo sopportare tutto per la conversione dei peccatori ".

Un giorno Giacinta disse a Lucia che la Madonna era venuta a visitarla nella sua stanzetta: "

Ella m' ha annunciato che io andrò a Lisbona in un altro Ospedale, che non rivedrò più ne te ne i miei genitori, e che dopo aver molto sofferto morrò sola. M' ha detto di non aver paura perché Ella stessa verrà a prendermi per il Cielo ".

Nell'orfanotrofio di Nostra Signora dei Miracoli, a Lisbona, Giacinta passò gli ultimi tempi della sua vita terrena, in compagnia della Madre Generale Maria Godinho, alla quale confessò diversi pensieri che la Madonna le aveva detto. Ripeteva spesso: "Se gli uomini sapessero che cos'è l'eternità, come farebbero di tutto per cambiar vita!"

Il venerdì 20 febbraio, sapendo che quello sarebbe stato il giorno della sua morte, chiese i sacramenti. Il Parroco della Chiesa dei Santi Angeli venne a confessarla ma, vedendola in apparente buona salute, non ritenne opportuno darle subito la Comunione nonostante le insistenze della piccola; e se ne andò promettendole di tornare l'indomani mattina per portarle l'Eucaristia. Ma la sera stessa, verso le 22,30, spirò.

Si avverava così la predizione ricevuta dalla Madonna sugli ultimi giorni di Giacinta. Ora è sepolta all'interno della Basilica di Fatima.

 

Lucia :"diffondere nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria"

Dopo il 1920 dei tre pastorelli che videro la Madonna, solo Lucia era rimasta su questa terra. Sennonché nel 1925 la Madonna le apparve nuovamente con a fianco Gesù bambino.

La Vergine posò la Sua mano sulle spalle di Lucia, mentre con l'altra mano sosteneva un cuore circondato da acute spine. Nello stesso tempo il Bambino Gesù parlò:

" Abbiate compassione del Cuore della Vostra Santa Madre, coperto di spine con cui uomini ingrati lo trafiggono ad ogni momento e non c'è nessuno che li scuota con un atto di riparazione".

Quindi la S. Vergine disse a Lucia:

" Figlia mia, guarda il mio Cuore sormontato da spine, con cui uomini ingrati lo trafiggono ad ogni momento con le loro bestemmie e la loro ingratitudine. Tu almeno cerca di consolarmi e dì che io prometto di assistere nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie per la loro salvezza tutti coloro che il primo sabato per cinque mesi consecutivi si confessano e ricevono la S. Comunione recitando 5 decine di Rosario e mi fanno compagnia per un quarto d'ora meditando i misteri del Rosario in riparazione”.

Questa visione fu decisiva per il suo avvenire:

l'anno dopo (aveva allora 19 anni) entrò nel Noviziato delle Suore Dorotee a Tuy ove emise i voti religiosi col nome di Suor Maria dell'Addolorata. Nel 1948, desiderando offrire a Dio una vita più austera e più raccolta, entrò fra le Carmelitane Scalze di Coimbra ove prese il nome di Suor Maria del Cuore Immacolato in omaggio alla missione cui si sentiva chiamata a diffondere nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria, specialmente attraverso la pratica dei primi cinque Sabati del mese.

A noi pare che l'umanità di oggi, sempre più disattenta ai problemi eterni e lesa tutta a crearsi un utopico paradiso terrestre, non abbia ascoltato il richiamo di Fatima.

Ma proprio per questo, prima che sia troppo tardi, esso ci deve scuotere dal torpore e avviarci nuovamente a quella vita di fede in Dio, dì preghiera, di carità e di sacrificio che Gesù e Maria ci hanno insegnato come l'unica via che conduce alla salvezza.

 

SacroCuore/ottobre-dicembre 2002

 

Il terzo Segreto di Fatima

 (da Il messaggio di Fatima, presentazione e relazione di Sua Em. Joseph Card. Ratzinger)

 

Lucia è anche la persona che ha scritto quello che la Madonna le ha fatto vedere a proposito di avvenimenti che, all'epoca delle apparizioni, erano del lutto inimmaginabili.

A lei e stato dato il compito di descrivere la visione, alla Chiesa e al Papa invece quella di interpretarla. Giovanni Paolo II ha autorizzato la pubblicazione della terza parte di questo segreto anche per spegnere le numerose illazioni e ipotesi su presunte profezie catastrofiche contenute in queste pagine autografe di Lucia. Nella relazione del Card. Joseph Ratzinger si ribadisce che il terzo Segreto non aggiunge nulla a quella che è la Rivelazione di Cristo.

"Si chiama " rivelazione ", perché in essa Dio si è dato a conoscere progressivamente agli uomini, fino al punto di divenire egli stesso uomo, per attirare a sé e a sé riunire tutto quanto il mondo per mezzo del Figlio incarnato Gesù Cristo."

"[...] In Cristo, Dio ha detto tutto, cioè se stesso, e pertanto la rivelazione si è conclusa con la realizzazione del mistero di Cristo, che ha trovato espressione nel Nuovo Testamento. […] La rivelazione privata (come i messaggi trasmessi dalla Madonna ai tre pastorelli di Fatima, n.d.r.) è un aiuto per questa fede (in Cristo Gesù, n.d.r.)".

"[…] La parola chiave di questo " segreto " è il triplice grido: " Penitenza, Penitenza, Penitenza!". Ci ritorna alla mente l'inizio del Vangelo: " paenitemini et credite evangelio" [Mc 1, 15).

Comprendere i segni del tempo significa: comprendere l'urgenza della penitenza –della conversione- della fede." […] A Suor Lucia "appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella fede, nella speranza e nella carità — tutto il resto intendeva solo portare a questo."

"[…] Vorrei alla fine riprendere ancora un'altra parola chiave del " segreto " divenuta giustamente famosa: "il Mio Cuore Immacolato trionferà ". [...] Il fiat di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo mondo il Salvatore—perché grazie a questo" Sì " Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente; egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto la libertà dell'uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l'ultima parola. Da allora vale la parola: " Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinta il mondo " (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa."

 

SacroCuore/dicembre 2002



   

[Modificato da Caterina63 22/10/2016 10:48]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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25/10/2016 17:02
 
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Resi noti integralmente i diari della veggente Pierina Gilli che ebbe apparizioni mariane e curò se stessa e centinaia di malati con la fede in Maria Rosa Mistica.

di Luciano Garibaldi

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zlbrigrbldCon il titolo «Diari. Le apparizioni di Rosa Mistica a Montichiari & Fontanelle», Riccardo Caniato pubblica con la Ares, di cui è capo redattore, gli scritti – fino ad oggi inediti – di Pierina Gilli, la veggente di Montichiari (Brescia) che per anni e anni, dal 1946 fino alla morte, avvenuta nel 1991, ricevette continuativamente rivelazioni, con apparizioni e messaggi della Vergine (da lei definita Rosa Mistica), di Gesù (che spiegò alla veggente il dogma dell’Assunzione con due anni di anticipo sulla sua proclamazione), di santi come Maria Crocifissa Di Rosa, fondatrice delle bresciane Ancelle della Carità, e i piccoli Giacinta e Francesco Marto, di Fatima. Il libro curato da Riccardo Caniato (già autore di testi di primaria importanza come «Maria alba del Terzo Millennio», «La Madonna si fa la strada», «Medjugorie, paradiso di sola andata», e, con Rosanna Brichetti Messori, «Maria Rosa Mistica Madre della Chiesa»), racconta nel dettaglio la vicenda di Montichiari attraverso la fonte primaria degli scritti finora inediti della Gilli. Ci si focalizza sui due cicli di apparizioni con messaggio pubblico verificatisi nel 1947 nel Duomo di Montichiari (in cui la Madre di Dio chiese preghiere e sacrifici per i Consacrati, mettendo in guardia da una grande crisi che avrebbe colpito la Chiesa) e nel 1966 in campagna, in località Fontanelle, dove la Madonna benedisse, definendola «piccola Lourdes italiana», una sorgente che da allora è effettivamente all’origine di numerose grazie di guarigione fisica e spirituale.

Nella seconda parte del volume si pubblica una serie di documenti inediti firmati dai confessori e direttori spirituali della veggente e da alcuni studiosi – fra cui il biblista monsignor Enrico R. Galbiati, padre Stefano De Fiores e lo stesso curatore del volume – i quali, accostatisi a queste apparizioni in tempi più recenti, spiegano perché a loro giudizio siano da ritenersi autentiche e perché la Chiesa dovrebbe studiarle approfonditamente e con grande urgenza, anche alla luce della devozione a Maria Rosa Mistica, che si è diffusa capillarmente a livello mondiale in un modo misterioso e insieme sorprendente.

Pierina Gilli nacque a Montichiari, in provincia di Brescia,  il 3 agosto 1911, prima di nove figli, da una modesta famiglia contadina.  Crebbe dedita alla famiglia, al lavoro e alla preghiera, sopportando pazientemente i disagi dovuti alla povertà materiale e alla salute cagionevole.  La morte del padre intensificò le sue sofferenze e la costrinse ad entrare nell’orfanotrofio di Montichiari, allora tenuto dalle suore Ancelle della Carità.  Pur avendo ben presto maturato un pensiero di vocazione, il suo desiderio di consacrarsi nell’istituto religioso non poté realizzarsi a causa del suo cagionevole stato di salute. Attorno ai trent’anni, Pierina Gilli divenne protagonista di intense esperienze spirituali legate alla devozione di Maria Rosa Mistica, che oggi è conosciuta in tutto il mondo. Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1946 – al culmine della sofferenza per una gravissima malattia – ­Pierina ebbe la grazia di comprendere in profondità l’esperienza spirituale di suor Maria Crocifissa di Rosa, la beata fondatrice delle suore Ancelle della Carità, e la sua particolare predilezione per i sofferenti. Mediante l’immersione nella spiritualità di Maria Crocifissa di Rosa, Pierina comprese di dover dedicare la propria vita alla Madonna, offrendole in particolare “preghiere, sacrifici e sofferenze” per riparare i peccati di quei religiosi che tradiscono la loro vocazione. Pierina decise così di contribuire alla elevazione dei sacerdoti attraverso la preghiera, il sacrificio e la penitenza.

Perdurando lo stato precario di salute di Pierina, un gruppo di pie persone si interessò per la sua sistemazione ed alla fine fu ospitata presso il Convento delle Suore Francescane del Giglio di Brescia, dove rimase per 19 anni, durante i quali approfondì la propria spiritualità mariana. Fu in quegli anni che Pierina individuò nel sito di Fontanelle un luogo adatto per svilupparvi iniziative di accoglienza e di preghiera per gli ammalati, da dedicare a Maria Rosa Mistica.

Pierina visse nell’umiltà della vita quotidiana, e pur obbedendo sempre alle disposizioni ecclesiastiche, rimase un punto di riferimento per i pellegrini sempre più numerosi che si recavano a Montichiari attratti dalla devozione alla Madonna. Lei li accoglieva nella sua piccola casetta vicino al nuovo ospedale della città, pronta a intercedere in favore delle persone che chiedevano preghiere. A molti diede consolazione, e preparò molti cuori alla conversione. Pierina assistette in particolar modo gli ammalati, e questo per molti anni, fino al 1990, quando, aggravandosi la sua infermità, fu costretta in carrozzella.  Il 12 gennaio 1991, Pierina morì dopo una lunga purificazione del corpo e dello spirito.

Ora, grazie all’iniziativa di Riccardo Caniato e della Casa editrice Ares (http://ares.mi.it/) è possibile approfondire la conoscenza di questa vicenda spirituale che avrà sicuramente positivi sviluppi.


 

POSSA LA MESSA ANTICA FIORIRE NELLA CHIESA!

Omelia di S.E.R. Mons. Alexander K. Sample, Arcivescovo di Portland, per la Festa di Cristo Re

V Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum, Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, Roma, 30 ottobre 2016

"Moralmente e spiritualmente, siamo tutti della diocesi di Portland" (don Claude Barthe nel messaggio di conclusione di #sumpont2016)

***

Sia lodato Gesù Cristo!

Mentre giungiamo al termine di questo splendido pellegrinaggio, durante il quale abbiamo celebrato il motu proprio di Benedetto XVI che ha condotto ad una maggiore disponibilità della celebrazione della Santa Messa nell’usus antiquior, lo facciamo anche oggi nella grande Festa di Cristo Re. Siamo tutti molto grati a Papa Benedetto per la sua amorevole cura nei confronti di chi ama questa antica forma del Rito Romano e preghiamo affinché la sua diffusione abbia un effetto profondo e duraturo sul culto divino celebrato in entrambe le forme.

Celebrando la Festa di Cristo Re, la Santa Madre Chiesa ci ricorda la centralità del mistero di Cristo nelle nostre vite quanto nel nostro culto. Esaltiamo il Nostro Divino Salvatore come il centro di tutta la storia umana e come Colui che ci rivela il vero significato e lo scopo delle nostre vite. È proprio questo il mistero che celebriamo nel Santo Sacrificio della Messa. Rileggiamo ciò che San Paolo ci insegna sulla pienezza di tutto quello che Dio vuole rivelarci nel Suo Figlio Gesù Cristo Nostro Signore e Re.

Gesù Cristo è l’immagine di Dio invisibile. Nel mistero dell’Incarnazione, Iddio Si è pienamente rivelato a noi nel Verbo Incarnato, Suo Figlio Unigenito. Cristo è la manifestazione visibile della misericordia divina nei confronti di noi poveri peccatori. È appropriato ricordarlo in occasione di quest’Anno Giubilare della Misericordia. In Cristo vediamo la misericordia incarnata. Egli è presente in ogni Messa, specialmente nell’offerta del Santo Sacrificio e nella Sua presenza Eucaristica in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Gesù è il primogenito di ogni creatura, presente alla creazione dell’intero universo. Con una splendida trilogia di espressioni San Paolo ci ricorda che tutte le cose sono state create nel Verbo Incarnato, che Egli è precedente a tutte le creature nella Sua eternità e che tutte le cose sono tenute insieme in Lui. Cristo è al centro della volontà creativa di Dio Padre.

Cristo è il Capo del Corpo, che è la Chiesa. La Chiesa è il Corpo mistico di Cristo, la Sua duratura presenza nel mondo creato. Attraverso la Chiesa Cristo continua la Sua presenza redentiva nel mondo. Siamo tutti membri individuali di quel Corpo, come ancora ci ricorda San Paolo; e Cristo Re è il Capo del Suo Corpo mistico, sempre presente tra noi nella Sua Parola, nei sacramenti e nell’assemblea dei fedeli. Cristo non potrà mai essere separato dalla Sua Chiesa anche se alcuni ci proveranno. Noi non possiamo avere Cristo senza la Chiesa, poiché Egli è eternamente ed intimamente unito ad Essa. Noi, come Corpo mistico di Cristo, siamo inseparabilmente uniti al nostro Capo, Cristo Signore. Come tale la Chiesa è il Sacramento universale della salvezza del mondo.

Cristo è il primo anche tra i morti. Ci ha preceduti e tramite la Sua Morte e Resurrezione ha reso possibile la nostra stessa resurrezione dai morti. Dov’è andato Lui noi speriamo un giorno di seguirLo. La Sua Morte è il nostro riscatto dalla morte, la Sua Resurrezione la nostra ascesa a vita nuova.

È il primo e tutta la pienezza abita in lui. Nella Sua Divinità unita per sempre all’umana natura formata nel grembo della Sua Vergine Madre nulla manca. Gesù è la pienezza di ciò che ogni cuore umano desidera. Quello che di buono cerchiamo in questa vita è solo un pallido e sbiadito riflesso della pienezza di bellezza, bontà, gioia e perfezione che risiede in Cristo. Ogni ricerca virtuosa dell’uomo è in fine ricerca di Cristo.

Questo è il Cristo che onoriamo come Re Universale. Ma Nostro Signore ci ricorda che il Suo Regno non è di questo mondo. I discepoli non lo compresero pienamente se non dopo la Resurrezione e la discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. Noi non dobbiamo mai scordarlo. Non viviamo per la completezza e la realizzazione in questo mondo, ma ci sforziamo di renderlo sempre migliore e simile al Regno di Dio. Siamo solo pellegrini di passaggio in questa vita terrena sulla strada verso il Regno di Dio, il Regno dei Cieli. Tutta la nostra vita è preparazione alla pienezza del Regno di Dio.

Questo Regno, ora imperfettamente presente nella Sua Chiesa, è anche Regno di Verità. È Nostro Signore a dirci che il motivo per il quale Egli è nato ed è entrato in questo mondo è la testimonianza della Verità. Tutti coloro che vi appartengono ascoltano e rispondo a questa voce. Questa Verità rivelata da Cristo è la Verità su Dio, su noi stessi creati a Sua immagine e somiglianza e sulla salvezza eterna vinta per noi con la Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Questa è la vita eterna che riconosciamo e viviamo nella Verità.

Il mondo in cui viviamo sembra divenire ogni giorno più secolarizzato e materialista. Non riconosce più una verità che sia eterna e che coinvolga tutti. Papa Benedetto ha coniato la celebre espressione “dittatura del relativismo”: vivere senza l’eterna Verità di Dio è vivere senza Cristo, nell’oscurità, nell’ignoranza, nel dubbio e nella paura. Cristo è venuto a rendere testimonianza alla Verità e a liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e illuminarci con la Buona Novella della Sua misericordia e del Suo amore. Le prima parole del Suo ministero pubblico sono “Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo!”

Siamo trasferiti in questo Regno del Diletto Figlio di Dio partecipando alla redenzione che Egli ha vinto per noi attraverso il Suo Sangue, facendoci ricevere la remissione dei peccati. Come San Paolo ci dice, Cristo ha riconciliato tutte le cose in Sé attraverso il Sangue della Sua Croce. Noi per primi riceviamo la grazia di questa redenzione nel giorno del nostro battesimo, lavati dal peccato originale e santificati dalla grazia di Dio.

Questo mistero della nostra redenzione è anche rinnovato ogni volta che partecipiamo all’offerta del Santo Sacrificio della Messa. Cristo, che ha offerto Sé stesso come Sacerdote e Vittima sull’altare della Croce, si offre ora in modo sacramentale e incruento attraverso il ministero del sacerdote sugli altari delle nostre chiese tutte le volte che viene celebrata la Santa Messa.

Cristo Re governa trionfante sulla morte anche quando pende sulla Croce per la nostra salvezza. Il Suo mistero pasquale, resoci presente nel Sacrificio Eucaristico del Suo Corpo e Sangue, è la fonte della nostra continua santificazione mentre rendiamo Gloria a Dio nel nostro culto.

Questa realtà è poderosamente resa presente in ogni Messa, sia nella forma Ordinaria che in quella Straordinaria del Rito Romano. Ma la Messa tradizionale palesa in modo particolarmente chiaro ed eloquente questa realtà con segni, simboli e parole.

Le preghiere della Forma Straordinaria, i gesti rituali e in modo particolare l’orientamento liturgico del sacerdote all’altare fanno risaltare la natura sacrificale della Messa. Questo è senza dubbio il culto che sacerdote e fedeli offrono a Dio Onnipotente per la Sua Gloria e per la santificazione delle loro anime.

Papa Benedetto ha riconosciuto che la Forma Ordinaria del Rito Romano, almeno come viene celebrata in molti luoghi, ha perso parte della chiarezza e dello splendore. Ha insegnato che non potrà mai esserci una rottura con la Tradizione, ma che l’autentica riforma liturgica deve essere realizzata in chiara continuità con le precedenti tradizioni e forme della Sacra Liturgia. Questo è il motivo per cui ha emanato il motu proprio Summorum Pontificum, precisamente per riconciliare la Chiesa col suo passato.

La speranza di Papa Benedetto era che le due forme del Rito Romano possano e debbano arricchirsi mutualmente così che sia nuovamente possibile un rinnovamento autentico della celebrazione della Santa Messa, denominato riforma della riforma della Sacra Liturgia.

Lo scopo di tale riforma non può essere che di rendere maggiormente visibile la sovranità di Cristo Re mentre Egli Si offre per la nostra salvezza in un mistero che si perpetua in ogni Messa. Possa la Messa Antica fiorire nella Chiesa così che molti possano beneficiare di questa forma del Rito Romano per la maggior Gloria di Cristo Re Nostro Signore. A Lui ogni gloria, lode e onore nei secoli dei secoli! Amen!





 

[Modificato da Caterina63 31/10/2016 20:04]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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08/11/2016 12:59
 
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FOCUS di padre Riccardo Barile O.P.


Papa Francesco a Lund

 



Ferma restando la necessità del dialogo ecumenico, è però importante rendersi conto che non è vero che tra cattolici e luterani ci unisce la fede e ci dividono solo delle interpretazioni teologiche. È vero invece che sui sacramenti, l'Eucarestia, l'approccio alle Scritture, il ministero sacerdotale, la Messa come sacrificio, la Madonna è proprio la fede che ci divide.





Molti e positivi sono stati i commenti sul viaggio ecumenico di Papa Francesco in Svezia (31 ottobre - 1 novembre u.s.) per inaugurare l’anno commemorativo del cinquecentesimo anni-versario della Riforma protestante. La positività è stata ovviamente vista nell’incontrarsi e nel prendere coscienza di un riavvicinamento nonché di un diverso contesto storico che postula un nuovo tipo di rapporto. E di prendere coscienza dell’azione dello Spirito Santo.

In parallelo si sono avute perplessità e critiche sia nei riguardi di Papa Francesco, sia per mar-care le differenze tra cattolicesimo e protestantesimo manifestando il timore di una “prote-stantizzazione” della Chiesa Cattolica, che arrecherebbe seri danni alla medesima.

Mi sembra utile proporre alcune riflessioni di metodo, cioè di “come” leggere i vari testi dell’evento. La considerazione generale è che in questi casi i grandi personaggi - politici o uomini di Chiesa - non affrontano in dettaglio le questioni. Così ad esempio avvenne nel primo dei grandi incontri “dopo il Concilio”, quello di Paolo VI con Atenagora il 25 luglio 1967: i due non discussero né del Filioque né del ruolo dei patriarchi nella struttura ecclesiale. Naturalmente tali questioni c’erano e Atenagora le avvertì, risolvendole con la famosa frase rivolta a Paolo VI e giunta attraverso una tradizione non scritta: «Noi andiamo avanti da soli e mettiamo tutti i teologi in un’isola, che pensino». 

Papa Francesco sembra aver adottato esattamente questa prospettiva: poniamo un gesto ecumenico, simbolico e “profetico”, poi toccherà ai teologi mettere le cose a posto. Ma chi sta su di un’isola e legge la Dichiarazione congiunta, le omelie e gli altri interventi, subito vede ciò che i testi non dicono, cioè vede una filigrana talvolta più decisiva del testo. Ed è proprio per avviare tale metodo di lettura in filigrana - metodo che si basa più sul non detto e sul confronto tra i testi che non sull’analisi dei testi stessi - che propongo cinque suggerimenti o stimoli.

1. I due tavoli. Papa Francesco spesso - non sempre - ha giocato su due tavoli: le parole ai protestanti negli incontri ecumenici e le parole ai cattolici nella Messa allo stadio. Nelle parole ai cattolici, riferendosi alla Riforma, non ha potuto non citare i santi, che «ottengono dei cam-biamenti grazie alla mitezza del cuore», atteggiamento tipico cattolico e lontanissimo dai metodi di Lutero. E naturalmente ha citato la Vergine Maria: «Alla nostra Madre del Cielo, Regina di tutti i Santi, affidiamo le nostre intenzioni e il dialogo per la ricerca della piena comunione di tutti i cristiani, affinché siamo benedetti nei nostri sforzi e raggiungiamo la santità nell’unità», «abbiamo sempre l’aiuto e la compagnia della Vergine Maria, che oggi si presenta a noi come la prima tra i Santi, la prima discepola del Signore. Ci abbandoniamo alla sua protezione e le presentiamo i nostri dolori e le nostre gioie, le paure e le aspirazioni. Tutto poniamo sotto la sua protezione, con la certezza che ci guarda e si prende cura di noi con amore di madre». Nella Dichiarazione congiunta e negli interventi ecumenici manca invece questo accenno. Il che sembra normale, ma il teologo sull’isola vede e legge una questione in filigrana: “E se un giorno si arriverà all’unità e si giocherà su di un solo tavolo, si metterà da parte la Vergine Maria o la si farà accettare?”. E la stessa domanda si estende a tanti altri contenuti che forse, prima di essere “cattolici”, sono semplicemente “cristiani”.

2. La convergenza sull’impegno umano è un punto di forza sottolineato soprattutto nella Dichiarazione congiunta. Impegno che va dall’aiuto ai poveri, al perseguimento della giustizia sociale, all’accoglienza dei migranti sino alla custodia della casa comune. Questa base è solida e può sostenere iniziative tra protestanti e cattolici favorendo l’incontro e l’accettazione vicendevole. Ma il teologo sull’isola si domanda: “È una base definitiva?”. No, perché come Gesù Cristo non operò mai dei miracoli senza relazionarli a un ulteriore itinerario - significativo il cieco nato che, dopo la luce della vista, ricevette la rivelazione di Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te» (Gv 9,37) -, così per il discepolo di Cristo l’impegno umano è aperto a un “oltre” da proporre ai destinatari e questo “oltre” nel caso dei cattolici e dei protestanti è diverso e diviso. Che cosa proporremmo a coloro ai quali andiamo incontro: solo la base comune della lectio divina o anche il sacramento della Penitenza, l’adorazione eucaristica, il Rosario ecc.?

3. L’adozione della categoria di differenze teologiche e culturali ha permesso di ritrovare punti di convergenza verso un’unità più profonda: tra noi ci sono state e ci sono «differenze teologiche», pregiudizi «verso la fede che gli altri professano con un accento e un linguaggio diversi», ma - ieri e oggi - con «una sincera volontà da entrambe le parti di professare e difen-dere la vera fede». Ma il teologo sull’isola sospira: “Come sarebbe bello se fosse così!”. Se la fede fosse la stessa e le differenze fossero solo di teologia o di linguaggio, ognuno si terrebbe le proprie differenze e l’unità sulla fede sarebbe fatta. 
Invece non ci si può limitare a differenze nella teologia: vi sono differenze nella formulazione della fede che intaccano la fede stessa, che arrivano ad un “altro” Gesù Cristo e ad una “altra” Chiesa. Il voler ridurre le differenze a sole differenze di teologia all’interno di un’unica fede è un principio troppo facile che porta a conclusioni errate. Ad esempio di recente un teologo ha ipotizzato una ospitalità eucaristica tra cattolici e luterani partendo dal fatto che la fede di entrambi circa il “Fate questo in memoria di me” è identica, anche se poi sussistono spiegazioni teologiche divergenti: non è vero, quelle spiegazioni teologiche sono una diversa fede e il risultato è che quando si celebra così l’Eucaristia non si fa il “questo” richiesto da Gesù, ma si fa “altro”.

4. Bisogna ripensare e ridire la storia. Nei vari discorsi si nota un eccessivo peso sul tale procedimento, ma il teologo sull’isola si domanda: “La storia può essere necessariamente molto diversa da quella che è stata tramandata?”. C’è una verità della Riforma cattolica che non può essere oscurata. Bisogna poi concedere e non demonizzare che da entrambe le parti un qualche appoggio se non politico per lo meno istituzionale fu inevitabile (lo è ancora oggi). Bisogna tenere conto della necessità di segni di distinzione e di identificazione delle diverse culture, per cui - naturalmente senza eccessi - è naturale che protestanti e cattolici abbiano cercato di distinguersi e molti lo facciano ancora oggi. Bisogna infine usare una qualche tolleranza senza condannare sempre tutti gli eccessi, in quanto in una certa misura sono normali e nessuna riforma è mai perfettamente equilibrata. Ecco: che la storia sia andata così è normale ed è onesto così raccontarla e... proseguirla.

5. I primi padri protestanti e i padri del Concilio di Trento furono degli sprovveduti? A fronte di affermazioni tipo che ciò che ci unisce è più di ciò che ci divide o che Lutero era alla ricerca di un Dio misericordioso e finalmente l’ha scoperto in Gesù Cristo come colui che ci giustifica precedendo la nostra risposta, a fronte di tutto questo così bello ed edificante il teo-logo sull’isola si domanda: “Possibile che i padri del Concilio di Trento fossero così ingenui e sprovveduti da non essersene accorti sino a riscrivere tutto il processo della salvezza cristiana? Possibile che i primi protestanti fossero così in malafede da non accorgersi che Trento parlava quasi come loro? Possibile che solo noi oggi siamo tanto saggi da averlo scoperto?”.

In conclusione, come è stato scritto da diverse parti, i punti di distanza tra cattolici e protestanti sono parecchi e profondi: il sacramento del ministero sacerdotale e per giunta maschile (come Papa Francesco ha ribadito nella conferenza stampa in volo), la Messa come sacrificio, la transustanziazione e il tipo di presenza eucaristica che ne deriva, il numero settenario dei sacramenti, la giustificazione come rinnovamento vero e interiore dell’uomo, l’approccio alle Scritture, la provvidenza di usare un buon sistema filosofico ecc.
L’accettazione di tutto ciò, che prima di essere “cattolico” è “cristiano”, è più ipotizzabile come conversioni personali che come avvicinamento tra le due comunità, fermo restando che l’incontro continua ad avere un suo senso e va perseguito grazie a quanto resta di elementi comuni. Naturalmente ogni progresso deve avvenire non come una vittoria della Chiesa Cattolica, ma come una scoperta della vera salvezza offerta da Gesù Cristo e «questo è (quasi) impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile» (Mt 19,26).


   




Era andato ad Aparecida a chiedere il miracolo della guarigione del fratello, ma non immaginava cosa sarebbe successo a lui

La storia del pellegrino che ha visto il suo cuore trasformarsi man mano che si avvicinava a Maria


Era andato ad Aparecida a chiedere il miracolo della guarigione del fratello, ma non immaginava cosa sarebbe successo a lui


Quel venerdì mattina, il 42enne Paulo Luís ricevette la notizia che il fratello maggiore Wagner, di 50 anni, era ricoverato in terapia intensiva in condizioni gravi. Secondo quanto gli raccontò la cognata, Wagner era in coma dopo un’emorragia cerebrale. In quel momento non c’era altro da fare che pregare. Il sacerdote che conosceva la famiglia si stava già recando in ospedale per dargli l’estrema unzione.

Paulo Luís era disperato. Wagner era il suo eroe. Aveva aiutato ad allevarlo quando era piccolo, lavorando sempre al fianco del padre pieno di vita, allegria e buona disposizione. Era un uomo simpatico, il leader della famiglia. Non poteva morire così all’improvviso, perché avrebbe lasciato una moglie poco più che quarantenne e due figli adolescenti. La situazione era davvero drammatica.

Quando arrivò in ospedale, trovò i familiari più stretti in stato di shock. Il loro sguardo era velato e i sentimenti spaziavano dalla disperazione alla speranza.

Vedendo che in ospedale in quel momento non poteva fare nulla, neanche entrare a vedere il fratello visto le cure mediche a cui era sottoposto, Paulo prese una decisione inaspettata: sarebbe andato in bicicletta al Santuario di Aparecida per chiedere il miracolo della guarigione del fratello.

Il viaggio di oltre 100 chilometri che Paulo iniziò immediatamente non era stato preparato in alcun modo. La bicicletta era vecchia e semplice, non aveva neanche il sistema di marce. Paulo partì con quello che aveva addosso, portando con sé solo il denaro che aveva nel portafogli, sufficiente appena per uno o due caffè e un panino. Non pensò neanche al ritorno, perché non aveva soldi per tornare in autobus e men che meno per rimanere in un hotel ad Aparecida. Il suo unico obiettivo era arrivare davanti all’immagine di Nostra Signora Aparecida e far sì che la sua storia entrasse nella lunga lista di miracoli ottenuti per intercessione della Patrona del Brasile. Pensava solo a Dio, a Maria e alla guarigione di suo fratello.

Vedendo il Santuario di Aparecida profilarsi all'orizzonte, le lacrime che scorsero sul suo viso non erano più di dolore o disperazione, ma di gioia e speranza.
Vedendo il Santuario di Aparecida profilarsi all'orizzonte, le lacrime che scorsero sul suo viso non erano più di dolore o disperazione, ma di gioia e speranza.

 

Percorse i primi 20 chilometri della strada secondaria che attraversava la Valle del Paraíba in direzione di Aparecida in trance. Paulo era in sovrappeso. Se non fosse stato per la partita a calcio settimanale che giocava con gli amici (e organizzata da Wagner), sarebbe stato totalmente sedentario. Non era certo preparato fisicamente, né si poteva considerare un ciclista.

 

Già nella prima metà del viaggio cominciò a sentire una fitta alla schiena, e il sole di ottobre in quella regione del Brasile in cui verso mezzogiorno la temperatura raggiunge i 35 gradi gli sferzava il volto. Dovette fermarsi una prima volta. Accostò la bicicletta, si sedette sul marciapiedi e pianse con il viso nascosto tra le mani.

 

Fu in quel momento che comprese la situazione sorprendente in cui si trovava: non aveva fede, non pregava da molti anni e Dio era un argomento che non faceva più parte della sua vita. Ma allora perché era lì in mezzo al nulla con una bicicletta, poche monete in tasca e diretto al Santuario di Aparecida pregando incessantemente?

 

Da molto tempo era assolutamente solo, con il cuore vuoto. Aveva dimenticato Dio in qualche momento della sua infanzia, perché era l’infanzia che gli veniva in mente mentre piangeva per il fratello.Qualcosa gli si accendeva nel petto, toccandogli l’anima. L’unica cosa che poteva fare era andare avanti, e fu quello che fece.

 

Nella seconda metà del viaggio il corpo non gli obbediva più. I dolori avevano superato il punto che in qualsiasi altra situazione lo avrebbe fatto fermare. Ora Paulo pedalava mortificato dalla stanchezza fisica ed emotiva. Usciva da se stesso verso qualcosa di nuovo, diverso da qualsiasi ricerca di consolazione personale. Continuava a pregare. Non pregava più solo per il fratello in terapia intensiva. La sua preghiera si estendeva a tutti.

 

Nei chilometri finali del viaggio, dopo un’intera giornata trascorsa pedalando, Paulo capì che non era solo. Dio camminava al suo fianco e non lo lasciava senza protezione. Fu questo che sentì nel cuore. Dovette andare al di là di sé, superarsi a livello fisico ed emotivo per trovare quello che era sempre stato al suo fianco.

 

Vedendo il Santuario di Aparecida profilarsi all’orizzonte, le lacrime che gli scorsero sul volto non erano più di dolore o disperazione, ma di speranza e gioia. Suo fratello era guarito, ne era sicuro, e anche Paulo era guarito. Come pellegrino aveva vinto se stesso, aveva superato il proprio egoismo.

 

Ai piedi dell’immagine di Nostra Signora Aparecida non chiese la guarigione, ringraziando solo Dio per il dono della vita, della famiglia, di suo fratello, della bellezza nelle cose più semplici. Quando Paulo uscì dalla basilica, un amico di famiglia lo stava aspettando. Aveva saputo di quel pellegrinaggio improvvisato e aveva deciso di seguire Paulo da lontano in macchina senza che lui se ne rendesse conto. Quell’amico ero io.

 

Quando Paulo andò in ospedale il giorno dopo, suo fratello era uscito dalla terapia intensiva. Wagner, sorprendentemente, era in stanza, in piedi, e guardava fuori dalla finestra. Nello sguardo di entrambi c’era qualcosa di diverso, una profondità e una contemplazione che il tempo non ha mai cancellato. E qualcosa di quell’espressione è rimasta anche nei miei occhi.

 

_____

 

(Questa è una storia vera raccontata ad Aleteia da due fratelli e un loro amico. Vivono in una città della Valle del Paraíba – San Paolo, Brasile – e frequentano la parrocchia del quartiere)

 

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
LEGGI ANCHE: “Gesù mi fece guarire. E ora dedico la mia esistenza a Lui”



LEGGI ANCHE: Le 5 destinazioni cattoliche più visitate al mondo



 


[Modificato da Caterina63 10/11/2016 23:31]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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25/11/2016 16:36
 
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FATIMA E I PAPI

Siamo entrati nel Centenario di Fatima e vogliamo offrirvi una breve raccolta di fatti concreti che videro ben otto Pontefici alle prese con le Apparizioni di Fatima e il suo Messaggio. L'evento già eccezionale in sé, porta ad un'altra eccezione: Lourdes e Fatima sono le uniche Apparizioni che i Papi hanno fatto proprie inserendole all'interno del Magistero ufficiale della Chiesa. Non sottovalutiamo questo aspetto.
Buona meditazione

gloria.tv/video/zPaPFxaRvzva113qhyoYbVbTs

27 novembre Beata Margherita di Savoia

Da non confondere assolutamente con l’omonima regina d’Italia vissuta ben cinque secoli dopo, Margherita di Savoia, grande ed attiva figura femminile nel Piemonte del suo tempo, fautrice di pace e di concordia fra le varie zone della regione, meriterebbe a pieno titolo di essere più conosciuta ed amata....

A lei è legata, seppur indirettamente, anche una profezia su Fatima ben 500 anni prima delle Apparizioni.

leggete e buona meditazione

LA PROFEZIA SU FATIMA (*)

Tornando invece a Margherita ed al suo monastero di clausura, degno di nota è ancora un misterioso avvenimento la cui prova documentaria è stata resa pubblica solo nell’anno 2000: nell’ormai lontano 16 ottobre 1454, circondata da tutte le sue consorelle e dal confessore padre Bellini, agonizzava una suora. Presente anche lei superiora e fondatrice del convento, durante questa triste circostanza si verificò il fatto straordinario di cui recitano così i documenti:

“Avvenne la visione profetica avuta e riferita agli astanti in punto di morte dall’agonizzante Suor Filippina alla quale Nostra Signora Santissima, Santa Caterina da Siena, il Beato Umberto di Savoia e l’Abate Guglielmo di Savoia, predissero avvenimenti prosperi e funesti per la Casa di Savoia, fino ad un tempo futuro imprecisato di terribili guerre, di esilio in Portogallo di un altro Umberto di Savoia e di un mostro proveniente dall’Oriente con grande sofferenza per l’Umanità, mostro che sarà però distrutto da Nostra Signora del Santo Rosario di Fatima se tutti gli esseri umani la invocheranno con grande contrizione”.

La profezia riferita dalla morente Suor Filippina terminava con queste parole: «Satana provocherà una terribile guerra ma alla fina la perderà perché la Vergine Santissima Madre di Dio e del santissimo Rosario di Fatima, più forte di un esercito in ordine di battaglia, lo vincerà per sempre».


Ogni lettore attento ed umile, non sprovveduto, potrà ben scorgere fra queste righe richiami precisi sia ai tragici avvenimenti del XX secolo quanto al messaggio poi trasmesso proprio dalla Madonna nelle apparizioni di Fatima.

il video
gloria.tv/video/V8Crexipgu224avUh7Z6qSe3W

Movimento Domenicano del Rosario
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(*) Per la Profezia suggeriamo il libro di Cristina Siccardi:

"Per la prima volta questo libro mostra la strada per uscire dalla fuorviante lettura del semplice intrigo, che non permette di guardare al centro della questione: la Signora di Fatima parlò della Passione della Chiesa, riconosciuta dallo stesso Benedetto XVI.
Le apparizioni di Fatima vennero annunciate già nel XV secolo in Casa Savoia, le cui profezie sono custodite nell’archivio di un monastero domenicano di Alba (CN). In esse si parla, fra le altre cose, di un certo « mostro d’Horiente, tribulatione dell’Humanità », ovvero il comunismo, « che sarebbe ucciso dalla Madonna del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l’havessero invocata con penitentia grande ».
Attraverso questo serio studio si potrà comprendere come la Madonna di Fatima pianse sulla Chiesa martire dei suoi nemici, ma anche di se stessa, come era già accaduto a La Salette, ma come è anche riportato nel Diario della beata e mistica Elisabetta Canori Mora o nelle parole pronunciate dalla Madonna del Buon Successo a Quito, capitale dell’Ecuador. Allora si comprenderà che la crisi della Chiesa, legata a doppio nodo con le sorti del mondo, troverà la sua risoluzione solo nel ritorno alla purezza della Fede."






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 Tratto dal  libro "I tempi di Maria", di Don Alessandro Maria Minutella.  email: itempidimaria@gmail.com  a cui chiedere il libro. Risultati immagini per I tempi di Maria don Alessandro Minutella

Buona lettura (anche se un po' impegnativa)


"Accecamento, apostasia, scisma e purificazione"

Che cosa, dunque, accadrà? Che cosa dobbiamo attenderci a riguardo dell’atto finale dei «tempi di Maria»? Quale sarà l’esito dello scontro tra la Donna e il serpente?
La presenza di due pontefici, uno dei quali «emerito», rivela una situazione mai accaduta in precedenza. Non è comparabile con altre stagioni storiche, perché Benedetto XVI non ha dichiarato Francesco come antipapa, si è subito reso disponibile all’obbedienza. Neppure la morte di Ratzinger provvederà a sanare una simile anomalia. Questo quadro storico ecclesiale era stato profetizzato dalla beata Caterina Emmerich, nella visione del 13 maggio 1820, e di recente la Madonna di Anguera lo aveva anticipato di qualche anno. Una situazione insolita e pericolosa.

Questa condizione attuale – così confusa e dove le posizioni si radicalizzano sempre di più – è la conseguenza dell’accecamento, che ha colpito la gerarchia cattolica a causa della chiusura di fronte agli appelli della Madonna. Questo accecamento conduce la Chiesa verso un tipo di scelte dottrinali e pastorali non più conformi al vangelo di Cristo, e ciò con maggiore o minore consapevolezza da parte dei singoli vescovi.

Questo cambiamento epocale (in realtà un tradimento senza precedenti), sarà non solo lo sviluppo finale del modernismo, ma perciò stesso – a causa dell’accecamento – condurrà a soluzioni ritenute utili, pastoralmente valide, eppure non secondo lo Spirito di Dio. E nonostante non mancheranno le voci profetiche che, con l’audacia della fede e il sostegno celeste, proveranno a rimarcare che questa via imboccata in modo così entusiastico è piuttosto la strada verso la distruzione della fede cattolica, tali profeti verranno non eliminati fisicamente, ma con l’ausilio dei mass media, saranno ridicolizzati ed emarginati. Si imporrà sempre più in modo aggressivo qualcosa come una Antichiesa, dove il vangelo sarà quello del mondo.

Attraverso questo processo di accecamento, sarà intronizzato il vangelo del mondo, lo spirito cattolico sarà alterato in ragione di un falso ecumenismo, l’eucaristia sarà trasformata in simbolo e la messa in cena conviviale. Sparirà il culto mariano, e dove resisterà sarà perseguitato con violenza. La verità verrà meno, mentre i cuori si raffredderanno sempre di più. La crisi dei sacerdoti diventerà acuta, fino ad un radicale ripensamento, con la dismissione di ogni riferimento ontologico: una mera funzione! Il ministero sacerdotale si ridurrà a qualcosa come una funzione pastorale, incarnata da uomini assai più fruitori dei piaceri del mondo che non i mondani stessi.

Nel frattempo il cattolicesimo scomparirà del tutto in diverse nazioni, e sopravvivrà in qualcosa come una Chiesa liberale e mondana. Le chiese e i conventi, i monasteri e i chiostri, vacanti di vocazioni, saranno trasformati in luoghi di divertimento mondano, e persino in moschee. Un processo inarrestabile, che già sotto gli occhi di tutti, condurrà sempre più verso decisioni stravaganti. Il pensiero cattolico subirà un processo di rivisitazione che non sarà altro che un suo deterioramento. 
Già nella Sacra Scrittura l’accecamento è l’esito dell’indurimento del cuore di fronte al Dio che si rivela. Mancando l’obbedienza della fede, l’uomo rimane ostinato e perde quel lumen fidei, quella luce della fede, che come bussola orienta verso Dio e la Sua volontà.

Suor Lucia di Fatima – occorre ricordarlo ancora una volta – aveva già profetizzato che la mancata obbedienza a Dio, attraverso Maria, avrebbe condotto la Chiesa ad uno smarrimento interno, ad una crisi senza precedenti. La situazione di confusione dottrinale della Chiesa è conseguenza di questa ostinazione. Dio lascia che la gerarchia segua i propri orientamenti, perché non ha voluto ascoltare gli appelli ripetuti del cielo. Proprio come alla maniera dei profeti dell’Antico Testamento che indicavano la via voluta da Dio, mentre i re ne seguivano un’altra, che conduceva puntualmente alla distruzione.

Certo, né Rue du Bac, né Fatima, né Medjugorje, né Civitavecchia, e così via, sono Rivelazione pubblica. Si può decidere di non crederci. Ma un conto è lo statuto delle rivelazioni private della Vergine, un altro il tema dei «tempi di Maria» che, soprattutto con Fatima, sono qualcosa di più che una semplice apparizione. Hanno una portata salvifica per la Chiesa. Un appello da ascoltare. Pena l’accecamento. 

Non sarà questa condizione di smarrimento un segno inequivocabile di quella «prova finale», con l’avvento dell’impostura anticristica, di cui parla il Catechismo della Chiesa cattolica ai numeri 675-677?
In una Chiesa, governata da pastori accecati, Dio permetterà l’apostasia della verità. E questo è il secondo drammatico sviluppo. L’accecamento condurrà all’apostasia. Perché un magistero non più conforme alla sana dottrina verrà accolto dalla stragrande maggioranza dei fedeli, con un entusiasmo senza precedenti.

L’Antichiesa configurerà se stessa come la vera comunità credente, quella che finalmente torna al passo con lo spirito mondano, dopo un arretramento ritenuto cronico, un passo stanco di una Chiesa che era indietro di duecento anni. Verrà stravolto il dizionario cattolico. Tutto sarà accolto come novità proficua, ma ciò che ancora rimarrà di cattolico romano dovrà essere alterato e casomai eliminato. L’apostasia sarà l’attacco che il drago rosso di Apocalisse sferrerà con tutto il suo livore. Veicolato con un’abilità comunicativa, con un’agenda piena di priorità, con un manifesto in favore del mondo, con una mano tesa verso tutti, senza chiedere più conversione e senza più accentuare il tema del peccato, l’alfabeto modernista alla fine invaderà san Pietro. Sarà issato il vessillo della menzogna e della contraffazione. I metodi saranno altrettanto spietati. Perché mentre i tanti guardiani della fede da leoni si trasformeranno (come dice la mistica Teresa Neumann) in asini, la regia occulta di tale trasformazione del cattolicesimo in grande impostura punterà su coloro che, in pochi e sempre più isolati, continueranno strenuamente a difendere lo spirito cattolico.

Dio permette tutto questo perché si compia la Scrittura, nei testi che riguardano i tempi ultimi. Come Gesù, di fronte allo smarrimento degli apostoli e delle folle, più volte dichiarava che la passione e la croce dovevano accadere perché si compisse il disegno del Padre, e come Egli sulla croce, prima di spirare, dice: «è compiuto», proprio per indicare un piano divino che doveva passare dal dolore e dalla morte per la redenzione del mondo, così sarà per la Chiesa. Essa continuerà a sopravvivere in un piccolo resto, ma conoscerà la condanna, il dolore, la croce e il martirio.

Il trauma più forte che si dovrà sostenere sarà allora quello dello scisma interno. Mentre da un lato l’Antichiesa, capeggiata dal falso profeta, mostrerà la sua forza, con l’alleanza dei poteri forti e occulti del mondo, la vera Chiesa, catacombale e cenacolare, dovrà resistere in una posizione di grande prova.
Sarà l’insieme di quelle anime elette da Dio, quella generazione tanto invidiata dai grandi santi (se si pensa che santa Teresina provava persino gelosia verso i cristiani dell’ultimo tempo, e san Pio da Pietrelcina commosso li esaltava come eroi della fede).

Essi dovranno sostenere il discredito pubblico di fronte al mondo e l’odio intestino nella Chiesa, perché il falso profeta esibirà – come accolito dell’Anticristo – tutta la sua astuzia nel farli passare come uomini disobbedienti. Dovranno interrogarsi: come rimanere ancora dentro una falsa Chiesa? E imploreranno Dio di intervenire. Ma dovranno fare alla fine una scelta, che Dio stesso prevedeva. Non saranno accompagnati da grandi prodigi e segni eclatanti (come i santi di ogni epoca), perché la loro santità consisterà tutta in questo, di resistere a oltranza, anche a costo della vita, nell’avanzare della falsa Chiesa.
E saranno additati come folli e insensati dal mondo e come pazzi psicopatici dall’Antichiesa. Il mondo e l’Antichiesa si daranno convegno per uno storico, quanto occulto piano per sovvertire lo spirito cattolico. E insieme, come Erode e Pilato, condanneranno alla gogna mediatica, alla macchina del fango, il partito di coloro che non si lasceranno marchiare la mano e la fronte dal sigillo infame della bestia.

Il piccolo resto cattolico sarà protetto direttamente da Maria, e avanzerà nel modus evangelico della piccolezza, nonostante il violento discredito dell’establishment dell’Antichiesa, capeggiata dal falso profeta. Piccoli, umili, nascosti, unicamente appoggiati su Dio e il vangelo, sostenuti dall’Eucaristia (che soltanto essi continueranno ad adorare in ginocchio come Presenza reale, mentre l’Antichiesa rimarrà ostinatamente in piedi, in attesa di renderla semplicemente un Simbolo), sembrerà di vederli come la prima generazione cristiana, quella assediata da Nerone e dall’impero romano. E tra di essi dovrà sorgere il diretto anta-gonista del falso profeta.
Un minore, il più piccolo tra gli apostoli di Maria, che – come Davide contro Golia – fronteggerà l’ira del falso profeta. Vincendo con le armi di Dio contro le armi del mondo in possesso del falso profeta. E con il diretto sostegno di Maria e dell’arcangelo Michele.

Questo «minore», il profeta di Maria, avanzerà sin da bambino in mezzo a incredibili ostacoli. Il demonio, fiutandone il rischio, cercherà di farlo più volte fuori, e lo assedierà di continuo, procurandogli dolori e tormenti incessanti. Dio lo permette, perché forgiato nel dolore, sappia esser pronto all’antagonismo finale. Anzi, Dio, per prendersi gioco del falso profeta, provvederà a farlo pervenire dalla periferia della Chiesa, dal ceto povero e umile, ma con una sapienza spirituale e teologica che saprà smascherare le trame del falso profeta. Il carisma del «minore» di Maria sarà prorompente sin da piccolo, eppure come impedito a manifestarsi pienamente, finché non giungerà l’ora dello scontro.

Il minore e il falso profeta si scontreranno, ma non frontalmente. Perché Dio ha in vista qualcosa di impensabile. Lascerà che la trilogia demoniaca, quella del falso profeta, della bestia nera e dell’anticristo, si conflagri da se stessa. In particolare, per la resistenza eroica e imprevista dei veri cattolici, incoraggiati dal «minore», la bestia nera sentenzierà, indispettita, il fallimento del falso profeta, perché – sebbene all’apparenza sembrasse accelerare la distruzione dello spirito cattolico – in realtà non avrà saputo attuare la tanto sospirata riforma dello spirito cattolico.

Dio permetterà anche questo, che gli esordi del falso profeta siano clamorosi, almeno quanto il suo declino. Sarà la stessa bestia nera, che lo aveva prescelto, a divorare il falso profeta. Lo scontro che precederà la caduta del falso profeta, sarà di tipo teologico, non fisico, diciamo pure spirituale, a distanza. I due antagonisti, a parte incontri di tipo convenzionale (solo agli inizi, peraltro), per il resto non si incroceranno. Eppure il «minore» di Maria, rappresentato dalla resistenza eroica dello spirito cattolico, turberà di continuo i sogni del falso profeta.

All’imponente macchina di propaganda, di cui disporrà il falso profeta, il «minore» di Maria risponderà con strumenti piccoli e umanamente inefficaci. E se il mondo intero non farà che incensare il falso profeta, del «minore» di Maria, Dio permetterà che il suo carisma sia rivelato solo quando lo scontro sarà pervenuto alla fase decisiva. E ancora Dio lascerà che il popolo di Maria – quello della resistenza cattolica – possa individua-re il prescelto, il «minore», mediante un segno, fra tutti apparentemente il più irrilevante, e che invece sarà quello decisivo: la corona del rosario sempre tra le mani. Solo demarcando questo abisso tra la vera Chiesa e l’Antichiesa, il profeta di Maria si inoltrerà apparentemente inoffensivo nella battaglia, discreditato dalla periferia da cui proviene, e ritenuto fuori di testa. Solo allora, con la forza della predicazione, quella che nella prima Pentecoste, spinse Pietro e gli apostoli, ad uscire dal Cenacolo, infuocati di Spirito, il «minore» annuncerà la seconda Pentecoste.

E la sua parola, la sua voce, il suo volto, il suo sorriso, saranno il sostegno della vera Chiesa. 
Ed allora arriverà la purificazione. Attraverso la condanna da parte dell’Antichiesa, i santi degli ultimi tempi, con la loro obbedienza al vangelo della croce, saranno esposti al pubblico ludibrio. La Chiesa, vivente in essi, vivrà il suo Venerdì Santo. Sarà cancellata ogni traccia di cattolicesimo, in vista di una Antichiesa che può anche essere chiamata Superchiesa. Solo si udrà, nel mondo intero, la voce metallica, sebbene suadente per i più, del falso profeta che, di fronte allo stupore dei propri sostenitori, terrà una marcia talmente rapida, da anticipare di molto le tappe previste dall’agenda anticattolica. Una marcia tuttavia, come si è detto, verso l’autoconsunzione.

 


E’ ufficiale: Papa Francesco si recherà il prossimo anno in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Fátima, in occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria. Lo rende noto della Sala Stampa vaticana. Accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica e dei Vescovi portoghesi, il Papa sarà a Fatima dal 12 al 13 maggio 2017.

Papa Francesco desidera visitare il santuario portoghese di Fatima nel maggio 2017 per commemorare il centenario delle apparizioni della Vergine. Lo aveva confermato la scorsa settimana anche i il vescovo ausiliare di Lisbona, monsignor Nuno Brás. Parlando a “Ecclesia”, l’agenzia della Conferenza episcopale portoghese, il religoso ha detto che Bergoglio avrebbe confermato la sua intenzione di recarsi a Fatima il prossimo anno proprio domenica scorsa in piazza San Pietro, al margine del Giubileo dei catechisti. “Credo che possiamo dare per certo che, se non sarà ostacolato da una malattia o da un imprevisto, il Papa verrà a Fatima”, ha detto il vescovo ausiliare di Lisbona. Francesco, pertanto, sarebbe il quarto Pontefice a visitare il Portogallo, dopo Paolo VI (1967), san Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000) e Benedetto XVI (2010).

Le apparizioni della Madonna iniziate il 13 maggio 1917 al cospetto di tre giovani pastorelli della località Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla cittadina portoghese di Fatima, sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa cattolica nel 1930, la quale ne autorizzò il culto proclamandone il carattere soprannaturale.

01-93

Il Santo Padre sa qualcosa che noi ignoriamo?

Alla fine di aprile è stato confermato che Papa Francesco si recherà a Fatima per il 100° anniversario delle apparizioni mariane, e si è detto che approfitterà di quell’occasione per canonizzare i due veggenti più giovani, Jacinta e Francisco Marto.

In occasione della festa di Nostra Signora di Fatima (il 13 maggio), l’immagine originale della Vergine è stata venerata dal Santo Padre in Vaticano. Qual è la comprensione di Papa Francesco del messaggio di Fatima, e perché la Madonna di Fatima sembra tanto importante per lui, come del resto lo è stata per i suoi due predecessori?

I sorprendenti eventi avvenuti a Fatima nel maggio 1917 hanno avuto luogo mentre il mondo si immergeva nel XX secolo – un secolo che avrebbe visto due guerre mondiali, genocidi su vasta scala, l’invenzione della bomba atomica e la rapida affermazione di tecnologie che avrebbero trasformato il mondo e la razza umana.

La visita del Papa a Fatima e la sua celebrazione dei giorni scorsi portano avanti il suo interesse e il suo coinvolgimento nei confronti degli eventi della località portoghese. Il suo pontificato è stato consacrato a Nostra Signora di Fatima il 13 maggio 2013 dal cardinale di Lisbona. Durante la cerimonia, il porporato ha pregato perché a Papa Francesco fosse dato “il dono del discernimento su come identificare le vie di rinnovamento per la Chiesa”. Ha anche pregato che il Santo Padre fosse protetto “nelle difficili ore della sofferenza, in modo da poter superare, nella carità, le prove che il rinnovamento della Chiesa gli presenterà”. Ciò è stato seguito cinque mesi dopo dalla consacrazione da parte di Papa Francesco del mondo a Nostra Signora di Fatima il 13 ottobre 2013.

Papa Francesco, Fatima e la fine del mondo

La devozione del pontefice a Nostra Signora di Fatima indica un legame storico e significativo del pontificato con le profezie di FatimaGiovanni Paolo II ha visitato Fatima tre volte, nel 2000 ha beatificato Jacinta e Francisco ed è stato anche responsabile dell’affidamento del Terzo Millennio al Cuore Immacolato di Maria di fronte alla statua della Madonna domenica 8 ottobre 2000, quando più di 1.400 vescovi erano presenti per la Messa del Giubileo.

Anche Papa Benedetto XVI ha sostenuto con vigore Fatima e ha visitato il santuario nel maggio 2010, quando tra le altre cose ha detto: “Ci sbaglieremmo se pensassimo che la missione profetica di Fatima sia conclusa”.  

Nella famosa visione di Papa Leone XIII, Satana ha affermato che se avesse avuto cent’anni avrebbe distrutto la Chiesa. È interessante notare che la data era il 13 ottobre 1884. Emergono due “date di Fatima”. Il tentato omicidio di papa Giovanni Paolo II ha avuto luogo il 13 maggio 1981. Papa Francesco ha consacrato il mondo a Nostra Signora di Fatima il 13 ottobre 2013. Le apparizioni sono iniziate il 13 maggio 1917 e sono terminate con il miracolo del sole il 13 ottobre dello stesso anno.

Questi memorabili segni del cielo indicano l’inizio del secolo in cui Satana cercava di distruggere la Chiesa? Se è così, ci stiamo avvicinando alla fine dei tempi? Questo rende la visita del Papa a Fatima nel 2017 più importante di una semplice celebrazione per un centenario?

Papa Francesco, Fatima e la fine del mondo

Quando ha celebrato la consacrazione a Nostra Signora di Fatima nell’ottobre 2013Papa Francesco ha affermato: “La sua statua, venuta da Fatima, ci aiuta a sentire la sua presenza in mezzo a noi. C’è una realtà: Maria sempre ci porta a Gesù… Alla misericordia di Dio, lo sappiamo, nulla è impossibile! Anche i nodi più intricati si sciolgono con la sua grazia. E Maria, che con il suo ‘sì’ ha aperto la porta a Dio per sciogliere il nodo dell’antica disobbedienza, è la madre che con pazienza e tenerezza ci porta a Dio perché Egli sciolga i nodi della nostra anima con la sua misericordia di Padre”.  

Come i suoi due predecessori, questo papa sembra profondamente consapevole non solo della battaglia spirituale con Satana, ma anche della possibilità che il tempo sia breve. Contemplando “la fine del mondo”, dobbiamo chiederci cosa significhi.   Sicuramente non possiamo escludere qualche terribile catastrofe che potrebbe gettare il mondo nel caos, ma c’è un altro senso in cui la nostra razza umana sta raggiungendo un punto finale perché stiamo distruggendo noi stessi.   Stiamo distruggendo le nostre comunità attraverso guerra, violenza e terrorismo. Stiamo distruggendo le nostre famiglie attraverso la contraccezione, la sterilizzazione, l’aborto e il divorzio. Stiamo distruggendo la nostra purezza e il nostro potere attraverso pornografia, omosessualità, promiscuità, lussuria e rabbia.

Papa Francesco, Fatima e la fine del mondo

Stiamo distruggendo la nostra società con avidità, materialismo, indifferenza nei confronti dei poveri, calpestando le vedove, gli orfani, i senzatetto e gli affamati. Stiamo distruggendo il nostro ambiente con il sovrasviluppo e l’inquinamento. In molti modi, stiamo provocando noi stessi la fine del nostro mondo, e la Beata Madre guarda tutto questo con il cuore spezzato di una madre.   In mezzo al caos assassino, la Beata Vergine Maria ci mostra il cuore compassionevole di suo Figlio. Ella ci porta alla Divina Misericordia. Guarda questa umanità spezzata e pazza – una razza che va verso la distruzione – e dice con il cuore di una madre “Tornate a casa!”  

Questo spiega anche il messaggio e il metodo del Papa. Egli guarda al mondo con pietà, non con biasimo. Vuole raggiungere chi ha il cuore spezzato, chi è amareggiato e chi è legato dal peccato e offrire il perdono e la misericordia di Dio – come il padre e la madre dal cuore spezzato guardano ai propri figli ribelli.   

Il pontefice ha accolto la statua di Fatima in Vaticano qualche giorno fa, ha consacrato il mondo alla Madonna due anni fa e progetta una visita a Fatima nel 2017. Sa qualcosa che noi ignoriamo? C’è una crisi incombente che ci porterà in qualche modo a un punto di svolta? Ha chiesto alla Beata Vergine di pregare e di intercedere per la nostra razza povera, problematica, pazza e suicida con particolare urgenza?   Non vogliamo speculare sul futuro, ma metterci nelle mani di Dio con la massima fiducia. Il messaggio di Fatima è guardare, aspettare, pregare e fare riparazione per i peccati, e guardare sempre con speranza piena di aspettativa al buon futuro che Dio ha in serbo.  


 Di Padre Dwight Longenecker per Aleteia Padre Dwight Longenecker è parroco di Nostra Signora del Rosario a Greenville (South Carolina, Stati Uniti). Il suo sito web è dwightlongenecker.com.


 

 

[Modificato da Caterina63 19/12/2016 13:55]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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PROSPETTO DELLA RACCOLTA



 
INTRODUZIONE  

TEMPO DI AVVENTO  
     1. Maria Vergine figlia eletta della stirpe d'Israele

     2. Maria Vergine nell'annunciazione del Signore
     3. Visitazione della beata Vergine Maria

TEMPO DI NATALE  
     4. Maria Vergine madre di Dio

     5. Maria Vergine madre del Salvatore
     6. Maria Vergine nell'epifania del Signore
     7. Maria Vergine nella presentazione del Signore
     8. Santa Maria di Nazaret
     9. Santa Maria di Cana
 
TEMPO DI QUARESIMA  
     10. Maria discepola del Signore

     11. Maria Vergine presso la croce del Signore (I)
     12. Maria Vergine presso la croce del Signore (II)
     13. Affidamento della beata Vergine Maria
     14. Maria Vergine madre di riconciliazione

TEMPO DI PASQUA  
     15. Santa Maria nella risurrezione del Signore

     16. Maria Vergine fonte di luce e di vita
     17. Maria Vergine del Cenacolo
     18. Maria Vergine regina degli Apostoli

TEMPO ORDINARIO  
Prima sezione
Questa sezione comprende undici formulari per celebrare la memoria della Madre di Dio, sotto i titoli tratti prevalentemente dalla Scrittura ed esprimenti il nesso Maria-Chiesa.

     19. Santa Maria madre del Signore

     20. Maria Vergine donna nuova
     21. Santo Nome di Maria
     22. Maria Vergine serva del Signore
     23. Maria Vergine tempio del Signore
     24. Maria Vergine sede della Sapienza
     25. Maria Vergine immagine e madre della Chiesa (I)
     26. Maria Vergine immagine e madre della Chiesa (II)
     27. Maria Vergine immagine e madre della Chiesa (III)
     28. Cuore immacolato della beata Vergine Maria
     29. Maria Vergine regina dell'universo

Seconda sezione
Questa sezione presenta nove formulari per venerare la memoria della Madre del Signore, sotto i  titoli che  esprimono la sua cooperazione  nel  promuovere la vita spirituale dei fedeli.


     30. Maria Vergine madre e mediatrice di grazia
     31. Maria Vergine fonte della salvezza
     32. Maria Vergine madre e maestra spirituale
     33. Maria Vergine madre del buon consiglio
     34. Maria Vergine causa della nostra gioia
     35. Maria Vergine sostegno e difesa della nostra fede
     36. Maria Vergine madre del bell'amore
     37. Maria Vergine madre della santa speranza
     38. Maria Vergine madre dell'unità

Terza sezione
Questa sezione propone otto formulari per la celebrazione della memoria della santa Vergine Maria, sotto i titoli che manifestano la sua misericordiosa intercessione a favore dei fedeli.


     39. Maria Vergine regina e madre della misericordia
     40. Maria Vergine madre della divina provvidenza
     41. Maria Vergine madre della consolazione
     42. Maria Vergine aiuto dei cristiani
     43. Maria Vergine della mercede
     44. Maria Vergine salute degli infermi
     45. Maria Vergine regina della pace
     46. Santa Maria porta, del cielo 

IMMAGINI  
Raccolta immagini della B.V.M.

 

 

Indice Generale Messe della BVM


   



ITINERARI DI FEDE
 

Nel 38 dc a Roma, nei pressi di una foresteria per militari scaturì dal pavimento una polla d'olio. Lo strano fenomeno fu ripreso dal popolo cristiano che nell'olio vide un chiaro riferimento al Cristo, l'Unto del Signore. Oggi al suo posto c'è Santa Maria in Trastevere, la chiesa mariana più antica della Capitale, insieme a Santa Maria Maggiore. 

di Margherita del Castillo


Risultati immagini per chiesa Santa Maria Trastevere

Correva l'anno 38 a.C. quando a Roma, nei pressi di una taberna meritoria, una sorta di foresteria per militari veterani, scaturì dal pavimento una polla d'olio che defluì, per un giorno intero, fino al corso del fiume Tevere. Lo strano fenomeno fu considerato premonitore di un evento prodigioso e interpretato dagli ebrei come segno dell'imminente venuta del Messia. Questa credenza fu ripresa dal popolo cristiano che nell'olio vide un chiaro riferimento al Cristo, l'Unto del Signore. Al posto della taverna si costruì, dapprima, una domus eccelsiae, un'abitazione privata in parte destinata a celebrazioni religiose, e, in seguito, una vera e propria chiesa. Fu Papa Callisto I, nel III secolo, l’artefice del primitivo oratorio, portato a termine, un secolo più tardi, dal pontefice Giulio I. La basilica di Santa Maria in Trastevere si contende, perciò, con Santa Maria Maggiore, il titolo di  luogo di culto mariano più antico di Roma. Il punto in cui sgorgò l'olio, identificato con la scritta "fons olei", si può, ancora oggi, vedere sopra un gradino dell’attuale presbiterio.

Innocenzo II, nel XII secolo, ricostruì l’intero edificio, utilizzando, per lo più, marmo e travertino provenienti dalle Terme di Caracalla. A lui, e ai suoi successori, si deve il ricco apparato musivo che rende splendida questa chiesa. Sulla facciata, una Vergine materna, raffigurata seduta su di un trono mentre allatta il Suo Bambino, è affiancata da due piccole figure di donatori, non identificati, e da due teorie di Sante recanti in mano una lampada accesa che allude, forse, all’olio qui fuoriuscito miracolosamente. Questi mosaici sono datati al XIII secolo, mentre fu all’inizio del Settecento che l’architetto Carlo Fontana, e il suo committente Clemente XI, sistemarono il portico con le cinque arcate e la balaustra soprastante.

L’impianto basilicale interno ha tre navate, separate da colonne di granito egizio architravate, un pavimento cosmatesco in marmi policromi e un seicentesco soffitto a lacunari del Domenichino che mostra al centro un dipinto su rame dell’Assunta. Il mosaico di tessere di pasta vitrea del catino absidale raffigura l’Incoronazione della Vergine tra Santi, sotto cui due file di sei pecore per lato, simbolo degli Apostoli, escono, rispettivamente, da Betlemme e da Gerusalemme per convergere verso l’Agnus Dei. Questi splendidi mosaici risalgono al XII secolo e precedono il ciclo mariano che si sviluppa in sei riquadri sulle pareti accanto all’abside.
L’artefice, Pietro Cavallini, pittore romano del XIII secolo, affronta il mistero dell’Incarnazione di Gesù nel grembo di Maria, a partire dalla Natività della Vergine  e proseguendo con l’Annunciazione, la Nascita di Gesù, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Dormitio Virginis. Le figure, delineate con magistrale utilizzo del chiaroscuro, si muovono sullo sfondo di architetture assonometriche che accentuano la verosimiglianza dello spazio e della scena.

Nella cappella fatta erigere dal Cardinale Altemps tra il 1584 e il 1585 si venera un’icona, forse risalente all’VIII secolo, considerata acherotipa, ovvero non dipinta da mani umane. E’ la Madonna della Clemenza, in trono, vestita da Regina, che, affiancata da due angeli, ci offre il Bambino seduto sulle Sue ginocchia.






 

Un californiano come tanti: genitori divorziati, il non senso di vivere, la droga, l'alcool e i pensieri suicidi. Finché non gli capita in mano un libro: dedicato alle apparizioni mariane. Oggi Padre Donald Calloway ha sconfitto i demoni della disperazione grazie alla Madonna che lo ha condotto all'Incontro con Cristo. E da missionario dell'Immacolata concezione può parlare al mondo di che cosa è la Misericordia di Dio. 

di Benedetta Frigerio

L’inizio della storia di quest’uomo è la stessa di centinaia di ragazzi di una generazione, la nostra, ferita da famiglie distrutte, dall’ignoranza su Dio, dalla mancanza di un senso per cui dare la vita e quindi di fuga da essa in divertimenti sempre più autodistruttivi. Una generazione così diseducata che a volte ci pare ormai persa, irrecuperabile. Eppure c’è qualcosa che va oltre il buon senso con cui giustamente si guarda a questi giovani, che non elimina il giudizio ma lo completa superando la rassegnazione e lasciando spazio a una speranza costruttiva.

Donald cresce senza che gli manchi alcun bene materiale, ma il fatto che la madre abbia divorziato per ben due volte e che non gli sia stato comunicato alcun ideale per cui sacrificarsi lo porta alla ribellione e alla fuga nei piaceri per anestetizzare la sua sete di senso. Cresciuto in California dall’età di 13 anni comincia a frequentare compagnie pericolose, dove circola la droga e si fa largo la delinquenza, fino a portarlo all’arresto. Il tentativo di tappare il vuoto che lo spaventa con la trasgressione ripetuta lo conduce alla disperazione, per cui comincia a maturare pensieri suicidi. Ma quando Donald Calloway è nel pieno dell’adolescenza, la sua famiglia decide di traslocare in Giappone per motivi di lavoro. Il giovane reagisce malissimo alla notizia della partenza e una volta emigrato cerca anche lì coetanei convinti che la ribellione sia l’unica modalità di vivere degnamente. Subito viene in contatto con la mafia giapponese: “Ero un piccolo giovane caucasico, perciò potevano riempire il mio zaino di droga e di soldi da portare in diversi casinò della grande isola di Honshu, quella principale del Giappone”, ha raccontato in una testimonianza che gira in rete. Ma scoperto dalle autorità locali e ricercato dal governo giapponese e da quello americano, viene espulso dal paese “con due militari che mi avevano legato mani e piedi”. Messo in un centro di recupero per ragazzi problematici fu poi rilasciato per ritornare negli Stati Uniti.

Per dimenticare nuovamente la disperazione in cui si sentiva ormai irreversibilmente intrappolato, Donald comincia a bere e a drogarsi continuamente, in modo da non essere mai pienamente sobrio, scacciando così, come da sempre, la domanda di senso che fin da piccolo riemerge nel suo cuore. Nel frattempo sua madre “divenne cattolica, come gli ricordo spesso per merito mio”. Infatti, esasperata dal figlio e dal suo passato di fallimenti matrimoniali la donna cerca un appiglio “e Dio le aveva riposto lavorando nel suo cuore e poi conducendola nella Chiesa cattolica”. La sua vita cambia radicalmente, al centro ci sono la preghiera incessante e i sacramenti ricevuti assiduamente, fra cui la Messa, “a cui mi diceva di partecipare, ma di cui ovviamente non mi interessava nulla”, ha continuato Donald. La donna, però, non si arrende e continua ad implorare il miracolo pregando senza sosta e scoraggiamento per quel figlio apparentemente spacciato.

Finché una sera Donald, preso dal terrore e da pensieri suicidi continui, non sapendo più che fare afferra meccanicamente un libro dagli scaffali di casa. “Era un libro sulle apparizioni mariane e fui rapito dalla descrizione di questa donna che non conoscevo nemmeno, la bellezza più bella che avessi mai visto, era unica, mi pareva così speciale, divorai il libro”. Donald ha chiarito che il volume “parlava di una bellissima donna di nome Maria, che era la madre di Gesù e che era bellissima, così bella che faceva piangere i bimbi piccoli che cadevano alle sue ginocchia rapiti dalla sua femminilità e dal suo amore. Fui affascinato”.

Il giorno successivo il giovane cerca di dire alla madre quanto accaduto ma, privo della terminologia religiosa, fatica a spiegarsi. La donna chiama quindi alcuni amici preti per cercare di capire cosa sia successo. Ma essendo le 6 di mattina nessuno risponde. Imbarazzato Donald le chiede se non c’è li vicino c’è “una…una, penso si chiami cappella”. Sgranando gli occhi la madre annuisce, lo fissa e risponde: “Sì, Donnie. Corriamo”. Giunti sul posto un sacerdote invita il giovane a partecipare alla Messa, dopodiché gli regala un dipinto con raffigurata l’immagine del Gesù misericordioso: “Ero scioccato perché non mi guardava come se volesse punirmi. Ma il suo era un gesto di benedizione. Cominciai a piangere. Capii che ero amato e che ero voluto da Dio”.

Così il giovane comincia a leggere altri libri sulla Madonna: “Crebbi nella relazione con lei e mi portò, come fa sempre, a Gesù. E così sono passato per la “divina disintossicazione”, come la chiamo io e Maria mi ha portato nella Chiesa cattolica”. Non solo, perché Donald è poi diventato padre Donald: “La purezza di Maria mi ha condotto a una vocazione di verginità, al sacerdozio” e “la sua femminilità mi è servita per farmi ritrovare la mia mascolinità, la Madonna mi ha reso un uomo. La devozione a lei non è per le donne appena. Anzi. Ho poi scoperto che tanti santi dicevano lo stesso, che l’uomo è reso tale da una donna come Maria. Lei ci cambia attraverso la preghiera”.  

Ora che è sacerdote dell’Immacolata concezione, padre Donald spesso viaggia per dare testimonianza e spiegare che “sono un prodotto della divina misericordia. Ho fatto così tante cose orribili, ho ferito così tante persone, eppure c’è misericordia anche per uno come me. E se questo è vero, e lo è, allora in tutto il mondo c’è un oceano di misericordia che ci attende. Gesù ti ama ed è venuto per te. Dio è follemente innamorato di te e cerca la tua amicizia. Arde per il tuo cuore. Daglielo”.

Come già la vicenda di santa Monica e sant’Agostino dimostra, davvero nulla è impossibile a Dio quando le nostre preghiere gli vengono presentate da sua madre Maria. Che supera anche le richieste fatte. Perché i Rosari recitati per Donald da sua madre, dopo essere stata salvata lei stessa, hanno non solo convertito un figlio che pareva perso, ma lo hanno reso un grande testimone della potenza di Dio per tutto il mondo.

   






[Modificato da Caterina63 02/01/2017 11:07]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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09/01/2017 13:30
 
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PER FARE I PRIMI 5 SABATI DEL MESE

Nel centenario di una delle più importanti apparizioni mariane della storia della Chiesa, prendiamo sul serio la pratica dei primi 5 sabati del mese, richiesti proprio dalla Vergine di Fatima in riparazione ai peccati contro il Suo Figlio Gesù, contro l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, contro il suo Cuore Immacolato.

Cari Amici, nel Centenario di Fatima non possiamo e non vogliamo sottovalutare l’appello materno di Maria che vuole vederci tutti salvi.

La Nostra Mamma ha escogitato un sistema davvero semplice e alla portata di tutti: il Santo Rosario, ma anche un impegno mensile atto ad aiutarci a non farci sbandare troppo in questa “valle di lacrime”.

Ricordiamo che queste devozioni e queste pie pratiche non sono obbligatorie, non sono dogmi ma…. se un medico ci svelasse la medicina per salvaguardare il corpo da ogni malattia, non ascolteremo di più chi ci affidasse la medicina per salvare l’anima?

Nei due pdf che vi offriamo (vedete in basso e scaricateli), ci sono le cosiddette “pagelle”, due immagini che potrete stampare, o tenere come sfondo del vostro PC, e che vi aiuteranno a mantenere il passo, mese dopo mese, all’impegno che vorrete assumere.

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Che cosa sono questi “primi Sabati del mese”?

La Madonna apparendo a Fatima disse a Lucia: “Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.

Suor Lucia disse poi che ogni battezzato dovrebbe far proprio questo appello di Maria.

Nel segreto del 13 luglio 1917, la Madonna aveva detto:

«verrò a chiedere…. la comunione riparatrice nei primi sabati».

È questa la grande Promessa del Cuore di Maria.

Queste le Condizioni per ottenerla:

1 – Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessione si dimentica di fare tale intenzione, può formularla nella confessione seguente.

2 – Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa intenzione della confessione.

3 – La Comunione deve essere fatta nel primo sabato mese.

4 – La Confessione e la Comunione devono ripetersi per cinque mesi consecutivi senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo.

5 – Recitare la corona del Rosario, almeno la terza parte (ossia cinque Misteri) con la stessa intenzione della confessione.

6 – Meditazione, per un quarto d’ora fare compagnia alla

Santissima Vergine meditando sui misteri del Rosario.

Noi consigliamo di cominciare il primo sabato del mese di febbraio per concludere, questo ciclo, nel mese di giugno dedicato ai Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria. Inoltre, per chi volesse poi ripetere la pia pratica, la potrebbe iniziare ad agosto e così terminare la seconda nel mese di dicembre dedicato al Natale di N.S. Gesù Cristo e alla Immacolata Concezione.

Poi, ovviamente, ognuno può iniziare quando vuole. Tenete solo a mente che se si salta un mese si deve ricominciare…. perciò, prima si incomincia più probabilità si hanno di portare a frutto la pia devozione.

Alcune domande ricorrenti

– Perché dovrei fare questa pratica, non basta il Rosario quotidiano?

Non c’è nessun obbligo né per la recita del Rosario quotidiano, e neppure per queste devozioni. Questi atti sono un dono che Maria ci ha fatto per aiutarci e accompagnarci, quotidianamente, in questo nostro pellegrinaggio. Tuttavia è ovvio: colui che ama davvero Maria, farà di tutto per assecondarLa in ciò che ci chiede per la nostra salvezza. Chi ama Gesù, farà di tutto per fare tutto ciò che Lui ci chiede, il Rosario e queste devozioni sono un aiuto per questi nostri impegni di discepoli del Cristo. Nessuno giudicherà mai chi non farà queste pie pratiche, ognuno risponderà a Dio personalmente delle proprie scelte.

– Se non faccio questa pratica, mi salverò lo stesso?

La salvezza è un dono gratuito di Dio che dipende, principalmente, da Dio stesso. Da soli non potremo mai salvarci! Tuttavia Dio non è…. un distributore di bibite, o uno che agitando una bacchetta magica, ci risolve i problemi che derivano, per altro, dalle nostre colpe, infedeltà e responsabilità. Con l’Incarnazione divina e il “Fiat”, il Sì di Maria Santissima, Dio ha voluto coinvolgerci in prima persona, come si è lasciato coinvolgere Egli stesso in prima persona. Perciò, laddove è ovvio che la salvezza non viene dai nostri meriti, è anche vero che Dio ama vederci coinvolti nel Suo Progetto di salvezza per noi. Non possiamo rispondere con un “sì, o un no”, perché ognuno conosce la propria situazione. Le devozioni sono però quel sostegno all’anima, come le vitamine e gli integratori lo sono per il corpo. Infine lo vediamo in Famiglia: se un genitore, la mamma, ci chiedesse un favore, ci chiedesse di fare qualcosa, non lo faremo per lei anche se ciò ci costasse qualche sacrificio?

– Ma non sembrano un tantino superate queste cose?

Ma vedi! Tante volte ci lamentiamo con Dio perché, diciamo, “non ascolta le mie preghiere”…. Da quando in qua è superato chiedere un favore al genitore, al superiore, al datore di lavoro o ad un amico? E ci lamentiamo pure perché non ci concede quello che vogliamo noi! L’Apostolo ci aveva già ammonito in questo: “Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?” (Gc.4,1-7) La Vergine Santa ci ha offerto un rimedio per superare questi ostacoli, ci ha donato il Suo Rosario e le pie pratiche che sono state sempre affidate ai Santi i quali le hanno poi divulgate quali mezzi “sicuri e certi” per ottenere i favori da Dio. L’apostolo Giacomo che abbiamo citato, dice ancora nello stesso brano: “Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice: Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia…”. Ora, queste pie pratiche sono un vero esercizio per la nostra anima, per sottomettere l’orgoglio e la superbia, e per esercitare in noi tutte le virtù, soprattutto l’umiltà che non è semplicemente una virtù, è assai di più. Nessuno è obbligato a fare queste devozioni, ma non esistono altri mezzi per fortificare l’anima e vincere le tentazioni, non esistono altre “vitamine” per l’anima.

– Io sapevo che i Sacramenti, quali la Confessione e l’Eucaristia, ricevuti in stato di grazia e con pentimento, bastano a salvarci… non è così? Perché la Madonna ci viene a complicare le cose?

Intanto la Vergine Santissima non viene mai per complicarci le cose, al contrario, Ella è sempre presente come una Mamma saggia e prudente, amorevole, rivelandoci piuttosto i desideri del Figlio Gesù perché, è bene sottolinearlo, la Madre non viene a noi all’insaputa del Figlio,  e tutto ciò che ha detto e fa, lo ha fatto e lo fa nel Nome del Figlio e quale Suo desiderio. Maria riflette su di noi non solo un mare infinito di Grazie che provengono dal Figlio, ma anche l’identità del Suo Figlio Gesù con tutti i Suoi desideri di salvezza che sono, per altro, contenuti già nelle Sacre Scritture. Queste pratiche, dunque, non sostituiscono i Sacramenti, al contrario, ci preparano a ben riceverli. Queste pie pratiche predispongono le anime nostre ad una santa confessione, a desiderare e rimanere in stato di Grazia. Facciamo un esempio pratico. Siamo invitati ad una festa importante, come ci prepareremo? Non penseremo forse a tutte le opportunità per sistemare il corpo, i capelli, gli abiti, persino i profumi? Ecco, leggendo il Vangelo il regno dei Cieli è simile ad un banchetto nuziale in Matteo 22,1-14 e in Luca 14,16-24. La prima riflessione da fare riguarda la figura del re che “fece un banchetto di nozze per suo figlio”. Un re esigente, che vuole ad ogni costo che la sala del banchetto sia piena di invitati e che tutti indossino l’abito di nozze. Se, sulle prime, giudichiamo il re come un uomo orgoglioso e pure esigente, a ben rifletterci arriviamo invece a comprendere che il re (immagine di Dio Padre che manda il Figlio Suo sulla terra a farsi uomo, sposando così l’umanità intera) è immagine di Dio, esigentissimo nel senso che vuole fare degli esseri umani uno stuolo immenso di Suoi figli santi e che pertanto li vuole il più possibile simili a Gesù. Gesù stesso dice: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste…” (Mt.5,48), è una parola! Chi potrebbe mai dire di se stesso di essere “perfetto” come il Padre? Gesù è il modello da seguire e la Madre ci offre le opportunità, i rimedi, per raggiungere la meta. Quindi non viene a complicare le cose, ma piuttosto a semplificarle. Certo, ci sono dei sacrifici da fare, ma quanti sacrifici facciamo spesse volte per cose mondane? All’anima da salvare, all’amore gratuito a Gesù e alla Sua Madre, ci pensiamo davvero?

– Ma le rivelazioni private non sono dogmi, non si è obbligati a fare queste cose!

Lo abbiamo spiegato sopra: nessuno ha mai parlato di obbligo, neppure la Vergine Santa ai tre Pastorelli ha mai parlato di obbligo. Neppure Gesù nei Vangeli parla di obbligo e tuttavia è chiaro che, se vogliamo raggiungere la meta (vuoi tu?), come spiegherà San Paolo nell’esempio dell’atleta: “deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta…” (Eb.12,1-2); “dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù….” (Filip.3,12-14), è ovvio che qualcosa dobbiamo fare. Sempre San Paolo lo spiega con l’esempio più significativo: “Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato…” (1Cor.9,24-27). L’esempio paolino è validissimo anche per noi oggi. Pensiamo alle Olimpiadi, ai tornei calcistici, alle coppe del mondo e quant’altro di simile. Non c’è l’obbligo per lo spettatore di seguire i campionati, ma se si sente uno “sportivo” non perderà un solo incontro e sarà pronto a fare ogni sacrificio per non perdere le partite. Così l’atleta, farà di tutto per salire sul podio, sacrificandosi per giorni interi, nessuno lo obbliga, ma se vuole vincere deve fare dei sacrifici. Noi vogliamo dirci “cristiani”, ma quando si tratta poi di devozioni si storce il naso e si cercano tutte le giustificazioni più stravaganti per omettere i sacrifici da farsi, con la pretesa poi di vincere lo stesso e magari di salire sul podio più alto….. Svegliamoci allora e cerchiamo di essere sinceri con noi stessi: “Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.” (1Tim.6,12). La Vergine Santa, possiamo dire in questo caso, è il nostro allenatore… ma per vincere dobbiamo ascoltare i Suoi suggerimenti, le proposte, le pratiche che ci offre.

Ave Maria.


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VI RICORDIAMO LA NOSTRA SEZIONE DEDICATA ALLA PREGHIERA.
   



Il 13 maggio 2017 sarà il 100° anniversario delle apparizioni mariane a Fatima, in Portogallo. Per tutto il secolo scorso, individui di ogni parte del mondo hanno sviluppato delle teorie per decifrare il messaggio nascosto dei tre “segreti” di Fatima, ma suor Lucia disse che l’interpretazione apparteneva non al veggente ma alla Chiesa. Spetta alla Chiesa interpretare i vari segni e simboli di Nostra Signora di Fatima per offrire ai fedeli una chiara guida nella comprensione di ciò che Dio vuole rivelarci.

madonna-di-fatima

La Chiesa ha fatto esattamente questo nel 2000, quando l’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scrisse un lungo commento-interpretazione a livello teologico del famoso “terzo segreto”. Il cardinale venne incaricato di chiarire i segni e i simboli che si rinvenivano nelle visioni della Madonna, e fece alcune scoperte straordinarie.

Ecco cinque rivelazioni sorprendenti che si rinvengono nel “terzo segreto” di Nostra Signora di Fatima come interpretato dal cardinale Ratzinger (ora papa emerito Benedetto XVI).

Penitenza, penitenza, penitenza!

1. “La parola chiave di questo « segreto » è il triplice grido: « Penitenza, Penitenza, Penitenza! ». Ci ritorna alla mente l’inizio del Vangelo: « paenitemini et credite evangelio » (Mc 1, 15). Comprendere i segni del tempo significa: comprendere l’urgenza della penitenza – della conversione – della fede. Questa è la risposta giusta al momento storico, che è caratterizzato da grandi pericoli, i quali verranno delineati nelle immagini successive”

Il messaggio centrale di Nostra Signora di Fatima era “Penitenza”. Ha cercato di ricordare al mondo la necessità di allontanarsi dal male e di riparare ai danni provocati dai nostri peccati. Questa è la “chiave” per comprendere il resto del “segreto”. Tutto gira intorno alla necessità di penitenza.

Abbiamo forgiato la spada di fuoco

2. “L’angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell’Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come pura fantasia: l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco. La visione mostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione — lo splendore della Madre di Dio, e, proveniente in un certo modo da questo, l’appello alla penitenza”

Questa parte dell’apparizione tende ad essere la più angosciante. Sembra che Dio possa distruggerci tutti con una “spada di fuoco”. Il cardinale Ratzinger, però, sottolinea che la “spada di fuoco” sarebbe qualcosa che creiamo noi (come la bomba atomica) in opposizione a qualsiasi fuoco che scenda dal cielo. La buona notizia è che la visione afferma che la spada di fuoco si estingue a contatto con lo splendore della Madonna, in collegamento con la chiamata alla penitenza. La Vergine ha l’ultima parola e il suo splendore può fermare qualsiasi cataclisma.

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Il futuro non è scolpito nella pietra

3. “Viene sottolineata l’importanza della libertà dell’uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva… Il senso della visione… è… quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene”.

Contrariamente alla convinzione popolare, le intense visioni offerte da Nostra Signora di Fatima non sono una previsione di quello che accadrà. Sono una previsione di quello che potrebbe succedere se non risponderemo all’appello alla penitenza e alla conversione del cuore che la Madonna ci ha rivolto. Abbiamo ancora il nostro libero arbitrio, e siamo esortati a usarlo per il bene di tutta l’umanità.

Il sangue dei martiri è seme della Chiesa

4.“La conclusione del « segreto »… è una visione consolante, che vuole rendere permeabile alla potenza risanatrice di Dio una storia di sangue e lacrime. Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il sangue dei martiri e irrigano così le anime, che si avvicinano a Dio… Come dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa, così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura della Chiesa. La visione della terza parte del « segreto », così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con una immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo”

È vero che la visione contiene molta sofferenza, ma non è invano. La Chiesa può dover soffrire molto negli anni a venire, e questo può non essere una sorpresa. La Chiesa ha vissuto la persecuzione fin dalla crocifissione, e la nostra sofferenza nell’epoca attuale produrrà effetti positivi solo in futuro.

Abbiate coraggio. Io ho vinto il mondo

5. “‘« Il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Che cosa significa? Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie… Il maligno ha potere in questo mondo… egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma… la libertà per il male non ha più l’ultima parola. Da allora vale la parola: « Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo » (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa”

Per concludere, il “segreto” di Fatima ci dà speranza in questo mondo lacerato dall’odio, dall’egoismo e dalla guerra. Satana non trionferà, e i suoi piani malvagi verranno ostacolati dal Cuore Immacolato di Maria. Ci potrà essere sofferenza nel prossimo futuro, ma se ci aggrappiamo a Gesù e a Sua Madre usciremo vittoriosi.





[Modificato da Caterina63 19/01/2017 23:31]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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  9 ottobre 1958: muore Eugenio Maria Pacelli 

 di SERGIO GASPARI smm

Pio XII: il "Papa della Madonna di Fatima"
   

«Costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa».
  

Cinquant’anni fa, il 9 ottobre 1958, nella residenza estiva di Castelgandolfo moriva Pio XII (Eugenio Maria Pacelli, 1876-1958), pontefice dal 1939 al 1958, detto, per antonomasia, il "Papa della Madonna". Il Pastore supremo che scomunicò nel 1949 i comunisti atei, ma che si era adoperato indefessamente per l’assistenza alle vittime della seconda guerra mondiale, che già preconizzava della futura Europa unita: «Tecnicamente gigante, spiritualmente atrofizzata», il Papa che avviò le prime riforme liturgiche effettuate poi dal Vaticano II (1962-65).

Nel Battesimo, al nome di Eugenio, veniva aggiunto quello di Maria. Giovane diciottenne, il 13 dicembre 1894, si iscriveva nella Congregazione mariana dei Gesuiti in Roma. Celebrava la sua prima Messa dinanzi alla "Salus Populi romani" di Santa Maria Maggiore (3 aprile 1899). Il suo primo discorso da sacerdote fu sulla Vergine. Veniva consacrato vescovo il giorno stesso in cui a Fatima appariva la Madonna (13 maggio 1917). La sua elevazione a cardinale fu annunciata la vigilia dell’Immacolata (7 dicembre 1929). Eletto Papa il 2 marzo 1939, nello stringere tra le mani il timone della nave di Pietro, affidava il suo pontificato a Maria "Stella del mare". Si ammalò la prima domenica di ottobre (5 ottobre 1958), festa della Madonna del rosario; spirava, con il rosario in mano, il 9 ottobre.

«De Maria numquam satis»

Il secolo XX è stato definito il "secolo di Maria". Ma per taluni si è rivelato piuttosto l’èra delle «esuberanze della devozione mariana», culminate con il pontificato di Pio XII. Però egli è il Pontefice più citato dal Vaticano II, concilio non certo incline al facile e superficiale devozionalismo. Per cui dobbiamo asserire: Pacelli è stato Papa mariano perché cristocentrico. Ben consapevole dell’adagio: De Maria numquam satis, egli costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana, solida e profonda, con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa. Ecco come delineava la consacrazione a Maria, sicuro mezzo di unione a Cristo. Il 21 luglio 1947, nel discorso tenuto ai pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di Louis Marie Grignion de Montfort, affermava: «L’autore del Trattato della vera devozione a Maria Vergine distingue con pochi tratti questa autentica devozione da una falsa devozione più o meno superstiziosa... La vera devozione, quella della tradizione, quella della Chiesa, quella, diremo Noi, del buon senso cristiano e cattolico, tende essenzialmente all’unione con Gesù, sotto la guida di Maria. La forma e la pratica di questa devozione possono variare a seconda del tempo, dei luoghi e delle inclinazioni personali. Nei limiti della dottrina sana e sicura, dell’ortodossia e della dignità del culto, la Chiesa lascia ai suoi figli un giusto margine di libertà».

E nel 1958, ancora ai Monfortani, puntualizzava: «I missionari della Compagnia di Maria sono stati chiamati a guidare le anime a nostro Signore per mezzo della Santissima Vergine, nello spirito della devozione speciale che il Fondatore possedeva in alto grado».

Condurre gli uomini a Cristo

Parlando dell’Eucaristia e della Vergine, Pio XII ricordava: «Maria non ha altro desiderio che di condurre gli uomini a Cristo, di introdurli nel cuore del mistero della redenzione che è l’Eucaristia». Egli, che nel 1953 aveva approvato una riforma del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria, risalente al sec. X, e che ogni anno raccomandava il mese mariano di maggio, il 26 aprile 1958 ribadiva: «L’essenza della devozione a Maria consiste in primo luogo... in un sentimento filiale, che cerca di contraccambiare in qualche modo il suo amore di madre. Ma la venerazione non sarebbe sincera, la confidenza non sarebbe veramente profonda e l’amore non andrebbe oltre il sentimento e le parole, se l’anima che si dice devota di Maria, non si studiasse di imitarne le virtù, di ritrarne in sé la vita».

Nell’atto di consacrazione della Chiesa e di tutto il genere umano al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), Pacelli non faceva alcun accenno alla lettera di suor Lucia di Fatima, che raccomandava, secondo le parole della Vergine, tale consacrazione, ma in primo luogo erano i fondamenti teologici a indurre il Pontefice a quel gesto consacratorio.

Il magistero mariano

Il magistero mariano di Pacelli è sterminato. Cerchiamo di ricordarne i principali eventi.

1 Consacrazione del mondo. Aderendo alla supplica dell’Episcopato portoghese, nel 25mo delle apparizioni della Madonna a Fatima e 25mo della sua consacrazione episcopale, in piena guerra, Pio XII ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), invocandola "Rifugio del genere umano" e affidando alla sua protezione materna il mondo intero. Questa consacrazione, da un evidente risvolto politico e sociale, affondava le sue radici nel dogma dell’Immacolata, anche se aveva ricevuto un forte impulso dai messaggi di Fatima. Lo stesso Papa ha consacrato alla Madonna la Russia (1952) e la Spagna (1954). Sotto il suo pontificato si è avuta la consacrazione alla Vergine di intere nazioni, come il Venezuela nel 1952.

2 Definizione del dogma dell’Assunta (1950). Come già aveva fatto il beato Pio IX per il dogma dell’Immacolata Concezione, Pio XII chiese a tutto l’Episcopato cattolico mediante l’enciclica Deiparae Virginis (1° maggio 1946) se riteneva opportuna la definizione dell’Assunta (il movimento a favore, nei primi due decenni del 1900 aveva raccolto 8.036.393 firme). Avuta risposta affermativa, il Papa il 1° novembre 1950 (anno giubilare), con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, proclamò il dogma dell’Assunzione con la formula: «Pronunziamo, dichiariamo e definiamo che l’Immacolata sempre Vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste, in anima e corpo».

3 Il posto di Maria madre nel Corpo mistico di Cristo. Pio XII ha precisato il posto della Vergine nel Corpo mistico di Cristo. Nell’epilogo dell’enciclica Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943) affermava: Maria «offrì Gesù all’Eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del suo materno amore come no-vella Eva, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla miseranda prevaricazione di lui». Altrove presentava la Madre associata al Figlio in tutta l’opera redentrice: «Come Madre e Ministra al Re dei martiri nell’opera ineffabile dell’umana redenzione, gli è sempre associata con un potere quasi immenso nella distribuzione delle grazie» (cf L’Osservatore Romano, 19 maggio 1946). E nella Munificentissimus Deus ribadiva: Maria è «unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte».

Così Pio XII ha esplicitato la maternità universale di Maria. Nella Mystici Corporis Christi scriveva: «Per il Corpo mistico di Cristo, nato dal cuore aperto del nostro Salvatore, (Maria) ebbe quella stessa materna sollecitudine e premurosa carità, con la quale nella culla ristorò e nutrì del suo latte il bambino Gesù». Però, secondo autorevoli testimonianze, egli non era convinto dell’opportunità di definire Maria "mediatrice di tutte le grazie", come recitano i testi della festa liturgica, definizione invece richiesta e promossa dal card. Desiré Mercier (+1926). La dottrina della mediazione è riemersa durante il Concilio. Difatti la definibilità dogmatica è stata richiesta da ben 300 vescovi, ma un prestigioso padre conciliare il 20 giugno 1962 dichiarò: «La proposta di un nuovo titolo, specie quello di Mediatrice da accordarsi a Maria Santissima, mi parrebbe inopportuna e anche dannosa». Il Vaticano II comunque ha precisato la dottrina della mediazione mariana nella Lumen gentium n. 60.

Immagine della "Salus Populi romani".
Immagine della "Salus Populi romani".

4 Anno mariano. Il primo Anno mariano (1954) è stato indetto da Pio XII con l’enciclica Fulgens corona (8 settembre 1953), a coronamento del primo centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Fu solennemente inaugurato dal Pontefice stesso l’8 dicembre 1953 in Santa Maria Maggiore e simultaneamente in tutte le diocesi cattoliche del mondo. Le manifestazioni spettacolari di quell’anno furono coronate da un vero rinnovamento spirituale. Anno ricco anche di iniziative culturali, sociali e caritative. Fu chiuso in San Pietro il 1° novembre 1954 dal Pontefice, con l’incoronazione della Vergine "Salus Populi romani" e l’istituzione della festa di Maria Regina.

5 Istituzione della festa di Maria Regina (1° novembre 1954). L’11 ottobre 1954 Pio XII pubblicò l’enciclica Ad caeli Reginam, contenente le motivazioni storico-teologiche della nuova festa liturgica di Maria Regina, da celebrarsi il 31 maggio (spostata dal 1969 al 22 agosto). Nel Prologo Pacelli dichiarava: «Non si tratta di una nuova verità proposta al popolo cristiano», quanto di una verità antica, per una festa nuova. Il patriarca di Venezia card. Angelo Roncalli, pur dichiarando la propria conformità alle decisioni del supremo magistero della Chiesa, esprimeva le sue perplessità circa la proclamazione e la festa della regalità di Maria, per timore di un pregiudizio all’unità della Chiesa.

6 Festa del Cuore Immacolato di Maria. Il 4 marzo 1944 Pio XII estese alla Chiesa universale la festa del Cuore Immacolato di Maria, assegnandola al 22 agosto, ottava dell’Assunta. Memoria oggi celebrata il giorno successivo al Sacro Cuore di Gesù. Anche in questa festa si avverte il richiamo di Fatima.

7 Il rosario compendio del Vangelo. Pio XII nel 1946 presentava il rosario come il «compendio di tutto quanto il Vangelo (stupenda definizione, ripresa da Paolo VI nella Marialis cultus n. 42), meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza», precisando nell’enciclica sul rosario Ingruentium malorum del 1951: «Benché non ci sia un unico modo di pregare per conseguire questo aiuto, tuttavia noi stimiamo che il santo Rosario sia il mezzo più conveniente ed efficace. Non esitiamo ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza che Noi riponiamo nel santo Rosario per risanare i mali che affliggono i nostri tempi».

Beata Vergine Assunta di Castellero (Corneliano d'Alba, Cuneo).
Beata Vergine Assunta di Castellero (Corneliano d’Alba, Cuneo).

Rilievi conclusivi

Pio XII è il Papa dell’èra mariana, per la sua devozione alla Madonna, o non è anzitutto il Pastore supremo che si è fatto teologo della Vergine? Egli resta il Pontefice che, nel preparare dottrinalmente l’avvento del Vaticano II, filialmente presenta Maria madre spirituale dei credenti. Il seguente testo conciliare (citato da Paolo VI nella Marialis cultus n. 20), è debitore a Pio XII: la beata Vergine «serbò fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla Croce, dove... soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, consentendo amorosamente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Gesù morente in Croce fu data come Madre al discepolo» (LG 58, che cita la Mystici Corporis Christi pacelliana).

Pio XII è il Papa della Vergine assunta alla gloria celeste in anima e corpo, dove ella è esaltata quale Madre degli uomini e Regina dell’universo (LG 59). Sulla sua scia luminosa, il cap. VIII della Lumen gentium elaborerà la sua dottrina mariologica.

Sergio Gaspari smm





  si veda e si ascolti anche: Profetico avvertimento di don Minutella per il 2017. Bisogna resistere nella preghiera.

https://gloria.tv/video/GKiaXVrB7WiT4zPwZ1QU4zjTh










LA CHIUSURA DEL PROCESSO DIOCESANO
 

Il 13 febbraio la cerimonia solenne di chiusura del processo diocesano di beatificazione della terza veggente di Fatima. Raccolte 11mila lettere scritte o ricevute da Suor Lucia de Jesus ed esaminati diversi miracoli attribuiti alla sua intercessione su cui dovrà ora concentrarsi la seconda fase del processo. 

di Andrea Zambrano
Suor Lucia de Jesus

Suor Lucia presto beata: la data è quella del 13 febbraio prossimo e coinciderà con la chiusura del processo diocesano che chiuderà la prima delle due fasi del processo canonico. Dopo quella data la causa per dichiarare Beata l'ultima veggente di Fatima approderà a Roma dove sarà al vaglio della Congregazione per le cause dei santi. 

Lo riferisce l'agenzia Ecclesia Portugal che ha citato l'annuncio del giornae diocesano di Coimbra nel cui territorio è morta a 98 nel 2005 suor Lucia de Jesus. Il processo si era aperto, grazie a una dispensa pontificia che consentiva di bypassare i canonici cinque anni dalla morte, il 30 aprile 2008 per decisione del vescovo di Coimbra Albino Cleto.

La messa solenne di chiusura del processo di beatificazione e presentazione del cosiddetto libello supplice per i cardinali della Congregaizone verrà effettuata il 13 febbraio nella chiesa del Carmelo di Santa Teresa a Coimbra. 

Parlando con l'agenzia Ecclesia la vice postulatrice ha affermato che il processo docesano ha comportato la raccolta e lo studio di una vastissima documentazione della religiosa. Un lavoro che ha richiesto tempo e ha provocato alcuni ritardi rispetto al ruolino di marcia delineato.

«E' stata una sfida - ha detto suor Angelo Coelho - perché suor Lucia meritava uno studio molto approfondito e rigoroso non solo per la questione storica, ma anche per l'aspetto spirituale della sua vita. Credo - ha proseguito la vice postulatrice della causa dal 2014 - che sia stato indispensabile studiare attentamente la mole di documenti che abbiamo».

Suor Angela Coelho è stata anche la postulatrice della causa di canonizzazione dei due pastorelli veggenti Gacinta e Francisco Marto, i due fratelli che, insieme alla giovane Lucia e secondo le testimonianze riconosciute dalla Chiesa, hanno assistito alle apparizioni della Vergine Maria nella Cova da Iria, tra il 17 maggio 1917 e il 17 ottobre di quello stesso anno.

Secondo la vice postulatrice il processo di beatificazione deve tenere conto che «siamo di fronte ad una donna che ha vissuto 98 anni e che ha potuto comunicare con Papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II, con cardinali, vescovi e molte altre persone». Inoltre Lucia ha scritto a consorelle di altri ordini religiosi e a migliaia e migliaia di persone che ancora oggi ci stanno fornendo le risposte alle lettere che inviava, tanto che abbiamo contato una mole di missive che consta di 11mila lettere».

Dopo le apparizioni, suor Lucia visse 57 anni la sua vita come cermelitana e ora è sepolta nella Basilica di Nostra Signora del Rosario a Fatima.

Ai vescovi diocesani, nel corso del processo, è toccato anche di investigare sulle virtù in vita e sulla sua fama di santità, ma anche sui numerosi miracoli attribuiti e sull'attuale culto espresso da migliaia di fedeli cattolici che ogni anno si recano sul suo sepolcro.

La seconda tappa del processo consisterà nell'esame dei miracoli attribuiti all'intercessione della "venerabile". Se uno di questi miracoli dovesse essere considerato autentico secondo le formule disposte dalla Congregazione, la venrrabile suor Lucia potrà essere proclamata beata e degna del culto locale, tipico dei beati, anche se la portata per la Cristianità del messaggio di Fatima difficilmente potranno relegare in un ambito strettamente locale la devozione per la veggente. Se poi, dopo l'eventuale beatificazione, dovesse verififcarsi un altro miracolo accertato, allora la terza veggente di Fatima potrà essere proclama santa e indicata per il culto universale. 

Ma un primo passo, con la chiusura del processo diocesano, è stato fatto. Proprio nell'anno fatimita in cui si celebrano i cento anni delle apparizioni. 


   



[Modificato da Caterina63 15/01/2017 12:24]
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28/01/2017 09:59
 
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 Nei link che seguono vi offriamo una serie di vite dei Santi che si celebrano in Febbraio con altri video di stampo apologetico, storico, devozionale ed ecclesiale....

Fatima, dice il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha un messaggio che è sempre attuale perché parla della nostra salvezza, della nostra conversione, della vera speranza: "Maria ti confida un segreto" per salvarti. Afferma il cardinale Sarah «abbiamo più o meno cancellato o vietato dal nostro linguaggio» la parola conversione, penitenza, preghiera, parole che «corrispondono a realtà spirituali che sono essenziali» ed «ineluttabili»  per un cattolico.

Ascoltiamo ora - clicca qui - dalle parole del cardinale Prefetto.

28 gennaio San Tommaso d'Aquino

3 febbraio Beati Martiri Domenicani Saviglianesi

4 febbraio Santa Caterina de Ricci

12 febbraio beato Reginaldo d'Orleans domenicano

 

13 febbraio beato Giordano di Sassonia domenicano

2 Febbraio Presentazione e Candelora


11 febbraio  Beata Vergine di Lourdes: Le parole di Bernadette

Lourdes un messaggio perenne

 

Onora tuo padre e tua madre e avrai la vita

18 febbraio Beato Angelico

 

16 febbraio Beato Nicola Paglia

 

Fr Leopoldo elemosiniere delle Tre Ave Maria


La Misericordia in San Liguori

Eucaristia Carità di Dio di S. Alfonso de Liguori

Trattato della vera devozione a Maria (1)

Seconda meditazione dal Trattato a Maria del Montfort (2)

Terza meditazione dal Trattato di Montfort (3)

Quarta meditazione dal Trattato del Montfort il Cuore di Maria (4)


Maria Mater Ecclesiae tra magistero e devozione

Giovanni Paolo II spiega San Michele e la battaglia contro il Demonio

Giovanni Paolo II difende la vita il matrimonio cristiano la famiglia uomo donna

Cantico di Paolo agli Efesini spiegato da Benedetto XVI

Cristo Re spiegato da Benedetto XVI

Fatima e i Papi

I Sommi Pontefici Domenicani

Bambinello in Aracoeli tra storia e devozione


Breve storia della Medaglia Miracolosa

Coroncina della Medaglia Miracolosa

Anni speciali del Rosario e della Eucaristia

   Karaoke Gesù mio le dure funi adatto per la Quaresima e la Via Crucis
Un canto meraviglioso della più autentica devozione popolare, adatto per cominciare bene la Quaresima e per organizzare una santa Via Crucis.


Karaoke Magnificat


22 febbraio Cattedra di Pietro: Benedetto XVI spiega il Primato Petrino ai tempi di Pietro (1)

Benedetto XVI spiega: rigenerati, eredità e custoditi nella fede (2)

 

Le Ceneri storia e devozione

Anno della Fede il Digiuno nella Tradizione della Chiesa

 

Benedetto XVI Motu Proprio De Caritate Ministranda

 

Annus Fidei Gli Angeli nel Compendio e nel Magistero

 

Annus Fidei Padre Pio Rosario Anime del Purgatorio

 

Benedetto XVI Preghiera per la Vita nascente

Tributo ai Papi nella difesa della vita e della fede in Cristo

Papa Francesco Maria che scioglie i nodi


Benedetto XVI parla di San Domenico di Guzman

Benedetto XVI spiega il Segno della Croce

Benedetto XVI suggerisce la Bibbia per le vacanze

San Tommaso Moro il politico che scelse Dio al re

Haurietis Aquas Pio XII sulla Devozione al Sacro Cuore di Gesù e di Maria

Benedetto XVI spiega i Misteri del Rosario ai bambini e ai giovani


Benedetto XVI grande lectio su Dio e la Chiesa Sinodo 2012 (1)

Benedetto XVI grande lectio su Dio e la Chiesa Sinodo 2012 (2)

La Coroncina alla Divina Misericordia cantata

 



    


ITINERARI DI FEDE
 

Santa Maria sopra Minerva, a Roma, non lontano dal Pantheon, sorge sulle rovine di tre templi, uno dedicato a Minerva, l'altro a Iside e il terzo a Serapide. Raro esempio di architettura gotica romana, finanziata da papa Bonifacio VIII alla fine del XIII Secolo, è nota per gli affreschi raffiguranti San Tommaso d'Aquino.

di Margherita Del Castillo
Santa Maria sopra Minerva

Già nell’antica Roma l’area oggi occupata dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nei pressi del Pantheon, era considerata sacra. Vi sorgevano ben tre templi: il Minervum, di epoca dominiziana, dove si rendeva onore a Minerva Calcidica, l’Iseum e il Serapeum, rispettivamente intitolati a Iside e a Serapide.

Dall’VIII secolo è documentato un oratorio dedicato alla Vergine, dapprima affidato alle cure delle monache basiliane fuggite da Costantinopoli per le persecuzioni iconoclaste e in seguito, nell’ultimo quarto del XIII secolo, divenuto cuore di un complesso conventuale domenicano altrimenti detto insulae sapientiae. A questi anni risale la costruzione della grande chiesa, raro romano esempio di architettura gotica, nonostante i molteplici interventi susseguitisi nei secoli. Nel 1280, infatti, su disegno dei domenicani fra Sisto Fiorentino e fra Ristoro da Campi, fu aperto il cantiere finanziato da un importante contributo di papa Bonifacio VIII e dai numerosi lasciti di semplici fedeli. Le essenziali linee gotiche allora impresse all’edificio furono cancellate dalle modifiche barocche apportate a tutto il complesso nel corso del XVII secolo, per poi essere ripristinate, in parte, quando i frati, negli anni Venti dell’Ottocento, rientrarono finalmente in possesso del loro convento dopo la soppressione napoleonica.

Due file di pilastri in finto marmo a pianta cruciforme spartiscono lo spazio in tre navate, le cui pareti e volte sono rivestite da affreschi di gusto neogotico raffiguranti Profeti, Apostoli e Dottori della Chiesa, di fattura ottocentesca e coevi alle figure di santi domenicani che campeggiano nei sottarchi e nelle vetrate. Tra le cappelle di famiglie patrizie ve n’è una celeberrima per il ciclo di affreschi tardo quattrocenteschi, collocata nel lato destro della basilica. Il cardinale Carafa la fece costruire alla fine del Quattrocento per dedicarla alla Vergine e a San Tommaso d’Aquino. Su consiglio di Lorenzo de Medici la decorazione pittorica fu affidata a Filippino Lippi, documentato a Roma a partire dal 1488. Sotto una volta abitata dalle quattro Sibille, Cumana, Libica, Tiburtina e Delfica, sulla parete di fondo, si sviluppa un’insolita scena di Annunciazione, in cui Tommaso d’Aquino presenta a Maria il Cardinale. Sui lati e nella zona superiore, racchiusa in un finto arcone decorato a candelabre, Lippi dipinse l’Assunzione della Vergine con angeli musicanti che Le danzano attorno.

Sulla parete destra un’ariosa architettura inquadra la scena di san Tommaso assiso in cattedra tra la Filosofia, la Teologia, la Dialettica e la Grammatica, sotto un padiglione ricoperto da volta a crociera. Il santo tiene in mano un libro con la citazione paolina Sapientiam sapientum perdam, ovvero “distruggerò la sapienza del sapiente”, cui fa eco l’iscrizione del cartiglio della figura sdraiata ai suoi piedi, ricoperta di libri, che in latino dice: “la Sapienza vince la malizia”. Entrambe le iscrizioni alludono all’importanza che i domenicani conferiscono al ruolo della conoscenza nel combattere l’eresia. Ed eretiche sono, infatti, le figure che popolano la scena, rese riconoscibili dai nomi dorati sulle loro vesti. La lunetta sovrastante è occupata da altri episodi della vita del Santo, come il Miracolo del Libro in cui Cristo crocefisso elogia l’opera scritta da Tommaso, alla presenza di un angelo con il giglio in mano, simbolo di purezza. 

Dal 1566 Santa Maria sopra Minerva è una basilica minore col titolo cardinalizio: vi si custodiscono le spoglie di Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa, e del pittore Beato Angelico, proclamato nel 1984 patrono universale degli artisti.




[Modificato da Caterina63 15/02/2017 09:37]
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31/01/2017 15:10
 
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A che servono le apparizioni?

Fatima è tra le risposte maggiori, per un mondo che sempre più dimentica il significato vero della vita sulla terra e la sua continuazione nell’eternità.

Fatima è un messaggio duro, politicamente scorretto e proprio per questo è evangelico, nella sua rivelazione della verità e nel suo rifiuto di ipocrisie, eufemismi, rimozioni.

A cento anni dall’avviso inquietante e consolante giunto dal Portogallo. Parla Messori, nel nuovo libro di Vincenzo Sansonetti. 

-TRA SEGNI E PROFEZIE di Rino Cammilleri

di Vittorio Messori

Esce in questi giorni da Mondadori il libro di Vincenzo Sansonetti Inchiesta su Fatima. Un mistero che dura da cento anni. Pubblichiamo ampi stralci della prefazione di Vittorio Messori.

Ogni apparizione sembra assomigliare a ogni altra, avendo sempre al centro un appello alla preghiera e alla penitenza e, al contempo, è diversa da ogni altra per l’accentuazione di un aspetto particolare della fede. L’aura che circonda Lourdes è pacata, tanto che è stato notato che in nessun’altra occasione Maria ha tanto sorriso, giungendo sino al punto di avere addirittura riso in tre occasioni. Disse Bernadette: «Rideva come una bambina». E non sapeva, quella piccola santa, che proprio questo avrebbe indotto gli austeri inquisitori della commissione che ne giudicava l’attendibilità a diventare ancora più sospettosi. «Nostra Signora che ride! Suvvia, un po’ di rispetto per la Regina del Cielo!». Alla fine dovettero farsene una ragione: era proprio così. Certo, non si dimentichi che Colei che nella grotta dirà di essere l’Immacolata Concezione assumerà anche un aspetto assai serio, ripetendo gli appelli alla penitenza e alla preghiera per se stessi e per i peccatori. Ma c’è un’aria di serenità, la mancanza di minacce di un castigo, che è forse uno tra gli aspetti che più attirano nei Pirenei le folle che sappiamo.

Misericordia e giustizia

L’atmosfera di Fatima, invece, appare soprattutto escatologica, apocalittica. Anche se con un finale che conforta e rasserena. È evidente che la ragione principale dell’apparizione portoghese è richiamare gli uomini alla tremenda serietà di una vita terrena che altro non è che una breve preparazione alla vita vera, a un’eternità che può essere di gioia ma anche di tragedia. È un richiamo alla misericordia e, al contempo, alla giustizia di Dio.

L’insistenza unilaterale di oggi sulla sola misericordia dimentica l’et-et che presiede al cattolicesimo e che, qui, scorge in Dio il Padre amoroso che ci attende a braccia spalancate e, al contempo, il giudice che peserà sulla sua infallibile bilancia il bene e il male. Ci attende sì un paradiso, ma che occorre guadagnarsi, spendendo al meglio i talenti piccoli o grandi che ci sono stati affidati. Il Dio cattolico non è di certo quello sadico del calvinismo che, a suo insondabile piacimento, divide in due l’umanità: coloro che nascono predestinati al paradiso e coloro che ab aeterno sono attesi dall’inferno. […]  È così, afferma Calvino, che Egli manifesta la gloria della sua potenza. No, il Dio cattolico non ha nulla a che fare con simili deformazioni. Ma non è neppure il bonario permissivista, lo zio tollerante che tutto accetta e tutti egualmente accoglie, il Dio di cui parla soprattutto il lassismo dei teologi gesuiti (che furono condannati dalla Chiesa) e contro i quali Blaise Pascal lanciò le sue indignate Lettres provinciales.

Anche se suona sgradevole alle orecchie di un certo «buonismo» attuale, così insidioso per la vita spirituale, Cristo propone alla nostra libertà una scelta definitiva per l’eternità intera: o la salvezza o la dannazione. Quindi potrebbe attenderci anche quell’inferno che abbiamo rimosso, però al prezzo di rimuovere anche i chiari, ripetuti avvertimenti del Vangelo. In esso c’è sì il commovente invito di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete travagliati e oppressi e io vi darò ristoro». E tante altre sono le parole e i gesti della sua tenerezza. Eppure, piaccia o no, nei Vangeli vi è anche ben altro. Vi è un Dio che è infinitamente buono e anche infinitamente giusto e ai cui occhi, dunque, un mascalzone impenitente non equivale a un credente in Lui che si è sforzato, pur con i limiti e le cadute di ogni essere umano, di prendere sul serio il Vangelo. […]

L’inferno non è un’invenzione

In quel testo fondamentale dell’insegnamento della Chiesa che è il Catechismo, quello interamente rinnovato, redatto per volontà di san Giovanni Paolo II e sotto la direzione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger (un testo che ha fatto del tut- to suo lo spirito del Vaticano II) gli autori ammoniscono: «Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l’inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l’uomo deve usare la propria libertà in vista del destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione». Sono proprio questi appelli (alla responsabilità e alla con- versione) che sono al centro del messaggio di Fatima e che lo rendono più che mai urgente e attuale: certamente ancor più di quando Maria apparve alla Cova da Iria.

Da decenni, ormai, dalla predicazione cattolica sono scomparsi i Novissimi, come li chiama la teologia: morte, giudizio, inferno, paradiso. Una reticenza clericale che ha rimosso, anzi, in fondo rinnegato, il vecchio, salutare adagio che ha salvato tante generazioni di credenti: l’inizio della sapienza è il timor di Dio. Nella storia dei santi, questa consapevolezza di un possibile fallimento eterno ha costituito un pungolo costante per la pratica sino in fondo delle virtù. Sapevano che l’esistenza dell’inferno non è un segno di crudeltà divina bensì di rispetto radicale: il rispetto del Creatore per la libertà concessa alle sue creature, fino al punto di permettere loro di scegliere la separazione definitiva.

Sia nella teologia che nella pastorale di oggi il doveroso annuncio della misericordia non è unito all’annuncio altrettanto doveroso della giustizia. Ma se in Dio convivono in dimensione infinita tutte le virtù, può mancare in Lui quella virtù della giustizia che la Chiesa - ispirata dallo Spirito Santo, ma seguendo anche il senso comune - ha messo tra quelle cardinali? Non mancano teologi, anche rispettati e noti, che vorrebbero amputare una parte essenziale della Scrittura, rimuovendo ciò che infastidisce coloro che si credono più generosi e buoni di Dio. Dicono, dunque: «L’inferno non esiste. Ma, se esiste, è vuoto».

Peccato che la Vergine Maria non sia di questo parere... È vero che la Chiesa ha sempre affermato la salvezza certa di alcuni suoi figli, proclamandoli beati e santi. E la stessa Chiesa non ha mai voluto proclamare la dannazione di alcuno, lasciando giustamente a Dio l’ultimo giudizio. Chi dicesse tuttavia che un inferno potrebbe anche esistere ma che sarebbe vuoto, meriterebbe la replica: «Vuoto? Ma ciò non esclude la terribile possibilità che siamo tu e io a inaugurarlo». Qualcun altro ha ipotizzato che la dannazione sia solo temporanea, non eterna: ma pure questo si scontra con le nette parole del Cristo, che parla più volte di pena senza fine. Dunque, a vari concili non è stato difficile respingere una simile possibilità, senza alcun appoggio nella Scrittura.

«Pregate, pregate molto»

[…] nell’apparizione più importante, quella del 13 luglio 1917, avvenne ciò che suor Lucia narrerà così, nel 1941, nella famosa lettera al suo vescovo:

«Il segreto affidatoci dalla Vergine consta di tre parti distinte, due delle quali sto per rivelare. La prima, dunque, fu la visione dell’inferno. La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione, che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura...». […] Giacinta, spirando tre anni dopo, ancora bambina di 10 anni e ancora sconvolta per quello che aveva visto in quei pochi istanti, dirà sul letto di morte: «Se solo potessi mostrare l’inferno ai peccatori, farebbero di tutto per evitarlo cambiando vita». […simili visioni dell’inferno non sono affatto isolate nella storia della Chiesa. Scorgere questa terribile realtà è un’esperienza che hanno vissuto molti santi e sante. E la loro credibilità anche psicologica e mentale è stata vagliata con rigore nei processi canonici. Per limitarci alle più note e venerate delle sante ecco, tra le altre, santa Teresa d’Avila, santa Veronica Giuliani, santa Faustina Kowalska. E, tra gli uomini, poteva forse mancare quel san Pio da Pietrelcina, lo stigmatizzato che visse nel soprannaturale come fosse la condizione più naturale, al punto di stupirsi che gli altri non vedessero quel che lui vedeva?

A Fatima, a conferma della centralità nel messaggio del pericolo di perdersi, sta anche il fatto che l’Apparsa insegna ai veggenti una preghiera da ripetere nel rosario dopo ogni decina di Ave Maria. Preghiera che ha avuto una straordinaria accoglienza nel mondo cattolico, tanto che è recitata ovunque si preghi con la corona mariana e che dice: «Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia». Parole, come si vede, tutte centrate sui Novissimi e detta- te ai bambini dalla Vergine stessa. Ciò che soprattutto il cristiano deve implorare è la salvezza dal «fuoco dell’inferno», oltre a chiedere alla misericordia divina una sorta di sconto di pena per chi soffre in purgatorio. Dirà la Madonna, «con aria assai addolorata», come annota suor Lucia: «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Molte anime vanno infatti all’inferno perché non c’è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro».

Sotto il suo mantello

Ma torniamo alle ultime righe del resoconto della testimone Lucia, dopo la visione della sorte terribile dei peccatori impenitenti: «Alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole istituire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno”». Ecco, dunque, il consolante tocco tutto cristiano, anzi cattolico […]. La verità impone di ricordare che corrono un grave rischio gli uomini immemori della serietà del Vangelo. Ma la misericordia del Cielo è subito pronta a proporre un rimedio: rifugiarsi sotto il mantello di lei, Maria, confidare nel suo Cuore Immacolato, aperto a chiunque chieda la sua materna intercessione. […]

Il peso crescente del peccato è grave, ma sono indicati i rimedi e, soprattutto, l’Apparsa ha in serbo un happy end, con le parole giustamente famose e giustamente fonte di speranza per i credenti. Infatti, dopo avere profetizzato le molte tribolazioni del futuro, Maria annuncia, a nome del Figlio: «Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà». Perciò la salvezza personale è possibile - ed è sorretta dal Cielo stesso - pur nel dilagare dell’iniquità. Ma possiamo anche sperare nella conversione del mondo, in un futuro imprecisato e che Dio solo conosce, confidando nel cuore della Madre di Cristo, potente avvocata della causa dell’umanità.

A che «servono» le apparizioni? […] Fatima è tra le risposte maggiori, per un mondo che sempre più dimenticava, e oggi ancor più dimentica, il significato vero della vita sulla terra e la sua continuazione nell’eternità. Fatima è un messaggio «duro» che, nel linguaggio odierno, diremmo «politicamente scorretto»: proprio per questo è evangelico, nella sua rivelazione della verità e nel suo rifiuto di ipocrisie, eufemismi, rimozioni. Ma, come sempre in ciò che è davvero cattolico, dove tutti gli opposti convivono in una sintesi vitale, la «durezza» convive con la tenerezza, la giustizia con la misericordia, la minaccia con la speranza. Così, l’avviso che ci è giunto dal Portogallo è, al contempo, inquietante e consolante. 


FOCUSdi  Robert Sarah*
 

Il cardinale Sarah parla di Fatima a 100 anni dalle apparizioni nella prefazione ad un libro uscito in Francia. "Sacrificio, penitenza, riparazione per le offese, consacrazione di se: siamo pronti ad accogliere queste parole, che abbiamo cancellato o vietato dal nostro linguaggio?". "Il segreto di Fatima è un Vangelo senza compromessi con lo spirito di un mondo che vuole aprirsi a tutti i venti, tollerante, areligioso e amorale".


In occasione del centenario delle apparizioni anche papa Francesco si recherà in pellegrinaggio a Fatima dal 12 al 13 maggio 2017. È il quarto pontefice che visiterà il santuario portoghese da quando nel 1930 la Chiesa riconobbe ufficialmente il carattere soprannaturale delle apparizioni.

Per commemorare questo straordinario evento, la casa editrice francese Traditions Monastiques ha pubblicato un bel libro illustrato destinato ai bambini intitolato Fatima. Maria ti confida il suo segreto. Lo scopo della pubblicazione è raccontare ai piccoli di oggi la storia di Fatima e trasmettere loro i messaggi che la Madonna affidò ai pastorelli cento anni fa.

Si tratta di messaggi sempre attuali perché parlano di salvezza, di conversione e di fiducia in Dio in un mondo «apparentemente gioioso» ma «infinitamente triste», «intriso di relativismo ed edonismo», un mondo avvolto nella violenza e «contaminato dal peccato»; parlano della forza della preghiera (in modo particolare del Santo Rosario), della penitenza e dell'offerta di se per la salvezza dei peccatori e della devozione al Cuore Immacolato di Maria: sono questi i punti fondamentali del messaggio della Madonna di Fatima parole che, come afferma il cardinale Sarah nella prefazione «abbiamo più o meno cancellato o vietato dal nostro linguaggio» ma che «corrispondono a realtà spirituali che sono essenziali» ed «ineluttabili»  per un cattolico.

La Nuova BQ per gentile concessione dell’editore pubblica la prefazione a cura del cardinal Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino. (Miguel Cuartero Samperi)

***

«Se solo potessi mettere nel cuore di ognuno il fuoco che ho nel mio cuore e che mi fa amare così tanto il Cuore di Maria!». Così esclamava la beata Giacinta.

Il 2017 è l'anno del centenario delle apparizioni della Santa Vergine Maria a Fatima. Ci viene offerta l'occasione per fare il punto sul modo in cui abbiamo accolto il messaggio che Dio ha voluto recapitarci nel mezzo della tempesta che scosse l'Europa all'inizio del XX secolo: una guerra mondiale le cui atrocità superano le nostre capacità di comprensione (tanto che, nella sola giornata del 22 agosto 1914, si contarono 27 mila soldati francesi uccisi, diventando così il giorno più sanguinoso nella storia della Francia!), la rivoluzione comunista in Russia col suo corteo di massacri… dal 1914 al 1918 l’Europa fu coperta da cadaveri di milioni di soldati e di civili innocenti: uomini, donne e bambini…

Parliamo giustamente di bambini: è a tre di loro che Nostra Signora ha deciso di parlare da maggio a ottobre del 1917, tre bambini poveri di una borgata sperduta in un paese situato all’estremità del continente europeo, rimasto al margine di questi sanguinosi sconvolgimenti: Fatima in Portogallo.

Cosa disse la Vergine Maria ai beati Francesco e Giacinta Martos e alla loro cugina Lucia Dos Santos, la futura suora carmelitana di Coimbra? Il libro che ho la gioia di presentare lo spiega ai bambini di questo nuovo millennio, mostrando una notevole capacità pedagogica: ogni capitolo presenta un aspetto del messaggio di Fatima («Ascolto») seguito dalla sua attualizzazione per i bambini («Capisco») e da risoluzioni personali («Anche io…»).

La lettura di questo bel libro ben illustrato ci fa comprendere che i nostri contemporanei, la cui mentalità è intrisa di relativismo ed edonismo, hanno bisogno di convertire il loro cuore se vogliono capire il significato più profondo del messaggio di Fatima. Tuttavia gli autori scommettono sul fatto che i bambini, senza dubbio più facilmente degli adulti, son capaci di aderire spontaneamente agli aspetti che possono sembrare troppo duri o austeri nel messaggio di Fatima, e hanno ragione a crederlo. Nostra Madre celeste, a Fatima come a Lourdes, a Pontmain o a La Salette – per citare solo alcune delle apparizioni mariane più conosciute – non ha scelto forse dei bambini, e dei bambini poveri, per rivelarci il secreto del suo Cuore Immacolato? E qual è questo segreto? Nient'altro che il Vangelo, ma il Vangelo senza fronzoli, senza accomodamenti o compromessi con lo spirito di un mondo che vuole aprirsi a tutti i venti, tollerante, areligioso e amorale, perché questa Buona Notizia del Vangelo è l'annuncio della salvezza! E noi sappiamo che i beati Francesco e Giacinta hanno preso talmente sul serio la salvezza delle anime che, ogni giorno, offrivano dei sacrifici, spesso ardui per dei piccoli bambini, «per la conversione dei peccatori», fino all'offerta totale della loro giovane vita quando la malattia li ha portati via all'età di 10 anni.

Il beato Francesco, che aveva capito il senso delle parole “sacrificio” e “offerta”, non diceva forse: «La Vergine Maria e Dio stesso sono infinitamente tristi. Tocca a noi consolarli»? Anche questo mondo apparentemente gioioso, inondato di luce di tutti i colori, ubriaco di felicità, è un mondo infinitamente triste, perché contaminato dal peccato e da cieca violenza. Non restano che la purezza e i sacrifici dei bambini che possono ridonare al mondo la vera gioia, quella che viene dal Cielo. Quanto a Lucia, come Bernadette de Soubirous si ritirerà nel silenzio e nella preghiera all’ombra di un chiostro fino alla sua morte avvenuta nel 2005. In effetti la Vergine Maria le aveva detto che avrebbe vissuto a lungo per propagare, attraverso una vita offerta in olocausto d’amore, la devozione al suo Cuore Immacolato.

Sacrificio, penitenza, riparazione per le offese, consacrazione di se: siamo dunque pronti ad accogliere queste parole, che abbiamo più o meno cancellato o vietato dal nostro linguaggio? Eppure queste parole corrispondono a realtà spirituali che sono essenziali, perché sono tutte presenti e assunte nella Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Sono molto sensibile alla preoccupazione di tutti quei genitori che desiderano che l’educazione cristiana dei loro figli sia impregnata di queste realtà ineluttabili, pegno di gioia su questa terra e di felicità eterna nella patria definitiva, verso la quale tutti siamo in cammino.

Queste sono le vie di santificazione che le autrici Tollet e Storez ci offrono con questo libro, sono i mezzi del cristiano che è cosciente del fatto che, come disse il Signore alla beata Angela da Foligno (grande mistica italiana vissuta nel XIII secolo): «Non è per farti ridere che ti ho amato». Sì, ciò che può salvare i peccatori dalla disperazione e dunque dall’inferno – che i tre bambini di Fatima hanno potuto vedere – è unicamente Gesù, e Gesù crocifisso.

Come i pastorelli di Fatima ci hanno mostrato con la loro vita, si tratta di lasciarci trasformare dall’Amore di Dio, dalla sua Misericordia che ci è stata pienamente rivelata nella Croce di Cristo. Contemplando le piaghe del Signore Gesù, particolarmente quella del suo cuore trapassato, al quale è intimamente unito il Cuore Immacolato e doloroso di Maria, noi siamo chiamati a lasciarci plasmare da Colui che è l’Agnello senza macchia, fino a diventare una cosa sola con Lui.

*Prefetto della Congregazione per il Culto Divino


   





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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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 ITINERARI PER LA FEDE E LA MEDITAZIONE IN VIDEO



 

Cardinale Robert Sarah parla di Fatima

Venerabile Pio XII il Papa di Fatima

Le Ceneri storia e devozione

Anno della Fede il Digiuno nella Tradizione della Chiesa

LE INDULGENZE

 

Beato Alvaro de Cordova domenicano e la storia della Via Crucis

 

Benedetto XVI Motu Proprio De Caritate Ministranda

Annus Fidei Gli Angeli nel Compendio e nel Magistero

Annus Fidei Padre Pio Rosario Anime del Purgatorio

Benedetto XVI Preghiera per la Vita nascente

Tributo ai Papi nella difesa della vita e della fede in Cristo

Papa Francesco Maria che scioglie i nodi

Benedetto XVI parla di San Domenico di Guzman

Benedetto XVI spiega il Segno della Croce

Benedetto XVI suggerisce la Bibbia per le vacanze

San Tommaso Moro il politico che scelse Dio al re

Haurietis Aquas Pio XII sulla Devozione al Sacro Cuore di Gesù e di Maria

Benedetto XVI spiega i Misteri del Rosario ai bambini e ai giovani


Benedetto XVI grande lectio su Dio e la Chiesa Sinodo 2012 (1)

Benedetto XVI grande lectio su Dio e la Chiesa Sinodo 2012 (2)

La Coroncina alla Divina Misericordia cantata

 

Intervista a Benedetto XVI su Maria ai piedi della Croce

Benedetto XVI Gesù di Nazareth Maria ai piedi della Croce audio

 

Messaggio per la Quaresima 2013 di Benedetto XVI

Karaoke Gesù mio con dure funi

Canto Karaoke Preghiera Inni e Canti

Canto Preghiera Karaoke Media Vita in morte sumus

Canto Preghiera Karaoke Voi che amate lo Criatore cantato da Mina

Canto Karaoke latino O Sanctissima

Canto Karaoke Preghiera Dulcis Christe

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Canto Karaoke Pange lingua gloriosi Tantum ergo Sacramentum

Litania Dio sia Benedetto in riparazione delle bestemmie

Canto Karaoke Inno Angelo Santo e Pio nostro fedel Custode

Canto Karaoke Adoro Te fonte della vita

Canto Karaoke Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio

Canto Karaoke La Voce di Maria

Canto-Karaoke Angelus Pacis Michael

Sequenza Dies Irae con Karaoke

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Paulina Jaricot Propaganda Fidei Rosario Vivente

 

Il Rosario Missionario

 

Benedetto XVI spiega Apocalisse 12

Benedetto XVI spiega i Sacramenti della Guarigione

Benedetto XVI la correzione fraterna

 

Piena di Grazia catechesi beato Giovanni Paolo II

 

Beato Giovanni XXIII parla al Rosario Vivente

 

Devozione Mariana Corona di Dodici Stelle di san Montfort

Apparizione di Maria alle Tre Fontane

Preghiamo con il Papa la Supplica alla Madonna del Rosario

Benedetto XVI spiega il Primato Petrino ai tempi di Pietro (1)

Benedetto XVI spiega: rigenerati, eredità e custoditi nella fede (2)

Annus Fidei Benedetto XVI spiega Credo la Chiesa una santa cattolica ed apostolica

Benedetto XVI Motu Proprio De Caritate Ministranda

Benedetto XVI spiega santa Bernadetta e Lourdes

Annus Fidei Benedetto XVI le tre vie che conducono a Dio

Santa Caterina da Siena passione fuoco e amore

Sant Ambrogio descrive Maria Santissima nella sua verginità

Da la santa Verginità di sant'Agostino di Ippona Maria e la Chiesa

San Girolamo spiega Isaia Ecco la Vergine

Annus Fidei Marta e Maria nel Vangelo e nel Magistero

Benedetto XVI Lettera Apostolica Latina Lingua

 

Annus Fidei Padre Pio Rosario Anime del Purgatorio

Benedetto XVI la Theotokos Dei Genitrix (1)

Benedetto XVI il Dolore della Madre Chiesa (2)

Benedetto XVI invita a riscoprire il Sacramento della Riconciliazione

Benedetto XVI invita a riscoprire la vocazione al Matrimonio

Benedetto XVI parla ai Fidanzati

Lectio Divina Benedetto XVI sulla umiltà mansuetudine fede nella verità

Benedetto XVI spiega la Cattedra di Pietro






    


La Quaresima sotto lo sguardo della Madonna di Fatima

(di Cristina Siccardi)

Nella Quaresima di Pasqua dell’A.D. 2017 e dell’anno del centenario di Nostra Signora di Fatima, la Chiesa subisce ciò che subì Cristo durante i 40 giorni nel deserto: le tre tentazioni di Satana furono quelle di cercare di piegare il Figlio di Dio a porre termine al suo digiuno (penitenza); a piegarlo all’orgoglio e superbia di se stessi; a curvarsi alle voglie della terra, pegno del demonio, principe appunto di questo mondo.

Le forze malefiche oggi cercano, infatti, di piegare la Chiesa in queste stesse tre direzioni: evitare le pratiche di penitenza, di rinuncia, di astinenza; seguire la propria autorità secondo indirizzi ideologici terreni e non parametri dottrinali della Tradizione; accogliere con leggerezza i peccati come tali e non come schiavitù e premessa alla giusta punizione delle anime, come è sempre stato insegnato dalla Teologia cattolica. Ogni tentazione fu da Gesù Cristo rifiutata con una citazione della Bibbia, tratta dal libro del Deuteronomio. La prima risposta fu: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Matteo 4,4). La seconda: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo» (Matteo 4,7). La terza fu – oltre che netta come le altre e come sempre fu il suo parlare – decisiva: «Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto» (Matteo 4,10).

Questi due ultimi ordini divini scendono nel giorno delle Ceneri come acqua gelida sull’attuale Chiesa: distratta, tentata, accecata, assordata dalle contemporanee tematiche sociali non sa discernere con sapienza i malsani problemi di questa ex civiltà cristiana, incapace di riconoscere il bene dal male, il brutto dal bello, l’equilibrio dall’informe, e le anime sono così indotte a lasciarsi trascinare verso il baratro dei loro sensi e dei loro vizi, verso gli abissi delle loro deformazioni culturali e psicologiche,verso il buco nero delle loro frustrazioni intellettuali e spirituali, conseguenza di scelte più immanenti che trascendenti.

Esasperati egoismi ed edonismi hanno spiazzato i palpiti della coscienza che soltanto la Chiesa di Cristo potrà risvegliare. Nei nostri giorni la Quaresima viene vissuta dal mondo cattolico soprattutto come momento di solidarietà con chi ha esigenze di carattere materiale; mentre a coloro che chiedono assistenza spirituale si offre la medicina della falsa e crudele misericordia, quella che lascia la persona così com’è, privandola della liberazione dal peccato grazie al pentimento e alla conversione, ovvero il cambio di vita, quella a cui fece riferimento Gesù al buon Nicodemo: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» (Gv 3, 3).

Schiacciata fra le tenaglie del peccato e dei presunti diritti individuali, la persona non trova più nelle chiese la risorsa del lavacro della conversione, un lavacro sempre riproposto con forza proprio durante la Quaresima. La Chiesa ha sempre vissuto questo tempo come momento di penitenza, di rinuncia, di astinenza, di più intensa preghiera e di perfezionamento spirituale, quello teso al dovere e non ai diritti, al perfezionamento dell’anima, alla pratica delle virtù teologali e cardinali, all’assiduo accostamento dei Sacramenti.

La Madonna a Fatima insegnò ai tre innocenti pastorelli una preghiera per la conversione dei peccatori in pericolo di dannazione, preghiera che da allora viene recitata dopo le decine del Rosario: «Gesù mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’Inferno e portate in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Vostra misericordia».

Pregare e offrire sacrifici a Dio per il bene dei peccatori, questo chiese la Madonna all’umanità. D’altra parte il Salvatore lo disse: «In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena» (Gv 16, 23-24). La Chiesa in orazione può ottenere molto di più della Chiesa in azione: l’opera tangibile otterrà i suoi vincenti effetti soltanto quando la preghiera e le rinunce avranno aperto la strada alla Provvidenza.

La missione profetica di Fatima, come ben sappiamo, non si è conclusa. La Madonna nel 1917 parlò anche agli uomini e alla Chiesa di oggi. Maria Santissima venne sulla terra per avvertire dei tragici accadimenti bellici del XX secolo, della sofferenza della Chiesa, del Papa, dell’infedeltà e dell’apostasia presenti. Il rimedi o ai mali fu indicato nel Santo Sacrificio, nella recita del Rosario,nella penitenza, nel sacrificio, nella rinuncia e nella consacrazione della Russia al Sacro Cuore Immacolato di Maria.

Il messaggio di Fatima richiama le coscienze sopite dei cristiani ad un risveglio immediato alla vera Fede e alla Tradizione:«Parla dei pericoli dell’oscuramento degli insegnamenti della Chiesa e tutto ciò che dice in questi messaggi suona ancora più incisivo degli altri precedenti. È innanzitutto un appello urgente alla preghiera, soprattutto alla recita meditata del Rosario e alla pratica della comunione riparatrice. Un’esortazione incalzante e impressionante alla penitenza e alla conversione (G. Hierzenberger-O. Nedomansky, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, 1996, p. 40).

Questi 40 giorni di Quaresima che ci separano dalla Pasqua possano essere vissuti sotto lo sguardo della Madonna di Fatima, Madre di Dio e corredentrice, e nell’umiltà della cenere, consapevoli di un Credo che ci obbliga a partecipare alle sofferenze del Redentore durante la Passione, il Calvario, sulla Croce. Soltanto dalla Via Crucis potrà rinascere al suo intrinseco splendore questa Chiesa dilaniata dal grande tentatore.

(Cristina Siccardi)





[Modificato da Caterina63 02/03/2017 10:10]
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16/03/2017 17:20
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720]

PREMESSA:

Non è preghiera…

un tot di formule (ripetute a pappagallo… certo che nelle Preghiere ci sono le "formule", ma nell'impararle vanne anche VISSUTE, se le ripetiamo e non viviamo ciò che dicono, siamo solo dei pappagalli che ripetono senza frutto alcuno....);

contratto da esame (se mi fai così,ti prometto che…);

meteopatica (…se mi va!);

bigotta o sentimentale, i due opposti (urla e bacia santini, voler toccare statue e reliquie a tutti i costi, svenimenti, ballare, danzare);

romantica (O Signore come è tutto bello!!);

stile “lotto biblico” (apro la Bibbia e vediamo che risposte mi dà… o mi faccio dare!).

[SM=g1740733] La preghiera è…

…il dialogo dell’uomo con Dio ed esprime un rapporto d’affetto e d’amore che tiene sempre conto di quel: "non come voglio io, ma si compia in me la tua volontà".

Dio ama e chiama, l’uomo risponde, non è il contrario!

è un atto di umiltà (inginocchiarsi davanti al Dio Vivo e vero nel Tabernacolo);
di fede (mio Dio io credo, anche se non posso mettere il dito nel tuo costato aperto, per me); di attesa fiduciosa (Signore, cosa vuoi da me?);
di ringraziamento e gratuità (vengo a visitarti senza chiederti nulla, Signore, perché so che Tu sei qui realmente presente nella Eucaristia, e mi aspettavi);
è un atto di conforto al Signore (in riparazione delle profanazioni eucaristiche, per la conversione dei poveri peccatori, in riparazione di tutte le offese che gli uomini gli fanno)

[SM=g1740733]

Rosario Eucaristico in riparazione delle profanazioni al Divino Sacramento, reale Presenza di Gesù, in Corpo, Sangue, Anima e divinità



+ O Dio vieni a salvarmi.
Signore vieni presto
in mio aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
come era nel principio, ora e sempre nei secoli
dei secoli.
Amen

"O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".(Giaculatoria insegnata dalla Vergine di Fatima ai tre Pastorelli, con la richiesta di dirla ad ogni decina del Rosario e più volte al giorno durante i lavori quotidiani)

"Mio Dio, credo, adoro, spero e Ti amo. Domando perdono, per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano." "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo: ti adoro profondamente e ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui Egli è offeso. E per meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria ti domando la conversione dei poveri peccatori (L'Angelo della pace ai tre bambini di Fatima, nel 1917)

Primo Mistero

Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito
il SS. Sacramento per ricordarci la sua passione
e morte.

Padre nostro....
Poi si reciti per 10 volte:

Sia lodato ogni momento,
Gesù mio nel Sacramento.
Oggi e sempre sia lodato,
Gesù mio Sacramentato.

Secondo Mistero

Si contempla come Gesù Cristo
abbia istituito il SS. Sacramento
per rimanere con noi in tutto il
tempo della nostra vita.

Padre nostro...

Sia lodato ogni momento,
Gesù mio nel Sacramento.
Oggi e sempre sia lodato,
Gesù mio Sacramentato.

Terzo Mistero

Si contempla come Gesù Cristo
abbia istituito il SS. Sacramento
per perpetuare il suo Sacrificio
sugli altari per noi, sino alla
fine del mondo.

Padre nostro...

Sia lodato ogni momento,
Gesù mio nel Sacramento.
Oggi e sempre sia lodato,
Gesù mio Sacramentato.

Quarto Mistero

Si contempla come Gesù Cristo
abbia istituito il SS. Sacramento
per farsi cibo e bevanda dell'anima nostra.

Padre nostro...

Sia lodato ogni momento,
Gesù mio nel Sacramento.
Oggi e sempre sia lodato,
Gesù mio Sacramentato.

Quinto Mistero

Si contempla come Gesù Cristo
abbia istituito il SS. Sacramento
per visitarci nel punto della nostra
morte e per portarci nel Paradiso.

Padre nostro...

Sia lodato ogni momento,
Gesù mio nel Sacramento.
Oggi e sempre sia lodato,
Gesù mio Sacramentato.


SEQUENZA

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.

Con I simboli é annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero padre,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gloria dei tuoi santi.


CONSACRAZIONE A GESU' SACRAMENTATO

O Gesù, io credo che tu sei realmente presente nell‘Eucaristia.
In questa presenza riattualizzi la tua morte e risurrezione, affinché tutti gli uomini conoscano l’amore del Padre e, credendo, Lo riamino col tuo stesso amore.
Tu desideri che i credenti diventino una sola cosa in te, e in virtù del tuo Spirito entrino in comunione col Padre in un’unica offerta con te.
In questo tuo disegno di amore hai riservato un posto anche per me.
Già con il battesimo mi hai incorporato a te e ora mi vieni incontro con la tua presenza eucaristica.
Non posso sottrarmi al tuo invito.
A tale scopo e con questo proposito MI CONSACRO oggi al tuo Amore, presente e operante in questo adorabile Sacramento.
Con questo atto intendo vivere nella tua offerta i miei obblighi battesimali e quelli assunti nell' Associazione Universale della Riparazione Eucaristica.
In particolare m’impegno di partecipare alla S. Messa con Io spirito della piccola ostia, che intende offrirsi, immolarsi e donarsi insieme conte.
Il mio desiderio è di estendere questo incontro vitale con te a tutta la mia vita, inserendo le mie azioni nel tuo ininterrotto sacrificio, prolungando la tua immolazione e la tua offerta nelle varie situazioni della mia giornata.
Voglio anche, o Gesù, vivere unito al tuo mistero eucaristico per supplire alla carenza di carità nel tuo Corpo mistico.
Desidero ricoprire i vuoti di amore dei fratelli dimentichi, riparando a tutte le infedeltà e ai tradimenti, alle negligenze e freddezze.
Vorrei che tutta la mia vita fosse una eco al messaggio eucaristico del tuo Amore salvatore.
M’impegno a portare al tabernacolo altre anime, disposte a lasciarsi prendere da te e a consumarsi nell’ardente desiderio della gloria del Padre e della salvezza dei fratelli, affinché le richieste del tuo Cuore possano trovare più vasta accoglienza e una risposta più generosa.
Tu, o Vergine Maria, che sei presente sull’altare come fosti presente sul Calvario, accogli la mia consacrazione e rendila degna dell’amore del tuo Figlio.
La grazia che ti chiedo è di poterti imitare, rivivendo nella mia vita le disposizioni del tuo Cuore Immacolato, tutto consacrato alla persona e all’opera redentrice del tuo Figlio.
Mi affido a te; serviti di me per far conoscere, amare e glorificare Gesù presente e operante nelle nostre chiese.

COMUNIONE SPIRITUALE (quando si è impossibilitati a riceverLo sacramentalmente, o in attesa di essere confessati e assolti, VALE ANCHE SE IN STATO DI PECCATO GRAVE E MORTALE, MA ATTENZIONE, CON IL PROPOSITO DI ANDARSI A CONFESSARE APPENA POSSIBILE - ESSERE PENTITO - E COL PROPOSITO DI PORRE RIPARO)

Gesù mio,
io credo che sei realmente presente
nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell' anima mia.

Poiché ora non posso riceverti
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente
nel mio cuore. (breve pausa)

Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai
a separare da te.

Eterno Padre, io ti offro
il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
in sconto dei miei peccati,
in suffragio delle anime del purgatorio
e per i bisogni della Santa Chiesa.

PREGHIERA A MARIA SANTISSIMA

(da ripetere ogni giorno alla fine della visita al SS. Sacramento,
per ottenere la potentissima protezione di Maria)

Santissima Vergine Immacolata e Madre mia Maria Io, il più miserabile di tutti i peccatori, ricorro oggi a Te, Madre del mio Signore;
Regina del mondo, Avvocata, Speranza e Rifugio dei peccatori.
Ti venero, grande Regina, e Ti ringrazio di tutti i doni che;
mi hai concesso finora, specialmente di avermi liberato dall'Inferno che tante volte ho meritato.
Ti amo, Signora amabilissima, e per l'amore che ho per Te prometto di volerTi sempre servire e di fare quanto posso affinché anche gli altri Ti amino.
Ripongo in Te tutte le mie speranze, la mia salvezza:
O Madre di misericordia, accettami come Tuo/a servo/a, accoglimi sotto il Tuo mantello, e poiché sei tanto potente in Dio, liberami da tutte le tentazioni, oppure ottienimi la forza di vincerle fino alla morte.
A Te chiedo il vero amore a Gesù Cristo e da Te spero di ottenere l'aiuto necessario per morire santamente.
Madre mia, per il Tuo amore a Dio, Ti prego di aiutarmi sempre, ma particolarmente nell'ultimo momento della mia vita.
Non lasciarmi finché non mi vedrai salvo/a in Cielo a benedirTi ed a cantare le Tue misericordie per l'eternità;
Amen

www.youtube.com/watch?v=Yr9745P3fbM




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[Modificato da Caterina63 16/03/2017 17:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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23/03/2017 14:12
 
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1917 -2017, IL CENTENARIO DI FATIMA: VI SPIEGHIAMO I MISTERI DEL TERZO SEGRETO


Svelata una lettera con la drammatica visione di suor Lucia: «Vedo la terra scuotersi e tremare, città e villaggi sepolti, rasi al suolo, inghiottiti, montagne di gente indifesa, vedo i fiumi e i mari che trabordano e inondano e le anime che dormono il sonno della morte»




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Nel libro Fatima. Tutta la verità, scritto da Saverio Gaeta per le Edizioni San Paolo (240 pagine, 15 euro), si trova la più aggiornata e completa inchiesta sulla storia e il messaggio delle apparizioni ai tre pastorelli portoghesi. Pubblichiamo in esclusiva l’ anticipazione che riguarda uno dei temi più significativi e attuali: quello relativo all’ ipotesi di un testo scritto da suor Lucia in allegato al cosiddetto “terzo Segreto”, che ne spiegherebbe con chiarezza la visione e la profezia. Le apparizioni di Fatima furono sei e si susseguirono mensilmente fra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, sempre in presenza di Lucia e dei suoi cuginetti Francisco e Jacinta, proclamati beati nel 2000 (anche per suor Lucia è in corso il processo di beatificazione).


Il 13 luglio ci fu la rivelazione di un Segreto diviso in tre parti: le prime due vennero rese note nel 1942, mentre l’ ultima è stata comunicata soltanto nel 2000, per decisione di papa Wojtyla, con un commento dell’ allora cardinale Joseph Ratzinger, che all’ epoca ricopriva l’ incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. La prima e la seconda parte del Segreto contengono la spaventosa visione dell’ inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la Seconda guerra mondiale e i problemi causati al mondo dalla Russia e dall’ ateismo comunista. La terza propone l’ immagine delle sofferenze della Chiesa e del Papa, nel quale si riconobbe Giovanni Paolo II. Ma diversi accenni, fatti in passato da personalità ecclesiastiche che avevano letto integralmente il terzo Segreto, non coincidono con il testo reso pubblico, avallando l’ idea che motivi prudenziali abbiano fatto mantenere riservata una parte dello scritto di suor Lucia.


 


 


Fu sostanzialmente il timore che Lucia potesse morire senza aver comunicato a nessuno la terza parte del Segreto a spingere il vescovo di Leiria, monsignor José Alves Correia da Silva, durante la visita che le fece il 15 settembre 1943 e la lettera che le inviò il 15 ottobre successivo, a chiederle per obbedienza di mettere tutto per iscritto. In effetti in quei mesi la veggente (ultima sopravvissuta dei tre pastorelli, ndr), aveva seri problemi di salute e dovette anche subire un’ operazione chirurgica alla gamba, a causa di un’ infezione che la debilitò molto.


Quando le forze glielo permisero, provò a eseguire l’ ordine per ben cinque volte, fra novembre e dicembre, senza risultati: «Non so che cos’ è, ma, nel momento in cui tento di accostare la penna alla carta, la mano si mette a tremare e non sono capace di scrivere neanche una parola: mi sembra che non sia nervosismo naturale, perché, nel momento in cui mi metto a scrivere una cosa differente, la mia mano è ferma. Mi sembra che non sia nemmeno timore morale, perché la mia coscienza agisce secondo la fede, e credo che sia Dio che mi dice di farlo tramite sua eccellenza. Allora non so che fare».


Il 3 gennaio 1944 avvenne la risolutiva svolta, chiarita soltanto di recente con la scoperta degli scritti inediti di suor Lucia: «Mi inginocchiai vicino al letto che, a volte, mi serve da tavolo per scrivere, e provai di nuovo, senza riuscire a fare niente; quello che più mi impressionava era che riuscivo a scrivere senza difficoltà qualsiasi altra cosa. Chiesi allora alla Madonna che mi facesse sapere qual era la volontà di Dio. E mi diressi alla cappella. Sentii allora che una mano amica, affettuosa e materna mi toccava la spalla, sollevai lo sguardo e vidi la cara Madre celeste».


L’ indicazione della Vergine fu precisa: «Non temere, poiché Dio ha voluto provare la tua obbedienza, fede e umiltà; stai serena e scrivi quello che ti ordinano, tuttavia non quello che ti è dato intendere del suo significato. Dopo averlo scritto, mettilo in una busta, chiudila e sigillala e fuori scrivi “che può essere aperta nel 1960 dal cardinale patriarca di Lisbona o dal vescovo di Leiria”».


In quel momento Lucia ebbe una nuova visione interiore: «Sentii lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui vidi e udii: - la punta della lancia come una fiamma che si allunga fino a toccare l’ asse terrestre; - e questa sussulta: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti; - il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso; - l’ odio, l’ ambizione provocano la guerra distruttrice!; - quindi nel palpito accelerato del cuore e nel mio spirito udii risuonare una voce soave che diceva: “Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, santa, cattolica, apostolica. Nell’ eternità, il Cielo!”. Questa parola “Cielo” riempì la mia anima di pace e felicità, a tal punto che, quasi senza rendermene conto, continuai a ripetere a lungo: “Il Cielo! Il Cielo!”. Non appena passò quella soverchiante forza soprannaturale, mi misi a scrivere e lo feci senza difficoltà, il giorno 3 gennaio 1944, in ginocchio, appoggiata sul letto che mi servì da tavolo».


Indubbiamente le frasi che si leggono nel diario di Lucia del 3 gennaio risultano molto forti e drammatiche, con le immagini delle acque che debordano e uccidono. Però, mentre qui si trattava di fogli personali, già in una lettera di ben sei anni prima la veggente aveva descritto immagini ancor più intense e sconvolgenti. Infatti, sul finire del 1937, il vescovo Correia da Silva inviò a Lucia, per verificare che il contenuto fosse esatto, la bozza della biografia su Jacinta scritta da José Galamba de Oliveira, pubblicata in prima edizione nel maggio del 1938. Nella lettera di risposta, la veggente non suggerì particolari modifiche, ma piuttosto approfittò della circostanza per lasciarsi andare a un’ intima confessione con il vescovo di Leiria, parlando di particolari che si intuiscono correlati al Segreto, soprattutto in relazione all’ immagine della «luce immensa che è Dio» presente anche nella “terza parte” rivelata.


Innanzitutto un auspicio: «Se solo il mondo riconoscesse il momento di grazia che ancora gli è concesso e facesse penitenza»; quindi la confidenza: «Vedo, nella luce immensa che è Dio, la terra scuotersi e tremare dinanzi al soffio della Sua voce: città e villaggi sepolti, rasi al suolo, inghiottiti; montagne di gente indifesa; vedo le cataratte fra tuoni e lampi, i fiumi e i mari che trabordano e inondano e le anime che dormono il sonno della morte!...» (e la frase si conclude con dei puntini sospensivi, simili a quell’ «ecc.» che si legge al termine della “seconda parte” del Segreto, dopo l’ annotazione sul Portogallo e la fede).



Grande Prova
La seguente è una meditazione del Sacerdote, Padre Gabrielli Quartilio, a più di 200 sacerdoti e più di 10 vescovi negli Esercizi Spirituali Internazionali del Movimento Sacerdotale Mariano, a Collevalenza – Santuario dell’Amore Misericordioso (di Madre Speranza), 21-27 giugno 2015.
Risultati immagini per don Stefano Gobbi

La Fine dei Tempi -

- La Grande Prova

Cari Vescovi e Sacerdoti:



Vorrei iniziare questa meditazione innanzi tutto; un grande grazie alla Santissima Trinità Misericordia Infinita; se siamo qui è per un dono suo, non per nostra scelta; e per il dono che ci ha fatto di Maria, e per il dono del M.S.M.
Un grazie alla Madonna Mediatrice e Regina: la Madonna degli ultimi tempi, rappresentata nel bellissimo quadro che Madre Speranza ha voluto e fatto dipingere, qui sulla destra dell'altare.


In questo quadro il M.S.M. trova la spiegazione di ciò che la Madonna ci chiede con tanta insistenza e forza: "I cenacoli di preghiera", per ottenere il dono dello Spirito Santo che spazzerà via tutta la tenebra che il serpente ha diffuso in tutto il mondo e ovunque anche nella Chiesa. I Cenacoli che noi facciamo non sono altro che una incessante invocazione di questa "LUCE" per sconfiggere la "TENEBRA": ecco perché la Mamma li chiama "come un vaccino" per vincere i mali dei tempi che viviamo ora.


Dopo queste premesse disponiamoci a passare questa giornata con Maria nella preghiera, nella riflessione, nella fraternità, accogliendo quello che Maria vuole da noi oggi. Tutti noi vediamo e sperimentiamo la terribile confusione di oggi, la grande apostasia che ormai ha invaso tutto e tutti; ma ricordiamoci e teniamo presente quello che dice la Madonna a noi del Movimento per essere "Gli Apostoli degli ultimi tempi", per essere pronti alla battaglia allo scatenarsi delle forze del male.


Per questo ho scelto dei brani dai messaggi, dove troviamo descritta la prova, direi nei minimi particolari, con la descrizione dell'apostasia e dell'inganno che hanno oscurato la Verità insegnataci da Gesù e trasmessa dalla Chiesa con fèdeltà nei secoli. In questa prima meditazione mi fermerò a riportare i messaggi che ci descrivono:


1. La fine dei tempi.
2. la grande prova.


La fine dei tempi. Il messaggio apocalittico.


La prima cosa da vedere per essere convinti dei tempi che viviamo, (lasciatemi dire con dolore, perché anche per Don Stefano lo è stato: non tutti: anche nel Movimento c'è chi non crede a certi messaggi) questi sono i tempi che Lei ci descrive, per essere gli "Apostoli degli ultimi tempi”; ed è per questo che lei ha voluto questa SUA "Opera": per combattere la battaglia definitiva tra Lei, la "Donna vestita di sole, e il suo Avversario da sempre.

In questo sta tutto il messaggio di Fatima, che noi abbiamo conosciuto attraverso i messaggi del libro e molti di noi anche vivendo accanto a Don Stefano. Dico questo, perché ora il Movimento HA UN COMPITO IMPORTANTE DA SVOLGERE, nel mondo e nella Chiesa, che non può ignorare:
"Non è questo forse un forte segno che oggi tu mi dai? Vuoi farmi comprendere che la tua schiera è pronta; che i tuoi piccoli bambini ti hanno risposto, che tu hai trionfato nella vita di questi tuoi figli perché, attraverso di essi, realizzerai il trionfo del tuo Cuore Immacolato nel mondo.
Qui a Fatima è stato dato l'annuncio di un mistero che non è stato completamente svelato. Qui a Fatima c'è un messaggio che riflette un fascio di luce sopra tutti gli avvenimenti di questo secolo e su ciò che succederà nel prossimo" (Omelia di Don Stefano a Fatima, 20 novembre 1999).


Da queste parole di Don Stefano capite perché ora è il tempo della battaglia: la Madonna, la nostra Condottiera, e noi, la sua schiera, per combattere la battaglia definitiva.


Nel suo messaggio del 31 dicembre 1992, la Madonna ci ha indicato I CINQUE SEGNI DELLA FINE DEI TEMPI.


Ora li richiamo brevemente. Notate bene che la Mamma in questo messaggio dice che questi segni: "sono chiaramente indicati nei Vangeli, dalle Lettere di S. Paolo e di S. Pietro; nella Sacra Scrittura.


1 - IL PRIMO SEGNO: LA DIFFUSIONE DEGLI ERRORI: "Verranno falsi celebri teologi, che insegneranno perniciose eresie; falsi maestri, che diffonderanno errori e molti li ascolteranno e li seguiranno: "per colpa loro, si diffonderanno gli errori, la vita cristiana sarà disprezzata, a causa di questo l'apostasia si diffonderà ovunque". (Mt 24,5-9; 2Ts 2,3; 2Pt 2,1-3).


2 - Il SECONDO SEGNO: LO SCOPPIO DI GUERRE E DI LOTTE FRATRICIDI: “Ci saranno carestie e terremoti, il predominio della violenza, dell'odio, ci saranno catastrofi naturali. Con epidemie carestie, inondazioni". (Mt 24,6-12) (Ebola) Aids, i tumori, le malattie rare.


3 - IL TERZO SEGNO: LA SANGUINOSA PERSECUZIONE: ''Voi sarete arrestati, perseguitati ed uccisi. Sarete odiati da tutti a causa mia. Molti abbandoneranno la fede, vi odieranno e vi tradiranno” (Mt 24,9-10).
Mai come in questi anni ci sono stati attentati alle Chiese, persecuzioni vere e proprie solo perché cristiani: Nigeria, Sudan, Iraq, Libia, Pakistan; ma ci sono anche tante altre forme di persecuzione, anche in Italia, Europa, perfino nella Chiesa stessa di oggi: Francescani dell'Immacolata.


4 - IL QUARTO SEGNO: L’ORRIBILE SACRILEGIO: "Da colui che si oppone a Cristo cioè l'anticristo. Entrerà nel tempio, siederà sul trono, facendosi adorare lui stesso come Dio, con potenza di falsi miracoli e prodigi, userà ogni genere di inganno maligno per fare il male". (2Ts 2,4-9). In che cosa consiste l'orribile sacrilegio: si accoglierà la dottrina protestante, e si dirà che la Messa non è un sacrificio ma solo la sacra cena. Questo accordo è già stato fatto con i Luterani, in cui i cattolici possono partecipare ai loro riti, e luterani ai nostri.


5 - IL QUINTO SEGNO: I FENOMENI STRAORDINARI: che avvengono nel firmamento del cielo. Si moltiplicheranno guerre, catastrofi naturali, persecuzioni... la Madonna c'invita a rimanere forti nella fede:
"Lasciatevi portare da Me e raccoglietevi tutti nel sicuro rifugio del mio Cuore Immacolato, che Io vi ho preparato proprio per questi ultimi tempi. … Io sono sempre con voi, per dirvi che la realizzazione di questi segni vi indica con sicurezza che è vicina la fine dei tempi, con il ritorno di Gesù nella gloria”. (31 Dicembre 1992)


Ma prima della liberazione dobbiamo sapere che ci aspettano i tempi che ci descrive la Madonna.


Dopo il messaggio dei 5 segni degli ultimi tempi, vorrei portare alla vostra attenzione un altro messaggio del 13 Maggio del 1994, dove vengono descritti gli ultimi tempi, i tempi conclusivi.
"Dentro il vostro tempo è l’attuazione del messaggio, che a Fatima vi ho dato e contro cui il mio Avversario si è scatenato, ma che ora apparirà in tutta la sua straordinaria importanza per la Chiesa e per tutta l’umanità. È un messaggio apocalittico. Esso riguarda la fine dei tempi. Esso annuncia e prepara il ritorno di mio figlio Gesù nella gloria”. (13 maggio 1994)


Qui la Madonna ci dice che questo messaggio "Apocalittico” riguarda la Chiesa e l'umanità. Per primo la Madonna parla dell'umanità:
“Su questa umanità ritornata pagana, avvolta dal gelo della negazione di Dio e della ribellione alla sua legge di amore, corrotta dal peccato e dal male e su cui Satana domina come sicuro vincitore, Io faccio scendere i raggi di amore e di luce del mio Cuore Immacolato...
Perché solo nel mio Cuore Immacolato troverete rifugio nel momento del castigo, conforto nell’ora della sofferenza, sollievo in mezzo ad indicibili dolori, luce nei giorni della tenebra più densa, refrigerio fra le fiamme del fuoco che consuma, fiducia e speranza in una ormai generale disperazione". (13 Maggio 1994)


Queste parole riguardano l'umanità; ora vediamo cosa dice per la Chiesa. Ora prestate bene attenzione su ciò che dice sulla Chiesa:
"Su questa Chiesa, oscurata e ferita, percossa e tradita, Io faccio scendere i raggi di amore e di luce del mio Cuore Immacolato. Quando in essa sarà entrato l’uomo iniquo, che porterà a compimento l’abominio della desolazione e che avrà il suo culmine nell’orribile sacrilegio, mentre la grande apostasia si sarà ovunque diffusa, allora il mio Cuore Immacolato raccoglierà il piccolo resto fedele che, nella sofferenza, nella preghiera e nella speranza, attenderà il ritorno di mio figlio Gesù nella gloria.
Per questo oggi vi invito a guardare alla grande luce, che da Fatima si è diffusa sulle vicende di questo vostro secolo e che si fa particolarmente forte in questi ultimi tempi. IL MIO è un messaggio apocalittico, perché siete dentro il cuore di ciò che vi è stato annunciato nell’ultimo e così importante Libro della Divina Scrittura.
Affido agli Angeli di luce del mio Cuore Immacolato il compito di portarvi alla comprensione di questi avvenimenti, ora che Io vi ho aperto il libro sigillato”. (13 Maggio 1994)


Vorrei che notaste le ultime parole che affida ai piccolo resto fedele:
"Siete dentro il cuore di ciò che vi è stato annunciato nell’ultimo e così importante Libro della Divina Scrittura”; e che la Madonna ci affida “agli Angeli della luce per portarci alla comprensione di questi avvenimenti" (13 maggio 1994).


A questo proposito riporto le parole dette da Benedetto XVI sul terzo segreto di Fatima nel 2010, durante il viaggio a Fatima. Il Papa rispondeva a un giornalista che chiedeva se nelle visioni di Fatima c'erano incluse le sofferenze della Chiesa di questo tempo (era il momento degli scandali per pedofilia). Il Papa ha risposto:
“La più grande persecuzione alla Chiesa non viene dall'esterno, dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa nel suo interno... Sono indicate realtà del futuro della Chiesa che conosceremo man mano si sviluppano e si mostrano c'è una visione della passione della Chiesa che naturalmente si riflette nella persona del Papa, la terribile crisi della fede, accompagnata da una profonda crisi morale... le soluzioni sono esterne, che riguardano un secolarismo costruttore di barriere contro la fede più preoccupato di pubblicità e di efficienza che della Verità".


A questo punto sono tantissimi i messaggi da analizzare, ed è impossibile vederli tutti; per questo vorrei soffermarmi principalmente sull'anno 1975: Siate nella Gioia.


Siate nella gioia.

"Vivi ogni momento in Me, senza pensare al domani, senza mai preoccuparti di ciò che dovrai fare… Presto tutto sarà piombato nell’oscurità. Allora Io stessa sarò la vostra condottiera… Per questo abituatevi a non guardare alle cose, ma a Me sola… Non guardate a quanto molti oggi fanno contro mio Figlio e contro di Me e si dispongono a fare contro di voi. Si avvicina l’ora delle tenebre, l’ora in cui dovrete bere il calice che mio Figlio ha preparato per ciascuno di voi. Ma neppure guardate a quest’ora, perché non vi prenda la paura e il turbamento. Guardate solo al mio Cuore Immacolato: qui rifugiatevi e riscaldatevi, qui rafforzatevi. Qui sentitevi al sicuro”. (15 marzo 1975)


Qui la Madonna ci avverte: noi siamo chiamati a vivere questi tempi con serenità, guardando solo a Lei, al suo Cuore di Mamma; ma che ci vuole anche consapevoli “dell'ora delle tenebre" e che siamo chiamati a bere il "calice amaro”.


“È ora che incominci a svelarvi parte del mio piano. Anzitutto è necessario che il mio Nemico abbia l’impressione di avere tutto conquistato, di aver ormai ogni cosa nelle sue mani. Per questo gli sarà concesso d’introdursi anche nell’interno della mia Chiesa e riuscirà ad offuscare il Santuario di Dio”. (18 ottobre 1975).
“Satana sta tramando in maniera sempre più aperta nella mia Chiesa. Si è ormai associato tanti miei figli Sacerdoti, illudendoli con il falso miraggio che il marxismo a tutti propone: l’interesse esclusivo dei poveri; un cristianesimo impegnato solo nella costruzione di una più giusta società umana; una Chiesa che si vorrebbe più evangelica e perciò sottratta alla sua istituzione gerarchica. Questa vera divisione nella mia Chiesa, questa vera apostasia da parte di tanti miei figli Sacerdoti, si accentuerà e diventerà anzi una violenta e aperta ribellione”. (31 dicembre 1975)
"Figli miei prediletti. Voi siete la mia trama; il disegno d’amore della vostra Mamma; il dono che Io faccio alla Chiesa perché sia consolata nella passione e nell’apparente morte che l’attende, prima del suo meraviglioso rinnovamento con il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo". (31 gennaio 1975)


Noi siamo il disegno del suo Amore di Mamma. CAPITE!!!



La grande prova

"Preparatevi a vivere momenti che la storia della Chiesa non ha mai conosciuto e in cui ogni cosa sembrerà sovvertita. Ma nella più grande oscurità Io sarò vostra luce e la vostra guida.
Perciò non temete mai... abbiate la più grande fiducia nel Mio Cuore Immacolato... siete chiamati a vedere il più grande trionfo della Misericordia di Dio nel mondo”. (1 gennaio 1978)


"In questi tempi la Chiesa è chiamata a vivere le ore della agonia e del Getsemani; le ore della passione redentrice; le ore della sua cruenta immolazione sul Calvario… Quale pesante Croce devono portare oggi questi miei amatissimi figli!
La croce dell’apostasia e della mancanza di fede; la croce dei peccati e degli innumerevoli sacrilegi; la croce dell’abbandono e del rifiuto; la croce della condanna e della crocifissione. È vicino per la mia Chiesa il momento dello spargimento del sangue e della sua cruenta immolazione.
Soprattutto in questi tempi, Io sono sempre accanto a questa mia figlia sofferente ed agonizzante, come lo sono stata sotto la Croce, su cui Gesù veniva immolato per la nostra redenzione…
Pregate, figli prediletti, fate penitenza, perché ormai siete entrati nel tempo del grande castigo che il Signore manderà per la purificazione della terra… La vostra sofferenza aumenterà con l’aumentare della prova che è già incominciata.” (1 gennaio 1991)


“La grande prova è giunta per tutti voi, miei poveri figli, così minacciati da Satana e colpiti dagli Spiriti del male…
Mai, come ai vostri giorni, la pace viene tanto minacciata, perché la lotta del mio Avversario contro Dio si fa sempre più forte, insidiosa, continua ed universale”. (1 gennaio 1993).


“È un mistero di amore e di dolore, di luce e di tenebra, di gioia e di sofferenza, di morte e di vita… È una prova tanto grande e dolorosa, che voi non potete neppure immaginare, ma è necessaria per la Chiesa e per tutta l’umanità, perché possa giungere a voi la nuova era, il mondo nuovo, la riconciliazione dell’umanità con il suo Signore”. (2 febbraio 1991)


Siete così entrati nella grande prova.

"Il pericolo che correte è quello di perdere la Grazia e la comunione di vita con Dio, che mio figlio Gesù vi ha ottenuto nel momento della Redenzione, quando vi ha sottratto dalla schiavitù del Maligno e vi ha liberato dal peccato. Ora il peccato non è più considerato un male; anzi spesso viene esaltato come un valore ed un bene… RICONOSCETE IL PECCATO COME IL MALE PIÙ GRANDE, come la fonte di tutti i mali individuali e sociali.
La grande prova è giunta per la Chiesa, tanto violata dagli Spiriti del male, così divisa nella sua unità ed oscurata nella sua santità. Vedete come in essa dilaga l’errore che la conduce alla perdita della vera fede. L’apostasia si diffonde in ogni parte. SPECIALE DONO del mio Cuore Immacolato per questi vostri tempi è il CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, che il mio Papa ha voluto promulgare, quasi suo luminoso e supremo testamento.
Soprattutto per la Chiesa è giunta l’ora della sua grande prova, perché sarà scossa dalla mancanza di fede, oscurata dalla apostasia, ferita dai tradimenti, abbandonata dai suoi figli, divisa dagli scismi, posseduta e dominata dalla massoneria, resa terra fertile da cui spunterà l’albero cattivo dell’uomo malvagio, dell’anticristo, che porterà al suo interno il suo regno.
Quanto più entrerete nel tempo della grande prova, tanto più sperimenterete, in maniera straordinaria, la mia presenza di Mamma accanto a voi per aiutarvi, per difendervi, per proteggervi, per consolarvi, per prepararvi nuovi giorni di serenità e di pace”. (1 gennaio 1993).


Ora lasciatemi fare un piccolo sfogo. Voi sapete che la Madonna ha disposto che passassi gli ultimi anni accanto a Don Stefano, e vi posso dire che erano molte le prove e le sofferenze che ha dovuto affrontare per il Movimento; ma ricordo, per lui era di grandissima sofferenza quando qualche responsabile metteva in dubbio i messaggi e così dubitava sulla la loro veridicità. Nel 2000 molti responsabili non hanno più partecipato agli esercizi spirituali annuali, vari hanno continuato ma poi hanno lasciato. Ricordo a questo proposito; Gerardo, P. Fabio del Salvador, un Vescovo del Perù che per vari anni ha tenuto delle bellissime meditazioni sui messaggi con le relative citazioni bibliche; e tanti altri....


Anche ai nostri giorni penso che per il Movimento sia arrivato il momento di essere pronti a svolgere la missione che Lei, la Condottiera, ci chiede; dobbiamo affrontare delle prove dolorose, perché questi sono i tempi della grande battaglia.


Cosa ci chiede di fare la Madonna, in questi tempi di battaglia.

"Preparatevi a vivere momenti che la storia della Chiesa non ha mai conosciuto e in cui ogni cosa sembrerà sovvertita. Ma nella più grande oscurità Io sarò vostra luce e la vostra guida.
Perciò NON TEMETE MAI.. abbiate la più grande fiducia nel Mio Cuore Immacolato... siete chiamati a vedere il più grande trionfo della Misericordia di Dio nel mondo". (1 gennaio 1978)


Qui la Madonna ci dice di prepararci per questi momenti di grande buio nella Chiesa e noi ora li viviamo questi tempi, in cui si vuole sovvertire la Verità del Vangelo, si vuole trasformare la Fede, solo in pietismo, ecumenismo...
"Come Mamma sono sempre accanto a voi, alla Chiesa ed alla umanità, per condurvi sulla strada dell’attuazione del Volere del Padre… in modo che la santissima e divina Trinità sia sempre più glorificata; dove si trova la sorgente della nostra gioia, e della nostra pace.” (1 gennaio 1993)


La grande prova è iniziata perché siamo minacciati da satana che ci fa perdere il vero senso del peccato, la vera causa di ogni male non solo spirituale ma anche fisico. La grande prova è iniziata in modo particolare per la Chiesa, e la Madonna ci invita a guardarla:
"Vedete come in essa dilaga l’errore che la conduce alla perdita della vera fede. L’apostasia si diffonde in ogni parte. Speciale dono del mio Cuore Immacolato per questi vostri tempi è il Catechismo della Chiesa Cattolica, che il mio Papa ha voluto promulgare, quasi suo luminoso e supremo testamento.” (1 gennaio 1993)


Ecco, carissimi: non ci resta che guardare a Maria come Madre di Dio ma anche come vera Madre nostra e Madre della Chiesa. Siamo chiamati a non lasciarci sopraffare dalla sfiducia, dalla paura, tanto meno dallo scoraggiamento, anche se vediamo che:
"L’ateismo si è organizzato come forza protesa alla conquista del mondo intero e alla completa distruzione della mia Chiesa… Voi, poveri figli miei, siete i più colpiti in una lotta che è soprattutto fra Me e il mio Avversario… prima ancora di annunciarvi la battaglia, da Mamma vi ho invitato a cercarvi un sicuro rifugio… IL MIO CUORE IMMACOLATO: capite ora, figli, perché questo è il più grande dono che il Padre celeste vi offre. Il mio Cuore Immacolato è il vostro più sicuro rifugio e il mezzo di salvezza che, in questi momenti, Dio dà alla Chiesa e all’umanità. E’ l’Opera che Io sto facendo nella mia Chiesa per chiamare a rifugiarsi in Me tutti i Sacerdoti, i miei prediletti…
Questa mia vittoria è già iniziata e presto splenderà su tutta lai Chiesa e sulla intera umanità rinnovata". (8 dicembre 1975)


"Consapevoli che l’ateismo ha fatto naufragare nella fede un grande numero di fedeli, che la dissacrazione è entrata nel Tempio santo di Dio non risparmiando neppure tanti nostri fratelli sacerdoti, che il male e il peccato sempre più dilagano nel mondo, osiamo alzare fiduciosi gli occhi a Te…” (atto di Consacrazione)


Quindi via la sfiducia, via la paura da noi del Movimento: l'unica preoccupazione deve essere quella di entrare e di aiutare altri ad entrare nel sicuro rifugio del Cuore Immacolato di Maria, vivendo la consacrazione al suo Cuore Immacolato "con lo semplicità dei bambini, in spirito di umiltà, di povertà, di fiducia e di filiale abbandono" (31 dicembre 1997).


E questo, anche se ormai è giunto il tempo in cui ...

"Coloro che vi ostacolano, che vi calunniano, che vi disprezzano, che vi emarginano, che vi perseguitano crederanno di fare cosa gradita al Padre Celeste e persino a Me, vostra Mamma Immacolata.
Questo fa parte del tempo tenebroso che vivete. Perché ormai entrate nella fase più dolorosa e più tenebrosa della purificazione e presto la Chiesa sarà scossa da una persecuzione terribile, nuova, che finora non ha ancora conosciuto”. (12 novembre 1988)


Oggi, carissimi, se uno non la pensa come i tanti altri, l'accusa più piccola è: sei un conservatore o Lefrevriano; o peggio ancora: sei contro il Papa, quindi non sei dei Movimento... Sentite cosa ci dice LEI, la Madre della Chiesa:
"Sono particolarmente accanto alla Chiesa in questi ultimi tempi, in cui essa deve vivere l’ora sanguinosa della sua purificazione e della grande tribolazione.
Anche per lei deve compiersi il disegno del Padre Celeste ed è così chiamata a salire il Calvario della sua immolazione. Questa mia amatissima figlia sarà percossa e ferita, tradita e spogliata, abbandonata e condotta al patibolo, ove verrà crocifissa.
Nel suo interno entrerà l’uomo iniquo, che porterà al culmine l’abominio della desolazione, predetta dalle divine Scritture.…”. (1 gennaio 1994)


"Ancora per poco avete da camminare nella luce: presto tutto sarà piombato nell’oscurità. Allora Io stessa sarò la vostra luce e vi guiderò a compiere ciò che il mio Cuore Immacolato desidera.
Per fare questo, figli prediletti, vi devo chiedere ciò che alla vostra natura umana costa di più: vi chiedo di vivere senza pensare al domani, senza preoccuparvi del futuro… Vivete, con perfetto amore e con perfetto abbandono, il presente che Io - attimo per attimo - dispongo per voi.
Per questo abituatevi a non guardare alle cose, ma a Me sola. Non guardate a ciò che vi attende, alle vicende così tribolate di questo vostro tempo…
Si avvicina l’ora delle tenebre, l’ora in cui dovrete bere il calice che mio Figlio ha preparato per ciascuno di voi. Ma neppure guardate a quest’ora, perché non vi prenda la paura e il turbamento.
Guardate solo al mio Cuore Immacolato: qui rifugiatevi e riscaldatevi, qui rafforzatevi. Qui sentitevi al sicuro. Abbandonatevi a questo mio Cuore completamente, senza riserve: solo allora risponderete al mio disegno di salvezza". (15 marzo 1975)
"Nello stesso momento infatti in cui Satana si sarà assiso quale signore del mondo e si sentirà ormai vincitore sicuro, Io stessa gli strapperò dalle mani la preda. Si troverà per incanto a mani vuote e all’ultimo la vittoria sarà soltanto di mio Figlio e mia: questa sarà il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo”. (19 dicembre 1973)


Sono tanti i segni ormai chiari che, in questi tempi, Satana si è assiso sicuro di vincere, anzi di stravincere; non lasciamoci ingannare: lui non prevarrà: e accogliamo l'invito della Mamma:


“La croce che Gesù vi domanda oggi di portare: vivere accanto a fratelli Sacerdoti che non credono più, che non vivono più, che tradiscono il Vangelo, che sono servi infedeli e restano tuttavia nella Chiesa per essere i ministri di questa infedeltà.
Questa per voi è la croce più pesante, ma rientra in un mio più grande disegno.
Gli avvenimenti decisivi sono ormai iniziati, e questo che voi vivete è il principio. Dovrà ancora approfondirsi e aggravarsi questo scandalo. Dovrete essere chiamati sempre più a soffrire, perché questa vera apostasia dal Vangelo diventerà un giorno generale nella Chiesa, prima della purificazione liberatrice.” (9 luglio 1975)


Proprio oggi un carissimo confratello mi ha raccomandato di non citare per il momento questi messaggi, perché, diceva, è troppo presto, non si è capiti e potremmo allarmare le persone per niente. Ma io dico: sono 40 anni che Lei, la Mamma, ci ha detto queste cose: cosa dobbiamo aspettare!
"E’ il momento in cui questo dovete sapere, per prepararvi consapevolmente alla battaglia. È ora che incominci a svelarvi parte del mio piano.
Anzitutto è necessario che il mio Nemico abbia l’impressione di avere tutto conquistato, di aver ormai ogni cosa nelle sue mani. Per questo gli sarà concesso d’introdursi anche nell’interno della mia Chiesa e riuscirà ad offuscare il Santuario di Dio. Mieterà le vittime più numerose fra i Ministri del Santuario.” (18 ottobre 1975)


L'Avversario deve avere l'impressione che ha tutto in mano, con l'introdursi all'interno della Chiesa, mietendo così tante vittime tra i ministri, e questo, carissimi, noi lo vediamo ogni giorno: e come Movimento Sacerdotale Mariano dobbiamo ancora fare finta che tutto è normale!?!


Risultati immagini per Padre Gabrielli QuartilioPadre Gabrielli Quartilio


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Notate:


Diversi vescovi hanno dato il loro Imprimatur al libro, con i messaggi della Madonna rivelati attraverso Don Stefano Gobbi. Si può trovare queste Imprimatur e anche tutti I messaggi a:
“Ai sacerdoti figli prediletti della Madonna”,
visitate:
http://madonna-sacerdoti.blogspot.it/ 


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[Modificato da Caterina63 03/04/2017 11:52]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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  GIOVEDÌ 6 APRILE 2017

Ecclesia Dei e Fatima: autorizzata la Messa votiva in rito antico nel Centenario anniversario della prima apparizione. Il Decreto in esclusiva su MiL


La Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" ieri ha gentilmente inviato per conoscenza alla Redazione di MiL- Messainlatino.it - che ringrazia per il riguardo e la stima - il Decreto n. 39.2011L di ieri 05 aprile 2017 con cui la stessa, a' sensi dell'art. 9 Universae Ecclesiae e delle Rubriche Generali del Messale Romano 1962 (specialmente il n. 341 e 343) concede e autorizza la facoltà di celebrare il 13 Maggio 2017 una Messa Votiva al Cuore Immacolato della B.V.M. secondo la forma straordinaria del Rito Romano in onore della Beata Vergine di Fatima.
La Messa dovrà intendersi di II classe, pari a quella del 22 Agosto.
Tale facoltà è concessa a qualsiasi sacerdote di Rito latino (sia secolare sia religioso) nel rispetto di ogni altra rubrica, per favorire la devozione dei fedeli per la Beata Vergine Maria di Fatima in occasione del prossimo C anniversario della prima apparizione.
Pubblichiamo con piacere ed in esclusiva in Italia il testo del Decreto (foto sopra) al fine di darne ampia notizia e diffusione.

Ecco la nostra traduzione del decreto:

Poiché alcuni fedeli che aderiscono alla forma straordinaria del rito romano venerano la beata vergine Maria di Fatima con singolare e fervente devozione

QUESTA PONTIFICIA COMMISSIONE ECCLESIA DEI

attese le Rubriche Generali del Messale Romano edito nell'anno 1962 (specialmente n. 341);

volendo rinvigorire la devozione dei fedeli verso la Bata Vergine Maria di Fatima;

in virtù della potestà ordinaria vicaria della quale gode (Universale Ecclesiae n.9)

CONCEDE E PERMETTE

che il giorno 13 maggio 2017 possa essere celebrata lecitamente e liberamente la Messa votiva del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria (come nel giorno 22 agosto) come messa votiva di seconda classe (per la quale si vedano le rubriche generali ai numeri 341 e 343) da ogni sacerdote di Rit Latino sia secolare sia regolare, osservate le altre rubriche generali riguardanti la Messa votiva di seconda classe e le commemorazioni.

Redazione MiL

[SM=g1740771]
[Modificato da Caterina63 06/04/2017 14:37]
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VENERDI' SANTO

Croce brachiale

 

Un anonimo artista, attivo in Westfalia nei primi decenni del 1400 realizza un dittico di straordinaria bellezza simbolica. Una rara iconografia della croce brachiale, ci illustra la profondità della redenzione, i suoi simboli e i suoi atti salvifici. La croce è detta brachiale o vivente perché dalle estremità di essa spuntano mani operose che indicano ciò che la morte e la risurrezione di Cristo hanno introdotto nella storia.

di Gloria Riva

Anonimo tedesco Artista attivo nella Westfalia inizi del 15 ° secolo

Dittico con i simboli della Vergine e di Cristo Redentore: Cristo con la croce come Redemptor Mundi (pannello di destra) c.1410 28,5 x 18,5 cm Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

Un anonimo artista, attivo in Westfalia nei primi decenni del 1400 realizza un dittico di straordinaria bellezza simbolica. Uno dei dipinti celebra la verginità della Madonna, mediante l’iconografia dell’Hortus Conclusus, l’altro invece illustra il fatto della Redenzione che rompe con gli antichi schemi e inaugura una nuova economia di salvezza, nella quale protagonista è ancora la Vergine Maria.

Temi e simboli oggi contro corrente ma che nella cornice di un anno eminentemente mariano, come il 2017, in cui ricorre il centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima, tornano alla ribalta e andrebbero messi in evidenza. 

La rara iconografia della croce brachiale, ci illustra la profondità della redenzione, i suoi simboli e i suoi atti salvifici. La croce è detta brachiale o vivente perché dalle estremità di essa spuntano mani operose che indicano ciò che la morte e la risurrezione di Cristo hanno introdotto nella storia. Cristo infatti, è appeso alla croce e, benché sia evidente la ferita del costato e quindi la sopraggiunta morte del divino Condannato, ha gli occhi aperti e una carne bianchissima, indici di risurrezione. Si tratta di una mirabile fusione fra il Christus passus e il Christus Triumphans, cioè tra il Cristo della Passione e quello glorioso della Risurrezione.

Le quattro mani mostrano i modi di lettura dell’opera. In alto, una mano rivolta verso il Cielo, tiene le chiavi della Gerusalemme celeste (quelle consegnate a Pietro). Sul lato destro una mano regge una spada e decreta la fine dell’antica economia fatta di sacrifici, la quale non riusciva a spezzare le catene dell’antico male, cioè del peccato originale.

Nella parte bassa del dipinto, dalla radice del terreno, spunta una terza mano, la quale, impugnando il martello, percuote il nemico numero uno dell’uomo cioè la morte. L’ultima mano a sinistra è benedicente e testimonia la potenza salvifica della nuova economia di salvezza instaurata da Cristo.

La luce viene da destra e illumina anzitutto scene dell’antico testamento: l’altare del Sacrificio, non più necessario perché un altro Sacrificio è stato instaurato. Il vessillo dei poteri di questo mondo, spezzato dal potere sovrano che Cristo ha rivelato con la sua Risurrezione. Adamo ed Eva, in alto, e il teschio con il serpente e la mela in bocca, sospeso tra le foglie di acanto, raccontano - invece - la sconfitta ultima e definitiva del peccato dell’origine. Un uomo bendato, emblema del Primo testamento, rimane inattivo di fronte all’altare del sacrificio, perché reso inutile dal Sacrificio con la S maiuscola che fu quello di Cristo sulla croce.

Dall’altro lato, Gesù si china verso la Madre che regge un vessillo (riferimento al canto della tradizione antica Vexilla regis) e regge un calice. Maria è la corredentrice e indica a noi i mezzi della salvezza eterna: la croce (il vessillo) e l’Eucaristia. Quest’ultima è il sacramento che, dopo l’incorporazione avvenuta con il Battesimo, ci Cristifica, ci rende cioè Presenza di Cristo nel mondo. In alto infatti, sul braccio orizzontale della croce Maria regge davanti al Papa la Comunione eucaristica: si  tratta delle due dimensioni della Chiesa, quella mariana e quella petrina, sostenute dal Sacramento per eccellenza che è appunto l’Eucaristia. Ai piedi di Maria, l’altro polo della dimensione petrina che è la Parola. Solo l’Agnello è in grado di aprire i sigilli e di leggerla. Solo il Magistero che mantiene la comunione con Cristo mediante Pietro e i Sacramenti è in grado di interpretare rettamente la Parola.

Nel girale di acanto (altro simbolo di risurrezione) risplende, opposta al serpente, la Chiesa Sposa di Cristo, della quale Maria è la personificazione. Un universo simbolico, dunque, che educava i credenti alla vita sacramentale e ai capisaldi della fede cattolica. Simboli che lumeggiano aspetti oggi adombrati da una teologia riformista la quale però non sempre riesce a fare i conti con il ricchissimo corpus di rimandi vetero-testamentari che i medievali avevano invece sempre ben presenti e vivi.

Sorprendente, per la concezione teologica che il Medioevo aveva rispetto alla donna, è la sottolineatura di Maria che mostra, potremmo dire in-segna, al Papa il Mistero Eucaristico. Ella che fu il primo ostensorio dell’umanità, secondo questa bella tavola tedesca, è l’unica da invocare perché si possa tornare a una comprensione piena e totale del Mistero centrale della nostra Fede: il Dio con noi presente  per antonomasia nel Sacramento dell’Altare.

     




[Modificato da Caterina63 16/04/2017 08:58]
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24/04/2017 10:26
 
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 ATTENZIONE: NON PRESTATEVI A QUESTO COMMERCIO, si chiama simonia   
chi vuole questo genere di prodotto sacro DEVE RECARSI SUL POSTO in pellegrinaggio di Fede, oppure farselo portare, gratuitamente, da chi è andato sul posto.....



Acqua di Lourdes"Acqua di Lourdes su Amazon, simonia 2.0
Internet apre sicuramente a una quantità di strade nuove e inesplorate per avvicinarsi a luoghi non ancora visitati. Ma anche vecchie pratiche, come la simonia, il commercio di oggetti sacri. Su Amazon si può infatti comprare una tanica di acqua di Lourdes. Sarebbe meglio ripassare Dante, bolgia dei simoniaci."

di Orlando Falena

Internet apre sicuramente a una quantità di strade nuove e inesplorate per avvicinarsi a luoghi non ancora visitati. Per esempio: recarsi al santuario di Fatima o davanti alla Virgen de Guadalupe può non essere semplice per chi vive dall’altra parte del pianeta. Pertanto, andare su internet, googlare il nome del luogo e godersi qualche immagine può essere, quantomeno, un palliativo soddisfacente.

Mettiamo caso, però, che questo non basti. Che si voglia “possedere” quel luogo, o quantomeno “qualcosa” di quel luogo. Un souvenir, un ricordino, un qualcosa che ci possa avvicinare a quel tipo di spiritualità che il luogo dei nostri desideri porta con sé. Ecco, anche in questo caso giungono in aiuto internet e i più disparati ecommerce: comprare è semplice, il prezzo di spedizione ribassato (soprattutto per i grandi player di mercato), la fruizione del prodotto a pochi giorni dall’acquisto.

Tuttavia, alcune cose non tornano. Un esempio: sul famoso ecommerce Amazon - di cui abbiamo avuto modo di discutere in alcuni articoli precedenti - vi sono due utenti, “AUTHENTIC FROM LOURDES” e “DIRECT FROM LOURDES”, che mettono in vendita libri, rosari e piccole croci dal famoso santuario da cui prendono il nome. Fin qui, nulla di sconvolgente. Ma ecco che, insieme a questi elementi “laici”, c’è la possibilità di acquistare una tanica di acqua santa di Lourdes, direttamente dal “Grotto”.

La tanica si presenta come una classica tanica per il trasporto di benzina: in plastica con tappo evitabile. L’unica differenza è nella stampa della famosa immagine che spesso accompagna gli oggetti che provengono dal santuario. La cosa - sicuramente di pessimo gusto - ha anche un elemento peggiorativo: il prezzo. 0,75 litri di acqua di Lourdes costano - senza spedizione - 45,90 $, poco più di 43 €.

Abbiamo già avuto modo di rimanere abbastanza scioccati dal presepe hipster messo in vendita poco prima di Natale di cui abbiamo trattato in un precedente articolo. Ma se lì si trattava di blasfemia, qui è simonia. Un nuovo tipo di commercio delle cose sacre nella sua naturale innovazione a 2.0. Ora è possibile ricevere direttamente a casa una boccia d’acqua santa al modico prezzo di 43 euro. La plastica della tanica sarà sicuramente di qualità, nessuno lo mette in discussione, come nessuno mette in discussione l’effettiva provenienza dell’acqua dalla grotta occitanica (fino a prova contraria, proviamo a essere fiduciosi). 

Rimane il fatto che il commercio di cose sacre è una pratica che fin dal medioevo veniva denunciata: si pensi a Dante e alla bolgia sterminata di peccatori sepolti con i piedi al vento e le fiammelle ardenti che gli blandivano la pianta dei piedi. Forse è il caso che questa immagine riprenda piede anche nel XXI secolo.





[Modificato da Caterina63 24/04/2017 10:29]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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01/05/2017 11:38
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720] VERSO IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA PER VOLERE DI GESU', in questo video le parole espresse dai tre Pastorelli di Fatima [SM=g1740733]

www.youtube.com/watch?v=A_G_JpgRUg4





[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

FATIMA E' UN FATTO, NON UN'ERMENEUTICA.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 5 - Maggio 2017


Fatima è un fatto, punto e basta.
Se c'è una cosa che tutti devono riconoscere nel centenario delle apparizioni della Madonna in terra di Portogallo, è che da Fatima non si può prescindere. Sia che tu le riconosca come vere, sia che tu rimanga come un po' in sospeso, da Fatima non puoi esulare: essa segna una “botta” di cristianità in mezzo al secolo più laico che la storia abbia mai conosciuto; segna un emergere della coscienza cattolica, più puramente cattolica che si possa immaginare, alla vigilia della seconda guerra mondiale e di quella che viene da molti chiamata la terza guerra mondiale, cioè il Concilio Vaticano II e il suo turbolento post- concilio.

Il fatto stesso che la Chiesa non le abbia sconfessate, ma anzi riconosciute ripetutamente, anche con il pellegrinaggio di suoi tre Papi (il quarto, l'attuale, è in procinto di recarvisi), pone le apparizioni di Fatima al centro della storia della Cattolicità tra '900 e 2000.

E non è nemmeno necessario chiarire il mistero del terzo o quarto segreto, che tutt'ora permane, per capire che Fatima colpisce al fianco quella falsificazione della vita della Chiesa che si è andata drammaticamente operando in nome dell' “aggiornamento”.
Basta risentire i primi due segreti, quelli conosciuti con chiarezza, per capire che il Cielo è intervenuto a correggere quel disastro che gli uomini di chiesa avrebbero costruito da lì a poco. La visione dell'inferno, l'annuncio della fine della prima guerra mondiale e poi l'annuncio della seconda, se gli uomini non si fossero pentiti e ravveduti, sono la più solenne dichiarazione che il nuovo cattolicesimo, sfornato negli anni '60, non ha nulla a che fare con la Rivelazione, non ha nulla a che fare col Vangelo di Cristo.

Viene proprio da dirlo: bastano i primi due segreti per scandalizzarsi, se si è dei cattolici ammodernati!

Sì, perché Fatima è la solenne riaffermazione che la storia dipende da Dio, proprio da Dio. Che le guerre non sono l'inizio del male, ma l'esito del peccato degli uomini. Fatima ci ricorda che i nostri atti ci seguono; che il tradimento nei confronti di Dio si paga, nella vita personale come in quella pubblica, a meno che non intervenga un salutare pentimento. Fatima, la Madonna a Fatima, parla per i Pastori della Chiesa che non parlano più; avvisa i suoi figli che bisogna riparare l'offesa fatta a Dio e che da questo dipenderà la storia del mondo, delle nazioni e dei popoli, e non solo la vita personale.

Fatima riafferma l'esistenza dell'Inferno e la sua tragica possibilità, mentre di lì a poco tutta la pastorale della Chiesa ne avrebbe vietato il parlarne. In una parola, Fatima è così limpida come contenuto che è semplicemente una pagina evangelica; ma proprio del Vangelo nel suo contenuto più semplice di conversione, di dannazione e salvezza, la Chiesa si stava preparando a non parlare più.

Certo, si parlerà molto di Fatima in questi mesi, ma molto verrà fatto per tradirla. La si ridurrà all’esperienza spirituale di tre bambini, sottolineando solo che Dio è provvidenza e non abbandona gli uomini. La si ridurrà ad una specie di “scuola di preghiera”, come quelle che tanto andavano in voga negli anni '80, ma ci si guarderà bene dal ricordare fino in fondo ciò che la Madonna ha detto in riferimento alla storia dell'umanità e della Chiesa. Si annullerà Fatima dentro la grande ermeneutica della Chiesa di oggi: tutto va riletto dentro lo “spirito del Concilio”, anche Fatima che ne è così evidentemente lontana.

I cattolici di oggi sono così immersi nel Naturalismo, per cui Dio resta al di là della storia senza determinarne il corso, da non sopportare che una guerra scoppi perché i cristiani non osservano più i comandamenti. Per i cattolici riprogrammati dai vari sinodi diocesani, la storia ha ragioni economiche e sociali, mai religiose.

Invece Fatima, eco del Vangelo, dice il contrario: le cause sono sempre religiose: dall'obbedienza o meno a Dio, a Gesù Cristo, dipende tutto.

Il terzo segreto, sia quello che sia, non sarà di una natura diversa da quella dei primi due: ribadirà che la storia dell'umanità e anche quella della Chiesa, dipendono dalla santità o meno dei cristiani. Il terzo segreto riaffermerà che anche la Chiesa si può rinnovare non nelle ottuse analisi umane, ma nell'osservanza della volontà di Dio, possibile solo nella grazia dei sacramenti.
Apprestiamoci a vivere allora con la semplicità dei bambini, dei bambini di Fatima, questo centenario, consapevoli che non si tratta della celebrazione di un fatto passato, ma di un potente richiamo attuale: se gli uomini continueranno a offendere Dio una guerra peggiore scoppierà... e che sia guerra militare o guerra morale poco importa, visto che in entrambe le anime sono esposte al pericolo della dannazione eterna, da cui la Madonna ci vuole sottrarre.

Apprestiamoci a vivere il centenario di Fatima accogliendo il grande richiamo della devozione al Cuore Immacolato di Maria, vero e proprio “pugno nello stomaco” per il cristianesimo ammodernato: la comunione riparatrice che cambia il corso della storia.


radicatinellafede.blogspot.it/2017/04/fatima-e-un-fatto-non-unermeneutica.html?...

[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 01/05/2017 21:44]
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Le profezie sul futuro dell’umanità




Da sempre gli uomini hanno cercato di conoscere il futuro nell’intento di prevenirlo e di controllarlo, così osserviamo come in epoca etrusca e poi romana gli aruspici traevano presagi dall’osservazione delle viscere degli animali sacrificati, mentre negli stessi secoli in Grecia i sacerdoti interrogavano gli oracoli. (nell’immagine Le tre Parche)

 

Tali forme di divinazione confidavano nell’esistenza di entità superiori che governavano e reggevano il mondo materiale e che, a certe condizioni, potevano essere interpellate dagli uomini per informarli riguardo al loro destino.

Ma sappiamo anche che nello stesso periodo storico (VII-VI sec. a C.) Dio proibì agli ebrei di contaminarsi con i riti di divinazione praticati delle genti che occupavano i territori confinanti con la Terra Promessa1, mentre, allo scopo di guidarli nel cammino di salvezza, suscitò profeti che parlavano in nome suo, avvertendo tuttavia, una volta per tutte, che quando un profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore; l’ha detta il profeta per presunzione, o l’ha detta nel nome di altri dei.2

 

Leggiamo poi nel libro dei proverbi3, secondo l’antica vulgata, quando verrà meno la profezia, il popolo andrà in rovina e S. Tommaso conclude: “e così risulta evidente che la profezia è necessaria per la conservazione umana.”4 E aggiunge: “Inoltre l’illuminazione profetica si estende anche alla guida delle azioni umane. E per questo la profezia è necessaria al governo del popolo. Specialmente poi in ordine al culto di Dio, per il quale non basta la natura, ma si richiede la grazia”5


La Chiesa cattolica ha recepito questi principi al n. 2115 del Catechismo affermando: “Dio può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità.”


J. RatzingerAfferma J. Ratzinger: “Dopo l’evento della Resurrezione il Signore ha continuato a suscitare tra i suoi Santi coloro che profetassero, ma occorre chiarire che profetizzare altro non è che rivelare il pensiero di Dio e il profeta non è uno che predice l’avvenire e gli avvenimenti che dovranno accadere, ma colui che dice la verità perché è in contatto con Dio e tale verità è valida per oggi illuminando anche il futuro.”6


La profezia consiste quindi primariamente e principalmente in una conoscenza: poiché i profeti conoscono cose che sfuggono alla conoscenza umana7 e quanto va sotto il nome di profezia è conoscibile solo per rivelazione divina”, aggiunge S. Tommaso.8

Fatte queste doverose premesse, va rilevato come anche nella nostra società iper-tecnologica, apparentemente razionale e culturalmente evoluta, permanga un desiderio quasi ossessivo di conoscere il proprio futuro e quello dell’intera umanità.

Il ricorso frequente a maghi, chiromanti, spiritisti ed ogni altro genere di indovini e manipolatori della realtà da parte di persone appartenenti un po’ a tutti i ceti sociali, benché ciò sia apertamente condannato dalla Chiesa cattolica9, rivela il sintomo di un disagio non solo esistenziale e materiale, ma soprattutto spirituale.

E a maggior ragione è preoccupante la mole sempre crescente di messaggi da parte di “Madonne” dai più incredibili appellativi, di “Gesù” maledicenti e di “Sacratissimi Cuori” sanguinanti, senza tralasciare gli “Angeli” e “Padre Pio”. E tutti, oltre a profetare, compaiono anche in effigie su alberi, facciate di case, tendaggi e persino sui pavimenti.

Non vi è Stato, città, borgo o contrada che, a seconda del numero dei suoi abitanti, non abbia almeno un/una veggente, con messaggi identici riguardo allo stile e al contenuto, che è sempre apocalittico, con predizioni di imminenti punizioni e con gli stessi generici e banali inviti alla conversione e alla preghiera.10

La questione però è molto più complessa di quanto possa sembrare e non è risolvibile semplicemente ignorando tale proliferare di veggenze e profezie, perché esse sono la controprova che il momento che stiamo vivendo è drammatico e che la voce del Cielo, quella vera, è continuamente offuscata dal cicaleccio ingannatore e sviante suscitato da colui chemenzognero e padre della menzogna,11 cerca di soffocare e confondere la verità con i suoi raggiri e prodigi.

Analizzando l’insieme dei contenuti si osserva che la costante rappresentazione della realtà è sicuramente corrispondente a quella attuale, soprattutto dal punto di vista spirituale, così come l’attesa di prossimi castighi apparrebbe conseguenziale alle effettive azioni malvage degli uomini del nostro tempo, perciò si potrebbe essere indotti a concludere che essi siano tutti veritieri.

Quello che i “veggenti” ignorano è che spesso essi sono ingannatori e ingannati nello stesso tempo12 da una stessa “entità”, cioè che sono vittime della nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio”13, che è causa della ripetitività dei messaggi e che conosce le verità immanenti ma non le modalità esatte ed il tempo preciso in cui si realizzerebbero i “castighi” annunciati.

E tale “spirito maligno”, che chiamiamo demonio, non ha come fine il bene dell’umanità bensì la sua sottomissione mediante derive superstiziose, fanatiche ed illusorie, sostituendo se stesso e la propria religiosità deviata al vero Dio ed alla vera dottrina, dottrina che manipola a suo vantaggio per i suoi scopi.

S. Giovanni della CroceBen spiega ciò S. Giovanni della Croce quando afferma: “Il demonio, per poter ingannare e insinuare menzogne, prima adesca con verità e con certe cose molto verosimili per dare sicurezza, ma subito dopo inganna. Egli suggerisce molte cose vere e conformi alla ragione, che si avvereranno. Le anime, quindi, possono facilmente cadere nell’inganno, convinte che, essendo cose vere e che si realizzano, non possono venire che da Dio.


In realtà ignorano che è facilissimo per chi, come il demonio, possiede un lume naturale così grande, conoscere gli avvenimenti o molti di essi, passati e futuri già nelle loro cause. Poiché il demonio possiede questa luce molto viva, con estrema facilità può predire che alla tal causa seguirà quel determinato effetto, anche se a volte si sbaglia perché tutte le cause dipendono dalla volontà di Dio. Il demonio può conoscere queste cose, non solo naturalmente, ma anche per esperienza, perché ha visto Dio fare cose simili; può quindi rivelarle in antecedenza e indovinare.”14

Va aggiunto poi che se il Signore ha rivelato ad una o più anime quanto potrà accadere agli uomini di una certa epoca se non si convertiranno e se queste anime, per obbedienza al confessore o al superiore, hanno scritto le profezie confidate loro dall’Altissimo, anche il demonio ne viene a conoscenza e può utilizzare quelle informazioni per crearsi i propri veggenti, i propri messaggi e i propri seguaci.

Spiega S. Tommaso: “Anche l‘insegnamento che i demoni impartiscono ai loro profeti contiene delle verità che lo rendono accettabile: poiché l’intelletto si lascia condurre alla falsità dall’apparenza della verità, come la volontà si lascia trascinare al male dall’apparenza del bene. Da cui le parole del Crisostomo: «È stato concesso al demonio di dire talora delle verità per avallare, con quel poco di verità, la sua menzogna».15

Similmente, se come afferma Ratzinger profetizzare altro non è che rivelare il pensiero di Diocolui che parlando delle cose di Dio alterna verità e menzogna e si contraddice frequentemente, se non sussistono ragioni psichiche, va sospettato di essere sotto la nefasta influenza del demonio. E tale persona, se discettasse alla stessa maniera di argomenti specificatamente umani, non troverebbe credibilità in nessun consesso.

Ma può anche capitare che un’anima riceva delle rivelazioni, ma che poi cada in peccato e si lasci vincere da vizi spirituali quali la presunzione, la superbia e la vanagloria. “Costoro irritano talmente Dio che egli li lascia volutamente cadere nell’errore, nell’inganno e nell’accecamento dello spirito – afferma S. Giovanni della Croce citando Isaia – Il Signore ha mandato in mezzo a loro uno spirito di smarrimento, che, in parole povere, significa lo spirito di capire alla rovescia.”16

Teologia della SalvacionVi sono anche altre caratteristiche che accomunano i falsi messaggi e una di queste è la loro verbosità. Insegna il teologo domenicano Antonio Royo Marin: “Le rivelazioni che sono prolisse senza necessità, o sovraccariche di prove e di ragioni superflue non sono divine. Le rivelazioni divine sono molto brevi e discrete, sono espresse con poche parole molto chiare e precise”17


Il massimo esempio di rivelazioni divine, della specie indicata dal Royo Marin, sono le profezie messianiche. A loro proposito Antonio Socci nel suo fondamentale libro Indagine su Gesù afferma: “Esse descrivono con una precisione sconvolgente e con secoli d’anticipo i particolari della vita di Gesù”, indicando in trecento il numero complessivo di volte in cui appaiono nella Sacra Scrittura, “diversificate per peso e valore” ma tutte confluenti nella descrizione dell’avvento del Cristo18.

Lo scrittore mostra, con elenchi comparativi, la corrispondenza perfetta fra ogni profezia ed il suo compimento, ma la caratteristica comune a tutte è l’essenzialità del contenuto e la brevità di linguaggio. A scopo esemplificativo si cita la più conosciuta: Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele19

Se quindi molto dubbia è la veridicità delle profezie attualmente circolanti, miglior certezza sulla loro origine divina offrono quelle delle anime mistiche che sono vissute nel nascondimento del mondo e nel raccoglimento interiore di unione a Cristo.

Afferma infatti il Catechismo: “In questi duemila anni Gesù si è manifestato e ha parlato in vario modo ad anime elette in un’unione spirituale definita “mistica” perché è partecipe del mistero di Cristo mediante i sacramenti  - “i santi misteri” – e, in Lui, al mistero della Santissima Trinità.”20


FaustinaInfatti, riguardo alle modalità con cui si rivela ad un’anima, Gesù confida a S. Faustina Kowalska: “Procura di vivere nel raccoglimento, in modo da poter udire la Mia voce; essa è tanto sommessa che possono udirla solo le anime che vivono in grande raccoglimento21

 

S. Teresa d'AvilaParimenti S. Teresa di Gesù chiarisce che la prima disposizione attraverso cui un’anima inizia il percorso di unione a Gesù è la condizione di quiete delle potenze intellettive, solo attraverso la quale può giungere allo stato di contemplazione.22

 

Afferma S. Tommaso: “Si deve però notare che la profezia, avendo per oggetto dati che esulano dalla nostra conoscenza, più una cosa è lontana dalla conoscenza umana, più propriamente appartiene alla profezia e oggetto proprissimo della profezia è la rivelazione di eventi futuri.23

Per tutto quanto si è finora esposto, sembra proprio che le profezie più credibili siano quelle segretamente custodite negli scritti delle anime mistiche e che sono state svelate solo dopo la loro morte.

 

Articoli correlati:


Come riconoscere i falsi veggenti


Attenzione ai falsi carismatici


Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni

____________________


Note


1. Dt 18, 9-14

2. Dt 18, 20-22

3. Pr 29,18 – cum prophetia defecerit, dissipabitur populus, nella nuova vulgata cum visio defecerit, dissipabitur populus; tradotto in italiano, secondo la versione CEI, senza la rivelazione il popolo diventa sfrenato, mentre BJ traduce con “visione” facendo riferimento all’attività dei profeti

4. S. Tommaso d’Aquino, Somma teologica, IIª-IIae, q. 172 a. 1 arg. 4

5. Ivi, a. 1 ad 4

6. J. Ratzinger, intervista a Niels Christian Hvidt

7. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, cit., q. 171 a. 1 co

8. Ivi, a. 3 ad 2

9. Catechismo, n 2116. Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che “svelino” l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo a cui molti pur affermano di appartenere

10. Per un discernimento su vera e falsa profezia si rimanda all’articolo Come riconoscere i falsi veggenti ed alle Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni emanate dalla Sacra Congregazione per la dottrina della fede.

11. Gv 8,44

12. 2Tm 3,13

13. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 394

14. S. Giovanni della Croce, Salita del Monte Carmelo, libro II, ed. OCD

15. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, cit., q. 172 a. 6 co.

16. S. Giovanni della Croce, Salita del Monte Carmelo, cit.

17. Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Edizioni S. Paolo, p. 1078

18. Antonio Socci, Indagine su Gesù, ed. Rizzoli, pp.137-139

19. Is. 7,14

20. Catechismo, n. 2014

21. La Misericordia di Divina nella mia vita – Diario di S. Faustina Kowalska, Libreria editrice vaticana, 2.VI.1938

22. Teresa d’Avila, Libro della mia vita, Edizioni S. Paolo, cap. 15

23. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, cit., q. 171 a. 3 co.



Ci siamo, Amici, il 13 maggio 2017 è arrivato ..... è il 100° Anniversario delle apparizioni mariane a Fatima, in Portogallo. Per tutto il secolo scorso, individui di ogni parte del mondo hanno sviluppato delle teorie per decifrare il messaggio nascosto dei tre “segreti” di Fatima, ma suor Lucia disse che l’interpretazione apparteneva non al veggente ma alla Chiesa. Spetta alla Chiesa interpretare i vari segni e simboli di Nostra Signora di Fatima per offrire ai fedeli una chiara guida nella comprensione di ciò che Dio vuole rivelarci.

La Chiesa ha fatto esattamente questo nel 2000, quando l’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scrisse un lungo commento-interpretazione a livello teologico del famoso “terzo segreto”. Il cardinale venne incaricato di chiarire i segni e i simboli che si rinvenivano nelle visioni della Madonna, e fece alcune scoperte straordinarie.

Ecco cinque rivelazioni sorprendenti che si rinvengono nel “terzo segreto” di Nostra Signora di Fatima come interpretato dal cardinale Ratzinger (ora papa emerito Benedetto XVI).

Penitenza, penitenza, penitenza!

1. “La parola chiave di questo « segreto » è il triplice grido: « Penitenza, Penitenza, Penitenza! ». Ci ritorna alla mente l’inizio del Vangelo: « paenitemini et credite evangelio » (Mc 1, 15). Comprendere i segni del tempo significa: comprendere l’urgenza della penitenza – della conversione – della fede. Questa è la risposta giusta al momento storico, che è caratterizzato da grandi pericoli, i quali verranno delineati nelle immagini successive”

Il messaggio centrale di Nostra Signora di Fatima era “Penitenza”. Ha cercato di ricordare al mondo la necessità di allontanarsi dal male e di riparare ai danni provocati dai nostri peccati. Questa è la “chiave” per comprendere il resto del “segreto”. Tutto gira intorno alla necessità di penitenza.

Abbiamo forgiato la spada di fuoco

2. “L’angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell’Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come pura fantasia: l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco. La visione mostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione — lo splendore della Madre di Dio, e, proveniente in un certo modo da questo, l’appello alla penitenza”

Questa parte dell’apparizione tende ad essere la più angosciante. Sembra che Dio possa distruggerci tutti con una “spada di fuoco”. Il cardinale Ratzinger, però, sottolinea che la “spada di fuoco” sarebbe qualcosa che creiamo noi (come la bomba atomica) in opposizione a qualsiasi fuoco che scenda dal cielo. La buona notizia è che la visione afferma che la spada di fuoco si estingue a contatto con lo splendore della Madonna, in collegamento con la chiamata alla penitenza. La Vergine ha l’ultima parola e il suo splendore può fermare qualsiasi cataclisma.

Il futuro non è scolpito nella pietra

3. “Viene sottolineata l’importanza della libertà dell’uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva… Il senso della visione… è… quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene”.

Contrariamente alla convinzione popolare, le intense visioni offerte da Nostra Signora di Fatima non sono una previsione di quello che accadrà. Sono una previsione di quello che potrebbe succedere se non risponderemo all’appello alla penitenza e alla conversione del cuore che la Madonna ci ha rivolto. Abbiamo ancora il nostro libero arbitrio, e siamo esortati a usarlo per il bene di tutta l’umanità.

Il sangue dei martiri è seme della Chiesa

4.“La conclusione del « segreto »… è una visione consolante, che vuole rendere permeabile alla potenza risanatrice di Dio una storia di sangue e lacrime. Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il sangue dei martiri e irrigano così le anime, che si avvicinano a Dio… Come dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa, così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura della Chiesa. La visione della terza parte del « segreto », così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con una immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo”

È vero che la visione contiene molta sofferenza, ma non è invano. La Chiesa può dover soffrire molto negli anni a venire, e questo può non essere una sorpresa. La Chiesa ha vissuto la persecuzione fin dalla crocifissione, e la nostra sofferenza nell’epoca attuale produrrà effetti positivi solo in futuro.

Abbiate coraggio. Io ho vinto il mondo

5. “‘« Il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Che cosa significa? Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie… Il maligno ha potere in questo mondo… egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma… la libertà per il male non ha più l’ultima parola. Da allora vale la parola: « Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo » (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa”

Per concludere, il “segreto” di Fatima ci dà speranza in questo mondo lacerato dall’odio, dall’egoismo e dalla guerra. Satana non trionferà, e i suoi piani malvagi verranno ostacolati dal Cuore Immacolato di Maria. Ci potrà essere sofferenza nel prossimo futuro, ma se ci aggrappiamo a Gesù e a Sua Madre usciremo vittoriosi.

   


[Modificato da Caterina63 08/05/2017 17:50]
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PELLEGRINAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
AL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI FÁTIMA 

in occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria
(12-13 maggio 2017)

PREGHIERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Cappellina delle Apparizioni, Fátima
Venerdì, 12 maggio 2017









 


 

Il Santo Padre:

Salve Regina,
beata Vergine di Fatima,
Signora dal Cuore Immacolato,
rifugio e via che conduce a Dio!
Pellegrino della Luce che viene a noi dalle tue mani,
rendo grazie a Dio Padre che, in ogni tempo e luogo, opera nella storia umana;
pellegrino della Pace che, in questo luogo, Tu annunzi,
do lode a Cristo, nostra pace, e imploro per il mondo la concordia fra tutti i popoli;
pellegrino della Speranza che lo Spirito anima,
vengo come profeta e messaggero per lavare i piedi a tutti, alla stessa mensa che ci unisce.

Ritornello cantato dall’assemblea:

Ave o clemens, ave o pia!
Salve Regina Rosarii Fatimæ.
Ave o clemens, ave o pia!
Ave o dulcis Virgo Maria.

Il Santo Padre:

Salve Madre di Misericordia,
Signora dalla veste bianca!
In questo luogo, da cui cent’anni or sono
a tutti hai manifestato i disegni della misericordia di Dio,
guardo la tua veste di luce
e, come vescovo vestito di bianco,
ricordo tutti coloro che,
vestiti di candore battesimale,
vogliono vivere in Dio
e recitano i misteri di Cristo per ottenere la pace.

Ritornello…

Il Santo Padre:

Salve, vita e dolcezza,
salve, speranza nostra,
O Vergine Pellegrina, o Regina Universale!
Nel più intimo del tuo essere,
nel tuo Cuore Immacolato,
guarda le gioie dell’essere umano 
in cammino verso la Patria Celeste.
Nel più intimo del tuo essere,
nel tuo Cuore Immacolato,
guarda i dolori della famiglia umana
che geme e piange in questa valle di lacrime.
Nel più intimo del tuo essere,
nel tuo Cuore Immacolato,
adornaci col fulgore dei gioielli della tua corona
e rendici pellegrini come Tu fosti pellegrina.
Con il tuo sorriso verginale
rinvigorisci la gioia della Chiesa di Cristo.
Con il tuo sguardo di dolcezza
rafforza la speranza dei figli di Dio.
Con le mani oranti che innalzi al Signore,
unisci tutti in una sola famiglia umana.

Ritornello…

Il Santo Padre:

O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria,
Regina del Rosario di Fatima!
Fa’ che seguiamo l’esempio dei Beati Francesco e Giacinta,
e di quanti si consacrano all’annuncio del Vangelo.
Percorreremo così ogni rotta,
andremo pellegrini lungo tutte le vie,
abbatteremo tutti i muri
e supereremo ogni frontiera,
uscendo verso tutte le periferie,
manifestando la giustizia e la pace di Dio.
Saremo, nella gioia del Vangelo, la Chiesa vestita di bianco,
del candore lavato nel sangue dell’Agnello
versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo.
E così saremo, come Te, immagine della colonna luminosa
che illumina le vie del mondo,
a tutti manifestando che Dio esiste,
che Dio c’è,
che Dio abita in mezzo al suo popolo,
ieri, oggi e per tutta l’eternità.

Ritornello…

Il Santo Padre insieme ai fedeli:

Salve, Madre del Signore,
Vergine Maria, Regina del Rosario di Fatima!
Benedetta fra tutte le donne,
sei l’immagine della Chiesa vestita di luce pasquale,
sei l’onore del nostro popolo,
sei il trionfo sull’assalto del male.

Profezia dell’Amore misericordioso del Padre,
Maestra dell’Annuncio della Buona Novella del Figlio,
Segno del Fuoco ardente dello Spirito Santo,
insegnaci, in questa valle di gioie e dolori,
le eterne verità che il Padre rivela ai piccoli.

Mostraci la forza del tuo manto protettore.
Nel tuo Cuore Immacolato,
sii il rifugio dei peccatori
e la via che conduce fino a Dio.

Unito ai miei fratelli,
nella Fede, nella Speranza e nell’Amore,
a Te mi affido.
Unito ai miei fratelli, mediante Te, a Dio mi consacro,
o Vergine del Rosario di Fatima.

E infine, avvolto nella Luce che ci viene dalle tue mani,
renderò gloria al Signore nei secoli dei secoli.
Amen.

Ritornello…



  

È stato pubblicato dalla Sala Stampa Vaticana il Calendario delle celebrazioni presiedute dal Papa nel mese di giugno. Domenica 4, il Papa celebrerà la Messa in San Pietro nella Solennità di Pentecoste. Domenica 18, la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: Santa Messa, Processione a Santa Maria Maggiore e Benedizione Eucaristica. Giovedì 29, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Francesco presiederà la Messa con la benedizione dei Palli per i nuovi Arcivescovi Metropoliti.

Papa Francesco, ha riferito in una dichiarazione orale il direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, «ha deciso di spostare la celebrazione liturgica del Corpus Domini, che si celebra giovedì 15 giugno, a domenica 18 giugno, per favorire così una maggiore partecipazione del Popolo di Dio, dei sacerdoti e dei fedeli della Chiesa in Roma. C’è anche un secondo motivo: giovedì a Roma è un giorno feriale e così si creano meno disagi in città».

Il Corpus Domini, infatti, si celebra il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità. A Orvieto, dove fu istituita, e a Roma, dov'è presieduta dal Papa, la celebrazione si è svolta sempre di giovedì. Da quest’anno, il Papa ha deciso di cambiare e spostarla alla domenica successiva.

Di giovedì, invece, si celebra in quei paesi nei quali la solennità è anche festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria e a San Marino. Già in passato, in Italia e in altre nazioni il giorno festivo di precetto si trasferisce alla seconda domenica dopo Pentecoste, in conformità con le Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario.

Nella riforma del Rito ambrosiano, promulgata dall'Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, questa festività è stata riportata obbligatoriamente il giovedì della II settimana dopo Pentecoste con la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla anche la domenica successiva. Numerose diocesi, in Italia, continuano a proporre ai fedeli la Celebrazione e la Processione Eucaristica, a livello diocesano, il giovedì, lasciando per la domenica la Celebrazione e la Processione parrocchiale.

   



Autore anonimo, Olocausto di cuori al Sacro Cuore, ovvero il Cuore di Gesù, re dei cuori, con il Cuore Immacolato di Maria, il cuore transverberato di S. Teresa, il cuore di carità di S. Lorenzo, il cuore ardente di S. Gaetano, il cuore infiammato di S. Ignazio, il cuore casto di S. Giuseppe, XVII sec., Museo Soumaya, Città del Messico, Messico





[Modificato da Caterina63 24/05/2017 19:05]
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 alcuni video utili per il mese di agosto:

-“Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in paradiso!”. Da questo grande desiderio di san Francesco di Assisi per le Anime, nasce il Perdono della Porziuncola. In questo video vi offriamo due fonti di tutto rispetto: una dalle fonti francescane, l'altra da alcune riflessioni di Benedetto XVI tratte da un opuscolo del 2005 e redatto proprio dai Frati della Porziuncola, perché ci aiutano a comprendere alcune vicende storiche che portarono a questo dono, e ci aiutano a capire il valore dell'indulgenza e gli atti di misericordia che dobbiamo, possiamo e vogliamo compiere. Non ci sono scorciatoie per il Paradiso... eppure, a pensarci bene e a viverlo bene, questo Perdono potrebbe diventare per noi una provvidenziale "scorciatoia".

Come lucrare l'Indulgenza parziale: dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del 2 agosto, oppure, col permesso dell'Ordinario (Vescovo), nella domenica precedente o seguente, a decorrere dal mezzogiorno del sabato fino alla mezzanotte della domenica. Ricordiamo che l'Indulgenza si può lucrare una sola volta, per sé o per un Defunto.

Vediamo ora le condizioni richieste:

1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del “Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria professione di fede).

2 - Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti).

3 - Partecipazione alla Santa Messa e Comunione Eucaristica.

4 - Una preghiera per il Papa: un Padre Nostro, un'Ave Maria e un Gloria, (per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice).

5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.

Le condizioni di cui ai numeri 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa, tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera per il Papa, siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita. 

1 e 2 agosto il Perdono di Assisi spiegato da Benedetto XVI


4 agosto Santo Curato d'Ars raccontato da Benedetto XVI

Akathistos inno alla Madre di Dio tra fede e storia

Benedetto XVI parla di San Domenico di Guzman

agosto 2012. la bellissima catechesi di Benedetto XVI sulla spiritualità di San Domenico …

Benedetto XVI spiega Maria Assunta in Cielo


21 agosto festa di San Pio X

23 agosto Santa Rosa da Lima


29 agosto Benedetto XVI spiega il martirio di San Giovanni Battista






 Maurizio Blondet: Ho ricevuto quel che segue da un blog greco. Non sono in grado di controllare l’informazione, né so altro oltre a quello che dice il testo – tradotto dal greco col traduttore automatico. Lo posto senza commento).

Russia: dodici  delfini hanno portato su dal mare l’immagine della Vergine!

Christos Michaelides 

https://proskynitis.blogspot.it/2017/06/12_15.html?m=1

 

L’icona sulla spiaggia in Crimea.

 

“Un evento insolito  e meraviglioso è avvenuto a  Sochi, in Russia.  Un branco di delfini (12 secondo i testimoni) hanno portato a riva un’immagine della Vergine davanti agli occhi attoniti dei villeggianti sulla spiaggia.

Il caso è stato reso noto da un colonnello dell’armata russa  e da sua moglie,  che hanno sorpreso dei delfini nuotare molto vicino alla riva e deporvi un oggetto. Quando i delfini hanno riguadagnato il mare, la coppia si è avvicinata al punto in cui era l’oggetto, coperto di fango.

La moglie del militare ha ripulito l’oggetto e ha visto l’immagine della Vergine, ed ha lodato Dio per questo miracolo.  Questa è l’immagine della Madonna di Kursk. Non si sa come l’icona sia finita in fondo al Mar Nero,  e non si spiega come i delfini l’abbiano riportata sulla riva. Il colonnello ha portato l’icona a Mosca, dove spera di mostrarla al patriarca Kirill e raccontargli l’evento miracoloso”.

Una Madre  profondamente  partecipe alla sanguinosa storia della Russia

L’icona e i suoi ritrovatori.

 

E’ vero? E’ leggenda? Infine, credo che poco importi: il fatto stesso che una   leggenda così  possa nascere, in una Russia minacciata da tutte le forze  globali  più oscure e  violente di  “questo mondo”, è significativo.

Ricordo  solo che la vera immagine della Theotokos venerata  a Kursk è senza dubbio l’icona più profondamente intrecciata con  la storia del popolo russo,  le guerre, gli eventi più sanguinosi, e fu persino ferita essa stessa. Si dice che un cacciatore la trovò settembre 1295 fra le rovine  di Kursk,  a quel tempo svuotata e ridotta a deserto, abitato da selvatici,  dalla ferocia genocida  dell’invasione mongola. L’immagine –   uguale o   simile  all’icona venerata a Novgorod  – era a faccia in giù;  appena l’uomo la sollevò, sprizzò da sotto una sorgente d’acqua viva e purissima.

I pii cacciatori  allestirono una minuscola cappella di legno  per l’immagine; presto  essa  fu oggetto di visite e pellegrinaggi, essendosi sparsa la fama che compisse  miracoli.. Secondo i racconti vari tentativi degli abitanti e del principe della vicina Rylsk di portare il quadro nella loro città, andarono a vuoto: l’immagine tornava sempre nella cappelletta. Ci si convinse che la Madre di Dio voleva restare là dove era stata scoperta.

Nel 1383,  nuova invasione: dei tartari. Costoro si ostinarono a incendiare la cappella di legno,   affastellando legna e fascine, senza riuscirvi; accusarono il prete che la custodiva, Bogoliub, di stregoneria.  Solo quando gli invasori spezzarono l’icona in due, riuscirono a dar fuoco alla cappella. Presero Bogoliub come prigioniero e schiavo. Soltanto anni dopo, riacquistata la libertà (degli emissari dello zar avevano pagato il riscatto) egli tornò , ritrovò i due pezzi dell’icona e li  ricompose – o  l’immagine si ricompose per prodigio, si dice. In ogni caso  essa ha ancora il segno dello spacco.

Nel 1597, per ordine dello Zar, un monastero fu costruito attorno alla cappella; era sua volontà dare inizio così alla ricostruzione di Kursk. Ma nel 1611  un’altra  incursione dei tartari  devastò il monastero. L’immagine fu portata di nascosto a Mosca; erano i tempi di Boris Godunov, che dotò l’immagine di ornamenti preziosi ; da lì fu riportata nel monastero ricostruito di Kursk  nel 1618: Ancor oggi una processione, il nono venerdì dopo Pasqua, ricorda il trionfale ritorno della Signora del Segno.   Frattanto però, nel 1612,  furono i polacchi ad attaccare Kursk. In quell’occasione la Vergine  accompagnata da due  “monaci raggianti”, fu vista in cielo dai cittadini; anche i polacchi catturati riferirono di aver visto l’apparizione.

Nel 1812 un comitato cittadino di Kursk donò una copia dell’icona al generale Kutuzov, il vincitore di Napoleone, coperta da  una riza d’argento.  Ma nel 1898,   anarchici criminali, in odio alla fede, piazzarono una bomba gigantesca sotto l’icona. La chiesa – ormai Cattedrale del Segno –  fu  devastata, le vetrate distrutte,   i portoni di ferro piegati dalla violenza dello scoppio,   persino la cupola danneggiata.  L’immagine invece rimase intatta, il che aumentò la fede  popolare nelle sue virtù.

1918, rivoluzione bolscevica. Kursk  prima viene occupata dai comunisti, poi  liberata dall’armata bianca; questa la riparò  nella sua roccaforte in Crimea; ma fu sconfitta e dovette ritirarsi. Sotto la protezione dei bianchi in ritirata,   alcuni monaci misero in salvo l’icona a Belgorod, poi a Taganrog,  Ekaterinodar e Novorossinsk:  mesi di angosciose peregrinazioni,  al seguito dell’Armata bianca braccata e sconfitta. Infine , per nave, nel 1920,  il quadro fu portato a Tessalonica, e poi da lì a Belgrado, dove rimase nella chiesa russa della Santa Trinità. Ma nel 1944,  i devoti e  i preti  russi riparati in Serbia,  quando la Yugoslavia passò sotto la dittatura comunista, fuggirono  portando con sé l’immagine. Prima a Vienna e a Carlsbag, poi a Monaco, poi in Svizzera, Francia, in Belgio, secondo le vicissitudini della guerra e l’avanzata dell’Armata Rossa. Dal 1957 l’icona originale ha trovato sede a  New York, nella chiesa della Madre di Dio del Segno,  sede della gerarchia della Chiesa Russa all’Estero.

 

Quanto ai due immani incendi di Londra e della foresta presso Fatima, in Portogallo: la  fulminea  rapidità  con  cui il fuoco s’è diffuso,  l’incontenibile violenza della fiamme divoratrici di decine e decine di vite umane incenerite,   è parsa ai soccorritori preternaturale. Anch’esso un segno, forse, del rabbioso potere che ha sul nostro mondo il Signore del Fuoco.




FOCUS  di Benedetta Frigerio
Statua della Madonna Texas
 

Durante l'ultimo uragano che ha colpito l'America, in mezzo alla devastazione spicca intatta la statua della Vergine Maria. Gli abitanti del luogo lo hanno visto come un segno di speranza della presenza di Dio. Ma sono tanti i casi in cui, in seguito a calamità terribili, sono rimaste intonse solo le statue sacre. Come a ricordare all'uomo moderno che tutto passa, che c'è solo una creatura non soggetta alla morte e un'unica cosa su cui vale la pena investire.

Ancora una volta l’unico oggetto che si è salvato da un incendio seguito al passaggio dell’uragano Harvey, che settimana scorsa ha devastato alcune aree del Texas, è una statua della Madonna. In mezzo alla devastazione e alle rovine, spicca di nuovo l’immagine di una statua di pietra che raffigura la Vergine a mani giunte. Infatti, sono tantissime le Madonne e i crocifissi rimasti intonsi a seguito di incendi, terremoti o altre calamità naturali devastanti. 

Un caso? “Alcuni potrebbero arrabbiarsi con Dio per quanto accaduto...ma di fatto l’unica cosa che è rimasta intatta qui è una statua sacra, ho cercato, cercato per trovare qualche oggetto ma l’unica cosa rimasta è lei, è la Vergine Maria”, ha spiegato alla Nbc Natalie Rojas, una superstite del luogo la cui abitazione è bruciata a causa di un problema elettrico scatenato dall’uragano. Impressiona sentire una giovane in lacrime, che ha perso tutto, parlare di questo come di “un segno di speranza” e come di un ammonimento che ci ricorda che tutto passa e che solo una cosa resta per sempre. Dio e la vita eterna che la Madonna ci indica.

Pare crudele dire alle vittime che Dio permette tutto questo per richiamarci a lui, eppure sono spesso loro, i più umili, a ricordarlo mentre i ricchi imprecano davanti alle immagini delle devastazioni in tv. Il padre della donna intervistata, Jesus Rojas, ha aggiunto che “ho lavorato tutta una vita nei campi provando a mostrare alla mia famiglia come si fa ad essere forti, come credere in Dio e rimanere tutti uniti in famiglia”. Ci si aspetterebbe dunque un lamento e invece no, l’uomo ha ringraziato Dio per il fatto di essere ancora vivo. Natalie ha poi continuato così: “Apprezza ciò che hai, fai attenzione agli avvertimenti, abbraccia i tuoi figli, ringrazia Dio per l’oggi, per ieri e prega per un domani migliore”. Perché appunto tutto è precario, tutto passa se non è radicato in Dio.  

Sembrerebbe questo il richiamo delle raffigurazioni sacre rimaste intonse in mezzo alle devastazioni più severe. Basti pensare alla statua della Madonna con Gesù in braccio rimasta perfettamente intatta in una nicchia a Pescara del Tronto dove il 24 agosto del 2016 un terremoto aveva causato la morte di decine di persone distruggendo completamente l’area circostante. Anche dopo il terremoto dell’Aquila, dalle macerie della Chiesa di San Pietro era mersa, come unico oggetto intatto, una Madonna in trono con Bambino della fine del XV secolo, già nota per molti miracoli e prodigi. Colpiscono poi le immagini riprese dall’alto della chiesa Villa San Lorenzo a Flaviano, frazione di Amatrice: completamente ridotta alle ceneri al suo centro svetta una Madonna enorme e colorata.  

Madonna incendio base spagnola

Ma ha ancor di più a da dire la nota immagine della Madonna rimasta bianchissima al seguito di un incendio scoppiato nel 2015 nella base militare spagnola El Goloso. Tutto intorno era stato incenerito dalle fiamme, tranne la statua e l’area di fiori che la circondavano, segno del fatto che lì in fuoco si era arrestato non riuscendo, come fosse impossibilitato, a distruggere la statua. Le immagini aveva scatenato un dibattito fra i lettori di “Fed your Faith che avevano confessato: “La casa di mio fratello è completamente bruciata e l’unica cosa non ridotta in cenere è stato il crocifisso di legno…che era stato benedetto”. E ancora: “lo stesso è accaduto durante l’uragano Katrina a Pass Christian…la chiesa è stata spazzata via e l’unica cosa rimasta era la statua della Vergine Maria e il crocifisso”.

Un'altra lettrice conferma: “La casa di mia madre è stata rasa al suolo, l’unica cosa che abbiamo trovato era un presepe di ceramica e una statua del Gesù Bambino di Praga intatti. TUTTO IL RESTO era cenere”. Ma gli esempi di questi miracoli pedagogici sono tantissimi. E colpiscono ricordandoci l’unica cosa che vale in un momento storico in cui si percepisce una grande instabilità per cui l’uomo tenta, impaurito, di farsi sempre più padrone di tutto, dimenticando che la vita quaggiù è passeggera e che l’unica su cui vale la pena investire è quella che non finisce. E’ questa l’ammonimento ma anche la speranza suscitata da questi fatti, che in mezzo al male e la devastazione, segno del peccato che colpisce l’uomo come la natura, esiste una salvezza eterna a cui aggrapparsi già ora, partendo dalla Madonna per arrivare al Crocifisso.


   




[Modificato da Caterina63 31/08/2017 12:28]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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  • IL SISMA A CITTA' DEL MESSICO

Uscire dalle macerie: una speranza chiamata Fatima

Il terremoto a Città de Messico e la storia di una bambina: intrappolata nel crollo della scuola che ha commosso il mondo. Col cellulare è riuscita a coinvolgere migliaia di persone nella sua ricerca. E a salvare così lei e altri compagni di classe. Quella bambina si chiama Fatima. Un nome, ma anche un simbolo: nel buio più totale, c'è una Madre che si fa trovare.

Simboli. Piccoli bambini attorcigliati tra le macerie che escono dopo ore di buio impolverati, ma vivi. Tra gli applausi, tra le lacrime. I bambini diventano simboli di un riscatto, messaggi di speranza mentre tutto crolla. E’ così in ogni terremoto ed è stato così anche in quello recente di Ischia con la storia del piccolo Ciro. E’ vero: per un bambino che viene recuperato e si salva, tanti invece non ce la fanno. Ma questo destino non va visto in senso egoistico, quello del mors tua vita mea, ma in una prospettiva diversa, l’unica accettabile: un mistero grande del quale il Signore della vita e della morte dispone. Bisogna entrarci in punta di piedi, con rispetto del dolore e con l’affidamento dei cuori semplici. Però bisogna anche saper guardare quelli che sono i segni che il Cielo, nella prova, ci invia. 

Fatima è uno di questi segni. Si chiama così, perché la realtà non ha coincidenze, ma segni da scrutare con fede e parsimonia di emozioni. E’ lei, Fatima, il simbolo del crollo della scuola Enrique Rebsamen, sotto il cui peso sono morti 21 bambini. Nella catastrofica conta dei danni del sisma di Città del Messico, con quasi 250 morti e più di 30 palazzine crollate, ad un certo punto l’attenzione si è catalizzata lì, nel quartiere di Villa Coapa della megalopoli centroamericana. Anche il presidente Enrique Pena Nieto è accorso davanti a quello che rimaneva della scuola dove i soccorritori con i pugni alzati chiedevano silenzio. 

Fatima era a scuola durante il crollo e con il suo telefono cellulare ha allertato i genitori: «Stiamo bene, ma abbiamo sete». Un messaggio nella bottiglia lanciato attraverso i social che il padre ha diffuso per portare l’attenzione sulla scuola. E Fatima con quel poco di batteria che le restava continuava a scrivere ai genitori e questi a parlare di lei alla nazione. In pochi minuti i social hanno iniziato a seguire la piccola intrappolata con i suoi compagni. Con l'apprensione tipica di questi momenti e di queste storie. "Cercate Fatima e con lei troverete il resto della compagnia superstite". 

Dopo sei ore di ricerca e ormai nel buio della notte un fragoroso applauso ha accompagnato l’uscita di Sergio, Miriam, Diego e appunto di Fatima, che con i suoi messaggi ha tenuta viva la speranza e aiutato i geolocalizzatori a individuare lei e i pochi compagni rimasti in vita. Quel nome è ora un simbolo di riscatto, la speranza che anche nella devastazione più totale il Signore non abbandona il suo popolo. Tutti i giornali hanno parlato di lei, ma nessuno ha fatto caso che Fatima non è solo un nome. E’ un messaggio del Cielo che compie cento anni e che dice di non avere paura, è un invito a seguire Colei che nel buio del Golgota seppe far luce per l’umanità smarrita. Per farsi trovare dagli uomini. E ancor oggi illumina il cammino di quell'umanità che cerca una liberazione dopo essere rimasta intrappolata tra le macerie del suo peccato. 

Amici cari  più fatti, più MESSE, più Fede, più Rosari e.... meno parole  ecco la vera ricetta di Fatima spiegata dal grande domenicano Padre Riccardo Barile....

"Il 24 maggio 1911 san Pio X intervenne con l’Enciclica Iamdudum in Lusitania (Già da tempo in Portogallo) denunciando un «odio implacabile verso la religione cattolica», che di fatto comportava: separazione della Chiesa dallo stato; persecuzione di vescovi ed espulsione di religiosi; eliminazione di festività religiose e dell’insegnamento cristiano nelle scuole con programmi atei; difficoltà burocratiche nell’aiutare economicamente le parrocchie e organizzazioni laiche per la gestione delle stesse; intromissioni nella educazione e nei programmi di scuola dei seminaristi; difficoltà a far circolare i documenti papali o romani; benefici per i preti che si fossero sposati e per le rispettive mogli e figli ecc. (EE 4/346-353)."


  • VERSO IL CENTENARIO

Nostra Signora tra le Rivoluzioni: Fatima ci salva

13 ottobre 1917: il miracolo del sole

Fatima si incastona tra due rivoluzioni: del Portogallo prima e della Russia poi. Anche se le rivoluzioni hanno prodotto sventure, ci sono in Fatima 3 positività: la Madonna interviene nella nostra storia, l'apparizione finale del 13 ottobre con la benedizione del mondo e la positività del “segreto” perché la sofferenza non è stata vana, ma è salvifica.

Tantissimo si può scrivere su Fatima, beninteso restando nei limiti delle apparizioni o rivelazioni «permesse come da credere piamente con fede solo umana, secondo la tradizione che veicolano, confermata da idonee testimonianze e documenti» (Congregazione dei Riti 12.5.1877). Va da sé che il sottoscritto “ci crede” e scrive per quelli che “ci credono”.

La ricorrenza quest’anno del centenario della Rivoluzione di Ottobre sollecita a cogliere il fatto che Fatima si incastona tra due rivoluzioni: del Portogallo prima e della Russia poi. Infatti all’inizio delle apparizioni il Portogallo era giunto al culmine di un processo politico che ne prevedeva la scristianizzazione; a sua volta un mese dopo l’apparizione conclusiva ebbe luogo in Russia la Rivoluzione di Ottobre con gli stessi intenti, ma con maggior incidenza internazionale. E forse la Madonna non scelse a caso le date delle apparizioni.

TRA DUE RIVOLUZIONI

In Portogallo dal 1833 il partito liberale si fece sempre più forte. Il 5 ottobre 1910 cadde la monarchia con Manuele II, nipote della regina Maria Pia di Savoia. Nello stesso anno fu emanata la legge della separazione della Chiesa dallo Stato a firma di Afonso Augusto da Costa (1871-1937), ministro della giustizia e poi tre volte primo ministro. Nel 1911 Costa dichiarò che in pochi decenni sarebbe scomparso dal paese ogni influsso religioso cristiano.

Il 24 maggio 1911 san Pio X intervenne con l’Enciclica Iamdudum in Lusitania (Già da tempo in Portogallo) denunciando un «odio implacabile verso la religione cattolica», che di fatto comportava: separazione della Chiesa dallo stato; persecuzione di vescovi ed espulsione di religiosi; eliminazione di festività religiose e dell’insegnamento cristiano nelle scuole con programmi atei; difficoltà burocratiche nell’aiutare economicamente le parrocchie e organizzazioni laiche per la gestione delle stesse; intromissioni nella educazione e nei programmi di scuola dei seminaristi; difficoltà a far circolare i documenti papali o romani; benefici per i preti che si fossero sposati e per le rispettive mogli e figli ecc. (EE 4/346-353).

Nel 1917 Afonso Augusto da Costa era di nuovo al governo, un terzo mandato che curiosamente quasi coincise con il periodo delle apparizioni: queste coprirono il lasso di tempo dal 13 maggio al 13 ottobre e nello stesso anno Costa fu primo ministro dal 25 aprile all’8 dicembre. Poi, dopo un nuovo colpo di stato, fu esiliato a Parigi dove morì.

In Russia invece la Rivoluzione di ottobre seguì di un mese l’ultima apparizione del 13 ottobre 1917, quando con l’insurrezione del 7-8 novembre (25-26 ottobre secondo il calendario giuliano vigente in Russia) i bolscevichi inaugurarono il governo rivoluzionario sotto la presidenza di Vladimir Lenin († 1924), governo che, dopo una guerra civile, si consolidò definitivamente nel 1921-1922. E cominciarono anni di ateismo civile e culturale con persecuzioni ai cristiani: sotto Lenin, sebbene nel febbraio 1922 il Patriarca Tykhon avesse invitato a consegnare gli oggetti di valore delle chiese per soccorrere la popolazione, furono messi a morte 2691 preti, 1962 monaci, 3447 monache, 2 metropoliti e 40 vescovi; sotto Josif Stalin († 1953) furono chiuse tantissime chiese di campagna e nel 1932 fu varato un piano quinquennale che prevedeva: «Con il 1° maggio 1937 la nozione stessa di Dio sarà cancellata dalla mente del popolo»; sotto Nikita Kruscev († 1971) fu instaurato un clima di controllo statale che portò alla chiusura di circa 15.000 chiese, 5 seminari, 55 monasteri.

I BAMBINI VEGGENTI E LA POLITICA

Aljustrel, paese natale di Lucia, Giacinta e Francesco, era uno sperduto villaggio dove i fermenti culturali e politici arrivavano attutiti. La presenza del governo era avvertita solo quando i giovani venivano prelevati per andare in guerra con il rischio di morirvi. Molti bambini, e all’inizio i veggenti con loro, erano analfabeti. Lucia farà difficoltà a datare certi avvenimenti dell’infanzia «perché in quel tempo io non sapevo ancora nemmeno il giorno dei mesi» (Lettera del 18.5.1941). Dalle testimonianze sembra che i veggenti non avvertissero la politica massonica e anticristiana del governo e neppure sapessero dov’era la Russia.

Di fatto i veggenti sperimentarono l’arresto e la reclusione da parte del sindaco di Vila Nova de Ourém Artur de Oliveira Santos a metà agosto 1917 e Lucia nel 1918 o 1919 fu impedita di recarsi a Cova da Iria da due militari a cavallo in quanto «il governo non vedeva di buon occhio lo svolgersi degli avvenimenti»; sempre Lucia mentre si trovava a Lisbona sospettò di essere ricercata dal governo (II Memoria): questi pochi cenni si limitano a constatare l’opposizione a Fatima, ma non raggiungono la percezione di una politica massonica anticristiana più vasta. Anche quando il 25.3.1997 - a 80 anni dalle apparizioni - Lucia firma il libro Scritti e ricordi(Ed. Vaticana 2017), la descrizione del paese d’infanzia (pp. 23-33) è cristianamente idilliaca e senza il minimo cenno alla situazione politica. Per cui, se la Madonna apparendo toccò questo tasto, si trattò veramente di una iniziativa sua e non dei veggenti.

LA MADONNA INTERVIENE

Le apparizioni della Madonna furono precedute da tre apparizioni di un angelo nel 1916. Nella seconda l’angelo chiese ai veggenti preghiera e sacrifici per uno scopo: «Attirate così la pace sulla vostra patria. Io sono il suo Angelo custode, l’angelo del Portogallo». L’angelo riprese la categoria degli “angeli delle nazioni” (Dn 10,13), insinuando ai veggenti che le sorti della loro nazione non erano solo nelle mani dei governanti di turno. Nello stesso senso il 13 luglio 1917 la Madonna promise: «In Portogallo si conserverà sempre il tesoro della fede ecc.» (IV Memoria), promessa che supponeva un pericolo reale per la fede. E furono il pellegrinaggio e la fede suscitati a Fatima che cambiarono in meglio la situazione (alcuni però leggono il “ecc.” come premessa di qualcosa che non è ancora stato manifestato).

Nella stessa apparizione del 13 luglio, quella del “segreto” (reso pubblico dalla Santa Sede: EV 19/986-989) la Madonna citò la Russia: «verrò a chiedere la consacrazione della Russia», la quale «si convertirà e (gli uomini) avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa» (EV 19/988). Era la “politica” della Madonna per la Rivoluzione di ottobre e il suo seguito! Pio XII consacrò la Russia con la Lettera apostolica Sacro vergente anno (7.7.1952: EE 6/1990-2009) e Giovanni Paolo II con un Affidamento del 1981, ripetuto nel 1982 e 1984 (EV 19/981-982). A detta di mons. Bertone, «Suor Lucia confermò personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva nostra Signora» (EV 19/983), ma ad oggi non tutti sono d’accordo.

La Madonna preannunciò una seconda guerra mondiale e mostrò una processione verso una Croce con l’uccisione di un vescovo vestito di bianco e altri sacerdoti e fedeli (EV 18/989).

COME E PERCHÉ LA MADONNA INTERVENNE

Come mai la Madonna intervenne? Perché l’uomo è sociale e se una società, la sua cultura, il suo governo ecc. contrastano la fede, la fede di molti rischia di spegnersi. Ora, nel momento in cui le forme di governo cambiano, il rischio è di allontanare Dio e così capitò quando il popolo chiese un re e Dio disse a Samuele: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro» (1Sam 8,7). Certi profondi cambiamenti politici sono opportuni e talvolta necessari, ma è proprio qui che si insinua la concupiscenza umana (1Gv 2,16) come desiderio di dominio e oppressione (Mt 20,25) producendo anche sugli altri una «affermazione di sé contro gli imperativi della ragione» (CCC 377). Ed ancora è qui che si insinua l’azione del demonio.

La Madonna non sponsorizzò nessun sistema politico, ma chiese atteggiamenti contrari e correttivi verso quanto sopra. Chiese la comunione riparatrice ai primi sabati del mese e, «in modo sorprendente per persone provenienti dall’ambito culturale anglosassone e tedesco», la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato e a tutti la devozione a questo stesso Cuore, nel quale volontà di Dio «diviene il centro informante di tutta quanta l’esistenza» (Card. J. Ratzinger, Commento teologico: EV 19/1012). Chiese la penitenza e la preghiera per i peccatori.

In questo modo la società poteva cambiare assetto politico, ma conservando il riferimento a Dio. Soprattutto si evitava di assolutizzare il cambiamento e mentre esso avveniva i cuori restavano fissi dove è la vera gioia: «ibi nostra fixa sint corda, ubi vera sunt gaudia» (Domenica XXI ordinario). Senza dimenticare di pregare e sacrificarsi, perché «molte anime vanno all’inferno perché non hanno nessuno che si sacrifichi e preghi per loro» (IV Memoria).

FATIMA UN MESSAGGIO DI SVENTURA?

Anche se le rivoluzioni produssero sventure, c’è in Fatima una positività.

La positività stessa che la Madonna interviene nella nostra storia anche politica, certo non di suo ma per iniziativa divina e per ricondurre al Padre per Cristo nello Spirito.

La positività della apparizione finale (13 ottobre 1917), quando san Giuseppe e Gesù Bambino e poi adulto - nostro Signore - «parevano benedire il mondo» (IV Memoria).

La positività del “segreto” (13 luglio 1917), che, dopo la visione delle sofferenze e dei martiri sotto un grande Croce, così termina: «sotto i due bracci della Croce c’erano due angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio» (EV 19/989). L’allora card. Ratzinger, nel già citato Commento teologico, ne traeva la conclusione che «nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo (...): dalla sofferenza dei testimoni deriva una forza di purificazione e di rinnovamento, perché essa è attualizzazione della stessa sofferenza di Cristo e trasmette nel presente la sua efficacia salvifica» (EV 19/1019).

Tutto questo all’interno delle rivoluzioni, ma vissute con il messaggio di Fatima.




[Modificato da Caterina63 11/10/2017 08:30]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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27/11/2017 22:56
 
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  • TRA FATIMA E LE SCRITTURE


La visione dell'Inferno mette in moto la preghiera



  • ECCLESIA

  • 27-11-2017 - di padre Riccardo Barile O.P.






Stando al resoconto di Lucia, il 13 luglio 2017 a Fatima la Madonna mostrò ai veggenti «un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri» (Suor Lucia Dos Santos, IV Memoria: EV 19/987).


QUALE VISIONE DELL’INFERNO E COME MAI?


Il card. Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, precisava che non si poteva pensare a una visione dell’al di là «nella sua pura essenzialità», anzi il veggente «vede con le sue possibilità concrete (...), è essenzialmente compartecipe del formarsi, come immagine, di ciò che appare» (Commento teologico del 26.6.2000: EV 19/1010-1011). Dunque si trattò di un “sacramento/immagine” dell’inferno, né la Madonna abolì il fatto che «Adesso noi vediamo in modo confuso come in uno specchio (per speculum in aenigmate)» (1Cor 13,12). Tuttavia, se per il paradiso l’immagine è meno bella della realtà, per l’inferno la realtà è più terribile dell’immagine!


Anche se la Madonna per ben due volte pose i veggenti in una luce “paradisiaca”, nella quale vedevano se stessi in Dio, l’immagine dell’inferno colpì e colpisce di più. Di certo la Madonna non ricorse a “effetti speciali” per stupire: c’era una ragione pastorale, che interpella ancora oggi l’evangelizzazione. Per cui lasciamo Fatima in sottofondo e guardiamo all’inferno come semplici cristiani, applicando a Fatima la formula di uno studioso della Sindone: «Non credo nella Sindone, ma la Sindone mi aiuta a credere». Così Fatima sull’inferno.


LA CORRETTEZZA SCRITTURISTICA E DELLA FEDE


L’immagine principale della visione dell’inferno descritta da Lucia è il fuoco, causa di sofferenza per coloro che vi sono immersi. Ed è l’immagine dell’inferno biblico a partire dal libro del profeta Isaia, che si chiude con il popolo rinnovato che renderà culto al Signore. Costoro tuttavia in una valle presso Gerusalemme «vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti» (Is 66,24). È la valle della Geenna, che Gesù spesso indica come punizione definitiva in molti passi e per evitare la quale conviene perdere un occhio, una mano, un piede, la vita stessa di questo mondo (Mt 5,29-30; 10,28; 18,9; 23,33; Mc 9,45.47; Lc 12,5). Altre volte la Geenna è esplicitamente associata al fuoco: «il fuoco della Geenna» (Mt 5,22; 9,43; 18,9); altre volte si parla semplicemente di fuoco e fornace ardente (2Ts 1,7-8; Mt 13,50) sino alla confessione del ricco: «soffro terribilmente in questa fiamma» (Lc 16,24). Non sembra di leggere il resoconto di Lucia riportato all’inizio?


Sempre sulla bocca di Gesù, altre immagini negative e di dolore affiancano il fuoco relativamente all’esito di una vita vissuta e conclusa male: il pianto e lo stridore di denti nella fornace ardente o nelle tenebre (Mt 8,12; 13,42.50; 22,13; 24,51; 25,30; Lc 13,28; 2Pt 2,17).


La dichiarazione di Abramo al ricco negli inferi - «tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi» (Lc 16,26) - esplicita che si tratta di una situazione irreversibile e introduce la categoria di eternità: il fuoco è eterno (Mt 18,8; 25,41; Gd 1,7) come il verme che non muore (Mc 9,48); le tenebre sono eterne (Gd 1,13); il supplizio è eterno (Mt 25,46) ed è una seconda morte nello stagno ardente di fuoco e zolfo (Ap 2,11; 20,6.14; 21,8).


Questo possibile esito negativo ed eterno della vita compromette la stessa risurrezione dei morti, che per la prima volta in Dn 12,2 è duplice: «Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna». Parole riprese e radicalizzate da Gesù - «viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Gv 5,28-29) -, riportate nel CCC 998 e - chi oserebbe ricordarlo? - anche dal Vaticano II in Lumen gentium n. 48.


In sintesi: «La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità (...). La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato» (CCC 1035).


QUI NON C’È ANCORA L’INFERNO O IL PARADISO, MA LE DUE VIE


«Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano» (Mt 7,13; Lc 13,24). Ecco il tema evangelico delle “due vie”. Poiché quaggiù non esiste né paradiso né inferno, ma un “cammino verso” l’uno o l’altro, è decisivo camminare verso il paradiso e non verso l’inferno.


La “via che conduce alla perdizione” è descritta dal NT con una varietà di prospettive, ad esempio gli elenchi di vizi o peccati in san Paolo (Rm 1,26-32; 13,13; 1Cor 5,10-11; 2Cor 12,20; Ef 4,31; Col 3,5-8; 1Tm 1,8-11; 6,4-5; 2Tm 3,1-5; Tt 3,3) e specialmente quando l’elenco termina con l’affermazione che quanti si comportano così non erediteranno il regno di Dio (1Cor 6,9-10; Gal 5,19-21; Ef 5,3-5), ma anche altrove (Mt 15,19; 1Pt 4,3; Ap 21,8; 22,15). In sintesi e a prescindere dal raro peccato contro Dio allo stato puro, tutti i testi sulla via di perdizione sono collocabili in tre grandi categorie.


La “via” di un cattivo rapporto con il prossimo: cf il giudizio finale di Cristo in Mt 25,31-46 (ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare...), la cena di Corinto che umilia «chi non ha niente» (1Cor 11,20-22), il ricco epulone insensibile al povero Lazzaro (Lc 16,19,31) e tante espressioni nei cataloghi paolini dei vizi: ingiusti, calunniatori, rapinatori, facitori di fazioni e di liti, ribelli ai genitori, invidiosi, senza misericordia ecc.


La “via” del tornare indietro dalla fede: «Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell’alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? (...) È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!» (Eb 10,28-29.31; cf anche 1Gv 5,16). Dunque camminano “oggettivamente” verso l’inferno coloro che allegramente dichiarano di aver perso la fede, poiché Dio «non abbandona se non è abbandonato (non deserens, nisi desereatur)» (Vaticano I, Dei Filius, cap. 3: Dz 3014).


La “via” dei peccati della carne, di una vita affettiva sregolata o irregolare. Se le tante testimonianze della tradizione cristiana (ultima anche di Giacinta tra i veggenti di Fatima) sono giudicate “bacchettone”, non si potrà cancellare il NT che pone su questa strada immorali, impuri, adulteri, depravati, uomini e donne che “si desiderano” (e si praticano) nello stesso sesso, dediti all’ubriachezza, ai bagordi, alle orge ecc. (cf i citati elenchi dei vizi).


SCENDIAMO AL PRATICO


«Dio non predestina nessuno ad andare all’inferno» (CCC 1037), per cui inferno/paradiso, dannazione/salvezza non sono alla pari. Dio ha rivelato un unico mistero della sua volontà: che tutti si salvino e giungano al Padre per Cristo nello Spirito partecipando alla natura divina (1Tm 2,4; Ef 1,9; 2,18; 2Pt 1,4: DV 2). L’inferno è causato dal nostro rifiuto. Naturalmente il giudizio sulle persone - qui e nell’al di là - va lasciato «alla giustizia e alla misericordia di Dio», anche se «possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave» (CCC 1861).


È a questo punto che risultano chiare alcune indicazioni di condotta pastorale e personale.


Non si tratta di giudicare/condannare le persone, ma di mantenere dei chiari indicatori su che cosa è peccato e quali sono le “vie di perdizione”, evitando di mantenere solo la prima e di tacere sulle altre due, cioè di mandare all’inferno solo i mafiosi e gli scafisti (prima via), tacendo su chi ha perso la fede (seconda via) e magari invitandolo a parlare ai credenti, o ammorbidendo i paletti della morale sessuale (terza via).


La menzione della possibilità dell’inferno appartiene alla corretta comprensione del buon annuncio, che non può essere limitato alle realtà positive: la grazia, far maturare i semi del Verbo, raggiungere la maturità e felicità piene ecc., senza precisare che oltre a ciò non si dà una zona neutra, ma semplicemente la perdita della salvezza totale (adeguatamente proposta).


Le parole delle Scritture e della Chiesa sull’inferno sono «un appello alla responsabilità» (CCC 1036) e alla dignità umana: Dio ha posto la vita veramente nelle nostre mani. Sono anche parole che svelano l’amore di Dio, perché è chiaro che Gesù parla dell’inferno solo per preservarci dal caderci dentro. E così la Chiesa. E così la Madonna a Fatima.


Certo un discorso del genere può causare una contrizione che nasce «dal timore della dannazione eterna», ma anche questo è «un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo» e spinge verso una «evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l’azione della grazia, dall’assoluzione sacramentale» (CCC 1453). Se il timore spinge a compire azioni buone e sante, queste adagio adagio trasformeranno il timore in un rapporto di amore verso Dio.


TORNIAMO A FATIMA


Mostrata l’immagine dell’inferno, la Madonna invitò i tre bambini a pregare aggiungendo alla fine di ogni decina del Rosario la famosa richiesta: «Gesù mio... liberateci dal fuoco dell’inferno. Portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia». In una lettera del 18.5.1941, Lucia precisò che «la Madonna si riferiva alle anime che si trovano in maggior pericolo di dannazione».


Altro che paura! La visione dell’inferno mette in moto la preghiera, l’intercessione, la solidarietà verso i peccatori. Se dessimo fiducia alla Madonna, anche questo dovrebbe rientrare nella “nuova evangelizzazione”.


È una preghiera dolcissima ma anche molto tradizionale. La prima preghiera eucaristica o canone romano chiese per secoli e chiede ancora oggi: «Ab aeterna damnatione nos eripe / Salvaci dalla dannazione eterna». E poi Gd 22-23 esorta: «siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco». To’, la Madonna, che sembrerebbe limitata a formule devozionali, parla quasi come le Scritture. Chi l’avrebbe mai detto?


P.S.


Parecchie citazioni Scritturistiche sono state solo indicate. Ma se qualcuno avrà la pazienza di andare a leggersele per esteso, farà una “lectio divina”... ma di quelle!

SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

ATTO DI VENERAZIONE ALL’IMMACOLATA IN PIAZZA DI SPAGNA

PREGHIERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza di Spagna
Venerdì, 8 dicembre 2017

[Multimedia]





 

Madre Immacolata,
per la quinta volta vengo ai tuoi piedi come Vescovo di Roma,
a renderti omaggio a nome di tutti gli abitanti di questa città.
Vogliamo ringraziarti per la costante premura 
con cui accompagni il nostro cammino,
il cammino delle famiglie, delle parrocchie, delle comunità religiose;
il cammino di quanti ogni giorno, a volte con fatica,
attraversano Roma per andare al lavoro; 
dei malati, degli anziani, di tutti i poveri,
di tante persone immigrate qui da terre di guerra e di fame.
Grazie perché, appena rivolgiamo a te un pensiero
o uno sguardo o un’Ave Maria fugace, 
sempre sentiamo la tua presenza materna, tenera e forte.

O Madre, aiuta questa città a sviluppare gli “anticorpi”
contro alcuni virus dei nostri tempi:
l’indifferenza, che dice: “Non mi riguarda”;
la maleducazione civica che disprezza il bene comune;
la paura del diverso e dello straniero;
il conformismo travestito da trasgressione;
l’ipocrisia di accusare gli altri, mentre si fanno le stesse cose;
la rassegnazione al degrado ambientale ed etico;
lo sfruttamento di tanti uomini e donne.
Aiutaci a respingere questi e altri virus 
con gli anticorpi che vengono del Vangelo.
Fa’ che prendiamo la buona abitudine
di leggere ogni giorno un passo del Vangelo
e, sul tuo esempio, di custodire nel cuore la Parola,
perché, come un buon seme, porti frutto nella nostra vita.

Vergine Immacolata, 
175 anni fa, a poca distanza da qui, 
nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte,
hai toccato il cuore di Alfonso Ratisbonne, che in quel momento 
da ateo e nemico della Chiesa divenne cristiano.
A lui ti mostrasti come Madre di grazia e di misericordia.
Concedi anche a noi, specialmente nella prova e nella tentazione,
di fissare lo sguardo sulle tue mani aperte,
che lasciano scendere sulla terra le grazie del Signore,
e di spogliarci di ogni orgogliosa arroganza,
per riconoscerci come veramente siamo:
piccoli e poveri peccatori, ma sempre tuoi figli.
E così di mettere la mano nella tua 
per lasciarci ricondurre a Gesù, nostro fratello e salvatore,
e al Padre celeste, che non si stanca mai di aspettarci 
e di perdonarci quando ritorniamo a Lui.

Grazie, o Madre, perché sempre ci ascolti!
Benedici la Chiesa che è a Roma,
benedici questa Città e il mondo intero.
Amen.



[Modificato da Caterina63 09/12/2017 10:36]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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