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Centenario di Fatima 1917-2017 con Maria Santissima preghiere e meditazioni

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2017 10:36
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  9 ottobre 1958: muore Eugenio Maria Pacelli 

 di SERGIO GASPARI smm

Pio XII: il "Papa della Madonna di Fatima"
   

«Costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa».
  

Cinquant’anni fa, il 9 ottobre 1958, nella residenza estiva di Castelgandolfo moriva Pio XII (Eugenio Maria Pacelli, 1876-1958), pontefice dal 1939 al 1958, detto, per antonomasia, il "Papa della Madonna". Il Pastore supremo che scomunicò nel 1949 i comunisti atei, ma che si era adoperato indefessamente per l’assistenza alle vittime della seconda guerra mondiale, che già preconizzava della futura Europa unita: «Tecnicamente gigante, spiritualmente atrofizzata», il Papa che avviò le prime riforme liturgiche effettuate poi dal Vaticano II (1962-65).

Nel Battesimo, al nome di Eugenio, veniva aggiunto quello di Maria. Giovane diciottenne, il 13 dicembre 1894, si iscriveva nella Congregazione mariana dei Gesuiti in Roma. Celebrava la sua prima Messa dinanzi alla "Salus Populi romani" di Santa Maria Maggiore (3 aprile 1899). Il suo primo discorso da sacerdote fu sulla Vergine. Veniva consacrato vescovo il giorno stesso in cui a Fatima appariva la Madonna (13 maggio 1917). La sua elevazione a cardinale fu annunciata la vigilia dell’Immacolata (7 dicembre 1929). Eletto Papa il 2 marzo 1939, nello stringere tra le mani il timone della nave di Pietro, affidava il suo pontificato a Maria "Stella del mare". Si ammalò la prima domenica di ottobre (5 ottobre 1958), festa della Madonna del rosario; spirava, con il rosario in mano, il 9 ottobre.

«De Maria numquam satis»

Il secolo XX è stato definito il "secolo di Maria". Ma per taluni si è rivelato piuttosto l’èra delle «esuberanze della devozione mariana», culminate con il pontificato di Pio XII. Però egli è il Pontefice più citato dal Vaticano II, concilio non certo incline al facile e superficiale devozionalismo. Per cui dobbiamo asserire: Pacelli è stato Papa mariano perché cristocentrico. Ben consapevole dell’adagio: De Maria numquam satis, egli costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana, solida e profonda, con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa. Ecco come delineava la consacrazione a Maria, sicuro mezzo di unione a Cristo. Il 21 luglio 1947, nel discorso tenuto ai pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di Louis Marie Grignion de Montfort, affermava: «L’autore del Trattato della vera devozione a Maria Vergine distingue con pochi tratti questa autentica devozione da una falsa devozione più o meno superstiziosa... La vera devozione, quella della tradizione, quella della Chiesa, quella, diremo Noi, del buon senso cristiano e cattolico, tende essenzialmente all’unione con Gesù, sotto la guida di Maria. La forma e la pratica di questa devozione possono variare a seconda del tempo, dei luoghi e delle inclinazioni personali. Nei limiti della dottrina sana e sicura, dell’ortodossia e della dignità del culto, la Chiesa lascia ai suoi figli un giusto margine di libertà».

E nel 1958, ancora ai Monfortani, puntualizzava: «I missionari della Compagnia di Maria sono stati chiamati a guidare le anime a nostro Signore per mezzo della Santissima Vergine, nello spirito della devozione speciale che il Fondatore possedeva in alto grado».

Condurre gli uomini a Cristo

Parlando dell’Eucaristia e della Vergine, Pio XII ricordava: «Maria non ha altro desiderio che di condurre gli uomini a Cristo, di introdurli nel cuore del mistero della redenzione che è l’Eucaristia». Egli, che nel 1953 aveva approvato una riforma del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria, risalente al sec. X, e che ogni anno raccomandava il mese mariano di maggio, il 26 aprile 1958 ribadiva: «L’essenza della devozione a Maria consiste in primo luogo... in un sentimento filiale, che cerca di contraccambiare in qualche modo il suo amore di madre. Ma la venerazione non sarebbe sincera, la confidenza non sarebbe veramente profonda e l’amore non andrebbe oltre il sentimento e le parole, se l’anima che si dice devota di Maria, non si studiasse di imitarne le virtù, di ritrarne in sé la vita».

Nell’atto di consacrazione della Chiesa e di tutto il genere umano al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), Pacelli non faceva alcun accenno alla lettera di suor Lucia di Fatima, che raccomandava, secondo le parole della Vergine, tale consacrazione, ma in primo luogo erano i fondamenti teologici a indurre il Pontefice a quel gesto consacratorio.

Il magistero mariano

Il magistero mariano di Pacelli è sterminato. Cerchiamo di ricordarne i principali eventi.

1 Consacrazione del mondo. Aderendo alla supplica dell’Episcopato portoghese, nel 25mo delle apparizioni della Madonna a Fatima e 25mo della sua consacrazione episcopale, in piena guerra, Pio XII ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), invocandola "Rifugio del genere umano" e affidando alla sua protezione materna il mondo intero. Questa consacrazione, da un evidente risvolto politico e sociale, affondava le sue radici nel dogma dell’Immacolata, anche se aveva ricevuto un forte impulso dai messaggi di Fatima. Lo stesso Papa ha consacrato alla Madonna la Russia (1952) e la Spagna (1954). Sotto il suo pontificato si è avuta la consacrazione alla Vergine di intere nazioni, come il Venezuela nel 1952.

2 Definizione del dogma dell’Assunta (1950). Come già aveva fatto il beato Pio IX per il dogma dell’Immacolata Concezione, Pio XII chiese a tutto l’Episcopato cattolico mediante l’enciclica Deiparae Virginis (1° maggio 1946) se riteneva opportuna la definizione dell’Assunta (il movimento a favore, nei primi due decenni del 1900 aveva raccolto 8.036.393 firme). Avuta risposta affermativa, il Papa il 1° novembre 1950 (anno giubilare), con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, proclamò il dogma dell’Assunzione con la formula: «Pronunziamo, dichiariamo e definiamo che l’Immacolata sempre Vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste, in anima e corpo».

3 Il posto di Maria madre nel Corpo mistico di Cristo. Pio XII ha precisato il posto della Vergine nel Corpo mistico di Cristo. Nell’epilogo dell’enciclica Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943) affermava: Maria «offrì Gesù all’Eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del suo materno amore come no-vella Eva, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla miseranda prevaricazione di lui». Altrove presentava la Madre associata al Figlio in tutta l’opera redentrice: «Come Madre e Ministra al Re dei martiri nell’opera ineffabile dell’umana redenzione, gli è sempre associata con un potere quasi immenso nella distribuzione delle grazie» (cf L’Osservatore Romano, 19 maggio 1946). E nella Munificentissimus Deus ribadiva: Maria è «unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte».

Così Pio XII ha esplicitato la maternità universale di Maria. Nella Mystici Corporis Christi scriveva: «Per il Corpo mistico di Cristo, nato dal cuore aperto del nostro Salvatore, (Maria) ebbe quella stessa materna sollecitudine e premurosa carità, con la quale nella culla ristorò e nutrì del suo latte il bambino Gesù». Però, secondo autorevoli testimonianze, egli non era convinto dell’opportunità di definire Maria "mediatrice di tutte le grazie", come recitano i testi della festa liturgica, definizione invece richiesta e promossa dal card. Desiré Mercier (+1926). La dottrina della mediazione è riemersa durante il Concilio. Difatti la definibilità dogmatica è stata richiesta da ben 300 vescovi, ma un prestigioso padre conciliare il 20 giugno 1962 dichiarò: «La proposta di un nuovo titolo, specie quello di Mediatrice da accordarsi a Maria Santissima, mi parrebbe inopportuna e anche dannosa». Il Vaticano II comunque ha precisato la dottrina della mediazione mariana nella Lumen gentium n. 60.

Immagine della "Salus Populi romani".
Immagine della "Salus Populi romani".

4 Anno mariano. Il primo Anno mariano (1954) è stato indetto da Pio XII con l’enciclica Fulgens corona (8 settembre 1953), a coronamento del primo centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Fu solennemente inaugurato dal Pontefice stesso l’8 dicembre 1953 in Santa Maria Maggiore e simultaneamente in tutte le diocesi cattoliche del mondo. Le manifestazioni spettacolari di quell’anno furono coronate da un vero rinnovamento spirituale. Anno ricco anche di iniziative culturali, sociali e caritative. Fu chiuso in San Pietro il 1° novembre 1954 dal Pontefice, con l’incoronazione della Vergine "Salus Populi romani" e l’istituzione della festa di Maria Regina.

5 Istituzione della festa di Maria Regina (1° novembre 1954). L’11 ottobre 1954 Pio XII pubblicò l’enciclica Ad caeli Reginam, contenente le motivazioni storico-teologiche della nuova festa liturgica di Maria Regina, da celebrarsi il 31 maggio (spostata dal 1969 al 22 agosto). Nel Prologo Pacelli dichiarava: «Non si tratta di una nuova verità proposta al popolo cristiano», quanto di una verità antica, per una festa nuova. Il patriarca di Venezia card. Angelo Roncalli, pur dichiarando la propria conformità alle decisioni del supremo magistero della Chiesa, esprimeva le sue perplessità circa la proclamazione e la festa della regalità di Maria, per timore di un pregiudizio all’unità della Chiesa.

6 Festa del Cuore Immacolato di Maria. Il 4 marzo 1944 Pio XII estese alla Chiesa universale la festa del Cuore Immacolato di Maria, assegnandola al 22 agosto, ottava dell’Assunta. Memoria oggi celebrata il giorno successivo al Sacro Cuore di Gesù. Anche in questa festa si avverte il richiamo di Fatima.

7 Il rosario compendio del Vangelo. Pio XII nel 1946 presentava il rosario come il «compendio di tutto quanto il Vangelo (stupenda definizione, ripresa da Paolo VI nella Marialis cultus n. 42), meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza», precisando nell’enciclica sul rosario Ingruentium malorum del 1951: «Benché non ci sia un unico modo di pregare per conseguire questo aiuto, tuttavia noi stimiamo che il santo Rosario sia il mezzo più conveniente ed efficace. Non esitiamo ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza che Noi riponiamo nel santo Rosario per risanare i mali che affliggono i nostri tempi».

Beata Vergine Assunta di Castellero (Corneliano d'Alba, Cuneo).
Beata Vergine Assunta di Castellero (Corneliano d’Alba, Cuneo).

Rilievi conclusivi

Pio XII è il Papa dell’èra mariana, per la sua devozione alla Madonna, o non è anzitutto il Pastore supremo che si è fatto teologo della Vergine? Egli resta il Pontefice che, nel preparare dottrinalmente l’avvento del Vaticano II, filialmente presenta Maria madre spirituale dei credenti. Il seguente testo conciliare (citato da Paolo VI nella Marialis cultus n. 20), è debitore a Pio XII: la beata Vergine «serbò fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla Croce, dove... soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, consentendo amorosamente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Gesù morente in Croce fu data come Madre al discepolo» (LG 58, che cita la Mystici Corporis Christi pacelliana).

Pio XII è il Papa della Vergine assunta alla gloria celeste in anima e corpo, dove ella è esaltata quale Madre degli uomini e Regina dell’universo (LG 59). Sulla sua scia luminosa, il cap. VIII della Lumen gentium elaborerà la sua dottrina mariologica.

Sergio Gaspari smm





  si veda e si ascolti anche: Profetico avvertimento di don Minutella per il 2017. Bisogna resistere nella preghiera.

https://gloria.tv/video/GKiaXVrB7WiT4zPwZ1QU4zjTh










LA CHIUSURA DEL PROCESSO DIOCESANO
 

Il 13 febbraio la cerimonia solenne di chiusura del processo diocesano di beatificazione della terza veggente di Fatima. Raccolte 11mila lettere scritte o ricevute da Suor Lucia de Jesus ed esaminati diversi miracoli attribuiti alla sua intercessione su cui dovrà ora concentrarsi la seconda fase del processo. 

di Andrea Zambrano
Suor Lucia de Jesus

Suor Lucia presto beata: la data è quella del 13 febbraio prossimo e coinciderà con la chiusura del processo diocesano che chiuderà la prima delle due fasi del processo canonico. Dopo quella data la causa per dichiarare Beata l'ultima veggente di Fatima approderà a Roma dove sarà al vaglio della Congregazione per le cause dei santi. 

Lo riferisce l'agenzia Ecclesia Portugal che ha citato l'annuncio del giornae diocesano di Coimbra nel cui territorio è morta a 98 nel 2005 suor Lucia de Jesus. Il processo si era aperto, grazie a una dispensa pontificia che consentiva di bypassare i canonici cinque anni dalla morte, il 30 aprile 2008 per decisione del vescovo di Coimbra Albino Cleto.

La messa solenne di chiusura del processo di beatificazione e presentazione del cosiddetto libello supplice per i cardinali della Congregaizone verrà effettuata il 13 febbraio nella chiesa del Carmelo di Santa Teresa a Coimbra. 

Parlando con l'agenzia Ecclesia la vice postulatrice ha affermato che il processo docesano ha comportato la raccolta e lo studio di una vastissima documentazione della religiosa. Un lavoro che ha richiesto tempo e ha provocato alcuni ritardi rispetto al ruolino di marcia delineato.

«E' stata una sfida - ha detto suor Angelo Coelho - perché suor Lucia meritava uno studio molto approfondito e rigoroso non solo per la questione storica, ma anche per l'aspetto spirituale della sua vita. Credo - ha proseguito la vice postulatrice della causa dal 2014 - che sia stato indispensabile studiare attentamente la mole di documenti che abbiamo».

Suor Angela Coelho è stata anche la postulatrice della causa di canonizzazione dei due pastorelli veggenti Gacinta e Francisco Marto, i due fratelli che, insieme alla giovane Lucia e secondo le testimonianze riconosciute dalla Chiesa, hanno assistito alle apparizioni della Vergine Maria nella Cova da Iria, tra il 17 maggio 1917 e il 17 ottobre di quello stesso anno.

Secondo la vice postulatrice il processo di beatificazione deve tenere conto che «siamo di fronte ad una donna che ha vissuto 98 anni e che ha potuto comunicare con Papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II, con cardinali, vescovi e molte altre persone». Inoltre Lucia ha scritto a consorelle di altri ordini religiosi e a migliaia e migliaia di persone che ancora oggi ci stanno fornendo le risposte alle lettere che inviava, tanto che abbiamo contato una mole di missive che consta di 11mila lettere».

Dopo le apparizioni, suor Lucia visse 57 anni la sua vita come cermelitana e ora è sepolta nella Basilica di Nostra Signora del Rosario a Fatima.

Ai vescovi diocesani, nel corso del processo, è toccato anche di investigare sulle virtù in vita e sulla sua fama di santità, ma anche sui numerosi miracoli attribuiti e sull'attuale culto espresso da migliaia di fedeli cattolici che ogni anno si recano sul suo sepolcro.

La seconda tappa del processo consisterà nell'esame dei miracoli attribuiti all'intercessione della "venerabile". Se uno di questi miracoli dovesse essere considerato autentico secondo le formule disposte dalla Congregazione, la venrrabile suor Lucia potrà essere proclamata beata e degna del culto locale, tipico dei beati, anche se la portata per la Cristianità del messaggio di Fatima difficilmente potranno relegare in un ambito strettamente locale la devozione per la veggente. Se poi, dopo l'eventuale beatificazione, dovesse verififcarsi un altro miracolo accertato, allora la terza veggente di Fatima potrà essere proclama santa e indicata per il culto universale. 

Ma un primo passo, con la chiusura del processo diocesano, è stato fatto. Proprio nell'anno fatimita in cui si celebrano i cento anni delle apparizioni. 


   



[Modificato da Caterina63 15/01/2017 12:24]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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