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26/07/2017 08:14 | |
alcuni video utili per il mese di agosto:-“Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in paradiso!”. Da questo grande desiderio di san Francesco di Assisi per le Anime, nasce il Perdono della Porziuncola. In questo video vi offriamo due fonti di tutto rispetto: una dalle fonti francescane, l'altra da alcune riflessioni di Benedetto XVI tratte da un opuscolo del 2005 e redatto proprio dai Frati della Porziuncola, perché ci aiutano a comprendere alcune vicende storiche che portarono a questo dono, e ci aiutano a capire il valore dell'indulgenza e gli atti di misericordia che dobbiamo, possiamo e vogliamo compiere. Non ci sono scorciatoie per il Paradiso... eppure, a pensarci bene e a viverlo bene, questo Perdono potrebbe diventare per noi una provvidenziale "scorciatoia".
Come lucrare l'Indulgenza parziale: dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del 2 agosto, oppure, col permesso dell'Ordinario (Vescovo), nella domenica precedente o seguente, a decorrere dal mezzogiorno del sabato fino alla mezzanotte della domenica. Ricordiamo che l'Indulgenza si può lucrare una sola volta, per sé o per un Defunto.
Vediamo ora le condizioni richieste:
1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del “Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria professione di fede).
2 - Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti).
3 - Partecipazione alla Santa Messa e Comunione Eucaristica.
4 - Una preghiera per il Papa: un Padre Nostro, un'Ave Maria e un Gloria, (per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice).
5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
Le condizioni di cui ai numeri 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa, tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera per il Papa, siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
8 agosto 2012. la bellissima catechesi di Benedetto XVI sulla spiritualità di San Domenico …
Maurizio Blondet: Ho ricevuto quel che segue da un blog greco. Non sono in grado di controllare l’informazione, né so altro oltre a quello che dice il testo – tradotto dal greco col traduttore automatico. Lo posto senza commento).
Russia: dodici delfini hanno portato su dal mare l’immagine della Vergine!
Christos Michaelides
https://proskynitis.blogspot.it/2017/06/12_15.html?m=1
“Un evento insolito e meraviglioso è avvenuto a Sochi, in Russia. Un branco di delfini (12 secondo i testimoni) hanno portato a riva un’immagine della Vergine davanti agli occhi attoniti dei villeggianti sulla spiaggia.
Il caso è stato reso noto da un colonnello dell’armata russa e da sua moglie, che hanno sorpreso dei delfini nuotare molto vicino alla riva e deporvi un oggetto. Quando i delfini hanno riguadagnato il mare, la coppia si è avvicinata al punto in cui era l’oggetto, coperto di fango.
La moglie del militare ha ripulito l’oggetto e ha visto l’immagine della Vergine, ed ha lodato Dio per questo miracolo. Questa è l’immagine della Madonna di Kursk. Non si sa come l’icona sia finita in fondo al Mar Nero, e non si spiega come i delfini l’abbiano riportata sulla riva. Il colonnello ha portato l’icona a Mosca, dove spera di mostrarla al patriarca Kirill e raccontargli l’evento miracoloso”.
Una Madre profondamente partecipe alla sanguinosa storia della Russia
E’ vero? E’ leggenda? Infine, credo che poco importi: il fatto stesso che una leggenda così possa nascere, in una Russia minacciata da tutte le forze globali più oscure e violente di “questo mondo”, è significativo.
Ricordo solo che la vera immagine della Theotokos venerata a Kursk è senza dubbio l’icona più profondamente intrecciata con la storia del popolo russo, le guerre, gli eventi più sanguinosi, e fu persino ferita essa stessa. Si dice che un cacciatore la trovò settembre 1295 fra le rovine di Kursk, a quel tempo svuotata e ridotta a deserto, abitato da selvatici, dalla ferocia genocida dell’invasione mongola. L’immagine – uguale o simile all’icona venerata a Novgorod – era a faccia in giù; appena l’uomo la sollevò, sprizzò da sotto una sorgente d’acqua viva e purissima.
I pii cacciatori allestirono una minuscola cappella di legno per l’immagine; presto essa fu oggetto di visite e pellegrinaggi, essendosi sparsa la fama che compisse miracoli.. Secondo i racconti vari tentativi degli abitanti e del principe della vicina Rylsk di portare il quadro nella loro città, andarono a vuoto: l’immagine tornava sempre nella cappelletta. Ci si convinse che la Madre di Dio voleva restare là dove era stata scoperta.
Nel 1383, nuova invasione: dei tartari. Costoro si ostinarono a incendiare la cappella di legno, affastellando legna e fascine, senza riuscirvi; accusarono il prete che la custodiva, Bogoliub, di stregoneria. Solo quando gli invasori spezzarono l’icona in due, riuscirono a dar fuoco alla cappella. Presero Bogoliub come prigioniero e schiavo. Soltanto anni dopo, riacquistata la libertà (degli emissari dello zar avevano pagato il riscatto) egli tornò , ritrovò i due pezzi dell’icona e li ricompose – o l’immagine si ricompose per prodigio, si dice. In ogni caso essa ha ancora il segno dello spacco.
Nel 1597, per ordine dello Zar, un monastero fu costruito attorno alla cappella; era sua volontà dare inizio così alla ricostruzione di Kursk. Ma nel 1611 un’altra incursione dei tartari devastò il monastero. L’immagine fu portata di nascosto a Mosca; erano i tempi di Boris Godunov, che dotò l’immagine di ornamenti preziosi ; da lì fu riportata nel monastero ricostruito di Kursk nel 1618: Ancor oggi una processione, il nono venerdì dopo Pasqua, ricorda il trionfale ritorno della Signora del Segno. Frattanto però, nel 1612, furono i polacchi ad attaccare Kursk. In quell’occasione la Vergine accompagnata da due “monaci raggianti”, fu vista in cielo dai cittadini; anche i polacchi catturati riferirono di aver visto l’apparizione.
Nel 1812 un comitato cittadino di Kursk donò una copia dell’icona al generale Kutuzov, il vincitore di Napoleone, coperta da una riza d’argento. Ma nel 1898, anarchici criminali, in odio alla fede, piazzarono una bomba gigantesca sotto l’icona. La chiesa – ormai Cattedrale del Segno – fu devastata, le vetrate distrutte, i portoni di ferro piegati dalla violenza dello scoppio, persino la cupola danneggiata. L’immagine invece rimase intatta, il che aumentò la fede popolare nelle sue virtù.
1918, rivoluzione bolscevica. Kursk prima viene occupata dai comunisti, poi liberata dall’armata bianca; questa la riparò nella sua roccaforte in Crimea; ma fu sconfitta e dovette ritirarsi. Sotto la protezione dei bianchi in ritirata, alcuni monaci misero in salvo l’icona a Belgorod, poi a Taganrog, Ekaterinodar e Novorossinsk: mesi di angosciose peregrinazioni, al seguito dell’Armata bianca braccata e sconfitta. Infine , per nave, nel 1920, il quadro fu portato a Tessalonica, e poi da lì a Belgrado, dove rimase nella chiesa russa della Santa Trinità. Ma nel 1944, i devoti e i preti russi riparati in Serbia, quando la Yugoslavia passò sotto la dittatura comunista, fuggirono portando con sé l’immagine. Prima a Vienna e a Carlsbag, poi a Monaco, poi in Svizzera, Francia, in Belgio, secondo le vicissitudini della guerra e l’avanzata dell’Armata Rossa. Dal 1957 l’icona originale ha trovato sede a New York, nella chiesa della Madre di Dio del Segno, sede della gerarchia della Chiesa Russa all’Estero.
Quanto ai due immani incendi di Londra e della foresta presso Fatima, in Portogallo: la fulminea rapidità con cui il fuoco s’è diffuso, l’incontenibile violenza della fiamme divoratrici di decine e decine di vite umane incenerite, è parsa ai soccorritori preternaturale. Anch’esso un segno, forse, del rabbioso potere che ha sul nostro mondo il Signore del Fuoco.
Durante l'ultimo uragano che ha colpito l'America, in mezzo alla devastazione spicca intatta la statua della Vergine Maria. Gli abitanti del luogo lo hanno visto come un segno di speranza della presenza di Dio. Ma sono tanti i casi in cui, in seguito a calamità terribili, sono rimaste intonse solo le statue sacre. Come a ricordare all'uomo moderno che tutto passa, che c'è solo una creatura non soggetta alla morte e un'unica cosa su cui vale la pena investire.
Ancora una volta l’unico oggetto che si è salvato da un incendio seguito al passaggio dell’uragano Harvey, che settimana scorsa ha devastato alcune aree del Texas, è una statua della Madonna. In mezzo alla devastazione e alle rovine, spicca di nuovo l’immagine di una statua di pietra che raffigura la Vergine a mani giunte. Infatti, sono tantissime le Madonne e i crocifissi rimasti intonsi a seguito di incendi, terremoti o altre calamità naturali devastanti.
Un caso? “Alcuni potrebbero arrabbiarsi con Dio per quanto accaduto...ma di fatto l’unica cosa che è rimasta intatta qui è una statua sacra, ho cercato, cercato per trovare qualche oggetto ma l’unica cosa rimasta è lei, è la Vergine Maria”, ha spiegato alla Nbc Natalie Rojas, una superstite del luogo la cui abitazione è bruciata a causa di un problema elettrico scatenato dall’uragano. Impressiona sentire una giovane in lacrime, che ha perso tutto, parlare di questo come di “un segno di speranza” e come di un ammonimento che ci ricorda che tutto passa e che solo una cosa resta per sempre. Dio e la vita eterna che la Madonna ci indica.
Pare crudele dire alle vittime che Dio permette tutto questo per richiamarci a lui, eppure sono spesso loro, i più umili, a ricordarlo mentre i ricchi imprecano davanti alle immagini delle devastazioni in tv. Il padre della donna intervistata, Jesus Rojas, ha aggiunto che “ho lavorato tutta una vita nei campi provando a mostrare alla mia famiglia come si fa ad essere forti, come credere in Dio e rimanere tutti uniti in famiglia”. Ci si aspetterebbe dunque un lamento e invece no, l’uomo ha ringraziato Dio per il fatto di essere ancora vivo. Natalie ha poi continuato così: “Apprezza ciò che hai, fai attenzione agli avvertimenti, abbraccia i tuoi figli, ringrazia Dio per l’oggi, per ieri e prega per un domani migliore”. Perché appunto tutto è precario, tutto passa se non è radicato in Dio.
Sembrerebbe questo il richiamo delle raffigurazioni sacre rimaste intonse in mezzo alle devastazioni più severe. Basti pensare alla statua della Madonna con Gesù in braccio rimasta perfettamente intatta in una nicchia a Pescara del Tronto dove il 24 agosto del 2016 un terremoto aveva causato la morte di decine di persone distruggendo completamente l’area circostante. Anche dopo il terremoto dell’Aquila, dalle macerie della Chiesa di San Pietro era mersa, come unico oggetto intatto, una Madonna in trono con Bambino della fine del XV secolo, già nota per molti miracoli e prodigi. Colpiscono poi le immagini riprese dall’alto della chiesa Villa San Lorenzo a Flaviano, frazione di Amatrice: completamente ridotta alle ceneri al suo centro svetta una Madonna enorme e colorata.
Ma ha ancor di più a da dire la nota immagine della Madonna rimasta bianchissima al seguito di un incendio scoppiato nel 2015 nella base militare spagnola El Goloso. Tutto intorno era stato incenerito dalle fiamme, tranne la statua e l’area di fiori che la circondavano, segno del fatto che lì in fuoco si era arrestato non riuscendo, come fosse impossibilitato, a distruggere la statua. Le immagini aveva scatenato un dibattito fra i lettori di “Fed your Faith” che avevano confessato: “La casa di mio fratello è completamente bruciata e l’unica cosa non ridotta in cenere è stato il crocifisso di legno…che era stato benedetto”. E ancora: “lo stesso è accaduto durante l’uragano Katrina a Pass Christian…la chiesa è stata spazzata via e l’unica cosa rimasta era la statua della Vergine Maria e il crocifisso”.
Un'altra lettrice conferma: “La casa di mia madre è stata rasa al suolo, l’unica cosa che abbiamo trovato era un presepe di ceramica e una statua del Gesù Bambino di Praga intatti. TUTTO IL RESTO era cenere”. Ma gli esempi di questi miracoli pedagogici sono tantissimi. E colpiscono ricordandoci l’unica cosa che vale in un momento storico in cui si percepisce una grande instabilità per cui l’uomo tenta, impaurito, di farsi sempre più padrone di tutto, dimenticando che la vita quaggiù è passeggera e che l’unica su cui vale la pena investire è quella che non finisce. E’ questa l’ammonimento ma anche la speranza suscitata da questi fatti, che in mezzo al male e la devastazione, segno del peccato che colpisce l’uomo come la natura, esiste una salvezza eterna a cui aggrapparsi già ora, partendo dalla Madonna per arrivare al Crocifisso.
[Modificato da Caterina63 31/08/2017 12:28] Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |