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Noi NON accettiamo alcuna dichiarazione coi Protestanti se non è dottrinale

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2017 15:53
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19/03/2017 12:37
 
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EDITORIALE
 

In questo 500mo anniversario della Riforma luterana, i cattolici  – soprattutto uomini di Chiesa e teologi – sembra abbiamo scelto di puntare su due aspetti: le sue intenzioni piuttosto che i contenuti dogmatici della Riforma e fare “un tratto di strada insieme”. Ma questo sposa già la prospettiva luterana perché si accettano due importanti presupposti.

Di Stefano Fontana

In questo 500mo anniversario della Riforma luterana, i cattolici  – soprattutto uomini di Chiesa e teologi – sembra abbiamo scelto di puntare su due aspetti. Il primo è quello delle intenzioni soggettive di Lutero piuttosto che i contenuti dogmatici della Riforma. Il secondo è di fare comunque “un tratto di strada insieme” indipendentemente dalle questioni dottrinali. A ben vedere, però, ambedue queste sottolineature sposano già la prospettiva luterana, sono interne alla Riforma in quanto ne accettano due importanti presupposti.

E’ evidente che la Riforma deve molto alla soggettività di Lutero, alla sua vicenda interiore, al suo carattere. La sua biografia sia psicologica che spirituale non va messa da parte. Su questo hanno scritto – e giustamente – in molti, da Jacques Maritain a Jean Guitton ad Angela Pellicciari. Però non va nemmeno assolutizzata, facendone l’unico focus.

La tendenza odierna è invece proprio questa, sostenendo che Lutero non voleva una rivoluzione ma una riforma della Chiesa. Fino a ieri la linea cattolica era di dire che la Riforma non è stata una riforma ma una rivoluzione. Ora si dice il contrario. Il cardinale Kasper nel suo ultimo libretto su Lutero edito dalla Morcelliana dice infatti: “Lutero era un uomo desideroso di rinnovamento, non un Riformatore. Con questa istanza evangelica Lutero si poneva nella lunga tradizione dei rinnovatori cattolici che lo avevano preceduto. Si pensi soprattutto a Francesco d’Assisi“.

Sembra che le cose siano poste in questo modo: le intenzioni originarie di Lutero erano buone e legittime, poi la storia ha prodotto ostacoli e intralci di vario genere, causati non da ultima dalla Chiesa cattolica, provocando anche difficoltà di comunicazione come scrive Padre Pani sul numero 4000 de “La Civiltà Cattolica”, sicché se si tolgono di mezzo gli ostacoli e le incomprensioni e se ci si ricollega alle intenzioni originarie di Lutero tutto può essere messo a posto. L’accostamento temerario tra Lutero e San Francesco la dice lunga sugli obiettivi di questa strategia.

Questa impostazione mette in secondo piano gli elementi di contenuto dottrinali della Riforma per incentrarsi sulla buona fede del testimone. Ma un testimone è attendibile non solo per la sua buona fede bensì anche per le verità che dice. La concentrazione sulle intenzioni soggettive di Lutero accoglie già l’impostazione luterana delle cose. La fede, infatti, è sia l’atto del soggetto che crede, sia il contenuto creduto (gli esperti parlano di fides qua e di fides quae). Ora, per il cattolico le due cose vanno tenute insieme, ma per il luterano no, vale solo la prima. La fede nel senso luterano del termine è un “fidarsi”, è una fede fiduciale in Cristo. Padre Coggi OP, nel suo ultimo libro su Lutero edito dallo Studio Domenicano di Bologna, spiega bene che quella di Lutero è una “fede senza dogmi”.

Concentrare l’attenzione solo sulle intenzioni soggettive di Lutero è quindi già un collocarsi nella prospettiva luterana della centralità della coscienza individuale e di una fede senza argomenti.

Anche l’altro aspetto su cui i cattolici insistono in questo cinquecentesimo anniversario presenta queste caratteristiche. “Fare una tratto di strada insieme” significa anteporre la prassi, un comune agire, alla dottrina. E’ difficile fare una simile proposta ai Riformati. Se si vuole fare un tratto di strada insieme nonostante le diversità dottrinali ci si dovrebbe rifare alla legge morale naturale, che però Lutero nega, in quanto frutto di una ragione “meretrice”. Non è difficile riscontrare, nel dialogo ecumenico, una notevole difficoltà a trovare accordi pratici per esempio sulle questioni di bioetica e biopolitica e sui cosiddetti “nuovi diritti”, il che dimostra come sia impossibile “camminare insieme” senza i dovuti chiarimenti dottrinali. 

In ogni caso, questa priorità della prassi sulla dottrina è una posizione tipicamente luterana. Il Monaco infatti era interessato non a conoscere ma a sentirsi in grazia, come acutamente fanno notare tanti suoi interpreti da Maritain a Coggi. Il suo interesse non era per Cristo in sé, ma per Cristo per lui. Egli mirava a fare esperienza della salvezza di Cristo, non a conoscerlo. Il suo intento, in altri termini, era eminentemente pratico. Anche tra i cattolici oggi si pensa alla fede più come esperienza che come conoscenza e viene da chiedersi se non sia per effetto dell’influenza protestante. La verità di Cristo viene in secondo piano per Lutero, che separa il Cristo della fede dal Cristo della storia. La demitizzazione del Vangelo potrebbe diventare anche totale, come cercherà di fare Rudolf Bultmann, ma ciò non intaccherebbe la fede, che non ha bisogno di argomenti. 

Come motivare la scelta di queste due ottiche così consenzienti nei confronti della Riforma se non come segno di una disponibilità perfino eccessiva ad affrettare i tempi su molte questioni ecumeniche spinose? 




LUTERO NON ERA UN RIFORMATORE MA RIVOLUZIONARIO ERETICO

Basta con le menzogne! C’è un limite a tutto! Nessun Vescovo e nessun Papa, in nome della pace e del dialogo o dell’ecumania, possono imporre una visione distorta della storia.

E’ di questi giorni la notizia di solite manovre occulte, per imporre alla Chiesa, visioni distorte della storia. In questo sito francese, vedi qui – è riportato che si sta svolgendo in Vaticano, fino al 31 marzo, un incontro dal titolo: «Lutero, 500 anni dopo. Una rilettura della Riforma luterana nel suo contesto storico ecclesiale» dove per concetto di “rilettura della Riforma” si intende con ciò RIABILITARE Lutero, riletto appunto distorcendo la storia. Infatti, in una conferenza stampa che si è tenuta ieri 22 marzo 2017, nella Sala Stampa della Santa Sede, il Presidente del Comitato, il Padre Ardura, assistito dal prof. Johannes Grohe, storico che insegna alla Pontificia Università della Santa Croce, ha spiegato ai giornalisti che questo seminario di studi consiste in «una ricerca della verità» in un contesto storico ed economico complesso:

«Lutero voleva fare inizialmente una riforma dall’interno, non voleva provocare uno scisma» – ha dichiarato. «All’inizio voleva fare una riforma all’interno della Chiesa, come è stato spesso il caso nel corso dei secoli. Egli compì un cammino spirituale, il punto di partenza quindi era buono. Ma in seguito ci sono state delle pressioni da tutti i lati, degli elementi che sono sopraggiunti dall’esterno, storici, politici ed economici, che hanno influenzato l’evoluzione della stessa Riforma e hanno condotto alla rottura.»

Insomma, detto in breve, il Padre Ardura, mentre afferma da un lato di non sapere se Papa Francesco voglia riabilitare Lutero, dall’altro professa, abusivamente – diciamo chiaro -, che cattolici e protestanti hanno «una comunione nella stessa fede», grazie ad «un accordo tra le due Chiese»!

Tutto ciò E’ FALSO! Clamorosamente falso! Mentono sapendo di mentire, e questo è inaccettabile! In questo link – Ripensando  Lutero – avevamo già dato prova, attraverso il domenicano Padre Coggi, che questa visione benevola, ma modernista, delle azioni di Lutero, non erano affatto di RIFORMA ma di  RIVOLUZIONE. Lutero è stato un rivoluzionario, non un riformatore. Chi sono infatti i veri Riformatori? SONO I SANTI e non gli ereticiSant’Ignazio di Lojola fonda la Compagnia per contrastare l’eresia luterana, senza alcun patteggiamento, senza alcun compromesso!

Lutero inizia la sua avventura NON per una benevola Riforma interna alla Chiesama perché NON sopportava più il voto celibatario. In quanto monaco agostiniano, non accettava più di doversi “contenere” e da qui inizia senza dubbio la sua “bella” ricerca del Volto misericordioso di Dio, ma lo fa per un motivo personale soggettivo, che appartiene alle incontinenze e non al cuore… Il suo interessamento contro i vizi e i peccati nella Chiesa, la vendita delle indulgenze, ed altre immoralità, è solo una fase successiva che sarà usata da Lutero come manganello e ricatto.

Nei vari racconti biografici e storici, si evincono due periodi di Lutero durante la sua permanenza da monaco: la prima parte molto regolare e serena, ma sopraggiunta una certa rilassatezza e a causa di un temperamento eccitabile e nervoso, cominciò a non sopportare più le privazioni soprattutto quelle legate al celibato e dunque alla continenza e piuttosto che ammettere di non essere magari portato alla vita monastica, tentò di trovare nella Scrittura una sorta di “nuova giustificazione” ai suoi tormenti e tentazioni legate sempre alla concupiscenza, alla carne. Lutero era tormentato dal sentimento di trovarsi sempre in uno stato di peccato e fatte le dovute confessioni, penitenze, digiuni ripetuti con ansia sempre più inquieta, cede davanti al dubbio atroce di non poter resistere davanti all’inesorabile maestà di Dio; di qui inizia l’atroce dubbio di ritrovarsi nel numero dei dannati. Questa tensione crebbe a livelli davvero esasperati da farlo diventare davvero morbosamente angoscioso ed inquieto.

I veri motivi, spiega poi nel libro Padre Coggi, furono di natura strettamente teologica e soprattutto legati al dramma interiore che egli viveva…. Anche il domenicano Padre Riccardo Barile – vedi qui – ha espresso chiarissimamente in un articolo a La Nuova Bussola Quotidiana del novembre scorso, una preoccupante riflessione: “Ferma restando la necessità del dialogo ecumenico, è però importante rendersi conto che non è vero che tra cattolici e luterani ci unisce la fede e ci dividono solo delle interpretazioni teologiche. È vero invece che sui sacramenti, l’Eucarestia, l’approccio alle Scritture, il ministero sacerdotale, la Messa come sacrificio, la Madonna è proprio la fede che ci divide…”

Lutero ROMPE CON LA FEDE DELLA CHIESA da subito, fin dall’inizio della sua ricerca del Volto misericordioso di Dio, negando, poiché non lo accettava, la dottrina MORALE della Chiesa Cattolica. Per Lutero doveva esserci UN’ALTRA interpretazione della Scrittura e finisce per trovarla con il suo metodo: il “Sola Scriptura”, ossia, abbandonare tutto il magistero dei Papi e RILEGGERE quello patristico e la Scrittura, in senso letterale e UMANO, soggettivo, orizzontale.

Quale vero RIFORMATORE ha reagito in questo modo? Ditecelo, ve ne preghiamo, portateci qualche esempio concreto perché noi non ne abbiamo trovati.

Quando nel Libro del Siracide 16,13 troviamo scritto: “Tanto grande la sua misericordia, quanto grande la sua severità; egli giudicherà l’uomo secondo le sue opere…” Lutero lo cancella, risolve il problema relegando questi Libri nell’indice, e con quale autorità fece questo? Lutero mette da parte il concetto delle “opere” perché sa bene che significa che avrebbe dovuto resistere semplicemente alle tentazioni della carne (opera volontaria del libero arbitrio dell’uomo, ma negato da Lutero), e non trovare la scorciatoia, da qui inventa il “Sola fidei”, cioè, non siamo salvati per le opere, ma solo per la fede, da qui il famoso “pecca quanto vuoi, purché tu abbi fiducia salda, che Cristo copre i tuoi peccati con la sua giustizia…”

Scriveva la Civiltà Cattolica nel 1918, quando era ancora cattolica, vedi qui testo originale – “tutto il sistema di Lutero riposa sul falso: nella Scrittura non c’è un testo che lo legittimi. Lutero con audacia bronzea torse in parte violentemente la Scrittura, e in parte vi sostituì le sue falsificazioni… “.

E’ forse cambiata la Scrittura, oggi, e non ce ne siamo accorti, o cos’altro di ben peggiore sta accadendo nella Chiesa di oggi? Questi Pastori odierni, apostati ed eretici, ben sapendo che non possono usare la Scrittura per legittimare Lutero, cosa stanno facendo? Lo fanno apparire come VITTIMA DELL’OSCURANTISMO CATTOLICO DI IERI. E così “Lutero non fu compreso”…. Lutero non voleva rompere con la Chiesa, è ovvio, pretendeva solo che la Chiesa modificasse la sua dottrina secondo la sua interpretazione. Ed infatti: non è che la chiesa odierna si è un tantino protestantizzata tanto da abbracciare le tesi di Lutero, in campo dottrinale, e di conseguenza riabilitarlo nel tentativo di dare forza alle sue nuove rivendicazioni moderniste? Provateci il contrario! Portate le prove per dirci che siamo in torto!

E attenzione, qui il Concilio Vaticano II non c’azzecca nulla! Qui siamo oltre, siamo forse ad un Vaticano III senza accorgercene? Il secondo infatti ammoniva: “Gli episodi della così detta ‘intercomunione’, registrati in questi ultimi mesi, si iscrivono in questa linea, che non è la buona e che dobbiamo lealmente riprovare. Ricordiamo il Concilio, il quale ‘esorta i fedeli ad astenersi da qualsiasi leggerezza o zelo imprudente, che potrebbero nuocere al vero progresso dell’unità’ (Unitatis redintegratio n. 24)”.

Vogliamo concludere queste riflessioni invitandovi AD UNA RESISTENZA A NON ACCETTARE ALCUNA RIABILITAZIONE DI LUTERO (e nessun Papa può imporlo, fino a prova contraria), attraverso le parole della Civiltà Cattolica del 1918, che suonano davvero come profezia per questi nostri tempi:

Questo è il Lutero storico, cioè, vero. I suoi partigiani, numerosi come legione e inconcussi più che scogli, lo possono esaltare come e quanto vogliono fino alle stelle.. (…) In questa sfera Lutero fu forse il più grande figlio “del mondo”: iniziò il movimento di ribellione contro ogni autorità che non sia la forza di ferro, aprì il campo del soggettivismo, vide le cose non come erano, ma come voleva che fossero, fece legge morale il placito della sua volontà…

Se così non fosse, dovremo forse dare ragione a Lutero quando predicava che: “Dalla nostra parte sta il Cristo, dalla parte del papa sta il diavolo!”  giudicate voi! ma non possono avere ragione entrambi!

Consigliamo vivamente, a chi volesse approfondire i fatti, i seguenti libri:

– Angela Pellicciari, Martin Lutero;

– Angela Pellicciari, Martin Lutero il lato oscuro di un rivoluzionario;

– Padre Roberto Coggi O.P. Ripensando Lutero

   



[Modificato da Caterina63 05/04/2017 17:03]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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