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L' ESAME DI COSCIENZA.......e la preparazione per una buona Confessione dei peccati! 3

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2018 11:51
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20/03/2017 10:43
 
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FOCUSdi Benedetta Frigerio
Esorcismo
 

Dopo il caso delle orge sataniche nel torinese si moltiplicano le discussioni sull'occulto.

Don Gino Pierosara spiega: “E' bene, ma non bisogna relegare il male a quelle forme estreme, minimizzando i peccati quotidiani e una vita cristiana blanda che ci allontana lentamente da Dio”. Il problema principale è infatti "la crisi di fede e la confusione che nasce quando si prende alla leggera la dottrina di Cristo".


Dopo il caso delle orge sataniche nel torinese si sono moltiplicati gli interventi per cercare di spiegare o mettere in guardia dal mondo dell’occulto. “Questo è un bene, ma non basta. Si rischia di relegare il male a quelle forme estreme, minimizzando i peccati quotidiani e una vita di fede blanda: basta questo ad allontanarci da Dio e farci passare dalla parte del nemico”. Padre don Gino Pierosara, parroco ed esorcista della diocesi di Fabriano, spiega i pericoli in corso nella società e nella Chiesa e i rimedi per difendersi dalla “confusione diabolica”.

Don Gino, oltre all'ultimo episodio di cronaca sulle messe e le orge sataniche a Torino, in America ormai le università hanno sdoganato i gruppi satanici a cui viene permesso di celebrare i loro riti. Come siamo giunti a un tale e diffuso livello diabolico?

Il proliferare delle sette e, in generale, del mondo dell’occulto, è il frutto della crisi di fede che stiamo vivendo. Infatti, la gente con problemi, invece che rivolgersi a Cristo attraverso la Chiesa e i suoi sacerdoti, cerca i maghi oppure si affida alle cure e alle discipline orientali ed esoteriche. Spesso fidandosi di colleghi o conoscenti, che indicano loro a chi rivolgersi. Lo fanno inconsapevoli delle conseguenze. C’è una grande e pericolosa ignoranza in merito.

Cosa accade quando si frequentano i maghi o si seguono metodi di cura e disciplina esoterici?

All’inizio sembra che ti risolvano i problemi, ma a lungo andare li moltiplicano. Il mago agisce con poteri diabolici, quindi chi si rivolge a lui entra in relazione con il diavolo, con le relative conseguenze fisiche, spirituali, psichiche (inquietudini, depressioni, disperazioni) e anche materiali. Ci sono poi dei casi di vessazione o di ossessione dovuti a fatture o maledizioni di cui la persona non è responsabile: se chi è colpito non vive una vita cristiana o non la pratica regolarmente ha bisogno di essere liberato attraverso un cammino di fede e conversione. Se invece la vittima vive in grazia, può essere colpita in maniera molto più leggera e liberarsi con più facilità. 

Ci spieghi meglio cosa significa che la causa reale del male dilagante è la crisi di fede.

Spesso anche noi cattolici abbiamo una mentalità non cristiana, pensiamo che le cose si possano e si debbano risolvere subito, senza fatica: il mago non impegna la persona, che subisce la sua influenza. Al contrario il sacerdote chiede un impegno personale fatto di sacramenti e preghiera quotidiana per avvicinarsi a Dio. Insomma, la mentalità cristiana sembra essersi dimenticata che non c’è vera gioia e pace senza Croce: “Prendi la tua Croce e seguimi”, dice il Signore, cioé rinuncia ai tuoi idoli e sicurezze umane e affidati a Lui con pazienza e fede e sari libero. Mentre il demonio ci offre una via facile che però poi ci porta alla schiavitù. 

Quali sono i gradi delle infestazioni diaboliche?

Ci sono le sette sataniche dove si stringono patti con il diavolo che portano a vere e proprie possessioni. Queste forme, come dimostra il caso di Torino, sono certamente diffuse, spesso fra i giovanissimi, la parte più debole della nostra società, che ormai sono adescati facilmente: educati al valore del successo, del potere, dell’apparire vengono attratti da proposte estreme attraverso i media, i cellulari, i video da cui sono costantemente raggiunti. Ma questa è la punta di un iceberg di una realtà molto più vasta e sommessa, che arriva fino alla semplice superstizione o a una vita lontana dai comandamenti di Dio.

Cosa può aiutare i giovani?

Proporre integralmente l’altezza della fede e dell’amore e informarli sulle conseguenze del peccato. Anche se è difficile, perché sono diseducati e crescono in famiglie a loro volta preoccupate solo dei problemi materiali senza capire che senza fede anche la vita concreta si complica. 

Come giudica il sistema della società in cui viviamo?

La nostra società è costruita in opposizione ai comandamenti, sebbene spesso anche noi cristiani minimizziamo: per molti di noi i comandamenti non sono più un problema, “perché se lo fanno tutti, non posso non farlo anche io”. Basti pensare ai rapporti prematrimoniali o al lavoro domenicale. Quando la Madonna ha parlato ai veggenti di La Salette, uno dei lamenti espressi era proprio su questo: avete sei giorni, ma voi vi siete presi anche il settimo. Se la Domenica è del Signore, oltre che partecipare alla Messa, dovremmo svolgere attività per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli: carità, famiglia, preghiera comune. Credo che oggi il sistema anticristiano regga anche per colpa nostra, ma combatterlo da soli è impossibile, per questo dovremmo andare contro corrente insieme.

Ci spieghi perché è così grave l’incoscienza del peccato.

Perche viviamo come se Dio non c’entrasse con la vita concreta. Prendiamo le convivenze dei cristiani che non si sposano “perché tanto è lo stesso”. Significa che non credono più al sacramento e al fatto che il loro amore debba e possa nascere da quello di Dio: pensano di bastarsi e che Dio non c’entri con il loro legame. Ma lo stesso vale per certi modi volgari di vestirsi, di usare i soldi, il tempo libero. Non ci rendiamo più conto, ma così Dio non incide più nella vita, mentre san Paolo diceva: "Sia che mangiate, sia che beviate...fate tutto per la gloria di Dio".

Quindi il problema non riguarda solo chi frequenta le sette o i maghi.

Senza andare lontano siamo già nelle mani del nemico. La Chiesa dà importanza alle forme estreme di disturbi diabolici ma c’è un rischio: pensare che solo quello è male e che quindi non c’entra con noi. Perciò dico sempre che l’azione più pericolosa del demonio non è questa, ma la sua attività subdola e ordinaria, non spettacolare. Perché dicendo “che male c’è” nel commettere "piccole trasgressioni" non ci si accorge ma, piano piano, ci si separa da Dio. E’ di questo che si dovrebbe parlare, anziché sminuire il peccato piccolo o grande che sia. Anche perché è più facile salvare chi subisce un'influenze manifeste (il quale messo di fronte al fatto eclatante si accorge del male e ritorna ad una vita di fede profonda) di chi vive nel peccato senza rendersi conto della morte spirituale che lo affligge e quindi del bisogno di tornare alla Grazia. 

Cosa pensa dell’ecumenismo che sostiene che i monoteisti hanno tutti lo stesso Dio?

Si sente spesso dire anche dai cristiani che noi e i musulmani abbiamo lo stesso Dio. E’ un errore perché noi crediamo nel Dio trinitario, per loro invece è blasfemo dire che Cristo è figlio di Dio. Il rispetto per i musulmani ci deve essere e si può essere loro amici a partire da un’umanità comune e dal fatto che ogni essere umano ha una legge identica iscritta nel cuore. Ma io, oltre che fare la carità alle famiglie straniere, parlo loro di Cristo, che è il Salvatore di tutti. Tutti hanno bisogno di Lui. Il Proselitismo non è imporre una religione ma annunciare il Vangelo sapendo che l’altro è libero di aderirvi o meno. E’ nostro dovere seguire il comando di Gesù: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”. 

Il diavolo le ha mai parlato della sua azione?

Io tendo a non interrogarlo, anche se solitamente maledice l’esorcista o lo minaccia predicendo malattie che poi non si verificano. Mentre quando si nomina la Madonna reagisce in maniera estremamente violenta, non sopporta il Rosario. Un paio di volte ha detto che la Chiesa ormai è alla fine, ma noi sappiamo che è menzognero e che “le porte degli inferi non prevarranno contro di Essa”. Ciò non significa che il nemico non operi producendo confusione. Basti pensare che ormai un prete dice una cosa, un altro l’opposto. Noi sacerdoti siamo spesso gli attori di questa confusione: ognuno si regola a modo suo, a prescindere dalla dottrina della Chiesa, dicendo ai fedeli: “Secondo me, se vuoi, se ne senti il bisogno”.

Come si esce da questa confusione?

Bisogna conoscere il catechismo della Chiesa cattolica
dove è rivelata la verità immutabile, seguire il Vangelo, pregare e vivere una vita sacramentale. Vorrei concludere con una frase profetica di san Giovannni Crisostomo: “Quando l’eresia si impadronirà della Chiesa sappiate che non ci sarà prova di vera fede e di cristianità se non con le sacre scritture, perché quelli che si volgeranno altrove periranno”. 





Matrimonio
 

"Non sapete quanto bene potete fare semplicemente amando la vostra famiglia e Dio". Doug Mainwaring spiega come l'amore di un uomo e una donna cristiani lo ha riportato a casa e nella Chiesa: "Vedevo che mio figlio desiderava una mamma e un papà che si amassero". Ora, dopo anni vissuti nel peccato e persino nella sodomia, l'uomo spiega che con la forza del sacramento "si è capaci di superare insieme ogni difficoltà, onorando il coniuge e ricevendo l'aiuto diretto di Dio". 

di Benedetta Frigerio

Sposato per quasi dieci anni, divorziato per oltre dieci e da circa cinque di nuovo con sua moglie, Doug Mainwaring, ha spiegato al Wintherspoon Institute perché il matrimonio è un affare pubblico e come mai, nel bene e nel male, è contagioso. “Quando io e mia moglie eravamo ancora separati, nostro figlio minore, Chris, certe volte passava il fine settimana a casa con il suo amico delle scuole medie Ray (…) Chris amava davvero passere il tempo a casa di Ray e la ragione mi era chiara: amava la vita di quella famiglia”. Impressiona la lealtà di Mainwaring che ha chiarito di aver dovuto guardare il figlio negli occhi e ammettere che Chris “voleva una famiglia come la loro (…) con una mamma e un papà che si amavano chiaramente” e “sapevo che questo era quello di cui avevo privato Chris e suo fratello”. E’ proprio la testimonianza di questa coppia che Mainwaring incontra durante le attività sportive o scolastiche del figlio che “mi ha fatto inizialmente pensare se avessi fatto un errore enorme a divorziare da mia moglie e a spezzare la mia famiglia”. Finché, con il susseguirsi della frequentazione del figlio, “mi convincevo sempre più del mio grave errore”. Infine, “capii che non avevo altra scelta se non quella di trovare un modo per riunire la mia famiglia”. 

Quello che colpì l’uomo è che, “benché allora non credessi”, vedeva che “l’amore e la fedeltà” di quella coppia “traboccava a cascata nella mia vita tramite quella di mio figlio”, finché gli sembrò “che questo fosse il modo buono di Dio di farmi vedere che avevo sbagliato”. Tanto che, grazie a loro, “non solo io e mia moglie siamo insieme da quasi sei anni, ma sono ritornato alla Comunione con la Chiesa dopo circa vent’anni di lontananza”. Parlando a tutti gli sposi, che magari per il mondo non valgono quanto i manager gli attori e le veline, Mainwaring ha spiegato invece l’enorme potere che ha un matrimonio sulla società: “Probabilmente non avete idea dell’enorme bene che fate prendendovi cura del vostro matrimonio, del vostro coniuge e della vostra famiglia e semplicemente vivendo la vostra vita come cristiani fedeli. Il vostro rapporto personale e impegno con Cristo si riverbera tutt’intorno a voi, inviando onde che influenzano la vita degli altri in modi nascosti e inaspettati”. Per questo, ha continuato, “non c’è mai un buon motivo per non rispettare la dignità del coniuge davanti ai bambini, agli amici e alla famiglia o nelle conversazioni private con il coniuge, ma anche nella vostra mente (…) sminuire, fare spallucce che raffreddano, insultare, abbattere o ledere la dignità dello sposo in ogni caso è sempre distruttivo. Anche l’umorismo negativo è tutt’altro che innocuo” perché “tutto questo manifesta la mancanza di amore incondizionato”. 

Eppure, spiega Mainwaring, la sua lontananza da casa era dovuta a molti problemi, fra cui le sue attrazioni per persone dello stesso sesso, che sperimentò solo dopo il divorzio, credendo all’inizio di essere finalmente libero. Ma poi riscoprendo che la felicità era altro. E sebbene “nel mio matrimonio abbiamo avuto a che fare con la mia attrazione per persone dello stesso sesso, con storie familiari di comportamenti compulsivi, di difficoltà finanziarie e di problemi di salute e altro” (le stesse cose che “ci portarono al divorzio”) alla fine “ l’amore ha lentamente e costantemente trionfato sull’animosità e l’isolamento”. Come ha fatto a tornare indietro dopo oltre dieci anni? “Non ho risposte semplici – sottolinea l’uomo – ma penso che il primo passo sia questo: devi scegliere di riconoscer l’importanza e l’irrevocabilità del tuo rapporto sponsale, riconoscere la dignità del tuo sposo” e farlo “sempre, nonostante tutto, pentendoti quando è necessario”. 

Così dalla riconciliazione in poi Mainwaring e la moglie hanno “continuato ad affrontare piccole e grandi sfide, una dopo l’altra. Invece che permettere a queste di abbatterti o alla relazione di franare” o di “dire: “Questo è troppo difficile per me”.  Sempre nel tempo l’uomo ha compreso che ciò che accadde il giorno del matrimonio era che da “due siamo diventati uno, un’entità interamente nuova venne ad essere nell’universo. Non una creazione metaforica, ma una realtà”. E so che “quando il mio tempo su questa terra sarà finito, il mio matrimonio sarà il singolo e più importante contributo che abbia mai dato”. Infatti, si è in due a combattere, anzi in tre, visto che “l’amore di mia moglie per me, soprattutto nei momenti più bui, è stato un conduttore diretto dell’amore di Dio. E maggiori sono le sfide personali che ho affrontato, più lei mi ha onorato con dignità e rispetto (…) è un riflesso dell’amore di Dio”. Quindi “il mio matrimonio è più importante di ogni riserva affrontata: “Sono infelice. E quindi? Sono attratto da persone dello stesso sesso. E quindi? Sono dispiaciuto. E quindi? Abbiamo difficoltà economiche. E quindi? Siamo diventati incompatibili. E quindi? Siamo diventati vecchi e siamo ingrassati. E quindi? Il mio sposo ha assunto cattive abitudini. E quindi?”. Soprattutto “ho incontrato qualcuno che mi piace di più. E allora?”. Qui la risposta dell’uomo: “Posso sopportarlo e lo faccio con piacere. Possiamo affrontare e superare i problemi. Abbiamo navigato le acque difficili sempre insieme (…) invece che preoccuparsi o sognare su qualcosa che sarebbe potuto andare meglio, realizza che non esiste migliore opzione, perché non esiste una missione più grande e importante di questa”. 

Anche perché “se non fosse stato per le difficoltà non penso che tra me e mia moglie l’amore incondizionato e la dignità avrebbero mai avuto alcuna possibilità di mettere radici e di crescere”. Sono quindi la famiglia e il matrimonio cristiano a dimostrare che “la Chiesa è veramente un ospedale da campo, perché la chiesa domestica è in prima linea…dove le ferite vecchie e nuove possono presentarsi. Se vogliono i coniugi possono servire come medici. I migliori medici”. Per questo Mainwaring ha dichiarato tempo fa che “il matrimonio omosessuale è un grande colpo di Stato del diavolo che si fa beffe della relazione di Cristo con la sua Sposa, la Chiesa. Questa è la ragione della furia scagliata su quanti parlano contro il matrimonio omosessuale”. E per questo onorarsi fra marito e moglie per sempre, in ogni avversità, è la “mia grande missione”. L'unica che proprio grazie ai sacrifici rende i legami una potenza d'amore e quindi i coniugi e il mondo felici.







[Modificato da Caterina63 26/03/2017 12:27]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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