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Breve saggio sulla DIVINA VOLONTA' di Luisa Piccarreta mistica terziaria domenicana

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2017 22:15
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Sesso: Femminile
05/04/2017 21:59
 
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  Scriveva Luisa Piccarreta il 24 febbraio del 1917" Avendo ricevuto la Comunione, tenevo stretto al mio cuore il mio dolce Gesù. Gli ho detto: ' Vita mia, quanto vorrei fare ciò che facesti Tu stesso nel comunicarti (il giovedì santo), affinché Tu potessi trovare in me le tue stesse contentezze, le tue stesse preghiere, le tue stesse riparazioni '.


Il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: ' Figlia mia, in questo breve giro dell'Ostia Io racchiudo tutto; perciò, volli ricevere Me stesso, per fare atti completi che glorificavano il Padre degnamente quando le creature avrebbero ricevuto un Dio; così, davo alle creature il frutto completo della mia vita sacramentale. Altrimenti l'Ostia sarebbe stata incompleta per la gloria del Padre e per il bene delle creature; perciò, in ogni Ostia, ci sono le mie preghiere, i miei ringraziamenti e tutto quanto era necessario per glorificare il Padre e che la creatura doveva fare.


Quando la creatura manca, Io, in ogni Ostia, continuo il mio lavorio, come se da ciascuna anima ricevessi un'altra volta Me stesso.



L'anima deve trasformarsi in Me, diventare una sola cosa con Me e fare sua la mia vita, le mie preghiere, i miei gemiti di amore, le mie pene, i miei palpiti di fuoco, con i quali vorrei bruciarla; purtroppo, non trovo anime che si abbandonino in preda alle mie fiamme. Io, in questa Ostia rinasco, vivo, muoio e Mi consumo; non trovo chi si consumi per Me. Quando l'anima ripete ciò che faccio Io, sento come se un'altra volta ricevessi Me stesso; allora, trovo gloria completa, contentezze divine, sfoghi di amore che mi nobilitano, e do grazia all'anima di consumarsi della mia stessa consumazione' ".


(Gesù desidera essere riscaldato dalle freddezze dei tabernacoli di pietra e dalle freddezze delle creature che, sì, lo ricevono, ma con la loro superficialità e freddezza lo fanno morire di freddo e di fame. Per questo sceglie per Sé, come ' Tabernacoli Viventi ', le anime amanti:)


(vol. 12° 4/12/1918) " Per le anime amanti, la mia prigionia ha formato la loro prigionia di amore, dove esse possono stare al sicuro e difese da tutti e da tutto. Io le ho scelte per averle come prigioni e come ' tabernacoli viventi ', che mi devono riscaldare dalle freddezze dei tabernacoli di pietra e, molto di più, dalle freddezze delle creature che, imprigionandomi in loro, mi fanno morire di freddo e di fame. Ecco perché, molte volte, lascio le prigioni dei tabernacoli e vengo nel tuo cuore, per riscaldarmi dal freddo e per ristorarmi con il tuo amore. Quando ti vedo andare in cerca di Me, nei tabernacoli delle chiese, Io ti dico: ' Sei tu la mia vera prigione di amore per Me. Cercami nel tuo cuore ed amami ' ".


(Gesù, nel tabernacolo soffre nella sua vita sacramentale; il T.V., che ha in sé Gesù sofferente, deve partecipare alle sue sofferenze per ristorarLo).



Gesù, a Luisa, il 27 gennaio 1909, dice: " Figlia mia, sai chi sei tu? Luisa della passione del tavernacolo. Quando ti partecipo le pene, sei del Calvario; quando non te le partecipo, rimani nel tabernacolo. E' così; Io, nel tabernacolo, niente do di esteriore, né di croce, né di spine, eppure l'immolazione è quella dello stesso Calvario, le preghiere sono le stesse del Calvario, l'offerta della mia vita continua. La mia Volontà non è cambiata in alcunché; mi brucia la sete della salvezza delle anime. Posso dire che la mia vita sacramentale è unita con la mia vita mortale; queste vite, unite in un punto, non hanno perso alcunché; questo punto è tutto interiore. Se la tua volontà è la stessa di quando Io ti partecipavo le mie pene, se le tue offerte sono simili, se il tuo interiore è unito con Me, con la mia Volontà, non ho ragione di dirti che sei Luisa della passione del tabernacolo? Questa è la sola differenza: quando ti partecipo le mie pene, prendi parte alla mia vita mortale ed Io esento il mondo dai più gravi flagelli; quando non te le partecipo, flagello il mondo, e tu prendi parte alla mia vita sacramentale. Sempre una è la vita ".


(Il T.V., come Gesù, deve morire continuamente per ottenere dal Padre misericordia per le creature:) " Nel Sacramento dell'Eucaristia, là il sacrificio è continuo, perpetuo è il forzare il Padre, affinché usi misericordia alle creature ed alle anime, per ottenere l'Amore della Trinità. Io Mi trovo in continuo contrasto, morendo continuamente, sebbene tutte le mie morti siano morti di amore " (vol. 4° 12.3.1903).


L'8 febbraio 1915 (vol. 11°) Gesù dice a Luisa:


" Voglio l'eroismo delle anime che dimenticano se stesse, hanno cura soltanto di Me ed, unite con Me, si occupano della salvezza dei miei figli, verso i quali il demonio usa tutte le astuzie, per strapparli dalle mie braccia.


Voglio che ti adatti ai diversi momenti: ora dolorosi, ora luttuosi, ora tragici; insieme con Me prega e piangi per la cecità delle creature. La tua vita deve scomparire, facendo subentrare in te tutta la mia vita. Facendo così, sentirò in te il profumo della mia divinità, mi fiderò di te, anche in questi tempi tristi... ".


 


(Il T.V., tramite la sofferenza, viene preparato per essere consacrato quale ' ostia vivente ', da Gesù.)


Ogni volta che la creatura farà scorrere i suoi desideri, tutto ciò che è e vuol fare, cioè la sua volontà umana nella Volontà Divina, Gesù rinnoverà in lei
la consacrazione ad ' ostia vivente ' e continuerà a vivere in lei la sua vita divina.
L'anima deve fare sue, la Volontà, le preghiere, l'amore, le riparazioni, i sacrifici di Gesù, per ridonarli a Lui come cibo del quale Egli vuole essere nutrito

(vol. 6° 17.11.1904) " Figlia mia, come Io mi faccio cibo per la creatura, così la creatura può farsi mio cibo, convertendo tutto il suo interiore in mio alimento; cioè, i pensieri, gli affetti, i desideri, le inclinazioni, i palpiti, i sospiri, l'amore, tutto, tutto dovrebbe tendere a Me. Io, vedendo il vero frutto del mio cibo, che è il divinizzare l'anima ed il convertirla tutta in Me, Mi ciberò dell'anima, cioè: dei suoi desideri, del suo amore e di tutto il resto. Allora l'anima potrebbe dirmi: come tu sei giunto a farti cibo mio ed a darmi tutto, anche io mi sono fatta cibo tuo; non mi resta altro da darti, poiché tutto ciò che sono è tuo ".

(L'anima che fa sua la Divina Volontà, è un'ostia vivente:)

(vol. 11° 17.12.1914) " Figlia mia, anche tu puoi formare l'ostia, e misticamente consacrarla. Vedi la veste che Mi copre nel Sacramento? Sono le proprietà del pane con le quali viene formata l'ostia; la vita che esiste nell'Ostia è il mio Corpo, è il mio Sangue, è la mia Divinità; la disposizione che fa contenere nell'Ostia questa vita è della mia Suprema Volontà; questa Volontà sviluppa l'amore, la riparazione, l'immolazione, tutto il resto che faccio nel sacramento; tutto ciò mai si allontana minimamente dal mio Volere. Non c'è cosa che esca da Me, che il mio Volere non abbia determinato.

Ecco come anche tu puoi formare l'ostia. L'ostia è materiale e del tutto umana; anche tu hai un corpo materiale ed una volontà umana. Questo tuo corpo e questa tua volontà, se li manterrai puri, retti, lontani da qualunque ombra di peccato, sono le proprietà ed i veli con i quali posso consacrarmi e vivere nascosto in te. Ciò non basta, poiché sarebbe come avere l'ostia senza la consacrazione. Ci vuole la Mia Vita. La Mia Vita è composta di santità, di amore, di sapienza, di potenza, ecc., ma il motore di tutto è la mia Volontà. Quindi, dopo che hai preparato l'ostia, devi fare morire la tua volontà nell'ostia e (...) devi fare subentrare in tutto l'essere tuo la mia Volontà; la mia Volontà, che contiene tutta la mia vita, formerà la vera e perfetta consacrazione. Allora, non avrà più vita l'umano, la debolezza, l'incostanza, poiché la mia Volontà formerà la consacrazione della Vita divina, della fortezza, della fermezza e di tutto ciò che Io sono.

Ogni qualvolta farai scorrere la tua volontà nella mia, cioè i tuoi desideri, tutto ciò che sei e vuoi fare, Io rinnoverò la consacrazione; allora, in te, quale ostia vivente, non morta, quali sono le ostie senza di Me, Io continuerò la mia vita ".

(Soltanto nelle ostie viventi Gesù viene sollevato dalla solitudine che è costretto a vivere nei tabernacoli:) " Nelle ostie consacrate, nelle pissidi, nei tabernacoli, tutto è morto, muto, poiché non vi è sensibilmente un palpito, uno slancio di amore che possa rispondere a tanto mio amore. Se non fosse che Io aspetto i cuori, per darmi a loro, sarei molto infelice, resterei defraudato nel mio amore e sarebbe senza scopo la mia vita sacramentale; se ciò tollero nei tabernacoli, non lo tollero nelle ostie viventi. Io nel Sacramento voglio essere nutrito del mio stesso cibo, cioè

l'anima fa suoi la mia Volontà, il mio amore, le mie preghiere, le mie riparazioni, i miei sacrifici, e li dà a Me come cose sue; di ciò, Io mi nutro.
L'anima si unisce con Me; tende le sue orecchie per sentire ciò che sto facendo, per farlo insieme con Me; mentre replica i miei stessi atti Mi dà il suo cibo; di ciò Io sono felice.

Soltanto nelle ostie viventi trovo la ricompensa per la solitudine, per il digiuno e per ciò che soffro nei tabernacoli ".

 

( L'amore della creatura, il palpito del suo cuore, è la particola dove Gesù prenderà vita, e la creatura sarà così ' ostia vivente'. Gesù, infatti, consacra l'amore dell'uomo tramite l'Amore Divino che è sviluppato dalla Divina Volontà. L'amore dell'uomo è perciò l'ostia vivente ed è consacrato tale dalla Divina Volontà. )

A Luisa, che si lamenta perché il suo Bene tarda a presentarsi a lei, Gesù dice:

" Il tuo corpo è il mio tabernacolo; la tua anima è la pisside che Mi contiene; il palpito del tuo cuore è come particola che Mi consente di trasformarmi in te come dentro una particola; la differenza è che, mentre nella Particola, che si consuma, sono soggetto a continue morti, nel palpito del tuo cuore, che simboleggia il tuo amore e non è soggetto a consumarsi, la mia Vita è continua; allora, perché tanto ti affliggi per le mie privazioni? ".

L'ostia vivente è per Gesù più cara e più privilegiata della stessa Ostia consacrata, perché in questi 'cieli del suo Volere' quali sono le ostie viventi la vita della sua Volontà non finisce mai, mentre nell'Ostia consacrata, consumandosi le specie, la sua vita sacramentale finisce: (vol. 11° 3.3.1912)

" Figlia mia, chi fa la mia Volontà perde il suo temperamento e prende il mio. (...) Queste sono le anime alle quali vado ripetendo: ' Se non avessi creato il cielo, per te sola lo creerei ', dato che distendo il Cielo del mio Volere in loro e faccio le mie vere immagini; in questi cieli Io vado spaziando, divertendomi e scherzando con loro. A questi cieli Io ripeto: ' Se non mi fossi lasciato nel Sacramento, per voi sole mi sarei lasciato ', poiché esse sono le mie vere ostie, ed Io, come non potrei vivere senza un Volere, così non posso vivere senza questi cieli della mia Volontà; anzi, non solo sono le mie vere ostie, ma lo scopo del mio Calvario e della mia stessa vita. Questi cieli del mio Volere sono per Me più cari e più privilegiati dei tabernacoli e delle stesse Ostie consacrate, poiché nell'Ostia, consumandosi le specie, la mia vita sacramentale finisce; invece, in questi cieli del mio Volere, la vita della mia Volontà non finisce mai; Mi servono come ostie in terra e saranno le mie ostie eterne in Cielo ".

( Come Gesù si è fatto Ostia per amore, così ogni atto fatto per amore dalla creatura, nella Divina Volontà, forma un'ostia di cui Gesù si ciba, come l'anima si ciba di Lui. )

Il 20 ottobre 1917 Gesù spiega a Luisa: " Figlia mia, se non puoi restringere tutta te dentro il breve giro di un'ostia, per amore mio, puoi restringere benissimo tutta te nella mia Volontà, per potere formare l'ostia di te nella mia Volontà. Ogni atto, che farai nella mia Volontà, farà un'ostia ed Io Mi ciberò di te, come tu di Me. Che cosa forma l'ostia? La mia vita in essa; la mia Volontà è tutta la mia vita. Allora, anche tu puoi farti ostia per amore mio; quanti più atti farai nella mia Volontà, tante più ostie farai per rendermi amore per amore ".

 

(vol. 12° 6.2.1919) " Figlia mia, quando l'anima racchiude il mio Volere e Mi ama, nel mio Volere racchiude Me. Allora, l'anima, amandomi, realizza intorno a Me gli avvenimenti per imprigionarmi e forma un'ostia per Me; così, quando l'anima soffre, quando l'anima ripara, ecc. Racchiudendo il mio Volere, l'anima forma tante ostie per comunicare Me e per sfamarsi in modo divino e degno di Me. Io, appena vedo formate queste ostie nell'anima, vado a prenderle per nutrirmi e per saziare l'insaziabile mia fame della creatura che mi rende amore per amore.

Tu puoi dirmi: ' Tu hai comunicato Me, anche io ho comunicato Te ' ".

( L'anima che vive nel Divino Volere resta consacrata con Gesù
in tutte le Ostie di tutte le Messe, essendo un altro Gesù in Gesù.

Quindi: Gesù consacra l'anima; ciò che Gesù fa con l'ostia, lo fa con l'anima, rendendola ostia vivente e, rendendola in tal modo altro Cristo, le dà la possibilità di consacrare altre ostie, che sono gli stessi atti che lei compie nella Divina Volontà : )

( vol. 12° 27.3.1918 ) " Figlia mia, chi realizza il sacrificio, sono Io. L'anima, che vive con Me nel mio Volere, quando Io Mi trasformo in ogni sacrificio, resta come sacrificata insieme con Me, non in una data Messa, ma in tutte le Messe; ella, vivendo nel mio Volere, resta con Me consacrata in tutte le ostie.

Non uscire mai dal mio Volere ed Io ti farò giungere dove vuoi; anzi, tra te e Me passerà tale elettricità di comunicazione, che tu non farai alcun atto senza di Me ed Io non farò alcun atto senza di te. Perciò, quando ti manca qualche cosa, entra nella mia Volontà e troverai pronto ciò che vuoi, quante Messe vuoi, quanto amore vuoi.

Nella mia Volontà nulla manca e troverai le cose in modo divino ed infinito ".

L'8 aprile 1908 Gesù precisa: " Figlia mia, ... è cosa grande fare la Comunione; ma quanto dura l'unione stretta con l'anima? Al più un quarto d'ora. Ma la cosa che ti stia più a cuore è la completa disfatta della tua volontà nella Mia, perché per chi vive nella Volontà mia non è solo un quarto d'ora l'unione stretta, ma sempre sempre.

Sicché, la mia Volontà è continua comunione con l'anima, onde non una volta al giorno ma in tutte le ore e i momenti è sempre comunione per chi fa la mia Volontà ".

E il 23 marzo 1910: " ... Ti raccomando, non uscire da dentro della mia Volontà, perché la mia Volontà contiene tale potenza da essere un nuovo Battesimo per l'anima, anzi più dello stesso Battesimo, perché nei Sacramenti c'è parte della mia Grazia, nella mia Volontà c'è tutta la pienezza della Grazia; nel Battesimo si toglie la macchia del peccato originale, ma rimangono le passioni, le debolezze; nella mia Volontà, distruggendo l'anima il proprio volere, distrugge le passioni, le debolezze e tutto ciò che è umano, e vive delle virtù, della fortezza e di tutte le qualità Divine ".

Io, nel sentire ciò, dicevo tra me afferma Luisa : " Da qui a poco dirà che la sua Volontà è più della stessa Comunione Sacramentale ", e Lui ha soggiunto:

" Certo, certo, perché la Comunione Sacramentale dura pochi minuti; la mia Volontà è Comunione perenne, anzi eternale, che si eterna nel Cielo. La Comunione Sacramentale è soggetta a qualche intoppo, o per malattia, o per necessità, o da parte di chi la deve amministrare, mentre

la Comunione della mia Volontà non è soggetta ad alcun impiccio: solo che l'anima la vuole, tutto è fatto, nessuno può impedirle un sì gran bene che forma la felicità della terra e del Cielo, né i demoni, né le creature, né la mia stessa Onnipotenza. L'anima è libera; nessuno ha diritto su di lei, a questo punto della mia Volontà. Perciò Io La insinuo, voglio tanto che La prendano (la mia Volontà) le mie creature; è la cosa che più M'importa, che più Mi sta a cuore; tutte le altre cose non M'interessano ugualmente, anche più sante, e quando ottengo che l'anima viva della mia Volontà, me ne vado trionfante, perché in ciò si racchiude il più gran bene che ci può essere in Cielo e in terra ".

(vol. 11° 15.3.1912:) " Figlia mia, la mia Volontà è la Santità della Santità.

Sicché l'anima che fa la mia Volontà secondo la perfezione che Io t'insegno, cioè come in Cielo così in terra, per quanto fosse piccola, ignorante, ignorata, si lascia dietro anche altri Santi, ad onta dei loro portenti, delle conversioni più strepitose, dei miracoli; anzi, confrontando le anime che fanno la mia Volontà, qual è nel mio terzo ' FIAT ', sono regine, e tutte le altre come se stessero a loro servizio.

L'anima che fa la mia Volontà pare che fa niente, e fa tutto, perché stando nella mia Volontà queste anime agiscono alla Divina, nascostamente ed in modo sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, son fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli... Quelli che li fanno sono i canali; in queste anime invece ne risiede la potenza.

Sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi, il regime dei superiori, l'ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli, l'eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei santi, e così di tutto il resto, perché stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere, e in Cielo e in terra.

Ecco come posso dire bene che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non morte, perché gli accidenti che formano l'ostia non sono pieni di vita, né influiscono nella mia Vita; ma l'anima che sta nella mia Divina Volontà è piena di vita, e facendo la mia Volontà influisce e concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco perché Mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle Ostie sacramentali è per formare le Ostie Sacramentali della mia Volontà.

Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne festa. Immagina tu stessa che sarà di quelle anime che La fanno: Io trovo tutti i contenti in loro, e do tutti i contenti a loro. La vita loro è la vita dei Beati.

Due sole cose stanno loro a cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l'Amore. Poco altro hanno da fare, mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell'Amore, sicché non hanno più a che fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo Divino, immenso ed interminabile. Questa è la vita dei Beati ".

" Quando un'anima decide di vivere nel mio Volere, la mia Volontà crea Me stesso in quell'anima, ed appena il mio Volere scorre nella volontà, nelle opere, nei passi dell'anima, ella tante mie creazioni subisce. Succede proprio come per una pisside piena di particole consacrate: quante particole ci sono, tanti Gesù ci sono, uno in ciascuna particola; così l'anima, in virtù della mia Volontà, mi contiene totalmente ed in ciascuna parte del suo essere.

Chi fa la mia Volontà, fa la vera comunione eternale, comunione con frutto completo ". (20.8.1913 vol. 11)

" Il fiumicello di tutti i tuoi atti fatti nel mio Volere dice Gesù a Luisa il 6 ottobre 1922 (vol. 14) voglio che scorra nel mare immenso del mio Volere :

scorra ogni tuo pensiero in Esso, affinché ai riflessi della nostra Intelligenza, che è pensiero di ciascuno, si elevi su ciascuna intelligenza e Ci dia l'omaggio di ciascun pensiero, in modo divino; le tue parole ed opere scorrano pure, affinché al riflesso della nostra Parola Fiat, che fece tutte le cose ed è parola di ciascuno, e ai riflessi della Santità delle Nostre opere, che è vita e moto di tutto, Ci diano, elevandosi e sorvolando su tutto, la gloria d'ogni parola e di ogni opera, con la nostra stessa parola Fiat e con la stessa santità delle Nostre opere.

Figlia mia, se tutto ciò che è umano, sia anche un pensiero, non viene fatto nel mio Volere, il piano umano non prende possesso ed il fiumicello non viene formato, ed il mio Volere non può scendere sulla terra per farsi conoscere e regnare ".

Ond'io, nel sentir ciò continua Luisa , Gli ho detto: " Amore mio, Gesù, possibile che dopo tanti secoli di vita della Chiesa, che ha messo fuori tanti santi, e molti di questi hanno fatto stupire Cielo e terra delle loro virtù e delle meraviglie che hanno operato, non dovevano questi operare tutto nel Divin Volere, in modo da formare questo piano che tu dici? Stavi aspettando proprio me, la più inabile, la più cattivella ed ignorante, per far ciò? Pare proprio incredibile! ".

E Gesù: " Senti, figlia mia, la mia Sapienza tiene mezzi e vie che l'uomo ignora, che è obbligato a piegare la fronte ed adorarla in muto silenzio; e non sta a lui dettarmi leggi, chi debbo scegliere, ed il tempo opportuno che la mia bontà dispone. E poi dovevo prima formare i Santi che dovevano rassomigliarmi e copiare in modo più perfetto, per quanto a loro è possibile, la mia Umanità; e questo l'ho già fatto.

Ora la mia bontà vuole passare oltre, e vuole dare in eccessi più grandi d'amore, e perciò voglio che le creature entrino nell'Umanità mia, che copino ciò che faceva l'anima della mia Umanità nella Divina Volontà.

Se i primi hanno cooperato alla mia Redenzione: di salvare le anime, di insegnare la Legge, di sbandire la colpa, limitandosi nei secoli in cui son vissuti, i secondi passeranno oltre, copiando ciò che faceva l'anima della mia Umanità nella Divina Volontà; abbracceranno tutti i secoli, tutte le creature,
ed elevandosi su tutti, metteranno in vigore i diritti della Creazione che spettano a Me e che riguardano le creature, portando tutte le cose alla prima origine della Creazione ed allo scopo per cui la Creazione uscì.

Tutto è ordinato in Me: se la Creazione la misi fuori, deve ritornarmi ordinata come uscì dalle mie mani.

Già il primo piano degli atti umani cambiati in divini nel mio Volere, fu fatto da Me, e lo lasciai come sospeso, e la creatura nulla seppe, meno che la mia cara ed indivisibile Mamma, ed era necessario; se l'uomo non sapeva la via, la porta, le stanze della mia Umanità, come avrebbe potuto entrarvi dentro e copiare ciò che Io facevo?

Ora il tempo è giunto, che la creatura entri in questo piano e vi faccia anche del suo nel mio; che meraviglia che ho chiamata te per prima? E poi è tanto vero che ho chiamato te per prima, che a nessun'altra anima, per quanto a Me cara, ho manifestato il modo di vivere nel mio Volere, gli effetti di esso, le meraviglie ed i beni che riceve la creatura operante nel Voler Supremo. Riscontra quante vite di Santi vuoi, o libri di dottrine, in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella creatura e la creatura operante nel Mio. Al più troverai la rassegnazione, l'unione dei voleri, ma il Voler Divino operante in essa, ed essa nel Mio, in nessuno lo troverai. Ciò significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun altro. Perciò sii attenta. La mia Giustizia lo esige, il mio Amore delira; perciò la mia Sapienza dispone tutto per ottenere l'intento. Sono i diritti, la gloria della Creazione, che vogliamo da te ".

L'8 marzo 1914 (vol. 11) Gesù consola Luisa ammalata manifestandole altre verità sulla sua Divina Volontà: " Figlia mia, l'anima che sta nella mia Volontà può dire di tutto ciò che faccio: ' tutto questo è mio '; e ciò perché la volontà dell'anima che a Me si è data sta tanto immedesimata con la Mia, che tutto ciò che fa la mia Volontà, lo fa lei. Sicché vivendo e morendo nel mio Volere, non c'è bene che con sé non si porti, perché non c'è bene che la mia Volontà non contenga, e di tutti i beni che si fanno dalle creature, la mia Volontà è la vita. Onde morendo a questa vita, l'anima nella mia Volontà si porta con sé e le Messe che si celebrano e le preghiere e le opere buone che si fanno, perché tutte sono frutti della mia Volontà. E ciò è molto meno a confronto dell'operato stesso della mia Volontà, che l'anima con sé si porta come suo.

Basta un istante dell'operato della mia Volontà per sorpassare tutto l'operato di tutte le creature passate, presenti e future.

Sicché l'anima, morendo nella mia Volontà, non c'è bellezza che la pareggi, né altezza, né ricchezza, né santità, né sapienza, né amore; nulla, nulla le si può paragonare, nulla la eguaglia.

Sicché l'anima che muore immedesimata nella mia Volontà, nell'ingresso che farà nella Patria Celeste, non si apriranno le sole porte del Cielo, ma tutto il Cielo si abbasserà per farla entrare nel celeste soggiorno, per fare onore all'operato della mia Volontà, che è in essa.

Che dirti poi della festa e sorpresa di tutti i Beati nel vedere quest'anima tutta improntata dell'operato della Volontà Divina? Nel vedere in quest'anima, che tutto ha fatto nel mio Volere, che tutto ciò che ha fatto in vita, ogni suo detto, ogni pensiero, opera, azione, ecc. sono tanti Soli che la adornano, e uno diverso dall'altro nella luce e nella bellezza? Nel vedere in quest'anima i tanti rivoli divini che inonderanno tutti i Beati e che, non potendo contenerli il Cielo, scorreranno anche in terra, a bene dei viatori?

Ah, figlia mia, la mia Volontà è il portento dei portenti, è il segreto per trovare la luce, la santità, le ricchezze; è il segreto di tutti i beni, non conosciuto intimamente e quindi non apprezzato né amato come si merita! Tu apprezzalo ed amalo e fallo conoscere a quanti ne vedi disposti ".

Un altro giorno continua Luisa , stando soffrendo, mi sentivo di non poter far nulla, onde mi sentivo oppressa; e Gesù, stringendomi tutta, mi disse: "Figlia mia, non affannarti; cerca solo di stare abbandonata nella mia Volontà ed Io farò tutto per te, perché è più un solo istante nella mia Volontà che tutto ciò che potresti fare di bene in tutta la tua vita "

Stavo pensando al Santo Volere Divino scrive Luisa l'11 gennaio 1922 (vol. 13) e dicevo tra me: " Tutti i figli della Chiesa sono membra del Corpo Mistico, di cui Gesù è il Capo. Quale sarà il posto che occuperanno le anime che hanno la Volontà di Dio, in questo Corpo Mistico? "

Il mio sempre benigno Gesù nel venire mi ha detto: " Figlia mia, la Chiesa è il mio Corpo Mistico, di cui Io Mi glorio di essere il Capo; ma per poter entrare in questo Corpo Mistico, le membra devono crescere a debita statura, altrimenti deformerebbero il mio Corpo. Ma, ahi! Quanti non solo non hanno la dovuta proporzione, ma sono marciosi, piagati, tanto che fanno schifo al mio Capo e alle altre membra sane.

Ora, le anime che vivono nel mio Volere o vivranno, saranno al Corpo della mia Chiesa come la pelle al corpo. Il corpo ha pelle interna e pelle esterna, e siccome nella pelle c'è la circolazione del sangue che dà vita a tutto il corpo, in virtù di questa circolazione le membra vi giungono a debita statura. Se non fosse per la pelle e per la circolazione del sangue, il corpo umano sarebbe orribile a vedersi e le membra non crescerebbero a debita statura.

Ora vedi come Mi sono necessarie queste anime che vivono nel mio Volere.
Avendole destinate come pelle al corpo della mia Chiesa e come circolazione di vita per tutte le membra, saranno esse che daranno la crescenza dovuta alle membra non cresciute, che saneranno le membra piagate e che col continuo vivere nel mio Volere restituiranno la freschezza, la bellezza, lo splendore a tutto il Corpo Mistico, facendolo tutto simile al mio Capo, che siederà con tutta maestà su tutte queste membra.

Ecco perché non potrà venire la fine dei giorni se non ho queste anime che vivono come sperdute nel mio Volere: esse M'interessano più che tutto. Quale figura farebbe questo Corpo Mistico nella Celeste Gerusalemme senza di esse?

E se questo interessa più di tutto Me, deve interessare più di tutto anche te, se Mi ami, ed Io d'ora in poi darò a tutti i tuoi atti fatti nel mio Volere virtù di circolazione di vita per tutto il Corpo Mistico della Chiesa. Come circolazione di sangue nel corpo umano, i tuoi atti, estesi nell'immensità del mio Volere, si estenderanno su tutti e copriranno come pelle queste membra, dando loro la debita crescenza. Perciò, sii attenta e fedele ".

Onde dopo continua Luisa stavo pregando, tutta abbandonata nel Volere di Gesù, e ho detto: " Amor mio, tutto nel tuo Volere: le mie piccole pene, le mie preghiere, il mio palpito, il mio respiro, tutto ciò che sono e posso, unito a tutto ciò che sei Tu, per dare la debita crescenza alle membra del Corpo Mistico "




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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