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E' arrivata l'anti-chiesa? Allora bisogna resistere e combattere - Padre Clovis

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2017 10:36
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02/06/2017 13:53
 
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È arrivata l’anti-Chiesa. Ma i cattolici fedeli non devono temere




(Discorso di Padre Linus Clovis al Rome Life Forum il 18 maggio 18, 2017)


ROMA, 18 maggio 2017 (LifeSiteNews) – Nell’affacciarsi alla loggia della Basilia di San Pietro il 16 ottobre 1978, giorno della sua elezione, Papa San Giovanni Paolo II pronunciò le parole: “Non abbiate paura”. Adesso, a distanza di 39 anni, e alla luce degli avvenimenti che hanno raggiunto il cattolicesimo contemporaneo, queste sembrano non solo parole profetiche, ma anche una chiamata a prepararsi alla battaglia (1).


Capita che, quando il pendolo della storia umana e della salvezza attraversa con l’oscillazione un periodo di tenebre e crescente scompiglio, spesso Dio ispira i profeti a gettare della luce sulle tenebre e attenuare lo scompiglio con la speranza.  Questi profeti chiedevano una maggiore fiducia nella cura attiva e amorevole di Dio per il suo popolo (2). Così, ad esempio, gli appelli di Isaia ad avere fiducia nell’amorosa provvidenza di Dio (3), implorando il Re Ahaz di chiedere a Dio un segno prima di agire e gli ammonimenti di Geremia (4) che Dio avrebbe salvato Gerusalemme dalla distruzione totale solo se la città si fosse arresa ai babilonesi. La Chiesa stessa non è stata priva delle benedizioni della grazia profetica, come Dio ha ampiamente dimostrato nel suscitare santi quali Bernardo di Chiaravalle, Francesco d’Assisi, Caterina da Siena, Margherita Maria Alacoquee, in tempi più recenti, mandando la sua Santissima Madre a Lourdes, La Salette e Fatima.


Un secolo fa Dio mandò la Regina dei Profeti alla Cova da Iria a Fatima, Portogallo, con un messaggio a doppia punta per il mondo contemporaneo. Primo, avvertì che il mondo si trovava già al cospetto di un pericolo molto più distruttivo di quello che aveva affrontato Gerusalemme e, secondo, presentò una soluzione  celeste, più saggia e più prudente di quella offerta ad Ahaz che si era rifiutato di chiedere a Dio un segno o “profondo come Sheol o alto come il cielo” (5). Tuttavia, con materna sollecitudine la Vergine chiarì la gravità e la veridicità del suo doppio messaggio con una visione e un segno.Il 13 luglio 1917 ‘profondo come Sheol’ fu illustrato da una visione inquietante dell’inferno. Quattro mesi dopo, il 13 ottobre, “alto come il cielo” fu confermato da un segno, il miracolo della “danza del sole”, da lasciare sgomenti,  che fu visto da oltre settanta mila persone.


Il 13 ottobre 1884, esattamente 33 anni prima della apparizione della Madonna a Fatima, Papa Leone XIII ebbe un’esperienza spirituale straordinaria.  Udì una conversazione fra Dio e Satana in cui Satana sfidava Dio, vantandosi che, se gli avesse dato maggiori poteri sui sacerdoti (6), nel giro di cento anni sarebbe riuscito a distruggere la Chiesa.  Dio gli concesse quel tempo per mettere alla prova la Chiesa –  in definitiva ad onore e gloria di Dio stesso (7) e anche per confermare che la sua Chiesa era veramente costruita sulla roccia e capace di sostenere gli attacchi degli inferi (8) con altrettanta fortitudine quanta quella mostrata dal patriarca Giobbe.  In preparazione a questa prova, Papa Leone compose immediatamente le preghiere leonine,  ivi compresa un’invocazione particolare a San Michele Arcangelo, per la difesa e la protezione del clero, e ordinò che fossero recitate dopo ogni Messa.


Consapevole di quanto sarebbero stati disperati i tempi moderni, con l’infuriare della battaglia, la Vergine propose una strategia che, se adottata, avrebbe ottenuto la salvezza di un gran numero di anime. Questa strategia, al fine di “placare Dio già così profondamente offeso”, poneva tre condizioni principali, cioè una riforma dei costumi con piena adesione alle leggi naturali e divine, la devozione dei cinque Primi Sabati e la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Poi, per sottolineare ulteriormente, quanto sarebbero stati perigliosi i tempi che si stavano avvicinando, la Vergine con materna sollecitudine avvertì delle conseguenze che si sarebbero prodotte se il suo messaggio fosse stato ignorato: guerre, la diffusione degli errori della Russia, la persecuzione della Chiesa e del Santo Padre. Ella ciononostante concluse il suo messaggio con un residuo di speranza: “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà e al mondo sarà dato un periodo di pace.”


Il 13 agosto 1917 i bambini furono rapiti e, senza loro colpa, non furono in grado di mantenere l’appuntamento con la Madonna. Questa apparve loro sei giorni dopo, invitandoli a ritornare alla Cova da Iria il 13 settembre, confermando che avrebbe fatto il miracolo promesso, anche se non sarebbe stato “così grande”. Questa vicenda illustra l’importanza di osservare con precisione ognuna delle istruzioni che vengono dal Cielo (9) dato che l’esecuzione parziale fa scemare le benedizioni profferte. Nel 1929 la Madonna promise specificamente un periodo di pace mondiale se il Papa, in unione con i vescovi del mondo, avesse consacrato la Russia al suo  Cuore Immacolato. Questa specifica consacrazionenon è ancora stata effettuata e credo che ciò abbia contribuito alla crisi attuale.  Anche se molte benedizioni potranno scaturire da una parziale adesione alle richieste del Cielo, queste sono sicuramente conferite quale incoraggiamento a procedere verso l’adesione piena. Così, sia alla Spagna sia al Portogallo fu risparmiata la seconda guerra mondiale, dopo che i loro vescovi avevano consacrato questi Paesi alil Cuore Immacolato di Maria.  Allo stesso modo, la Seconda Guerra mondiale si accorciò dopo che Papa Pio XII, anche senza la partecipazione dei vescovi, consacrò il mondo al Cuore Immacolatoe il comunismo crollò poco dopo che  Papa Giovanni Paolo II, con la partecipazione dei vescovi ma senza alcuna menzione esplicita della Russia, consacrò il mondo al Cuore Immacolato. 


Le incertezze sociali e politiche degli anni che seguirono alla prima Guerra Mondiale crearono le condizioni per la crescita dello spettro bifronte del nazismo e del comunismo fino alla notte fra il 25 e 26 gennaio 1938, la fatidica “notte della luce sconosciuta”. Questa “luce sconosciuta” significava l’imminente scoppio di una guerra peggiore che, come predisse la Madonna di Fatima nel luglio 1917, sarebbe avvenuto durante il pontificato di Pio XI. Questa seconda Guerra Mondiale terminò nel 1945 con la sconfitta del nazismo ma la pace non era assicurata dato che l’ormai affamato spettro del comunismo, avendo ingoiato mezza Europa, si riprometteva,infausto e minaccioso, un’ulteriore espansione territoriale.


La Chiesa


L’elezione di un cardinale proveniente dalla Polonia comunista al secondo Conclave del 1978 costituì una minaccia allo status quo tale che fu fatto un tentativo di eliminarlo il 13 maggio 1981.  Due anni prima della sua elezione a Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, pronunciò un messaggio profetico, a Filadelfia, in occasione del bicentenario dell’Indipendenza americana.


“Ci troviamo oggi al cospetto del più grande scontro storico che l’umanità abbia mai dovuto attraversare. Non credo che le cerchie più ampie della società americana o le cerchie più ampie della comunità cristiana se ne rendano pienamente conto Stiamo per affrontare lo scontro finale fra la Chiesa e l’anti-Chiesa, del Vangelo contro l’anti-Vangelo.


Dobbiamo prepararci a subire grandi prove in un futuro non molto remoto; prove che ci chiederanno di essere disposti anche a donare la vita, e un dono totale di sé a Cristo e per Cristo. Attraverso le vostre preghiere e le mie, è possibile alleviare questa tribolazione, ma non è più possibile evitarla…. Quante volte il rinnovamento della Chiesa è stato compiuto nel sangue! Non andrà diversamente neanche questa volta.”


Oggi, a distanza di quarant’anni, questo discorso suona talmente minaccioso che, nell’attuale clima globale, è difficile non ricordare le parole del Signore stesso: gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra, poiché le potenze dei cieli saranno sconvolte (10). Attualmente stiamo facendo esperienza di afflizioni ricorrenti e incertezze che causano paura che possono essere attribuiti all’aver volutamente ignorato l’avvertimento della Vergine.


L’impressione crescente, anche fra i meno sofisticati, gli spiritualmente ignavi e gli storicamente ingenui, è che c’è qualcosa che non va, che qualcosa dovrà cedere o, come disse W.B.Yates con eleganza poetica:


Le cose cadono a pezzi; il centro non tiene;


Pura anarchia dilaga nel mondo,


La marea insanguinata  s’innalza e dovunque


Si annega la cerimonia dell’innocenza;


I migliori mancano di ogni convinzione mentre i peggiori


Sono pieni di intensità appassionata.(11)


Certamente, per quanto riguarda la Chiesa, sembra che il centro non riesca più a resistere. L’autorità petrina è stata furtivamente e progressivamenteassottigliata al punto che non sembra più possedere la supremazia del potere giudiziale ma piuttosto solo quello di primus inter pares.  Basta pensare al divieto emanato da Paolo VI contro il ricevere la comunione nella mano e l’aperta disobbedienza, se non addirittura la sfida, di diverse gerarchie che lo costrinsero alla capitolazione o il clamore e la denuncia che seguirono alla sua pubblicazione di Humanae Vitae. Allo stesso modo la dichiarazione (12) di Giovanni Paolo II contro i chierichetti femmina fu presto rescisso da una interpretazione nuova e autentica del Canone 230§2 nel Codice di Diritto canonico.  Come un’anatra zoppa, non è andata meglio neppure al Summorum Pontificum di Benedetto XVI.


 


Forse ancor più grave è la sensazione che “le cose ecclesiastiche e cattoliche” stanno cadendo a pezzi e che si sia scatenata sulla Chiesa un’anarchia pastorale. Il frullato dei media presenta l’ufficio petrino come poco più di un’opinione, e anche delle più trascurabili, del papa di turno. Eppure anche in mezzo a questo imbroglio, sembra che sia al lavoro un esercizio nascosto del potere che può riformare la procedura di nullità dei matrimoni senza l’abituale consultazione dei competenti dicasteri romani; dar voce a una nota caustica di biasimo contro la Curia romana in un discorso di Natale; epurare il personale di un dicastero minando l’autorevolezza del suo Prefetto che si era opposto con decisione ad innovazioni che feriscono sia gli insegnamenti riguardanti il matrimonio e i canoni della liturgia; mutilare i Frati francescani dell’Immacolata; e chiudere il campus di Melbourne dell’Istituto Giovanni Paolo II. Viene spontaneo giudicare come Isacco,mutatis mutandis, che “Benché la voce sia di Giacobbe, le mani sono di Esaù” (13).


Con insegnamenti simili, aventi come base un potere incontrollato (14), non sorprende che “i migliori manchino di convinzione mentre i peggiori sono pieni di passionale intensità”.  Anzi, il sensus catholicus è inquieto e le voci che dovrebbero alzarsi in sua difesa sono ammutolite, mentre lo spirito dei tempi non manca di voci che proclamano dai tetti (15)ciò che potrebbe essere l’anti-Vangelo di cui aveva parlato il Cardinal Wojtyla quarant’anni fa.Ciò diventa ancora più spaventoso se si pensa che il Cardinale aggiunse anche l’ammonimento di “prepararci a subire grandi prove nel futuro non troppo lontano; prove che richiederanno di essere disposti a rinunciare anche alla vita, e un dono totale di sé a Cristo e per Cristo”.


La preoccupazione del Cardinal Wojtyla ci dà ulteriori motivi di prendere sul serio il messaggio di Fatima.Nell’agosto 1931, il Signore stesso apparve a Suor Lucia e, riferendosi al suo comando per la consacrazione collegiale della Russia, le ordinò di “Far sapere ai miei ministri che dato che seguono l’esempio del Re di Francia nel rimandare l’esecuzione della mia richiesta, lo seguiranno pure nella disgrazia.” (16) Questo avvertimento, assieme alla dichiarazione del Cardinale secondo cui questa prova non puo’ essere evitata, è forse il motivo per cui in tanti sono così impauriti. Come ogni passione, la paura, per essere moralmente buona, deve essere regolata dalla ragione.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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