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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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1°ottobre 2017 Visita Apostolica del Papa a Cesena e Bologna

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2017 10:03
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02/10/2017 09:35
 
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CESENA NEL TERZO CENTENARIO DELLA NASCITA DEL PAPA PIO VI E 
BOLOGNA PER LA CONCLUSIONE DEL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO

VISITA ALL’HUB REGIONALE DI VIA ENRICO MATTEI:
INCONTRO CON I MIGRANTI OSPITI E CON IL PERSONALE CHE SVOLGE SERVIZIO DI ASSISTENZA

PAROLE DEL SANTO PADRE

Bologna
Domenica, 1° ottobre 2017

[Multimedia]



 

Cari fratelli e sorelle,

vi saluto tutti cordialmente e voglio assicurarvi la mia vicinanza. Ho voluto che fosse proprio qui il mio primo incontro con Bologna. Questo è il “porto” di approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare.

Molti non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia. Senza questa, l’altro resta un estraneo, addirittura un nemico, e non può diventare il mio prossimo. Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Se guardiamo il prossimo senza misericordia, non ci rendiamo conto della sua sofferenza, dei suoi problemi. E se guardiamo il prossimo senza misericordia, rischiamo che anche Dio ci guardi senza misericordia. Oggi vedo solo tanta voglia di amicizia e di aiuto. Vorrei ringraziare le istituzioni e tutti i volontari per l’attenzione e l’impegno nel prendersi cura di quanti siete qui ospitati. In voi vedo, come in ogni forestiero che bussa alla nostra porta, Gesù Cristo, che si identifica con lo straniero, di ogni epoca e condizione, accolto o rifiutato (cfr Mt 25,35.43).

Il fenomeno richiede visione e grande determinazione nella gestione, intelligenza e strutture, meccanismi chiari che non permettano distorsioni o sfruttamenti, ancora più inaccettabili perché fatti sui poveri. Credo davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per i rifugiati in situazioni più difficili, per evitare attese insopportabili e tempi persi che possono illudere. L’integrazione inizia con la conoscenza. Il contatto con l’altro porta a scoprire il “segreto” che ognuno porta con sé e anche il dono che rappresenta, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi, imparando così a volergli bene e vincendo la paura, aiutandolo ad inserirsi nella nuova comunità che lo accoglie. Ognuno di voi ha la propria storia, mi diceva la signora che mi accompagnava. E questa storia è qualcosa di sacro, dobbiamo rispettarla, accettarla, accoglierla e aiutare ad andare avanti. Alcuni di voi sono minorenni: questi ragazzi e ragazze hanno un particolare bisogno di tenerezza e hanno diritto alla protezione, che preveda programmi di custodia temporanea o di affidamento.

Vengo in mezzo a voi perché voglio portare nei miei i vostri occhi – io ho guardato i vostri occhi –, nel mio il vostro cuore. Voglio portare con me i vostri volti che chiedono di essere ricordati, aiutati, direi “adottati”, perché in fondo cercate qualcuno che scommetta su di voi, che vi dia fiducia, che vi aiuti a trovare quel futuro la cui speranza vi ha fatto arrivare fino a qui.

Sapete cosa siete voi? Siete dei “lottatori di speranza”! Qualcuno non è arrivato perché è stato inghiottito dal deserto o dal mare. Gli uomini non li ricordano, ma Dio conosce i loro nomi e li accoglie accanto a sé. Facciamo tutti un istante di silenzio, ricordandoli e pregando per loro. [silenzio] A voi, lottatori di speranza, auguro che la speranza non diventi delusione o, peggio, disperazione, grazie a tanti che vi aiutano a non perderla. Nel mio cuore voglio portare la vostra paura, le difficoltà, i rischi, l’incertezza…, anche tante scritte: “Aiutaci ad avere dei documenti”; le persone che amate, che vi sono care e per le quali vi siete messi a cercare un futuro. Portarvi negli occhi e nel cuore ci aiuterà a lavorare di più per una città accogliente e capace di generare opportunità per tutti. Per questo vi esorto ad essere aperti alla cultura di questa città, pronti a camminare sulla strada indicata dalle leggi di questo Paese.

La Chiesa è una madre che non fa distinzione e che ama ogni uomo come figlio di Dio, sua immagine. Bologna è una città da sempre nota per l’accoglienza. Questa si è rinnovata con tante esperienze di solidarietà, di ospitalità in parrocchie e realtà religiose, ma anche in molte famiglie e nelle varie compagini sociali. Qualcuno ha trovato un nuovo fratello da aiutare o un figlio da far crescere. E qualcuno ha trovato dei nuovi genitori che desiderano assieme a lui un futuro migliore. Come vorrei che queste esperienze, possibili per tutti, si moltiplicassero! La città non abbia paura di donare i cinque pani e i due pesci: la Provvidenza interverrà e tutti saranno saziati.

Bologna è stata la prima città in Europa, 760 anni or sono, a liberare i servi dalla schiavitù. Erano esattamente 5855. Tantissimi. Eppure Bologna non ebbe paura. Vennero riscattati dal Comune, cioè dalla città. Forse lo fecero anche per ragioni economiche, perché la libertà aiuta tutti e a tutti conviene. Non ebbero timore di accogliere quelle che allora erano considerate “non persone” e riconoscerle come esseri umani. Scrissero in un libro i nomi di ognuno di loro! Come vorrei che anche i vostri nomi fossero scritti e ricordati per trovare assieme, come avvenne allora, un futuro comune.

Vi ringrazio e di cuore vi benedico. E per favore pregate per me.





VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CESENA NEL TERZO CENTENARIO DELLA NASCITA DEL PAPA PIO VI E 
BOLOGNA PER LA CONCLUSIONE DEL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO

INCONTRO CON IL MONDO DEL LAVORO, I DISOCCUPATI, I RAPPRESENTANTI DI UNINDUSTRIA, 
SINDACATI, CONFCOOPERATIVE E LEGACOOP, IN PIAZZA MAGGIORE

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Piazza Maggiore (Bologna)
Domenica, 1° ottobre 2017

[Multimedia]



 

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Saluto tutti voi che appartenete al mondo del lavoro, nella varietà delle sue espressioni. Tra queste c’è purtroppo anche quella negativa, cioè la situazione difficile, a volte angosciante, della mancanza di lavoro. Grazie per la vostra accoglienza!

Voi rappresentate parti sociali diverse, spesso in discussione anche aspra tra loro, ma avete imparato che solo insieme si può uscire dalla crisi e costruire il futuro. Solo il dialogo, nelle reciproche competenze, può permettere di trovare risposte efficaci e innovative per tutti, anche sulla qualità del lavoro, in particolare l’indispensabile welfare. È quello che alcuni chiamano il “sistema Emilia”. Cercate di portarlo avanti. C’è bisogno di soluzioni stabili e capaci di aiutare a guardare al futuro per rispondere alle necessità delle persone e delle famiglie.

Nel vostro territorio da lungo tempo si è sviluppata l’esperienza cooperativa, che nasce dal valore fondamentale della solidarietà. Oggi essa ha ancora molto da offrire, anche per aiutare tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno di quell’“ascensore sociale” che secondo alcuni sarebbe del tutto fuori uso. Non pieghiamo mai la solidarietà alla logica del profitto finanziario, anche perché così la togliamo – potrei dire la rubiamo – ai più deboli che ne hanno tanto bisogno. Cercare una società più giusta non è un sogno del passato ma un impegno, un lavoro, che ha bisogno oggi di tutti.

La situazione della disoccupazione giovanile e quella di tanti che hanno perduto il lavoro e non riescono a reinserirsi sono realtà alle quali non possiamo abituarci, trattandole come se fossero solamente delle statistiche. E questa è la tentazione.

L’accoglienza e la lotta alla povertà passano in gran parte attraverso il lavoro. Non si offre vero aiuto ai poveri senza che possano trovare lavoro e dignità. Questa è la sfida appassionante, come negli anni della ricostruzione dopo la guerra, che tanta povertà aveva lasciato. Il recente “Patto per il lavoro”, che ha visto tutte le parti sociali, e anche la Chiesa, firmare un comune impegno per aiutarsi nella ricerca di risposte stabili, non di elemosine, è un metodo importante che auspico possa dare i frutti sperati.

La crisi economica ha una dimensione europea e globale; e, come sappiamo, essa è anche crisi etica, spirituale e umana. Alla radice c’è un tradimento del bene comune, da parte sia di singoli sia di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e assegnarla alla persona e al bene comune. Ma perché tale centralità sia reale, effettiva e non solo proclamata a parole, bisogna aumentare le opportunità di lavoro dignitoso. Questo è un compito che appartiene alla società intera: in questa fase in modo particolare, tutto il corpo sociale, nelle sue varie componenti, è chiamato a fare ogni sforzo perché il lavoro, che è fattore primario di dignità, sia una preoccupazione centrale.

Qui ci troviamo davanti a San Petronio, ricordato come Pater et Protector e raffigurato sempre con la città sulle sue mani. Da qui fisicamente vediamo tre aspetti costitutivi della vostra città: la Chiesa, il Comune e l’Università. Quando essi dialogano e collaborano tra loro, si rafforza il prezioso umanesimo che essi esprimono e la città – per così dire – “respira”, ha un orizzonte, e non ha paura di affrontare le sfide che si presentano. Vi incoraggio a valorizzare questo umanesimo di cui siete depositari per cercare soluzioni sapienti e lungimiranti ai complessi problemi del nostro tempo, vedendoli sì come difficoltà, ma anche come opportunità di crescita e di miglioramento. E questo che dico vale per l’Italia nel suo insieme e per l’intera Europa.

Cari amici, vi sono particolarmente vicino, mettendo nelle mani del Signore e della Madonna di San Luca tutte le vostre ansie e preoccupazioni. A Lei, così venerata da tutti i bolognesi, ci rivolgiamo ora con la preghiera dell’Angelus.







VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
A CESENA NEL TERZO CENTENARIO DELLA NASCITA DEL PAPA PIO VI E 
BOLOGNA PER LA CONCLUSIONE DEL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO

ANGELUS

Piazza Maggiore, Bologna
Domenica, 1° ottobre 2017

[Multimedia]


 

Cari fratelli e sorelle,

ieri, a Bratislava (Slovacchia), è stato beatificato Titus Zeman, sacerdote salesiano. Egli si unisce alla lunga schiera dei martiri del XX secolo, perché morì nel 1969 dopo essere stato per lungo tempo in carcere a causa della sua fede e del suo servizio pastorale. La sua testimonianza ci sostenga nei momenti più difficili della vita e ci aiuti a riconoscere, anche nella prova, la presenza del Signore.

In questa domenica culmina la settimana dedicata in modo particolare alla Parola di Dio, in occasione della ricorrenza, ieri, della memoria di San Girolamo, grande maestro della Sacra Scrittura. Ringraziamo Dio per il dono della sua Parola e impegniamoci a leggere e meditare la Bibbia, specialmente il Vangelo.

Infine, ci uniamo spiritualmente ai fedeli convenuti presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del Rosario, presieduta oggi dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Bassetti.

A tutti voi, bolognesi nativi e “adottivi”, auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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