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Quando il Papa è infallibile? E che cosa è la vera Tradizione? di Carlo di Pietro

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2017 23:08
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10/11/2017 22:48
 
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Prosegue dalla scorsa settimana (Quando il Papa è infallibile? Prima parte). Dicevamo, in ultimo, che la definizione della legittima Autorità, che si rivolge (insegna - ex cathedra) alla Chiesa universale, ossia infallibilmente, deve essere interpretabile in senso stretto, ovvero significa ciò che dice. Dall’analisi logica della definizione siamo in grado di comprendere chiaramente il suo significato, quindi la dottrina che esprime: ossia l’insegnamento ex cathedra.


Faccio un esempio per rendere più semplice la questione. Studiamo Papa Gregorio XVI nella Mirari Vos. In parentesi quadre alcuni miei commenti introduttivi alle proposizioni del Pontefice.


Cito: «[1° a chi si rivolge:] A tutti i Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi dell’orbe cattolico. [2° chi insegna:] (...) da quando è stato imposto alla Nostra pochezza l’incarico del governo di tutta la Chiesa (la Cattedra, il Tribunale di Pietro, il Potere clavigero, ndR). [3° qual è l’intenzione di chi insegna:] (...) dilatare senza indugio sopra di voi il Nostro cuore, e parlarvi in comunione di spirito con quella voce con la quale nella persona del Beato Pietro fu divinamente ingiunto a Noi di  confermare i fratelli (Lc. 22, 32)».


Fermiamoci un attimo. A parlare è 1° il Pontefice, è il Vicario di Cristo (... in comunione di spirito con ...); 2° si rivolge alla Chiesa universale; 3° sta per insegnare qualcosa; 4° sta poggiando sulla sacra Scrittura.


Proseguo e cito: «[1° introduce le cause:] (...) voi ben sapete per quale procella di mali e di calamità fin dai primi momenti del Nostro Pontificato fummo d’improvviso balzati in un mare così tempestoso (...) per la più perversa cospirazione degli empi. [2° la definizione è necessaria perché:] (...) davvero potremmo dire che questa è l’ora delle tenebre per vagliare come grano i figli di elezione (Lc. 22, 53). A ragione si può ripetere con Isaia: Pianse, e la terra avvelenata dai suoi abitanti scomparve, perché avevano mutato il diritto, avevano rotto il patto sempiterno (Is. 24, 5). [3° individua un colpevole:] (...) una congerie così enorme di disavventure si deve in particolare attribuire alla cospirazione di quelle Società (segrete, ndR) nelle quali sembra essersi raccolto, come in sozza sentina, quanto v’ha di sacrilego, di abominevole e di empio nelle eresie e nelle sette più scellerate. [4° elenca alcune conseguenze immediate:] (...) scosso per tal maniera il freno della santissima Religione, che è la sola (cosa) sopra cui si reggono saldi i Regni e si mantengono ferme la forza e l’autorità di ogni dominazione, si vedono aumentare la sovversione dell’ordine pubblico, la decadenza dei Principati e il disfacimento di ogni legittima potestà».


Il Pontefice deve intervenire. Posta la denuncia introduttiva, entriamo nel carattere del Documento. Cito: «[1° parla come Pastore universale:] (...) posti sulla cattedra del Principe degli Apostoli, Ci sentiamo obbligati a tormentarci più di ogni altro dallo zelo per tutta la Casa di Dio. [2° dichiara la sua intenzione:] (...) occorre compiere ogni sforzo per procurare l’estirpamento (di questi errori ...) per la salvezza del gregge cattolico. [3° intende insegnare e governare:] (...) È Nostro obbligo alzare la voce e tentare ogni prova, perché né il cinghiale della selva devasti la vigna, né i lupi rapaci piombino a fare strage del gregge. (...) Trattiamo nell’unità dello spirito la comune causa Nostra, o per meglio dire la causa di Dio, e contro i comuni nemici».


Papa Gregorio XVI fa una lunga introduzione sulla dottrina del Primato della Sede Romana. Egli usa in ordine Papa San Celestino, Papa Sant’Agatone, Papa Sant’Innocenzo, San Cipriano, i Padri di Firenze, San Girolamo, Papa San Gelasio, oltre che la sacra Scrittura. Finalmente [1° comunica alla Chiesa universale una prima definizione:] «Ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza (è) un errore velenosissimo, (è) un’assurda sentenza, (è) piuttosto un delirio. [2° esprime la dottrina tradizionale:] Qual morte peggiore può darsi all’anima della libertà dell’errore?, esclamava Sant’Agostino (Ep.  166). [3° usa autenticamente la Scrittura:] Tolto infatti ogni freno che tenga nelle vie della verità gli uomini già diretti al precipizio per la natura inclinata al male, potremmo dire con verità essersi aperto il pozzo d’abisso (Ap. 9, 3), dal quale San Giovanni vide salire tal fumo che il sole ne rimase oscurato, uscendone locuste innumerabili a devastare la terra».


Ecco la condanna. [1° cosa sta condannando il Pontefice?], cito: «(... la) sorgente trabocchevole dei mali (...) l’indifferentismo. [2° la condanna avviene alla luce della Scrittura:] Poiché è affermato dall’Apostolo che esiste un solo Iddio, una sola Fede, un solo Battesimo (Ef. 4, 5), temano coloro i quali sognano che veleggiando sotto bandiera di qualunque religione possa egualmente approdarsi al porto dell’eterna felicità, e considerino che per testimonianza dello stesso Salvatore essi sono contro Cristo, perché non sono con Cristo (Lc. 11, 23), e che sventuratamente disperdono, perché con Lui non raccolgono. [N.B. Il Pontefice anticipa infallibilmente, comunicandola alla Chiesa universale, anche la condanna allo spirito, ovvero alla falsa dottrina, del futuro “movimento ecumenico”, fino a quel momento espressione delle sette più scellerate]. [3° arricchisce la condanna dell’errore, dunque la verità del contraddittorio, con riferimenti tradizionali, che sono oramai accessori:] senza dubbio periranno in eterno se non tengono la Fede cattolica, e questa non conservino intera ed inviolata (Symbol. S. Athanasii). (...) Anche il ramoscello reciso dalla vite ha la stessa forma, ma che gli giova la forma se non vive della radice? (S. Agostino, Salmo contro part. Donat.)».


Cito: «[1° acuisce la condanna:] (Condanniamo ...) quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto. [2° impartisce ordini alla Chiesa universale:] A voi (Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi dell’orbe cattolico ...) non sarà malagevole cosa allontanare dai popoli affidati alla vostra cura un errore così pestilenziale intorno a una cosa (una verità, ndR) così chiara, e senza contrasto evidentissima. (...) Venerabili Fratelli, (...) impugnato lo scudo della Fede, seguitiate animosi a combattere le battaglie del Signore. (...) A voi sopra ogni altro compete stare qual muro saldo di fronte ad ogni superba potenza che si voglia alzare contro la scienza di Dio (ossia i dogmi, ndR). [3° chiude usando sacra Scrittura e Tradizione:] Si ricordino (gli erranti) che Dio è il duce della sapienza e il perfezionatore dei sapienti (Sap. 7, 15), e che non può mai avvenire che senza Dio conosciamo Dio, il quale per mezzo del Verbo insegna agli uomini a conoscere Dio (cf. S. Ireneo, lib. 14, cap. 10). È proprio del superbo, o piuttosto dello stolto, il volere pesare sulle umane bilance i misteri della Fede, che superano ogni nostra possibilità, e fidare sulla ragione della nostra mente, che per la condizione stessa della umana natura è troppo fiacca e malata».


Anche quest’ultima proposizione (... la condizione stessa della umana natura è troppo fiacca e malata ...) è una verità rivelata e già definita (cf. Conseguenze del Peccato originale). 


Notiamo che Papa Gregorio XVI non usa mai la parola definiamo ..., tuttavia, in questa Lettera enciclica indirizzata alla Chiesa universale, definisce infallibilmente almeno un punto di dottrina, parimenti commina, sempre infallibilmente, la condanna alla dottrina contraddittoria o direttamente contraria. Ciò ragionevolmente può avvenire talvolta in maniera esplicita, talvolta implicita. Lo studio analitico del Documento potrà fugare eventuali dubbi. A cosa serve questa definizione? A cosa serve l'immediata condanna?


Lo capiremo con le domande ipotetiche e le risposte cattoliche imparate dalla Mirari Vos. Domanda 1: è possibile affermare che è buono e cattolico ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza? Risposta 1: no, (è) un errore velenosissimo, (è) un’assurda sentenza, (è) piuttosto un delirio. Domanda 2: se qualcuno dovesse affermare che è buono e cattolico ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza, questi professerebbe il cattolicesimo? Risposta 2: no, la Chiesa ha definito che (è) un errore velenosissimo, (è) un’assurda sentenza, (è) piuttosto un delirio. Pertanto non professerebbe la religione di Cristo Gesù. Domanda 3: è di fede cattolica affermare che sotto bandiera di qualunque religione possa egualmente approdarsi al porto dell’eterna felicità? Risposta 3: no, chi dovesse affermarlo sogna, dovrebbe temere l'ira di Dio per aver invertito il diritto, va contro Cristo, perché non è con Cristo.  Questi negherebbe che esiste un solo Iddio, una sola Fede, un solo Battesimo. Domanda 4: si può affermare che in qualunque professione di fede si consegue l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto? Risposta 4: no, senza prima precisare cosa siano l'ignoranza invincibile ed il battesimo di desiderio, per evitare confusione nei semplici. Comunque la proposizione In qualunque professione di fede si consegue l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto, così espressa, è già una perversa opinione fraudolenta opera degl’increduli. Domanda 5: perché rispondiamo così? Risposta 5: Per la maggior gloria di Dio Uno e Trino, della Vergine Maria, di San Giuseppe castissimo Sposo, degli Angeli del Signore, della Santa Chiesa, dei Santi e dei Martiri, e per la salvezza della nostra anima. Rispondiamo così perché questa è la dottrina di Gesù Cristo, ce lo ha insegnato il Suo Vicario, al di fuori non c'è salvezza.


Mi auguro che sia tutto chiaro. Il Pontefice ha alzato un muro invalicabile che viene dalla Rivelazione stessa. Un confine che viene a noi da Dio, per bocca del Pontefice autentico interprete della Rivelazione, e che è identico in eterno, poiché esprime la volontà di Dio, uguale e perenne, indefettibile.


Alcune dichiarazioni del Pontefice, dove questi non si esprime sul caso specifico bensì espone solo dei principii di massima, da non confondere quindi con le definizioni in senso stretto, saranno meglio spiegate, ossia definite, in seguito (es. in Quanto Conficiamur, Pio IX; in Dei Filius, Concilio Vaticano; ecc.), tuttavia le sue definizioni significano chiaramente ciò che dicono.


Quando il Pontefice è infallibile? Evidenziamolo: «(...) Definiamo esser domma da Dio rivelato che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra: cioè in funzione di Pastore e Dottore di tutti i cristiani, definisce, per la suprema sua Autorità apostolica, una dottrina in materia di fede e di costumi da tenersi da tutta la Chiesa, in virtù dell’assistenza divina a lui promessa nel beato Pietro, gode di quell’infallibilità di cui il divin Redentore volle che la sua Chiesa fosse dotata nel definire la dottrina riguardante la fede e i costumi; e perciò le definizioni del medesimo Romano Pontefice sono irreformabili per se stesse e non per consenso della Chiesa».


Nessun legittimo Pontefice potrà mai definire il contraddittorio della definizione di Mirari Vos o cancellare la condanna espressa. Se dovesse farlo, se avesse la pretesa di definire verità il contraddittorio o di cancellare la condanna, sarebbe solo un empio cospiratore e settario, in lui sembra essersi raccolto, come in sozza sentina, quanto v’ha di sacrilego, di abominevole e di empio nelle eresie e nelle sette più scellerate. Dio non contraddice se stesso, così il Vicario di Cristo non contraddice il Vicario di Cristo.




APPENDICE: Voglio ricordare i precedenti scritti, inerenti l’argomento, già pubblicati su Sursum Corda: «Comunicato numero 17. Del Magistero Infallibile del Romano Pontefice»; «Comunicato numero 36. L’infallibilità della Chiesa e del Romano Pontefice»; «Comunicato numero 35. Che cos’è la Tradizione? Ovvero se si possa osservare la Tradizione andando contro il Magistero»; «Infallibilità, canonizzazioni ed imitazione del Santo»; «San Giovanni Bosco e il dogma dell’infallibilità». Soprattutto in questi luoghi se ne è già parlato, tuttavia abbiamo anche studiato, per argomenti, la «Pastor Æternus» e la «Dei Filius». Invito alla lettura.


Prosegue ...


A cura di CdP


Quando il Papa è infallibile? Seconda parte




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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