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Che cosa è la Mistagogia

Ultimo Aggiornamento: 02/01/2018 22:52
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02/01/2018 22:52
 
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  1. GREGORIO DI NAZIANZOIn lode di Basilio, 43-48, PG 36, 560 a – IDEMSulla Pasqua, 4-5, PG 35, 397 b - LEONE MAGNOOmelia sul Natale del Signore, PL 54, 190-193.

  2. Cf. GIOVANNI CRISOSTOMOCommento al Vangelo di Matteo, PG 5,1. In questo brano il santo dottore insegna che i fedeli dovevano meditare a casa il brano dell’Evangelo letto e meditato la domenica in chiesa, affinché la meditazione mistagogica li nutrisse per l’intera settimana, fino all’ascolto del brano della successiva domenica. Ciò conferma che la mistagogia era duplice:




    • post-battesimale ai neofiti (e non solo)

    • per tutto l’anno: " non appena rientrati a casa vostra, dovreste prendere vangelo e, insieme a vostra moglie e ai vostri figli, rileggere e meditare quanto vi è stato detto… cercate, quindi, di ricordarvi quanto vi abbiamo gi spiegato del vangelo, in modo che (la domenica seguente) si possa passare a illustrare il seguito". Riportato in La Teologia dei Padri, Roma 1975, pag. 139.




  1. IDEMOmelia sulla 1 Tm, PG 5,3.

  2. Per quel che riguarda la mistagogia delle feste dell'anno liturgico e delle altre realtà quali: la celebrazione della Divina Liturgia, il culto della Madre di Dio e dei Santi, la venerazione delle Icone, la preghiera liturgica delle Sante Ore e quella personale esicasta, ecc. esistono validi sussidi a cui ricorrere, tuttavia lasciamo aperto uno spiraglio di speranza per un nostro futuro lavoro.

  3. Eccetto qualche sporadico caso di adulto "extracomunitario" che viene al battesimo, non si può parlare di "Istituto del Catecumenato" nell’Eparchia di Piana degli Albanesi.


    1. Cf. DANIELOU J. – DU CHARLAT R. , La catechesi nei primi secoli, Torino 1969, pag. 43.

    2. PAOLO VI , Evangelii nuntiandi, 41: " L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono testimoni".

    3. FEDERICI T. , La Mistagogia della Chiesa, in Mistagogia e Direzione Spirituale, Roma 1985, pag. 163.

    4. Ibidem.

    5. IPPOLITO: " Tra i Catecumeni vengono battezzati per prima i bambini, di cui prendono le veci, quando si deve rispondere, i genitori o un altro parente" (Ordinamento ecclesiastico, 40,42-46,8).


AGOSTINO: " Il bambino è reso fedele non da un atto volontario della fede, simile a quello dei fedeli adulti, ma dal sacramento della stessa fede (cioè il Battesimo). Poiché, allo stesso modo che il padrino risponde che egli crede, così – il bambino – si chiama fedele per il fatto che riceve il battesimo" (Lettera I a Bonifacio, 98,7-10).


PSEUDO - DIONIGI L’AREOPAGITA: " Al padrino, che garantisce di educare il fanciullo nella vita sacra, il vescovo impone di pronunciare le rinunce e le sacre professioni" (La gerarchia ecclesiastica, 7,11).


Le citazioni sopra riportate sono state estratte dal IV volume de La Teologia dei Padri , Città Nuova, Roma 1975, pagg. 146, 152, 154.



  1. Cf. DANIELOU J. – DE CHARLAT R.o.c., pagg. 65-70.

  2. CIRILLO DI GERUSALEMMELe Catechesi, Alba 1977, pag. 17. I brani citati sono stati estratti da questa edizione.

  3. Cf. PASQUATO O.Catechesi ecclesiologica nella cura pastorale di Giovanni Crisostomo in : Ecclesiologia e catechesi patristica, Roma 1982, pagg. 137- 172.

  4. Cf. GIOVANNI CRISOSTOMOLe catechesi battesimali, Padova 1988. I brani citati sono stati estratti da questa edizione.

  5. Cf. PASQUATO O.o.c., pag. 166.

  6. Cf. GIOVANNI CRISOSTOMOCatechesi VII, 20 e Catechesi X, 21, pag. 18.

  7. Cf. IDEMCatechesi X, 21, pag. 18.

  8. " Quando riceveste l’esorcismo battesimale, veniste come macinati", Discorso 272.

  9. Cf. GIOVANNI CRISOSTOMOCatechesi, VII, 20, pag. 18.

  10. GOAR J.Euchologium sive Rituale Graecorum, Venetiis 1730, rist. Graz 1960, pag. 296

  11. CIRILLO DI GERUSALEMME, II Cat. Mist. , o.c..

  12. Ibidem.

  13. IDEMIII Cat. Mist., o.c.

  14. Il girare attorno indica la dimensione eterna di cui il cerchio è il simbolo. Cf. L’omelia di un antico autore sulla Pasqua (PG 59, 723-724): "L’anno poi è simbolo del mondo, perché è come il cerchio che nel suo girare, ritorna costantemente su se stesso senza trovare termine in nessun punto". E ancora la gioia: cf. il Salmo 25(26),6: "Lavo nell’innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, Signore.

  15. IRENEO DI LIONECommento al Salmo 64, 14-15, CSEL 22,246.

  16. POEMEN, in: Vita e detti dei padri del deserto, Roma 1997, n° 43, pag. 383.

  17. TEONA, in: Idem, pag. 220.

  18. MORTARI L., nota 42 . pag. 383, in: Vita e dettio.c.

  19. GELSI D., La riconciliazione, in Ephemerides Liturgicae, anno XCVII, 1983, pag. 339.

  20. NICODEMO L’AGHIORITAExomologhêtárion, Venezia 1868, pag. 58.

  21. FORTINO E.La penitenza nella chiesa bizantina, Roma 1987, pag.23

  22. NICODEMOIbidem, pag. 87.

  23. CATECHISMO CHIESA CATTOLICA, Città de Vaticano 1992, n° 1460, pag. 378.

  24. FORTINOIbidem, pag. 23.

  25. Le idee sul peccato visto come alienazione si ritrovano, con qualche differenza, in: FANULI A.Il Cristo che mi piace, Torino 1972, pagg. 9-19, e FORTINO E.La penitenza, o.c. pagg. 7-11.

  26. GIOVANNI CRISOSTOMOOmelia III sulla penitenza, in: La vera conversione, Roma 1980, pag. 122.

  27. CIRILLO DI ALESSANDRIA, Commento al Vangelo di Marco 6,13, in Enchiridion patristicum a cura di M.J. Rouët de Journel, n°2102, Roma 1965.

  28. Cf. AA.VV., Dio è vivoo.c., pag. 305.

  29. Succede oggigiorno per l’unzione dei malati, ciò che accadeva ai tempi del Crisostomo per l’iniziazione sul letto di morte. Ecco come il santo vescovo descrive la scena: "…il grande lamento e il gemito di chi viene iniziato; i bambini che lo circondano piangendo, la moglie che si graffia le guance, gli amici addolorati, i servi in lacrime; tutta la casa ha l’aspetto di un giorno invernale e cupo… In mezzo a tale sgomento e scompiglio entra il sacerdote, più terrificante della stessa febbre e per i parenti dell’infermo più inesorabile della morte. Si pensa infatti che la venuta del sacerdote provochi maggior disperazione che non la voce del medico, il quale dichiara la fine del malato, e ciò che è argomento di vita eterna sembra diventare simbolo di morte". (Catechesi 2, 1), cit. pag. 19-20, cfr. nota 15.

  30. RAVASI G.Secondo le Scritture, anno B, Asti 1995, pag. 231.

  31. Cf. AA.VV., Dio è vivoo.c., pag. 305.

  32. Cf. Ibidem.

  33. Idem, pag. 306.

  34. Cf. SIMEONE DI TESSALONICADe sacro ritu sancti olii, PG 155, 515-536.

  35. Lo stesso avviene quando in Chiesa si presenta qualche fedele per chiedere una particolare benedizione per qualche necessità. Il Sacerdote impone la stola e l’Evangelo sul capo del fedele, leggendo una pericope che riguarda il potere dei discepoli sulle malattie e sui demoni.

  36. Anticamente e presso alcuni popoli orientali, l’anello si porta alla destra.

  37. Alludendo all’azione divina dello Spirito Santo, simbolizzata dal velo, in un manoscritto della biblioteca del Seminario di Piana degli Albanesi, abbiamo trovato che questo doveva essere di colore purpureo.

  38. FORTINO E.Il matrimonio nella chiesa bizantina, Roma 1986, pag. 24.

  39. Alcuni hanno l'abitudine di incorniciare queste corone, ponendo al centro di esse due icone: in quella dell'uomo l'icona del Cristo, e in quella della donna l'icona della Madre di Dio Nelle Chiese Ortodosse e in qualche chiesa Cattolico-Bizantina le corone non le portano gli sposi, ma sono della chiesa dove si celebra il rito. Presso gli Italo-albanesi invece le corone sono di proprietà degli sposi. Non valgono niente, pecuniariamente parlando, perché sono fatte di foglie di alloro e fiori finti, ma per gli sposi valgono tantissimo perché sono cariche di simbolismo e segno della benevolenza del Signore che le ha posto sul loro capo.

  40. FORTINO E.,Idem, pag. 27.

  41. GREGORIO MAGNORegola Pastorale 3,27. Riportato in La Teologia dei Padri, Roma 1975, pag.345.

  42. Rimettere i peccati non significa confessare bensì, nella concezione bizantina, remissione dei peccati coincide con la concezione la salvezza globale dell’uomo.

  43. Cf. AGOSTINODiscorso 46, 29; NBA 29, 772.

  44. IDEM, Discorso 340,1, PL 38, 1483-1484. Cfr. la nota 51.

  45. Dicesi chirotesía una benedizione data con la mano stesa sul capo per conferire una mansione; mentre si definisce chirotonía l’imposizione della mano per conferire il sacramento dell’Ordine Sacro nei suoi tre gradi: diaconato, presbiterato ed episcopato.

  46. Il verbo kélevson, nel greco liturgico, non significa "comanda", bensì "degnati" o "permetti". Corrisponde al latino ecclesiastico: "Iube, Domne, benedicere", cioè: "Degnati, Signore, di benedire", oppure: "Dà il permesso per la benedizione". Il verbo, con questo significato, è riportato in un Apoftegma del padre Teodoro di Ferme: "Il padre Teodoro si trovò un giorno con dei fratelli a Scete. Mangiando, essi prendevano educatamente i bicchieri in silenzio senza dire: ‘’Permetti’’ (Kélevson). E il padre Teodoro disse: ‘’I monaci hanno perso le loro buone maniere, non dicono più: -Permetti-’’". Vita e dettio.c., pag. 210.

  47. Cf. AGOSTINO, Discorso 340, 1, PL 38, 1483-1484: "Prima veniva richiesto l’amore e poi imposto l’onere, perché dove maggiore è l’amore, minore è il peso della fatica".

  48. AA.VV., Dio è vivoo.c., pagg. 308-309.


B I B L I O G R A F I A


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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