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Nel mondo 137 femminicidi al giorno. Cosa dice la legge in Italia e cosa resta ancora da fare

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2023 13:30
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24/11/2023 14:53
 
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I dati italiani fotografano una situazione drammatica: 107 le vittime di femminicidio da inizio anno. Cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare per combattere il fenomeno


137 femminicidi al giorno. 137 donne uccise ogni giorno, solo perché donne: è il dato allarmante emerso da uno studio delle Nazioni Unite, che ha evidenziato come, nel 2022, ogni ora 5 donne sono morte per mano di partner, ex partner o familiari.


In Italia, l’ultimo, atroce caso di femminicidio è quello di Giulia Cecchettin, la ventiduenne uccisa per mano del suo ex fidanzato, che non sopportava di vederla avere successo, di vederla libera e forte. Ed è solo l’ultima di una lunga lista: dall’inizio dell’anno, sono 107 i femminicidi in Italia, stando ai dati della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Il 63% delle donne rimaste uccise non aveva mai denunciato gli abusi da parte del partner: una piaga, quella della violenza di genere, che sembra impossibile da sconfiggere, nonostante siano stati molti gli forzi messi in campo negli anni.

L’analisi del fenomeno e i dati italiani


Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Interno, nello specifico relativi al periodo 1° gennaio-19 novembre 2023, le vittime di omicidio di «sesso femminile» sono 107: di queste, 87 sono state uccise in ambito familiare e affettivo e in 55 casi l’omicida era un partner o un ex partner. I dati fotografano una situazione drammatica, il numero dei femminicidi non accenna a diminuire: è il segnale di un fenomeno radicato, di matrice culturale, che resta stabile nonostante i tentativi di arginare il problema, finora soprattutto tramite misure penali.

Non solo femminicidi, però: innumerevoli i casi di violenze, spesso preludio di conseguenze più gravi per le vittime. Non ci si ferma, quindi, ad uno schiaffo, un ricatto psicologico, uno strattone: le violenze perpetrate sulle vittime sono continue, ripetono uno schema sempre uguale in tutti i casi, fatto di relazioni spesso tossiche, partner controllanti, limitazioni della libertà, in un crescendo di maltrattamenti che sfociano poi nell’aggressione fisica. Nel 2022, sono state 14.448 le volte in cui i pronto soccorso italiani hanno accolto vittime di violenza: per l’8% di loro non era neppure il primo caso di maltrattamenti. Spinte dal terrore di una situazione troppo simile alla loro, moltissime donne, dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin, hanno fatto ricorso all’1522, il numero antiviolenza e stalking attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità con l'obiettivo di sviluppare un'ampia azione di sistema per l'emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. Il numero di chiamate ricevute dall’1522, in aumento già dal periodo della pandemia, è addirittura raddoppiato: dalle 200 telefonate quotidiane si è arrivati alle 400, che aumentano a 500 se si considerano anche le richieste d’aiuto pervenute tramite chat ed App.

Secondo quanto emerso dal rapporto Istat «i Centri Antiviolenza e le donne che hanno avviato il percorso di uscita dalla violenza», nel 2022 le vittime che hanno contattato almeno una volta i Centri antiviolenza (CAV) sono state 60.751, in aumento del 7,8% rispetto al 2021. Il profilo degli autori delle violenze ricalca quello dei femminicidi: nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta sempre di partner ed ex-partner: uomini che non accettano la fine di una relazione o partner abusanti (spesso, entrambe le cose). Inoltre, nel 2022 aumenta l'offerta di Centri antiviolenza: in totale sono 385, +3,2% rispetto al 2021; aumentano gli sportelli di ascolto contro la violenza, che favoriscono la prossimità territoriale della rete di protezione per le donne, ma per il 30% di loro il rischio di recidiva è altissimo. Le richieste delle vittime sono le più disparate: ascolto, supporto psicologico, ma anche sostegno nella ricerca di un lavoro e di una casa, per trovare il modo di uscire da relazioni che le vedono oggetto di vessazioni fisiche, psicologiche, economiche.

Le leggi italiane

Dal punto di vista giuridico, le leggi finora esistenti riguardano, genericamente, i casi di omicidio, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking; a queste, si aggiungono la Legge n. 119/2013, conosciuta come «Legge sul femminicidio», che ha istituito il reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela o convivenza con la vittima di sesso femminile, introducendo anche pene più severe per i reati di maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale, e la Legge sul Codice Rosso (L. n. 69/2019) in vigore in Italia dal 22 giugno 2019, che ha introdotto diverse misure significative per contrastare il fenomeno: dalle modifiche al Codice di procedura penale, che consentono un intervento più tempestivo delle Forze dell’ordine e loro specifica formazione sul tema, all’attivazione di misure di protezione immediate per le vittime e un incremento delle pene previste. La legge sul Codice Rosso, in particolare, è stata un importante passo avanti nella lotta contro la violenza di genere in Italia, e ha fornito strumenti e misure per migliorare la prevenzione, la protezione e la persecuzione penale di tali reati.

L’ultima novità è il Ddl contro la violenza di genere, elaborato dai ministri Roccella, Nordio e Piantedosi e approvato all’unanimità il 22 novembre scorso, appena due giorni fa. Il nuovo Ddl, composto da 19 articoli, rafforza la Legge sul Codice Rosso e introduce nuove misure in ambito penale e processuale; interviene in materia di formazione della magistratura sul tema della violenza di genere e prende in esame anche la possibilità di inserire nei programmi scolastici l’educazione al rispetto e alle relazioni.

Cosa resta ancora da fare

Il problema maggiore, a livello giuridico, è che il codice penale italiano non prevede un reato specifico per il femminicidio: l’uccisione di una donna rientra così nel più generico reato di omicidio, anche se le pene possono essere più severe se l’omicidio è accompagnato da una violenza sessuale o se è commesso da un parente, da un coniuge o un ex coniuge. In realtà, il femminicidio è un fenomeno a sé, con delle precise caratteristiche chiaramente individuabili: è un omicidio volontario, in cui la vittima viene uccisa in quanto donna. In altre parole, se una donna rimane vittima di una rapina non si tratta necessariamente di femminicidio, le cui motivazioni sono sempre strettamente legate al genere della vittima. Le variabili da considerare, quando la vittima è una donna, sono dunque molteplici: è necessario inquadrare la vittima, il suo carnefice, la relazione che li lega e il contesto entro il quale si svolge la dinamica dell’omicidio, dati che risultano talvolta complessi da reperire e analizzare adeguatamente. Come spiega l’Istat, in Italia la comprensione del fenomeno resta limitata proprio in ragione di una mancata disponibilità di tutte le informazioni necessarie. Una difficoltà oggettiva alla quale si sta tentando di trovare una soluzione attraverso una maggiore collaborazione con il Ministero dell’Interno: lo scorso anno una nuova legge ha infatti consentito di migliorare le rilevazioni statistiche sulla violenza di genere nel nostro Paese.

Un altro aspetto su cui è necessario intervenire sono sicuramente i lunghissimi tempi della giustizia italiana, oltre al fatto che le misure introdotte riguardano soprattutto l’aspetto penale della violenza di genere: ossia, la punizione quando il crimine è già avvenuto. Molto resta da fare nell’ambito della prevenzione: non basta il proliferare di panchine rosse e centri antiviolenza, sportelli di ascolto, case rifugio e numeri di emergenza, tutte misure che insegnano alle vittime come proteggersi e non fermano l’azione dei carnefici. Come testimoniato dalle recenti manifestazioni, quello che si richiede a gran voce, ormai, è una vera e propria rivoluzione culturale: non solo attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e la prevenzione, ma tramite un cambiamento profondo che intervenga sul linguaggio, sulla rappresentazione delle donne e sulla loro percezione da parte dell’uomo, per sradicare le radici profonde della violenza di genere e per la creazione di una società più equa e sicura.

Fonte
25/11/2023 16:01
 
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Re:
Amalia 52, 24.11.2023 14:53:


I dati italiani fotografano una situazione drammatica: 107 le vittime di femminicidio da inizio anno. Cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare per combattere il fenomeno


137 femminicidi al giorno. 137 donne uccise ogni giorno, solo perché donne: è il dato allarmante emerso da uno studio delle Nazioni Unite, che ha evidenziato come, nel 2022, ogni ora 5 donne sono morte per mano di partner, ex partner o familiari.
...




Purtroppo in molte regioni il valore di una persona è molto basso, quello di una donna lo è ancora di più (basso).
La polizia, dove c'è, non arriva sempre dappertutto, neanche quando viene allertata, come in questo caso.

Simon
25/11/2023 20:44
 
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Brutto fenomeno
25/11/2023 20:51
 
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Re:
Claudia Claudia (1lT5230325), 25.11.2023 20:44:

Brutto fenomeno



Un po' in tutto l'Occidente le donne sono scese in strada a protestare.
Speriamo cambi qualcosa

Simon
27/11/2023 13:35
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 25/11/2023 20:51:



Un po' in tutto l'Occidente le donne sono scese in strada a protestare.
Speriamo cambi qualcosa

Simon

Darò un parere che sicuramente sarà contro corrente.

Come ho letto nell' articolo citato, bisogna intervenire sulle cause.

La punizione c'è già per il reato di omicidio.
Cosa dare di più del carcere a vita?

Bisogna capire il contesto in cui si matura una così terribile decisione.
Si decisione perché nel femminicidio c'è la volontà di uccidere, non si tratta di un incidente.

Per arrivare a certe terribili e scellerate scelte, a meno che non si tratti di un soggetto disturbato psiticamente, c'è un percorso lungo che và analizzato

Quello che il legislatore può e deve fare è riequilibrare i ruoli evitando che una parte diventi exlege troppo forte.

Parità vera di diritti, questa sarebbe la mia ricetta.

Le proteste, le fiaccolate, ecc. Sono folkloristiche ma non cambiano nulla.

All' assassino che è disposto ad andare in carcere a vita e alcuni a suicidarsi appena dopo aver fatto l'insano gesto, poco importa delle fiaccolate rosa.

Bisogna studiare il perché la follia umana arrivi a tanto, quali sono state le cause e rimuoverle.
30/11/2023 15:04
 
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Re:
Tutta la storia intorno agli omicidi delle donne è mera propaganda per arrivare nelle scuole. Per poter indottrinare i bambini con ideologia gender/lgbtq+ eccetera.


[Modificato da Femisia 30/11/2023 15:06]
30/11/2023 15:15
 
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I dati, quelli veri, su femminicidi e maschicidi, che smontano la teoria sul “patriarcato”

Da anni ed anni imperversa in Italia un’insistenza ossessiva sulla “violenza contro le donne”, per la quale si hanno un’attenzione costante della politica, misure legislative ed amministrative pensate specificatamente per le donne, ingenti finanziamenti ad associazioni femministe, un martellamento costante dei media su ogni caso di violenza riguardante una donna.
Un grande giornalista come Walter Lippmann aveva dimostrato molti anni fa che sarebbe possibile ai media creare un allarme sociale su qualsiasi fenomeno semplicemente concentrandosi su di esso e dandone una visione allarmante. Piaccia o meno, questo è proprio il caso dell’isteria collettiva sul “femminicidio”. Lasciando da parte l’emotività e la retorica ed attenendosi invece ai dati empirici ed ai ragionamenti, tutti i cardini del discorso mediatico sulla “emergenza femminicidio” si provano falsi. Esaminiamoli ad uno ad uno.


“la violenza sulle donne è in aumento”. Oggettivamente falso. Gli omicidi di ambo i sessi in Italia sono al minimo storico e sono calati drasticamente anche soltanto rispetto a 30 anni fa, per non parlare di quanti erano 80 anni fa oppure 100, ancora più numerosi e con una popolazione minore. Alcuni dati: nel 1991, omicidi 1916; 1995, omicidi 1000; 2000, omicidi 746; 2005, omicidi 601; 2010, omicidi 526, 2015, omicidi 469, 2022, omicidi 309. Soltanto dal 1991 al 2022 gli omicidi di persone di ambo i sessi sono calati di oltre l’80%. La violenza pertanto è in rapido e drastico calo, non in crescita.


“L’Italia è un paese insicuro per le donne”. È il capovolgimento della realtà, perché l’Italia è uno dei paesi più sicuri in Europa! Ad esempio, nel 2019 in tutta Europa l’Italia era al quarto posto per sicurezza degli abitanti, ossia per numero di reati violenti in rapporto alla popolazione, superata soltanto da repubblica Ceca, Lussemburgo e Slovenia, tre paesi assai più piccoli e con popolazione meno densa. Fra gli stati maggiori, l’Italia era quella che aveva avuto meno reati violenti e di gran lunga. Per fare un confronto, il paese con la più alta percentuale di stupri in Europa è la ultrafemminista Svezia, che ha livelli di violenza carnale in percentuale alla popolazione fra i più alti al mondo, assieme a pochissimi altri paesi come il Sudafrica od il Botswana. Nel 2021 in Italia la percentuale di omicidi di donne è stato dello 0,38 ogni 100.000 persone, contro lo 0,6 dell’Austria e dell’Irlanda, l’1 della Spagna e della Danimarca, il 2 del Belgio, il 4,9 della Lituania ed il 5 del Liechtenstein … In contrasto con la percezione diffusa dai media, l’Italia è in Europa uno dei paesi più sicuri in assoluto, molte volte più sicuro di quasi tutti gli altri. Soltanto il Lussemburgo nel 2021 ha avuto una percentuale di omicidi minore in rapporto alla popolazione.


“le donne sono le principali vittime di violenza”. Assolutamente falso. Tutte le statistiche sugli omicidi, sia italiane, sia internazionali, attestano che sono più gli uomini che le donne ad essere vittime di violenza. Restando in Italia, forniamo alcune cifre: nel 1992, per 1 donna uccisa, erano stati uccisi 6 uomini; nel 1995, il rapporto era di 1 a 4; nel 2000, il rapporto era di 1 a 3; nel 2006, risale ad 1 donna ogni 4 uomini; nel 2011, la forbice cala ad 1 femmina contro 3 maschi; nel 2018 vi è stata 1 donna uccisa ogni 2 uomini. Il rapporto è rimasto negli ultimi anni praticamente inalterato, soltanto con oscillazioni annuali. Ad esempio, nel 2021 gli omicidi sono stati in Italia 303, di cui 184 uomini e 119 donne, dunque il 61% vittime maschili ed il 39% femminili. Perciò la maggioranza delle vittime di uccisioni è di sesso maschile e non femminile.


“le donne sono uccise per odio di genere e maschilismo”. È un pregiudizio ideologico smentito dall’analisi delle cause dei vari omicidi di donne. Se si esaminano con cura i singoli casi dei cosiddetti femminicidi si scopre che soltanto alcune delle assassinate lo sono state da compagni od ex compagni. Si trovano bambine uccise dalle madri, donne uccise per gelosia ma da altre donne, donne uccise per rapina, donne gravemente malate uccise dal marito che non sopportava più di vederle soffrire, donne uccise da drogati, donne uccise da squilibrati in cura psichiatrica, donne uccise durante banali liti … Tra i “femminicidi” inseriti nelle statistiche di questo 2023 vi sono anche una bambina lasciata morire di fame e di sete dalla madre ed un’anziana assassinata dalla badante: due esempi fra i molti possibili. Grossomodo, le cause delle uccisioni di donne sono le stesse di quelle degli uomini. Secondo l’Istat, nel 2021 il primo movente degli omicidi era dato da “lite, futili motivi, rancori personali”, che avevano portato alla morte il 47,3% degli uomini ed il 43,7% delle donne. Il “femminicidio” inteso come violenza su di una donna in quanto tale, ossia per misoginia, è quasi inesistente e confinato al comportamento di alcuni rarissimi maniaci omicidi.


“soltanto gli uomini uccidono”. Qui si è alla negazione della violenza femminile, contro ogni evidenza empirica e nonostante l’abbondanza di studi sociologici su di essa. Ad esempio, nel solo 2021 in Italia vi sono stati 39 uomini uccisi in una relazione familiare, un numero di poco inferiore a quello delle donne, 59 uccise quell’anno da compagni od ex compagni. La violenza delle donne sugli uomini ha percentuali comparabili a quella degli uomini sulle donne, mediamente poco inferiori nel mondo e, secondo alcuni studiosi, persino superiori. Ad esempio, la voce Battered husbands (Mariti picchiati) presente nella Encyclopedia of Domestic Violence (a cura di Nicky Ali, New York 2007, pp. 53-59), scritta da una studiosa donna, Suzanne K. Steinmetz, calcola che la percentuale media di mogli vittime di violenza sia del 26%, contro una del 39% fra i mariti. Vi sarebbero quindi più mariti percossi, minacciati, umiliati che mogli, dunque sarebbe più grave la violenza domestica femminile che maschile. Va poi aggiunto che vi è la violenza psicologica ed economica di moltissime donne verso gli ex mariti, che sono rovinati economicamente, spesso socialmente da false accuse, così indotti al suicidio. Tornando all’Italia, nel solo anno 2009 vi sono stati 200 suicidi di padri separati. Una cifra superiore al totale dei cosiddetti “femminicidi”, di gran lunga inferiori. Alcune tipologie di violenza poi sono sicuramente a prevalenza femminile, come quella sui bambini uccisi o maltrattati. Ad esempio, dal 1970 al 2008 si sono consumati 378 infanticidi, con la media di circa 10 all’anno e perpetrati nel 90% dalle madri. In criminologia poi si ritiene che la percentuale di infanticidi reale sia più alta di quella registrata, perché . Gli autori degli infanticidi (da zero a sei anni) sono nel 90% dei casi le madri.
 

Traendo le somme, l’intera narrazione femminista sulla “violenza contro le donne” appare una costruzione ideologica fondata su di un misto di manipolazione dei dati e retorica. Gli omicidi sono in calo da decenni e non in aumento, l’Italia è il paese più sicuro d’Europa dopo il minuscolo Lussemburgo, la maggior parte delle vittime violenza è di sesso maschile e non femminile, le donne sono uccise con gli stessi moventi per cui lo sono gli uomini e non per una fantomatica “cultura maschilista”, anche le donne usano violenza nelle relazioni familiari e coppie grossomodo quanto gli uomini.
Tale racconto propagandistico e deformante ha condotto ad un clima sociale esasperato che è completamente irrazionale. Nel 2021 secondo l’Istat in Italia si sarebbero avuti 709.000 decessi, di cui 303 omicidi, dunque lo 0,04%. Fra questi, le donne uccise da compagni od ex compagni sono state 59: 1 “femminicidio” ogni 12.017 morti. Per fare un confronto, nel 2022 sono morti 205 ciclisti in incidenti stradali, mentre il totale di annegati all’anno si aggira attorno alle 400 persone. Circolare in bicicletta o fare il bagno ha molte più vittime del “femminicidio”.
Questa propaganda ha avuto e sta avendo conseguenze altamente negative per il vivere civile, poiché ha portato a: misure legislative discriminatorie perché pensate unicamente per tutelare le donne e non gli uomini: un proliferare di false accuse (calunnie), con uomini arrestati, detenuti, processati anche per anni ed anni prima d’essere riconosciuti innocenti; la diffusione degli stereotipi  dell’uomo violento e della donna vittima, ostacolando il riconoscimento d’una violenza anche femminile e di vittime maschili rimaste prive di tutela.
Il 5 novembre di quest’anno un marito, Luigi Buccino padre di due figli, è stato brutalmente assassinato dalla moglie mentre dormiva. Reazioni della politica, attenzione dei media, interesse della società, dibattiti? Zero. Un trafiletto di cronaca. Però si martella quotidianamente contro l’uomo, definito sprezzantemente “maschio” (come gli animali) e dipinto come fonte di ogni male


La normativa contro i reati violenti deve rispettare i principi del diritto, che sono principi di civiltà, come l’uguaglianza dinanzi alla legge a prescindere dal sesso (non leggi esclusive per le donne!), la presunzione d’innocenza (non l’arresto e detenzione senza condanna e neppure senza processo!), la responsabilità personale (non la criminalizzazione a priori di tutti gli uomini!). Il contrario è una legislazione iniqua in una società con una cultura sempre più misandrica, cumulando discriminazione a discriminazione.

Fonte:
www.ilgiornalediudine.com/cronaca/i-dati-quelli-veri-su-femminicidi-e-maschicidi-che-smontano-la-teoria-sul-patr...
30/11/2023 15:54
 
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Re: Re:
Femisia (JLUL221203), 30/11/2023 15:04:

Tutta la storia intorno agli omicidi delle donne è mera propaganda per arrivare nelle scuole. Per poter indottrinare i bambini con ideologia gender/lgbtq+ eccetera.





ma questi che uccidono le donne a che religione appartengono?
30/11/2023 19:24
 
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Re: Re: Re:
Angelo Serafino53, 11/30/2023 3:54 PM:



ma questi che uccidono le donne a che religione appartengono?


Non penso ci sia un unico standard criminale. 😉
01/12/2023 20:27
 
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Femisia (JLUL221203), 30/11/2023 15:15:

I dati, quelli veri, su femminicidi e maschicidi, che smontano la teoria sul “patriarcato”

Da anni ed anni imperversa in Italia un’insistenza ossessiva sulla “violenza contro le donne”, per la quale si hanno un’attenzione costante della politica, misure legislative ed amministrative pensate specificatamente per le donne, ingenti finanziamenti ad associazioni femministe, un martellamento costante dei media su ogni caso di violenza riguardante una donna.
Un grande giornalista come Walter Lippmann aveva dimostrato molti anni fa che sarebbe possibile ai media creare un allarme sociale su qualsiasi fenomeno semplicemente concentrandosi su di esso e dandone una visione allarmante. Piaccia o meno, questo è proprio il caso dell’isteria collettiva sul “femminicidio”. Lasciando da parte l’emotività e la retorica ed attenendosi invece ai dati empirici ed ai ragionamenti, tutti i cardini del discorso mediatico sulla “emergenza femminicidio” si provano falsi. Esaminiamoli ad uno ad uno.


“la violenza sulle donne è in aumento”. Oggettivamente falso. Gli omicidi di ambo i sessi in Italia sono al minimo storico e sono calati drasticamente anche soltanto rispetto a 30 anni fa, per non parlare di quanti erano 80 anni fa oppure 100, ancora più numerosi e con una popolazione minore. Alcuni dati: nel 1991, omicidi 1916; 1995, omicidi 1000; 2000, omicidi 746; 2005, omicidi 601; 2010, omicidi 526, 2015, omicidi 469, 2022, omicidi 309. Soltanto dal 1991 al 2022 gli omicidi di persone di ambo i sessi sono calati di oltre l’80%. La violenza pertanto è in rapido e drastico calo, non in crescita.


“L’Italia è un paese insicuro per le donne”. È il capovolgimento della realtà, perché l’Italia è uno dei paesi più sicuri in Europa! Ad esempio, nel 2019 in tutta Europa l’Italia era al quarto posto per sicurezza degli abitanti, ossia per numero di reati violenti in rapporto alla popolazione, superata soltanto da repubblica Ceca, Lussemburgo e Slovenia, tre paesi assai più piccoli e con popolazione meno densa. Fra gli stati maggiori, l’Italia era quella che aveva avuto meno reati violenti e di gran lunga. Per fare un confronto, il paese con la più alta percentuale di stupri in Europa è la ultrafemminista Svezia, che ha livelli di violenza carnale in percentuale alla popolazione fra i più alti al mondo, assieme a pochissimi altri paesi come il Sudafrica od il Botswana. Nel 2021 in Italia la percentuale di omicidi di donne è stato dello 0,38 ogni 100.000 persone, contro lo 0,6 dell’Austria e dell’Irlanda, l’1 della Spagna e della Danimarca, il 2 del Belgio, il 4,9 della Lituania ed il 5 del Liechtenstein … In contrasto con la percezione diffusa dai media, l’Italia è in Europa uno dei paesi più sicuri in assoluto, molte volte più sicuro di quasi tutti gli altri. Soltanto il Lussemburgo nel 2021 ha avuto una percentuale di omicidi minore in rapporto alla popolazione.


“le donne sono le principali vittime di violenza”. Assolutamente falso. Tutte le statistiche sugli omicidi, sia italiane, sia internazionali, attestano che sono più gli uomini che le donne ad essere vittime di violenza. Restando in Italia, forniamo alcune cifre: nel 1992, per 1 donna uccisa, erano stati uccisi 6 uomini; nel 1995, il rapporto era di 1 a 4; nel 2000, il rapporto era di 1 a 3; nel 2006, risale ad 1 donna ogni 4 uomini; nel 2011, la forbice cala ad 1 femmina contro 3 maschi; nel 2018 vi è stata 1 donna uccisa ogni 2 uomini. Il rapporto è rimasto negli ultimi anni praticamente inalterato, soltanto con oscillazioni annuali. Ad esempio, nel 2021 gli omicidi sono stati in Italia 303, di cui 184 uomini e 119 donne, dunque il 61% vittime maschili ed il 39% femminili. Perciò la maggioranza delle vittime di uccisioni è di sesso maschile e non femminile.


“le donne sono uccise per odio di genere e maschilismo”. È un pregiudizio ideologico smentito dall’analisi delle cause dei vari omicidi di donne. Se si esaminano con cura i singoli casi dei cosiddetti femminicidi si scopre che soltanto alcune delle assassinate lo sono state da compagni od ex compagni. Si trovano bambine uccise dalle madri, donne uccise per gelosia ma da altre donne, donne uccise per rapina, donne gravemente malate uccise dal marito che non sopportava più di vederle soffrire, donne uccise da drogati, donne uccise da squilibrati in cura psichiatrica, donne uccise durante banali liti … Tra i “femminicidi” inseriti nelle statistiche di questo 2023 vi sono anche una bambina lasciata morire di fame e di sete dalla madre ed un’anziana assassinata dalla badante: due esempi fra i molti possibili. Grossomodo, le cause delle uccisioni di donne sono le stesse di quelle degli uomini. Secondo l’Istat, nel 2021 il primo movente degli omicidi era dato da “lite, futili motivi, rancori personali”, che avevano portato alla morte il 47,3% degli uomini ed il 43,7% delle donne. Il “femminicidio” inteso come violenza su di una donna in quanto tale, ossia per misoginia, è quasi inesistente e confinato al comportamento di alcuni rarissimi maniaci omicidi.


“soltanto gli uomini uccidono”. Qui si è alla negazione della violenza femminile, contro ogni evidenza empirica e nonostante l’abbondanza di studi sociologici su di essa. Ad esempio, nel solo 2021 in Italia vi sono stati 39 uomini uccisi in una relazione familiare, un numero di poco inferiore a quello delle donne, 59 uccise quell’anno da compagni od ex compagni. La violenza delle donne sugli uomini ha percentuali comparabili a quella degli uomini sulle donne, mediamente poco inferiori nel mondo e, secondo alcuni studiosi, persino superiori. Ad esempio, la voce Battered husbands (Mariti picchiati) presente nella Encyclopedia of Domestic Violence (a cura di Nicky Ali, New York 2007, pp. 53-59), scritta da una studiosa donna, Suzanne K. Steinmetz, calcola che la percentuale media di mogli vittime di violenza sia del 26%, contro una del 39% fra i mariti. Vi sarebbero quindi più mariti percossi, minacciati, umiliati che mogli, dunque sarebbe più grave la violenza domestica femminile che maschile. Va poi aggiunto che vi è la violenza psicologica ed economica di moltissime donne verso gli ex mariti, che sono rovinati economicamente, spesso socialmente da false accuse, così indotti al suicidio. Tornando all’Italia, nel solo anno 2009 vi sono stati 200 suicidi di padri separati. Una cifra superiore al totale dei cosiddetti “femminicidi”, di gran lunga inferiori. Alcune tipologie di violenza poi sono sicuramente a prevalenza femminile, come quella sui bambini uccisi o maltrattati. Ad esempio, dal 1970 al 2008 si sono consumati 378 infanticidi, con la media di circa 10 all’anno e perpetrati nel 90% dalle madri. In criminologia poi si ritiene che la percentuale di infanticidi reale sia più alta di quella registrata, perché . Gli autori degli infanticidi (da zero a sei anni) sono nel 90% dei casi le madri.
 

Traendo le somme, l’intera narrazione femminista sulla “violenza contro le donne” appare una costruzione ideologica fondata su di un misto di manipolazione dei dati e retorica. Gli omicidi sono in calo da decenni e non in aumento, l’Italia è il paese più sicuro d’Europa dopo il minuscolo Lussemburgo, la maggior parte delle vittime violenza è di sesso maschile e non femminile, le donne sono uccise con gli stessi moventi per cui lo sono gli uomini e non per una fantomatica “cultura maschilista”, anche le donne usano violenza nelle relazioni familiari e coppie grossomodo quanto gli uomini.
Tale racconto propagandistico e deformante ha condotto ad un clima sociale esasperato che è completamente irrazionale. Nel 2021 secondo l’Istat in Italia si sarebbero avuti 709.000 decessi, di cui 303 omicidi, dunque lo 0,04%. Fra questi, le donne uccise da compagni od ex compagni sono state 59: 1 “femminicidio” ogni 12.017 morti. Per fare un confronto, nel 2022 sono morti 205 ciclisti in incidenti stradali, mentre il totale di annegati all’anno si aggira attorno alle 400 persone. Circolare in bicicletta o fare il bagno ha molte più vittime del “femminicidio”.
Questa propaganda ha avuto e sta avendo conseguenze altamente negative per il vivere civile, poiché ha portato a: misure legislative discriminatorie perché pensate unicamente per tutelare le donne e non gli uomini: un proliferare di false accuse (calunnie), con uomini arrestati, detenuti, processati anche per anni ed anni prima d’essere riconosciuti innocenti; la diffusione degli stereotipi  dell’uomo violento e della donna vittima, ostacolando il riconoscimento d’una violenza anche femminile e di vittime maschili rimaste prive di tutela.
Il 5 novembre di quest’anno un marito, Luigi Buccino padre di due figli, è stato brutalmente assassinato dalla moglie mentre dormiva. Reazioni della politica, attenzione dei media, interesse della società, dibattiti? Zero. Un trafiletto di cronaca. Però si martella quotidianamente contro l’uomo, definito sprezzantemente “maschio” (come gli animali) e dipinto come fonte di ogni male


La normativa contro i reati violenti deve rispettare i principi del diritto, che sono principi di civiltà, come l’uguaglianza dinanzi alla legge a prescindere dal sesso (non leggi esclusive per le donne!), la presunzione d’innocenza (non l’arresto e detenzione senza condanna e neppure senza processo!), la responsabilità personale (non la criminalizzazione a priori di tutti gli uomini!). Il contrario è una legislazione iniqua in una società con una cultura sempre più misandrica, cumulando discriminazione a discriminazione.

Fonte:
www.ilgiornalediudine.com/cronaca/i-dati-quelli-veri-su-femminicidi-e-maschicidi-che-smontano-la-teoria-sul-patr...

Brava femisia perché con molta pazienza hai evidenziato i dati reali.

Nella parte finale parli di leggi giuste e paritarie ed è esattamente il mio pensiero nel post precedente, creare una vera parità e non dei privilegi exlege da una parte.

Pace
02/12/2023 20:17
 
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E se si facesse come al tempo di Ester e Mardocheo, dove si legge:

Mardocheo, con l’autorizzazione del re, emanò un controdecreto che autorizzava gli ebrei a difendersi.

Emaniamo una legge dove si autorizzano le donne a pestare gli uomini. [SM=g7405] [SM=g7405]
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“Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
con la mia destra di giustizia”.
(Isaia 41:10)

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02/12/2023 20:25
 
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Re:
(garoma), 02.12.2023 20:17:

E se si facesse come al tempo di Ester e Mardocheo, dove si legge:

Mardocheo, con l’autorizzazione del re, emanò un controdecreto che autorizzava gli ebrei a difendersi.

Emaniamo una legge dove si autorizzano le donne a pestare gli uomini. [SM=g7405] [SM=g7405]



Un'idea decisamente biblica!

Simon
02/12/2023 20:45
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 02/12/2023 20:25:



Un'idea decisamente biblica!

Simon


E' ovvio che la mia voleva essere una provocazione ma comunque resta il dato di fatto che oggi questa vergogna sta assumendo proporzioni molto estese.


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05/12/2023 13:03
 
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Dell'articolo postato da femisia, tra le alte cose, mi ha colpito questo dato (lo predo ad esempio ma il ragionamento si può fare anch su tuti gli altri dati


nel 2022 sono morti 205 ciclisti in incidenti stradali, mentre il totale di annegati all’anno si aggira attorno alle 400 persone. Circolare in bicicletta o fare il bagno ha molte più vittime del “femminicidio”.



Si possono paragonare questi dati tra loro in modo corretto?
perchè ad un ragionamento superficiale, rispetto ai numeri, è assolutamente vero che ci sono piu annegati che femminicidi.
Piu morti in bici che femminicidi.

Ma cosa accomuna questi avvenimenti?
la casualità? il genere? il grado di parentela tra il responsabile della morte e la vittima?
Niente di tutto questo.
L'automobilista che uccide un ciclista non sceglie la vittima, è un fatto casuale e non voluto.

invece per un fenninicidio, si uccide volendo uccidere, sempre di genere femminile, e sempre parente/amico/ex

Allora rifacciamo i calcoli ..

Per i morti in bicicletta, quandi responsabili conoscevano la vittima, erano parenti, si è investito con la volontà di uccidere scegliendo per genere femminile?
Rifacciamo i calcoli con questi dati in comune e poi vediamo se ci sono piu morti in bici che femminicidi.

Quindi è assolutamente giusto lanciare l'allarme perchè un femminicidio è un omicidio cercato voluto da persone di famiglia.
Non è casuale come un annegamento o un incidente di bicicletta.
I numeri delle statistiche vanno presi e usati per ragionare, pendendo campioni con le stesse caratteristiche.

Sminuire questi fatti non aiuta a risolvere il problema...
come anche aumentare le pene... non servono piu uomini in carcere..
serve educazione sentimentale per evitare di riempire le carceri di maschi con problemi relazionali e di personaità.
05/12/2023 19:35
 
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Sminuire questi fatti non aiuta a risolvere il problema...
come anche aumentare le pene... non servono piu uomini in carcere..
serve educazione sentimentale
per evitare di riempire le carceri di maschi con problemi relazionali e di personaità.



Serve parità di diritti in primo luogo.
11/12/2023 20:49
 
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Re:
Enzo (Lp9E230310), 12/1/2023 8:27 PM:

Brava femisia perché con molta pazienza hai evidenziato i dati reali.


Grazie, anche se io non ho alcun merito. 😉


Nella parte finale parli di leggi giuste e paritarie ed è esattamente il mio pensiero nel post precedente, creare una vera parità e non dei privilegi exlege da una parte.

Pace


Vero. Il problema è che, con la pseudo emergenza "violenza sulle donne", si intende indottrinare i bambini a scuola... 😱😱

🤗🤗


Enzo (Lp9E230310), 12/5/2023 7:35 PM:



Sminuire questi fatti non aiuta a risolvere il problema...
come anche aumentare le pene... non servono piu uomini in carcere..
serve educazione sentimentale
per evitare di riempire le carceri di maschi con problemi relazionali e di personaità.



Serve parità di diritti in primo luogo.


E dove ci sarebbe questa disparità da noi? Quale legge discriminerebbe le donne? Il guaio è chi crede a tutto quello che ci raccontano e vede un'emergenza che non esiste e non una cosa gravissima che sta accadendo: Il Grande Reset.

11/12/2023 21:49
 
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Femisia, quindi tu pensi che sia normale che muoiano per mano di mariti o ex piu di 110 donne in un anno?
E che non ci si debba occupare del fenomeno ma lasciare le cose come stanno?

non riesco a capire la tua posizione, puoi spiegarti meglio per favore?

11/12/2023 22:20
 
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Re:
Giandujotta.50, 12/11/2023 9:49 PM:

Femisia, quindi tu pensi che sia normale che muoiano per mano di mariti o ex piu di 110 donne in un anno?
E che non ci si debba occupare del fenomeno ma lasciare le cose come stanno?

non riesco a capire la tua posizione, puoi spiegarti meglio per favore?



La violenza sulle donne è il cavallo di Troia per entrare nelle scuole a indottrinare i bambini...

Perchè si parla solo di violenza sulle donne?

Moglie uccide marito nel sonno a coltellate: poi si suicida
www.today.it/cronaca/omicidio-suicidio-corbetta.html

Torino, uccide il marito con una coltellata al cuore
www.quotidiano.net/cronaca/omicidio-torino-1.4131603

“Mio marito è scomparso nel nulla”, poi la sconvolgente scoperta
Sarebbe stata la moglie a uccidere il panettiere a Giffoni Valle Piana con l’aiuto di 2 figli. Un video li incastra
https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/marito-ucciso-da-moglie/

Termini Imerese, avvelena il marito con il cianuro per stare con l’amante: scoperta dopo due anni
www.ilfattoquotidiano.it/2021/04/14/termini-imerese-avvelena-il-marito-con-il-cianuro-per-stare-con-lamante-scoperta-dopo-due-anni/...

Pagò un killer per fare uccidere il marito Ricercata in Ecuador e catturata a Reggio
www.gazzettadireggio.it/reggio/cronaca/2019/03/21/news/pago-un-killer-per-fare-uccidere-il-marito-ricercata-in-ecuador-e-catturata-a-reggio-1....

Santa Maria del Molise (Isernia), uccide marito 72enne: arrestata L'omicidio sembra essere avvenuto al culmine di una lite. La donna si trova agli arresti domiciliari. Disposta l'autopsia sul cadavere della vittima
www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/isernia-uomo-ucciso-dopo-lite-moglie-arrestata_59015989-20220...

Su casi come questi c'è meno clamore mediatico... 😏😏

Ma è sempre violenza, eh!!!!

12/12/2023 10:39
 
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Quindi meglio tacere sui femminicidi che parlarne?
Sono perplessa... non mi pare un buon viatico fare una gara sulle violenze.
Senza considerare che in genere chi ammazza la moglie o compagna lo fa sotto la spinta del possesso
e gelosia, mentre se una moglie ammazza il marito lo fa per odio o per liberarsi una situazione malsana
o per avidità di denaro.

Rispetto alla scuola, l'argomento lo si sta affrontando ora, vedremo come verrà presentato...
L'educazione famigliare resterà comunque primaria rispetto alla formazione dei bambini.
Ne sanno qualcosa i tdG che fin dalla scuola materna devono fare un lavoro di istruzione morale/religiosa per dare ai figli le competenze per affrontare ciò che studieranno a scuola.

Non si delega tutto allo stato.
12/12/2023 13:30
 
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Re:
Giandujotta.50, 12/12/2023 10:39 AM:

Quindi meglio tacere sui femminicidi che parlarne?
Sono perplessa... non mi pare un buon viatico fare una gara sulle violenze.
Senza considerare che in genere chi ammazza la moglie o compagna lo fa sotto la spinta del possesso
e gelosia, mentre se una moglie ammazza il marito lo fa per odio o per liberarsi una situazione malsana
o per avidità di denaro.

Rispetto alla scuola, l'argomento lo si sta affrontando ora, vedremo come verrà presentato...
L'educazione famigliare resterà comunque primaria rispetto alla formazione dei bambini.
Ne sanno qualcosa i tdG che fin dalla scuola materna devono fare un lavoro di istruzione morale/religiosa per dare ai figli le competenze per affrontare ciò che studieranno a scuola.

Non si delega tutto allo stato.


Non è che una gara, è il sistema che sta spingendo in una direzione ben precisa.


Senza considerare che in genere chi ammazza la moglie o compagna lo fa sotto la spinta del possesso
e gelosia, mentre se una moglie ammazza il marito lo fa per odio o per liberarsi una situazione malsana
o per avidità di denaro.


Per saperlo, bisognerebbe fare studi, comunque.


Rispetto alla scuola, l'argomento lo si sta affrontando ora, vedremo come verrà presentato...


No, non lo si sta affrontando ora. C'è un'agenda globale in corso. Il gender è stato già inserito in altri paesi e si vedono i risultati nefasti.


L'educazione famigliare resterà comunque primaria rispetto alla formazione dei bambini.


Questo lo credi tu. I genitori non conteranno più nulla col regume che vogliono imporre. Se ti informi solo presso i media classici, avrai solo la realtà che vogliono farti credere.


Ne sanno qualcosa i tdG che fin dalla scuola materna devono fare un lavoro di istruzione morale/religiosa per dare ai figli le competenze per affrontare ciò che studieranno a scuola.


"Competenze", dal loro punto di vista, si intende.


Non si delega tutto allo stato.


Quello che il sistema vuole, invece, è proprio quello.

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