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Cosa vuol dire VICARIO di Cristo usato per il Papa?

Ultimo Aggiornamento: 09/05/2012 15:39
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06/03/2011 18:35
 
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                              omelia 2010
(Benedetto XVI Omelia di Pentecoste del maggio 2010)


 Perchè chiamo il Papa con il termine di "SANTO PADRE"?
e perchè oggi si chiamano con tal termine anche i Patriarchi Ortodossi non in Comunione con Pietro?


L'uso di questo o quell'appellativo non implica necessariamente un riconoscimento o un giudizio sulla dignità della persona alla quale ci si rivolge, ma risponde più che altro ad esigenze di etichetta o di consuetudine. In effetti nella storia l'uso degli appellativi è andato incontro a svariati cambiamenti. I Vescovi, per esempio, godono ufficialmente del titolo di "eccellenza" solo dai tempi di Pio XI. Prima lo si usava ufficiosamente, per analogia al titolo dato ai nobili o ai politici laici.

Nelle relazioni politiche tra due enti l'uso degli appellativi è regolato da norme di etichetta internazionale. Un capo di Stato protestante o laico si rivolge al Papa chiamandolo "santità", anche se non riconosce al Papa nessuna prerogativa speciale in ambito religioso. È semplicemente un riconoscimento oggettivo della sua carica all'interno della Chiesa cattolica. E così il Papa, rivolgendosi al capo di uno Stato, lo chiamerà con l'appellativo comunemente usato dai cittadini di quello Stato.

Per le personalità religiose non appartenenti alla Chiesa cattolica si applica esattamente la stessa norma, cioè ci si rivolge a loro col titolo usato all'interno della loro comunità. Questo, tuttavia, non comporta affatto un riconoscimento di dignità o di valore: è una semplice espressione di etichetta. Sempre per ragioni di etichetta, molti capi di Stato, pur non essendo cattolici, ricevono dal Papa delle onorificenze. Bisogna evitare di dare a queste cose un'importanza maggiore di quella che hanno.

 E' importante constatare, comunque sia, che certa terminologia ha radici molto antiche ed entrata a far parte della Tradizione, per esempio il termine "santo- Santità" è già presente nei primi tempi del Cristianesimo, tal termine indicava genericamente qualsiasi cristiano, in quanto "Battezzato, ossia, santificato" da Dio e di per sè già così "consacrato" da Dio per mezzo del battesimo.
I santi quindi erano tutti i seguaci di Cristo (apostoli e discepoli) infatti lo stesso Paolo di Tarso, ad esempio, indirizza la sua Lettera agli Efesini scrivendo: «ai santi che sono in Efeso».
In seguito, anche a causa delle persecuzioni e dei tanti martiri, con questo termine si cominciò ad indicare principalmente i cristiani uccisi per la loro fede in Cristo, cioè i "martiri", per distinguerli da coloro che per non subire il martirio rinnegavano la fede in Cristo, o comunque non avevano subito il martirio.
Nella Teologia Cattolica, ognuno ha una santità particolare da scoprire e porre in atto. 
In tal senso si svilupperà così anche ciò che conosciamo come "processo di CANONIZZAZIONE", il riconoscimento, cioè, delle virtù eroiche e di santità di un Cristiano Cattolico.

Per il Pontefice, tale titolo, sottolinea il ruolo principale del "Difensore della Fede" la cui santità di Padre, gli deriva da quell'essere VICARIO DI CRISTO, infallibile nella Dottrina, ed incoraggiante per il popolo che lo segue.

 È indubbio che gli ortodossi siano, tra le confessioni cristiane, quella che ha mantenuto maggiori elementi di contatto con la Chiesa cattolica, tra cui quello importantissimo della successione apostolica e dei sacramenti. Ma da qui a dire che tra le due Chiese sussiste una comunione di fatto la differenza è abissale.

Il titolo corretto per rivolgersi ad un patriarca è " Sua Beatitudine".

Sua Santità è titolo spettante solamente al Romano Pontefice.

Per altro il titolo di Patriarca di Mosca è stato concesso nel 1589 dal patriarca di Costantinopoli che non aveva nessun diritto di farlo, dato che concedere il titolo patriarcale spetta solo al Romano Pontefice.

Poi che per cortesia si usino titoli a cui la gente non ha diritto è prassi consolidata, basta guardare il saltimbanco anglicano che viene salutato come " arcivescovo di Canterbury" ben sapendo che la sede di Canterbury è vacante dalla morte dell'ultimo arcivescovo ( card. Pole 1558), mentre l'attuale saltimbanco barbuto non è nemmeno diacono, anzi non ha ricevuto neppure la cresima!!!!


- Domanda: non credete che però, anche l'uso delle parole, visti i tempi, siano importanti per non confondere?

Qui si tratta di stare a delle convenzioni internazionali, la rottura delle quali sarebbe interpretata come un gesto di cattiva educazione diplomatica. Il Papa, oltre ad essere il vicario di Cristo, è anche capo di uno Stato e della più importante istituzione religiosa al mondo. Non può quindi fare a meno della diplomazia, a patto naturalmente che essa non abbia la meglio - come in passato si è avuto l'impressione (vedi Assisi) - sulla sua missione religiosa.

Per evitare un indifferentismo che anche a me fa molta paura bisognerebbe rimuovere alcuni responsabili dei rapporti ecumenici (p. es. Kasper) ben noti per le loro idee ambigue e fuorvianti e, sopattutto, evitare incontri tanto eclatanti quanto dannosi sul modello di quelli di Assisi. Ai secondi - a quanto pare - si è già rimediato (il danno fatto, però, resta). Ai primi spero che si rimedierà nel prossimo futuro.

E' infatti sconveniente, proprio per questa ambiguità e confusione odierna, che ci si riferisca o ci si rivolga al Sommo Pontefice esclusivamente con il termine di "Papa", ben sapendo per altro che il termine stesso è indicativo ortodosso del prete detto appunto "pope" - padre - papa -
in tal senso è conveniente rivolgersi al Pontefice con il termine di "Santo Padre" o "Beatissimo Padre".





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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