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Le accuse contro L'EUCARESTIA: gli Evangelici sbagliano!

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2008 11:48
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28/11/2008 10:59
 
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I santi la vivevano così (la Messa)
di Roberto Lanzilli

Andare a Messa la domenica e nelle feste di precetto costituisce un obbligo. Lo afferma in modo chiaro il Catechismo (CCC 2180) quando tratta del terzo comandamento.

Allo stesso modo è fuori di dubbio che la liturgia sia un elemento costitutivo della Tradizione che non può essere modificato a piacimento e che in essa si attui la più stretta cooperazione tra lo Spirito Santo e tutta la Chiesa (1108) per entrare in comunione con la SS. Trinità.

Analogamente sappiamo che il sacrificio eucaristico rappresenta il cuore della celebrazione della Messa (1352).

Ma tutto questo basta? È sufficiente la conoscenza di questi elementi per partecipare alla Messa e trarne profitto per la propria salute spirituale? O forse dobbiamo farci aiutare a cogliere la grandezza del Mistero che si celebra, spostando la nostra attenzione dalla mente al cuore? Sì, perché in fondo quella che è in gioco è una questione di amore, un amore infinito ed eterno per noi che desidera di essere accolto e corrisposto. Ci serviremo di alcune belle testimonianze.

Alla domanda perché piangeva quasi sempre quando leggeva il vangelo, Padre Pio rispondeva: "E ti pare poco che un Dio conversi con le sue creature? E che sia da loro contraddetto? E che sia continuamente ferito dalla loro ingratitudine e incredulità?".

O sulla tremenda sofferenza durante la consacrazione: ‘Non lacrimucce, ma torrenti di lacrime vorrei versare. Non rifletti sul tremendo mistero? Un Dio vittima dei nostri peccati!...Noi poi siamo i suoi macellai".

"Il cuore si sente come attratto da una forza superiore prima di unirsi a lui la mattina in sacramento. Ho tale fame e sete prima di riceverlo che poco manca che non muoio di affanno... E questa fame e sete ... dopo che l’ho ricevuto in sacramento su accresce sempre più… la piena dolcezza è proprio grande". Così scriveva Padre Pio in una sua lettera, prima di accostarsi alla comunione. E su come ascoltare la Messa, il santo frate di Pietrelcina diceva: "Come assistettero la Santissima Vergine e le pie donne. Come assistette San Giovanni al sacrificio eucaristico e a quello cruento della Croce". La Messa per Padre Pio era tutto il Calvario, un completamento sacro con la passione di Gesù.

Non meno toccanti risultano le parole di santa M. Faustina Kowalska sulla comunione: "Solo nell’eternità conosceremo quale grande mistero compie in nella santa Comunione. Sono i momenti più preziosi della vita". E ancora: "Mi hai lasciato, Signore, l’Ostia santa, ma Essa accende ancora di più la nostalgia della mia anima per Te, (...), ascolta sospiri della Tua sposa".

L’importanza della Messa è descritta così da S. Pier Giuliano Eymard: "La Messa è l’atto più santo della religione: tu non potresti fare niente dì più glorioso a Dio né di più vantaggioso alla tua anima che di parteciparvi piamente e il più sovente possibile";
mentre S. Girolamo dice: "Il Signore ci accorda tutto quello che nella S. Messa gli domandiamo e ciò che è più ci dà quello che non pensiamo neppure di chiedere e che ci è pure necessario".

Fatti questi brevi richiami, ci auguriamo di avere suscitato o intensificato il desiderio di partecipare alla S. Messa con la massima compassione e amore, facendo proprie le parole della Beata Maria di Gesù: "L’Ostia è divenuta l’indispensabile della mia vita e non vorrei allontanarmene mai (...). Ne ho tanta sete!".

Bibliografia

G. Glacometti - P. Sessa, Padre Pio mistero e miracolo, Mimep-Docete, Pessano (Ml) 2002, pp. 94-108.

M. F. Kowalska, Diario, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001, pp. 306-315.

Paolo Risso, La Messa è la mia vita, Edizioni Cantagalli, Siena 1999.



© Il Timone n. 27, Settembre/Ottobre 2003

Benedetto XVI Ottobre 2005:

NON SI PUO’ VIVERE LA FEDE SENZA ANDARE A MESSA: E' UNA ESIGENZA DELL'ANIMA”, APPELLO A SACERDOTI E FEDELI
www.db.agenziasir.it

“Non si può vivere la fede senza partecipare abitualmente alla Messa della domenica, sacrificio di redenzione, banchetto comune della Parola di DIO e del pane eucaristico, cuore della vita cristiana”. A ribadirlo è stato oggi il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti all’Assemblea plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina. Il precetto della Messa domenicale, ha ricordato il Pontefice, non è soltanto un “obbligo importante sancito dal catechismo”, ma “prima di tutto un’esigenza profonda di ciascun fedele”: di qui la necessità – in primo luogo per i vescovi e i sacerdoti - di “un rinnovato sforzo per riscoprire la centralità della domenica nella vita ecclesiale e sociale degli uomini e delle donne di oggi”, facendo in modo che la celebrazione della Messa sia “degna e decorosa”.

In particolare, secondo Giovanni Paolo II, “la Messa domenicale deve essere convenientemente preparata dal celebrante”, curando “la propria disposizione spirituale, i gesti e le parole e preparando convenientemente l’omelia”. Sul piano liturgico, il Papa ha inoltre raccomandato una “speciale attenzione” per la “selezione e preparazione dei canti, che arricchiscono la liturgia, sempre nel rispetto dovuto alle norme ecclesiastiche”. Non sono mancate speciali raccomandazioni anche per le parrocchie, invitate dal Santo Padre ad incentivare la “collaborazione” tra sacerdoti, diaconi, religiosi, fedeli impegnati a livello pastorale, associazioni e movimenti ecclesiali, per rendere la domenica la vera Festa, l'inizio della settimana e non la fine, non il week-end come erroneamente si è attribuito alla domenica quale termine della settimana lavorativa, bensì, ha ricordato il Papa, è l'inizio della settimana, il primo giorno della nostra salvezza che nella celebrazione dell'Eucarestia trova il suo fondamento, nutrimento e il centro della comunità ecclesiale stessa unita a tutta la Chiesa.

[SM=g27986]
[Modificato da Caterina63 28/11/2008 11:05]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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