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Racconti Mariani autentici...

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2012 17:32
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01/12/2008 12:39
 
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Il Rosario tra i prigionieri

Il Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori.

Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava la Regina del Cielo!

La Madonna molto gradiva la preghiera del suo figlio prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli d'interessarsi degli altri infelici prigionieri.

Anche loro, disse, sono miei figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede.

Il Sacerdote rispose: Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione!

Non scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in Paradiso questa preghiera!

Dopo sì bella apparizione, Padre Sebastiano Dal Campo provò tanta gioia e forza, la quale crebbe quando la Madonna ritornò per consegnargli molte corone.

L'apostolato della recita del Rosario cambiò il cuore degli schiavi.

Il Sacerdote fu ricompensato dalla Madonna con molti favori, uno dei quali fu questo: venne preso dalle mani della Vergine e miracolosamente messo in libertà, ricondotto tra i suoi Confratelli.

(Da "Maria Regina e Madre di Misericordia" - Don Giuseppe Tomaselli)


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Il Rosario e l'indipendenza austriaca

Quest'altro esempio di affidamento ci viene dalla storia dell'Austria: Nel 1947 il padre Francescano Petrus Pavlicek fondò a Vienna la "crociata di espiazione del Rosario", un'associazione approvata dalla conferenza espiscopale austriaca, di preghiera per il mondo.

Centosette paesi raccolsero l'invito del francescano e finora 1 milione 950 mila persone si sono dichiarate pronte ad adempiere alle tre grandi richieste di Nostra Signora di Fatima (40).

Ebbene, rispondendo all'appello di padre Petrus, circa 500 mila austriaci si misero a recitare il rosario a favore della loro nazione e per l'allora cancelliere della repubblica Raab.

Il 15 maggio 1955 l'Austria otteneva l'indipendenza: le truppe di occupazione avevano abbandonato il territorio. Anche le truppe sovietiche erano state ritirate, cosa che ancora a distanza di tempo non riusciva comprensibile ai massimi dirigenti comunisti.

Una decisione inspiegabile attribuita agli errori di Chruscev, tolto dal potere nel 1964.

Per il cancelliere Raab la Vergine aveva avuto sicuramente un ruolo: "La Madre di Dio ci ha aiutato a ottenere il trattato di pace".


(Da "La conversione della Russia" - P. Mantero - Edizioni Segno)

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Marozia

Era pio uso del popolo romano visitare le Chiese con ceri in mano nella notte della vigilia dell'Assunta. Accadde un anno che una nobile dama, mentre stava inginocchiata nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli sul Campidoglio, con grande sorpresa vide comparirsi innanzi una dama da lei molto conosciuta e morta in quello stesso anno. Volle attenderla alla porta della Chiesa, per avere chiarito lo strano fatto. Appena la vide uscire, la trasse in disparte e le domandò: Non siete voi la mia madrina Marozia, che mi tenne al fonte battesimale? Sì, rispose la defunta, sono proprio io! E come vi trovate fra i vivi, se già moriste da diversi mesi? E che cosa vi è accaduto nell'altra vita? Sino ad oggi, rispose l'anima, sono rimasta immersa in un fuoco cocentissimo, in pena di tanti peccati, specie peccati di vanità commessi in gioventù; ma in occasione di questa festa della Assunta, essendo la Regina del Cielo discesa in mezzo alle fiamme del Purgatorio, sono stata liberata assieme a molte anime, onde entrassimo in Paradiso nel giorno stesso della sua Assunzione.

Ogni anno la Divina Signora rinnova questo miracolo di misericordia ed il numero delle anime che Ella libera in tal modo è circa quanto quello della popolazione di Roma. In riconoscenza di questa grazia ci rechiamo in questa notte nei santuari a Lei consacrati. Che se i vostri occhi vedono me sola, sappiate invece che noi siamo in gran moltitudine. E vedendo che la donna restava attonita e dubbiosa, subito la defunta soggiunse: In prova della verità che ho detto, vi annunzio che voi stessa morrete da qui ad un anno, in questa stessa festa; scorso il quale termine, se non sarete morta, riterrete come un’illusione quanto vi ho detto.

San Pier Damiani riferisce che la pia donna, dopo un anno trascorso nell'esercizio di molte opere buone, ammalatasi nell'antivigilia dell'Assunta, passò da questa vita all'eternità nel giorno stesso della festa, come le era stato predetto. Molti altri scrittori, come Gersone, Teofilo, Faber, confermano questa pia credenza, la quale è basata sopra un gran numero di rivelazioni, ed è appunto per questo che in Roma la Chiesa di Santa Maria in Montorio, dove risiede l'Arciconfraternita del Suffragio, è dedicata all'Assunzione di Maria Vergine.

(Da "Vera devozione a Maria" - G. Tomaselli - Scuola grafica salesiana, Palermo)

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Consolazioni nel dolore

Santa Francesca Romana conosceva bene l'importanza che l'educazione religiosa materna ha fin dalla più tenera età, perché essa rimane per tutta la vita del figlio qualcosa di prezioso e di assolutamente insostituibile, in questo fu mamma davvero esemplare, e fu premiata infatti dai frutti d'amore e di saggezza cristiana che ella stessa vide svilupparsi nel figlio.

Santa Francesca ebbe altri due figli, Giovanni Evangelista ed Agnese, ma li perse in una epidemia pestilenziale nel 1410, all'età di sette e di sei anni. Il piccolo Evangelista prima di morire disse alla mamma: Mamma, ho fretta di arrivare alla gloria eterna. Non piangere la mia morte perchè io starò sempre bene con la Madonna in Paradiso.

Pregherò la Madonna per te che amo tanto. Quantunque si fosse abbandonata alla volontà di Dio, la santa sentì tutto il dolore della mamma per la perdita dei suoi due figli: l'unico sollievo era deporre ai piedi di Maria SS. il suo dolore per la redenzione del mondo. Qualche tempo dopo la Madonna, Regina degli Angeli, premiò l'abbandono e l'offerta della santa facendole apparire il figlio morto, nella luce del suo nuovo stato. A fianco ad Evangelista vi era un altro bambino, più splendente ancora di lui. Era un arcangelo: Dio te lo manda, madre mia - disse Evangelista - per esserti di consolazione durante il tuo pellegrinaggio in questa vita; non ti lascerà nè giorno nè notte, e tu avrai la dolce soddisfazione di vederlo costantemente con gli occhi del corpo. Da quel giorno quell'arcangelo fu uno strumento prezioso nei piani di Dio sulla santa: infatti attraverso la sua luce che ella sola vedeva, Santa Francesca Romana ebbe il dono della scrutazione dei cuori e di centinaia di guarigioni miracolose. Nell'epidemia di peste che sconvolse in quell'anno Roma, ella sarà l'apostolo d'amore mandato dalla Madonna, Regina di tutti gli angeli, per guarire e ospitare centinaia di appestati nel suo stesso palazzo, trasformato interamente in ospedale.

(Da "I santi e la Madonna (7)" - P. Rosario Maria Daniello - Casa Mariana)


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Un apparizione della Madonna


Dopo un'infanzia trascorsa serenamente, il dolore comincia a bussare alle porte e mette a dura prova Sant'Angela Merici: ancora giovanissima, perde il padre e la sorella; un po' più tardi la madre; e la piccola è accolta da suo zio Biancosi, a Salò, città vicina.

Desiderando e pregando ardentemente la SS. Vergine, per sapere se sua sorella si fosse salvata, la pia fanciulla ebbe la consolazione di un'apparizione della Madonna, insieme a una moltitudine di Angeli e, nel corteo, scorse sua sorella, morta pochi giorni prima, e udì una voce che diceva:

"Angela, persevera come hai cominciato, e godrai la nostra stessa felicità".


(Da "I santi e la Madonna (7)" - P. Rosario Maria Daniello - Casa Mariana)


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Ave Maria!


Il Beato Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S. Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita, avendogli il medico fatto capire che non c'era più alcuna speranza di guarigione, lo ringraziò e ringraziò Dio di tale prezioso guadagno per la sua anima.

Ricevuti gli ultimi Sacramenti, cominciò a cantare le lodi della Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio.

Volgeva continuamente lo sguardo a una immagine della Madonna, che stava di fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore tenerissimo.

Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a visitarlo: egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno canto d'amore: "Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima, accompagnata dalla "Tutta bella", se ne volò al suo Creatore.

Era il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi dell'"Angelus Domini".


(Da "I santi e la Madonna (7)" - P. Rosario Maria Daniello – Casa Mariana)





Apparve una stella...


Nel 1438 S.Bernardino predica sulla Madonna a L'Aquila, città vetusta e gloriosa dell'Abruzzo. Predica per dodici giorni, in agosto. Il quindici agosto, solennità dell'Assunta, S.Bernardino predica nella grande piazza gremita di popolo fino all'inverosimile. Ad un certo punto, parlando della bellezza sublime di Maria, S.Bernardino paragona la Madonna ad una "stella", e succede che, dopo la predica, tutta la folla vede realmente una splendida stella in cielo, luminosa come un piccolo sole, così bella da incantare tutti i presenti per tutto il tempo dell'apparizione.

(Da "I Santi e la Madonna" 8 - P. Stefano Maria Manelli)



[Modificato da Caterina63 10/01/2011 21:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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