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Dio entrò nel mondo per mezzo di Maria...

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2014 21:01
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19/12/2008 20:14
 
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Terza predica di Avvento in Vaticano

Per una fede libera
da abitudini ipocrisie e interessi


Tutti possiamo partecipare alla maternità di Maria, ascoltando la Parola di Dio e mettendola in pratica, come affermava sant'Ambrogio:  "Ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio". È su questo tema che si è sviluppata la terza predica di Avvento di venerdì 19 dicembre, tenuta da padre Raniero Cantalamessa alla presenza di Benedetto XVI, nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano.

Il predicatore della Casa Pontificia ha fatto notare come san Paolo abbia scritto che Cristo è "nato da donna". Se, invece, "avesse detto "nato da Maria", si sarebbe trattato solo di un dettaglio biografico; avendo detto "nato da donna", ha dato alla sua affermazione una portata universale e immensa. È la donna stessa, ogni donna, che è stata elevata, in Maria, a tale incredibile altezza. Maria è qui la donna per antonomasia".

La maternità divina di Maria si realizza su due piani:  su un piano fisico e su un piano spirituale. Naturalmente, padre Cantalamessa ha messo in evidenza come noi non possiamo "imitare Maria nel primo senso, generando di nuovo Cristo, ma possiamo imitarla nel secondo senso, che è quello della fede".

"Nella tradizione, questa verità ha conosciuto due livelli di applicazione complementari tra di loro - ha aggiunto il cappuccino - uno di tipo pastorale e l'altro di tipo spirituale. In un caso, si vede realizzata questa maternità, nella Chiesa presa nel suo insieme, in quanto "sacramento universale di salvezza"; nell'altro, la si vede realizzata in ogni singola persona o anima che crede".
 
Come si diventa, in concreto, "madre di Gesù"? A questo interrogativo, il predicatore ha fatto riferimento alle parole di Cristo nel Vangelo:  "Ascoltando la Parola e mettendola in pratica. Ripensiamo, per capire, a come divenne madre Maria:  concependo Gesù e partorendolo". Proprio riferendosi a questi due aspetti, Padre Cantalamessa ha messo in guardia dal rischio di una "maternità incompleta" a cui possono andare incontro i credenti. C'è insomma la possibilità - così come avviene nella maternità biologica con l'aborto e la fecondazione in vitro - di "concepire Gesù senza partorirlo" o, al contrario, di "partorire Cristo senza averlo concepito".

Al primo rischio va incontro "chi accoglie la Parola, senza metterla in pratica" e "formula propositi di conversione che vengono poi sistematicamente dimenticati e abbandonati a metà strada":  in definitiva, "chi ha la fede, ma non ha le opere". Il secondo, invece, è proprio di "chi fa tante opere, anche buone, ma che non vengono dal cuore, da amore per Dio e da retta intenzione, ma piuttosto dall'abitudine, dall'ipocrisia, dalla ricerca della propria gloria e del proprio interesse, o semplicemente dalla soddisfazione che dà il fare":  cioè, "chi ha le opere ma non ha la fede".

Rifacendosi al pensiero di san Francesco d'Assisi, il predicatore ha detto:  "Noi concepiamo Cristo quando lo amiamo in sincerità di cuore e con rettitudine di coscienza, e lo diamo alla luce quando compiamo opere sante che lo manifestano al mondo". Citando poi san Bonaventura, padre Cantalamessa ha insistito sul fatto che il proposito di vita nuova deve tradursi "in qualcosa di concreto, in un cambiamento, possibilmente anche esterno e visibile, nella nostra vita e nelle nostre abitudini". Se infatti "il proposito non è messo in atto, Gesù è concepito, ma non è partorito". Due gli ostacoli più ardui che il credente incontra su questa strada:  l'incomprensione di quanti lo circondano e lo scoraggiamento che deriva dal ritenere troppo alta e impegnativa la prospettiva di una vita cristiana coerente.



(©L'Osservatore Romano - 20 dicembre 2008)

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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