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S.Giuseppe Casto Sposo di Maria e Custode della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2014 22:26
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01/12/2008 18:31
 
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Una devozione profonda a Maria porta inevitabilmente ad amare il suo CASTISSIMO sposo, i Santi lo avevano capito e non vi è un solo santo al mondo e nel tempo che non abbia vissuto questa esperienza mistica e che non abbia trasmesso agli altri questo dono prezioso...

Invochiamolo e preghiamolo con fede ed amore [SM=g27988]

HANNO DETTO DI SAN GIUSEPPE:


1. - Dal Vangelo.

Giuseppe da Nazareth, figlio di Davide, uomo giusto, marito di Maria, padre di Gesù, salvatore della vita del Salvatore.

2. - Nella liturgia.

Certa speranza della nostra vita, sostegno del mondo, illustre per meriti, ministro della nostra salute, padre del Verbo, vincitore dell'inferno, servo fedele e prudente, quasi padre del Re, padrone della sua casa e principe di ogni sua possessione, procuratore della Chiesa di Dio.

3. - Da Origene.

Giusto nella legge, nelle parole, nei fatti, nel giudizio della grazia; umilissimo, stimasi indegno di stare con Maria.

4. - Da Eusebio di Cesarea.

In lui un esimio pudore, una modestia e una prudenza somma; eccellente nella pietà verso Dio, splendeva di una meravigliosa bellezza anche nel sembiante.

5. - Da S. Ilario di Poitiers.

La sua vita è tipica: egli fu come gli Apostoli, alle cui cure fu affidato Cristo, perché lo portassero traverso il mondo; perciò esemplare e figura degli uomini apostolici.

6. - Da S. Efrem siro.

Paradiso di delizie, sollievo della Madre di Dio. Pare di sentirlo: « E donde a me questo, ch'io sia sposo alla Madre del mio Dio? Donde a me che il Figlio di Dio sia diventato mio figlio? Ecco che mi è stata resa la corona di Davide, dal momento che il Signore di Davide è venuto nelle mie mani!»

7. - Da S. Basilio Magno.

Qual Angelo o Santo merito di essere padre del Figlio di Dio ? Solo Giuseppe. Quindi egli è «Fatto tanto più grande degli Angeli, quanto più di loro ha ereditato un nome sovraeccellente!» (Cf Ebr 1, 4).

8. - Da S. Gregorio Nisseno.

I sacerdoti d'Israele furono guidati divinamente nello scegliere Giuseppe a sposo di Maria.

9. - Da S. Epifanio.

Grande tra gli uomini, fedele nei costumi, pio nello stesso suo sembiante.

10. - Da S. Giovanni Crisostomo.

Era colmo di straordinaria riverenza per il Bambino Gesù, e, quando Maria lo poso nella mangiatoia, Giuseppe s'inchino a contemplarlo, il suo cuore fu inondato di gioia, ma non oso toccarlo. Insigne in tutto, fornito d'ogni sorta di virtù, sapiente oltre la legge, era sempre intento alla meditazione dei Profeti.

- Da S. Agostino.


Vero marito di Maria, benché vergine; e vero padre di Gesù, benché non L'abbia procreato: se, adottando un figlio di una donna qualsiasi, avrebbe avuto diritto di dirsi suo padre, tanto più allevando come suo il Figlio della sua consorte! Chi dice non doversi chiamare padre Giuseppe per non avere generato Gesù, cerca nel procrear figli più la libidine che l'affetto: Giuseppe ottenne colla carità meglio assai di quel che altri colla carne; e anche quelli che adottano figli, castamente li procreano coll'affetto meglio che colla carne. Come Cristo morente non affido che a un vergine la sua Madre Vergine, cos; nemmeno l'avrebbe data in sposa a Giuseppe, se questi non fosse stato più che vergine! Onore della verginità e guardiano della castità, adunque!


- Da S. Girolamo.

Più custode che marito per Maria, dovette essere vergine per poter essere chiamato padre del Signore. Intanto fu il Salvatore dell'onore della Madre di Dio.

fonte:

www.totustuus.org/S.Joseph/documenti/S.Joseph_documenti...






SPOSA DI GIUSEPPE
(da "Un anno con Maria - meditazioni quotidiane" del S.P. Giovanni Paolo II)

- Giuseppe addestra all'umile arte del falegname il Figlio dell'Altissimo.
Accanto a Lui Maria fa lieta la sua casa di una limpida gioia - (dalla Liturgia)

NON TEMERE DI PRENDERE CON TE MARIA
"Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perchè quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1, 20-21)
Troviamo queste parole nel capitolo primo del Vangelo secondo Matteo. Esse -soprattutto nella seconda parte- suonano simili a quelle che ascoltò Miriam, cioè Maria, nel momento dell'Annunciazione.
Quelle parole furono pronunciate a Nazaret " a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria" (Lc 1, 27)
La descrizione dell'Annunciazione si trova nel Vangelo secondo Luca.

GIUSEPPE, CHE ERA GIUSTO...
Matteo nota di nuovo che, dopo le nozze di Maria con Giuseppe "prima che andassero a vivere insieme, ella si trovò incinta 'per opera dello Spirito Santo' " (Mt 1,18)
Così dunque si compì in Maria il mistero che aveva avuto il suo inizio nel momento dell'Annunciazione, nel momento in cui la Vergine rispose alle parole di Gabriele:"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38)
A mano a mano che il mistero della maternità di Maria, si rivelava alla coscienza di Giuseppe, egli, "che era giusto, non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto" (Mt 1,19), così dice il seguito della descrizione di Matteo.
E proprio allora Giuseppe, Sposo di Maria e dinanzi alla legge già suo marito, riceve la sua personale "Annunciazione".
Egli sente durante la notte le parole che sono "spiegazione" e nello stesso tempo invito da parte di Dio:"Non temere di prendere con te Maria" (ibid. 1,20)

LA SPOSA DI GIUSEPPE
La lettura del Vangelo secondo San Matteo ci invita a meditare su di un momento particolare della vita di Giuseppe di Nazaret, un momento pieno di contenuto divino ed insieme di profonda verità umana.
Leggiamo: "Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo" (Mt 1,18).
Quando ascoltiamo queste parole, ci vengono in mente quelle altre ben note, che recitiamo quotidianamente, nella preghiera del mattino, del mezzogiorno e della sera:"L'Angelo del Signore recò l'annuncio a Maria ed Ella 'concepì per opera dello SpiritoSanto' ".

IL MISTERO DI MARIA
Per opera dello Spirito Santo fu concepito il figlio di Dio per diventare uomo: figlio di Maria. Questo fu il mistero dello Spirito Santo e di Maria. Il Mistero della Vergine, che alle parole della annunciazione rispose:"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1.38)
E così è avvenuto:"Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv1, 14). E soprattutto venne ad abitare nel seno della Vergine che - rimanendo vergine - diventò madre: "si trovò incinta per opera dello Spirito Santo" (Mt 1. 18).
"Questo fu il mistero di Maria"

ACCETTARE DIO
Giuseppe non sapeva che in Colei di cui egli era sposo, anche se, in ottemperanza alla legge ebraica non l'aveva ancora accolta sotto il suo tetto, si era compiuta quella "promessa della Fede" fatta ad Abramo, di cui parla San Paolo. Che cioè si era compiuta in lei, in Maria della stirpe di Davide, la profezia che un tempo il profeta Natan aveva rivolto a Davide.
La profezia e la promessa della Fede, la cui realizzazione attendeva tutto il Popolo, l'Israele della divina elezione, e tutta l'umanità.
Questo fu il mistero di Maria. Giuseppe non conosceva questo mistero. Non glielo poteva trasmettere Lei, perchè era mistero superiore alla capacità dell'intelletto umano ed alle possibilità della lingua umana.
Non era possibile trasmetterlo con alcun mezzo umano. Si poteva "soltanto accettarlo da Dio" e "credere". Così come credette Maria.

IN MARIA SI COMPIE
LA PROMESSA DI FEDE

Giuseppe non conosceva il mistero di Maria e per questo internamente soffriva moltissimo. Leggiamo:"Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto" (Mt 1. 19)
Ma venne una certa notte, quando anche Giuseppe "credette". Fu rivolta a Lui la parola di Dio e divenne chiaro per Lui il mistero di Maria, della sua Sposa e Coniuge. Egli credette che, ecco, in Lei si era compiuta la promessa della fede ad Abramo e la profezia che aveva udito il re Davide (ambedue, Giuseppe e Maria, erano della stirpe di Davide).
"Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perchè quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1, 20-21).

IL MISTERO VERGINALE DI GIUSEPPE
Cristo - quasi contro le attese della tradizione vetero-testamentaria - nacque da Maria, che al momento dell'annunciazione dice chiaramente di se stessa:"Com'è possibile? non conosco uomo" (Mt 1, 20), e professa, cioè, la sua verginità. E sebbene Egli nasca da lei come ogni uomo, come figlio di sua madre, sebbene questa sua venuta nel mondo sia accompagnata dalla presenza di un uomo che è sposo di Maria e, davanti alla legge e agli uomini, suo marito, tuttavia la maternità di Maria è verginale: e a questa verginale maternità di Maria corrisponde il mistero verginale di Giuseppe, che, seguendo la voce dall'alto, non esita a "prendere Maria.. perchè quel che è generato in lei viene dallo spirito Santo" (ibid. 13, 55).

"QUEL CHE E' GENERATO IN LEI VIENE DALLO SPIRITO SANTO"
Sebbene "il concepimento verginale e la nascita al mondo di Gesù Cristo" fossero nascoste agli uomini, sebbene agli occhi dei suoi conterranei di Nazaret egli fosse ritenuto "figlio del carpentiere" ('ut putabatur filius Ioseph'), tuttavia la stessa realtà e verità essenziale del suo concepimento e della nascita si discosta in se stessa da ciò che nella tradizione dell'Antico Testamento fu esclusivamente in favore del matrimonio, e che rendeva la continenza incomprensibile e socialmente sfavorita.
Perciò, come poteva essere compresa "la continenza per il regno dei cieli", se il Messia atteso doveva essere "discendente di Davide", e cioè, come si riteneva, doveva essere figlio della stirpe reale "secondo la carne"?
Solo Maria e Giuseppe, che hanno vissuto il mistero del suo concepimento e della sua nascita, divennero i primi testimoni di una fecondità diversa da quella carnale, cioè della fecondità dello Spirito:"Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo" (Mt 1, 20).

IL MATRIMONIO
DI MARIA CON GIUSEPPE

La storia della nascita di Gesù sta certamente in linea con la rivelazione di quella "continenza per il regno dei cieli", di cui Cristo parlerà, un giorno, ai suoi discepoli.
Questo evento, però, resta nascosto agli uomini di allora e anche ai discepoli. Solo gradatamente esso si svelerà davanti agli occhi della Chiesa in base alle testimonianze e ai testi dei Vangeli di Matteo e Luca.
"Il matrimonio di Maria e Giuseppe" (in cui la Chiesa onora Giuseppe come sposo di Maria e Maria come sposa di lui), "nasconde in sè", in pari tempo, "il mistero" della perfetta comunione delle persone, dell'Uomo e della Donna nel patto coniugale, e insieme il mistero di quella singolare "continenza per il regno dei cieli": continenza che serviva, nella storia della salvezza, alla più perfetta "fecondità dello Spirito Santo".

LA CONTINENZA
PER IL REGNO DEI CIELI

Dato che proprio nelle condizioni nazaretane del patto di Maria e Giuseppe nel Matrimonio e nella continenza si è realizzato il dono dell'incarnazione del Verbo Eterno: il Figlio di Dio, consostanziale al Padre, venne concepito e nacque come Uomo dalla Vergine Maria.
La grazia dell'unione ipostatica è connessa proprio con questa, direi, assoluta pienezza della fecondità soprannaturale, fecondità nello Spirito Santo, partecipata da una creatura umana, Maria, nell'ordine della "continenza per il regno dei cieli".

LA DIVINA MATERNITA'
DELLA VERGINE

La divina maternità di Maria è anche, in certo senso, una sovrabbondante rivelazione di quella fecondità nello Spirito Santo, con cui l'uomo sottopone il suo spirito, quando liberamente sceglie la continenza "nel corpo": appunto, la continenza "per il regno dei cieli".
Tale immagine doveva gradualmente disvelarsi davanti alla coscienza della Chiesa nelle generazioni sempre nuove dei confessori di Cristo, quando - insieme al Vangelo dell'infanzia - si consolidava in loro la certezza circa la divina maternità della Vergine, la quale aveva concepito per opera dello Spirito Santo.
Sebbene in modo solo indiretto - tuttavia in modo essenziale e fondamentale - tale certezza doveva "aiutare a comprendere", da una parte, la santità del matrimonio e dall'altra il disinteresse in vista "del regno dei cieli", di cui Cristo aveva parlato ai suoi discepoli.

[SM=g27986]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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