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S.Giuseppe Casto Sposo di Maria e Custode della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2014 22:26
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19/10/2009 22:49
 
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Un protagonista


Di san Giuseppe non si parla molto. La sua figura è inevitabilmente messa in ombra non solo da quella di Gesù, il Messia lungamente atteso, il Figlio di Dio, ma anche da quella della Vergine Maria, prescelta da sempre dal Padre per mettere al mondo il Salvatore. Eppure, bastano i pochi cenni del Vangelo di Matteo per farci capire quale grande uomo fosse san Giuseppe, per farcene ammirare le straordinarie virtù.

Quando viene a sapere che Maria, la sua fidanzata, è incinta, nonostante il comprensibile sbigottimento decide di «non denunciarla davanti a tutti», dimostrando grande pacatezza e generosità; quanti di noi, al posto suo, avrebbero evitato di reagire d’istinto, non si sarebbero lasciati sopraffare dall’emotività? Più tardi, dopo l’apparizione in sogno di un angelo che gli spiega che il bambino che Maria aspetta «è opera dello Spirito Santo», sposa la fidanzata e «la prende in casa sua». E obbedisce prontamente altre due volte all’angelo, che prima lo esorta a fuggire in Egitto perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo, e poi lo invita a far ritorno «nella terra d’Israele» perché è cessato il pericolo.

Giuseppe, come Maria, non ha esitato a dire di sì a Dio, anche di fronte ad una realtà che non poteva comprendere interamente. Come Maria, ha dato prova di una fede che si fa affidamento totale, fiducioso abbandono nelle mani di Dio. È questa la fede a cui dobbiamo tendere, una fede improntata all’umiltà, che contrasta con la presunzione di autosufficienza da cui deriva tanta parte del disorientamento morale e spirituale del nostro tempo.

La disponibilità a tutto campo di san Giuseppe è stata ripagata, per così dire, dal formidabile privilegio di essere, con Maria, la persona in assoluto più vicina a Gesù: lui l’ha visto nascere, l’ha tenuto in braccio, gli ha baciato le guance, gli ha insegnato a parlare, gli ha trasmesso i segreti del proprio mestiere. Quanti avrebbero voluto essere al posto suo! Eppure, la nostra fede ci esorta a credere che, ogniqualvolta ci accostiamo all’Eucaristia, Gesù entra con noi in un’intimità simile a quella di chi gli fu fisicamente vicino durante la sua vita terrena: "Fare la Comunione" è diventata per noi un’abitudine, o riusciamo ancora a provare uno stupore riconoscente e adorante di fronte ad un mistero che ci mette in contatto con la realtà stessa di Dio?

Sebbene non fosse il padre biologico di Gesù, san Giuseppe gli fece da guida negli anni della sua infanzia, e se Dio volle affidargli tale compito, gli diede senza dubbio anche tutte le virtù che si richiedevano per svolgerlo al meglio: in tal modo, san Giuseppe fu per Gesù una figura di riferimento importante, come un padre dovrebbe sempre essere per un figlio. Non è forse soprattutto dal venir meno di questo modello che è derivata quell’emergenza educativa che ormai tutti riconoscono come uno dei problemi più preoccupanti della nostra società? E a quale educatore esemplare potremmo far riferimento, se non a san Giuseppe?

Anche solo sulla scorta di queste sintetiche note appare ingiustificato il ruolo marginale generalmente attribuito a san Giuseppe, le cui doti eccelse ne fanno invece un protagonista della storia della salvezza, capace di fornirci ancora oggi preziosissime lezioni di vita.

Mauro Aimassi

Fonte: Madre di Dio Marzo 2009

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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