A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Come nasce la Città dello Stato Vaticano?

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2011 19:34
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
02/02/2009 11:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

L'importanza storica dei Patti Lateranensi

Ed è in questa luce, che il fatto storico deve essere interpretato per capire appieno il suo valore politico. Per Mussolini i Patti Lateranensi costituiscono lo strumento per assicurarsi un successo difficilmente equiparabile. D'altra parte molti altri statisti avevano tentato di raggiungere un analogo risultato, proprio perché, come lui, avevano compreso l'importanza della pacificazione tra Stato e Chiesa come mezzo per inserire le masse cattoliche, a pieno diritto, nella vita politica del Paese.
Ma per valutare in pieno il successo del fascismo è necessario ripercorrere il tormentato itinerario dei rapporti tra Stato e Chiesa e della difficile trattativa.

(Nel lungo discorso alla Camera (che leggeremo più avanti in tre capitoli),
Mussolini ripercorrerà tutto questo tormentato itinerario).

È certo che all'interno del movimento risorgimentale, dove è possibile riscontrare i primi sintomi della frattura tra i due poteri, le tendenze anticattoliche di molti si erano confuse con le tendenze di quanti, per lo più cattolici praticanti, si proponevano esclusivamente fini politici o di rinnovamento religioso e morale nell'ambito dell'ortodossia cattolica. D'altra parte non è giusto dimenticare, come si fece quando la questione romana divenne rovente, che sul potere temporale dei papi per tutto l'arco del XIX secolo il dibattito restò aperto senza trovare una soluzione. Lo studioso britannico Anthony Rhodes ha messo bene in luce questo aspetto della questione, ricordando alcuni momenti del dibattito.
Il 5 gennaio 1849 Palmerston scrisse all'inviato speciale inglese presso il Vaticano queste osservazioni che riflettevano il pensiero del governo di Londra: « È chiaramente desiderabile che una personalità la quale, nella sua veste spirituale, possiede tanta influenza sulla maggior parte dei Paesi europei, si trovi in una posizione indipendente tale da non poter essere impiegata, quale strumento politico, da alcun Paese europeo a svantaggio di altre potenze. Da questo solo punto di vista è desiderabile che il Papa rimanga sovrano del suo Stato ».

In quegli stessi mesi, mentre il Papa si trovava esule a Gaeta ed a Roma i mazziniani avevano proclamato la repubblica dichiarando decaduto il potere temporale, una commissione politica francese (vi erano rappresentati tutti i partiti politici) giunse ad una conclusione analoga al governo di Londra dichiarando che per il bene universale l'indipendenza del Papa era indispensabile, « né vi erano altre forme di indipendenza che la sovranità ».

Tutto questo aiuta a comprendere perché la repubblica romana mancò di appoggi internazionali e dovette soccombere in conseguenza dell'intervento francese. Ed aiuta a capire anche perché le autorità piemontesi cercarono di temporeggiare quando si trattò di affrontare il nodo della sovranità pontificia. I liberali piemontesi, come Massimo D'Azeglio, avevano perseguito una politica antiecclesiastica opponendosi decisamente alle ingerenze clericali e ai privilegi che risalivano al Medio Evo. Ed era stata proprio tale politica a far diminuire, in Piemonte come nel resto dell'Italia ed anche all'estero, il consenso di molti cattolici per il moto risorgimentale.

Cavour, con la formula - « libera Chiesa in libero Stato » - tentò di superare questo dissidio e di ottenere l'adesione degli antipapali europei, specialmente inglesi, per attuare un regime liberale in Italia. La sua strategia e la sua formula vinsero: l'egemonia piemontese trionfò e portò all'unità nazionale, ma i cattolici parvero esclusi dal tripudio generale.
Ricordiamoci che l'Italia conquistò Roma con un'operazione militare, approfittando di una felice congiuntura internazionale (la guerra franco-prussiana) che privò il pontefice dell'appoggio di Napoleone III. Ma il dissidio tra lo Stato unitario e la Chiesa si approfondì e divenne incolmabile. Pio IX si chiuse per protesta nei palazzi apostolici ed invitò i cattolici italiani a non partecipare alla vita politica del Paese.
Del resto i piemontesi avevano tolto al Papa la maggior parte dei suoi possedimenti (le Marche, l'Umbria e il Lazio) e intendevano togliergli anche Roma.


Il governo italiano, poi conquistò Roma e deliberò una « legge delle guarentigie » (ossia delle garanzie) per «compensare» il Papa della perdita subita. La legge riconosceva al Papa una posizione privilegiata nello Stato italiano ma, tuttavia, al di là delle questioni di ordine giuridico che imponeva (se il Papa l'avesse accettata sarebbe stato costretto a riconoscere lo Stato italiano e quindi ad approvare la conquista di Roma e la conseguente fine del potere temporale), costituiva una iniziativa unilaterale ed era assolutamente impensabile che potesse essere accettata dalla Santa Sede.

La questione romana restò dunque aperta benché la legge delle guarentigie, approvata il 13 maggio 1871, venisse dichiarata dal consiglio di Stato « legge fondamentale » nel 1878. Mai accettata dalla Santa Sede, la legge restò in vigore fino al 1929, fino cioè alla Conciliazione. Non accettandola, il Papa si assicurò la possibilità di non riconoscersi mai soggetto allo Stato italiano. Anzi, nel 1874, invitando i cattolici italiani ad astenersi dalle elezioni politiche, Pio IX mobilitò i fedeli per protestare contro la condizione imposta alla Santa Sede: l'opposizione cattolica era diventata sempre più rigorosa, tant'è vero che l'astensionismo fu sempre sostenuto dall'« Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici », che sorse nel 1875 proprio per coordinare e dirigere le associazioni religiose intransigenti e la stampa cattolica.

L'amarezza di De Gasperi... (è lui stesso a scrivere)

"La reazione dei cattolici ex popolari alla Conciliazione fu negativa. Non sfuggiva a loro che la soluzione della questione romana rinsaldava il regime fascista ormai del tutto liberticida e comprometteva il mondo cattolico (e la Chiesa stessa) con un governo antidemocratico. L'amarezza di questi cattolici traspare dalla lettera di Alcide De Gasperi all'amico don Simone Weber del 12 febbraio 1929:

"... Il pericolo piuttosto è nella politica concordataria. Ne verrà una compromissione della Chiesa come in Spagna con de Rivera, o peggio! Io spero che le esperienze di Pio IX col liberalismo freneranno al giusto certi entusiasmi di fronte al fascismo, in modo che il popolo distingua fra cattolicesimo e fascismo: certo che ora l'esperienza appena comincia. Quando si pensa che le trattative lusinghevoli duravano dal '26 e che nel frattempo il Papa ebbe delle botte assai energiche, bisogna ritenere che ancora più nell'avvenire userà della sua libertà perché le idee non si confondano.

È vero in questo momento soffia una cert'aria di romanticismo medioevale che consola. Nei giorni scorsi, in Vaticano, si parlava addirittura del diritto d'investitura che il Papa avrebbe esercitato in confronto del Re d'Italia (per chiudere giuridicamente la questione dei territori) e poiché s'erano smossi certi temi ove sono registrati i secoli - come noi registriamo i giorni nel taccuino dell'anno - i fulgori più fantastici ricomparivano entro le storiche vetrate; e certo il Duce vede la grande impresa oltre che dal punto di vista realista della politica di prestigio anche in un certo nembo romantico che lo cinge della spada di Goffredo e lo corona della tiara di Carlo Magno; e certo questa sera al palazzo Colonna, riaprendo i famosi battenti, qualcuno crederà di riaprire le porte di secoli in cui s'intrecciarono lo scettro e il pastorale. Ma la realtà del sec. XX non tarderà a farsi sentire, le grandi masse ricompariranno dietro allo scenario. Auguriamoci che gli uomini di Chiesa non le perdano mai di vista, perché esse sono la realtà di oggi e di domani. Io lo credo e lo spero, e per questo, lieto che la Chiesa si sia liberata - trionfando sugli altri e su se stessa - della questione romana, non ho paura di riconoscere anche il valore della politica mussoliniana, valore oggettivo; per il resto è giudice Iddio... ».

Alcide De Gasperi

(Dal volume: ALCIDE DE GASPERI, Lettere sul Concordato, Ed. Morcelliana, Brescia 1970).
http://www.digtec.com/pattilateranensi.htm

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:51. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com