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Maria: punto di Unità fra Protestanti e Cattolici

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2011 18:54
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07/12/2008 20:37
 
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Da: Soprannome MSN°camerone°Inviato: 04/03/2005 18.12
c'è anche la figura Biblica di Melkisedek, che rappresenta Gesù:

Senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, ma fatto simile al Figlio di Dio egli rimane sacerdote in eterno. - Ebrei 7:3



Questa è un'affermazione, neppure troppo nuova, usata da alcuni per sostenere che Maria non poteva essere madre di Dio,in quanto Melchisedek era "senza padre nè madre".

Vediamo però qualche versetto prima di quello citato:

In essa [Il soggetto è la promessa] infatti noi abbiamo come un’àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell’interno del velo del santuario,  dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.

Innanzitutto Ebrei 7, 3 ed in particolare “la frase senza padre, senza madre, senza genealogia…” è riferita  al “sacerdozio nuovo” rappresentato dal Cristo, del quale Melchisedek è figura, e, tramite il Cristo da tutti i cristiani, in contrasto con il sacerdozio levitico.
Una delle caratteristiche del sacerdozio levitico era il lignaggio, ogni sacerdote era discendente di Aronne e figlio a sua volta di un sacerdote e chi voleva diventare sacerdote doveva dimostrare di averne i requisiti; Infatti alcuni vennero addirittura esclusi dal sacerdozio perché non fu dimostrata la loro genealogia (Neemia 7, 64).
Al contrario Melchisedek, pur non avendo genealogia ed essendo precedente ad Aronne è ugualmente sacerdote, non per appartenenza alla tribù di Levi, ma perché eletto sacerdote da Dio (“fatto simile al Figlio di Dio”). Allo stesso modo Gesù Cristo, pur essendo discendente della tribù di Giuda, nella quale non ci sono stati sacerdoti, è Sacerdote per sempre, “non in ragione di una prescrizione carnale, ma per il potere divino di una vita indefettibile” ed accompagnato dal giuramento di Dio che disse “tu sarai sacerdote in eterno”.

Perchè Melchisedek è detto "senza padre nè madre" e "senza genealogìa"? Solo Dio può essere senza genealogia ma Mechisedek non lo era certamente. Quindi i riferimenti servono solo ad indicare che la sua genealogia era sconosciuta. Ma questo, ovviamente, era necessario a Paolo in funzione del sacerdozio. In pratica San Paolo stava dicendo: Melchisedek è stato  sacerdote pur non appartenendo alla tribù di Levi ( abbiamo già visto infatti che chi non poteva dimostrare la sua genealogia era escluso); così anche Gesù Cristo poteva essere sacerdote pur appartenendo alla tribù di Davide.

Questo ha a che fare con la maternità divina di Gesù? Naturalmente no. Lo dimostra indirettamente proprio la frase "La figura di biblica di Mechisedek rappresenta Gesù"

Ma noi conosciamo la madre di Gesù. Lo afferma la stessa Bibbia ( Non è costui il figlio di Maria?) e lo afferma lo stesso evangelico che ha fatto anche l'altra affermazione. Ecco infatti cosa dice:

Se leggiamo questi semplici versetti [il riferimento è a Mc 3, 33-35 e Lc 11, 27-28] ci appare chiaro che Maria è la mamma di Gesù (uomo) e non è la Madre di Dio
Quindi è evidente che questo passo non può essere assolutamente portato a sostegno della tesi evangelica che anzi è contraddittoria e fuorviante.


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/03/2005 15.40
Congresso mariano a Montreal

di ALBERTO RUM

Il trionfo dell’ Ave, Maria
   

"La flotta immensa delle Ave, Maria avanza diritta verso il porto di Dio, recando con sé il dono della pace".

Vi è a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il monumento sepolcrale di San Pio V, il Papa della vittoria di Lepanto, avvenuta il 7 Ottobre 1571. Quel giorno, si facevano processioni in onore della ‘Regina del Rosario’, così che il Pontefice attribuì quella vittoria all’intercessione della Madonna.

Ora, sull’esempio di Leone XIII e di Paolo VI, che in ore di angoscia e di insicurezza, invitarono a rivolgere supplici preghiere alla Beata Vergine del Rosario, per implorare da Dio il bene supremo della pace, Giovanni Paolo II affida all’intercessione di Maria "tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità". Così, nel corso dell’Anno del Rosario, "la flotta immensa delle Ave, Maria - direbbe C. Péguy -, avanza diritta verso il porto di Dio, recando con sé il dono della pace", non più "precibus et armis", come è inciso nella lapide commemorativa posta accanto all’urna funeraria di San Pio V, ma soltanto con la forza della preghiera.

Le parole del Papa riportano il pensiero a uno dei Cantici spirituali di San Luigi Maria da Montfort, dal titolo "Il trionfo dell’Ave". Della grande e divina preghiera dell’Ave, il Cantico esalta la dolcezza angelica e la forza sul cuore di Dio e di Maria, per il bene del mondo, nella vittoria contro il male e nel compimento del bene.

Il Cantico, - che è seguito dalle parole ‘In hoc signo vinces’, circondato da un rosario, - si compone di ben 26 strofe, di cui riportiamo solo le ultime due. In esse il Santo di Montfort appare, come realmente fu, grande apostolo del Rosario: "Ecco un consiglio d’oro, / ecco un segreto eccelso: / chi vuol diventare santo / dica un ‘rosario’ al giorno! / Con l’Ave, Maria s’elimina il peccato; / con l’Ave, Maria Cristo regna in noi. / Colui che gli è fedele / progredirà sollecito, / vivrà perfettamente / e poi morirà contento, / certo di godere in Cielo /della beata luce".

A. Aquilio, L’Ave, Maria - Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma.
A. Aquilio, L’Ave, Maria – Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma.

Un coro acclamante

Dal concerto corale di cuori acclamanti alla Vergine del Rosario, diffuso dalle pagine de L’Osservatore Romano, stacchiamo semplicemente qualche breve assolo, iniziando dal corifeo, Giovanni Paolo II.

Così egli disse alla Curia Romana, in occasione degli auguri natalizi : "Una tonalità particolare è data a questo nostro incontro dal suo svolgersi nell’Anno del Rosario. Esso intende rilanciare nella comunità cristiana una preghiera più che mai valida, anche alla luce degli orientamenti teologici e spirituali delineati dal Concilio Vaticano II. Si tratta, infatti, di una preghiera mariana dal cuore spiccatamente cristologico".

A Soverato (CZ), la Parrocchia salesiana di ‘Santa Maria Immacolata’ ha intrapreso la suggestiva iniziativa della "Peregrinatio" del Rosario in tutte le famiglie della Città, come si è fatto nell’indimenticabile peregrinare della Madonna di Fatima in Italia, negli Anni ‘50.

Non sono mancati, e vanno anzi moltiplicandosi, autorevoli commenti alla Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae.

Ne segnaliamo tre: quello di Jesús Castellano Cervera, OCD, del Teresianum, che presenta il Rosario come preghiera contemplativa; quello di Mons. Angelo Amato, Segretario della ‘Congregazione per la Dottrina della Fede’, che mette in luce il Rosario come preghiera dal cuore cristologico, presentandolo quindi come preghiera evangelica; e l’opuscolo del settimanale liturgico "La Domenica", dal titolo In preghiera con il Rosario, arricchito di riflessioni patristiche (cfr. recensione nella rubrica In Libreria, a pag. 26 ).

Alberto Rum


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Consiglia  Messaggio 76 di 85 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 07/03/2005 10.53

Tirana: successo della Veglia mariana per la III Giornata Europea degli Universitari

TIRANA, domenica, 6 marzo 2005 (ZENIT.org).- “E' stata una grande giornata quella in cui si è svolta la Veglia per III Giornata Europea degli Universitari a Tirana”, ha raccontato a ZENIT, don Gjergji, Delegato Nazionale della Pastorale Universitaria per la Conferenza Episcopale dell'Albania e Amministratore della Parrocchia Cattedrale di san Paolo a Tirana.

La Giornata degli Universitari è iniziata con una conferenza sull'Enciclica “Fides et ratio” e sulla figura di Alberto Magno, introdotta da monsignor Rrok Mirdita, Arcivescovo Metropolita di Tirana- Durazzo e svolta da don Marian Paloka.

Don Paloka, giovane sacerdote albanese che attualmente sta facendo il suo dottorato presso l'Università Pontificia Gregoriana di Roma, ha rilevato come la scissione moderna e contemporanea tra fede e ragione abbia prodotto il nichilismo indebolendo così la ragione, senza che per questo la fede diventasse più forte.

Dopo di lui padre George Frendo, domenicano maltese, ha parlato della figura di Sant'Alberto Magno che ha unito nella sua personalità il sapere della fede e quello della scienza.

Nell’occasione è stata presentata l'enciclica "Fides et ratio" tradotta in albanese, e si è detto che si vuole iniziare un dialogo con la cultura, coscienti che il pensiero cristiano ha molto da dare all'Albania ed alla società civile.

Ha precisato don Gjergji, che l’edizione in albanese della "Fides et ratio" è il primo libro di una collana di pensatori cristiani come Henry Newman, Jacques Maritain, Jean Guitton, Edith Stein, Nikolaj Berdjaev, Vladimir N. Lossky, Pavel A. Florenskij, Vladimir S. Solove'v ecc. “L'Europa, in cui noi aspiriamo ad entrare, non può non tenere conto delle radici cristiane, e noi non possiamo non tenerne conto”, ha sottolineato il prete albanese.

“Il momento più entusiasmante è stato quando tutti si sono spostati nella Cattedrale di Tirana per pregare Maria Sede Sapientiae insieme agli altri universitari europei. E' stato entusiasmante vedere i ragazzi salutarsi a vicenda, e pregare insieme”, ha affermato a ZENIT.

“Attraverso il collegamento televisivo si è potuto vedere come le barriere che spesso non vengono superate dalla politica, o dalla cultura, vengano invece superate dalla stessa fede in Gesù di Nazaret”.

“Era entusiasmante – ha continuato – vedere i giovani che quando hanno sentito nominare il Papa hanno applaudito, anche se negli occhi di alcuni si vedeva il dispiacere di non poterlo avere tra di noi, seppur virtualmente”.

“Abbiamo sperato fino all'ultimo di vederlo, comunque lo abbiamo sentito vicino”.

Al termine della celebrazione, ha raccontato don Gjergji, è stato distribuito a tutti il Vangelo di Giovanni in cui e contenuta l'affermazione che l'evangelista Giovanni mette nella bocca di Gesù: "La verità vi farà liberi".

“Questo testo è particolare perché è il frutto del lavoro interconfessionale che Cattolici, Ortodossi e protestanti stanno facendo in Albania”, ha così concluso.

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