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Il Sacramento del Battesimo

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2020 08:52
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Dal battesimo alla gloria

Maria è l’icona antropologica della risposta del cristiano a Dio e colei che introduce sempre più nel mistero della SS. Trinità. Nel Battesimo nasce l’uomo trinitario, creato a immagine di Dio unitrino e santificato dalle tre persone divine.

di STEFANO DE FIORES

Il legame tra Maria e il Battesimo si esprime nell’analogia tra quanto avviene in Lei il giorno dell’Annunciazione e quanto avviene nel rito battesimale. Vi si scorgono due nessi significativi: quello, fondato sul vangelo di Giovanni ed illustrato dalla patristica, derivante dalla maternità spirituale di Maria e quello che proviene dall’esperienza spirituale e missionaria che considera la Vergine quale motivo ulteriore di fedeltà alle promesse battesimali.

Come nel battesimo di ogni credente, si osservano nella personalità di Maria tre aspetti da lei vissuti al momento dell’annuncio dell’angelo: un’esperienza della Trinità, un’opzione fondamentale e nuovi vincoli con le persone divine.

Polidoro da Caravaggio, Adorazione dei pastori, 1533-1534, Museo  Regionale, Messina.
Polidoro da Caravaggio, Adorazione dei pastori,
1533-1534, Museo Regionale, Messina.

L’esperienza della Trinità

È innegabile la lettura pasquale dell’annuncio angelico. In quell’evento, come nella Pasqua, l’iniziativa è del Padre: «L’angelo Gabriele fu mandato da Dio» (Lc 1,26). Si tratta dell’Altissimo (Lc 1,32.35), cioè di Dio, Signore trascendente, ma nello stesso tempo di un Dio che da sempre ama Maria di un amore singolare e quindi si rende a lei vicino come Salvatore: «Rallegrati, colmata di grazia, il Signore è con te». Nell’annuncio l’evento riguarda anche il Figlio, per il quale si compie l’opera divina: «Ecco concepirai un figlio. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo, Figlio di Dio» (Lc 1,31-32.35). Anche lo Spirito è presente nell’annuncio. Apice del racconto lucano è il v. 35: «Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo». Lo Spirito è la forza divina che opera ciò che è umanamente impossibile: la concezione verginale del Figlio di Dio. Il parallelismo con la nube che ricopre la tenda del convegno quale segno tangibile della presenza di Jhwh (Es 40,34-35) mostra che Maria è il nuovo tabernacolo della gloria del Signore, divenuto suo figlio.

Anche se il mistero dell’incarnazione si compie nel silenzio della casa di Nazaret, non possiamo pensare che Maria rimanga passiva o inerte di fronte alla Trinità che opera in lei. Il turbamento riflessivo, la domanda all’angelo e la sua risposta fanno della Vergine una persona sensibile e attiva, capace di una vera esperienza di fede. Ella narra addirittura in forma di cantico dossologico tale sua esperienza, quando intona il Magnificat (Lc 1,46-55). Maria è piena di gioia perché si sente termine dell’amore salvifico di Dio che dopo averla guardata con benevolenza opera in lei un cambiamento di situazione: da uno status sociale e religioso irrilevante, passa ad essere proclamata beata da tutte le generazioni.

Come vera figlia di Sion, Maria esalta il volto di Dio secondo gli attributi riconosciuti nell’AT: potenza, misericordia, santità, fedeltà. Maria perverrà ad una più chiara nozione del Padre sotto l’impulso delle parole di Gesù nel ritrovamento nel tempio e della Pentecoste. Ma una previa conoscenza del Padre e dello Spirito è presupposta in lei.
   

La risposta della fede

Al Dio che parla mediante il suo messaggero, Maria risponde con l’obbedienza della fede. Nelle sue parole si può scorgere un’eco della risposta del popolo d’Israele all’alleanza con Dio: «Serviremo il Signore... Faremo tutto quello che JHWH ci dirà» (Es 19,8; 24.3.7; Dt 5,27).

Ma esse sono nello stesso tempo una solenne professione di fede monoteista, in sintonia con lo «Shemà Israel» che proclama: «Ascolta, Israele, il Signore Dio nostro è unico». In contrapposizione con il vecchio sacerdote Zaccaria e con l’ambiente semipagano della «Galilea delle genti», Maria si dichiara «serva del Signore» ponendosi in totale disponibilità alla sua parola (Lc 1,38). Proprio in questo senso è interpretato da Elisabetta il sì di Maria: una risposta di fede così perfetta da suscitare lode e congratulazioni (Lc 1, 42-45).

La grandezza della fede di Maria si misura dall’oggetto del messaggio, che non conosce precedenti nella storia d’Israele: l’inaudita concezione verginale del Figlio dell’Altissimo. Questa comporta un cambio di programma in Maria che non volendo conoscere uomo è intenzionata ad escludere maternità e figli dalla sua esistenza. Ella si adegua alla volontà del Signore, anche se ignora i particolari e le modalità della sua missione. Ciò la pone tra i grandi mistici dell’umanità, in quanto rappresenta la risposta ideale dell’uomo uditore della parola dinanzi a Dio che si rivela.

Lorenzo Lippi, Trinità, 1664, Abbazia di Vallombrosa
Lorenzo Lippi, Trinità, 1664, Abbazia di Vallombrosa

I vincoli di Maria con la Trinità

Più che luogo o spazio, Maria è una persona, anzi la prima persona della storia in quanto contrae vincoli relazionali con il Dio unitrino. Questi le si rivela e insieme nasconde nel simbolismo delle istituzioni giudaiche (l’arca dell’alleanza e la tenda del convegno). Ella comunque «è insignita del sommo ufficio e dignità di Madre del Figlio, e perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito santo» (LG 53) o anche sposa dello Spirito santo (MC 26).

All’azione della Trinità in lei, nel suo grembo e nel suo cuore, Maria risponde con atteggiamenti spirituali nei riguardi di ognuna delle tre persone divine: lode gioiosa a Dio Padre che le mostra il suo volto potente e misericordioso; fede in Cristo come messia e Figlio di Dio, fatto uomo nel suo grembo; accoglienza dello Spirito santo come nube luminosa che la copre della sua ombra trasformandola in propria dimora.

La nota mariana della spiritualità giovannea è legata all’episodio dell’affidamento del discepolo amato a Maria compiuto da Cristo crocifisso e all’accoglienza di lei da parte dello stesso discepolo (Gv 19,25-27). È l’affermazione di un legame di filiazione-maternità tra il discepolo e la Madre di Gesù, che va compresa nel contesto della rinascita dall’acqua e dallo Spirito (Gv 3,5). Maria concorre allo nascita e sviluppo dell’uomo biofilo che vuole crescere nella vita divina che gli è stata comunicata.

Lo studio dei padri ha condotto H. Rahner a dedicare un capitolo a Maria e il battesimo. In esso è riportata la frase di Leone Magno che evidenzia l’analogia e la continuazione tra queste due realtà : «Dedit aquae quod dedit matri. Diede all’acqua ciò che conferì alla madre.». Nel sacramento del battesimo, quando nascono alla grazia i figli di Dio, non è assente la Madre. Infatti nella vita terrena la Vergine «ha cooperato nella carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa» (s. Agostino) ed è stata dichiarata da Gesù Madre dei discepoli rappresentati da Giovanni (Gv 19,25-26). Maria è presente in modo attivo e materno al fonte battesimale, dove diventiamo figli di Dio e insieme figli di Maria e della Chiesa : «Si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata» (LG 62).

È una madre educatrice: con il suo influsso salvifico e il suo esempio ci aiuta ad essere fedeli all’esercizio della missione sacerdotale, profetica e regale derivante dal battesimo.

Il battezzato esercita l’ufficio sacerdotale partecipando attivamente alla liturgia e trasformando la propria vita in un culto spirituale reso a Dio. Maria ne è l’esempio più perfetto in quanto Vergine in ascolto, in preghiera, offerente e madre che continua a generare Cristo nel mondo. Ella ci insegna inoltre a trasformare la nostra vita in un culto gradito a Dio, perché ha vissuto facendo sempre la volontà divina in spirito di amore e di servizio.

Il battezzato seguirà Cristo profeta, se annuncerà al mondo di oggi con la parola e con la vita il Regno di Dio. Come la Vergine del Magnificat egli leggerà la storia per scoprirvi il disegno salvifico di Dio e proclamare che il Signore è vindice degli umili e degli oppressi e rovescia i potenti dai loro troni.

Il battezzato infine eserciterà l’ufficio regale sia dominando vittoriosamente le forze del male, sia costruendo il mondo nuovo nella giustizia, nella pace e nella fraternità. Gli sarà esempio e guida in questo compito arduo l’Immacolata, dimora dello Spirito Santo e primizia della creazione rinnovata dove regna la grazia e la riconciliazione.

Fr.  Claudio Granzotto, Fonte Battesimale (part.), Padre e Figlio. 1941,  Chiesa S. Maria Ausiliatrice, Treviso.
Fr. Claudio Granzotto, Fonte Battesimale (part.), Padre e Figlio. 
1941,
Chiesa S. Maria Ausiliatrice, Treviso.

Ruolo di Maria nel rinnovamento delle promesse battesimali

Su un piano vitale si pongono alcuni autori della cosiddetta Scuola francese di spiritualità che puntano sulla riscoperta del battesimo come fondamento dell’esistenza cristiana. Dopo il card. de Bérulle che riallaccia il voto di servitù a Gesù Cristo a quello fondamentale del battesimo, s. Giovanni Eudes (+ 1680) approfondisce e traduce in termini pastorali la teologia del battesimo nell’opera Contratto dell’uomo con Dio per mezzo del battesimo (1654), dove presenta il battesimo come un’alleanza nella quale Dio e l’uomo si impegnano a un reciproco dono. Il vero elaboratore della consacrazione a Gesù Cristo per le mani di Maria è s. Luigi Maria di Montfort (+1716), che convogliò tutta la sua attività apostolica nel risvegliare tra i cristiani l’importanza della fedeltà al battesimo. Egli presenta tale consacrazione come «perfetta rinnovazione dei voti o promesse del santo battesimo» (VD 120, 126).

Tanti cristiani sono tali solo a parole o per procura, perché vivono dimentichi degli impegni derivanti dal sacramento del battesimo. Nel Trattato della vera devozione (VD 120-130), Montfort propone la consacrazione a Gesù Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali, non solo perché essi si rinnovano «volontariamente e con conoscenza di causa» (VD 126), ma anche perché «per consacrarci a Gesù Cristo si ricorre al più perfetto di tutti i mezzi: la Vergine Maria» (VD 130), essendo ella «fra tutte le creature la più conforme a Gesù Cristo» (VD 120).

padre Stefano De Fiores

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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