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21/05/2009 19:15 | |
una profonda riflessione sulla Tradizione vera....del mio amico Chisolm:
La “nouvelle cousine” della fede assomiglia a quello che capitò alla mia famiglia, fatemi giocare con l’analogia… Dunque, mia nonna imparò a cucinare il “frico” (è uno squisito piatto friulano a base di formaggi e patate) da sua madre che, a sua volta, lo apprese dalla madre e via così. Nonna, pur sapendo scrivere pochissimo, si appuntò su un vecchio quaderno di scuola gli ingredienti e le modalità per cucinarlo secondo la “tradizione”. Ecco che la sua tremolante, essenziale “scrittura” viaggiava parimenti con la tradizione che lei aveva appreso e che avrebbe dovuto insegnare e custodire.
Quando insegnò la ricetta a una delle sue figlie, mia zia, beh, lei non si appuntò niente e cominciò a cucinare il frico al quale, ogni volta, mancava un ingrediente. La forma era quella, ma la sostanza… Io e i miei fratelli con le mie cugine siamo cresciuti a frico… Furono infatti le mie cugine che, da brave friulane, appresero dalla madre a cucinare il frico. Però, non avendo mia zia mai messo nero su bianco della ricette, trapassò loro quello che ricordava.
Le mie cugine, da quei disorganizzati ricordi, appresero a fare il frico: la forma era più o meno quella canonica ma la sostanza ancora era lontana. C’era anche il fatto che, essendo il frico un piatto povero, fatto con gli avanzi del formaggio, beh, queste benedette ragazze, si vergognavano un po’ di quella tradizione così povera, tanto da non prepararlo quando si fermavano a cena i loro benestanti fidanzati. Ma una volta, avvenne che i fidanzati arrivarono a sorpresa e le ragazze dovettero inventarsi qualcosa con le patate e il formaggio (visto che non c’era altro) e si cimentarono con il favoloso frico.
Dal momento che avevano letto su qualche rivista qualcosa sulla nouvelle cousine, trasformarono quel piatto antico in un dipinto di Pollok, se avete presente… La coreografia faceva assomigliare i formaggi fusi ai resti di un esplosione nucleare, il tutto cromaticamente addobbato con verdurine, carotine e olivine.
Non fecero una bella figura, anche se si sposarono lo stesso. Compresero però che un piccolo foglio di “scrittura”, gelosamente custodito dalla “tradizione” avrebbe consentito loro di insegnare “magistralmente” alle loro figlie, una delle cose più buone che io abbia mai mangiato.
Chissà se un giorno finiremo a mangiare l’ostia con la senape, visto che certe parrocchie stanno diventando una specie di McDonald…
Chisolm
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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