È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

S.Caterina da Siena Dottore della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2020 13:36
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
15/12/2008 13:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota



Abbraccia Gesù crocifisso, amante ed amato:
LA MIA NATURA E' FUOCO!

"Carissima sorella in Gesù. Io, Caterina, serva dei servi di Gesù, ti scrivo nel suo sangue prezioso, desiderosa che ti alimenti dell’amore di Dio e ti nutri di esso, come al seno di una dolce madre. Nessuno, infatti, può vivere senza questo latte!

Chi possiede l’amore di Dio, vi trova tanta gioia che ogni amarezza gli si trasforma in dolcezza, e ogni gran peso gli si fa leggero. Non c’è da stupirsene, perché, vivendo nella carità, si vive in Dio:

“Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”.

Vivendo in Dio, dunque, non si può avere alcuna amarezza, perché Dio è delizia, dolcezza e gioia infinita!

È questa la ragione per cui gli amici di Dio sono sempre felici! Anche se malati, indigenti, afflitti, tribolati, perseguitati, noi siamo nella gioia.

Quand’anche tutte le lingue maldicenti ci mettessero in cattiva luce, non ce ne cureremmo, ma di ogni cosa ci rallegriamo e gioiamo, perché viviamo in Dio, nostro riposo, e gustiamo il latte del suo amore. Come il bambino attira a sé il latte dal seno della madre, così noi, innamorati di Dio, attingiamo l’amore da Gesù crocifisso, seguendo sempre le sue orme e camminando insieme a lui per la via delle umiliazioni, delle pene e delle ingiurie.

Non cerchiamo la gioia se non in Gesù, e fuggiamo ogni gloria che non sia quella della croce.

Abbraccia, dunque, Gesù crocifisso, elevando a lui lo sguardo del tuo desiderio! Considera l’infuocato amore per te, che ha portato Gesù a versare sangue da ogni parte del suo corpo!

Abbraccia Gesù crocifisso, amante ed amato, e in lui troverai la vita vera, perché è Dio che si è fatto uomo. Arda il tuo cuore e l’anima tua per il fuoco d’amore attinto a Gesù confitto in croce!

Devi, poi, divenire amore, guardando l’amore di Dio, che ti ha così tanto amata, non per qualche obbligo che avesse con te, ma per puro dono, spinto soltanto dal suo ineffabile amore.

Non avrai altro desiderio che quello di seguire Gesù! Come inebriata dall’Amore, non farai più caso se ti troverai sola o in compagnia: non preoccuparti di tante cose, ma solo di trovare Gesù e andargli dietro!

Corri, Bartolomea, e non star più a dormire, perché il tempo corre e non aspetta un solo attimo!

Rimani nel dolce amore di Dio.

Gesù dolce, Gesù amore."

Dalle “Lettere” di Santa Caterina da Siena (1347-1380) (lettera n. 165 a Bartolomea, moglie di Salviato da Lucca)



Preghiera

O inestimabile Amore! Tu ci illumini con la tua sapienza, perché possiamo conoscere noi stessi, la tua verità e i sottili inganni del demonio.

Con il fuoco del tuo amore accendi i nostri cuori del desiderio di amarti e di seguirti nella verità.

Tu solo sei l'Amore, degno di essere soltanto amato!


(di S. Caterina da Siena)


**************************************************************
IL VERO «COGNOSCIMENTO»

in S. Caterina da Siena



di Sr. M. Elvira Bonacorsi OP





Ogni volta che incontravo il termine cateriniano «cognoscimento», pensavo sempre, in modo superficiale, che si trattasse della conoscenza di me stessa, a vari livelli si, ma pur sempre una conoscenza di me, un guardarmi dentro, un cercare di capirmi, finché non ho intuito che il cognoscimento che intendeva Santa Caterina è una conoscenza che avviene in Dio, un vedere la realtà con il suo stesso occhio, una chiarezza legata alla fede e all'amore.

Ma tutto questo rimaneva comunque solo un'intuizione.

Approfondendo in seguito il tema della preghiera in Santa Caterina, e soprattutto in momenti prolungati di adorazione eucaristica con l'aiuto delle sue Orazioni, ho compreso che Ella mi guidava ad una conoscenza sicura di Dio, dell'uomo e della storia.



«Deità, ineffabile Deità. O somma bontà che per solo amore hai fatto noi a immagine e similitudine tua [...] O Deità eterna, io vedo in te, amore inestinguibile, che poi che per la nostra miseria e fragilità cademmo nella bruttura del peccato, [...] l'amore ti costrinse [...] onde mandasti il Verbo dell'unigenito tuo Figliolo» (0 I) .



«O lume che dai lume, e nel tuo lume vediamo! Nel tuo lume vedo, e senza esso non posso vedere perché tu sei quello che sei, ma io sono quella che non sono» (0 XIII).



Nella preghiera ho scoperto che le Orazioni di Santa Caterina sono una penetrazione nell'abisso d'amore di Dio, un vedere la realtà più nitida dell'uomo e di Dio, un perdersi nel piano unico di quella salvezza che il Padre vuole per ognuno di noi suoi figli.

Ho gradualmente approfondito cosi che cosa sia il cognoscimento e soprattutto ho compreso che esso poteva essere veramente un impegno da coltivare, una strada maestra per cambiare la mia vita e farmi santa.

Da allora ho continuato a leggere, riflettere, pregare, approfondire, per entrare sempre più in esso.

Il termine cognoscimento corrisponde a conoscenza, che non è solo vedere, sapere, essere informati, istruiti, bensì «fare esperienza», valutare, «assumere» ciò che si è giudicato perché lo si reputa valido. Si tratta cioè, di «contatto intimo», di «esperienza vitale», di «comunione d'amore», come avviene tra lo sposo e la sposa: «conoscenza» secondo il significato biblico.

Il cognoscimento non è la conoscenza di sé e basta, quella che ci dà la psicologia o la psicanalisi e, tanto meno, quel ripiegamento su di sé che proviene dall'ascolto, a volte esasperato, di sensazioni, sentimenti, reazioni, impulsi, emozioni che si dibattono dentro di noi.

L'espressione completa che Santa Caterina usa e sempre intende è:

«cognoscimento di sé in Dio e di Dio in sé», «cognoscimento di Dio in noi e di noi in Dio».

Esso comprende in sintesi 3 significati:

‑ conoscenza della verità di Dio in se stesso e della verità della creatura come oggetto dell'amore di Dio;

‑ conoscenza delle meraviglie operate da Dio per l'uomo, cioè della storia della salvezza;

‑ conoscenza del rapporto d'amore che Dio ha instaurato con ogni persona e di ciò che lo può adombrare e impedire, cioè il peccato.

Allora il cognoscimento è un modo di conoscere tutta la realtà e, di conseguenza, è il principio di ogni rinnovamento, perché ci spalanca davanti la verità di Dio e l'immensità di quell'amore che Egli ha riversato su di noi. Chi più conosce più ama e solo l'amore muove al rinnovamento e alla conversione.

Secondo Santa Caterina il cognoscimento avviene nell'anima. Infatti non a caso il «Messaggio di Santa Caterina da Siena Dottore della Chiesa» (*) riporta, da p. 169 a p. 178, molte immagini cateriniane dell'anima e di quanto avviene in essa.

L'anima è:

‑ la cella che dobbiamo frequentare assiduamente; ‑ la casa dove abitando conosciamo Dio e noi;

‑ la cella dove avviene l'incontro con la Trinità; ‑ il luogo dove ci specchiamo nella fonte; ‑ la bottega dove si acquista la ricchezza; ‑ il pozzo profondo dove è nascosto il tesoro del cognoscimento; ‑ il vasello dove troviamo l'amore;

‑ la stalla di Betlemme; ‑ il tempio; ‑ il sepolcro dove incontriamo come Maria il Cristo risorto;

‑ il cenacolo dove gli apostoli ricevettero la pienezza dello Spirito Santo.

Il vero cognoscimento avviene per mezzo della fede.

A questo proposito acquista un significato tutto particolare l'episodio dello sposalizio mistico di Gesù con Santa Caterina: Ella è sposata alla Verità con l'anello della fede: lo sposalizio crea una conoscenza intima, profonda, un'esperienza amante reciproca. La vita di Santa Caterina come sposa di Gesù Verità diviene un «permanere» nel «cognoscimento» dello Sposo, il quale a sua volta «informa» tutta la vita della Santa. È una mirabile simbiosi.

Meditando la Parola di Dio con l'ottica del cognoscimento, due testi specialmente mi si sono rivelati come luce e sorgente di esso. Il primo è di San Paolo:



«Quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, alfine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla resurrezione dai morti» (Fil 3,7-11) .



San Paolo parla della «sublimità della conoscenza di Cristo... perché io possa conoscere lui» e per tale conoscenza egli lascia perdere tutto considerandolo come sterco; egli afferma cioè che questa conoscenza profonda e intima, il cognoscimento appunto, è ciò che più gli interessa tanto da essere pronto a pagarla con qualsiasi rinuncia.

Questo processo di conoscenza-giustizia, che deriva dalla fede e si basa su di essa, provoca la conversione, cioè immette nel cammino della conformità al Signore Gesù, fino a partecipare alla sua morte e alla sua risurrezione. Èciò che Santa Caterina chiama «la riforma».

Il secondo testo è Gv 15,1-11:



«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo [...] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto [...] Rimanete nel mio amore[...]. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».



Il verbo «rimanere» che Gesù ripete in questo brano, rimanda all'invito che Gesù rivolge a S. Caterina quando le dice di non uscire dalla «cella del cognoscimento». Tale «rimanere» porta alla conoscenza intima, amorosa, sponsale; esso genera la gioia vera perchè è la realizzazione piena di se stessi nell'amore. Proprio per questo probabilmente Santa Caterina termina le sue lettere con la frase: «Permanete nella santa e dolce dilezione (amore) di Dio. Gesù dolce, Gesù amore».

Il cognoscimento dunque non è uno degli aspetti del pensiero e dell'esperienza cateriniana, ma ne è l'intuizione fondamentale. Se ci fermiamo a pensare veramente che cosa esso sia in profondità, e soprattutto se cerchiamo di tradurlo nella nostra vita spirituale, quella semplice e concreta di ogni giorno, allora possiamo renderci conto che «il cognoscimento di sé in Dio e di Dio in sé» è veramente un'intuizione essenziale e rivoluzionaria. Esso infatti ci fa entrare nell'Amore che è Dio in se stesso, nella sua tenerezza verso i suoi figli, nella salvezza che ha operato e sempre attualizza per ciascuno, nella sua volontà che ci vuole convertiti al suo Amore pazzo.

Assumendo tutto questo nella nostra vita, sempre più, in profondità e totalità, non possiamo che lasciarci spingere dall'Amore verso quell'Amore che realizza la salvezza e la santità in noi e nel prossimo.

*******************************************************************

Padre Marco Baron
Cagliari 26 aprile 2001

Scopo di quest’incontro vuole essere solo un approccio alla figura di questa grande Santa domenicana che pochi conoscono. Se uno chiede chi sono i santi protettori d’Italia, non sono molti a rispondere s. Francesco e s. Caterina. La maggior parte si ferma al primo; invece, Pio XII, ha voluto questi due santi come patroni dell’italica genta. L’attuale Pontefice, il dolce Cristo in terra, all’inizio del suo ministero pastorale come Vescovo di Roma e primate d’Italia ha voluto rendere omaggio a questi due Santi, affidando a loro il suo ministero per il bene di Roma e dell’Italia.


Nascita ed infanzia


Caterina nasce a Siena, si dice il 25 marzo 1347, penultima di 25 figli da Iacopo Benincasa, tintore di panni, e da Lapa Piangenti, nel rione senese di Fonte Branda. Fanciullezza serena, educata secondo i costumi dell’epoca. Assieme al pane materiale veniva dato quello spirituale, attraverso la preghiera e la lettura delle storie sacre e dei Padri della Chiesa. La famiglia, frequentava la chiesa di s. Domenico. Molte sono state le esperienze mistiche che hanno riempito la sua vita Fu di fondamentale importanza quando, all’età di sei anni, ebbe l’apparizione del Cristo in abiti pontificali sospeso sul tetto del convento di s. Domenico. (Legenda major del beato Raimondo da Capua)
Nel 1353, emise il voto di verginità che difese con forza contro le continue insistenze della madre che la voleva dare in sposa, e per sottolineare questa scelta recise i suoi capelli.

Superate le difficoltà con la madre, dovette lottare con l’ordine delle mantellate per ricevere l’abito della penitenza. Le mantellate, così dette dal lungo mantello nero che copriva il loro abito bianco, era un gruppo di laiche, per la maggior parte vedove di una certa età e di buona fama. Non era una cosa normale dare l’abito a giovani fanciulle, anche se nella Regola non c’era niente al riguardo. Si trova anche qualche precedente come nel caso di Nera Tolomei che nel 1250, a venti anni ricevette l’abito.
Ottenuto il tanto sospirato abito, si dedicò alla preghiera ed alla carità verso i poveri e gli infermi con maggior impegno. Ciò avvenne nel 1354
Il culmine delle esperienze mistiche fu lo sposalizio mistico tra Lei ed il Cristo, avvenuto nell’ultimo giorno di carnevale del 1370, secondo il Gigli, il 2 marzo 1367 secondo Joergensen. La visione è descritta dallo stesso b. Raimondo che asserisce che l’anello donatole dallo stesso Cristo era visibile solo alla santa senese. (Legenda major, I, c.12,115) - Attorno alla Santa incomincia un giro di frequentazioni spirituali che dette inizio alla sua "famiglia " che sarà chiamata la "bella brigata " favorendo la sua fama anche fuori Siena. Incomincia la sua attività epistolare dalla quale noi possiamo conoscere tutto il suo interesse alla Chiesa, alla società civile, al mondo dei religiosi e dei sacerdoti e degli amici che a Lei ricorrono.

1372 spedisce una lettera al cardinale Legato (lett.7) e così nel 1373 (lett. 11) per affermare la sua "politica", per la pace in Italia. "Pace, pace, pace, Padre carissimo. Ragguardate voi e gli altri, e fate vedere al Santo Padre più la perdizione delle anime che quella delle città, perocché Dio richiede l’anime più che le città." Tra i cristiani un’opera sola si attende dai capi spirituali: l’esercizio della carità nella pace cristiana.
Anche il Petrarca, invoca il ritorno del Papa, comprendendo che solo la sua presenza poteva contribuire alla vera pace, non solo di Roma, ma anche in tutto il territorio italiano ed europeo.

L’unica guerra che Caterina riusciva ad accettare come ultima ratio e quindi come eccezione, è quella per il Santo passaggio, la Crociata (lett. 7)
1374 viene convocata a Firenze per partecipare al capitolo dei domenicani che, visto il suo zelo e la sua ortodossia e l’identità di vedute sulle questioni allora dibattute, Le assegna come consulente, confessore e direttore il beato Raimondo da Capua.

Visita per la prima volta Montepulciano, dove viveva nel monastero della beata Agnesa, una sua nipote. Verso questa santa domenicana, la venerazione era molto grande. Vi saranno altre visite durante le quali diverse cose meravigliose ebbero accadere. (Legenda major, II, c.12,326)- Il suo impegno verso i poveri e gli infermi, trova testimonianza nella legenda major, ma il più grande impegno l’ebbe durante la peste che colpì Siena nel 1374. Durante quest’epidemia morirono molti bambini tra i quali diversi suoi nipoti. Guarì il suo confessore e ser Matteo di Cenni di Fazio, rettore della casa della Misericordia. Colpito dal morbo sembrava che fosse giunto alla fine della sua vita. Caterina corre verso l’ospedale e dice al povero malato: "Levatevi, messere Matteo; levatevi, perché non è questo il tempo di riposare nel morbido letto !" (Legenda major, I, c.8, 247)-

Nel 1375 si trova a Pisa, impegnata a convincere i Signori della città di non aderire alla lega antipapale. Qui riceve le stimmate invisibili, il 1° aprile nella chiesa di s. Cristina. II, (Legenda major, II, c 6,194,195,198).
La stessa missione di pace, la svolge presso la città di Lucca (lett. 185). Tornata a Siena continua la sua opera di misericordia, anche, verso i detenuti. Nota è la vicenda del giovane perugino Niccolò di Tuldo, che la maggior parte di noi avrà letto nei libri d’antologia della lingua italiana. Quest’esperienza si potrà leggere nella lettera inviata al beato Raimondo (lett.273)

Nel 1376 Firenze si rivolta contro il Papa. La guerra di Firenze, detta "degli otto santi " , trovò la sua ultima ragione nella negazione di una rifornitura di grano in occasione della carestia del 1375. Entrò in guerra con il papa che, dopo un tentativo di pace, colpì Firenze con l’interdetto e la scomunica ai capi. Questo portò gli otto della guerra (ironicamente detti dal popolo gli otto santi) a taglieggiare il clero fiorentino per le spese della guerra e per i danni subiti; entrò in combutta con altre repubbliche tra le quali Siena, per sfidare il Papa.

Caterina cercò di circoscrivere la ribellione, trattenendo Pisa e Lucca, Volterra, come già abbiamo accennato sopra, e poi, esortò i fiorentini a pentirsi e si dispose a fare da intermediatrice presso il Papa. Per desiderio dei fiorentini, Caterina va ad Avignone, il 18 giugno 1376, per trattare la pace.

In quest’occasione si diede da fare anche per cercare di risolvere il problema della Crociata (il santo passaggio), ed incoraggia il Papa a ritornare a Roma (lett. 218). Scrive da Avignone stesso, al Papa, 4 lettere:
La 231: è un fine trattato di vera diplomazia, che arriva a suggerire un "santo inganno " pur di non consultarsi con il sacro collegio dei cardinali,(la maggior parte era francese - i cardinali erano 26, di cui 21 francesi - certamente contrario al ritorno del papa a Roma;- La 233: è la risposta al Papa che aveva timore di andare a Roma e lo incoraggia dicendogli che il buon, pastore deve essere pronto a dare la sua vita per le sue pecorelle;
La 238: tratta del tema della Crociata e della riforma della Chiesa;- La 239: precede di poco la sua partenza per Roma, scioglie l’ultimo legame al timore del papa: il probabile e vaticinato veleno che gli avrebbero propinato gli Italiani.

Il 13 settembre 1376 Gregorio XI lascia Avignone superando l’ultimo ostacolo: il padre. Si racconta che questi si sdraiò sulla soglia della porta. Non avrebbe avuto il coraggio, il figlio, di calpestare il corpo del proprio padre! Invece egli lo scavalcò. Caterina fece il viaggio di ritorno per Siena, passando per Tolone, Varazze,colpita dalla peste. Per intercessione della Santa; questo flagello finì. Incontra il Papa a Genova, rientra a Siena nel dicembre.


Il 17 gennaio 1377 il Papa entra trionfalmente a Roma. Gli scrive una lettera in favore di Siena che si era unita a Firenze nella lotta contro il Papa, per ottenere la grazia della pace per la sua città. (lett. 285)- Durante l’estate svolge una missione di pace nella Val d’Orcia. Un suo " figlio spirituale " convertito, le regala il monastero di Belcaro che Lei intitola a s. Maria degli angeli. Si pone come paciera tra le famiglie dei Salimbeni.

Il 27 marzo 1378 muore Gregorio XI. L’8 aprile viene eletto il nuovo Pontefice con il nome di Urbano VI (Bartolomeo Prignano, arcivescovo di Bari, già visto in sogno dalla santa) che L’invita a continuare a trattare la pace con Firenze. Lo zelo di questo papa irrita i cardinali francesi, la maggior parte del collegio cardinalizio, che indispettiti, si riuniscono a Fondi ed eleggono, il 20 settembre, come papa, Roberto di Ginevra che prenderà il nome di Clemente VII.

Nella lett. 313, inviata a Onorato Gaetani, Conte di Fondi, in forma di una grande correzione fraterna gli rinfaccia la sua non nobile iniziativa nell’aver dato ospitalità ai cardinali ribelli per eleggere l’antipapa e gli ricorda che " Duro è ricalcitrare a lui " (Atti 26, 14 - discorso di Paolo al re Agrippa).

Nell’estate va a Firenze per trattare la pace, ma rischia di essere uccisa durante un tumulto. La pace viene firmata solo il 28 luglio. Ritorna a Siena dove finisce di dettare il Dialogo della Divina Provvidenza. (Ottobre)
Convocata a Roma da Urbano VI con "la bella brigata " vi giunge il 28 novembre. Parla ai cardinali. Il beato Raimondo va in Francia per una missione antiscismatica.

Caterina, che vive in Roma, presso il convento di s. Maria sopra Minerva, invia lettere e messaggeri in varie parti del mondo cristiano per sostenere la causa del vero Papa; fa opera di pace tra i romani che sorgono contro il Pontefice.

Benedice Tommaso d’Alviano che sconfigge a Marino le truppe dell’antipapa.

Caterina è provata da gravi malattie. Muore a Roma il 29 aprile e sepolta alla Minerva.

E’ canonizzata da Pio II il 29 giugno 1461

Eletta a Compatrona (i Patroni sono SS. Pietro e Paolo) di Roma dal Pio IX
Istituita Patrona d’Italia da Pio XII assieme a s. Francesco e Patrona delle infermiere

Paolo VI, la dichiara Dottore universale della Chiesa il 4 ottobre assieme a s. Teresa d’Avila (28 settembre 1970)

Nel giorno d’apertura della seconda Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, Giovanni Paolo II con Lettera Apostolica Motu Proprio "Spes Aedificandi" in data 1 ottobre 2001, la dichiara Patrona d’Europa assieme a S. Brigida di Svezia, che poco prima di Caterina aveva cercato di porre rimedio alla terribile situazione della Chiesa e Edith Stein l’ebrea convertita e fattasi monaca carmelitana, viene uccisa in un campo di concentramento perché ebrea.

Le ragioni di quest’iniziativa sono espresse al n.3 del documento: s. Brigida ha collegato i confini d’Europa; Caterina ha riportato il papa alla sua sede naturale, Roma; Edith per aver collegato la sue radici ebraiche a quella della sequela Christi.


Opere


A) Dialogo della Divina Provvidenza

E’ la maggior opera della santa senese. E’ stata composta nel1378 prima dello scoppio dello scisma d’Occidente, prima di partire per Roma per ordine di Urbano VI. La santa, in estasi, in varie sedute, dettava ai suoi segretari: Barduccio Canigiani fiorentino, incontrò la santa nel periodo della trattativa per la pace. Dopo la morte della santa si fece sacerdote e morì a Siena il 8 dic. 1382; Stefano de’ Maconi, senese, si fece certosino, fu generale del medesimo Ordine; morì nel 1424 ed è onorato come beato; Ranieri, detto Neri di Landuccio Pagliaresi, senese, morì l’otto maggio 1406.Il testo originale è in volgare, ma che subito fu tradotto in latino dallo stesso Maconi e da Cristofano di Gano di Guidini. Dai discepoli, specialmente da coloro che erano presenti alle estasi, fu ritenuto un libro molto importante in quanto "quasi rivelato dal Padre alla diletta figlia " . Divisione del Dialogo della Divina Provvidenza Ci sono varie divisioni:


- in trattati e capitoli: (ha solo il vantaggio della comodità per le citazioni); - secondo le quattro petizioni della Santa; (molto materiale rimarrebbe fuori da questo schema)

Il Libro non obbedisce, né si riduce ad uno schema rigido prestabilito, ma al libero corso della domanda e della risposta.Esso sviluppa intorno ad alcuni nuclei principali, che reggono in gran parte il canovaccio: le 4 petizioni:

per sé,

per la Chiesa,

per il mondo,

per un caso particolare,

Vi si trovano i temi che riguardano l’albero della Carità; l’allegoria del Ponte; l’agire della Provvidenza e la sua misericordia ;alcuni temi cari alla Meastra dello spirito:

la misericordia divina,

la lotta dei vizi e delle virtù,

la perfezione dell’uomo secondo la dottrina di Cristo,

la dignità dei sacerdoti e la loro riforma,

l’orazione continua,

l’obbedienza generale e quella dei religiosi.

B) Orazioni

Le orazioni sono una raccolta di elevazioni pronunziate in estasi si collocano negli ultimi quattro anni della vita della santa senese, in un periodo di grande maturità spirituale. Sono ardenti soliloqui, sfoghi d’animo, fiammanti colloqui con Dio, implorazioni appassionate, nati come ringraziamento dopo avere ricevuto l’eucarestia, piene di dottrina e di fuoco. S’inizia ad Avignone e si conclude a Roma.

E’ il periodo che vede Caterina impegnata:

- nel viaggio per ottenere la pace della sua Toscana in conflitto con il Papa;
- nella sua difficile missione di pace nelle terre senesi;
- la difesa per il vero papa Urbano VI contro i Clementisti (Clemente VII)

Queste Orazioni sono state "raccolte " dai suoi discepoli mentre le pronunciava. Ecco la testimonianza di fra Bartolomeo Dominici: "Presa la sacra particola, così con la mente in Dio, perdeva i sensi…stava per tre ore ed oltre assorta e priva di sensi. Spesso anche, in questo stato di estasi, parlava con Dio dicendo la sua preghiera e chiedeva le cose a Dio a voce chiara…tali Orazioni furono scritte parola per parola sia da me che da altri…"

Wink



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:13. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com