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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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La Bibbia vietata ai Cristiani? Un Falso storico

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2013 23:53
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15/12/2008 17:46
 
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Spieghiamo invece la PRUDENZA della Chiesa
 

Un grazie al sito:
BREVE STUDIO BIBLICO

ARGOMENTI E VERSETTI CONTESI

LA BIBBIA FU DAVVERO VIETATA AI CRISTIANI?

VERITA' E LUOGHI COMUNI

 

 

La Chiesa Cattolica ha sempre incoraggiato le anime pie e devote alla lettura ed alla meditazione del Vangelo e della Bibbia ma ha sempre sospettato che la lettura delle Sacre Scritture fosse poco utile agli spiriti increduli, superstiziosi, ignoranti o instabili (Matteo 7,6 ; Tito 3,10-11; 2 Pietro 3,16). Ciò che la Chiesa ha con forza affermato nel passato è che la lettura della Bibbia non è strettamente necessaria per tutti né è sempre conveniente per le persone impreparate o caratterialmente volubili, visto che queste persone sono più facilmente esposte al rischio di fraintendere le Scritture, travisandone il significato e scivolando nel dubbio o nell'eresia. Nessuna madre amorevole vieterebbe un cibo salutare ai propri figli, a meno che i figli non ne abusassero e ne facessero scempio. È pertanto comprensibile come in tempi di ignoranza, di eresie e di scismi la Chiesa possa aver limitato, controllato e vietato la lettura di bibbie sospette, senza note, senza approvazione ufficiale, edite da stamperie anonime, in lingua volgare o in dialetto. In tempi di grave apostasia o di preoccupante superstizione può essere stato anche salutare controllare la diffusione delle Sacre Scritture, visto l'uso perverso che ne veniva fatto dagli eretici, dagli indovini e dai nemici della Chiesa [1].  Nel Medioevo più volte la Chiesa operò controlli sulla lettura delle Bibbie in lingua volgare (spesso poco affidabili perché tradotte da persone prive di una adeguata preparazione), sulla indiscriminata diffusione delle versioni dialettali e sull'utilizzo delle Sacre Scritture da parte degli eretici. In realtà, fino al 1500, per circa 15 secoli, i cristiani hanno sempre e comunque avuto modo di leggere la Bibbia, gli scritti dei Padri, quelli dei religiosi, quelli dei laici, dei profani, dei cristiani, dei non cristiani, dei classici greci e latini e dei pensatori arabi ed ebrei. Fu soprattutto grazie alla lungimiranza ed alla cultura della Chiesa che, nel Medioevo, gli amanuensi  ed i monaci ricopiarono e salvarono da distruzione un immenso patrimonio di libri classici, religiosi, filosofici, scientifici spesso ereditati dalla cultura pagana, giudaica ed islamica. Vietati furono solo quei libri contrari alla fede ed alla salute spirituale e materiale dei fedeli Il Sinodo di Tolosa (1299) proibì, nel Sud della Francia, la lettura personale della Bibbia in lingua volgare per limitare la diffusione delle eresie catara, gnostica e valdese. Il divieto dell'uso di versioni non autorizzate venne poi formalmente sancito, per tutti i cattolici, quando Papa Paolo IV, terrorizzato dall’avanzata del protestantesimo in Europa, istituì l'Indice dei libri proibiti (1559), nel quale erano vietate ben 45 versioni della Bibbia in lingua volgare, tradotte da autori sospetti, non cattolici o anonimi, nonché la traduzione in italiano del veneziano Francesco Brucioli (alla quale nel 1540 i protestanti italiani avevano peraltro aggiunto un commento estremamente polemico contro la chiesa cattolica). La lettura di bibbie in lingua volgare fu quindi permessa solo su licenza del Sant'Uffizio e su autorizzazione del Vescovo locale, mentre la lettura della Vulgata non fu mai vietata. Di fatto, la Chiesa non si oppose mai alla diffusione di traduzioni bibliche in lingue moderne, ma combatté solo quelle versioni che, a suo giudizio, potevano diffondere tra il popolo errori ed eresie. Tra le principali bibbie e traduzioni volgari la cui lettura fu sempre permessa ai cattolici è il caso di ricordare: ·              in latino la Vulgata di San Gerolamo;·              in italiano, la Bibbia del Malermi (1471);·              in italiano, la Bibbia del Martini (1778); ·              in spagnolo, la Bibbia Alfonsina (1280); ·              in tedesco, la Bibbia di Rellach (1450); ·              in francese, la Bibbia di Jacques Lefèvre d'Étaples (1528); ·              in inglese, la Bibbia di Douai-Reims (1609).·              in formato interlineare, la Poliglotta Complutense (1437-1517).

 

Anche la diffusione di traduzioni dai testi originali fu merito soprattutto della chiesa cattolica. Nel 1520 Papa Leone X approvò infatti la cosiddetta Poliglotta Complutense, fatta stampare dal Cardinale Primate di Spagna Francisco Ximenes de Cisneros (1437-1517) e contenente il testo greco del Nuovo Testamento e ben quattro volumi dell'Antico Testamento in latino, greco, aramaico ed ebraico.

 
....la condanna al rogo di William Tyndale (1494-1536), autore di una autorevole traduzione inglese del Nuovo Testamento, viene di solito falsamente attribuita alla Chiesa Cattolica, nemica dei lumi e del libero pensiero. Tyndale fu però fatto imprigionare ad Anversa da Enrico VIII nel 1534, quando il re di Inghilterra aveva già apostatato dal cattolicesimo: il suo successivo assassinio (venne bruciato al rogo già morto) ricade pertanto tra i crimini più orrendi del sovrano inglese (nel 1531 Enrico VIII si fece riconoscere capo supremo della Chiesa di Inghilterra, nel 1533 divorziò da Caterina d'Aragona e sposò Anna Bolena, nel 1534 venne confermato dal Parlamento inglese come capo assoluto della chiesa anglicana, nel 1535 fece uccidere Tommaso Moro che rifiutava di rinnegare la fede cattolica e nel 1536 si occupò personalmente dell'eliminazione fisica di William Tyndale e di Anna Bolena).
 
    Anche un famoso documento, da secoli citato contro la chiesa dai liberi pensatori, dagli acattolici e da alcune frange del protestantesimo più duro e reazionario, è sicuramente apocrifo. Si tratta del cosiddetto  "Consilium quorundam episcoporum Bononiae congregatorum quod de ratione stabilendae Romane ecclesiae", meglio noto come "Avvisi sopra i mezzi più opportuni a sostenere la Chiesa romana", pubblicato nel 1553 e tuttora conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.

Secondo la moderna critica storica e testuale
(e secondo la stessa Biblioteca Nazionale), il testo sarebbe un falso storico inventato, prodotto e spacciato da Paolo Pietro Vergario (1498-1565), vescovo di Mondrusch e di Capodistria, apostata dalla fede cattolica nel 1549 per adesione alla riforma protestante. Il documento, con toni volgari e tracotanti, mette in scena tre incogniti cardinali cattolici che, nel 1550, avrebbero consigliato Papa Giulio III di vietare quasi totalmente la Bibbia al popolo, al fine di sbarrare il passo al libero esame delle scritture, di tenere i fedeli nell'ignoranza e di ristabilire l'autorità della chiesa.


Dopo il Concilio di Trento[3] (1545-63) maggiori controlli vennero sicuramente introdotti, nei paesi cattolici,  sulle Sacre Scritture, sulle versioni in lingua volgare e sulla diffusione di Bibbie tradotte da ignoti o stampate da anonimi editori[4].  Il Textus Receptus, cui facevano costante riferimento le bibbie protestanti, risultava poi meno sicuro della Vulgata in quanto ricostruito da Erasmo da Rotterdam utilizzando alcuni manoscritti poco affidabili [5]. Tutte le versioni nelle lingue nazionali furono tratte dalla Vulgata (considerata, a quei tempi, la versione più attendibile), inclusero i libri deuterocanonici (definitivamente accettati come ispirati dopo il Concilio di Trento) e vennero liberamente lette dal popolo cristiano. Le autorità ecclesiastiche proibirono, invece, la lettura delle versioni protestanti in quanto spesso ricavate da manoscritti scarsamente attendibili[6], talora segnate da stili polemici ed anticattolici e sempre prive di note esplicative (indubbiamente utili in presenza di bassissimi livelli di cultura). I timori legati alla diffusione della Bibbia in volgare si fondavano anche sul grave precedente di Lutero che, traducendo, facendo stampare e diffondendo la Bibbia in tedesco, aveva utilizzato la Bibbia come strumento per portare a termine il distacco della Germania dalla comunione con la Chiesa Cattolica.

   Dopo un iniziale diffidenza verso le traduzioni nelle varie lingue nazionali (innescata soprattutto dal timore del protestantesimo), la Bibbia venne integralmente tradotta in lingua inglese verso il 1610 (celebre è la versione Douay-Rheims) ed in lingua italiana verso il 1780 (famosissima è la traduzione in lingua italiana della Vulgata curata dall'arcivescovo di Firenze Antonio Martini che peraltro ebbe grande diffusione fino al XX secolo). Tutto il protestantesimo continuò però ad accusare la Chiesa cattolica di attaccamento superstizioso e bigotto alla Vulgata e di immotivato rifiuto delle traduzioni dai testi originali   In Inghilterra, il re protestante Giacomo I diffuse, nel 1611, la famosa Authorized Version (meglio nota come King James Bible), facendo ampio ricorso alla traduzione cattolica di Douay-Rheims, iniziata nel 1568 ed ultimata nel 1610, ed al Nuovo Testamento tradotto da William Tyndale nel 1534. Anche qui, nonostante il gran parlare di riforma, di libero esame e di libero accesso ai testi originali, tutte le bibbie diverse dalla King James divennero "versioni non autorizzate" e la persecuzione infuriò contro i cattolici ed i puritani. La Riforma protestante rigettò senza esitazione e con fragili motivazioni l’autorevole Vulgata Clementina, adottando per almeno tre secoli nelle cosiddette traduzioni dai testi originali il discutibile e lacunoso Textus Receptus. I libri deuterocanonici furono gradualmente sradicati dalle Sacre Scritture perché conservati solo nella Versione greca dei Settanta, perché non accettati dagli ebrei e perché favorevoli ad alcuni insegnamenti cattolici (opere buone, elemosine, digiuno, preghiera per i defunti, …), non compatibili con i  dogmi protestanti della “predestinazione” e della "salvezza per sola fede". La Bibbia tedesca di Lutero (1522), pur riconoscendone l’utilità ed il carattere edificante, li pose in appendice.

Anche la prima versione della Bibbia di Re Giacomo (1611) inserì i libri deuterocanonici in appendice, salvo poi stralciarli definitivamente dopo la confessione di fede di Westminster (1647). Nella dichiarazione di fede della Rochelle (1559) gli ugonotti francesi dichiararono che tali libri "benché utili, non possono essere usati per fondare alcun articolo di fede", incoraggiando così la progressiva espulsione dei libri deuterocanonici dalle bibbie protestanti francesi. Nel 1826, su pressione dei presbiteriani e dei calvinisti, anche la Società Biblica Britannica e Forestiera cessò di stampare bibbie contenenti i libri deuterocanonici, favorendo inevitabili critiche, sospetti, rifiuti e condanne da parte della chiesa cattolica.
 Fu comunque Papa Clemente XI che, nell'enciclica Unigenitus del 1713, per primo considerò sospette di eresia alcune categoriche affermazioni dei giansenisti (movimento cattolico fortemente affascinato dalla speculazione filosofica, dalle versioni protestanti della bibbia, dalla teoria del libero esame e dalle dottrine calviniste sulla predestinazione) riguardanti l'indiscriminata libertà di lettura e di interpretazione delle Sacre Scritture.

Nell'enciclica Inter praecipuas del 1844, il Papa Gregorio XVI mise poi in guardia vescovi e fedeli dalle Società Bibliche protestanti, dall'attendibilità delle molteplici versioni in lingua volgare e dagli effetti della propaganda biblica anticattolica sugli infedeli, sugli ignoranti e sulle anime instabili. Permise invece la lettura della Bibbia in lingua volgare a tutte le persone in grado di trarre benefici in termini di "aumento della fede e della pietà", purché si trattasse di "traduzioni approvate dall'autorità ecclesiastica e corredate da note esplicative di Padri della Chiesa o di altri dotti e cattolici studiosi". Le Società Bibliche protestanti furono quindi condannate ripetutamente da Papa Pio IX che, nell’enciclica Qui pluribus (1846), mostrò di temerle almeno quanto le società carbonare, liberali e massoniche, evidentemente terrorizzato dagli attacchi sferrati contro l’autorità civile e religiosa della chiesa cattolica
.

In tempi più recenti la lettura e la ricerca biblica furono comunque promosse soprattutto da:
·             Leone XIII che, nel 1893 con l’enciclica Providentissimus Deus, incoraggiò lo studio delle lingue orientali e l’impiego della critica testuale e, con decreto del 13/12/1898, offrì ai cattolici devoti ben 500 giorni d'indulgenza per 15 minuti giornalieri di lettura del Vangelo e l'indulgenza plenaria per una lettura regolare di tutta la Sacra Scrittura;  

 

·             Pio X che, nel 1907, commissionò ai monaci benedettini l'incarico di fare ricerche e preparativi per una edizione riveduta della Volgata;

 

·             Pio XII che, nel 1943, con l’enciclica Divino Affilante Spiritu caldeggiò vivamente lo studio delle lingue antiche e la preparazione di nuove traduzioni dai testi originali.   

 



[Modificato da Caterina63 16/12/2008 23:14]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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15/12/2008 17:55
 
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PER UN GIUDIZIO EQUILIBRATO
Molte misure adottate dalla Chiesa Cattolica possono oggi sembrare eccessive: si bollarono con parole veementi tutte le società bibliche, si vietò il possesso di bibbie protestanti e si bruciarono bibbie cattoliche ristampate senza note e libri deuterocanonici.

Prima di condannare senza appello, occorre considerare che le posizioni dure dei riformati (il papa era stato ufficialmente definito “anticristo” nei canoni di Dordrecht del 1618, nella confessione di fede di Westminster del 1648 e nella confessione di fede Battista del 1689)
[7] e soprattutto la scarsa disponibilità di informazioni  rendevano giustamente circospette le autorità religiose. Oggi sappiamo che alcune Bibbie protestanti (come la Riveduta del Luzzi, la Nuova Riveduta, l’American Standard Version, la Revised Standard Version e la New American Standard Bible) sono fortemente affidabili, risultano frutto di un onesto lavoro di revisione sui testi originali e vengono stampate da autorevoli case editrici (come l’American Bible Society, la Società Biblica Britannica e Forestiera, la Società Biblica di Ginevra e la Nelson Publishers). In passato però, in assenza di informazioni e di controlli, qualsiasi tipografo o libero pensatore avrebbe potuto manomettere le scritture e spacciare bibbie contraffatte, diffondendo tra il popolo errori, dubbi ed eresie.
 Occorre poi onestamente riconoscere che molti evangelici sostenevano e sovvenzionavano le Società Bibliche con il nobile intento di diffondere la conoscenza della Parola di Dio tra il popolo inglese e nelle colonie britanniche. È questo il caso, ad esempio, di Granville-Sharp (primo presidente della British and Foreign Bible Society), ricordato per i profondi studi biblici e linguistici, per lo zelo missionario in Gran Bretagna, in Nord America, in Africa ed in Asia, per il fervore nella diffusione della Bibbia, per la lotta alla schiavitù in Inghilterra e per l'impegno a favore dell'indipendenza religiosa e politica degli Stati Uniti.
Come nel Medioevo, però, molti spiriti settari e libertini si servivano delle traduzioni delle Sacre Scritture in lingua volgare (o dialettale) per contendere con credenti spesso analfabeti, per confondere gli ignoranti, per seminare il dubbio tra le anime semplici, per diffondere perniciose eresie, per spingere all'apostasia larghe masse di persone, per disprezzare l'autorità e le tradizioni, per diffondere critiche velenose, idee agnostiche e scetticismo religioso, per deridere dogmi, devozioni e consuetudini, per far trionfare l'ateismo ed il libero pensiero, per sostenere società massoniche e per appoggiare movimenti rivoluzionari.

Anche il confronto con i missionari protestanti era poi difficile da sostenere, soprattutto dal popolo italiano, spesso analfabeta e quasi sempre privo di cultura religiosa: la chiesa cattolica sapeva che molte anime semplici non avrebbero saputo rispondere alle domande di persone culturalmente molto preparate, che molti deboli sarebbero stati turbati e scossi nella fede e che non pochi instabili avrebbero potuto cadere nell'apostasia. In attesa di un innalzamento del livello culturale della popolazione (compito delle autorità civili e non solo dei poveri parroci di campagna), la soluzione più semplice era pertanto controllare le versioni bibliche in circolazione (possedere una bibbia protestante voleva dire aver già avuto contatti e rapporti con gli acattolici) e permettere la lettura delle Scritture solo a coloro che avessero un minimo di cultura (cioè non fossero analfabeti), che fossero disposti a ricevere un minimo di istruzione (lettura di note storiche, culturali e religiose a piè di pagina) e che fossero mossi da un minimo di devozione (cioè non leggessero le Scritture per  torcerle e calpestarle)
[8].
  La severità delle autorità religiose era poi poca cosa se confrontata al dispotismo ed al totalitarismo delle autorità civili. Fino a mezzo secolo fa valori come la libertà di pensiero, di stampa, di riunione, di associazione, di religione erano quasi del tutto sconosciuti. I sovrani assoluti ed i dittatori avversavano infatti tutte le libertà (religiosa, filosofica, scientifica, politica, economica e sindacale) nel timore di perdere i propri privilegi, di vedere criticato il proprio operato e di lasciar spazio ad idee divergenti o rivoluzionarie. Non mancarono poi sovrani (come Enrico VIII, Carlo V, Filippo II, Caterina dei Medici, Luigi XIV, Vittorio Amedeo II di Savoia) che perseguitarono con zelo maniacale ebrei ed eretici, tentando di guadagnare la stima, l'amicizia ed i favori dei cattolici, dei vescovi e del papa, salvo poi infischiarsene della fede e della religione quando la ragion di stato lo consigliava. Evidentemente valori come la democrazia, il dialogo, la libertà di coscienza, il rispetto delle opposizioni, la tolleranza religiosa si affermeranno a fatica soltanto in epoche più recenti.  


[1] La bibliomanzia è un metodo di divinazione che utilizza i libri sacri per predire il futuro o per ottenere la soluzione a domande, problemi, situazioni ed enigmi. Tutto ciò che occorre è un libro sacro. L'indovino formula una domanda, apre il volume a caso e, a occhi chiusi, indica un punto della pagina. La frase o il paragrafo su cui posa il dito è considerata una risposta o un commento all'interrogativo posto. Per secoli il testo più usato fu la Bibbia. Nella bibliomanzia si mette Dio al servizio dell’uomo e si pretende che Egli dia risposte dettagliate su ogni domanda che noi gli poniamo. Giustamente la Chiesa Cattolica controllò la diffusione del testo sacro affinché non si offendesse Dio, creatore del cielo e della terra, usando la sua Parola alla stregua di una mazzo di carte o di un paio di dadi. 
[2] Tommaso Moro accusò Tyndale di corrompere il testo sacro e di cambiare il senso delle Scritture. Di fatto, Tyndale si divertì soprattutto a sostituire alcuni termini tradizionali (cari alla liturgia ed alla tradizione) come “Church”, “charity”, “baptism”, “scripture”, “Holy Spirit”, “bishop”, “priest”, “deacon”, “martyr”, “evangelist” e “heresy” con la loro traduzione letterale dal testo greco “congregation”, “love”, "washing", “writing”, “Holy Wind”, “overseer”, “elder”, “minister”, "witness" "bearer of good news" e “choice”. Il Re d’Inghilterra condannò comunque Tyndale soprattutto perché, nel suo lavoro, aveva introdotto note e commenti eretici, in larga parte tratti dagli scritti di Martin Lutero. Di fatto, quasi tutti gli storici ipotizzano che Tyndale abbia effettuato le sue traduzioni sulla base della Vulgata, del Textus Receptus di Erasmo da Rotterdam e delle opere di Martin Lutero, anche se  non mancano argomenti a sostegno della tesi di una versione tratta direttamente dai testi originali greci ed ebraici. La prima Bibbia di Tyndale venne pubblicata a Colonia nel 1526, mentre la revisione finale della Tyndale venne pubblicata nel 1534. Nel 1535 Tyndale venne arrestato a Bruxelles, e l'anno seguente fu condannato a morte con l'accusa di diffondere il luteranesimo. Venne legato ad un palo, strangolato e il suo corpo venne, in seguito, bruciato sul rogo. Si narra che le sue ultima parole siano state: “Signore, apri tu gli occhi al Re d'Inghilterra!”. 
[3]  Riportiamo qui il primo decreto sui libri sacri del Concilio di Trento, Sessione IV (8 Aprile 1546).Il sacrosanto, ecumenico e generale concilio tridentino, legittimamente riunito nello Spirito Santo, sotto la presidenza dei medesimi tre legati della sede apostolica, ha sempre presente che, tolti di mezzo gli errori, si conservi nella chiesa la stessa purezza del Vangelo, quel Vangelo che, promesso un tempo attraverso i profeti nelle scritture sante, il signore nostro Gesù Cristo, figlio di Dio, prima promulgò con la sua bocca, poi comandò che venisse predicato ad ogni creatura per mezzo dei suoi apostoli, quale fonte di ogni verità salvifica e della disciplina dei costumi. E poiché il sinodo sa che questa verità e disciplina è contenuta nei libri scritti e nelle tradizioni non scritte - che raccolte dagli apostoli dalla bocca dello stesso Cristo e dagli stessi apostoli, sotto l’ispirazione dello Spirito santo, tramandate quasi di mano in mano, sono giunte fino a noi, — seguendo l’esempio dei padri ortodossi, con uguale pietà e pari riverenza accoglie e venera tutti i libri, sia dell’antico che del nuovo Testamento, - Dio, infatti, è autore dell’uno e dell’altro ed anche le tradizioni stesse, che riguardano la fede e i costumi, poiché le ritiene dettate dallo stesso Cristo oralmente o dallo Spirito santo, e conservate con successione continua nella chiesa cattolica. E perché nessuno possa dubitare quali siano i libri accettati dallo stesso sinodo come sacri, esso ha creduto opportuno aggiungere a questo decreto l’elenco. Dell’Antico Testamento: i cinque di Mosè, e cioè: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio; Giosuè, Giudici, Ruth; i quattro dei Re; i due dei Paralipomeni; il primo e il secondo di Esdra (che è detto di Neemia); Tobia, Giuditta, Ester, Giobbe; i Salmi di David; i Proverbi, l’Ecclesiaste, il Cantico dei cantici, la Sapienza, l’Ecclesiastico, Isaia, Geremia con Baruch, Ezechiele, Daniele; i dodici Profeti minori, cioè: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia; i due dei Maccabei, primo e secondo. Del nuovo Testamento: i quattro Evangeli: secondo Matteo, Marco, Luca, Giovanni; gli Atti degli apostoli, scritti dall’evangelista Luca; le quattordici Lettere dell’Apostolo Paolo: ai Romani, due ai Corinti, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, due ai Tessalonicesi, due a Timoteo, a Tito, a Filemone, agli Ebrei; due dell’apostolo Pietro, tre dell’apostolo Giovanni, una dell’apostolo Giacomo, una dell’apostolo Giuda, e l’Apocalisse dell’apostolo Giovanni. Se qualcuno, poi, non accetterà come sacri e canonici questi libri, interi con tutte le loro parti, come si è soliti leggerli nella chiesa cattolica e come si trovano nell’edizione antica della volgata latina e disprezzerà consapevolmente le predette tradizioni, sia anatema.Sappiano quindi tutti, con quali argomenti lo stesso sinodo, posto il fondamento della confessione della fede, procederà, e soprattutto di quali testimonianze e difese si servirà nel confermare gli insegnamenti e nel riformare i costumi nella chiesa. 
[4] Riportiamo qui il secondo decreto sui libri sacri del Concilio di Trento, Sessione IV (8 Aprile 1546).Lo stesso sacrosanto sinodo, considerando, inoltre, che la chiesa di Dio potrebbe ricavare non piccola utilità, se si sapesse quale, fra tutte le edizioni latine dei libri sacri, che sono in uso, debba essere ritenuta autentica, stabilisce e dichiara che questa stessa antica edizione volgata, approvata nella chiesa dall’uso di tanti secoli, si debba ritenere come autentica nelle pubbliche letture, nelle dispute, nella predicazione e che nessuno osi o presuma respingerla con qualsiasi pretesto. Inoltre, per reprimere gli ingegni troppo saccenti, dichiara che nessuno, basandosi sulla propria saggezza, negli argomenti di fede e di costumi, che riguardano la dottrina cristiana, piegando la sacra Scrittura secondo i propri modi di vedere, osi interpretarla contro il senso che ha (sempre) ritenuto e ritiene la santa madre chiesa, alla quale spetta di giudicare del vero senso e dell’interpretazione delle sacre scritture o anche contro l’unanime consenso dei padri, anche se queste interpretazioni non dovessero esser mai pubblicate. Chi contravvenisse sia denunciato dagli ordinari e punito secondo il diritto. Ma, volendo anche com’è giusto, imporre un limite in questo campo agli editori, i quali, ormai, senza alcun criterio - credendo che sia loro lecito tutto quello che loro piace — stampano, senza il permesso dei superiori ecclesiastici, i libri della sacra scrittura con note e commenti di chiunque indifferentemente, spesso tacendo il nome dell’editore, spesso nascondendolo con uno pseudonimo, e - cosa ancor più grave, - senza il nome dell’autore, e pongono in vendita altrove, temerariamente, questi libri stampati, il concilio prescrive e stabilisce che, d’ora in poi la sacra scrittura - specialmente questa antica volgata edizione, sia stampata nel modo più corretto, e che nessuno possa stampare o far stampare libri di soggetto sacro senza il nome dell’autore né venderli in futuro o anche tenerli presso di sé, se prima non sono stati esaminati ed approvati dall’ordinario, sotto minaccia di scomunica e della multa stabilita dal canone dell’ultimo concilio Lateranense. Se si trattasse di religiosi, oltre a questo esame e a questa approvazione, siano obbligati ad ottenere anche la licenza dei loro superiori, dopo che questi avranno esaminato i libri secondo le prescrizioni delle loro regole. Chi comunica o diffonde per iscritto tali libri, senza che siano stati prima esaminati ed approvati, sia sottoposto alle stesse pene riservate agli stampatori. Quelli che li posseggono o li leggono, se non diranno il nome dell’autore, siano considerati come autori. L’approvazione di questi libri venga data per iscritto, e quindi sia posta sul frontespizio del libro, sia esso scritto a mano o stampato. L’approvazione e l’esame siano gratuiti, così che le cose da approvarsi siano approvate e siano riprovate quelle da riprovarsi. Volendo infine reprimere il temerario uso, per cui parole e espressioni della sacra scrittura vengono adattate e contorte a significare cose profane, volgari, favolose, vane, adulazioni, detrazioni, superstizioni, incantesimi empi e diabolici, divinazioni, sortilegi, libelli diffamatori, il concilio comanda ed ordina per togliere di mezzo questo irriverente disprezzo, ed anche perché in avvenire nessuno osi servirsi, in qualsiasi modo, delle parole della sacra scrittura per indicare simili cose, che tutti i corruttori e violatori della parola di Dio, siano puniti dai vescovi secondo il diritto o la discrezione dei vescovi stessi. 
[5]  Si trattava, più precisamente, dei seguenti manoscritti: 1eap (XII secolo), 1r (XII secolo), 2e (XII-XIIIsecolo), 2ap (XII secolo), 4ap (XV secolo) e 7p (XIV-XV secolo).  
[6]  Secondo Wescott e Hort sarebbe possibile identificare ben quattro grandi famiglie testuali: il testo occidentale, il testo cesariense, il testo bizantino ed il testo neutrale.  
[7] Riportiamo qui alcune dichiarazioni di fede dei fratelli evangelici che, durante la Riforma, generarono il panico nella Chiesa Cattolica: ·              “È così che, con un simile atto, il nostro fedele Salvatore ha fatto sentire in questo tempo la sua presenza favorevole nella chiesa olandese da anni dolorosamente afflitta. Poiché dopo essere stata liberata dalla mano potente di dio dalla tirannia dell'anticristo romano e dell'orrenda idolatria del papato e conservata spesso miracolosamente dai pericoli di una lunga guerra, questa chiesa, molto fiorente grazie all'accordo che vi si vede in verità di dottrina e disciplina, a lode del suo Dio, per il mirabile accrescimento della Repubblica e la gioia della cristianità riformata fu, da Jacobus Arminius ed i suoi seguaci - avendo essi preso il nome di Rimostranti - prima subdolamente sollecitata, poi apertamente attaccata con diversi errori sia antichi che nuovi”. [Canoni di Dordrecht, IV capoverso, 1618-1619].  ·              “Non v'è altro capo della chiesa se non il Signore Gesù Cri­sto. Il Papa di Roma non può essere in alcun senso il capo della chiesa, ma è l'anticristo, quell'uomo di peccato e figliolo di perdizione, il quale si innalza nella chiesa contro Cristo, e contro tutto quello che è chiamato Dio”. [Confessione di Fede di Westminster XXV, 6, 1646]. ·              “Il Papa di Roma non può essere in nessun senso capo della chiesa, ma è l'anticristo, l'uomo del peccato ed il figlio della perdizione il quale si innalza nella chiesa contro Cristo e contro tutto quello che è chiamato Dio e che il Signore annienterà con l'apparizione della sua venuta”. [Confessione di Fede Battista, XXVI, 4, 1689]  
[8] Riportiamo alcuni punti tratti dal Catechismo Maggiore di San Pio X (1905). Tali posizioni  possono essere criticate o condivise, possono essere considerate opportune o inopportune, oscurantiste o illuminate, prudenti o severe, attuali o superate. Vanno comunque conosciute e rispettate come di solito si  rispettano le scelte educative di una buona madre nei confronti dei propri figli. ·              883 D. È necessaria a tutti i cristiani la lettura della Bibbia? R. La lettura della Bibbia non è necessaria a tutti i cristiani, ammaestrati come sono dalla Chiesa, ma però è molto utile e raccomandata a tutti. ·              884 D. Si può leggere qualunque traduzione volgare della Bibbia? R. Si possono leggere quelle traduzioni volgari della Bibbia, che sono riconosciute fedeli dalla Chiesa cattolica, e sono accompagnate da spiegazioni approvate dalla Chiesa medesima.  ·              885 D. Perché si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia, che sono approvate dalla Chiesa? R. Si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia che sono approvate dalla Chiesa, perché essa sola è legittima custode della Bibbia.  ·              886 D. Per mezzo di chi possiamo noi conoscere il vero senso delle Sacre Scritture? R. Il vero senso delle Sacre Scritture noi possiamo conoscerlo solo per mezzo della Chiesa, perché solo la Chiesa non può errare nell'interpretarle. ·              887 D. Che dovrebbe fare il cristiano se gli venisse offerta la Bibbia da un protestante o da qualche emissario dei protestanti? R. Se ad un cristiano venisse offerta la Bibbia da un protestante, o da qualche emissario dei protestanti, egli dovrebbe rigettarla con orrore, perché proibita dalla Chiesa; che se l'avesse ricevuta senza badarvi, dovrebbe tosto gettarla alle fiamme, o consegnarla al proprio parroco.  ·              888 D. Perché la Chiesa proibisce le Bibbie protestanti? R. La Chiesa proibisce la Bibbie protestanti perché o sono alterate e contengono errori, oppure, mancando della sua approvazione e delle note dichiarative dei sensi oscuri, possono nuocere alla Fede. Per questo la Chiesa proibisce eziandio le traduzioni della Sacra Scrittura già approvate da essa, ma ristampate senza le spiegazioni dalla medesima approvate. 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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18/12/2008 22:40
 
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Amici....
al di la dei toni di questo documento che, non dimentichiamo è stato redatto nel 1844....vorrei farvi notare come il papa Gregorio XVI, aveva già individuato i pericoli di una scorretta stampa, divulgazione e interpretazione della Bibbia....

Quindi se da una parte, giunti all'anno 2008 siamo tenuti ad avere toni più rilassanti e di dialogo con chi la pensa diversamente poichè abbiamo imparato a riconoscere che lo Spirito "soffia dove e come vuole" all'interno del Progetto della Santa Trinità per salvare quante più persone è possibile... instaurando e seminando la Parola di Dio ovunque...e se è vero che le Società Bibliche di cui parla il Pontefice nel testo hanno ridimensionato i loro atteggiamenti nei confonti della Chiesa raggiungendo accordi con la stessa per trovare INTERPRETAZIONI dagli originali che trovino fra i cristiani punti di comunione....ciò non toglie che il cuore dell'argomento trattato è di odierna considerazione...e che riprende le stesse preoccupazioni dell'attuale pontefice...quando al recente Sinodo sulla Sacra Scrittura ha ribadito l'importanza di una interpretazion biblica alla luce DELLA TRADIZIONE E DELLA TEOLOGIA CATTOLICA e per il qul Sinodo attendiamo per marzo 2009 il Documento finale a firma di Benedetto XVI....[SM=g7554]

Inserisco alcuni stralci, al termine il collegamento al Totus Tuus, dove ho trovato il documento intero!
Gregorio XVI
Inter praecipuas


Fra le più sottili scaltrezze con le quali ai nostri giorni gli acattolici di diverse denominazioni tendono insidie ai cultori della verità cattolica, cercando di allontanare gli animi dalla purezza della Fede, non occupano l’ultimo posto le Società Bibliche le quali, istituite in Inghilterra e poi ampiamente diffuse ovunque, vediamo concordemente impegnate a tradurre in tutte le lingue volgari i libri delle divine Scritture, diffondendone un gran numero di esemplari, senza alcun discernimento, fra i Cristiani e gl’Infedeli, invitandoli alla lettura senza alcuna guida. In questo modo, come già ai suoi tempi lamentava Girolamo , vogliono rendere accessibile agli uomini di qualsiasi condizione, anche "alla garrula vecchietta, al vecchio ormai delirante, al verboso sofista e a tutti", purché sappiano leggere, l’arte di comprendere le Scritture, senza la guida di un maestro: anzi (quello che è addirittura assurdo, anzi inaudito) non escludono da questa comprensione neppure le popolazioni degli Infedeli.


(che tradotto oggi vuol dire coloro che non hanno ricevuto una preparazione catechistica..)


Certamente non vi sfugge, Venerabili Fratelli, dove vogliono arrivare gli sforzi di quelle Società. Infatti, ben conoscete l’ammonimento di Pietro, Principe degli Apostoli, il quale, dopo aver lodato le epistole di San Paolo, afferma che "in esse ci sono alcune cose difficili da comprendere; gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari di altre Scritture, procurandosi la rovina". Ma subito aggiunge: "Fratelli, essendo stati preavvertiti, state in guardia per non venire meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dagli errori degli empi" (2Pt 3,16.17).

Voi conoscete pure l’arte che fin dalla prima epoca del nome cristiano fu propria degli eretici: ripudiata la parola di Dio, quale risuona nella Tradizione, e, respinta l’autorità della Chiesa Cattolica, cercare di manomettere il testo delle Scritture o di travisarne il senso nell’esposizione . Neppure ignorate quanta diligenza e quanta sapienza siano necessarie nel tradurre fedelmente in altra lingua le parole del Signore; onde nulla di più facile che, o per ignoranza, o per frode di tanti interpreti, s’insinuino gravissimi errori nelle innumerevoli versioni delle Società Bibliche: errori che per la loro moltitudine e varietà restano nascosti a lungo, a danno di molti. A queste Società Bibliche non importa un gran che se coloro che leggono la Bibbia nelle diverse traduzioni cadono in diversi errori, purché a poco a poco acquistino l’abitudine d’interpretare il senso delle Scritture secondo il proprio giudizio, disprezzando le divine tradizioni custodite nella Chiesa Cattolica secondo l’insegnamento dei Padri, anzi rigettando lo stesso magistero ecclesiastico.


Per raggiungere tale scopo, questi diffusori della Bibbia non cessano di calunniare la Santa Chiesa e questa Sede di Pietro accusandole, nel corso di tanti secoli, di essersi adoperate per tenere il popolo fedele lontano dalla conoscenza delle sacre Scritture, quando, anzi, esistono tanti chiarissimi documenti di un’impegnativa sollecitudine con la quale, anche nei tempi a noi più vicini, i Sommi Pontefici (e sotto la loro guida altri Vescovi cattolici) si sono sforzati affinché le loro popolazioni cattoliche fossero accuratamente istruite nella Parola di Dio, sia scritta, sia viva nella tradizione.


Del resto, per quanto riguarda la Bibbia tradotta in diverse lingue volgari, già da secoli i sacri Prelati di vari paesi furono talvolta costretti a più attenta vigilanza o perché quelle versioni si leggevano in segrete adunanze, oppure venivano dispendiosamente diffuse dagli eretici. A questo si riferivano gli ammonimenti e le cautele di Innocenzo III, Nostro Predecessore di gloriosa memoria, a proposito delle adunanze miste di uomini e di donne che si svolgevano in segreto nella Diocesi di Metz , sotto il velo della pietà, con il pretesto di leggere le Sacre Scritture; si aggiungano poi le proibizioni delle Bibbie in lingua volgare che non molto tempo dopo si ebbero in Francia e, prima del secolo XVI, anche in Spagna . Ma fu necessario un più ampio provvedimento quando gli acattolici Luterani e Calvinisti osarono contestare la dottrina immutabile della Fede con un’incredibile varietà di errori; quando nulla lasciarono d’intentato per ingannare le menti dei fedeli con perverse interpretazioni delle Sacre Scritture pubblicate per i loro seguaci nella lingua del popolo.


Il resto leggetelo voi.....in:


http://digilander.iol.it/magistero/g16intep.htm


[SM=g7574]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/07/2013 23:53
 
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LA BIBBIA? VIETATA AI CRISTIANI 
(11/97)

Cosí il libro sacro fu messo al rogo dal Sant'Uffizio



Il solito articolo contro la Chiesa? Non esattamente. 
L'8 giugno scorso, a pagina 27 del quotidiano La Stampa, dedicata a "Società e Cultura", si leggeva il curioso titolo che abbiamo riprodotto qui sopra. Due ulteriori espressioni introduttive, poste in bell'evidenza una a fianco dell'altra, rendevano chiara la chiave di lettura dell'articolo che ne seguiva: 
       Era proibito leggerla in traduzione e si poteva rischiare la vita
     Mentre l'infanticidio suscitava scarsissima attenzione ideologica

Leggendo il pezzo, ci siamo resi conto che si trattava solo di "pubblicità", cioè del fatto che dovendo istigare all'acquisto di due libretti da poco pubblicati da due note case editrici "laiche", bisognava pur colpire l'immaginazione della "gente" e quindi bisognava "spararle" piú grosse che mai. 
Non sappiamo quanto l'"operazione" pubblicitaria, camuffata da informazione culturale, sia riuscita, cosa che non ci interessa affatto, ma siamo certi che la disinformazione ha aggiunto un nuovo tassello al mosaico della variopinta ignoranza che è ormai da anni l'idolo a cui sacrificano i novelli sacerdoti della cultura di massa o della massificazione della cultura che dir si voglia. 
Il contenuto del pezzo rivelava infatti la solita "documentazione": estremamente superficiale e correntemente contraddittoria. 
Confessiamo che non ci importa un bel niente dei convincimenti autolesivi di certi "intellettuali": ognuno è padrone di scavarsi la fossa che vuole; riteniamo però che non sia inutile sfatare certe leggende care alla pubblicistica atea che da alcuni secoli ha in odio Dio, i Suoi Santi e la Sua Chiesa. 

«…per oltre due secoli, fino alla metà del Settecento, la lettura della Bibbia è stata proibita ai cattolici, ad eccezione di coloro che erano in grado di leggerla in latino, e cioè un'infima minoranza di laici.». 
La colpa è tutta del Concilio di Trento! Si comprende cosí che questo famoso Concilio sicuramente sarà stato una sorta di antro oscuro affollato da stranissimi personaggi affetti dalle piú deprecabili manie persecutorie. 
Un bel giorno, si riuniscono e decidono di dar fuoco alla Bibbia! 
In realtà, fino al 1500, per circa 15 secoli i cristiani hanno sempre e comunque avuto modo di leggere la Bibbia, gli scritti dei Padri, quelli dei religiosi, quelli dei laici, dei cristiani, dei non cristiani, dei burloni, dei filosofi, ecc.; e la cosa si è protratta anche dopo il 1500, e anche dopo il l700, e anche fino ad oggi: solo che, non per colpa della Chiesa, i libri si son potuti sempre leggere a condizione che fossero stati prima scritti, e soprattutto a condizione che si sapesse leggere.
A quanto ci risulta gli analfabeti non hanno mai avuto la possibilità di leggere i libri, per il semplice fatto  che non sanno leggere: e gli analfabeti, nel 1500, erano molto di piú del 90 per cento della popolazione italiana ed europea. 
Dire che la lettura della Bibbia è stata proibita ai cattolici, tranne a coloro che sapessero il latino, significa dire che non era proibita a nessuno: perché gli analfabeti non l'avrebbero comunque letta, sia in latino sia in ostrogoto, mentre tutti gli altri conoscevano benissimo il latino. 

L'articolista forse non lo sapeva: ma per un "intellettuale" l'ignoranza su ciò di cui tratta è sintomo di pochezza mentale. 
Quando si scrive:«ad eccezione… di un'infima minoranza di laici.», si deve presumere che chi lo scrive non sappia che quell'infima minoranza costituiva TUTTA l'intellighenzia laica del tempo, e cioè tutti i laici che in quel tempo erano in grado di leggere e di scrivere, compresi quelli che si potrebbero paragonare ai piú impreparati dei "volgarizzatori" moderni. Insomma, a rileggere il pezzo è piú che evidente, anche per il meno preparato, che la Chiesa non ha mai proibito, né ostacolato, la lettura, non solo della Bibbia, ma di qualsiasi altro scritto foss'anche "laico" e profano, salvo quelli, ovviamente, contrari alla fede e alla salute spirituale e materiale dei fedeli. 
La proibizione della diffusione, e non della lettura, della Bibbia in volgare (e cioè in tedesco, francese, italiano, ecc.) si fondava sul gravissimo precedente di Lutero che, traducendo, facendo stampare e diffondendo la Bibbia in tedesco, aveva utilizzato il tutto per far dire alla Bibbia ciò che lui e i suoi amici volevano e per condurre in porto l'azione clerico-politica del distacco della Germania dalla comunione con Roma; instaurando la cosiddetta Riforma, che divenne poi la madre dei lumi e del modernismo.
Qualunque prete di campagna, preoccupato per la sorte dei propri parrocchiani, sarebbe corso al riparo. Tanto piú che la Bibbia in volgare non si stampava, allora, per l'istruzione popolare, come credono certi sempliciotti che ultimamente sono diventati scrittori e giornalisti: al popolo, non solo non gliene importava un bel niente delle Scritture in volgare, ma non sapeva neanche che farsene perché non sapeva leggere e non aveva alcuna intenzione di imparare a farlo (come è stato fino al '900). Le bibbie tradotte in volgare furono fin dal primo loro apparire lo strumento dell'intellighentia omocentrica, sia laica sia chierica, per attaccare e scardinare l'autorità del Magistero della Chiesa, al fine di giungere al disconoscimento dell'autorità di Dio e all'illusorio trionfo della supremazia dell'uomo sul divino, della creatura sul Creatore.
Purtroppo bisogna riconoscere che, nonostante gli sforzi del Concilio di Trento e del Sant'Uffizio, l'azione di argine contro il dilagare del malcostume e dell'errore non ha prodotto i frutti sperati: e oggi ci ritroviamo con tanti ignorantelli che discettano di tutto, soprattutto di ciò di cui non sanno niente. 
Ne abbiamo un esempio quando leggiamo frasi come queste: «Concetti come la difesa della vita… erano del tutto ignorati dalla Chiesa trionfante della Controriforma. Problemi come l'aborto, che a quel tempo si presentava nella forma ancora piú grave dell'infanticidio, suscitavano scarsissima attenzione sul piano ideologico;…». 
Come dire che nel 1500 della vita non gliene importava niente a nessuno, e meno che meno ai preti, i quali, con la complicità dei loro parrocchiani, lasciavano ammazzare i bambini a piacimento, prima e dopo nati. 
Intendiamoci, mica tutti, solo quelli asserviti allo strapotere della Chiesa della Controriforma. 
Che tempi! Che gentaglia! 

Dobbiamo subito dire, però, che nella frase che abbiamo citata vi è una di quelle furberie che vengono usate ad arte per dire una cosa intendendone un'altra, cosí che se qualcuno si fermasse al solo significato immediato (e cioè la stragrande maggioranza dei lettori), in fondo è colpa sua che ha capito male! 
Il nostro acculturato divulgatore afferma letteralmente: «…suscitavano scarsissima attenzione sul piano ideologico; benché…». 
Che sottigliezza, ragazzi! Che cultura! «sul piano ideologico», vuoi mettere! e tutta un'altra cosa! 
Infatti subito si affretta a precisare che "sul piano pratico" quei bifolchi e quei mangiabambini dei preti controriformisti erano molto piú efficienti di quelli di oggi. 
Traduciamo noi, allora, la prosa criptica in questione: “Nel '500 la Chiesa si faceva carico, in maniera totale, dei problemi relativi alla vita, alle nascite, alla indigenza, alle necessità della gente, aiutando tutti nei modi e con i mezzi possibili; purtroppo questi problemi non li affrontava sul piano ideologico, cosa questa del tutto deprecabile.”
Pensate un po' che contorcimento mentale, non ci meraviglieremmo se l'estensore risentisse ancora di un forte mal di testa! 
Insomma, si vorrebbe sostenere che nel '500, quando non esistevano i partiti, le ideologie, le sociologie, ecc., la Chiesa aveva il grande torto di non occuparsene: è vero, era impegnata "sul piano pratico", ma non faceva convegni al "Circolo della Cultura", non organizzava incontri ai "Venerdí Letterarii",  non dibatteva sui giornali i grandi temi d'attualità, non si schierava con i partiti politici, non divulgava i testi marxisti, non si confrontava con il liberalismo e il radicalismo, “quindi” era da condannare! 
Sí, è vero, "sul piano pratico" la Chiesa del '500 era efficiente, aveva però una grande colpa: non la pensava come me! 
Belle pretese, non c'è che dire! Pretese che si spingono sino ad accusare l'attuale Sant'Uffizio (la Congregazione per la Dottrina della Fede) di inaudita e antistorica parzialità: «E forse, chissà, verrà un giorno in cui la sola idea di un archivio ecclesiastico vietato agli studiosi per ragioni ideologiche apparirà altrettanto assurda quanto quella che la Bibbia possa finire al rogo.» 
Per quanto ci riguarda ci auguriamo esattamente il contrario, anzi ci auguriamo che il moderno Sant'Uffizio si decida a mettere all'Indice tutti quei libelli, compresi quelli che osano presentarsi come dei trattati di teologia, scritti sia da laici sia da chierici, che sono contrari alla sana Dottrina e perniciosi per la salute spirituale dei credenti. 

Per quel che riguarda l'accesso agli archivi del Vaticano. Ci chiediamo con quale spudoratezza si pretenda di accedervi col preciso intento di trarne tutto il male possibile per la Chiesa, adducendo la solita inconsistente giustificazione dei "motivi di studio". Ammesso e non concesso che un senza Dio possa ancora chiamarsi legittimamente "uno studioso", per quale assurda concezione "ideologica" la Chiesa dovrebbe aprire i suoi archivi a chi la considera meno che niente, a chi odia la sua istituzione e il suo credo, a chi opera costantemente per la sua distruzione e per la perdizione dei suoi fedeli? 
Il fatto è che questi moderni tuttologi del nulla pretendono di poter dire tutto il male possibile di chiunque e di poterlo fare persino in casa dell'interessato. 
Potenza delle ideologie! 

CC


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