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Il RITORNO all'Eucarestia IN GINOCCHIO

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2015 23:56
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26/12/2008 21:24
 
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... ogni ginocchio si pieghi davanti AL SIGNORE (san Paolo)





Panis Angelicus

di Sua Eccellenza Reverendissima

Monsignor Andrea Gemma*

 

CITTA’ DEL VATICANO - Ha suscitato vivo interesse il fatto che il Santo Padre Benedetto XVI, nelle ultime pubbliche celebrazioni, abbia voluto dare un ulteriore segno della sua preoccupazione a che la celebrazione Eucaristica e il culto che ne deriva abbiano quella centralità e quel decoro che l’augustissimo Sacramento esige.

 

Egli, infatti, ha disposto che quanti hanno il privilegio di ricevere dalle sue mani il Corpo del Signore lo facciano devotamente in ginocchio. Non c’è bisogno di ricordare che tutte le Chiese cattoliche, fino al Concilio Vaticano II, avevano la cosiddetta “balaustra”, spesso preziosa opera d’arte.

 

A questa i fedeli che accedevano alla Santa Comunione si inginocchiavano per ottenere dal Sacerdote la Sacra particola. Altro segno evidente di grande devozione era il piattello metallico che passava di mano in mano e ciascuno, nell’atto di ricevere la Comunionecollocava sotto il mento al fine di evitare qualsiasi dispersione di frammenti.

 

In realtà, il Concilio e la sua riforma liturgica, attuata dal famigerato “Consilium ad exsequendam…”, nulla avevano detto a riguardo, per cui non sono mai mancati sacerdoti che hanno continuato nell’uso invalso.  Ora, il fatto che il Papa dia l’esempio di una più esigente forma di partecipazione e di devozione dei fedeli alla Santa Comunione, senza peraltro impartire disposizioni generali, sembra essere un chiaro invito a ritornare alla prassi antica o, perlomeno, a rivedere certi atteggiamenti piuttosto disinvolti che appannano la grandezza della Santa Eucaristia, “fonte e culmine di tutto il bene della Chiesa”.

 

È capitato anche - e il sottoscritto ne è stato testimone nella sua Chiesa - che qualche fedele, intimamente spinto dalla sua personale devozione, abbia voluto ricevere l’Eucaristia mettendosi in ginocchio: non gliel’ho mai impedito. Che il Cardinale Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, abbia fatto della liturgia e della sua celebrazione oggetto di particolari ed approfonditi studi, consegnati in altrettante pubblicazioni, piene di saggezza teologica, spirituale ed ascetica, è noto a tutti. È evidente che il Papa voglia essere coerente nei suoi atteggiamenti a ciò che ritiene assolutamente confacente all’altissimo Mistero.

 

Chi non ha visto il suo atteggiamento reverenziale e di profonda devozione nell’ultima Solennità del Corpo e Sangue di Cristo a Roma? Non pensiamo che egli voglia imporre a tutta la Chiesa con una nuova normativa, qualcosa che mostra di avere molto a cuore. È’ certo tuttavia che il suo esempio diventa per i pastori ed i fedeli un monito, una raccomandazione, un motivo di seria riflessione.

 

Abbiamo notato tutti come nella celebrazione dei Divini Misteri presieduti dal Santo Padre sia cambiato qualcosa nel senso che stiamo evidenziando. Non per nulla, in qualche occasione, Benedetto XVI non ha mancato di riferirsi alla dignità della celebrazione. È’ avvenuto nella Messa del Giovedì Santo di quest’anno e dell’anno scorso. Egli, inoltre, ha detto che gli sta a cuore che Roma in questo sia esemplare.

 

Starà ad ognuno di noi trarre da tutti questi accenni, scritti, parole e atteggiamenti le dovute conclusioni perché il culto Eucaristico, nella celebrazione e nella susseguente custodia ed adorazione, risplenda per una coerente chiarezza.

 

Se non andiamo errati, certe intemperanze celebrative di un rinomato gruppo ecclesiale sono state oggetto di giusta riprensione dai vari Sommi Pontefici e di vescovi, e c’è da sperare che l’approvazione recente del rispettivo statuto, sapientemente corretto, metta finalmente le cose a posto, di modo che i fedeli - tutti, anche quelli appartenenti a gruppi determinati - sentano la necessità di una piena adesione alle norme liturgiche, vivificandole con un senso di profonda devozione.

 

Noi siamo convinti che l’aspetto conviviale della “Santa Cena” non potrà mai minimamente oscurare il tremebondo rispetto dovuto all’augustissima Presenza. Grazie a Benedetto XVI, il quale, con la solita semplicità e umiltà, non nasconde la fermezza con cui esige quanto l’insegnamento costante della Chiesa ha sempre inculcato.

 

*Vescovo di Santa Romana Chiesa

 

http://www.papanews.it/dettaglio_approfondimenti.asp?IdNews=8140#a

QUESTO E' IL MIO CORPO.....
QUESTO E' IL MIO SANGUE....

 

 

San Padre Pio spiega la devozione nella Messa
:)

Un giorno i frati chiesero a padre Pio: "Padre, spiegateci la Messa!"

Figlioli miei - disse padre Pio- come posso spiegarvela? La Messa è infinita come Gesù! Chiedete ad un Angelo che cosa sia la Messa ed egli vi risponderà con verità: "Capisco che cosa e perchè si fa, ma non è possibile rendere chiaro la quantità del suo valore, nè l'estensione"
Un angelo, mille Angeli, tutto il Cielo sanno questo e lo partecipano ad ogni Messa, ma nulla al mondo vi potrà spiegare il Mistero nascosto in Essa....

- Padre, ma almeno spiegateci come dobbiamo ascoltare la Messa?

Figlioli miei, rispose padre Pio, nulla di più semplice: dovete assistervi come assistettero la Santissima Vergine e le pie Donne, come assistette san Giovanni sia all'ultima Cena quando pose il suo capo sul cuore di Gesù e come quando stette sotto la Croce.
Avete visto come è semplice? non servono nuove liturgie, la Chiesa ci ha dato tutto, occorre imparare a stare come ai piedi della Croce. Cosa fece la Madonna Santissima? Piangendo! Come sta una persona mentre una spada le trapassa l'anima? Ecco, così dobbiamo stare alla Messa specialmente nella Consacrazione, anzi è lì che dobbiamo piangere, dobbiamo chiedere di provare tuttociò che patì la santa Madre, non v'è altro modo per stare alla Messa!

- Padre, quali benefici riceviamo assistendo alla Messa?

Figlioli cari, e chi può numerarli? Essi sono più infiniti delle stelle del cielo, non si contano le grazie, ma ne vedrete i frutti in Paradiso, questo ve lo posso assicurare anch'io.

- Padre quali attegiamenti dobbiamo assumere alla Messa?

Figlioli miei, rispose il padre, il primo ve l'ho elencato, quello assunto dalla Santa Madre sotto la Croce è il più perfetto, direi l'unico che può portare infinite grazie. Sapere che la Madre di Dio tanto ha sofferto li, in quella posizione, con un attacco al suo Cuore Immacolato, come non possiamo piegare le nostre ginocchia anche noi durante la Consacrazione e restarci fino a che il Signore si degnerà di venire a noi? Come non prendere il Corpo che ci viene dato assumendo la posizione di colui che piega le ginocchia davnti al più grande de PRODIGI? Con carità occorre educare i fedeli a ricevere Gesù in ginocchio, perchè è scritto "che ogni ginocchio si pieghi" davanti a LUI, e se i fedeli non si inginocchieranno davanti all'Eucarestia, quando e dove lo potrebbero mai più fare in terra?

- Padre, da domani saremo sacerdoti, come dovremo celebrare la Messa?

Figlioli solo due sono i modi della perfezione: state in grazia di Dio, confessatevi almeno una volta alla settimana, anche ogni giorno se fosse necessario, fate molta penitenza, ed obbedite alla lettera alle Leggi della Santa Madre Chiesa, non vi è altro manuale che possa insegnare come si deve celebrare la Messa.

 


Associazione Opus Mariae Mater Ecclesiae

 

http://www.opusmariae.it/

         



Diffondiamo la santa e vera Tradizione....




[Modificato da Caterina63 06/05/2015 09:49]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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