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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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"E' lecito pagare il tributo a Cesare?" (Matteo 22,17)

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 21:51
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Sesso: Femminile
27/12/2008 16:24
 
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...si, ma lasciando a Dio ciò che gli appartiene...



Leggiamo tante volte L'USO, L'ABUSI E LA STRUMENTALIZZAZIONE DI QUESTA FRASE del Vangelo, dimenticando forse che tale risposta risposta  di Geù è molto più enigmatica di quel che non si crede.....e si allarga la sua interpretazione anche ad altri aspetti che non siano solo quelle del denaro........
Dunque qui non tratterò il caso Cesare per quel che riguarda LE TASSE.....vorrei andare oltre perchè la risposta che Gesù diede non riguardava solo i tributi.......
I farisei, ansiosi di tendere un tranello a Gesù, gli mandarono i loro seguaci, assieme agli erodiani, parteggianti per la politica di Roma, per porgli questa domanda: "E' lecito pagare il tributo a Cesare?" (Matteo 22,17)
Il tributo di allora aveva un carattere di assoggettamento: era una contribuzione imposta da un conquistatore ad un vinto (Roma aveva conquistato la Palestina con la forza delle armi)..... Gesù iniziò con lo smascherare il gioco degli inviati dicendo:
"Ipocriti, perché mi tentate con questo tranello?" .....[SM=g1740730]
Dopodiché, dopo essersi fatta mostrare la moneta del tributo, e avendo fatto notare l'effige che sopra vi era impressa..... disse loro "Date a Cesare ciò che appartiene a Cesare e a Dio ciò che appartiene a Dio".
Lo scopo ordinario di coloro che citano questa frase.... è di voler dimostrare che pagare le imposte è un dovere anche cristiano, così come....attenzione.....tale frase è usata PER SEPARARE LE QUESTIONI POLITICHE DA QUELLE DELLA CHIESA....come dire: "TU CHIESA, FATTI I FATTI TUOI.."
E lo fanno anche con molta eloquenza.... perché si fermano alla prima metà della frase....: quella cioè che riguarda Cesare; l'altra, invece... riguardante ciò che appartiene a Dio, passa nell'ombra, talmente ha importanza Cesare nei loro discorsi....[SM=g7574]
Facciamoci una domanda:

Ma ciò che appartiene a Cesare è illimitato?....[SM=g7574]  Davvero appartiene TUTTO A CESARE? E come mai assistiamo al particolare che Gesù fa notare l'effige che vi è impressa sulla moneta?
Partiamo da un fatto: non tutto gli può appartenere!.....
E' assurdo dare a Cesare tutto ciò che egli domanda.....[SM=g1740730]
 Questi Cesari che si sono succeduti nella storia......in fondo si ritrovano di fronte a Pietro nella successione apostolica della Chiesa che tramanda ai suoi questa lezione del Vangelo...[SM=g7609]   Oggi, questi Cesare si sono adoperati in effigi che si chiamano IDEOLOGIE-BANDIERE...... ed hanno comunemente l'abitudine di avere un difetto: RITENERE DI ESSERE E DI ESPRIMERE IN ASSOLUTO LA VOLONTA' DEL POPOLO E DUNQUE TUTTO CIO' CHE RIGUARDA IL POPOLO, LA SOCIETA'......TUTTO GLI APPARTIENE......o meglio: tutto essi possono gestire..... nel senso che non si preoccupano di considerare che ci sono delle cose che appartengono all'UOMO e che essi truffano con dei falsi traguardi, con delle leggi accomodanti che possano introdurre un concetto DI UGUAGLIANZA CHE NON E' NATURALE....[SM=g1740729] 
Cesare, ben inteso, è il governo..... o meglio i governi, nei quali vi sono tanti Cesari (i politici nel Parlamento, gli onorevoli....) quanti sono i gradi diversi dei ministri nella struttura politica di un Paese..... Abbiamo Cesari municipali, Cesari provinciali, regionali..... fra un po' avremo Cesari federali. Manca solo che ci si imponga un Cesare sopranazionale a giurisdizione mondiale, per coronare la piramide.......ma non è fanta politica....L'UNIONE EUROPEA NE E' UN ABBOZZO....

volete un esempio?

Zapatero NON avrebbe mai potuto fare la Legge che ha fatto perchè LA COSTITUZIONE SPAGNOLA LO VIETA.....che ha fatto allora il furbo? HA USATO LA COSTITUZIONE EUROPEA LA QUALE E' AL DI SOPRA DELLE COSTITUZIONI NAZIONALI E CHE PREVEDEVA NEI SUOI ARTICOLI QUELLO CHE ZAPATERO NON HA FATTO ALTRO CHE USARE E TRADURRE IN LEGGE
..........
avete capito come ha fatto?[SM=g1740730]
Idem in Italia.....LA NOSTRA COSTITUZIONE NON POTRA' MAI FAR AVANZARE UNA LEGGE FAVOREVOLE ALLE COPPIE OMOSESSUALI PERCHE' LA COSTITUZIONE PROTEGGE IL CONCETTO DI FAMIGLIA QUALE FONDAMENTA DELLA NOSTRA SOCIETA'.......TUTTAVIA, "DOMANI"....ESSENDOCI RIUSCITO ZAPATERO, ANCHE DA NOI SI POTRA' USARE LO STESSO ESPEDIENTE E LA LEGGE PASSERA' SENZA NEPPURE LA CONSULTAZIONE REFERENDARIA.......perchè? Perchè LA COSTITUZIONE EUROPEA CHE SI E' RIFIUTATA DI DARE A DIO QUEL CHE E' DI DIO, HA PENSATO SOLO A CESARE E ALLA SUA EFFIGE.....DI CONSEGUENZA QUESTI ARTICOLI SONO SUPERIORI ALLE COSTITUZIONI DEI SINGOLI PAESI....[SM=g1740730] ....
per questo dicevo:Abbiamo Cesari municipali, Cesari provinciali, regionali..... fra un po' avremo Cesari federali. Manca solo che ci si imponga un Cesare sopranazionale a giurisdizione mondiale, per coronare la piramide.....La Costituzione Europea PRIVA DELLE RADICI CRISTIANE E PRIVA DEL RIFERIMENTO A DIO E' DI FATTO UN CESARE SUPERIORE A TUTTI GLI ALTRI CESARE COME ZAPATERO HA ABILMENTE DIMOSTRATO......
Rendere a Cesare quello che appartiene a Cesare.... non deve essere proclamato per autorizzare Cesare a prendersi (o a insegnare....) quello che non gli appartiene.....
Neppure Cesare si deve permettere di togliere al popolo ciò che appartiene al popolo per darlo a Mammona...[SM=g1740730] ...

Oggi i governi, tutti i governi commettono questa doppia colpevolezza.....l'essere umano "che Dio ha posto alla sommità dell'universo visibile facendolo, in economia come in politica, la misura di ogni cosa" non deve essere sempre posto al primo rango delle realtà terrestri?..... Non recitava così perfino l'enciclica "Divini Redemptoris"?
La persona nasce in una famiglia, ed è cresciuta in una famiglia.... la famiglia è la sola società temporale stabilita direttamente dalla natura delle cose....CREATE ED ORDINATE DA DIO.... ed è la cellula dell'organismo sociale....ed è quel DARE A DIO CIO' CHE E' DI DIO........
LA PERSONA UMANA DUNQUE NON APPARTIENE NE' A SE' STESSA NE' TANTO MENO A CESARE.........ESSA APPARTIENE A DIO........
 Paolo stesso ci ricorda che NEPPURE IL NOSTRO CORPO CI APPARTIENE...CHE NON SIAMO PADRONI DEL NOSTRO CORPO........MA CHE DIVENTIAMO POSSESSORI DI UN BENE (IL CORPO DEL CONIUGE) RECIPROCAMENTE PERCHE' VI E' IN QUESTO LA COLLABORAZIONE AL PROGETTO DI DIO CHE GLI APPARTIENE TOTALMENTE........
Mammona non è un Cesare legittimo..... Non c'è nulla che appartenga a Mammona....per questo Gesù ne fa un riferimento quasi ironico.... perché niente appartiene di diritto a Mammona (neanche il suo nome: Paolo di Tarso lo chiamava Belial, Leopardi lo chiamava Arimane, ma lo si potrebbe chiamare ancora "vitello d'oro"). Mammona è....più semplicemente.... un intruso, un impostore, un ladro, un tiranno.....Per questo Gesù ammonisce:

Matteo 6:24

Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.......... E Mammona....invece.... è divenuto il sovrano supremo, addirittura....al di sopra di Cesare, al di sopra dei più possenti Cesari del mondo.....E' LA LIBERTA' DI PENSIERO INTESA COME RELATIVISMO, INSUBBORDINAZIONE AL DARE A DIO CIO' CHE E' DI DIO.....DISOBBEDIENZA ALLE LEGGI DI DIO....[SM=g1740730]

Il vero pericolo del sincretismo delle fedi sta anche in questo.....SERVIRE CONTRO IL MONITO DI CRISTO: DIO E MAMMONA....ACCONTENTARSI di accontentare TUTTI e chiunque...cristiani che difendono l'essere cristiani ma poi sono favorevoli ALL'EFFIGE DI CESARE E SERVONO MAMMONA.......con l'aborto, il divorzio, l'eutanasia, l'omosessualità....ecc.....ORA ANCHE A GIOCARE A FARE DIO CON GLI EMBRIONI.......contro il Samo 138....[SM=g7831]


Per concludere, per ora....c'è un altro passo del Vangelo che riguarda sempre una somma da pagare.....è un'altra occasione, meno citata, ma molto interessante, dove Gesù ebbe a che fare con  una tassa....una imposta. E, questa volta, non si trattava di dare un tributo al vincitore.... ma d'una imposta stabilita dalla stessa nazione giudea per la manutenzione del tempio, perchè imposta dall'occupate romano che traeva contributi anche per il Tempio (Matteo 17, 24-36).
 
Gli esattori di questa tassa vennero da S. Pietro e gli domandarono: "Il vostro maestro Gesù non paga la tassa? Gesù disse a Pietro: "Vai in riva al lago, getta l'amo per pescare, e il primo pesce che abbocca tiralo fuori; aprigli la bocca e ci troverai una grossa moneta d'argento. Con questa moneta paga la tassa per me e per te". Pietro, pescatore di mestiere, ben fece tutto questo...OBBEDENDO ALLA RISOLUZIONE DELLA TASSA DA PAGARE.....


Qui osserviamo due cose:


1) Gesù pagherà solo PER LUI E PIETRO, ma non per gli altri eppure gli altri erano presenti....


2) secondo aspetto....Gesù NON FA OBIEZIONI.....quasi a riconoscere la giustizia di quella Tassa, altrimenti chi doveva pagare per IL TEMPIO DEL SIGNORE?


Qui non c'è solo il Tempio in mezzo, ma UN PO' TUTTO CIO' CHE RIGUARDA LA SOCIETA' CIVILE E LA SUA MANUTENZIONE.....ma questo è un altro discorso.......


Ritengo che per ora abbiamo tirato in ballo molti spunti su cui meditare.......pregandovi di non ridurre l'argomento ad una questione monetaria...


Segue la breve riflessione di un vescovo:

 

Dio e Cesare
Il progetto di Dio affidato alla sua Chiesa non è un progetto politico, non è un progetto di ordine materiale, per trasformare questo mondo, non è una filosofia, non deve scadere nella ideologia della Persona Cristo: la trasformazione di questo mondo verrà dall'accettazione del vero progetto di Dio, che è di ordine spirituale, e che ha, come conseguenza, un profondo effetto anche di ordine materiale e quindi morale. "Dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare": quella moneta recava certamente l'effigie dell'imperatore romano, che era l'oppressore; il popolo era sottomesso all'impero romano che imponeva con la forza delle armi il suo potere, oggi questo potere lo identifichiamo nelle leggi degli uomini che avanzano inesorabilmente contro la Legge universale di Dio e a queste i cattolici devono opporsi chiaramente, anche a costo della propria vita, devono lasciare a Cesare la sua effige con la quale i cattolici non devono assolutamente assoggettarsi.

         "Dare a Dio quel che è di Dio e agli uomini quel che è degli uomini": e a Dio, quando gli diamo tutto, risponde mirabilmente nella sua bontà infinita, ci da il centuplo e ci ridà quello che gli stiamo dando, ci retribuisce, e come conseguenza della vittoria sul peccato, che è la causa di tutti i mali, compresi quelli materiali, etici e morali, avremo un mondo differente.

Fratelli miei,  san Paolo, nella più antica lettera da lui scritta, ci ricorda che non basta proclamare la Parola di Dio, ma che dobbiamo mostrarne l'effetto nella nostra vita. Non è cattolico chi dice di esserlo, ma è cattolico soprattutto chi dice di esserlo e vive questa sua fede; non è cattolico chi dice di esserlo, ma poi si lascia assoggettare da Cesare. San Paolo, indirizzando questa lettera ai suoi figli, li elogia perché essi hanno le mani piene di buone opere, perché seguono gli insegnamenti del Signore, mettono in pratica il Magistero e testimoniano quello che è di Dio e che a Lui appartiene in assoluto.
+Eugenio De Araujo Sales


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Il Dio «ignorato»


don Pierangelo Sequeri

L'antica testimonianza racconta. Alzatosi in mezzo all'Areòpago, Paolo disse: "Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve l'annunzio" (Atti 17, 22-23).
Il discorso di Paolo, filosoficamente istruito, conclude con l'annuncio di "un giorno nel quale Dio dovrà giudicare la terra per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti la prova sicura col risuscitarlo dai morti" (Atti 17, 31).
E' anche questo, in forma di essenziale folgorazione, annuncio dell'evangelo inaudito di Dio: proprio in Gesù si rivela il Signore della creazione e il fondamento del suo riscatto. Si ironizza talora - benevolmente - su questo testo, alludendo alla reazione di alcuni che, sentendo parlare di risurrezione di morti, ridevano dicendo "Ti sentiremo un'altra volta".
 La morale, in verità un po' demagogica, che se ne vorrebbe trarre, è appunto che con la "filosofia" non si va molto lontano e non si raccoglie granché. Però si dimentica che alcuni altri "aderirono a lui e divennero credenti" (Atti 17, 32.34). Dunque, non sarei così drastico, e apprezzerei di più l'abilità dell'intreccio sapiente del linguaggio di Paolo che orchestra insieme la religiosità degli interlocutori, la filosofia dei classici e il nocciolo incandescente dell'assoluto cristiano di Dio, impiantato nel cuore del mondo in Gesù Signore: "per mezzo di un uomo" Dio compie la creazione e disvela la qualità della storia.
Agli inizi del millennio che è appena iniziato, abbiamo però in Occidente uno scenario relativamente nuovo. E persino inedito. E' la nuova evidenza culturale di un "Dio ignorato", più che di un "Dio ignoto", che ci sollecita e ci interpella. Comprendere il senso di questa inedita costellazione del pensiero e dell'epoca è un giusto motivo di leale confronto fra credenti e non credenti. Per i credenti, la nuova l ingua dell'annuncio deve transitare coraggiosamente di qui.
Il bel testo (anzi bellissimo) della Commissione Cei per la dottrina della fede, l'annuncio e la catechesi ("Questa è la nostra fede. Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo") non elude fumosamente il punto che fa la differenza. E dà l'esempio, parlando una lingua cristiana precisa, limpida ed essenziale, ma non un gergo intra-ecclesiastico. Si confronta direttamente con la complessità del nuovo Areopago, in cui convivono modi culturali, forme di costume, e persino epoche diverse della "nominazione" e dell'"ignoranza" di Dio.
E mette a fuoco, con efficacia non ancora così frequente, la dimensione esistenziale di un annuncio che deve lampeggiare nel quotidiano il senso di una dichiarazione dell'evangelo esplicita e vigorosamente raccolta sulla verità essenziale. Non c'è alternativa fra annuncio e dialogo, testimonianza e discorso, rigore e slancio. Molte belle espressioni però mirano a creare affezione e coinvolgimento per una felice scoperta che entusiasma e risana. Ché questo è prima di tutto, l'evangelo di Gesù Cristo che chiama la fede.
Ne raccolgo lo spirito, invitando caldamente alla lettura, dedicandovi un delizioso apologo chassidico raccolto da Martin Buber.
"Una storia va raccontata in modo che sia essa stessa un aiuto. Mio nonno era zoppo. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo Maestro. Allora raccontò di come il santo Baal-Schem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trasportò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando come facesse il Maestro. Da quel momento, guarì. Così vanno raccontate le storie".


Avvenire - 20 maggio 2005


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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