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Il Sacramento della Confessione-Riconciliazione

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2013 14:38
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Sesso: Femminile
17/11/2012 14:44
 
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Un sacerdote risponde

Un sacerdote ha dato l'assoluzione collettiva senza previa confessione dei peccati ai ragazzi della prima Comunione

Quesito

Carissimo Padre,
approfitto ancora una volta del servizio posto sul vostro sito, e della chiarezza delle sue risposte, che leggo oramai quotidianamente e che tanto mi aiutano a rendere saldi i fondamenti della mia fede, in un cammino sempre più forte verso Gesù.
Ieri parlavo con una conoscente della S. Messa di Prima Comunione del suo bambino. Questa donna mi ha detto parlando, anche in passato, di non essere praticante, ma di credere molto 'a modo suo'. Affermazione che ho già sentito tante volte, ma che grazie allo splendido 'tergicristallo' che sono la Parola di Dio, l'Eucarestia e l'amore per la Chiesa, so essere banali, in quanto fanno di Dio una nostra proiezione, senza alcuna profondità; è insomma 'un'ignoranza di fede' farsi un 'Dio a modo mio'...comunque mi sto dilungando, mi scusi. Io non sono mai intervenuta con risposte brusche, in quanto trovo la donna in questione una di quelle persone che sono comunque alla ricerca...prego per lei, come per tante persone nella stessa situazione.
Mi ha descritto la Prima Comunione del figlio come una celebrazione bellissima, e soprattutto breve ("Pensa che bello, in 40 minuti era già finita...."). Ma la cosa che più mi ha scioccata è che mi ha detto che il Parroco della Parrocchia che frequenta (!) non ha fatto celebrare ai bambini la Prima Confessione (o Festa del Perdono che dir si voglia), ma che hanno fatto una Riconciliazione Comunitaria, senza colloquio personale con il sacerdote.
Poi aggiunge che anche lei, dopo tanti anni, ora si accosta alla Comunione, visto che questo Parroco non confessa, dice di dire i peccati direttamente a Dio. E aggiunge 'non sai che liberazione sentirsi accolti così, con un prete che segue la mia stessa filosofia di fede. Adesso non mi sento più in colpa per non confessarmi mai, non serve...'. Se io non fossi stata in un luogo pubblico penso mi sarei messa a piangere per la tristezza. Io spero tanto che questa donna abbia frainteso lo parole del Parroco - con il quale non le nego, sono stata tentata di chiedere un confronto, perchè queste affermazioni a me sembrano impossibili . So che molti 'fedeli' mettono in bocca ai sacerdoti parole che non hanno mai detto, proprio perchè abituati alla fede a modo proprio. Anche io in passato ho avuto a che fare con sacerdoti che dicono che basta confessarsi due volte l'anno...o che dicono che quelli che accusiamo noi non sono i veri peccati...ma così mi sembra davvero troppo! Io ho riscoperto il valore altissimo della Riconciliazione, e so quali grandi grazie porta, lo vivo nella mia vita. E sento anche quanto il peccato schiaccia l'anima, e come dicono molti Suoi interlocutori, non fa sentire liberi....Cosa pensa Padre di questo fatto?
La ricordo oggi nella recita del Santo Rosario, e le chiedo una preghiera per me e la mia famiglia.
Grazie
E.





Risposta del sacerdote

Carissima E.,
1. purtroppo siamo ad un punto in cui non ci si meraviglia di niente.
Dispiace sentire di arbìtri nei confronti della Confessione sacramentale.
Ci si domanda perché i Vescovi non intervengano.
Probabilmente non sono al corrente di quello che succede.

2. Tuttavia il dispiacere più grosso è per questi ragazzi che non vengono iniziati alla confessione sacramentale.
È un’occasione quasi unica per istruirli e introdurli. E invece niente.
Mi chiedo: si domandano questi sacerdoti quando questi ragazzi impareranno a confessarsi individualmente?
Mi pare un atteggiamento disfattista all’interno della Chiesa stessa.
Vengono in mente le parole di Benedetto XVI: “I mali di cui la Chiesa oggi soffre maggiormente provengono dal suo interno”.

3. Ma c’è dell’altro.
Giovanni Paolo II nell’enciclica programmatoria del suo pontificato Redemptor hominis aveva scritto: “Benché la comunità fraterna dei fedeli, partecipanti alla celebrazione penitenziale, giovi grandemente all'atto della conversione personale, tuttavia, in definitiva, è necessario che in questo atto si pronunci l'individuo stesso, con tutta la profondità della sua coscienza, con tutto il senso della sua colpevolezza e della sua fiducia in Dio, mettendosi davanti a Lui, come il Salmista, per confessare: "Contro di te ho peccato".
La Chiesa, quindi, osservando fedelmente la plurisecolare prassi del sacramento della Penitenza - la pratica della confessione individuale, unita all'atto personale di dolore e al proposito di correggersi e di soddisfare - difende il diritto particolare dell'anima umana. E' il diritto ad un più personale incontro dell'uomo con Cristo crocifisso che perdona, con Cristo che dice, per mezzo del ministro del sacramento della Riconciliazione: "Ti sono rimessi i tuoi peccati"; "Va', e d'ora in poi non peccare più".
Come è evidente, questo è nello stesso tempo il diritto di Cristo stesso verso ogni uomo da lui redento. E' il diritto ad incontrarsi con ciascuno di noi in quel momento-chiave della vita dell'anima, che è quello della conversione e del perdono” (RH 20).
Pertanto si tratta di un’ingiustizia compiuta nei confronti dei ragazzi e di un’ingiustizia compiuta nei confronti di Cristo.

4. Dal momento poi che per assolvere i peccati è necessario il potere di giurisdizione dato dal Codice di diritto canonico o dal vescovo, né l’uno né l’altro prevedono l’assoluzione collettiva senza previa confessione personale dei propri peccati se non in casi estremi (come ad esempio pericolo di morte). Sicché questa assoluzione sarebbe non solo illecita, ma anche invalida. E con questo il sacerdote stesso si sarebbe caricato di un peccato grave.

5. Non entro a commentare altre espressioni dolorose della tua email.
Ti ringrazio molto del S. Rosario che hai recitato per me.
Ricambio per te e per i ragazzi nella mia preghiera.
Ti auguro una fruttuosa festa di Pentecoste e ti benedico.
Padre Angelo


Pubblicato 14.11.2012


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Un sacerdote risponde

Perché chi è consapevole di essere in peccato mortale, per quanto pentito, non può fare la Santa Comunione, ma deve premettere la Confessione

Quesito

Caro Padre Angelo,
mi capita di andare a messa in peccato mortale, perché per un motivo o l’altro non mi sono potuto confessare (per mancanza di un sacerdote e di tempo nei giorni prima della celebrazione…). Cerco di non partecipare alla comunione in quanto non confessato e non degno, ma alcune volte non ci riesco! Tutto ciò che ascolto durante la messa mi spingono infatti ad accostarmi al Signore, l’Agnello di Dio che toglie, appunto, tutti i peccati del mondo! Sono pienamente d’accordo che nostro Signore Gesù Cristo rimette i nostri peccati tramite voi stimati confessori. Ascolto infatti con sincero pentimento l’inizio della messa, quando il celebrante ci invita all'atto penitenziale. Durante il quale nella breve pausa di silenzio recito l’atto di dolore e in seguito ascolto fiduciosamente l'assoluzione del sacerdote! Tuttavia mi domando se quest’assoluzione abbia lo stesso valore del sacramento della Penitenza? Lei cosa pensa durante le parole di questo momento molto solenne, parole recitate in veste di Gesù? Lei ha assolto i miei peccati, o solo di quelli che ha confessato nei giorni precedenti? Confido in Dio durante il Vangelo ed il Credo, supplico la sua Misericordia! Recito il Padre nostro con il sacerdote, l’assemblea e con Gesù stesso, presente ormai anche fisicamente nell’Eucarestia (in Cristo, con Cristo, per Cristo). "Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato"! Ecco, ormai è difficile trattenermi… Di Parole in nome di Gesù, durante la messa, si è colmato l’anima mia, è difficile ormai rinunciare alla comunione con il Corpo di Cristo offerto a tutti dal Sacerdote O non a tutti? Lei che cosa pensa in questo momento… l’Agnello purificatore è offerto solamente a quelli che ne sono degni, in quanto confessati? Dopo la messa esco più sereno, come se il mio spirito per un momento, per un attimo, si fosse rivestito di bianco!
Consapevole di non essere in grado di resistere alle nuove tentazione, mi propongo comunque di andarmi a confessare il più presto possibile, per ricevere un aiuto più tangibile per divenire come il Cristo, nelle mie scelte future e nei miei sentimenti! Sperando tuttavia di non aver commesso un altro peccato di superbia e vanagloria…
Ti ringrazio di cuore per ogni breve Parola che mi puoi donare in questo mio sincero dubbio! Faccio bene o male ad accogliere Gesù, alcune volte, anche se non confessato?
Cordiali saluti e un caloroso abbraccio fraterno,
Giuseppe


Risposta del sacerdote

Caro Giuseppe,
1. l’atto penitenziale che si compie all’inizio della Messa non è un sacramento, ma un riconoscimento dei nostri peccati ed è una supplica collettiva fatta a Dio perché ci purifichi da ogni colpa.
Quando il sacerdote dice: “Dio onnipotente abbia misericordia di Dio, perdoni i nostri peccati…” eleva una supplica, ma non dà l’assoluzione dei peccati.

2. Per il sacramento della Confessione, oltre al pentimento, è necessaria per istituzione divina l’accusa dei peccati, che qui all’inizio della Messa evidentemente non c’è.

3. Questa preghiera può avere l’efficacia di perdonare i peccati, perché suscitata da un sincero pentimento.
D’altra parte la Chiesa ha sempre ritenuto che la remissione dei peccati si può ottenere anche prima di accedere al sacramento della Confessione, ma non senza il proposito di confessarsi.

4. Questo atto penitenziale è importante, perché se uno arriva a Messa in peccato mortale, in forza di questo atto ricupera la grazia e la sua partecipazione alla Messa diventa soprannaturalmente meritoria per la vita eterna.

5. Anche la Parola del Signore che ascoltiamo nelle letture può ottenere questa purificazione.

6. Molto di più la si ottiene nel momento in cui si compie il memoriale della passione e della morte del Signore (consacrazione).
La passione e la morte del Signore sono il sacrificio di espiazione dei peccati che Cristo ha compiuto per noi.
La celebrazione della Messa produce gli stessi effetti del sacrificio della croce, perché è lo stesso sacrificio della croce che viene perpetuato a nostro beneficio sui nostri altari.
Sarebbe strano che la partecipazione al sacrificio di espiazione non ci ottenesse l’effetto dell’espiazione effettiva dei peccati.

7. La partecipazione alla Messa, dunque, se viene fatta con le dovute disposizioni attua la purificazione dell’anima, la santifica e la rinforza.

8. Ma non è sufficiente per darci il via libera per poter fare la Santa Comunione se uno non ha ancora confessato i peccati mortali.
Come sai, la Chiesa chiede di premettere sempre e in maniera doverosa la Confessione.
Riporto ancora un volta un testo di Giovanni Paolo II: “A questo dovere lo richiama lo stesso Apostolo con l’ammonizione: «Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice» (1 Cor 11,28). San Giovanni Crisostomo, con la forza della sua eloquenza, esortava i fedeli: «Anch’io alzo la voce, supplico, prego e scongiuro di non accostarci a questa sacra Mensa con una coscienza macchiata e corrotta. Un tale accostamento, infatti, non potrà mai chiamarsi comunione, anche se tocchiamo mille volte il corpo del Signore, ma condanna, tormento e aumento di castighi».
In questa linea giustamente il CCC (n. 1385)stabilisce: «Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione».
Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dell’apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell’Eucaristia, «si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale»” (Ecclesia de Eucharistia 36).

9. È vero che domandare il perdono a Cristo e pensare di riceverlo è già una cosa grande, ma questo è solo l’inizio della riconciliazione.
Ti porto un esempio: se andando per strada ti tamponassi e sfasciassi la tua macchina e scendendo dalla mia vettura ti chiedessi scusa perché ero sovrapensiero, tu vedendomi così umiliato e confuso, sebbene rattristato, mi daresti il tuo perdono. Ma le cose non si concluderebbero così.
Rimane necessaria la riparazione dei danni. Solo allora la riconciliazione sarà piena.
Ebbene, il perdono ricevuto durante la Messa è paragonabile al primo atto, Ma rimane ancora la parte più importante: la riparazione. E questa viene attuata quando il sangue di Cristo viene versato sulla tua anima dalle mani del sacerdote incaricato da Cristo per la remissione dei peccati nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione o Penitenza.

10. Senti che cosa dice Sant’Agostino a proposito di quelli che pensavano che fosse sufficiente la riconciliazione interiore senza sacramento della Penitenza: “Nessuno dica: ‘Faccio la Penitenza privatamente, per conto mio, di fronte a Dio’, e ‘il Dio che perdona conosce quello che compio nel cuore’. Dio allora avrebbe detto senza motivo: ‘ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in cielo!’. Così come senza motivo avrebbe consegnato le chiavi del regno di Dio alla Chiesa! Si può rendere vano il Vangelo? Si possono rendere vane le parole di Cristo?” (Sermone 392, 3).
Sono parole forti e persuasive quelle di Sant’Agostino: per qual fine Gesù avrebbe istituito il sacramento della confessione se si potesse fare la S. Comunione anche senza di esso?
E poi, se uno non trova il confessore, per quante volte potrebbe fare la Comunione?
Capisci bene che qui uno continuerebbe a commettere i suoi peccati mortali, domanderebbe perdono a Dio nella Messa e poi si confesserebbe ogni morte di Papa!
Sarebbe serietà questa o non si tratterebbe di uno svuotamento, come dice Sant’Agostino, delle parole del Signore?

11- Pertanto la Comunione fatta senza essere confessati è mal fatta, per quanto uno pensi di essere perdonato.
Hai sentito le parole di Giovanni Paolo II che riprende quelle di San Giovanni Cristostomo: “Un tale accostamento, infatti, non potrà mai chiamarsi comunione, anche se tocchiamo mille volte il corpo del Signore, ma condanna, tormento e aumento di castighi”.
Può sembrare duro san Giovanni Crisostomo, ma non fa altro che riprendere le parole severe di san Paolo in 1 Cor 11,27-30: “Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti”.
L’autorevole Bibbia di Gerusalemme commenta quest’ultimo versetto con le seguenti parole: “Paolo interpreta un’epidemia come una punizione divina per la mancanza di carità che ha reso l’eucaristia impossibile”.

11. Pertanto ti esorto a non fare più la Santa Comunione se prima della Messa hai coscienza di essere in peccato grave.
Anzi, nella prossima confessione dirai al sacerdote che hai fatto ugualmente la Santa Comunione senza essere confessato.

Ti ringrazio del quesito, la cui risposta porterà luce non solo in te ma anche in tanti altri visitatori.
Ti saluto anch’io con caloroso abbraccio fraterno, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo


Pubblicato 12.10.2012




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[Modificato da Caterina63 17/11/2012 14:59]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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