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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Il Sacramento della Confessione-Riconciliazione

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2013 14:38
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Sesso: Femminile
05/01/2009 18:32
 
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Sia lodato Gesù Cristo![SM=g1740720]
 

Non apro questo forum per fare alcuna dottrina o qualche insegnamento, ma per proporre a tutti noi un Esame di Coscienza prima di approfondire il concetto dottrinale di questo sublime Sacramento[SM=g1740717]
 

- Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio all'infuori di me; non ti affiderai nè farai idoli che possano sostituire l'adorazione che devi a Me, perchè Io Sono Colui che ti ha Creato e che ti ama immensamente; Io Sono il solo che ha dato la vita per te, che ti ha preso in adozione come Figlio; Io Sono Colui che per mezzo del Verbo Incarnato ti ha riscattato pagando con il Sangue il tuo riscatto. Io Sono e Io TI AMO!
 

Meditazione:
 

Ho mancato alle Preghiere? Le assolvo con pigrizia? Mi vergogno di mostrarmi cristiano e cattolico con la scusa del < rispetto umano" ? Sono stato pigro nell'imparare mediante le Scritture di chi sono Figlio? Ho letto libri o riviste che offendono il mio spirito e quindi che offendono Dio?  Mi sono vergognato di difendere la mia fede se ho sentito qualcuno bestemmiare? Ho sostituito l'adorazione che devo a Dio soltanto con la superstizione di oggetti vari o con il danaro? Ho consultato maghi, carte, tarocchi, lettura della mano, ponendo in essi la fiducia che devo solo a Dio? Ho tentato Dio imponendogli di risolvermi i problemi quotidiani? Ho detto a Dio: Signore, io ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell'anima mia...?
 

- Esame di coscienza per valutare le mancanze contro la Fede, la Speranza e la Carità:
 

Meditazione:
 

Ho rifiutato consapevolmente una o più verità rivelate da Dio mediante l'insegnamento della Santa Chiesa? Ho rifiutato di studiare le prove che la Chiesa mi propone mediante il Magistero a beneficio della mia fede ricevuta come dono?
Ho mancato di fiducia verso la Provvidenza di Dio? Credo veramente nella speranza cristiana? Posso dire di aver testimoniato con eroismo e spirito di sacrificio questa speranza? Credo nella Preghiera quale unica e potente arma contro le forze del Male e a beneficio di quanti non credono?
Ho mancato di pregare per quanti non credono, non amano e non sperano?
Ho sprecato il mio tempo a pensare solo a me stesso senza donare la Carità al prossimo? Ho ecceduto nel materialismo sia materiale che intellettuale? Ho profanato in qualche modo i Sacramenti specialmente la Santa Eucarestia? Mi sono sforzato di comprendere che cosa vuol dire avere la Carità? Quanto esercito questa virtù? Riesco a vedere nel prossimo Gesù che mi ama e mi vuole salvare? Ho commesso oppure ho appoggiato o favorito in qualche modo un aborto? Ho disprezzato chi, nella fede, la pensa diversamente da me? Ho giudicato e condannato qualcuno ritenendomi superiore a lui? Ho prestato danaro o altro richiedendo un esoso guadagno?
 

- Non nominare il Nome di Dio invano; Santifichiamo le Feste; Onoriamo i genitori.
 

Meditazione:
 

Ho imprecato contro Dio ritenendolo colpevole dei miei guai? Ho violato, sono venuto meno ai giuramenti o le promesse fatte a Dio mediante il Battesimo? Ho mancato di rispetto verso Dio, i Santi e il Nome della SS.ma Madre?
Credo veramente nel valore della Santa Messa? Ho profanato il giorno dedicato al Signore con riunioni o divertimenti che offendono Dio? Mi sforzo di comprendere che durante la Messa non sono uno spettatore, ma -sacerdote- con il Sacerdote e che quindi con lui offro al Padre l'eterno sacrificio di Gesù? Come Figlio quanto ho mancato di rispetto ai miei genitori? Riesco ad applicarmi nell'esercizio dell'obbedienza e della sottomissione? Prego per loro? Ho disprezzato i loro consigli?
Come genitore: mi sono preoccupato di educare i figli secondo la dottrina cristiana? Ho mantenuto fede agli impegni Battesimali? Prego con loro? Li invito alla ricezione dei Sacramenti? Quanto tempo dedico a loro per parlare e per ascoltarli? Mi preoccupo di dare loro solo cose materiali o mi preoccupo dei beni spirituali? Ho ostacolato in qualche modo il loro desiderio verso la vocazione sacerdotale-religiosa? In casa riesco a creare un clima di agape fraterna-cristiana?
 

- Sposi (fidanzati); lavoratori; superiori
 

Meditazioni:
 

Ho anteposto i piaceri della carne e della lussuria alle cose dello Spirito? L'amore verso il coniuge include la Carità e la premura e il rispetto? Tratto il coniuge da essere inferiore, lo umilio in qualche modo?
Ho mancato di onestà sul posto di lavoro? Ho abusato della fiducia dei miei superiori? Ho rubato? Ho professato la mia fede cristiana o mi sono vergognato? Conduco discorsi degni della fede donata? Adopero la Carità anche quando un lavoro non mi piace?
Ho punito qualcuno in modo disonesto?
Ho vigilato con cura la moralità nell'ambiente che mi è stato affidato? Ho favorito la preghiera di quanti sono sottoposti a lavorare nel mio ambiente? Pratico l'onestà, la Carità, la pazienza, il perdono?
 

- Peccati Capitali: Orgoglio; Avarizia; Lussuria; Invidia; Gola; Ira; Accidia...
 

Meditazione:
 

La stima di me stesso supera l'adorazione che devo a Dio solo? Quanto orgoglio impongo al mio comportamento fra la gente? Mi compiaccio dei complimenti ?  Sono schiavo del < cosa penserà la gente di me >, o della moda, della vanità, della possessione di qualche cosa?
Quanto sono attaccato ai beni terreni? Il senso dell'elemosina mi commuove oppure è un atto d'abitudine? Pratico il gioco d'azzardo come avessi una malattia? Mi sono comportato da usuraio? Ho fatto soffrire qualcuno per un debito che mi doveva?
Mi vesto in modo provocatorio per attirare su di me l'attenzione? Deirdo la moralità e i costumi cristiani che la Chiesa mi insegna a mio beneficio? Ho scandalizzato qualcuno con i miei comportamenti rivolti alla lussuria?
Sono invidioso del successo degli altri? Mi compiaccio del male o di una malattia che ha colpito qualcuno che ritengo un -nemico-? Ho fatto del male a qualcuno a causa dell'invidia?
Riguardo alla gola, ho anteposto desiderio del cibo nei confronti dell'Eucarestia? Riesco a fare dei sacrifici di rinuncia per amore di qualcosa gradita a Dio?
Perdo spesso la pazienza? Sono una persona irosa? Ricerco i motivi dell'odio che vive in me? Ho dato cattivi consigli? Conservo sentimenti di odio per un male ricevuto? Medito la vendetta?
L'accidia è la pigrizia: pratico la mia fede con pigrizia? Sono pigro nei miei doveri quotidiani? Mi sforzo di correggere i miei difetti o mi soffermo a compiangerli o a criticare quelli degli altri?
Ho mancato di compiere gli obblighi sociali che la mia categoria lavoratrice mi impone per l'andamento della società? Come medico sono prodigo verso i malati? Li tratto amorevolmente? Come avvocato pratico la giustizia vera? Come giudice sono imparziale? Come professore insegno con pigrizia?
Mi accosto senza pigrizia al confessionale?
 

< Signore! Allontanati da me, perchè sono peccatore! Non son degno di essere chiamato -tuo figlio- ma io spero nella Tua misericordia e nella Tua bontà. Abbi pietà di me, perdonami e salvami! >
 

Quando avremmo ricevuto l'assoluzione dei nostri peccati, ricordiamoci di essere stati perdonati!
 
[SM=g1740750]


Parabola del Ricco  e di Lazzaro raccontata da Gesù...

...Avete notato un particolare in questa lettura? Ditemi come si chiama il ricco.....( a questo punto il gruppo dei ragazzi coinvolti ha risposto che il ricco NON HA UN NOME[SM=g7574] )....Lazzaro invece ha un nome proprio in ebraico Lazzaro si dice EL-AZAR che vuol dire DIO HA SALVATO...sapendo che nei Vangeli e nella Bibbia tutto ha un significato che va trovato dentro le parole, questo particolare dei nomi per noi diventa importante: il ricco della parabola assume e può assumere il nome di ognuno di noi...oppure abbiamo un altro modo di leggere il brano: ogni cosa conosciuta, creata e scoperta HA UN NOME.....in questo caso il ricco appare come un NON CONOSCIUTO DA DIO ed è uno che NON conosce Dio....La sua condanna non è legata ai suoi possedimenti, ma a questa non conoscenza di Dio che lo ha indotto ad usare malamente quanto possedeva elo ha portato egli stesso ad ESCLUDERSI dalla partecipazione con Dio attraverso Lazzaro, il povero.
La nostra ricchezza è alimentata continuamente dalla Provvidenza: se io sono un buon avvocato, per ottenere fama e benessere devo aver in qualche modo messo a servizio della professione le qualità che sono un dono di Dio. La ricchezza non è soltanto denaro, ma anche le doti che abbiamo che spesso ci portano a raggiungere anche una certa ricchezza materiale, un poeta è ricco anche se vive poveramente; l'artista ha una ricchezza dentro di sè che è dono di Dio, e così via tutti siamo in qualche modo ricchi, anche il povero di spirito è un ricco, ma quando si parla di Lazzaro povero sappiamo benissimo che cosa è accaduto.

Ricordiamo allora di questa parabola che il nome del ricco potrebbe diventare il nostro![SM=g7831]

L'accurato esame di coscienza che ci viene offerto di fare all'inizio della Messa, ci deve indurre a cambiare atteggiamento, come suggerisce lo stesso Abramo nella parabola: hanno i profeti CHE LI ASCOLTINO! Siamo invitati ad ascoltare per accogliere la Parola di Dio e per vivere di conseguenza....

Com'è allora il mio atteggiamento verso il Lazzaro del mio tempo? Come uso le doti che Dio mi ha dato? Che uso ne faccio della Provvidenza che mi ha messo in condizioni di vivere bene e meglio di altri? Quanto il mio egoismo mi impedisce di ringraziare e di essere provvidenza verso chi ha bisogno?
Quanto disprezzo le briciole della Mensa?

Vediamo qui che Lazzaro non disprezza il suo stato di povertà, ha imparato a convivere con uno stato che non si era scelto, ma ci si era ritrovato.....sperando da Dio una provvidenza continua....La Provvidenza si serve degli uomini, si serve di ognuno di noi.
Ecco...in questa settimana riflettiamo sul nostro comportamento rileggendo questa parabola e provando a metterci noi stessi in uno stato di riflessione che diventi un cambiamento là dove ci renderemo conto di non essere come Gesù ci chiede di essere....[SM=g1740717]


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27 Gennaio 2005 Udienza di Giovanni PaoloII
Il Signore ascolta
la preghiera dell’umile
 

 

1. Nel Salmo 114, che ora è stato proclamato, la voce del Salmista esprime amore riconoscente verso il Signore, dopo l’esaudimento di una intensa supplica: «Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo» (vv. 1-2). Subito dopo questa dichiarazione di amore si ha una viva descrizione dell’incubo mortale che ha attanagliato la vita dell’orante (cfr vv. 3-6).
Il dramma è raffigurato con i simboli abituali nei Salmi. Le funi che avvincono l’esistenza sono quelle della morte, i lacci che la angustiano sono le spire degli inferi, che vogliono attrarre a sé i viventi senza mai placarsi (cfr Prv 30,15-16).

2. L’immagine è quella di una preda caduta nella trappola di un inesorabile cacciatore. La morte è come una morsa che stringe (cfr Sal 114,3). Alle spalle dell’orante si trova, quindi, un rischio di morte, accompagnato da un’esperienza psichica dolorosa: «Mi opprimevano tristezza e angoscia» (v. 3). Ma da quell’abisso tragico un grido è stato lanciato verso l’unico che può stendere la mano e strappare l’orante angosciato da quel groviglio inestricabile: «Ti prego, Signore, salvami!» (v. 4).
È una preghiera breve ma intensa dell’uomo che, trovandosi in situazione disperata, si aggrappa all’unica tavola di salvezza. Così nel Vangelo gridarono i discepoli nella tempesta (cfr Mt 8,25), così implorò Pietro quando, camminando sul mare, cominciava ad affondare (cfr Mt 14,30).

3. Salvato, l’orante proclama che il Signore è «buono e giusto», anzi «misericordioso» (Sal 114,5). Quest’ultimo aggettivo, nell’originale ebraico, rimanda alla tenerezza della madre, di cui evoca le «viscere».
La fiducia autentica sente sempre Dio come amore, anche se in qualche momento è difficile intuire il percorso del suo agire. Rimane comunque certo che «il Signore protegge gli umili» (v. 6). Dunque, nella miseria e nell’abbandono si può sempre contare su di lui, «padre degli orfani e difensore delle vedove» (Sal 67,6).

4. Inizia ora un dialogo del Salmista con la sua anima, che proseguirà nel successivo Salmo 115, da considerarsi un tutt’uno col nostro. È quanto ha fatto la tradizione giudaica, dando origine all’unico Salmo 116, secondo la numerazione ebraica del Salterio. Il Salmista invita la sua anima a ritrovare la pace serena dopo l’incubo mortale (cfr Sal 114,7).
Il Signore, invocato con fede, ha teso la mano, ha spezzato le funi che avvincevano l’orante, ha asciugato le lacrime dai suoi occhi, ha fermato la sua discesa precipitosa nell’abisso infernale (cfr v. 8). La svolta è ormai netta e il canto finisce con una scena di luce: l’orante ritorna «sulla terra dei viventi», ossia sulle strade del mondo, per camminare alla «presenza del Signore». Egli si unisce alla preghiera comunitaria nel tempio, anticipazione di quella comunione con Dio che l’attenderà alla fine della sua esistenza (cfr v. 9).

5. Vorremmo riprendere in finale i passi più importanti del Salmo, lasciandoci guidare da un grande scrittore cristiano del III sec., Origene, il cui commento in greco al Salmo 114 ci è giunto nella versione latina di san Girolamo.
Leggendo che il Signore «verso di me ha teso l’orecchio», egli osserva: «Noi siamo piccoli e bassi, né possiamo allungarci e sollevarci in alto, il Signore per questo china l’orecchio e si degna di ascoltarci. In fin dei conti, dato che siamo uomini e non possiamo divenire dèi, Dio si è fatto uomo e si è chinato, secondo quello che è scritto: "Chinò i cieli e discese" (Sal 17,10)».
Infatti, continua più innanzi il Salmo, «il Signore protegge gli umili» (Sal 114,6): «Se uno è grande, si esalta ed è superbo, costui il Signore non lo protegge; se uno si crede grande, di costui il Signore non ha misericordia; ma se uno si abbassa, il Signore ha misericordia di lui e lo protegge. Tanto che dice: "Ecco che io e i piccini che il Signore mi ha dato" (Is 8,18). E ancora: "Mi sono umiliato, ed egli mi ha salvato"».

Così colui che è piccolo e misero può tornare alla pace, al riposo, come dice il Salmo (cfr Sal 114,7) e come commenta lo stesso Origene: «Quando si dice: "Ritorna al tuo riposo", è segno che prima aveva il riposo, e poi l’ha perduto... Dio ci ha creati buoni e ci ha fatti arbitri delle nostre decisioni, e ci ha messi tutti nel paradiso, insieme con Adamo. Ma poiché, per nostra libera decisione, siamo precipitati da quella beatitudine, finendo in questa valle di lacrime, per questo il giusto esorta la propria anima a ritornare là di dov’è caduta... "Ritorna, anima mia, al tuo riposo: perché il Signore ti ha beneficato". Se tu, anima ritorni al paradiso, non è perché ne sia degna, ma perché è opera della misericordia di Dio. Se sei uscita dal paradiso, è stato per tua colpa; invece il farvi ritorno è opera della misericordia del Signore. Diciamo anche noi alla nostra anima: "Ritorna al tuo riposo". Il nostro riposo è Cristo, nostro Dio» (Origene-Gerolamo, 74 Omelie sul libro dei Salmi, Milano 1993, pp. 409.412-413).
***********************


[SM=g1740771]
 
 

 

 
[Modificato da Caterina63 22/01/2013 13:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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